Crisi in Europa, peculiarità e scenari
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- Giorgiana Capelli
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1 Crisi in Europa, peculiarità e scenari Appunti della lezione tenuta presso l'università di Trieste - Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia - insegnamento di Geografia Economica Gorizia, aprile 2012 dr Marco FERFOGLIA Le opinioni espresse non impegnano le responsabilità delle società di appartenenza 1. Quadro geopolitico, cause della crisi in Europa Crescente concorrenza internazionale da parte dei BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) che dispongono di materie prime e lavoro meno costosi. Facilità di duplicare (copiare) attività ad alto contenuto tecnologico, ad esempio mediante l'utilizzo dei Personal Computer. La curva demografica in Europa è in forte calo, con molti anziani e pochi giovani. Oneri previdenziali e pensionistici in continua crescita. Il sistema finanziario ha "incentivato" la crisi, rendendosi disponibile a finanziare soggetti e progetti non sempre meritori. L' "abitudine" ad un benessere diffuso non sollecita la ricerca e l'innovazione. Limitate "spinte culturali" non stimolano la creatività. 2. Conseguenze della crisi europea nel lungo termine La diminuzione dei consumi e della produzione, determina la riduzione del PIL (prodotto interno lordo). La crescente disoccupazione viene compensata dalla "solidarietà" intergenerazionale, con i genitori/pensionati che aiutano i giovani. Progressivo incremento dei debiti sovrani Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 1
2 3. Conseguenze della crisi europea nel breve termine Gli Stati per finanziarsi devono periodicamente emettere titoli come BOT, BTP. Ovviamente i debiti assunti dagli Stati vanno rimborsati. Se gli Stati non rimborsano i titoli emessi rischiano il default, con impossibilità nel futuro di finanziarsi ulteriormente e mantenere il funzionamento dello Stato. Esempi di debiti da rimborsare nei confronti di: Aziende: fornitori e banche Banche: c/c dei risparmiatori Stato: privati e istituzioni acquirenti di Bot dei BTP La capacità di rimborso degli Stati dipende dalle entrate (tasse/pil) e dalle uscite (spese correnti, investimenti, ammortizzatori sociali). In momenti di crisi "automaticamente" diminuiscono le entrate ed aumentano le uscite, pertanto gli Stati riducono ulteriormente le loro capacità di pagamento. 4. Concentrazione geopolitica della crisi nei "paesi periferici" della UE Qui di seguito vengono riportati dei dati che rappresentano lo "stato di salute" di alcuni Stati appartenenti alla UE. Ovviamente tali dati vanno integrati con altre informazioni socio-politiche. Debito/Pil Deficit/PIL Grecia 165,5% -9,5% Spagna 67,4% -8,0% Italia 121,0% -4,0% Francia 86,7% -5,8% Germania 82,6% -1,0% I "Paesi Periferici" dell'europa, che maggiormente stanno subendo la crisi, sono la: Grecia, Portogallo, Spagna e Italia. Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 2
3 Crisi Greca 5. Difficoltà strutturali dei "paesi periferici" UE Connivenza perversa tra Stato e Banche. Le banche detengono grandi quantitativi di Titoli di Stato Gli Stati spesso hanno salvato il sistema bancario nazionale acquistandone il controllo societario, come in Gran Bretagna, Olanda, Francia. Le banche non possono facilmente intervenire a favore delle aziende e dello Stato, in quanto detengono troppi: 1. Titoli di Stato "deprezzati", 2. Finanziamenti rischiosi in corso. Pertanto sia lo Stato che banche non sono in grado di intervenire per "salvare l'economia". Anche le aziende sono in difficoltà, in quanto i fatturati diminuiscono e gli incassi rallentano. Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 3
4 Le famiglie sono anch'esse indebitate ad esempio con i mutui ed inoltre subiscono l'avvento della cassa integrazione e della disoccupazione. 6. Interventi "momentanei", per complessivi 403 miliardi di euro 1 Irlanda (novembre 2010): prestito di circa 85 miliardi di euro, di cui 35 miliardi per il salvataggio del sistema bancario irlandese. Portogallo (maggio 2011): concessione di un finanziamento di 78 miliardi di euro, subordinato alla condivisione di una serie di riforme. Grecia: 1. Accordo del Maggio 2010 aiuti per 110 miliardi. 2. Accordo del Marzo 2012 con "default pilotato" con il governo di Lucas Papademos. Taglio del debito per 110 miliardi. "Vecchi titoli" del tesoro scambiati con "Nuovi titoli Europei" biennali per 30,9 miliardi e 65 miliardi di "Nuovi titoli Greci" di durata da 11 a 30 anni. Concessione di un finanziamento aggiuntivo per 130 miliardi subordinati ad un insieme riforme. Accresciuta difficoltà della Spagna in quanto il governo di Mariano Rajoy ha dichiarato che anche per il 2012 verrà sfondato il deficit del 3%. Perdura inoltre la crisi del settore 1 Gli interventi, aggiornati al 23 aprile 2012, sono stati erogati indicativamente per 2/3 dal Fondo Salva Stati e per 1/3 dal Fondo Monetario Internazionale, oltre ad ulteriori accordi bilaterali tra Stati. Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 4
5 immobiliare che si riflette anche sul sistema bancario iberico, esposto verso BCE per 227 miliardi. 7. Interventi "momentanei" della BCE, per complessivi miliardi Bce a supporto degli Stati periferici: Già operativo un programma di acquisto di Titoli di Stato per circa 360 miliardi (Securities Markets Programme). Bce a supporto delle banche ed economia: Finanziamenti resi disponibili per circa miliardi, mediante operazioni di "rifinanziamento" di durata triennali al tasso 1%. Circa 530 miliardi resi disponibili a febbraio 2012, oltre a 489 miliardi nel dicembre Consiglio BCE Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 5
6 8. Quali interventi "strutturali"? Definito l'accordo Intergovernativo europeo, "Patto di stabilità o Fiscal compact" del dicembre 2011, ha qualificato i parametri di convergenza economica: 1. Pareggio di bilancio scritto nella costituzione. 2. Deficit/PIL annuo max 0,5%. 3. Deficit/PIL max 3%. 4. Debito/PIL max 60%. 5. Regime sanzionatorio per i parametri non rispettati. Il Fondo Salva Stati/ESM (European Stability Mechanism) chiamato Fondo Salva Stati, sarà operativo dal luglio 2012 con una capacità di intervento di 500 miliardi per i paesi UE in difficoltà. Sostituirà il Fondo di Stabilità Europeo già operativo. Proposte di riforme, con accordi per la competitività ovvero concorrenza. Retribuzioni da legare alla produttività, detassazione del lavoro, liberalizzazione delle professioni, mobilità e sostenibilità delle pensioni. Proposta di tassazione sulle transazioni finanziarie internazionali, "detta Tobin Tax". Proposta di emissione di Eurobond comunitari, progetto che attualmente non ha un ampia condivisione politica. 9. Carenze di fondo del "Sistema UE" Mancati interventi preventivi da parte dei: soggetti economici, banche, regolatori, controllori e del mondo accademico. E' stata realizzata l'europa monetaria, ma solo quella economica. in parte Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 6
7 Manca una governance unitaria. Chi comanda ha poteri limitati, come nel caso della politica estera. Manca un Europa veramente Unita a livello fiscale, assistenziale, pensionistico e militare. C'è la necessità di creare un' "Europa Standard", con medesimi poteri (decentrati) a livello: legislativo, giuridico ed esecutivo. 10. Come si concretizzerà la crisi geoeconomica in Europa? Tentiamo di azzardare degli scenari futuri per il contesto europeo. Tenendo in considerazione che "tutte le operazioni tampone", attualmente in atto, sono finalizzate a "guadagnar tempo" nella speranza che l'economia tenda a riacquisire vigore. Ipotesi possibili: 1. Alcuni Stati, anche importanti, vanno in default a seguito del mancato rimborso dei loro titoli di Stato, Intervento aggiuntivo con il supporto del Fondo Salva Stati e del FMI. 2. Graduale rallentamento dell'indebitamento degli Stati, con relativa "messa in sicurezza" del sistema economico. 3. Diminuzione dei consumi e del benessere, con l' aggravarsi della disoccupazione concentrata nell'area mediterranea. 4. Tutti i fenomeni di cui sopra, possono manifestarsi congiuntamente con pesi diversi. Analisi n.8 - Aprile 2012 Pagina 7
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