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2 INDICE PREMESSA 1 1. ASPETTI OPERATIVI E METODOLOGIE ADOTTATE CARTOGRAFIA Preparazione della cartografia di base e progettazione dei rilievi Attività di campo e analisi dei dati ANALISI BIOLOGICHE Attività di campo Analisi di laboratorio RELAZIONE SUI DATI STORICI LO STUDIO SNAM-PROGETTI DEL RISULTATI OTTENUTI PER LA REGIONE PUGLIA Stato delle praterie alla data del rilievo (1990) 35 3 RISULTATI CARTOGRAFIA Descrizione generale Compartimento Marittimo di Taranto Compartimento Marittimo di Gallipoli Compartimento Marittimo di Brindisi Compartimento Marittimo di Bari Compartimento Marittimo di Molfetta Compartimento Marittimo di Manfredonia ANALISI BIOLOGICHE Prateria di S. Pietro (Isole Chéradi - Taranto) Prateria di Campomarino (Taranto) Prateria di Torre Colimena (Taranto) Prateria di Gallipoli (Lecce) Prateria di Ugento (Lecce) Prateria di Otranto (Lecce) Prateria di Le Cesine (Lecce) Prateria di Torre Guaceto (Brindisi) 148

3 3.2.9 Prateria di Bari Prateria delle Isole Tremiti (Foggia) Analisi degli organismi perforatori (borers) delle scaglie di Posidonia oceanica studio sulla variabilità genetica di Posidonia oceanica lungo le coste pugliesi 180 BIBLIOGRAFIA 188

4 PREMESSA Il progetto Inventario e Cartografia delle Praterie di Posidonia nei Compartimenti Marittimi di Manfredonia, Molfetta, Bari, Brindisi, Gallipoli e Taranto è stato ammesso a finanziamento con Determina Dirigenziale n 66 del 16/04/2004 del Settore Caccia e Pesca dell Assessorato Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia, nell ambito del POR Puglia , Asse IV Sistemi locali di sviluppo - Misura 4.13 Interventi di supporto alla competitività ed all innovazione del sistema pesca - Sottomisura 4.13D2 Azioni realizzate dagli operatori del settore: azioni di interesse collettivo e Centro Servizi Il progetto è stato presentato e realizzato dal Consorzio per la Ricerca Applicata e l Innovazione Tecnologica nelle Scienze del Mare CRISMA, con la partecipazione dell Associazione Armatori da Pesca di Molfetta ASSOPESCA in rappresentanza degli operatori del settore della pesca. Le attività tecnico-scientifiche ed operative sono state condotte con la collaborazione della Cooperativa Nautilus ( e della Cooperativa COISPA Tecnologia & Ricerca ( La supervisione scientifica del progetto è stata realizzata da un Consiglio Scientifico composto dai seguenti esperti: Prof. Angelo Tursi, Università di Bari; Prof. Nando Boero, Università di Lecce; Dott.ssa Maria Cristina Gambi, Stazione Zoologica di Napoli; Dott. Giuseppe Lembo, COISPA Tecnologia & Ricerca, Bari; Dott. Roberto Sandulli, Università di Bari; Dott. Giovanni Torchia, Nautilus, Vibo Valentia. Responsabile Scientifico del progetto è stato il Prof. Angelo Tursi dell Università di Bari. Allo svolgimento di questo progetto ed ai risultati ottenuti, in termini di analisi, catalogazione e mappatura delle praterie di Posidonia, lungo i litorali pugliesi, hanno contribuito con grande competenza scientifica, esperienza e passione, numerosi ricercatori, tecnici ed operatori del settore. D altra parte, è stato possibile ottenere questi risultati anche grazie alla lungimiranza e competenza della struttura tecnica del Settore Caccia e Pesca dell Assessorato all Agricoltura, Acquacoltura, Alimentazione, Foreste, Caccia e Pesca della Regione Puglia. Le metodiche impiegate, i risultati e le conclusioni sono riportate nel documento denominato Relazione Generale. Due atlanti cartografici, uno dei rilievi ed uno delle praterie di Posidonia, costituiscono i due prodotti principali del Progetto. Un GIS, realizzato su piattaforma Esri ArcGis 9.1, presenta in forma digitale sintetica i dati biologici raccolti e le carte realizzate. 1

5 Il presente documento, denominato Relazione Analitica, riporta dettagli ed informazioni supplementari a quelli già riportati nel documento Relazione Generale. In particolare sono riportati: un approfondimento sulle metodiche impiegate nel corso dei rilievi e delle analisi ed elaborazioni dei dati; ed un supplemento di informazioni relativamente ai risultati degli studi biologici condotti su 10 praterie. 2

6 1. ASPETTI OPERATIVI E METODOLOGIE ADOTTATE 1.1 CARTOGRAFIA Preparazione della cartografia di base e progettazione dei rilievi Le Tavole IGM e le Carte nautiche dell'istituto ldrografico della Marina Militare sono state acquisite in formato cartaceo, "scansionate" e georeferenziate. In particolare sono state utilizzate carte IGM prodotto 50, per ognuna si è proceduto al trasferimento in formato digitale con scansioni fino ad 300 dpi e fino a un formato A0. Le carte portate su sistema digitale sono state depurate da eventuali imperfezioni e georeferenziate utilizzando quattro punti di riferimento nel sistema UTM. Ciascuna tavoletta è stata affiancata all'altra affinché si ottenga un'unica base cartografica. Da tale procedimento è stato ottenuto un quadro di unione che serve come base informativa ai diversi operatori nello svolgimento delle attività, consentendo l'impiego comune di un unico supporto versatile facile nell aggiornamento e implementazione e nelle modalità di stampa a tutte le scale. Si è quindi provveduto ad inserire sulla cartografia di base i dati storici raccolti (si veda Capitolo 2. Dati Storici) ottenendo così una prima bozza dell ubicazione delle praterie di Posidonia oceanica e del loro limite superiore ed inferiore. Sulla base di queste informazioni sono stati progettati i rilievi batimorfologici. Per le aree nelle quali esistevano indicazioni certe sull assenza di praterie, è stata effettuata una rotta di verifica detta di collegamento intorno alla batimetria dei -10 metri, l indagine è stata condotta con range laterali non superiori a 200 metri per lato; nel caso in cui sui collegamenti è stata individuata la presenza di praterie, si sono incrementate le rotte di rilievo in maniera da assicurare la completa copertura del nuovo posidonieto ; Nelle aree per le quali le informazioni raccolte indicano la presenza certa di P. oceanica, l indagine è stata condotta con un range laterale non superiore ai 200 metri con un overlap di 50 metri. In totale le aree da indagare coprono teoricamente una superficie di circa 563 Kmq, in particolare per le praterie già individuate sono stati calcolati 397 Kmq circa e 166 Kmq per le rotte di verifica o di collegamento. 3

7 1.1.2 Attività di campo e analisi dei dati Le attività di campo sono state svolte a bordo dell imbarcazione The President, per i rilievi side scan sonar e single beam e dal M/P Morfeo limitatamente alla parte ROV. I principali strumenti utilizzati sono stati: Side scan sonar a doppia frequenza; Sistema batimetrico single-beam; ROV provvisto di telecamera ad alta risoluzione; Sistema di posizionamento satellitare GPS. Il sistema side scan sonar è stato impostato con una frequenza operativa di 100 khz ed un range laterale non superiore ai 200 m (scala grafica di acquisizione pari a 1:2.000) che ha permesso di mantenere una risoluzione delle immagini dell ordine di 0,5 m e con over-lap di 50 metri. In fase operativa, tutti i parametri sono stati visualizzati contemporaneamente su più monitor (uno per il pilota ed uno per il navigatore) in formato grafico e alfanumerico. Le informazioni grafiche relative alla posizione attuale del mezzo navale, percorso compiuto e da effettuare, oltre a quelle numeriche, quali posizione, rotta e velocità della nave, erano visibili anche al pilota che era in grado di condurre il mezzo esattamente sulle linee di navigazione preimpostate. La visualizzazione in tempo reale della strisciata side scan sonar era disponibile sul video della stazione che gestisce il sistema di acquisizione dati, essendo collegata anche al software di navigazione per l acquisizione dei dati di posizione e velocità del mezzo navale. La memorizzazione dei dati avveniva in maniera automatica e continua. Al termine di ogni giornata operativa sono state effettuate ulteriori copie di backup su dischi e nastri magnetici. Sistema di posizionamento La determinazione delle coordinate planimetriche del mezzo navale è stata effettuata con l impiego di un sistema di posizionamento satellitare GPS, in grado di operare con precisione di ordine metrico. Sistema di navigazione e di acquisizione dati Per l acquisizione simultanea di tutti i parametri rilevati sono stati utilizzati due sistemi integrati (analoghi) di acquisizione dati, rappresentati dal modulo PDS-2000 della RESON e dal modulo Hydro della Trimble-Navigation. Il software è un modulo di navigazione capace di gestire 4

8 contemporaneamente, attraverso la digiboard a sei porte seriali di cui è dotato, le comunicazioni tra sei diversi strumenti o unità hardware di interfacciamento. Il software è suddiviso in varie sezioni dedicate ciascuna alle diverse fasi operative: Pianificazione del rilievo; Acquisizione dati e navigazione; Analisi dati ed editing; Elaborazione ed output dei dati. Sensore di moto (compensatore d onda) Una volta installato e calibrato, il TSS DMS-05 compensa ogni movimento del mezzo navale. Esso include un array di elementi sensibili allo stato solido che misura le accelerazioni lineari istantanee e i coefficienti angolari che interessano il sensore. Fornisce quindi in uscita valori separabili per roll, pitch ed heave, che vengono elaborati dal sistema di acquisizione dati (PDS e/o Hydro) per la correzione istantanea da apportare alle misure di profondità, acquisite col sistema single beam. Parametri geodetici e rilievi topografici di base Tutti i dati di posizione e la cartografia restituita è stata realizzata secondo il sistema di riferimento UTM fuso 33. Il sistema di posizionamento satellitare GPS, impiegato per il calcolo della posizione dei mezzi navali, utilizza come ellissoide di riferimento WGS84. Acquisizione dati batimetrici Il sistema batimetrico, impiegato simultaneamente al side scan sonar, è costituito da un ecoscandaglio idrografico single beam, corredato di digitalizzatore, operante a doppia frequenza (30 e 200 khz), direttamente interfacciato ad un computer di bordo, che acquisisce in continuo il profilo del fondo marino associandovi i dati di posizione (per ogni punto rilevato) forniti dal sistema di posizionamento satellitare GPS. La calibrazione dell ecoscandaglio è stata eseguita dopo aver effettuato l esatta determinazione della velocità del suono in acqua, in situ mediante una sonda multiparametrica CTD ed è stata verificata col metodo del bar-check, ovvero immergendo sotto la verticale dei trasduttori una sagola graduata alla cui estremità è connessa una barra metallica: la calibrazione dello strumento è ritenuta corretta quando la profondità misurata dall ecoscandaglio è corrispondente all immersione della barra. 5

9 Il controllo di qualità dei dati di profondità acquisiti, nonché l'elaborazione e l'analisi, sono stati eseguiti attraverso metodi automatici e manuali che, alla fine del processo, hanno restituito il DTM (Digital Terrain Model) della zona indagata e le batimetrie corrispondenti. I file grafici relativi all andamento batimetrico del fondale sono stati inseriti nella base cartografica di riferimento. Su questa stessa base sono stati posizionati i fotomosaici digitali prodotti dal modulo DELPH MAP del sistema ISIS. Acquisizione dati con side scan sonar I rilievi morfologici del fondo marino sono stati eseguiti con l impiego di un sistema side scan sonar con frequenza operativa a 100 khz e a correzione di immagine, che consente di ottenere in tempo reale la fotogrammetria ultracustica del fondo marino, ovvero la sua registrazione in immagini digitali ad altissima risoluzione. Il sistema è composto da un unità di controllo e registrazione grafica di superficie e da un unità subacquea (tow-fish), nella quale sono alloggiati i due trasduttori laterali e da un cavo armato di connessione tra le due unità. I trasduttori emettono dei fasci acustici che, una volta incontrato un ostacolo, vengono diffratti e ritornano verso il trasduttore portando con loro le informazioni, che, elaborate dal sistema, costituiscono una sorta di immagine in bianco e nero del fondale. Tutte queste informazioni sono georeferenziate e possono essere esportate in ogni formato, permettendo il loro utilizzo in qualsiasi sistema di produzione cartografica o GIS. Rilievi ROV Sulla base delle risultanze emerse dai rilievi batimorfologici sono stati disegnati i transetti sui quali effettuare le riprese video-filmate col veicolo filoguidato ROV. Per la realizzazione delle indagini è stata adottata una metodica ampiamente sperimentata per la mappatura delle praterie di P. oceanica. Il rilievo e le relative registrazioni delle immagini sono state effettuate, nella quasi totalità dei transetti, ortogonalmente alla linea di costa e tenendo una velocità costante del mezzo navale. Il vantaggio di lavorare su transetti ortogonali alla costa è quello ottenere una buona descrizione dei cambiamenti all interno di una prateria lungo un gradiente ambientale quale, ad esempio, la profondità, e permettere la migliore interpolazione possibile per conformazioni di norma strettamente correlate con l'andamento batimetrico. 6

10 Gli operatori ROV, nell esecuzione del rilievo, avevano a disposizione la cartografia di riferimento georeferenziata e l esatta indicazione di ciascun transetto (coordinate di inizio e fine transetto) da eseguire, con le modalità avanti descritte. Sul mezzo navale è stato installato un sistema integrato di acquisizione dati costituito dai seguenti componenti: Sistema di posizionamento satellitare GPS; Sistema di navigazione e di acquisizione dati, videorecorders; ROV (Remote Operated Vehicle) e relativa unità di controllo. Sulle registrazioni filmate, ovvero su ciascuna immagine, è stato riportato in sovra-impressione il seguente set di informazioni: numero identificativo del transetto, data e ora di esecuzione, coordinate di posizione del mezzo navale, coordinate di posizione del veicolo ROV e suo angolo di girobussola, profondità. Per le indagini è stato utilizzato un ROV Hyball della Hydrovision, dotato di una telecamera basculante a 360 della JVC, ad alta risoluzione. I motori, due per i movimenti laterali e due per quelli verticali, sono azionati dalla superficie tramite tastiera e joystick connessi all unità, composta inoltre da un video 14 e da un sistema di videoregistrazione DVD. Il veicolo è inoltre dotato di profondimetro, girobussola elettronica e due fari da 50 W ciascuno, per illuminare la scena di ripresa. Sul mezzo navale è stata installata l unità di superficie, composta da un monitor a colori, per visionare le riprese in corso e controllare contemporaneamente la qualità della registrazione DVD. Interpretazione Questa fase è stata svolta presso il CED di Nautilus. L interpretazione a video dei fotomosaici side scan sonar e la restituzione cartografica finale sono stati realizzati con il software Autocad Map 3D. I geofisici, supportati da biologi marini, hanno discriminato le diverse tipologie di substrato, prestando particolare attenzione all aspetto dei popolamenti di P. oceanica presenti. Le aree caratterizzate dalla presenza della fanerogama sono state contornate con delle polilinee e i relativi poligoni ottenuti sono stati successivamente campiti, utilizzando la simbologia proposta da Meinesz et al. (1983). L interpretazione dei sonogrammi, supportata dai rilievi ROV fornisce dati attendibili riguardo la presenza o l assenza della fanerogama. Talvolta potrebbero esserci difficoltà a 7

11 discriminare con sicurezza tra Posidonia su matte e Posidonia su sabbia. Può infatti capitare che la matte sia bassa o completamente ricoperta di sabbia. Riguardo invece le aree più costiere, nei tratti dove le indagini side scan sonar non sono state possibili, per i bassi fondali e/o la presenza di secche, l interpretazione si è dovuta obbligatoriamente basare sulle foto aeree, oltre che sui rilievi visivi puntuali subacquei o ROV, potrebbero quindi in alcuni casi non essere certa la distinzione tra chiazze di Posidonia e substrati duri sommersi. Restituzione finale La restituzione finale ha visto la produzione di n. 48 Carte dei Rilievi in scala 1: e n. 48 di Carte delle Praterie di Posidonia. In corrispondenza delle Aree Marine Protette sono state restituite n. 12 Carte delle Praterie di Posidonia in scala 1: Sono state distinte le seguenti tipologie: Posidonia su sabbia : questa tipologia è rappresenta situazioni nelle quali non erano evidenti gradini di matte, e le riprese ROV non indicavano la presenza evidente di matte. Non si può ovviamente escludere che, in talune situazioni, la matte potrebbe comunque anche essere presente sotto il sedimento sabbioso. La simbologia Posidonia su matte è stata impiegata per rappresentare praterie di Posidonia su matte quando risultano evidenti le matte sia dai sonogrammi side scan sonar che dai filmati ROV. La simbologia Posidonia su Roccia è stata utilizzata per rappresentare la Posidonia su substrato roccioso. La simbologia Mosaico di Posidonia e substrato duro rappresenta situazioni con la presenza di Posidonia rada alternata a substrati rocciosi e/o biocostruzioni. La simbologia Mosaico di Posidonia e matte morta è stata impiegata per rappresentare situazioni di alternanza di Posidonia e strutture di matte morta prive della fanerogama. La simbologia Matte morta rappresenta situazioni nelle quali non è più presente la Posidonia ma rimangono evidenti i gradini di matte privi della fanerogama. Tutti dati raccolti sono stati organizzati e sintetizzati all interno di un database GIS realizzato su piattaforma ArcGis

12 1.2 ANALISI BIOLOGICHE Le indagini biologiche previste nell ambito del progetto sono state condotte nel periodo compreso fra agosto e dicembre 2004 ed organizzate in tre principali fasi operative: 1) campionamento biologico e rilevamento di alcuni parametri ambientali direttamente in immersione sui posidonieti prescelti; 2) analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati in immersione (fasci fogliari e rizomi); 3) caricamento dei dati su fogli elettronici e successive elaborazioni statistiche destinate al calcolo di alcuni indici per la valutazione dello stato di qualità delle praterie indagate. Le attività di campionamento biologico e di rilevamento di alcuni parametri ecologici direttamente in immersione sono state effettuate su 10 posidonieti, scelti in altrettante località marine pugliesi, equamente distribuiti lungo i due differenti versanti costieri della regione ed in particolare: 1. prateria di S. Pietro Isole Chèradi Taranto (Mar Ionio); 2. prateria di Campomarino Taranto (Mar Ionio); 3. prateria di Torre Colimena Taranto (Mar Ionio); 4. prateria di Gallipoli Lecce (Mar Ionio); 5. prateria di Ugento Lecce (Mar Ionio); 6. prateria di Otranto Lecce (Mar Adriatico); 7. prateria di Le Cesine Lecce (Mar Adriatico) 8. prateria di Torre Guaceto Brindisi (Mar Adriatico); 9. prateria di Bari (Mar Adriatico); 10. prateria delle Isole Tremiti Cala Matano Foggia (Mar Adriatico). In ciascuno dei 10 posidonieti prescelti, sono state allocate n. 3 stazioni di campionamento. Tali stazioni di campionamento e rilevamento (3 per ciascuna prateria) sono state allocate lungo transetti costa-largo (1 per ciascuna prateria) ed in corrispondenza delle tre zone del posidonieto più significative sotto il profilo ecologico: limite superiore = fondale sottocosta ove si arresta la colonizzazione del posidonieto; zona intermedia (core) = fondale ove la prateria raggiunge in generale il massimo sviluppo; limite inferiore = fondale al largo ove la prateria si arresta più o meno gradualmente con l aumentare della profondità. 9

13 Di seguito si riportano i dati (Tab. 1.2.a) relativi alla localizzazione geografica, alla data di campionamento e alla batimetria delle singole stazioni di rilevamento effettuate. Tab. 1.2.a Localizzazione geografica delle stazioni di campionamento effettuate sui posidonieti prescelti lungo il litorale pugliese. prateria/località S. Pietro - Isole Chèradi (TA) (data campionamento 4/8/2004) Campomarino (TA) (data campionamento 10/8/2004) Torre Colimena (TA) (data campionamento 18/11/2004) Gallipoli (LE) (data campionamento 26/10/2004) Ugento (LE) (data campionamento 6/11/2004) Otranto (LE) (data campionamento 23/9/2004) Le Cesine (LE) (data campionamento 14/12/2004) Torre Guaceto (BR) (data campionamento 16/12/2004) Bari (BA) (data campionamento 11/11/2004) Isole Tremiti - C. Matano (FG) (data campionamento 9/9/2004) Stazioni limite superiore Stazioni zona intermedia Stazioni limite inferiore prof. (m) Latitud. Longitud. prof. (m) Latitud. Longitud. prof. (m) Latitud. Longitud. 4 N E N E ,5 N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E N E ,5 N E N E N E ,5 N E N E N E N E N E N E L ubicazione delle stazioni di campionamento è stata altresì rappresentata in un apposito elaborato cartografico riassuntivo (Fig. 1.2.A) di seguito allegato e relativo alle località costiere pugliesi indagate. Secondo tale schema operativo, quindi, sono state effettuate in totale 30 stazioni di campionamento distribuite in ambiti costieri pugliesi caratterizzati dalla presenza di praterie di Posidonia oceanica. Per quanto concerne l arco temporale in cui sono stati realizzati i campionamenti, si può osservare come esso sia risultato, a causa di avverse condizioni meteomarine, alquanto prolungato comprendendo sostanzialmente due periodi stagionali (estate-autunno 2004). A fronte di tale non trascurabile fattore stagionale, le eventuali valutazioni comparative fra i posidonieti in esame potranno essere affrontate tenendo conto delle relative date di campionamento. In particolare, le praterie potranno essere comparate fra loro secondo i seguenti raggruppamenti: S. Pietro - Isole Chéradi; Campomarino: (4/8/ 04 10/8/ 04); Isole Tremiti - C. Matano; Otranto: (9/9/ 04 23/9/ 04); Gallipoli; Ugento; Bari; Torre Colimena: (26/10/ 04 18/11/ 04); Le Cesine; Torre Guaceto: (14/12/ 04 16/12/ 04). 10

14 Le attività di campionamento in mare e la documentazione fotografica inserita nel presente capitolo relativo alle analisi biologiche sono state realizzate dal dr Gaetano Costantino, coadiuvato dalla dr.ssa Santa Dalessandro, dalla dr.ssa Annarita Camerino e dalla laureanda Daniela Battista. Gli stessi, inoltre, con il coordinamento scientifico del dr. Gaetano Costantino e del prof. Alfonso Matarrese (Università di Bari), hanno effettuato le successive analisi di laboratorio relative agli aspetti fenologici, lepidocronologici e della comunità epifita delle praterie indagate, nonché il caricamento e l elaborazione dei dati raccolti. Infine, il dr G. Costantino ed il prof. A. Matarrese hanno curato l esposizione dei suddetti dati ed il relativo commento inserito nella presente relazione. 11

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16 1.2.1 Attività di campo Durante le immersioni, condotte da operatori subacquei (biologi), seguendo un preciso protocollo sperimentale d indagine (Buia et al., 2003), sono stati effettuati n. 10 conteggi casuali di fasci fogliari (superficie di rilevamento 40 x 40 cm) per ciascuna delle 30 stazioni individuate sulle 10 praterie prescelte, per un totale complessivo di 300 conteggi. Per ciascun posidonieto, sono stati effettuati n. 10 conteggi in ciascuna delle 3 stazioni di rilevamento previste. In ciascuna di esse, inoltre, gli operatori hanno stimato, ciascuno autonomamente, la percentuale di ricoprimento del posidonieto sul fondale al fine di migliorare la valutazione complessiva finale. Durante le operazioni in immersione è stata realizzata una documentazione fotografica nonché, quando possibile, alcune brevi sequenze video di alcuni degli aspetti salienti relativi a ciascuna delle praterie esaminate, come alcune caratteristiche strutturali (copertura, morfologia, tipologia del limite inferiore) ed ecologiche (biocenosi a contorno, presenza di alghe invasive ecc.), utili a definire e documentare in maniera più completa lo stato di conservazione del tratto di prateria indagato. Tutte le rilevazioni e osservazioni effettuate in immersione sono state, inoltre, annotate su apposite tavolette dagli operatori subacquei, per essere quindi riportate, insieme ai dati derivanti dalle analisi di laboratorio, in schede riassuntive redatte per ciascuna stazione e per ciascuna prateria. Le attività di campionamento biologico, effettuate sempre nelle stesse 30 stazioni prescelte, hanno permesso di prelevare complessivamente 900 fasci e relativi rizomi (in genere piante per ciascuna stazione) destinati alle analisi di laboratorio previste, quali: analisi fenologiche, analisi lepidocronologiche, delle comunità epifite ed infine analisi degli eventuali organismi perforatori presenti (borers). I fasci sono stati prelevati ad una distanza di almeno 4 m uno dall altro, scegliendo esclusivamente quelli ortotropi (a crescita verticale) e possibilmente con le foglie più esterne (adulte) integre, evitando di campionare fasci dicotomici e di compromettere l integrità dei fasci circostanti. Subito fissati in formalina (4%) tamponata in acqua di mare e conservati in flaconi etichettati, tali fasci sono stati trasportati in laboratorio dove, dopo abbondante lavaggio al fine di poter lavorare su materiale molto simile al fresco, sono stati esaminati singolarmente secondo protocolli standardizzati (Pergent & Pergent-Martini, 1988; Pergent-Martini & Pergent, 1994; Buia et al., 2003). Inoltre, in 4 delle 10 praterie prescelte sono stati effettuati ulteriori campionamenti di fasci fogliari (40 x 4 praterie = 160 fasci) destinati alle analisi genetiche previste dal presente progetto. Tali praterie sono state individuate scegliendone 2 localizzate ad una 13

17 certa distanza fra loro nel Mar Ionio, (prateria di S. Pietro - Isole Chèradi (TA); prateria di Gallipoli (LE)) e 2 nel Mar Adriatico (prateria di Otranto (LE); prateria delle Isole Tremiti (FG)), al fine di evidenziare affinità o differenze genetiche tra i diversi posidonieti indagati. I fasci destinati alle indagini genetiche sono stati prelevati nella zona centrale (core) delle praterie e ad una distanza di almeno 5 m uno dall altro, conservati direttamente a bordo in contenitori refrigerati riempiti con acqua di mare e preparati in giornata per il trasferimento in laboratorio. La preparazione è consistita nella selezione di alcune porzioni di lamina fogliare da ciascun fascio campionato, rimozione degli eventuali epifiti, accurato lavaggio in acqua corrente, asciugatura su carta assorbente e conservazione con gel di silice (Silicagel Rubin) in appositi flaconi etichettati. Complessivamente, quindi, sono stati prelevati e destinati alle analisi di laboratorio circa 1100 fasci di Posidonia oceanica provenienti dalle 10 praterie pugliesi Analisi di laboratorio Le analisi di laboratorio previste sui campioni prelevati (fasci fogliari e rizomi), sono state effettuate utilizzando il materiale biologico campionato secondo il seguente schema operativo: analisi fenologiche: sono stati analizzati 20 fasci x 3 stazioni = 60 fasci x 10 praterie = 600 fasci in totale; analisi lepidocronologiche: sono stati analizzati 30 rizomi x 3 stazioni = 90 rizomi x 10 praterie = 900 rizomi in totale; analisi degli epifiti: sono stati analizzati 10 fasci x 3 stazioni = 30 fasci x 10 praterie = 300 fasci in totale; analisi dei borers: sono stati analizzati 30 rizomi x 3 stazioni = 90 rizomi x 10 praterie = 900 rizomi in totale; analisi genetiche: sono stati analizzati 40 fasci x 4 praterie = 160 fasci in totale. Allo scopo di minimizzare l impatto del campionamento sulle praterie nonché di ottimizzare le procedure di laboratorio, alcune delle varie tipologie analitiche citate sono state condotte sempre sugli stessi fasci. Ad esempio, delle 30 piante selezionate per ciascuna stazione, tutti i rizomi sono stati utilizzati per l analisi lepidocronologica e l analisi degli organismi perforatori (borers). Contemporaneamente sulle prime 20 piante veniva effettuata anche l analisi fenologica dei fasci fogliari, mentre sui restanti 10 fasci veniva effettuata solo l analisi relativa alle comunità epifitiche. 14

18 Il campione biologico prelevato per le indagini genetiche, invece, è stato interamente destinato a tale tipologia analitica. Di seguito si riportano in dettaglio le specifiche attività di campo e di laboratorio svolte nell ambito di ciascuna delle tipologie analitiche e di indagine effettuate. Elaborazione dei parametri rilevati in situ Misure di densità delle praterie e stima del ricoprimento Le misure per la valutazione della densità assoluta (Giraud, 1977) sono derivate, come accennato in precedenza, dai conteggi diretti effettuati in immersione del numero di piante di Posidonia (fasci) in n. 10 quadrati (repliche) di 40x40 cm (uso di una cornice metallica lanciata casualmente nell ambito di ciascuna stazione del posidonieto in esame). I risultati dei conteggi sono stati successivamente elaborati al fine di determinarne la media aritmetica (± dev.st.) e il valore estrapolato al m 2. A seconda del risultato ottenuto, la prateria è stata classificata in maniera classica (Giraud, 1977) in una delle 5 classi di densità secondo lo schema di seguito riportato: classe numero fasci/m 2 grado di densità I oltre 700 prateria molto densa II da 400 a 700 prateria densa III da 300 a 400 prateria rada IV da 150 a 300 prateria molto rada V da 50 a 150 semi prateria Inoltre, secondo orientamenti scientifici più recenti (Pergent et al. 1995; Pergent- Martini & Pergent, 1996) in cui la densità viene rapportata anche alla profondità e ad altri fattori ambientali (torbidità, disturbo antropico ecc.), la classificazione delle praterie indagate è stata anche valutata secondo lo schema di seguito riportato. Secondo tale schema, a fronte dei risultati ottenuti dai conteggi effettuati nelle stazioni poste alle varie profondità e dalle relative elaborazioni statistiche, le praterie esaminate sono state anche classificate come in equilibrio quando la densità è risultata compresa fra valori normali (DN) o eccezionali (DE); in praterie disturbate o molto disturbate quando la densità è risultata rispettivamente bassa (DB) o anormale (DA). 15

19 Prateria molto disturbata Prateria disturbata Prateria in equilibrio prof. (m) DA fasci/m 2 DB fasci/m 2 DN fasci/m 2 DE

20 Per quanto concerne la percentuale di ricoprimento del posidonieto sul fondale, valutata in modo indipendente da ciascuno degli operatori subacquei, è stata utilizzata la media dei valori stimati, per ricavare la densità relativa della prateria. Essa è stata calcolata, quindi, rapportando il valore di densità assoluta media alla percentuale media di ricoprimento stimata in ciascuna delle stazioni di rilevamento. Infine, sono stati annotati alcuni aspetti morfo-ecologici relativi al limite inferiore delle praterie esaminate (Meinesz et Laurent, 1978), nonché alcune informazioni relative alle caratteristiche del fondale (tipologia morfo-litologica, biocenosi al contorno), alla presenza di altre fanerogame e soprattutto di specie algali invasive (es. genere Caulerpa). Per ognuna delle praterie indagate è stato effettuato un rilievo fotografico di alcuni aspetti delle stazioni di campionamento subacqueo e della relativa fascia costiera prospiciente, allegato come documentazione fotografica alla presente relazione. Analisi fenologiche Come accennato in precedenza, per questa tipologia analitica sono stati esaminati complessivamente 600 fasci (20 fasci x 30 stazioni). In laboratorio, ciascun fascio è stato scomposto nelle singole foglie, rispettando l ordine distico di inserzione. Ogni foglia è stata numerata progressivamente a partire dal centro del fascio (foglie giovanili) verso l esterno (foglie adulte). Una volta separate, esse sono state classificate come: giovanili (le più interne, lunghe meno di 5 cm); intermedie (lunghe più di 5 cm e senza base completa); adulte (le più esterne provviste di ligula e base completamente formata). Per le foglie giovanili sono state effettuate le seguenti misure: larghezza (al decimo di cm), misurata nel punto medio della foglia; lunghezza (al decimo di cm), misurata dal punto di inserzione sino all apice fogliare; biomassa secca totale (al decimo di milligrammo), comprensiva di tutte le foglie giovanili rinvenute in ciascun fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. Per le foglie intermedie sono state effettuate le seguenti misure: larghezza (al decimo di cm), misurata nel punto medio della foglia; 17

21 lunghezza totale (al decimo di cm), misurata dal punto di inserzione sino all apice fogliare; stato dell apice ( - = eroso; + = intero). lunghezza (al decimo di cm), del tessuto verde; lunghezza (al decimo di cm) del tessuto bruno, quando presente; biomassa secca totale (al decimo di milligrammo), del tessuto verde di tutte le foglie intermedie rinvenute nel fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. biomassa secca totale (al decimo di milligrammo), del tessuto bruno di tutte le foglie intermedie rinvenute nel fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. biomassa secca complessiva (tessuto verde + tessuto bruno) delle foglie intermedie rinvenute nel fascio in esame. Per le foglie adulte sono state effettuate le seguenti misure: larghezza (al decimo di cm), misurata nel punto medio della foglia; lunghezza totale (al decimo di cm), misurata dal punto di inserzione sino all apice fogliare; stato dell apice ( - = eroso; + = intero). lunghezza della base (al decimo di cm), misurata dal punto di inserzione sul rizoma al centro della concavità della ligula; lunghezza del lembo fogliare (al decimo di cm), misurata dal centro della concavità della ligula fino all apice; lunghezza (al decimo di cm) del tessuto verde; lunghezza (al decimo di cm) del tessuto bruno, quando presente; biomassa secca totale (al decimo di milligrammo) del tessuto verde di tutte le foglie adulte rinvenute nel fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. biomassa secca totale (al decimo di milligrammo) del tessuto bruno di tutte le foglie adulte rinvenute nel fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. biomassa secca totale (al decimo di milligrammo) delle basi di tutte le foglie adulte rinvenute nel fascio in esame, dopo essiccazione in stufa per 3 giorni a 70 C. 18

22 biomassa secca complessiva (tessuto verde + tessuto bruno + basi) di tutte le foglie adulte rinvenute nel fascio in esame. I dati fenologici così raccolti sono stati riportati in apposite schede elettroniche, in formato EXCEL, ed utilizzati per elaborare parametri specifici riferiti a ciascun fascio nonché al fascio tipo di ciascuna stazione, quali: misure medie (lunghezza e larghezza in cm) relative alle tre tipologie di foglie (giovanili, intermedie e adulte) presenti nel fascio; numero medio di foglie presenti nel fascio; biomasse secche medie (mg s.s. fascio -1 ) relative alle tre tipologie di foglie e totale del fascio; superfici fogliari medie (cm 2 fascio -1 ) relative alle tre tipologie di foglie e totale del fascio; coefficiente A o di erosione fogliare, espresso come percentuale di apici rotti, determinata per 2 tipologie di foglie (intermedie e adulte) in rapporto al numero di foglie esaminate per ciascun fascio, nonché per l intera stazione. LSC (Leaf Standing Crop) relativo alla biomassa fogliare media calcolata per ciascuna stazione di campionamento (g s.s. m -2 ); LAI (Leaf Area Index) relativo alla superficie fogliare media calcolata per ciascuna stazione di campionamento (m 2 m -2 ). Analisi lepidocronologiche La produzione primaria di una prateria di Posidonia può essere valutata in maniera indiretta, analizzando secondo una precisa sequenza cronologica le varie parti del rizoma (Pergent & Pergent-Martini, 1991). Il numero delle foglie prodotte e i punti di inserimento delle stesse sul rizoma, ad esempio, sono riconducibili alle scaglie che permangono su di esso dopo che il lembo fogliare è caduto. È stato dimostrato, inoltre, che lo spessore delle scaglie presenta variazioni cicliche, procedendo lungo il rizoma, all incirca riconducibili al ciclo annuale di crescita della pianta (Pergent, 1990). Per le analisi lepidocronologiche delle praterie indagate, sono stati esaminati in laboratorio complessivamente 900 rizomi (30 rizomi x 30 stazioni). Dopo abbondante lavaggio in acqua corrente dei fasci campionati, conservati in formalina al 4% in acqua di mare al momento del prelievo, sono state staccate le scaglie dai rizomi a partire da quella più distante dall'ultima foglia viva presente sul fascio e 19

23 numerate in modo progressivo. Quando le scaglie risultavano integre, è stata misurata la loro lunghezza (al decimo di cm), dal punto di inserzione sul rizoma al punto mediano della ligula. Procedendo al distacco delle scaglie e valutando lo spessore al centro di ciascuna di esse è stata ricostruita, per ciascun rizoma, la sequenza dei cicli annuali di produzione fogliare (anni lepidocronologici), identificata appunto dal ciclico manifestarsi di due minimi di spessore delle scaglie. In tal modo, quindi, è stato possibile determinare il numero (N) di scaglie (e cioè di foglie) prodotte per ciascun ciclo lepidocronologico delle piante esaminate. Inoltre, ogni volta che lo spessore della scaglia evidenziava un minimo, il rizoma veniva tagliato a livello dell'inserzione della scaglia stessa, ottenendo così una serie di segmenti di rizoma (tronconi) corrispondenti ai vari anni di crescita in lunghezza dello stesso, delimitati, appunto, dai punti di inserzione di due scaglie con spessore minimo. Tali segmenti annuali sono stati posti in stufa (70 C per 3 giorni) e quindi pesati e misurati ad uno ad uno per determinarne il peso secco (al millesimo di grammo) e la lunghezza (al decimo di cm). Inoltre, per ciascun fascio sono state rilevate, ove possibile, le misure di almeno una delle due foglie adulte più esterne e con apice integro; quindi messa anch essa in stufa, dopo accurata rimozione degli epifiti, ne è stato misurato il peso secco (base e lembo separatamente) e quindi determinato l indice DF di densità tissutale della foglia (mg s.s./cm) ricavato dividendo il peso totale secco della stessa per la sua lunghezza. L esistenza di una correlazione positiva tra la lunghezza della base (scaglia) e la lunghezza della relativa lamina fogliare, permette di stimare, con opportune procedure statistiche, la lunghezza fogliare teorica partendo dalla sola misura delle scaglie (Pergent & Pergent-Martini, 1991). Effettuando, infatti, un analisi di regressione lineare tra le lunghezze delle basi e delle relative foglie adulte più vecchie (esterne) con apice integro, è possibile stimare la lunghezza teorica (L) delle foglie prodotte e cadute negli anni passati da ciascuna pianta e delle quali resta sul rizoma, però, la scaglia. Nel nostro caso, sono state considerate le lunghezze (basi e lamine fogliari) relative alle foglie adulte più vecchie (la più esterna e/o la penultima) esclusivamente con apice integro relative al Disponendo, quindi, con una certa continuità solo delle lunghezze delle scaglie integre relative al ciclo lepidocronologico dell anno 2003, è stata calcolata, solo per questo anno, la produzione fogliare. Per il calcolo della produzione fogliare annua (PF = g s.s) per fascio (e per m 2 di prateria) nelle varie stazioni è stata utilizzata, quindi, la seguente formula: 20

24 PF = N * L * DF dove: N = numero medio di scaglie (e quindi foglie) prodotte per fascio nel 2003; L = lunghezza teorica della foglia, determinata a partire dalla media delle lunghezze delle scaglie integre relative al 2003 e correlando ad essa i parametri associati all equazione derivante dall analisi di regressione lineare condotta tra le lunghezze delle foglie più esterne (con apice integro) e le lunghezze delle loro scaglie, relative al 2004; DF = densità tissutale media (g cm -1 ) delle foglie adulte intere più esterne relative al Infine, durante la rimozione delle scaglie dai rizomi, è stata segnalata l eventuale presenza di peduncoli fiorali che testimoniano episodi di riproduzione sessuata della pianta avvenuti negli anni passati. Per ciascuno dei peduncoli rinvenuti, quindi, è stata valutata la relativa retrodatazione. In definitiva, con le suddette procedure analitiche, sono stati ottenuti i seguenti parametri per ciascun rizoma: numero di cicli lepidocronologici retrodatati a partire dall anno di campionamento (2004) catalogato come anno 0 ; numero (N) di scaglie (e quindi di foglie) prodotte per ciascun ciclo lepidocronologico; lunghezza (al decimo di cm) delle sole scaglie rinvenute integre (quasi sempre quelle appartenenti al solo ciclo dell anno 2003); lunghezza (al decimo di cm) e peso secco (al millesimo di grammo) dei tronconi di rizoma sezionati e misurati a partire dal 2003 e proseguendo indietro negli anni; presenza e datazione di peduncoli fiorali testimonianti eventuali fioriture pregresse della prateria; misure (lunghezza e peso secco) relative alle varie parti (lembo e base) di una delle due foglie adulte più esterne e possibilmente con apice integro; densità del tessuto vegetale DF (mg s.s. cm -1 ) della suddetta foglia adulta considerata. 21

25 I dati lepidocronologici così raccolti sono stati riportati in apposite schede elettroniche, in formato EXCEL, al fine di calcolare i parametri produttivi per ciascuna stazione di campionamento. In particolare, sono stati calcolati: le misure medie (lunghezza, peso secco) relative alla foglia adulta integra più esterna e relativa densità tissutale media DF (mg s.s. cm -1 ); il numero medio, minimo e massimo di cicli (anni) lepidocronologici rilevato dall analisi dei 30 rizomi prelevati per ciascuna stazione; il numero totale di paleo-fioriture rilevate e l eventuale raggruppamento per anni, con relativo calcolo dell indice di fioritura; i dati di produzione primaria relativi al ciclo lepidocronologico completo più recente (anno 2003) in termini di: numero medio di foglie prodotte per ciuffo; lunghezza media scaglia (cm); lunghezza media foglia teorica (cm); produzione fogliare per fascio e per m 2 di prateria (g s.s.); crescita media del rizoma in lunghezza (cm) e in peso (g); utilizzando, invece, solo i rizomi con un numero di cicli lepidocronologici pari almeno alla media dei cicli calcolata in ciascuna stazione e considerando i dati di tutti gli anni disponibili su ciascun rizoma precedenti al 2001 (perché la crescita del rizoma negli anni troppo vicini alla data di campionamento risulta ancora non completata), sono stati calcolati i dati di produzione media annua in termini di: (TF) tasso di formazione fogliare medio annuo (n. foglie fascio -1 anno -1 ) ricavato come valore medio del numero di scaglie (e quindi foglie) presenti per ogni ciclo lepidocronologico; (TR) tasso di allungamento medio annuo del rizoma (cm fascio -1 anno -1 ) ricavato come valore medio delle misure (cm) dei tronconi sezionati per ogni ciclo lepidocronologico; (PR) produzione ponderale media annua del solo rizoma (g s.s. fascio -1 anno - 1 ) ricavato come valore medio dei pesi (g) dei tronconi sezionati per ogni ciclo lepidocronologico e relativa estrapolazione al metro quadro di prateria (g s.s. m -2 anno -1 ), dipendente, ovviamente, dai valori medi di densità assoluta della stessa. 22

26 Analisi degli organismi perforatori (borers). Scopo di tale attività di ricerca è stata quella di analizzare un gruppo peculiare di consumatori di detrito dell ecosistema Posidonia: gli organismi perforatori (borers) delle scaglie. Questo gruppo faunistico è rappresentato da invertebrati di dimensioni relativamente piccole che consumano questa fonte poco appetibile, andando ad occupare un microhabitat molto particolare e importante dell ecosistema. Gli organismi perforatori sono rappresentati sia da Crostacei Isopodi che da Anellidi Policheti (Guidetti et al., 1997; Gambi et al., 1997; Gambi 2000). L analisi dei borers è stata condotta sui 90 rizomi provenienti da ciascuna prateria indagata (quindi 900 rizomi in tutto). Gli stessi rizomi sottoposti all analisi lepidocronologica, quindi, sono stati contestualmente esaminati per l individuazione degli organismi perforatori. Per ogni rizoma sono state esaminate tutte le scaglie presenti e staccate dal loro punto di inserzione, procedendo dalle più vecchie (alla base del rizoma) alle più recenti (che chiudono dall esterno le foglie). Esse sono state osservate ad occhio nudo o al binoculare per individuare la presenza di tracce e/o di organismi perforatori. Essi, se rinvenuti, sono stati separati con l intera scaglia per la successiva determinazione tassonomica e per le altre osservazioni quali la taglia e la presenza di prodotti sessuali. Per ciascun rizoma, quindi, è stata annotata la presenza di perforatori e/o delle loro tracce. L analisi delle scaglie prelevate è stata condotta presso il Laboratorio di Ecologia del Benthos di Ischia dalla dr.ssa Maria Cristina Gambi che ha effettuato l analisi del materiale prelevato e la determinazione tassonomica degli esemplari di borers rinvenuti sino a livello di specie. A seguito dei risultati derivanti dall analisi lepidocronologica descritta i precedenza, è stato possibile evidenziare eventuali correlazioni tra la distribuzione delle forme perforatrici lungo il rizoma ed i relativi parametri morfo-cronologici delle scaglie stesse. I dati così rilevati sono stati riportati in apposite colonne delle schede dei dati lepidocronologici, in formato EXCEL, ed utilizzati per elaborare parametri riferiti a ciascun fascio nonché a ciascuna stazione complessivamente, quali: numero di rizomi con tracce di borers (separatamente per Policheti e Isopodi); numero di rizomi con individui borers (separatamente per Policheti e Isopodi); numero totale dei rizomi colonizzati dai borers; 23

27 numero dei perforatori al metro quadro di prateria (separatamente per Policheti e Isopodi), ricavato moltiplicando i valori medi di abbondanza dei borers per la densità assoluta della prateria, misurata in ciascuna delle stazioni studiate, e dividendo il valore ottenuto per il numero dei rizomi esaminati (Gambi 2000); lista delle specie presenti e relativo numero di individui. Inoltre sono stati calcolati gli Indici di seguito riportati (Zupo et al., 2001): indice dei perforatori IB (separatamente per Policheti e Isopodi), inteso come la percentuale del numero di rizomi in cui sono risultati presenti organismi perforatori, sul numero totale dei rizomi esaminati; indice delle tracce IT (separatamente per Policheti e Isopodi), inteso come la percentuale del numero dei rizomi in cui sono state rinvenute le sole tracce di gallerie vuote o altri segni attribuibili all attività di perforazione (fori, solchi), sul numero totale dei rizomi esaminati; indice di colonizzazione IC, espresso come somma dei due indici precedenti (IT+IB) che fornisce una stima dell entità complessiva del fenomeno; indice di erbivoria IE, inteso come la percentuale del numero dei rizomi in cui sono state rinvenute tracce di perforazione su tessuti meristematici vivi da parte dei perforatori, sul numero totale dei rizomi esaminati. Analisi degli epifiti Lo studio della comunità epifita è stato condotto sulle foglie di 30 fasci per prateria (10 fasci per stazione di campionamento), per un totale complessivo di 300 fasci. Per i fasci destinati all analisi della comunità epifita, sono state esaminate allo stereoscopio solo le facce interne delle singole foglie, opportunamente lavate e numerate secondo il metodo di GIRAUD (1977). Questo perché la dinamica successionale della comunità epifita è sostanzialmente identica sulle due facce delle lamine fogliari, almeno per quanto riguarda i patterns spazio-temporali delle specie quantitativamente più rappresentative di tali comunità. L unica differenza può consistere in un ritardo nella successione colonizzatrice sulle facce esterne che diminuisce con l aumentare dell età della foglia (Casola & Scardi, 1989). L esame allo stereoscopio delle foglie è stato condotto determinando le percentuali di ricoprimento, per ciascun centimetro di superficie fogliare, di un pool di specie rappresentativo dell'intera comunità epifita tipica della foglie di Posidonia oceanica. Tale impostazione metodologica, quindi, pur considerando un numero ridotto di 24

28 specie, consente comunque di analizzare la successione caratteristica della comunità epifita, eliminando il solo rumore di fondo determinato dall eventuale presenza di specie rare od occasionali. Nell analisi della comunità epifita, quindi, risulta preso in considerazione un pattern generale di strutturazione della comunità rilevabile sia nella frazione animale che in quella vegetale ed influenzato sostanzialmente dall'età del substrato (Casola et al., 1987). Il pool di epifiti preso in considerazione nella presente analisi è risultato composto da: 3 specie di Briozoi; 4 specie di Idrozoi; 2 specie + 2 generi (difficilmente distinguibili anche al binoculare) di Alghe. Di seguito si riporta l elenco dettagliato degli epifiti fogliari sui quali è stata accentrata l attenzione. BRIOZOI IDROZOI ALGHE Fenestrulina johannae Calvet Electra posidoniae Gautier Aetea truncata Landsborough Plumularia obliqua Saunders Sertularia perpusilla Stechow Aglaophenia harpago Von Schenck Orthopyxis asymmetrica Stechow Fosliella sp./pneophyllum sp. Myrionema orbicolare J. Agardh Giraudia sphacelarioides Dérbé et Solier I dati rilevati sono stati riportati in apposite schede elettroniche, in formato EXCEL, ed utilizzati per elaborare i seguenti parametri riferiti a ciascun fascio e quindi al fascio tipo di ciascuna stazione: percentuale di ricoprimento medio delle singole specie per fascio; percentuale di ricoprimento medio della componente animale (Briozoi + Idrozoi) per fascio; percentuale di ricoprimento medio della componente vegetale (Alghe) per fascio; percentuale di ricoprimento medio totale (Briozoi + Idrozoi + Alghe) per fascio; 25

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