Martini S.p.A. Allevamento avicolo

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1 Domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale Attività soggette alla normativa IPPC (Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.): D. Lgs n. 152/2006 e s.m.i. recante Norme in materia ambientale. Martini S.p.A. Allevamento avicolo Via Antica Comunale Loc.Gerbo Comune di Fossano (CN) SINTESI NON TECNICA Il Consulente CE.P.A.S. Scarl Dott.ssa Silvia Picchini

2 INFORMAZIONI GENERALI AZIENDA RAGIONE SOCIALE DENOMINAZIONE MARTINI S.p.A. SEDE LEGALE Via Emilia, Budrio di Longiano (FC) TELEFONO FAX Fax SITO WEB PEC PARTITA IVA/CODICE FISCALE ISCRIZIONE C.C.I.A.A. RAPPRESENTANTE LEGALE DOMICILIATO PER LA CARICA IN RESPONSABILE DELLA PRATICA Rea Forlì n Dott.ssa Carla Martini, nato a Cesena (FC) il 12/03/1947, residente in via Olmadella n Longiano (FC) Via Emilia Budrio di Longiano (FC) Caredda Giuseppe g.caredda@martinigruppo.com Identificazione unità produttiva INDIRIZZO ATTIVITÀ PRODUTTIVA Via Antica Comunale Loc.Gerbo Comune di Fossano (CN) Allevamento avicolo CODICE ISTAT COD.ATTIVITÀ IPPC 6.6 a Indirizzo ove si desidera ricevere eventuali comunicazioni inerenti il procedimento autorizzatorio correlato alla presente domanda PEC a : martinispa@legalmail.it Cc: g.fusaroli@martinigruppo.com - Geom. Piergiorgio Fusaroli Cc: info@coopcepas.it Consulenti ambientali CE.PA.S. Soc. Coop. a r.l. I dati inerenti all'attività e alla gestione, non direttamente rilevabili in loco, sono stati forniti dalla committenza. La committenza è pertanto responsabile riguardo la veridicità, sia in termini di completezza che di esattezza, dei dati forniti e utilizzati nella redazione del presente documento MOTIVAZIONE DELLA RELAZIONE TECNICA Nuovo impianto Rinnovo Autorizzazione Integrata Ambientale Modifica sostanziale Modifica non sostanziale x

3 PREMESSA L allevamento avicolo di proprietà della Martini S.p.A sito in località Gerbo nel comune di Fossano, intende allevare polli da carne(boiler) per la produzione di carne da consumo. L azienda aveva ottenuto l AIA in data 27/07/2007 con Det.n.731 della Provincia di Cuneo ma aveva successivamente cessato l attività nel corso dell anno In data 03/05/2012, la ditta aveva presentato istanza per ottenere il rinnovo dell Autorizzazione con successivo avvio del procedimento da parte della Provincia di Cuneo. Successivamente, a seguito di un sopralluogo preliminare effettuato dall ARPA e dalla AUSL territorialmente competenti e visti gli esiti della prima Conferenza dei Servizi tenutasi il 30/07/2012, era emersa la mancanza dei requisiti minimi strutturali dei capannoni per poter riprendere l attività. Visto che la proprietà non era nelle condizioni di assumere impegni per gli adeguamenti strutturali richiesti, la domanda di rinnovo veniva ritirata con conseguente conclusione del procedimento amministrativo. Con la ripresa dell economia di settore, la Martini S.p.A, valutati gli investimenti da sostenere, intende procedere con gli interventi di ristrutturazione ed adeguamento tecnologico del centro zootecnico necessari al fine di poter riavviare l attività. Sulla base della vigente normativa ambientale, poiché l insediamento in questione non ha ottenuto il rinnovo della precedente A.I.A., esso è ora considerato come nuova installazione ai sensi dell art.5, comma 1, lettera i-sexies) del DLgs. 152/2006. L insediamento produttivo è costituito da 6 capannoni di allevamento per una potenzialità massima di capi ed è assoggettato ad AIA ai sensi della Parte II, Titolo III-bis del D. Lgs 152/2006 di cui alla Categoria IPPC indicata al punto 6.6 lett a) dell allegato VIII Allevamento intensivo di pollame con più di posti. Visti i tempi necessari per il completamento dei lavori di adeguamento dell intero insediamento, al fine di evitare lunghi periodi di inattività, l azienda ha già provveduto a richiedere le autorizzazioni necessarie per la ristrutturazione e la messa in esercizio di soli due capannoni, compresa l istanza di adesione all Autorizzazione di carattere generale per le emissioni in atmosfera. Nello stesso momento ha provveduto a trasmettere all Ufficio Valutazione Impatto Ambientale della Provincia di Cuneo l istanza di avvio della Verifica di assoggettabilità alla procedura di VIA di cui all art 6 del D.lgs. 152/06 e smi e dell art.4 della L.R. n.40 del 14/12/1998 e smi (categoria n.1 dell allegato B2) per la quale la Provincia di Cuneo ha già rilasciato, con Provv.n.2577 del 14/06/2017, parere di esclusione dalla suddetta procedura.

4 INQUADRAMENTO URBANISTICO E TERRITORIALE DELL IMPIANTO L area su cui sorge il sito produttivo si trova a 373 metri s.l.m, a circa 2 km a ovest del Comune di Fossano ed è individuabile tramite le coordinate WGS84 Lat 44 32'9.29"N" Lon: 7 41'17.99"E. La zona, estesamente pianeggiante, è situata al centro dell area che caratterizza la fascia di territorio compresa tra gli alvei dei torrenti Grana-Mellea, a ovest, e Stura di Demonte, a sud-est. Figura 1- Localizzazione del sito d interesse nel Comune di Fossano (CN) L allevamento è inserito in una zona mediamente edificata, in particolare in un raggio di 1000 metri, in ogni direzione, sono presenti diverse case di civile abitazione. In zona vi sono altri insediamenti zootecnici, i più vicini si trovano ad una distanza di poche centinaia di metri a nordest e sud-ovest. Il sito è raggiungibile tramite la Strada Provinciale Via Centallo SP n.169 o tramite la Strada Provinciale Via Villafalletto SPmn.184 continuando per le strade di accesso secondarie La piana alluvionale è attraversata da numerosi corsi d acqua e canali irrigui. Il corso d acqua principale del territorio comunale di Fossano è rappresentato dal Torrente Stura di Demonte, affluente del Fiume Tanaro, che scorre a circa 3 Km a Sud-Est rispetto all insediamento e defluisce con andamento da Sud Ovest a Nord Est. Il torrente Grana-Mellea scorre invece a circa 8 Km a Nord rispetto al sito. Dal punto di vista ambientale, l allevamento si inserisce in un contesto di tipo agricolo. La vegetazione che caratterizza l area dell allevamento è prettamente rappresentata da specie arbustive ed erbacee, tipiche di ambienti seminativi, come colture foraggere (prati ed erbai) e cerealicole (mais e grano). Le alberature sono sporadiche, limitate ad alcuni filari lungo le strade o ai confini dei campi agricoli o sulle sponde del canale Mellea. In merito alla fauna selvatica, l area, essendo fortemente antropizzata e caratterizzata da agricoltura di tipo intensivo, risulta essere poco adatta ad ospitare mammiferi di medie e grandi dimensioni. Tuttavia la fascia lungo il canale Mellea, costituisce un habitat ideale per l avifauna, che è presente con un elevato numero di specie.

5 DESCRIZIONE DELL IMPIANTO E DEL CICLO PRODUTTIVO L impianto sarà costituito da: n.6 capannoni di allevamento paralleli; n.6 locali tecnici in testa a ciascun capannone; n.1 palazzina uffici suddivisa in; n.1 locale ufficio; n.2 locali ad uso spogliatoio e servizi igienici; n.2 locali deposito; n.1 locale tecnico gruppo elettrogeno; n 1 tettoia per rimessa materiali cellulosici per lettiera, attrezzature e mezzi agricoli. La superficie aziendale totale è pari a m di cui m coperta dei N.6 capannoni di allevamento, della palazzina uffici e della tettoia Vista la tipologia di allevamento, considerando la Superficie Utile di Allevamento (SUA) di m e considerando che la ditta si riserva la possibilità di richiedere una deroga ad allevare a densità superiori a 33kg/mq nel rispetto dei requisiti previsti dalla Normativa sul benessere animale, la potenzialità massima dell impianto risulta pari a E bene chiarire che il numero di capi presenti per capannone può variare in base alla tipologia di broiler allevati poiché, all interno dell allevamento in questione, i capi possono essere portati ad un peso finale che varia in funzione delle esigenze produttive. Tuttavia la tecnica gestionale adottata garantisce il rispetto della densità massima di peso vivo allevabile indicata nel D. Lgs 181/2010 visto che, con il primo step del ciclo, dopo lo sfoltimento, i restanti capi dispongono di maggior spazio per il loro naturale accrescimento fino al peso ottimale. Il ciclo produttivo ha una durata massima di 56 giorni, al termine del quale i capi allevati vengono avviati a macellazione. Un ciclo comprende le seguenti fasi: 1. Allestimento dei ricoveri dei pulcini 2. Arrivo ed accasamento dei pulcini 3. Fase di accrescimento 4. Fase di carico dei broiler 5. Rimozione della pollina 6. Disinfezione dei locali e vuoto sanitario 7. Manutenzione

6 Le principali materie prime utilizzate sono il mangime, stoccato nei silos, i prodotti di disinfezione ed eventuali farmaci e vaccini. L acqua utilizzata nell insediamento per l abbeveraggio ed i servizi igienici proviene dall acquedotto comunale, mentre per le altre destinazioni d uso viene attinta da un pozzo di proprietà dell azienda. L entità dei fabbisogni idrici degli animali dipende dalle diverse fasi del ciclo produttivo e dalle specifiche condizioni climatiche stagionali. Per il rifornimento del gruppo elettrogeno e dei mezzi utilizzati per la fase di carico e scarico dei capi e per la rimozione della pollina, è usato gasolio stoccato in n.2 serbatoi. Il GPL, utilizzato per il funzionamento del sistema di riscaldamento interno, viene stoccato in n.2 serbatoi fuori terra ad asse orizzontale gestiti nel rispetto delle indicazioni previste nell Allegato al D.M. 14 Maggio 2004 e s.m.i.. Ciascun capannone sarà provvisto di 2 linee di distruzione del mangime e 4 di abbeveraggio Le linee del sistema di abbeveraggio saranno costituite da una serie di abbeveratoi a goccia in metallo provvisti di tazzina di raccolta dell eventuale acqua in eccesso. Tale sistema permette di evitare qualsiasi spreco idrico e garantisce una lettiera asciutta, mantenendo buone condizioni igienicosanitarie nei ricoveri. L azienda adotterà un tipo di alimentazione detto per fasi che consiste nel somministrare agli animali una dieta che soddisfi le esigenze nutrizionali ed energetiche in relazione alla fase di sviluppo. Il sistema di ventilazione che permette il ricambio d aria necessario al benessere dei capi allevati è di tipo forzato longitudinale. L aria entra attraverso le finestre, poste ai lati di ciascun capannone, e, grazie alla depressione creata dal funzionamento degli estrattori posti in testa ai capannoni, viene espulsa all esterno. All interno di ciascun capannone è previsto un sistema di riscaldamento dei ricoveri, per favorire l accasamento dei pulcini nelle prime fasi del ciclo produttivo e per creare un ambiente idoneo alla loro sopravvivenza. Tale sistema sarà costituito da generatori di aria calda a combustione diretta, che immettono nell ambiente interno aria riscaldata. In aggiunta l azienda potrà ricorrere, in caso di necessità, all utilizzo di cappe radianti supplementari. Nelle stagioni estive, al fine di migliorare le condizioni ambientali ed aumentare l'efficacia della ventilazione, l azienda adotterà un sistema di raffrescamento costituito da una serie di ugelli nebulizzatori ad alta pressione installati su tubi in poliammide longitudinali posti lungo il soffitto. L igiene e la sicurezza sanitaria dell allevamento sono garantite da specifiche procedure igienicosanitarie attuate dalla Martini Spa e dal controllo operato dal settore veterinario sia riguardo al benessere animale che alla salute degli addetti. L area produttiva dell allevamento è completamente recintata in modo da evitare l ingresso di veicoli e/o persone non autorizzate e l unica via di accesso è il cancello di servizio provvisto di idonea cartellonistica e controllato da personale interno. La

7 recinzione funge anche da barriera per evitare l ingresso di eventuali animali selvatici. L azienda adotta una procedura che prevede l applicazione di un programma di lotta contro i roditori. La derattizzazione viene svolta da personale dell azienda. A fine ciclo tutta la pollina prodotta verrà conferita ad un impianto per la produzione di biogas da biomasse agricole allo scopo di produrre, ai sensi della normativa vigente, energia elettrica. Non sono previsti in azienda sistemi di produzione di energia elettrica, ad eccezione del gruppo elettrogeno di emergenza, di potenza pari a 144 KW e alimentato a gasolio, che si attiva automaticamente in caso di improvvise interruzioni della fornitura elettrica. Il fabbisogno di energia elettrica va essenzialmente riferito al funzionamento dei sistemi di ventilazione e raffrescamento degli ambienti interni, di alimentazione, abbeveraggio e di illuminazione. Ovviamente tali consumi, soprattutto quelli legati al funzionamento dei sistemi di climatizzazione interna, possono variare stagionalmente in base alle condizioni climatiche. EMISSIONI IN ATMOSFERA Nell insediamento non esistono emissioni convogliate o tecnicamente convogliabili. Le emissioni in atmosfera che si generano durante il ciclo produttivo derivano dai processi anaerobici che interessano la pollina quali demolizione della sostanza organica e dell urea con liberazione di NH3, CH4 e, in misura minore, di NO2 e COV. Considerata la potenzialità massima, per il calcolo della produzione di NH3 e CH4 dai ricoveri sono stati utilizzati i fattori di emissione indicati nelle nuove conclusioni sulle BAT(Decisione CEE/CEEA/CECA 15 febbraio 2017, n. 302 Decisione di esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione, del 15 febbraio 2017, che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) concernenti l'allevamento intensivo di pollame o di suini, ai sensi della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio). I quantitativi annuali emessi dall impianto sono pari a 11,19 t di NH3 e 7t di CH4. Si ritengono non significative le emissioni di protossido di azoto poiché la produzione di tale inquinante dipende essenzialmente dalla fase di applicazione al suolo che, in questo caso, non viene svolta dall azienda. Per lo stesso motivo, nel calcolo non sono state incluse le emissioni di inquinanti relative alle fasi di stoccaggio e spandimento della pollina. Gli odori molesti, nel caso dell allevamento, sono originati in misura prevalente dalle deiezioni animali, a causa dei processi di degradazione batterica (principalmente da quelli anaerobici) cui esse sono soggette nel corso della loro movimentazione e conservazione. Gli odori dipendono fortemente dalle condizioni climatiche, risultando estremamente variabili in relazione alla temperatura. Per la valutazione degli effetti della propagazione delle sostanze odorigene generate nell allevamento avicolo, con specifico riferimento ai recettori sensibili più prossimi all allevamento è stata effettuato uno studio previsionale di impatto odorigeno, redatto da tecnico competente e allegato all istanza.

8 SCARICHI ACQUE REFLUE L allevamento non ha attivo alcuno scarico derivante dall attività produttiva, né in acque superficiali né in rete fognaria: gli unici reflui prodotti sono quelli derivanti dalle eventuali operazioni di lavaggio. Essi vengono raccolti nella vasca di accumulo e successivamente ceduti a terzi. I reflui domestici provenienti dai servizi igienici dei dipendenti confluiscono in una vasca settica a tenuta stagna il cui contenuto viene ritirato e smaltito periodicamente da ditte specializzate secondo le modalità previste dalla normativa vigente. Per quanto riguarda la gestione delle acque meteoriche l allevamento non è sottoposto alle disposizioni del Capo II del DPGR 20 febbraio 2006, n. 1/R, Regolamento regionale recante Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e delle acque di lavaggio di aree esterne (Legge Regionale 29 dicembre 2000, n. 61) in quanto l attività non rientra tra quelle indicate all art. 7 del medesimo regolamento regionale. Riguardo alle superfici impermeabilizzate presenti nel sito produttivo si considera che: le acque meteoriche recapitanti sulle superfici impermeabili intorno ai capannoni sono interessate esclusivamente dal transito dei mezzi e le stesse defluiscono naturalmente sulle aree drenanti circostanti; le acque meteoriche recapitanti sulle coperture dei capannoni sono scaricate naturalmente sul suolo drenante che circonda tutte le strutture dell allevamento EMISSIONI SONORE Dai risultati della simulazione dei valori di rumore ambientale nei punti ricettori significativi, dalla zonizzazione acustica del comune di Fossano e dalle caratteristiche tecniche dell impianto esaminato, si è concluso che i valori limite di immissione diurni e notturni saranno ampiamente rispettati. PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI L azienda intende attuare la gestione dei depositi temporanei secondo le modalità previste dalla normativa vigente, senza pericolo per la salute dell uomo e utilizzando metodi che evitano rischi di contaminazione per il suolo, l acqua e l aria. Le zone di stoccaggio saranno ben contraddistinte e tutti i contenitori utilizzati per lo stoccaggio, saranno al riparo dalle precipitazioni atmosferiche e contrassegnate con le relative etichette con codice CER.

9 VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE La Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e riduzione integrata degli inquinamenti pone le basi dell'approccio integrato per assicurare un elevato livello di protezione dell'ambiente attraverso il miglioramento della gestione e del controllo dei processi produttivi, tra cui quelli propri degli allevamenti intensivi. Sotto questo aspetto, l allevamento in esame presenta una configurazione impiantistica in linea con le BAT (Best Available Tecnologies) elencate nei documenti BREF e nelle linee guida di settore (nuove conclusioni sulle BAT 2017/302 CE) ed adotta, altresì, una gestione dell attività tale da garantire le condizioni di benessere animale, nel rispetto della normativa vigente (D.lgs. N 122 del 07/07/11). Oltre agli aspetti tecnologici e strutturali sopra descritti, l azienda adotterà tutte le procedure e gli accorgimenti a livello gestionale per il contenimento e la riduzione degli impatti stessi. A tal fine verrà implementato e mantenuto attivo il Piano di monitoraggio e controllo su tutte le attività aventi influenza sugli aspetti ambientali.

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