!!!! ROGGE - L ACQUA COME RETE DI CONNESSIONE ECOLOGICA NEL TERRITORIO AGRICOLO DELLA BASSA BERGAMASCA

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1 ROGGE - L ACQUA COME RETE DI CONNESSIONE ECOLOGICA NEL TERRITORIO AGRICOLO DELLA BASSA BERGAMASCA Studio di fattibilità Per azioni strategiche di connessione ecologica BANDO FONDAZIONE CARIPLO DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEL PORGETTO Comune di Treviglio (BG) Comune di Arzago d Adda (BG) Comune di Ciserano (BG) Legambiente Lombardia Onlus BANDO FONDAZIONE CARIPLO 2014 Realizzare la connessione ecologica Obiettivo 1 Redazione di studi di fattibilità

2 INDICE 1. SINTESI CONTESTO PROGETTUALE E CONNOTATI DELLO STUDIO ROGGE PREMESSA REGIONE LOMBARDIA: PIANO TERRITORIALE REGIONALE E RETE ECOLOGICA REGIONALE PROVINCIA DI BERGAMO: PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE E RETE ECOLOGICA PROVINCIALE PARCO REGIONALE E NATURALE DELL ADDA NORD PARCO REGIONALE DEL FIUME SERIO SITO DI INTERESSE COMUNITARIO E RISERVA NATURALE REGIONALE FONTANILE BRANCALEONE PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DELLA GERA D ADDA PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DEL FIUME TORMO PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DEI FONTANILI E DEI BOSCHI DI LURANO E POGNANO OBIETTIVI DEL PROGETTO STRATEGIE DI INTERVENTO AZIONI AZIONE 1 - STUDIO ANALITICO: RESTITUZIONE DELLE CONOSCENZE AZIONE 2 - CONTESTO TERRITORIALE AZIONE 3 - DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI AZIONE 4 - PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE EQUIPE DI LAVORO SOSTENITORI DEL PROGETTO QUADRO NORMATIVO BIBLIOGRAFIA ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI AL PROGETTO Il documento comprende 42 pagine 2

3 1. SINTESI Il Progetto interviene nel territorio della Bassa Bergamasca, collocato tra il Fiume Adda e il Fiume Serio, si configura come un ambito strategico e funzionale per la conservazione e valorizzazione della connessione ecologica tra importanti aree sorgenti di biodiversità: Parchi Adda e Serio, SIC e Riserva naturale Fontanile Brancaleone, SIC Boschi e Lanca di Comazzo. Sono presenti diversi PLIS: Basso corso del Brembo, dei Fontanili e Boschi di Lurano e Pognano, della Gera d Adda, del Fiume Tormo, quest ultimo in relazione con il Corridoio regionale primario della Bassa pianura centrale e limitrofo al PLIS dei Fontanili di Capralba (Cremona). In questo contesto la complessa rete idrica minore, costituita da canali, fontanili, rogge e dagli ecosistemi a essi legati, rappresenta un elemento strategico di permeabilità ecologica. La riqualificazione di tali habitat e delle specie associate garantisce un collegamento tra diverse aree source, intercettando aree sink, povere di biodiversità. L obiettivo del Progetto è definire, coerentemente con le indicazioni della Rete Ecologica Regionale e Provinciale, gli interventi necessari per creare le connessioni ovest-est tra il Parco dell Adda e del Serio, per mantenere o consolidare, in un sistema a rete, le relazioni tra i citati Parchi, il SIC Fontanile Brancaleone e i PLIS della Gera d Adda, dei Fontanili e Bosco di Lurano, del Fiume Tormo, valorizzando la presenza dei fontanili e delle rogge. In particolare, si prevede di definire soluzioni per la deframmentazione delle barriere infrastrutturali, per la qualificazione dei varchi e corridoi, per l incremento della biodiversità, per favorire l integrazione natura-agricoltura con nuove opportunità di sviluppo. Si intende conseguire l adesione degli attori locali alla costruzione della Rete ecologica e creare sinergie con le attività di valorizzazione già avviate, in particolare dal Distretto Bioculturale dell Adda. La scelta di realizzare uno Studio per le connessioni ecologiche nella Bassa Bergamasca s inserisce all interno di un percorso di tutela e valorizzazione ambientale, già delineato e in parte perseguito, con atti formali, dotazione di strumenti pianificatori e/o interventi di valorizzazione da parte dei diversi enti preposti. La strategia progettuale consiste nell elaborare in una prima fase un analisi di tipo scientifico che include: uso del suolo e vegetazione, mosaico ambientale e habitat e del relativo ruolo ecologico, presenza e necessità della fauna, elementi di frammentazione del territorio. In base ai risultati dell analisi sarà possibile individuare gli interventi in grado di dare effettiva funzionalità ai corridoi ecologici, nella consapevolezza che la loro fattibilità dipende dalla condivisione con gli attori locali e capacità di dare multifunzionalità alle azioni, in particolare quelle agro-ecosistemiche. Il Progetto consente, in primo luogo, di individuare, ai fini dell attuazione della RER e REP, gli interventi di rinaturalizzazione, per l incremento della funzionalità ecologica, e di ricucitura territoriale, per il superamento delle barriere da parte della fauna, prefigurando le condizioni per l avvio di una fase attuativa. Un secondo risultato atteso è quello di aumentare la conoscenza del patrimonio faunistico e vegetazionale, migliorare la sensibilità ambientale della popolazione e renderla partecipe di un processo di difesa e valorizzazione del territorio. Si creeranno nuove occasioni di sviluppo a livello locale, coinvolgendo il settore agricolo, enogastronomico e del turismo, aumentando l offerta legata alla fruizione sostenibile, a partire da quella di tipo naturalistico culturale. Si migliorerà la professionalità del personale degli Enti creando i presupposti per un ottimale attuazione degli interventi di costruzione della Rete e successiva gestione dei corridoi ecologici. Il capofila è il Comune di Treviglio. I partner sono: Comune di Arzago d Adda, Comune di Ciserano e la Legambiente Lombardia Onlus. Le azioni si sviluppano dal 1 dicembre 2014 al 30 settembre 2016 per un totale di 22 mesi. Il costo complessivo del progetto è di euro = il contributo della Fondazione è pari a = euro, il 59,98% del costo totale. 3

4 2. CONTESTO PROGETTUALE E CONNOTATI DELLO STUDIO ROGGE 2.1. Premessa Il territorio della Bassa Bergamasca, collocato tra il Fiume Adda e il Fiume Serio, si configura come un ambito strategico e funzionale per la conservazione e valorizzazione della connessione ecologica tra importanti aree sorgenti di biodiversità, rappresentate dai Parchi regionali dell Adda e del Serio, dal SIC e Riserva naturale regionale Fontanile Brancaleone ed anche dal SIC Boschi e Lanca di Comazzo, a livello regionale e provinciale. Inoltre sono stati riconosciuti diversi PLIS: Basso corso del Brembo, dei Fontanili e Boschi di Lurano e Pognano, della Gera d Adda, del Fiume Tormo, quest ultimo in relazione con il Corridoio regionale primario della Bassa pianura centrale e limitrofo al PLIS dei Fontanili di Capralba, situato in Provincia di Cremona. In questo contesto la complessa rete idrica minore, costituita da canali, fontanili, rogge e dagli ecosistemi ad essi legati, rappresenta un elemento strategico di permeabilità ecologica. Infatti la riqualificazione di tali habitat e delle specie associate garantisce un collegamento tra diverse aree sorgenti, intercettando anche aree serbatoio, povere di biodiversità. Tale territorio, non a caso, è qualificato, dalla Regione Lombardia, come Area prioritaria per la biodiversità in Lombardia, denominata Fascia centrale dei fontanili ; in particolare sono presenti numerose specie di anfibi e di rettili inseriti nelle liste di cui alla Direttiva Habitat ed anche diverse specie dell avifauna incluse negli elenchi della Direttiva Uccelli. La creazione di diverse aree naturali protette non è comunque sufficiente ad assicurare il mantenimento della ricchezza in varietà di specie vegetali e animali nel territorio. In una situazione d isolamento prolungato, sono destinate a registrare la riduzione del loro grado di biodiversità. Nello specifico la presenza di numerose infrastrutture viarie e ferroviarie, esistenti e di progetto, nonché da restringimenti delle aree inedificate compromettono notevolmente gli interscambi tra le aree sorgenti. Per quanto attiene al sistema dei fontanili e delle rogge, l assenza di manutenzione nei punti di risorgiva, la riduzione della consistenza e varietà della vegetazione riparia e la relativa discontinuità tra le aree umide, determinano effetti negativi sulla fauna, in particolare le popolazioni di anfibi e rettili oggetto di specifica protezione a livello europeo, nazionale e regionale. Nell ambito territoriale di progetto, gli elaborati della Rete Ecologica Regionale individuano numerosi varchi, ovvero luoghi che consentono, o potenzialmente consentirebbero, di mantenere la permeabilità e la continuità di molteplici direttrici di spostamento per la fauna, sia sull asse nordsud, sia sull asse est-ovest. La sopravvivenza complessiva degli ecosistemi e delle singole specie dipende dalla capacità di garantire e ricostituire la connessione ecologica, riducendo la frammentazione ambientale che rappresenta una delle principali minacce e fattore che determina il declino, se non la scomparsa, di animali e vegetali. La costruzione di Reti Ecologiche è quindi una risposta strategica per contrastare e invertire le dinamiche negative che hanno origine dall urbanizzazione e infrastrutturazione e che determinano la discontinuità tra le aree naturali; la definizione di progetti, finalizzati a mantenere, rafforzare o ricreare interconnessioni tra le unità sistemiche, quali Parchi, Riserve e siti della Rete Natura 2000, è fondamentale per dare concretezza agli obiettivi di tutela della biodiversità. La conservazione della diversità biologica, a livello di specie, di comunità e di ecosistema, costituisce uno dei tre obiettivi strategici della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio de Janeiro 1992), recepita in Italia con la L , n. 124, a cui si è fatto riferimento nella definizione della Strategia Nazionale per la Biodiversità

5 Territorio della Bassa Bergamasca - Aree protette e Rete Ecologica Regionale Si rimanda alla Tavola in allegato alla presente descrizione del progetto ROGGE Territorio della Bassa Bergamasca Fontanili e rogge Roggia Brembilla Fontanile in Arzago d Adda, presso la C.na Melgherina Foto estratte dagli elaborati del PTC Provincia di Bergamo 5

6 La predisposizione di uno Studio di fattibilità per la connessione ecologica nel territorio della Bassa Bergamasca, tiene conto di tale specificità ed è perfettamente coerente con gli obiettivi e le strategie generali di conservazione della biodiversità, tradotti, a livello regionale e provinciale: - dalla Rete Ecologica Regionale, che associa tale ambito ad un Area prioritaria per la biodiversità e che identifica tre Corridoi regionali prioritari e un numero significativo di varchi sui quali intervenire, al fine di garantire il mantenimento o ripristino delle connessioni ecologiche; - dalla Rete Ecologica Provinciale che distingue diversi Ambiti a maggiore valenza naturalistica e paesaggistica, facenti parte dei nodi di primo livello della rete provinciale, tra loro connessi da un sistema di Varchi e di Ambiti lineari di connessione con le fasce fluviali. Lo Studio costituirà la base per la successiva attuazione di una serie d interventi, tra loro coordinati e funzionali a garantire l effettiva connessione delle diverse aree protette e più in generale a migliorare la qualità complessiva dell ambiente naturale e del paesaggio rurale, anche prefigurando interventi agro-ecosistemici, in linea con le recenti indicazioni formulate da Regione Lombardia ed ERSAF. 1 Lo Studio, promosso dal Comune di Treviglio, con quelli di Ciserano e Arzago d Adda, e da Legambiente Lombardia, è sostenuto da numerosi altri soggetti che operano a livello locale, tra i quali il Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca che include, tra i suoi obiettivi, la valorizzazione dei siti di pregio ambientale, e potrà garantire il coinvolgimento diretto delle aziende agricole; il progetto, per altro, prevede attività di comunicazione e sensibilizzazione rivolte agli attori locali ed in generale alla popolazione. Una parte delle attività previste per tale Studio, coerentemente con quanto richiesto dal Bando, consisterà nell analisi delle previsioni della pianificazione territoriale al fine di una integrazione, tra queste e la salvaguardia dell ambiente. 2.2 Regione Lombardia: Piano Territoriale Regionale e Rete Ecologica Regionale Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato nel 2010, tra i ventiquattro obiettivi include quello di garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, (..), e rimanda (punto 1.5.6) alla Rete Verde Regionale (RVR) e alla Rete Ecologica Regionale (RER), quest ultima già definita e approvata con le D.G.R. del e del Nel successivo riquadro si riporta uno stralcio degli elaborati della RER che identificano i citati elementi, riferito all ambito territoriale della Bassa Bergamasca. 1 Si fa riferimento ai seguenti documenti: Buone pratiche per la RER Un opportunità per l agricoltura lombarda (anno 2013), Linee guida per la valorizzazione delle connessioni ecologiche dell agricoltura in corrispondenza della RER lombarda ; Messa a punto di un modello operativo per la raccolta di buone pratiche per la RER in Lombardia (anno 2011). 6

7 Regione Lombardia Rete Ecologica Regionale Elementi primari della Rete Aree prioritarie per la biodiversità in Lombardia Gangli 06: Fiume Adda 11: Fiume Serio 27. Fascia centrale dei fontanili Corridoi regionali primari 06: Medio Adda 09: Fontanili tra Oglio e Serio 11: Fontanili del Mella Varchi 13: Fiume Adda 14: Fiume Serio 16: Fiume Oglio 18: Corridoio pianura centrale (Lambro-Mella) Il territorio della Bassa Bergamasca costituisce parte di un estesa Area prioritaria per la biodiversità, distinta come n. 27, Fascia centrale dei fontanili, ed è racchiuso tra altre due Aree di tale tipo, a ovest la n. 6, Fiume Adda, e ad est la n. 11, Fiume Serio. L Area 27 è definita prioritaria per la sovrapposizione di diverse aree importanti, individuate con riferimento a nove aspetti considerati in sede di analisi. In tale caso, considerando la sola porzione della Bassa Bergamasca, le aree importanti identificate si riferiscono a quelle della flora e vegetazione, dei miceti (per le aree planiziali con ricchezza di boschi di scarpata e lungo le aste dei fontanili), degli invertebrati, delle cenosi acquatiche e pesci (per i fontanili e risorgive, di grande rilevanza per piccole specie ittiche endemiche, riferiti sia a quelli in sponda sinistra dell Adda, sia a quelli della pianura centrale), degli anfibi e rettili (per i fontanili attorno a Treviglio e il fiume Tormo), dei processi ecologici. Il territorio della Bassa Bergamasca si colloca tra due Corridoi regionali primari, quello del Fiume Adda (n. 13) e del Fiume Serio (n. 14), e si relaziona a quello della Pianura centrale (n. 18) che, nel suo sviluppo da ovest a est, mette in relazione le principali aste fluviali ed alcuni dei gangli individuati; quest ultimo Corridoio, per un tratto, si colloca a cavallo delle Province di Bergamo e Cremona, intersecando il PLIS del Fiume Tormo (a cui appartiene il Comune di Arzago d Adda) e il PLIS dei Fontanili di Capralba. All incrocio tra il Corridoio dell Adda e il corridoio della Pianura centrale, è identificato e delimitato un Ganglio, situato all interno del Parco regionale dell Adda Sud e correlato alla presenza del SIC Boschi e Lanca di Comazzo. 7

8 Inoltre la RER individua numerosi Varchi, da deframmentare, da tenere o da manteneredeframmentare; si tratta di situazioni particolari, dove la permeabilità ecologica di aree interne a elementi della RER è minacciata o compromessa da interventi antropici che creano ostacoli allo spostamento delle specie, ovvero dei principali restringimenti per la presenza di urbanizzato o d infrastrutture dove occorre favorire sia interventi di deframmentazione ecologica che interventi volti al mantenimento degli ultimi varchi presenti al fine di incrementare la connettività ecologica. Regione Lombardia Rete Ecologica Regionale Settore 92 Bassa pianura bergamasca Estratto dal documento della RER I varchi presenti nella Bassa Bergamasca, che in buona parte si trovano nel territorio del Comune di Treviglio, sono: - Quelli da deframmentare, associati alla statale per Bergamo che taglia in diagonale la zona agricola, intersecando la Roggia Visconti e la Roggia di Mezzo; - Quelli da mantenere, situati lungo la Roggia Brambilla, tra i Comuni Castel Rozzone e Lurano, ubicati a nord di Treviglio, sia lungo la linea ferroviaria Treviglio-Bergamo, sia lungo la statale che collega Treviglio con Bergamo, nei Comuni di Ciserano, Arcene, Treviglio e 8

9 Castel Rozzone, presenti lungo la statale che collega Arzago d Adda con Casirate d Adda e Casirate d Adda con Treviglio (Roggia Vailate), ubicati lungo la statale che collega Calvenzano con Treviglio (Roggia Castolda); - Quelli da mantenere e deframmentare, tra i Comuni di Treviglio e Caravaggio, nel punto in cui la statale taglia la Roggia Castalda e la Roggia di Sopra, nel Comune di Pontirolo Nuovo, tra il laghetto di cava di Pontirolo Nuovo e il paese di Canonica d Adda, lungo la statale che collega Canonica d Adda con Boltiere attraverso Pontirolo Nuovo. L area centrale tra l Adda e il Serio è definita come importante settore di connessione tramite i fiumi Adda e Serio, attraverso un settore della fascia dei fontanili. Per l attuazione della RER è indicata come indispensabile la gestione naturalistica della rete idrica minore e si evidenzia la necessità di: evitare l interramento dei fontanili (per garantire la presenza delle fitocenosi caratteristiche); ricostruire la vegetazione forestale ripariale; mantenere le siepi ad alta copertura e le siepi di rovo; conservare le fasce boschive relitte, i prati stabili polifiti, le fasce ecotonali, il mosaico agricolo; creare siti idonei per la riproduzione dell'avifauna legata ad ambienti agricoli. 3. Provincia di Bergamo: Piano Territoriale Provinciale e Rete Ecologica Provinciale Il PTCP, approvato nel 2004, con la Tavola E5.5, identifica, con valenza d inquadramento strutturale, la Rete Ecologica della Provincia di Bergamo, che si prevede sarà oggetto di specifico Piano di Settore, mediante il quale definire uno scenario ecosistemico polivalente a supporto di uno sviluppo sostenibile, in modo che si riducano per quanto possibile le criticità esistenti suscettibili di compromettere gli equilibri ecologici, e si sviluppino invece le opportunità positive del rapporto uomo-natura. Tale Piano di settore, come indicato nelle Norme del PTC, prevedrà anche il riequilibrio ecologico di area vasta e locale, attraverso la realizzazione di un sistema funzionale interconnesso di unità naturali di diverso tipo. Le Norme, inoltre, stabiliscono che i Comuni, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico generale o di formazione di nuovo strumento, recepiscono e articolano gli indirizzi della Tavola E5.5, individuando eventuali specifici interventi di riqualificazione ecologico-ambientale, in coerenza con il Piano di Settore e salvaguardando i varchi già identificati, provvedendo al mantenimento ed al rafforzamento di adeguati spazi verdi tali da garantire la continuità dei corridoi. Gli elementi fondamentali che compongono la Rete Ecologica sono identificati nei seguenti: Struttura naturalistica primaria; Nodi di livello regionale; Nodi di 1 livello provinciale; Nodi di 2 livello provinciale; Corridoi di 1 livello provinciale; Corridoi di 2 livello provinciale. Le Norme prevedono che il sistema di relazioni funzionali della REP sia articolato, dal Piano di Settore, con riferimento ad un elenco già definito di elementi. La Tavola 5.5, riportata in stralcio nel successivo riquadro, identifica e delimita gli elementi costitutivi fondamentali della Rete Ecologica, distinguendo sia i nodi di livello regionale, sia i nodi e corridoi di primo e di secondo livello provinciale. Per quanto attiene al territorio della Bassa Bergamasca si identificano cinque Ambiti a maggiore valenza naturalistica e paesistica : uno è collocato immediatamente ad est del Parco regionale dell Adda Nord, in larga misura sovrapposto al PLIS della Gera d Adda; uno è ubicato tra il Fosso Bergamasco e il PLIS dei Fontanili e boschi di Lurano e Pognano; uno è situato nel territorio dei Comuni di Cologno al Serio, Spirano e Urgnano, a nord rispetto al Fosso Bergamasco; uno comprende l area agricola tra il SIC Fontanile Brancaleone e il Fosso Bergamasco, in territorio dei Comuni di Caravaggio e di Pagazzano; uno si trova sul lato ovest del territorio del Comune di Casirate d Adda, a ridosso del Parco regionale dell Adda Nord. I primi tre dei citati Ambiti sono idealmente collegati da Varchi di connessione e per tramite di un Ambito lineare di connessione con le fasce fluviali, coincidente con il Fosso Bergamasco, è definita sia la continuità dal Parco regionale dell Adda Nord al Parco regionale del Serio, con un passaggio a nord dell abitato di Treviglio, sia la connessione con il quarto Ambito di valenza 9

10 naturalistica e paesistica, quindi la messa in rete del SIC Fontanile Brancaleone. Un altro Varco, tra Casirate d Adda e Arzago d Adda, disegna un asse di collegamento ovest-est che coinvolge il Parco regionale dell Adda Nord, il quinto dei richiamati Ambiti e la porzione settentrionale del PLIS del Fiume Tormo; tale varco si correla ad un altro, con asse nord-sud, collocato ad est dell abitato di Arzago d Adda, associato alla Roggia Vailata. Inoltre l estratto seguente della tavola E5.5 del PTCP individua chiaramente i corridoi della grandi infrastrutture viabilistiche BBM, CEPAV e IPB. Negli stessi progetti esecutivi BBM e CEPAV sono previste delle compensazioni ambientali che evidentemente saranno da tenere in considerazione durante la redazione dello studio di fattibilità. La Provincia di Bergamo ha redatto, nel 2008, il Documento preliminare del Piano di settore della Rete Ecologica che contiene un quadro conoscitivo articolato secondo due aspetti, la struttura ecologico-ambientale e l armatura storica paesaggistica, e per ambiti in cui è suddiviso il territorio provinciale. Per quanto riguarda il primo aspetto sono prodotte schede descrittive di ogni Ambito, con riferimento all inquadramento geografico, all ecologia del paesaggio e al quadro naturalistico. Il territorio della Bassa Bergamasca è ricompreso nell Ambito 2 La Gera d Adda, che include l area che si estende a sud del Fosso Bergamasco, e nell Ambito 3 La bassa pianura tra Fosso Bergamasco e Serio, che comprende l area tra il citato Fosso, la strada provinciale Francesca e il Fiume Serio. Per quanto riguarda l Ambito 2, con riferimento agli aspetti faunistici, nella scheda si segnala il passaggio, in periodo migratorio, di ardeidi, di accipitridi (incluso il Falco pescatore Pandion haliaetus), di anatidi, tra cui la Moretta (Aythya fuligula), il Moriglione (Aythya ferina), l Alzavola (Anas crecca), il Codone (Anas acuta) e il Mestolone (Anas clypeata) nel mentre, lungo l asta del Brembo, è presente il Gruccione (Merops apiaster), lungo l asta dell Adda, il Martin pescatore (Alcedo atthis), e nella zona di confluenza nidifica la Rondine montana (Ptynoprogne rupestris). I fontanili sono identificati come luoghi di sosta e svernamento degli uccelli mentre pochi sono quelli nidificanti. Nel caso dei pesci si registra la presenza della Lampreda padana (Lentheron zanandrei) e dello Storione (Acipenser naccarii); si segnalano anche alcune specie endemiche di ghiozzetti (Knipowitschia punctatissima e Padogobius mertensii). Per gli anfibi si evidenzia la presenza della Rana di Lataste (Rana latastei) in alcuni fontanili e lungo il corso dell Adda. Spazi aperti di connessione e cave a Ciserano 10

11 Provincia di Bergamo - PTCP - Tav Rete Ecologica Provinciale a valenza paesistico ambientale 11

12 4. Parco regionale e naturale dell Adda Nord Il Parco regionale dell Adda Nord, istituito con la L.R , n. 80, ha una superficie di ha e interessa il territorio delle Province di Bergamo, Lecco e Milano, includendo la fascia lungo il corso d acqua, dal Comune di Lecco al Comune di Truccazzano. Il Parco è dotato di Piano Territoriale di Coordinamento, approvato con D.G.R , n. 7/2869. L area protetta si caratterizza per gli ambienti legati alla presenza dell acqua, con alcune zone umide a canneto (Isola della Torre e Isolone del Serraglio), aree palustri dove si trova la Ninfea, il Giglio selvatico giallo, il Mughetto, la Veronica a spiga, boschi di alto fusto, in generale composti dalle specie arboree Ontano nero, Platano, Pioppo nero, Betulla, Salice bianco, Farnia, Robinia e boschi cedui di Carpino, Castagno, Robinia, con presenza di Sanguinella e Nocciolo. I rettili, come riportato nella guida della Fauna del Parco Adda Nord pubblicata da Regione Lombardia e Consorzio del Parco (ed. 2010), sono rappresentati dal Biacco (Hierophis viridifl avus), della Natrice o Biscia dal collare (Natrix natrix), del Ramarro (Lacerta viridis), della Testuggine palustre (Emys orbicularis), quest ultima inserita nell Allegato II della Direttiva Habitat, e gli anfibi sono presenti con la Raganella italiana (Hyla arborea), la Rana agile (Rana dalmatina), la Rana esculenta (Pelophylax klepton esculentus), il Rospo comune (Bufo bufo), il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), l ultimo incluso nel citato Allegato II. Parco regionale dell Adda Nord Specie di rettili e anfibi d interesse europeo Per quanto riguarda i mammiferi, sono indicate le seguenti specie: Riccio occidentale (Erinaceus europaeus), Talpa europea (Talpa europaea), Toporagno comune (Sorex araneus), Arvicola rossastra (Microtus glareolus), Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), Lepre comune (Lepus europaeus), Scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), Ghiro (Glis glis), Moscardino (Muscardinus avellanarius), Donnola (Mustela nivalis), Faina (Martes foina), Tasso (Meles meles), Volpe (Vulpes vulpes), Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus). Testuggine palustre Tritone crestato italiano Foto estratte dalla Guida 12

13 Parco regionale dell Adda Nord Specie dei mammiferi indicate come rappresentative Ghiro Moscardino Tasso Scoiattolo rosso L ittiofauna è composta di numerose specie e in dettaglio si tratta dell Alborella (Alburnus alburnus), dell Anguilla (Anguilla anguilla), del Barbo (Barbus barbus plebejusq), della Carpa (Cyprinius carpio), del Cavedano (Leuciscus cephalus), del Luccio (Esox lucius), del Persico reale (Perca fluviatilis), della Scardola (Scardinius erythrophthalmus), della Tinca (Tinca tinca), del Triotto (Rutilius erythrophthalmus), della Trota fario (Salmo trutta trutta), del Vairone (Leucisus souffia) e del Pigo (Rutilus pigus), l ultima, specie particolarmente protetta. Si cita anche il Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes italicus). Per quanto attiene all avifauna, tra le specie incluse nell allegato I della Direttiva Uccelli sono indicate come frequentati l area protetta il Falco di palude (Circus aeruginosus), la Garzetta (Egretta garzetta), il Martin pescatore (Alcedo atthis), la Moretta tabaccata (Aythya nyroca), il Nibbio bruno (Milvus migrans), la Nitticora (Nycticorax nycticorax), il Tarabusino (Ixobrychus minutus). Foto estratte dalla Guida 13

14 Parco regionale dell Adda Nord Uccelli particolarmente tutelati a livello europeo Garzetta Moretta tabaccata Nibbio bruno Nitticora Foto estratte dalla Guida 5. Parco regionale del Fiume Serio Il Parco regionale del Fiume Serio ha una superficie di ed è istituito con la L.R , n. 70 e successiva L.R , n. 16; l area protetta interessa il territorio di ventisei Comuni appartenenti alla Provincia di Bergamo o di Cremona. Il Parco è dotato di Piano Territoriale di Coordinamento approvato nel Il Parco segue il corso del Fiume Serio, dallo sbocco della valle montana fino alla confluenza nell Adda: nel primo tratto, fino al Comune di Mozzanica, le acque filtrano nel sottosuolo e il letto fluviale si connota come distesa di ghiaie ("gere") mentre in quello successivo riaffiorano e l alveo da origine a zone paludose e di acque stagnanti. La vegetazione, a causa di arginature e bonifiche agrarie, è ridotta a poche aree, fatta eccezione per la Riserva naturale di Palata Menasciutto. I boschi residuali presenti vedono prevalere la Robinia (Robinia pseudoacacia) con altre specie alloctone mentre scarsa è la presenza di vegetazione palustre (tife e giunchi si trovano nei rami morti nel tratto più a sud); sono indicate come presenti circa 100 specie tra alberi, arbusti e lianose, di cui almeno 30 autoctone. Per quanto riguarda gli alberi si distinguono il Salice bianco (Salix alba), il Pioppo nero (Populus nigra), il Pioppo bianco (Populus alba), l Acero campestre (Acer campestre), la Farnia (Quercus robur), l Ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertner), mentre per gli arbusti sono significativi il Sanguinello (Cornus sanguinea L.), il Sambuco (Sambucus nigra 14

15 L.), il Biancospino (Crataegus monogyna Jacq.) e la Rosa selvatica (Rosa canina L.). Le specie erbacee, considerando quelle più rappresentative, comprendono il Mughetto, il Dente di cane, il Bucaneve, la Rosa di natale, la Borracina insipida, la Borracina acre, la Borracina montana e il Cardo rosso; si registra anche la presenza di alcune orchidee. Nelle aree agricole limitrofe al fiume la vegetazione, anche quella in filari e siepi, è rarefatta o scomparsa, situazione che ha determinando la riduzione degli habitat e quindi l impoverimento, in termini di biodiversità, della fauna. Per quanto riguarda l ittiofauna si tratta di una trentina di specie, legate alla diversità degli ambienti del tratto nord, con acque correnti, e del tratto sud, con acque lente; si citano, tra queste, il Temolo (Thymallus thymallus), l Alborella (Alburnus alburnus alborella), il Cavedano (Leuciscus cephalus), la Scardola (Scardinius erythrophtalmus), il Vairone (Leuciscus souffia) e la Trota mormorata (Salmo (trutta) marmoratus), gli ultimi due pesci inseriti nell Allegato II della Direttiva Habitat. L'avifauna è rappresentata da circa 140 specie, di cui 40 nidificanti; si segnala la presenza della Pavoncella (Vanellus vanellus), del Pendolino (Remiz pendolinus) del Picchio rosso maggiore (Picoides major), del Picchio verde (Picus viridis), dell Airone cenerino (Ardea cinerea) e dello Svasso maggiore (Podiceps cristatus). Per quanto attiene agli anfibi si cita la Rana di Lataste (Rana latastei), specie endemica in pericolo di estinzione, mentre per i rettili si annoverano il Ramarro (Lacerta viridis), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), l'orbettino (Anguis fragilis), il Biacco (Coluber viridiflavus), il Colubro di Esculapio o Saettone (Zamenis longissimus), la Biscia o Natrice dal collare (Natrix natrix) e la Vipera comune (Vipera aspis). I mammiferi non sono stati oggetto di puntuali rilievi ma risultano frequentare il territorio del Parco il Riccio occidentale (Erinaceus europaeus), la Talpa europea (Talpa europaea), il Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), la Lepre comune (Lepus europaeus), il Ghiro (Glis glis), il Moscardino (Muscardinus avellanarius), la Donnola (Mustela nivalis), la Faina (Martes foina), il Tasso (Meles meles) e la Volpe (Vulpes vulpes). 6. Sito di Interesse Comunitario e Riserva naturale regionale Fontanile Brancaleone Il SIC denominato Fontanile Brancaleone (IT ) ha una superficie di circa 12 ha e interessa una porzione di territorio, appartenente al Comune di Caravaggio, situata poco a nord della linea ferroviaria Milano-Brescia, in località Gavazzolo; l area del SIC si sovrappone a quella della Riserva Naturale parziale biologica Fontanile Brancaleone, istituita con D.C.R. n del e con estensione di poco più di 10 ha. Il Comune di Caravaggio, quale Ente gestore, ha predisposto il Piano di Gestione della Riserva, approvato con D.G.R , n. 9/181. Nell Atlante dei SIC della Provincia di Bergamo (Perracino M., Atlante dei SIC della Provincia di Bergamo. Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l Ambiente, Milano) si evidenzia che tutta l area, il cui perimetro si articola a partire dalle numerose teste fino a comprendere l unica asta del fontanile, è attraversata dalla Roggia Basso, che riceve le acque dal fontanile stesso e dalla Roggia Sopra e prosegue poi il suo corso verso Caravaggio. La Riserva comprende tre zone, associate alla Fontana Brancaleone, alla Fontana Bassa e alla Fontana Nuova e la vegetazione del sito, di tipo ripariale, è formata da specie igrofile e meso-igrofile. L istituzione del SIC è motivata dalla presenza dell habitat, d interesse europeo prioritario, distinto come 91E0, Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicio albae), che riguarda poco meno del 40% della superficie complessiva tutelata. 15

16 Come riportato nel citato Atlante, tale habitat è caratterizzato da uno strato arboreo composto principalmente da Pioppi canadesi d impianto (Populus canadensis L.), Pioppi neri (Populus nigra L.), Salici bianchi (Salix alba L.) e Ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertner), cui si associano Platani (Platanus hybrida Brot.), Olmi (Ulmus minor Miller), Aceri campestri (Acer campestre L.) e Farnie (Quercus robur L.). Lo strato arbustivo si caratterizza per la presenza di Nocciolo (Corylus avellana L.), Sanguinello (Cornus sanguinea L.), Biancospino (Crataegus monogyna Jacq.), Cappel di prete (Euonymus europaeus L.), Sambuco (Sambucus nigra L.), Salice ripaiolo (Salix eleagnos Scop.), oltre a diversi Rovi (Rubus caesius L. e Rubus ulmifolius Schott), mentre lo strato erbaceo comprende Aglio orsino (Allium ursinum L.), Vetriola comune (Parietaria officinalis L.), Ellera terrestre (Glechoma hederacea L.), Pervinca minore (Vinca minor L.), Felce aquilina (Pteridium aquilinum (L.) Kuhn). SIC Fontanile Brancaleone Habitat d interesse europeo Delimitazione dell Habitat 91E0 Il Fontanile Per quanto riguarda l avifauna, nella scheda descrittiva del SIC, si elencano quattro uccelli migratori abituali: il Martin pescatore (Alcedo atthis), inserito nell Allegato I della Direttiva Uccelli, e l Airone cenerino (Ardea cinerea), la Poiana (Buteo buteo) e il Barbagianni (Tyto alba), inclusi nell Allegato II della Direttiva Habitat. Estratto dall Atlante dei SIC della Provincia di BG Estratta dal sito web della Riserva SIC Fontanile Brancaleone Specie d interesse europeo Rana di Lataste (foto Edoardo Razzetti) Martin Pescatore (foto Mino Piccolo) Foto estratte dall Atlante dei SIC della Provincia di Bergamo Per quanto attiene agli anfibi e rettili sono presenti il Rospo comune (Bufo bufo), la Rana verde o Rana esculenta (Pelophylax klepton esculenta), la Natrice dal collare (Natrix natrix), il Ramarro 16

17 (Lacerta viridis) e l Orbettino (Anguis fragilis) mentre per i mammiferi, la Talpa europea (Talpa europaea), la Volpe (Vulpes vulpes) e il Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii). Nel caso dei pesci si segnala la presenza di Ghiozzo (Bobius nigricans), Luccio (Esox lucius), Scardola (Scardinius erythrophtalmus), Tinca (Tinca tinca) e Triotto (Rutilus erythrophthalmus). Nelle acque del fontanile sono state individuate due nuove specie di piccoli crostacei anfipodi, simili a dei gamberi d'acqua dolce, il Niphargus microcerberus e il Nipbargus duplus. 7. Parco Locale di Interesse Sovracomunale della Gera d Adda Il PLIS, riconosciuto con D.G.P. n. 440 del , ha una superficie di circa ettari e interessa parti del territorio dei Comuni di Arcene, Canonica d'adda, Casirate d'adda, Ciserano, Fara Gera d'adda, Pontirolo Nuovo e Treviglio, tutti appartenenti alla Provincia di Bergamo. Il Parco, che si colloca tra il Fiume Adda, confinando per un tratto con il Parco regionale dell Adda Nord, e la ferrovia Bergamo-Treviglio, si sviluppa dal Comune di Pontirolo, toccando la zona in corrispondenza della presa della Roggia Nuova e Roggia Vecchia, in sponda sinistra del Fiume Brembo (tra il Comune di Brembate e di Pontirolo Nuovo), fino al confine tra i Comuni di Casirate d'adda e di Arzago d'adda, con una estensione, sul lato a nord-est, in territorio del Comune di Arcene e del Comune di Ciserano. Il territorio si caratterizza per la presenza di terrazzi morfologici, dove permangono aree con maggiore naturalità e residue zone boschive di tipo planiziale (come il "Bosco del Becal o Orfano e il "Bosco di Badalasco, in Comune di Fara Gera d'adda, il Bosco del Castagno posto immediatamente a NO di Castel Cerreto), di fontanili (nel Comune di Pontirolo Nuovo, quello del "Fontanone e quello non più attivo di "Pisadura ) e di un complesso reticolo irriguo secondario costituito da numerose rogge. Per quanto riguarda i boschi, tra le specie vegetali presenti si distingue la Farnia (Quercus robur), Olmo campestre (Ulmus minor), Frassino (Fraxinus excelsior), Pioppo nero (Populus nigra), Pioppo bianco (Populus alba), Carpino bianco (Carpinus betulus), Acero campestre (Acer campestre), Salice bianco (Salix alba), il Nocciolo (Corylus avellana), il Sanguinello (Cornus sanguinea), il Corniolo (Cornus mas), il Sambuco (Sambucus nigra), il Biancospino (Crataegus monogyna), la Rosa selvatica (Rosa arvensis), la Fusaggine (Euonymus europaeus), la Rosa canina (Rosa canina), l Anemone dei boschi (Anemone nemorosa), la Pervinca (Vinca minor), il Ranuncolo (Ranunculus ficaria), l Edera comune (Hedera helix), la Primula (Primula vulgaris) i Bucaneve (Galanthus nivalis). Per quanto attiene alla fauna, è segnala la presenza delle seguenti specie di mammiferi: Riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus), Talpa europea (Talpa europaea), Toporagno comune (Sorex araneus), Crocidura dal ventre bianco (Crocidura leucodon), Crocidura minore (Crocidura suaveolens), Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), Lepre comune (Lepus europaeus), Moscardino (Muscardinus avellanarius), Arvicola di Savi (Microtus savii), Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), Topolino delle case (Mycromys minutus), Volpe (Vulpes vulpes) e Donnola (Mustela nivalis). 17

18 PLIS Gera d Adda Mammiferi Lepre comune (foto Roberto Brembilla) Volpe (foto Roberto Brembilla) Foto estratte dalla guida della Fauna del Parco Adda Nord Gli anfibi sono presenti con il Tritone crestato (Triturus carnifex), inserito nell Allegato II della Direttiva Habitat, con il Rospo smeraldino (Bufo viridis) e la Raganella italiana (Hyla intermedia), incluse nell Allegato IV, e infine con il Tritone punteggiato (Triturus vulgaris), il Rospo comune (Bufo bufo) e la Rana verde minore (Rana synklepton "esculenta"). In merito a tali specie, le note descrittive evidenziano i limiti alla loro diffusione e il rischio di scomparsa, nel breve periodo, a causa della penuria di acqua; è indicata, quindi, la necessità di attuare interventi finalizzati alla loro tutela, in primo luogo mantenendo e/o creando le condizioni favorevoli alla raccolta di acque lentiche. I rettili sono rappresentati da sei specie, di cui quattro inserite nell Allegato IV della Direttiva Habitat, il Ramarro (Lacerta bilineata), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), il Biacco (Coluber viridiflavus) e il Saettone (Elaphe longissima); le altre due sono l Orbettino (Anguis fragilis) e la Natrice dal collare (Natrix natrix). Per quanto attiene all avifauna, la lista delle specie, stanziali o migratrici, censite nel territorio trevigliese e quindi riferibili alla zona del PLIS, conta 52 uccelli (33 passeriformi e 19 non passeriformi); tra questi si segnalano quelli inclusi nell Allegato I della Direttiva Uccelli, la Nitticora (Nycticorax nycticorax), l Albanella reale (Circus cyaneus) e l Averla piccola (Lanius collurio), 8. Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Fiume Tormo Il PLIS, riconosciuto dalla Provincia di Bergamo con D.G.P. n. 338 del , ha un estensione di circa ha e interessa, nella Bassa Bergamasca, il solo territorio del Comune di Arzago d'adda (con 200 ha) mentre, sul lato cremonese, sono coinvolti i Comuni di Agnadello, Dovera, Monte Cremasco, Pandino, Palazzo Pignano e sul lato lodigiano i Comuni di Abbadia Cerreto, Corte Palasio e Crespiatica. Il territorio del Parco si estende su un asse nord sud, parallelo a quello del Fiume Adda, comprendendo l area agricola di pianura a cavallo del Fiume Tormo che, assieme ai numerosi corsi d acqua originati dalle risorgive, connota tale ambito irriguo con il reticolo di canali e rogge che favoriscono la presenza di prati permanenti e avvicendati e si associano alla vegetazione di ripa e ai filari di specie arboree autoctone; la parte più settentrionale ricade nel Comune di Arzago d Adda, dove si forma lo stesso fiume, per apporto dell acqua del Fontanile Murata, uno dei sedici presenti nel tale territorio comunale. La posizione del PLIS è tale da assumere una valenza strategica per la Rete ecologica: è attraversato dal Corridoio regionale primario 18 della Pianura centrale, con sviluppo da ovest verso est funzionale alla connessione tra il Parco regionale dell Adda e il Parco regionale del Serio, e si relaziona, tramite il territorio di Arzago d Adda, all area del PLIS della Gera d Adda, 18

19 PLIS del Fiume Tormo Fiume Tormo ad Arzago d Adda Natrice dal collare Foto estratte dal sito web della Provincia di BG e del PLIS La flora si caratterizza per le specie legate ai fontanili (circa 500) e ai prati da sfalcio o alle praterie igrofile semi-naturali; la componente arborea, presente lungo le sponde delle risorgive e delle rogge, è in prevalenza formata da Platano, Olmo, Farnia e Robinia, mentre per gli arbusti si tratta di Rovi, Sambuco e Sanguinello. La fauna si connota per le specie correlate agli ambienti umidi e quindi conta numerosi invertebrati, diversi pesci (tra i quali il Luccio), anfibi, rettili (come la Natrice dal Collare), uccelli (soprattutto ardeidi) e anche alcuni mammiferi (come l Arvicola d acqua). 9. Parco Locale di Interesse Sovracomunale dei Fontanili e dei Boschi di Lurano e Pognano Il PLIS, riconosciuto con D.G.R. n. 5/32305 del , interessa una superficie di 150 ha ricadente nel territorio dei Comuni di Lurano e di Pognano, entrambi in Provincia di Bergamo. Il Parco, ubicato di poco a nord rispetto al Fosso Bergamasco, si colloca all'interno della fascia delle risorgive, nel suo settore più settentrionale, e si caratterizza per la rete di canali che originano da dieci fontanili, dove sono ancora presenti porzioni di bosco che circondano la testa e seguono l asta degli stessi. La vegetazione, come da descrizioni riportate nel sito web dello stesso Parco, mantiene alcuni aspetti propri del bosco planiziale, pur con la presenza dominante della Robinia e del Platano, considerato che si distinguono esemplari di Farnia, Ontano nero, Acero di monte, Pioppo nero, Acero campestre, Carpino bianco e Frassino. Gli arbusti includono il Nocciolo, il Sambuco, la Sanguinella e in misura minore è presente il Biancospino, il Cappel del prete, la Frangola, il Pallon di neve e il Pruno selvatico ed infine, per le specie nemorali, si citano la Pervinca, l'anemone dei boschi, la scilla, il Sigillo di Salomone, l'aglio orsino e il Campanellino di primavera. La presenza del piccolo bosco consente la nidificazione di alcuni uccelli, tra i quali si distinguono il Fringuello (Fringilla coelebs), la Capinera (Sylvia atricapilla), il Verdone (Carduelis chloris), l Upupa (Upupa epops), il Torcicollo (Jynx torquilla), l Usignolo (Luscinia megarhynchos), il Picchio rosso maggiore (Picoides major), la Cinciallegra (Parus major) e il Codibugnolo (Aegithalos caudatus). 19

20 3. OBIETTIVI DEL PROGETTO Lo Studio di fattibilità si propone di creare le condizioni favorevoli per attuare gli interventi strategici funzionali a creare o rafforzare le relazioni tra le diverse aree protette presenti nella Bassa Bergamasca e quindi favorire la diffusione e consolidamento della presenza delle specie faunistiche, su un ampio territorio. Al contempo, si intende conseguire una maggiore consapevolezza e partecipazione, alla costruzione della Rete Ecologica, da parte di tutti gli attori locali. Lo Studio sarà redatto con l obiettivo primario di definire l esatta tipologia e localizzazione degli interventi di riqualificazione agro-ecosistemica e di deframmentazione per: - Garantire la connessione ecologica tra il Parco regionale dell Adda Nord e il Parco regionale del Serio, sull asse ovest-est. - Consolidare la rete delle relazioni tra i citati Parchi regionali, i PLIS presenti nella Bassa Bergamasca e il SIC del Fontanile Brancaleone, valorizzando la presenza dei fontanili e delle rogge quali elementi minori, ma diffusi, di collegamento e di naturalità. - Risolvere i problemi determinati dalla presenza di barriere infrastrutturali (sia quelle esistenti che quelle nuove BBM, CEPAV e IPB) che determinano la discontinuità territoriale e relazionale, considerando i casi già identificati dalla RER e declinati come varchi. - Aumentare il grado di biodiversità nel territorio, per numero e diffusione delle specie vegetali e faunistiche. - Favorire una nuova relazione tra sistema naturale e sistema agricolo, indicando opportunità di sviluppo, ambientalmente, socialmente ed economicamente sostenibili. La definizione delle possibili azioni partirà dalla considerazione di quanto già individuato dalla RER e dalla REP, con le aree prioritarie per la biodiversità, i varchi, i corridoi e gli ambiti di maggiore valenza naturalistica e paesistica. Lo Studio consentirà inoltre di conseguire i seguenti obiettivi specifici: - La sistematizzazione delle informazioni sulla presenza di specie faunistiche e l identificazione di quelle focali, ovvero le maggiormente sensibili al fenomeno della frammentazione e perdita di qualità ambientale. - La definizione del livello di funzionalità ecologica del territorio e l individuazione delle aree, esistenti o potenziali, di specifico interesse in quanto correlate alle esigenze della fauna e al disegno dei corridoi ecologici. - L identificazione degli interventi in grado di migliorare la connettività ecologica e offrire, al contempo, ulteriori opportunità di valorizzazione territoriale e diversificazione delle attività legate al mondo rurale. - L individuazione delle azioni di pianificazione necessarie per assicurare la salvaguardia delle aree libere interne ai corridoi e l attuazione degli interventi di riqualificazione e deframmentazione prefigurati. - Il rafforzamento, attraverso un percorso strutturato di coinvolgimento e comunicazione, del dialogo e collaborazione tra istituzioni e attori territoriali, relativamente alla conservazione della natura, degli agro ecosistemi e degli elementi del paesaggio. La realizzazione del progetto si ritiene che potrà produrre effetti positivi: - Per gli Enti preposti alla gestione del perché si darà concreta attuazione alle finalità e previsioni già esplicitate negli strumenti di pianificazione territoriale, regionali e provinciali e si potranno avviare iniziative virtuose per il miglioramento della qualità ambientale e dell offerta del territorio, ricercando sinergie di intenti con il settore no profit e quello delle imprese. - Per la popolazione in relazione ai benefici concreti derivanti dall accrescimento dei valori legati alla presenza dei beni naturali e paesaggistici. - Per il settore agricolo, enogastronomico e del turismo in relazione alla possibilità di qualificare ulteriormente l offerta legata alla produzione e alla fruizione sostenibile del territorio, in coerenza e ad integrazione delle attività già intraprese dal Distretto Bioculturale dell Adda. Il cambiamento, derivante dalle attività di partecipazione e comunicazione e dalla disponibilità ad attuare gli interventi, potrà essere verificato nel corso delle stesse attività e al termine dello Studio, 20

21 mediante opportune forme di registrazione del coinvolgimento e del consenso, mentre i risultati relativi al miglioramento della biodiversità, conseguente alla realizzazione degli interventi, si prevede possano essere registrati a partire dai 3-5 anni successivi e valutati in un arco temporale medio e lungo. 4. STRATEGIE DI INTERVENTO La scelta di realizzare uno Studio per le connessioni ecologiche nella Bassa Bergamasca s inserisce all interno di un percorso di tutela e valorizzazione ambientale, già delineato e in parte perseguito, con atti formali, dotazione di strumenti pianificatori e/o interventi di valorizzazione da parte dei diversi enti preposti. Lo Studio si svilupperà, in un arco temporale di 22 mesi, secondo le seguenti fasi di attività: - Restituzione sistematica e sintetica delle conoscenze relative alla biodiversità, con particolare attenzione alle specie della fauna, rilettura aggiornata del quadro della pianificazione territoriale e di settore, con riferimento agli ambiti dei varchi e dei corridoi, e identificazione, per gli stessi ambiti, degli operatori agricoli e dei proprietari dei terreni. - Analisi condotta sul territorio, con rilievo sia degli elementi d interesse per la connessione ecologica, sia dei fattori di discontinuità, con approfondimenti e schedatura dei punti critici (barriere, varchi, restringimenti delle aree del corridoio). - Definizione dei possibili interventi, costruiti con la modalità della partecipazione allargata e i contatti dedicati, a seguito dell interazione con i diversi attori. - Coinvolgimento dei portatori d interesse, quali gestori delle aree protette, proprietari terrieri, agricoltori, associazioni locali, in percorsi partecipativi e di co-progettazione per rendere più efficace e puntuale l analisi territoriale e per individuare gli ambiti d intervento. Fasi di attività/mesi Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase I soggetti coinvolti sono il Comune di Treviglio, in veste di capofila, il Comune di Arzago d Adda, il Comune di Ciserano e Legambiente, in qualità di partner di progetto. In particolare, il Comune di Treviglio svolgerà le attività di natura organizzativa e di coordinamento del progetto, oltre ad alcune di natura tecnica, mentre gli altri due Comuni sosterranno un ruolo di supporto, sia tecnico che logistico, e di appoggio per lo svolgimento delle attività legate alla partecipazione e comunicazione. Legambiente svolgerà le attività inerenti alla comunicazione e alla partecipazione rivolta alle comunità locali e seguirà la parte relativa alla diffusione dei risultati dello Studio. Le attività relative allo Studio saranno in parte affidate a consulenti esterni. Il coinvolgimento del settore agricolo e dei gestori delle diverse aree protette sin dalle prime fasi di progetto, è strategico per responsabilizzare la comunità locale e per proporre interventi mirati, concreti e condivisi. Nel corso delle attività, al fine di verificare lo stato di avanzamento delle diverse attività, si prevedono riunioni, indicativamente bimestrali, di un Gruppo di Coordinamento, costituito dai rappresentanti del capofila e dei partner e dai referenti tecnici; in tali occasioni potranno essere ridefinite le azioni o modalità di svolgimento, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati e il rispetto dei contenuti e tempi previsti. Allo scopo di controllare l efficacia del percorso, inoltre, saranno definiti gli indicatori utili a registrare l adesione generale al processo e la disponibilità a dare concretezza agli interventi delineati. 21

22 5. AZIONI 5.1 AZIONE 1 - Studio analitico: restituzione delle conoscenze L azione uno è finalizzata alla raccolta delle informazioni e restituzione organica del quadro conoscitivo, attraverso la sistematizzazione dei dati bibliografici già disponibili, con riferimento alle caratteristiche ambientali del territorio e alla presenza, accertata o probabile, delle specie della fauna, nel territorio delle aree protette e più in generale in quello della Bassa Bergamasca. A tale fine si farà particolare riferimento agli Atlanti regionali o provinciali e ai dati relativi alla presenza faunistica nel Parco regionale Adda Nord, nel Parco regionale Serio e nel SIC Fontanile Brancaleone e più in generale alle informazioni riguardanti il territorio dei diversi PLIS ubicati all interno del quadrante considerato. Contestualmente, si procederà alla lettura delle previsioni contenute negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica o di settore, al fine di evidenziare le situazioni di coerenza o anche di eventuale incoerenza con gli obiettivi e le necessità connesse alla costruzione delle connessioni tra le aree protette, come già esplicitate nell identificazione dei corridoi. In terzo luogo saranno raccolte le informazioni relative alle proprietà dei terreni e alle aziende agricole, sempre con riferimento alle aree direttamente interessate dai varchi e più in generale a quelle ricadenti nei corridoi o di particolare significato ai fini della connessione. Si procederà prima delimitando le aree d interesse e poi acquisendo le informazioni inerenti, accedendo ai dati catastali o consultando altre banche dati regionali, provinciali, delle associazioni di categoria ed anche dell Istat; si prevede una restituzione cartografica, funzionale a favorire il successivo coinvolgimento dei soggetti interessati. L'analisi cartografica degli usi del suolo, con un discrimine tra zone urbanizzate e aree libere, si ritiene non essere del tutto idonea per selezionare i corridoi ecologici o quantomeno non assicura la piena funzionalità degli stessi; allo stesso modo, l individuazione degli elementi strutturali del paesaggio, non sempre coincide, anche quando questi assumono una connotazione positiva, con la funzionalità connettiva per determinate specie. La fauna, in alcuni casi, può trovare difficoltà a disperdersi lungo aree che, ad una prima lettura, appaiono ottimali ma in verità, per dimensioni, forma, qualità ambientale o presenza di disturbi legati all effetto margine, non risultano funzionalmente connettive. La verifica dell idoneità alla connessione ecologica non può prescindere dalla considerazione dell ecologia delle singole specie e da un attento rilievo dei caratteri di un territorio. La successiva correlazione tra le esigenze ecologiche di tali specie e le componenti vegetazionali o gli habitat, effettivamente presenti, consentirà di verificare l idoneità dei corridoi e di individuare gli interventi che possono rendere gli stessi funzionali, nel loro ruolo di connessione. In tale fase saranno acquisite anche le informazioni disponibili riguardanti gli elementi paesaggistici, la componente vegetazionale, gli usi reali del suolo e la caratterizzazione agronomica del territorio, che costituiranno la base di riferimento per la conduzione dell analisi di campo ed i successivi approfondimenti. L analisi preliminare della struttura e della configurazione spaziale del mosaico ambientale (attraverso l utilizzo di banche dati e supporti informativi disponibili, quali le ortofoto, il DUSAF, Corine Land Cover IV Livello, ecc.) consente, infatti, di individuare, ad una grande scala, gli elementi principali, che potranno essere distinti e categorizzati secondo la loro tipologia, estensione, forma, qualità, grado di isolamento, articolazione spaziale e relazioni funzionali. Anche la matrice antropica potrà essere caratterizzata in base alla sua tipologia e origine, al grado di trasformazione e ad altre variabili ecologiche e spaziali. Gli elementi, rappresentati secondo un approccio strutturale, forniranno informazioni utili per l impostazione delle fasi successive del lavoro, relative all analisi funzionale. Per quanto riguarda l analisi della pianificazione si prevede di restituire il quadro dei diversi strumenti, territoriali e urbanistici (PTC della Provincia, PGT dei Comuni, PTC dei Parchi), e di settore (Piani forestali, Piani di gestione dei SIC, ecc.), al fine di evidenziare il grado di attenzione prestato agli aspetti ecosistemici e quindi gli elementi di coerenza ma anche le situazioni di 22

23 possibile conflitto, per utilizzo o prevista trasformazione antropica del territorio, con le politiche finalizzate alla realizzazione delle connessioni; l analisi riguarderà gli ambiti già identificati come problematici (i varchi della RER) o strategici per le interconnessioni (i corridoi della REP), includendo, in quest ultimo caso, il sistema delle Rogge. Allo stesso modo si restituiranno le indicazioni contenute nei piani di gestione delle aree protette, formulate come strategie o azioni puntuali di tutela di specie e habitat. Soggetti coinvolti Il Comune di Treviglio, Ciserano e Arzago d Adda e i diversi enti gestori delle aree protette coivolte nel progetto saranno impegnati nella restituzione di tutti i dati già disponibili per la realizzazione della prima fase dello studio di fattibilità. Legambiente Lombardia supporterà i partner di progetto. Saranno inoltre coinvolti i Comuni dell area vasta: Agnadello, Arcene, Bariano, Brignano Gera d'adda, Caravaggio, Cassano d'adda, Castel Gabbiano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fara Gera d'adda, Fornovo San Giovanni, Misano di Gera d'adda, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Pognano, Pontirolo Nuovo, Rivolta d'adda, Romano di Lombardia, Spirano, Vailate. Risorse I Comuni metteranno a diposizione personale interno per recuperare i dati necessari che un consulente esterno elaborerà per redigere la parte di analisi territoriale. Collaboratori di Legambiente Lombardia elaboreranno mappe tematiche a supporto della redazione del testo dello studio. Tempi di realizzazione L azione 1 verrà avviata il 1 dicembre 2014 e terminerà il 31 maggio Soggetti beneficiari Gli enti gestori di aree protette e i Comuni aderenti potranno ricevere informazioni utili in modo organico e di sistema, attraverso una visione del territorio come rete e non come singole aree tutelate. Risultati attesi I prodotti finali di tale attività saranno rappresentati da una relazione descrittiva, comprendente la check list delle specie faunistiche presenti, e da elaborati cartografici, con tavole tematiche sugli usi del suolo e la vegetazione, sulle previsioni territoriali e loro relazione con la Rete, sulla distribuzione e dimensione delle proprietà e sulla connotazione strutturale delle aziende agricole. Criteri di valutazione Gli indicatori da utilizzare per valutare l efficacia dell azione uno: Numero di amministrazioni comunali attive e collaborative. Quantità di informazioni condivise su specie faunistiche e vegetazionali ed elaborati cartografici. Eterogeneità dei portatori di interesse coinvolti. 23

24 5.2 AZIONE 2 - Contesto territoriale A seguito dei dati raccolti ed elaborati dall azione uno si svolgerà anche l analisi di campo per il rilievo degli usi reali del suolo e della vegetazione, finalizzata, in particolare, ad evidenziare i caratteri naturali, anche residui o legati alla matrice agricola, di importanza ecologica in ambiti interessati da processi di urbanizzazione o di semplificazione colturale. Al contempo, si effettuerà la caratterizzazione degli elementi di discontinuità, principali o minori, che possono ostacolare, in maniera significativa, la dispersione della fauna, dando ovviamente priorità ai varchi da deframmentare. L analisi critica delle informazioni raccolte consentirà una prima selezione delle possibili modalità d intervento, secondo logiche di priorità e opportunità. Il quadro complessivo delle specie faunistiche presenti, come restituito nella prima fase, sarà utilizzato per procedere all identificazione di quelle focali, sulla base del loro status e livello di protezione e della loro sensibilità alle componenti della frammentazione (area, isolamento, disturbi specifici), sviluppando quindi una analisi strutturata (secondo la metodologia proposta da Ewers e Didham, 2006) ed evitando scelte fatte a priori, considerando specie carismatiche. Si precisa che non si prevede di identificare 3 o 4 specie di riferimento quanto di individuare un gruppo di specie, rappresentative delle differenti tipologie ecosistemiche. Le indagini di campo consisteranno in rilievi puntuali, per la caratterizzazione dei fattori di frammentazione e delle barriere alla connettività, principalmente riconducibili alle infrastrutture viarie e ferroviarie; si prevede di restituire, per ognuno dei casi, una scheda descrittiva, corredata di immagini. Al contempo si prevede di rilevare le discontinuità indotte dalla presenza di strutture antropiche, lineari e diffuse, di piccola e media grandezza, quali i piccoli muri perimetrali o le recinzioni, entrambe solitamente non riportate, per evidenti problemi di scala, nella cartografia. Il rilievo sul territori sarà condotto anche al fine di identificare le caratteristiche vegetazionali, paesaggistiche ed ecologiche strutturali dell area d indagine e quindi restituire le stesse in un quadro aggiornato; le porzioni di territorio associate ai corridoi e ai varchi, quasi sempre esterne, come in tale caso, ai Parchi regionali ed ai siti della Rete Natura 2000, non sono solitamente oggetto di studi specifici. Ciò consentirà di individuare e cartografare sia le differenti tipologie ecosistemiche, anche residuali, sia gli elementi lineari (piccole siepi, filari) o puntuali (grandi alberi, piccole aree umide) che rivestono comunque un ruolo ecologico. A seguito dell individuazione delle specie focali obiettivo e delle componenti vegetazionali e rurali, si passerà alla lettura funzionale della struttura territoriale, per la quale si farà riferimento ai modelli proposti in letteratura, che tengono conto del ruolo ecologico e funzionale dei differenti ambienti per singole specie. L uso di questi modelli consente di valutare, in linea teorica e potenziale, le relazioni tra la tipologia e la configurazione spaziale degli elementi del paesaggio e la presenza, distribuzione e abbondanza di specie e comunità. All interno dei diversi corridoi e per i diversi tratti si potranno quindi identificare le aree maggiormente idonee alla realizzazione degli interventi, di rinaturalizzazione e miglioramento ambientale, indicativamente comprendenti la ricostituzione di habitat, la tutela di elementi naturali residuali, il mantenimento di idonee pratiche colturali. La base conoscitiva e le cartografie prodotte in questa fase, arricchite con le informazioni acquisite con l analisi sul campo, verranno utilizzate per il supporto alla scelte, nell ottica di un percorso trasparente e strutturato della fase progettuale; a tale fine costituiranno materiale utile di appoggio per lo svolgimento del percorso partecipato. Tale documentazione, inoltre, costituirà un tassello importante per impostare un set di indicatori territoriali su temi specifici (es. grado di naturalità, isolamento delle aree, prossimità a fonti di disturbo, ecc.) e per fornire una lettura sintetica e immediatamente comprensibile dello stato attuale dell ambiente, da mettere a confronto con le fotografie successive, in modo da cogliere le variazioni delle condizioni strutturali. 24

25 Incrociando le considerazioni relative ad aspetti ecologici con quelli derivati dall analisi urbanistica e amministrativa, si giungerà alla definizione di un novero di aree su cui concentrare prioritariamente l attenzione e quindi verificare la fattibilità degli interventi, sotto il profilo tecnico, economico, amministrativo. Come già evidenziato, la selezione delle aree si fonda sulla preliminare identificazione delle specie focali e obiettivo. Soggetti coinvolti I partner di progetto svolgeranno un ruolo attivo nel recupero delle informazioni e dei dati delle indagini ecologiche. Risorse I Comuni coinvolti nell azione metteranno a disposizione strumenti, personale interno e consulenti esterni per la raccolta e l elaborazione dei dati necessari per l azione successiva, di definizione di interventi strategici per la connessione ecologica locale. Collaboratori di Legambiente Lombardia forniranno supporto per le elaborazioni cartografiche. Tempi di realizzazione L azione due inizierà al termine dell azione 1 e si svilupperà dal 1 giugno 2015 al 30 novembre Soggetti beneficiari Gli enti gestori delle aree protette e i comuni coinvolti avranno a disposizione indagini approfondite e aggiornate sullo stato di fatto ecologico del territorio con una visione di sistema. Risultati attesi I prodotti finali di tale attività saranno rappresentati da una relazione descrittiva e da cartografie relative sia al rilievo condotto, sulla copertura reale del suolo, sia all analisi della funzionalità ecologica specie-specifica del territorio. Criteri di valutazione L individuazione di gruppi di specie focali da utilizzare nelle fasi successive del progetto sarà un indicatore essenziale dell efficacia dell azione due. 25

26 5.3. AZIONE 3 - Definizione degli interventi L azione tre consiste nell identificazione, per i diversi tratti di corridoio e varchi, dei tipi d intervento che possono essere ragionevolmente proposti e in una valutazione della loro fattibilità tecnica, economica e amministrativa, che dovrà scaturire anche dal confronto, attraverso l organizzazione di appositi incontri, con i proprietari dei terreni e le aziende agricole e, nel caso, con i gestori delle infrastrutture che, allo stato attuale, si configurano come barriere ; il tutto, anche al fine di vagliare la disponibilità dei diversi soggetti a sostenere gli interventi ipotizzati. La scelta dei tipi d intervento, di deframmentazione e qualificazione ecosistemica, per quanto attiene agli aspetti tecnici, scaturisce, dalla precedente individuazione delle specie focali e obiettivo e da una attenta verifica delle soluzioni proposte in letteratura e da una lettura di alcuni casi di successo, relativi ad opere già realizzate. Le categorie d intervento che si ritiene potranno essere proposte comprendono: - interventi di deframmentazione (ad es. sottopassaggi o sovrappassi per la fauna), in presenza di barriere costituite da infrastrutture lineari o urbanizzazioni diffuse che ostacolano in maniera decisiva le dinamiche di spostamento della fauna; - interventi di rinaturalizzazione (siepi, filari o macchie boscate all interno di terreni agricoli) e di riqualificazione delle fasce riparie, in grado di incrementare la funzionalità ecologica del territorio e, più in generale, valorizzare gli ambienti idrici-umidi, di cui ai fontanili e alle rogge, e le aree rurali. Una volta definite le caratteristiche degli interventi (tipologia ed esatta localizzazione), tali da conseguire i maggiori risultati sotto il profilo della connettività ecologica, verrà compiuta una prima valutazione della fattibilità tecnica, economica ed amministrativa. Tale attività sarà condotta attraverso un trasparente processo partecipato, anche attraverso una serie d incontri coi proprietari delle aree e gli Enti territoriali interessati, finalizzati a verificare la reale disponibilità a modificazione lo stato attuale e definire le condizioni tecnico-economiche di dettaglio, per la futura realizzazione degli interventi. Indicativamente, si punterà a interventi multifunzionali, in grado cioè di migliorare, in maniera significativa, il livello di connettività ecologica del territorio e di assolvere, allo stesso tempo, ad altre funzioni, quali la mitigazione dell inquinamento diffuso, la valorizzazione paesaggistica e l incremento della fruibilità territoriale, allo scopo di aumentare il valore delle azioni proposte e di rendere maggiormente convincenti le stesse. Per quanto attiene alle zone agricole si terrà conto dei supporti finanziari già disponibili per la realizzazione di sistemi verdi (ad esempio le misure agro ambientali del PSR) o di altre tipologie di finanziamento, quali i programmi europei. A seguito del citato confronto, si procederà alla definizione preliminare dei principali caratteri progettuali, corredati da un quadro dei costi di massima per la loro realizzazione e futura gestione ambientale e si punterà a definire un accordo preliminare con i diversi soggetti interessati, a partire dai proprietari e dalle aziende agricole. Soggetti coinvolti I soggetti pubblici e privati proprietari e/o gestori delle aree interessate dagli interventi proposti saranno direttamente coinvolti. Risorse Legambiente Lombardia metterà a disposizione le sue competenze per elaborare lo studio di fattibilità in particolare dal punto di vista politico, giuridico e sociale. I Comuni incaricheranno dei consulenti esterni per la redazione delle schede tecniche degli interventi realizzativi. Tempi di realizzazione La durata dell azione tre è di 9 mesi, a partire dal 1 dicembre

27 Soggetti beneficiari Gli enti pubblici e i soggetti privati, gli agricoltori che avranno un ruolo attivo nelle proposte di intervento dello studio di fattibilità. Risultati attesi I prodotti finali di questa attività saranno una relazione esplicativa delle valutazioni di fattibilità condotte, corredata da schede progettuali di sintesi per ciascuna delle aree di intervento identificate (varchi e corridoi). Le schede conterranno il disegno di massima della sistemazione del terreno, degli interventi di piantumazione e riqualificazione ambientale, della collocazione degli eventuali manufatti necessari. Nel complesso, al termine delle attività, lo Studio, redatto secondo le indicazioni formulate nel Bando della Fondazione Cariplo, conterrà, in forma coordinata, i seguenti elaborati: - Relazione d inquadramento con Check list delle specie faunistiche presenti e identificazione delle specie focali e obiettivo. - Cartografie tematiche sull uso e copertura del suolo e sulla funzionalità ecologica speciespecifica. - Rapporto di analisi con la valutazione della funzionalità ecologica del territorio; - Schede descrittive degli ambiti di intervento che conterranno le distinte analisi di fattibilità tecnico-giuridica ed economica. - Accordi preliminari tra proprietari delle aree e gli Enti, per la futura realizzazione degli interventi. Criteri di valutazione Gli indicatori che verranno considerati sono: - Numero di interventi individuati dallo studio. - Numero varchi interessati dagli interventi proposti. - Specie animali e vegetali tutelate grazie agli interventi previsti. 27

28 5.4 AZIONE 4 - Partecipazione e comunicazione L azione quattro, attività trasversale alle azioni precedenti, si sviluppa per tutta la durata del progetto e prevede il coinvolgimento diretto dei portatori d interesse locali, che possono svolgere un ruolo attivo e costruttivo per l individuazione di interventi concreti, efficaci e fattibili. Per questo motivo saranno costituiti tavoli di lavoro periodici a cadenza quadrimestrale durante i quali saranno invitati rappresentanti delle aree protette, agricoltori, proprietari terrieri, associazioni locali. I tavoli così proposti garantiranno un efficace coerenza delle analisi cartografiche, delle indagini ecologiche e della definizione degli interventi con le realtà locali, in quanto offrono la possibilità di cogliere suggerimenti e indicazioni da soggetti che vivono quotidianamente nel territorio individuato dal progetto. Inoltre le aree potenzialmente interessate dagli interventi sono sia di proprietà pubblica che privata, quindi il coinvolgimento del distretto agricolo della Bassa Bergamasca nei gruppi di lavoro è strategico perché gli interventi delineati nello Studio possano effettivamente essere attuati. La multidisciplinarietà dei componenti del percorso partecipativo di co-progettazione permetterà di raccogliere differenti punti di vista e creare sinergie tra i diversi soggetti portatori d interesse per conseguire obiettivi condivisi di conservazione e valorizzazione del territorio. Nell ambito del progetto saranno organizzati almeno cinque momenti di presentazione pubblica dello stato d avanzamento delle azioni previste per sensibilizzare e responsabilizzare le comunità locali. Infine la comunicazione e la diffusione dei risultati del progetto sono fondamentali per assicurare il consenso della cittadinanza locale agli interventi di valorizzazione e conservazione della rete ecologica proposti dallo studio. A conclusione dello Studio, si prevede di predisporre una pubblicazione scientifica e divulgativa online, open source, disponibile sui siti dei partner e dei sostenitori del progetto. Soggetti coinvolti I partner di progetto saranno disponibili a partecipare a tutti i momenti di partecipazione previsti e i consulenti coinvolti nel progetto saranno presenti per offrire il supporto tecnico scientifico. Risorse Legambiente Lombardia si occuperà di coordinare con i suoi collaboratori e consulenti i tavoli di lavoro e i momenti pubblici, nonchè la predisposizione del documento finale di sutdio di fattibilità. Tempi di realizzazione L azione 4 si svilupperà durante tutte le fasi progettuali a partire dal 1 dicembre 2014 sino a chiusura delle attiivtà previste al 30 settembre Soggetti beneficiari Il percorso partecipativo proposto coinvolgerà tutti i soggetti della comunità: associazioni locali, proprietari terrieri, agricoltori, enti pubblici, gestori di aree protette e singoli cittadini. Risultati attesi Il risultato finale dell azione comunicazione e partecipazione sarà la predisposizione del documento dello studio di fattibilità, redatto tenendo conto di tutti gli apporti dei soggetti coinvolti nel percorso di co-progettazione e reso disponibile online. Criteri di valutazione Gli indicatori considerati per valutare i risultati dell azione 4 sono i seguenti: Numero di eventi/iniziative organizzati. Numero di utenti raggiunti/persone presenti. Numero di enti/stakeholders attivati nella comunicazione. 28

29 6. EQUIPE DI LAVORO Simona Colombo, Legambiente Lombardia Onlus Marzio Marzorati, Legambiente Lombardia Onlus Tiziano Cattaneo, Area Territorio - Legambiente Lombardia Onlus tiziano.cattaneo@legambientelombardia.it Mario Miglio, Ambiente Italia mario.miglio@ambienteitalia.it Caterina Benvenuto benvenuto.caterina@gmail.com Equipe tecnica Comune di Treviglio: Valentino Rondelli, Paolo Mattarozzi, Luca Zambotti, Monica Finardi Contributo di Laura Adele Maria Puatto, Provincia di Milano, settore agricoltura 7. SOSTENITORI DEL PROGETTO Parco regionale Adda Nord 29 Parco regionale Serio Distretto Agricolo della Bassa Bergamasca doing_wp_cron= Legambiente Bassa Bergamasca Legambiente Bergamo Legambiente Agorà, Cologno al Serio Legambiente C.E.R.C.A. Brembo, Filago Slow Food Bassa Bergamasca Amici Parco del Roccolo (Treviglio) Comitato Tutela Ambiente Fara Gera d Adda Comitato Tutela Ambiente Treviglio Comune di Vailate categorie=1648,&ordinamenti=ar,dd&stati=n,n&elenchi=8&mec_id=129&mec_i DFiglie=0&ARE_ID=32 Comune di Bariano Comune di Castel Rozzone Comune di Brignano Gera d Adda Comune di Fara Gera d Adda Comune di Casirate d Adda

30 8. QUADRO NORMATIVO Accordi internazionali: Convenzione di Rio de Janeiro sulla diversità biologica, 1992 Unione Europea Direttiva 92/43/CEE "Habitat". Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. (integrata dalla sentenza della Corte di Giustizia UE 11/04/2013 art. 6) Direttiva 2009/147/CE Uccelli, Conservazione dell'avifauna selvatica. (abroga la Direttiva 79/409/CEE) Repubblica Italiana L.394/1991 Legge quadro sulle aree protette L.157/1992 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio D.P.R.357/1997 e smi: Regolamento recante Attuazione alla Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e flora e fauna selvatiche D.M.3/09/2002 Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 D.P.R.12/03/2003, N. 120 (G.U. N. 124 del 30/05/2003) D.Lgs.42/04 Codice dei beni culturali e del paesaggio (G.U. 284 del 23/10/1997) D.M. 17/10/2007 Misure di conservazione per le ZPS e le ZSC D.Lgs 228/2001 Orientamento e Modernizzazione del Sistema Agricolo Regione Lombardia: L.R.86/1983 Piano regionale delle aree protette L.R.26/1993 Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell equilibrio ambientale e disciplina venatoria L.R.27/2004 Tutela e valorizzazione delle superficie, del paesaggio e dell economia forestale L.R.12/2005 Governo del Territorio L.R.16/2007 Testo unico delle leggi regionali in materia di istituzioni di parchi Regolamento Regionale n. 5/2007 Norme forestali regionali L.R.17/2007 Modifiche alla LR n. 26/1993 L.R.12/2011 Nuova organizzazione degli Enti Gestori delle Aree Protette D.C.R.276/2011 Piano Territoriale Regionale D.G.R.7/14106/2003 Elenco dei proposti Siti di Importanza Comunitaria D.G.R.7/19018/2004 Applicazione delle procedure di valutazione di incidenza per le ZPS D.G.R.8/1791/2006 Rete Europea Natura 2000, individuazione dei gestori di 40 ZPS e delle misure di conservazione transitorie per le ZPS e definizione delle misure per l adozione e l approvazione dei piani di gestione dei siti D.G.R.8/3798/2006 Rete Natura 2000: modifiche ed integrazioni D.G.R.8/6238/2007 Piano Regionale delle Aree protette D.G.R.8/10962/2009 Rete Ecologica Regionale D.G.R.8/8515/2008 Rete Ecologica Regionale e Programma Territoriale degli Enti Locali L.R. 1/2007 Strumenti di Competitività per le Imprese e per il Territorio Lombardo D.R.G.8/10085/2009 Requisiti per l'accreditamento dei Distretti Agricoli 30

31 STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE PTR Piano Territoriale Regionale RER Rete Ecologica Regionale PRAP Piano Regionale Aree Protette PPR Piano Paesistico Regionale PTC Piani Territoriali dei Parchi Regionali PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale PIF Piano di Indirizzo Forestale PFVP Piano Faunistico Venatorio Provinciale Piano Ittico Provinciale Piani d Area Regionali per i Navigli Linee Provinciali di Indirizzo per la pianificazione e la gestione dei PLIS Contratti di Fiume Protocollo Dorsale Verde Nord Milano Piani di Gestione SIC e ZPS PGT comunali (Grazie al contributo di Laura Adele Maria Puatto, Provincia di Milano, settore agricoltura) 31

32 9. BIBLIOGRAFIA Biodiversità a Rischio a cura di Legambiente, maggio default/files/docs/rapporto_biodiversita_2014.pdf Specie e habitat di interesse comunitario in Italia: distribuzione, stato di conservazione e trend. ISPRA Rapporto_2014_194.pdf Studio sulla biodiversità degli ambienti terrestri nei Parchi del Ticino (2008) Giuseppe Bogliani, Guido Trivellini, Sara De Angelis, Augsto Gentili, Stefano Maretti, Alessandro Fantoni, Nicola Pilon, Stefano Basso, Massimiliano Lupi. studi%20non%20pubblicati/ricerca%20%20biodiversità%20parco%20ticino-relazione % pdf Ambiente Italia (2012), Rapporto Annuale di Legambiente Il consumo di suolo in Italia, Edizioni Ambiente. Andrèn, H. (1994), Effects of habitat fragmentation on birds and mammals in landscapes with different proportions of suitable habitat: a review. Oikos, 71: APAT INU (2003), Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale. Indirizzi e modalità operative per l'adeguamento degli strumenti di pianificazione del territorio in funzione della costruzione di reti ecologiche a scala locale. Manuali e linee guida 26/2003 APAT. Battisti, C. (2004), Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche. Un contributo teorico e metodologico con particolare riferimento alla fauna selvatica, Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche agricole, ambientali e Protezione civile. Battisti C., Romano B. (2007), Frammentazione e connettività. Dall'analisi ecologica alla pianificazione ambientale, CittàStudi Edizioni. Bettinger P., Graetz D., Sessions J. (2005), A density-dependent stand-level optimization approach for deriving management prescriptions for interior Northwest (USA) landscapes, For. Ecol. Manage., 217: Bogliani G. Agapito Ludovici A. Arduino S. Brambilla M. Casale F. Crovetto M. G., Falco R. Siccardi P. Trivellini G. (2007). Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana lombarda. Fondazione Lombardia per l Ambiente e Regione Lombardia, Milano. CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano - Legambiente - I.N.U. (2011), Rapporto 2010, INU Edizioni. CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo, DiAP Politecnico di Milano - Legambiente - I.N.U. (2012), Rapporto 2012, INU Edizioni. CRCS - Centro di Ricerche sui Consumi di Suolo (2012), Terra Conservare le superfici, tutelare la risorsa: il suolo, un bene comune, Maggioli Editore. Dinetti M. (2000), Infrastrutture ecologiche. Il Verde Editoriale, Milano. Franco D. (2000), Paesaggio, reti ecologiche ed agroforestazione. Il Verde Editoriale, Milano. Gussoni S. (a cura di) (2004), Provincia di Milano. Rete ecologia e fauna terrestre. Studi e progetti, Quaderni del Piano Territoriale n. 23, Edizioni Guerini ed Associati, Milano. ONCS - Osservatorio Nazionale sul Consumo di Suolo, DiAP Politecnico di Milano - Legambiente I.N.U. (2009), Primo rapporto nazionale sui consumi di suolo, Maggioli Editore. Provincia di Milano, Settore Pianificazione Territoriale e Programmazione delle Infrastrutture (2003), Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. 32

33 Provincia di Monza e della Brianza, Settore Pianificazione Territoriale e Parchi (2011), Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Sartori, F. (a cura di) (1998), Bioindicatori ambientali, Fondazione Lombardia per l Ambiente. Sutherland, W. L. (1996), Ecological census techniques: a handbook, Cambridge University Press, Cambridge, UK. Saunders D.A., Hobbs R.J., Margules C.R. (1991), Biological consequences of ecosystem fragmentation: a review. Conserv. Biol., 5: Savard J.P.L. Clergeau P. Mennechez G. (2000), Biodiversity concepts and urban ecosystems. Landscape and Urban Planning, 48 (3-4):

34 10.ORGANIZZAZIONI PARTECIPANTI AL PROGETTO COMUNE di TREVIGLIO Piazza L. Manara Treviglio (BG) Tel Fax COMUNE di ARZAGO D ADDA Piazza Indipendenza Arzago d Adda (BG) Tel Fax COMUNE di CISERANO Piazza Giovanni XXIII Ciserano (BG) Tel Fax LEGAMBIENTE LOMBARDIA ONLUS Via Bono Cairoli, Milano 34

35 COMUNE DI TREVIGLIO (capofila) Treviglio (abitanti al censimento 2013: , superficie 31,54 Kmq), maggiore città della Gera d'adda, cioè del basso territorio fra l'adda e il Serio, seconda città della provincia di Bergamo, è situata a sud del capoluogo, nella pianura padana fertile e ben irrigata. La sua posizione strategica è evidenziata dal crocevia di strade e ferrovie che la collegano con Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Milano. A Treviglio fu appunto costruita la seconda ferrovia in Italia, la quale partiva appunto da Treviglio e finiva a Milano. È anche conosciuta come la città dei trattori per la presenza della SAME Deutz-Fahr Group, colosso mondiale nella produzione di trattori e macchinari agricoli. Territorio Nonostante faccia parte della media pianura padana, la città di Treviglio presenta dei dislivelli di 15 metri vicino all'adda, dovuti alla presenza di un terrazzamento morfologico denominato costa trevigliese. Il nucleo centrale della città sorge a 125 metri sul livello del mare, anche se l altitudine varia di 35 metri, diminuendo progressivamente nel passaggio dalla zona nord-est alla zona sudovest. Il terreno di Treviglio è d'origine alluvionale, e presenta strati composti principalmente da ghiaia, sabbia più in profondità anche da arenaria. Dopo il primo strato d'origine alluvionale, il terreno presenta poi strati d'origine quaternaria marina, pliocene, Langhiano, Aquitaniano ed infine Olocene. La parte occidentale del territorio comunale è attraversata da un terrazzo morfologico (costa trevigliese) che suddivide così il comune in due zone morfologicamente differenti: quella orientale n cui si trova il centro abitato, gran parte della Geromina e la totalità di Battaglie e di Castel Cerreto risale al Pleistocene, mentre una limitata porzione occidentale, comprendente la cascina di Pezzoli e il laghetto Treviza risale all'olocene. Treviglio, pur trovandosi a pochi chilometri dall'adda, non viene lambita da alcun fiume, tuttavia è attraversato da molteplici fossi di cui uno, derivato dal fiume Brembo, lambisce il centro storico, attraverso la roggia mulina che dall'epoca medioevale portava l'acqua nel fossato del borgo, oggi posto sotto la circonvallazione. Come mostrato dai plastici di differenti epoche storiche posti nel museo civico, il fossato era prima articolato in tre piccoli canali, poi riuniti in uno unico. La copertura del fossato, iniziata nel XIX secolo fu completata nella prima metà del XX secolo. Per questi motivi, dal punto di vista idrogeologico, pur non presentando gravi segni di dissesto, è in parte a rischio in caso d'alluvione. Tale rischio è maggiore nella zona superiore del territorio comunale data la presenza del fosso bergamasco, e di un grosso fosso da esso derivato. Sono, inoltre, presenti quattro pozzi per acqua di cui tre situati in prossimità del centro storico e due cave, una vicina alla strada che conduce a Badalasco e l altra a quella per Casirate d Adda. Cave come queste in passato sono state trasformate in laghi; il miglior esempio è il laghetto Treviza nei pressi del Roccolo. Tra gli altri laghi artificiali era presente in passato l'attuale cava della Vailata, divenuta tale a causa di fenomeni di erosione. Il clima della città è poco mite dato che risulta molto caldo d'estate e molto freddo in inverno con presenza di nebbia e una o più nevicate all'anno. In autunno e primavera è piovoso con lunghi periodi di pioggia. La sua storia Le origini di Treviglio risalgono all'alto Medioevo, anche se non mancano reperti di età precedente, dall'unione di tre diversi insediamenti (villae): Cusarola di origine gallica a nord, Pisgnano di origine romana a sud e Portoli di origine longobarda ad ovest, un porto vicino all Adda. Il primo nucleo del paese era cinto di mura, con tre differenti porte orientate ciascuna verso gli insediamenti originari. 35

36 L'unione dei comuni aveva uno scopo difensivo e di condivisione dei prodotti agricoli. Il primo documento ufficiale che cita il nuovo borgo risale al novembre 964 ed è un contratto di permuta, riguardante la vendita di alcune pertiche di un campo stipulato tra il vescovo di Bergamo, Odelrico, e Garibaldo da Stagiano. L'antica organizzazione amministrativa di Treviglio prevedeva l'elezione diretta di venti consoli per ciascuno dei tre borghi originari, per un totale di 60 consoli. Essi rimanevano in carica per soli sei mesi, in modo tale che tutti gli abitanti a turno reggessero le sorti del paese. Treviglio fu sempre estremamente gelosa delle proprie libertà. Arimannia longobarda, cioè comunità di uomini liberi, e corte regia fin dal suo inizio, intorno all'anno mille si dà al monastero benedettino milanese di S. Simpliciano, conservando però gran parte della sua autonomia come dipendente direttamente dall'imperatore. Verso il 1225 si riscatta a pagamento e diventa comune autonomo con alterne vicende di libertà fino al 1333, in cui si dà con patto di fedeltà personale ai Visconti di Milano, non come feudo, ma come Terra Separata con giurisdizione autonoma. Il borgo giungerà addirittura ad acquisire da sé in vari periodo i diritti di infeudamento a cui veniva sottoposto forzatamente. Le sue autonomie, anche se progressivamente minori, dureranno fino al 1760 e ancora sotto Napoleone I sarà terra separata per tributi. Come imponevano già i suoi statuti due-trecenteschi, Treviglio non volle mai ospitare famiglie nobili fino al XVII secolo per non rischiare di subirne l'oppressione e risulta perciò povera di palazzi signorili, mentre é ricca di testimonianze storiche artistiche e religiose. Fra esse: la basilica Minore di S. Martino e S. Maria Assunta, vero museo d'arte che custodisce anche la stupenda "Pala D'Oro" dello Zenale e del Butinone, capolavoro incontrastato del 400 lombardo; la grandiosa torre campanaria romantica di 68 m d'altezza, il Santuario della "Madonna delle Lacrime" in memoria di un fatto miracoloso del 28 Febbraio 1522 (data della festa patronale cittadina); i chiostri dei grandi monasteri delle Agostiniane e delle Clarisse e molte altre opere minori. A Treviglio, comunità assai vivace, di larga partecipazione democratica e oggi ricchissima di volontariato, è sempre stata notevole l'iniziativa imprenditoriale. L'agricoltura, insieme al commercio, é stata predominante fino a pochi decenni fa con un fiorente artigianato soprattutto del mobile intarsiato e una forte produzione di seta di cui facevano fede gli oltre gelsi impiantati sul territorio e di cui rimangono ora pochissimi esemplari. Oltre all'agricoltura, commercio e artigianato, negli ultimi decenni si sono sviluppati fortemente il terziario e soprattutto l'industria, specie nei settori metalmeccanico, elettromeccanico e chimico. Le due principali industrie collocate sul territorio trevigliese sono il gruppo SAME LAMBORGHINI HURLIMANN (trattori agricoli) e la BIANCHI (biciclette), entrambe leader mondiali nel loro settore. Manifestazioni Festa patronale della Madonna delle lacrime: ultimo giorno di febbraio. In questa occasione il Cardinale di Milano tiene una messa solenne nel Santuario alla presenza delle autorità civili. È la festa più sentita, dato che si ricorda il pericolo di distruzione dal quale il borgo scampò con onore grazie all'intercessione della Madonna. Festa patronale di San Martino: celebrata non, come vuole la tradizione, il giorno 11 novembre ma il 9 novembre. Riferimenti utili 1) Informazioni comunali: 2) Informazioni: 3) Informazioni turistiche:

37 LEGAMBIENTE LOMBARDIA ONLUS (partner) Legambiente è un'associazione di uomini e donne accomunati dalla passione per il vivente e per l'ambiente, che si fa carico della complessità delle relazioni ecologiche, economiche e sociali tra persone, comunità, territorio, risorse naturali. Nata nel 1980 a Roma per porre riparo ai gravi problemi di inquinamento ambientale, sull'onda delle prime mobilitazioni antinucleari e per diffondere una nuova cultura scientifica radicata nell'amore per il vivente (Laura Conti), si è quindi subito diffusa in tutta Italia attraverso la rete dei Circoli (1000 gruppi locali, 20 comitati regionali e più di soci e socie), che sono oggi il luogo privilegiato della partecipazione e dell'azione. E' un organizzazione riconosciuta dal Ministero dell'ambiente come associazione d'interesse ambientale (Gazzetta Ufficiale n. 48, ), fa parte del Bureau Européen de l'environnement (B.E.E.), della International Union for Conservation of Nature (IUCN) e della CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi). Dal Congresso Nazionale di Firenze del 19 dicembre 1999 è un'organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (Onlus). Campagne e iniziative Tra le iniziative più popolari di LEGAMBIENTE vi sono grandi campagne di informazione e sensibilizzazione sui problemi dell'inquinamento: la Goletta Verde, il Treno Verde, Operazione Fiumi, che ogni anno 'fotografano' lo stato di salute del mare italiano, la qualità dell'aria e la rumorosità nelle città, le condizioni di inquinamento e cementificazione dei fiumi; Mal'aria, la campagna delle lenzuola antismog stese dai cittadini alle finestre e ai balconi per misurare i veleni presenti nell'aria ed esprimere la rivolta del 'popolo inquinato'. LEGAMBIENTE promuove anche grandi appuntamenti di volontariato ambientale che coinvolgono ogni anno centinaia di persone (Clean up the world/puliamo il Mondo l'ultima domenica di settembre, Spiagge Pulite, l'ultima domenica di maggio, i campi estivi di studio e recupero ambientale) ed è fortemente impegnata per diffondere l'educazione ambientale nelle scuole e nella società (sono migliaia le Classi per l'ambiente che aderiscono all'associazione e molte centinaia gli insegnanti che collaborano attivamente in programmi didattici, educativi e formativi). Di primaria importanza inoltre le iniziative volte alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano: Salvalarte e Voler Bene all'italia. Le attività in Lombardia I 110 Circoli della Lombardia sono coordinati da un ufficio regionale che ha sede a Milano. Ogni Circolo ha un'origine specifica legata sovente alle contraddizioni di quel territorio, realizza attività locali e di promozione delle campagne regionali e nazionali dell'associazione. A livello regionale esistono gruppi di lavoro che si occupano di singoli temi di attualità politico ambientali. Dal Congresso Straordinario di Milano (13 giugno 1998 Ufficio del registro Atti Privati Milano n serie 3A del ), in conformità al D. Lgs. 460/97, Legambiente Lombardia è un'organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale (Onlus). Le principali attività di Legambiente Lombardia, che coinvolgono molte e diverse risorse sia umane che economiche, vengono svolte in tanti luoghi quanti sono i Circoli e i comitati locali. L'origine di Legambiente è strettamente collegata alla lotta contro l'inquinamento INDUSTRIALE, anche oggi il nostro impegno in regione è legato alle zone contaminate e alle fonti di emissione. Realizziamo misurazioni dell'aria e del rumore in ambiente urbano anche attraverso il Treno Verde. Realizziamo corsi e iniziative sul compostaggio domestico, siamo impegnati a favore un'agricoltura più compatibile e meno dipendente da apporti chimici ed energetici. L'attenzione al problema dei RIFIUTI è per Legambiente un'opportunità per modificare il comportamento e le scelte di consumo dei cittadini e delle Pubbliche Amministrazioni. Ci prendiamo cura del TERRITORIO e dei PARCHI attraverso iniziative e manifestazioni in favore delle aree protette lombarde, dalla cintura verde di Milano all'intero arco alpino (CAROVANA DELLE ALPI), ai grandi laghi (GOLETTA LAGHI) e fiumi (OPERAZIONE FIUMI). Sosteniamo le azioni locali contro le speculazioni immobiliari. Piantiamo boschi e gestiamo aree naturali attraverso il sistema-progetto dei CUSTODI DEL TERRITORIO. Abbiamo steso al sole e allo smog lenzuola di "malaria"; realizzato manifestazioni in 37

38 bicicletta a sostegno dei mezzi pubblici. La SCUOLA E LA FORMAZIONE sono obiettivi privilegiati di lavoro attraverso diverse e creative attività realizzate con il coinvolgimento delle comunità scolastiche. La SOLIDARIETA' è alle origini del nostro impegno ambientalista. Abbiamo sviluppato competenze ed esperienza nel coinvolgimento dei singoli cittadini nella tutela e valorizzazione del territorio, promuovendo forme di cittadinanza attiva e diffondendo buone pratiche di stili di vita sostenibili: VIVI CON STILE. Legambiente Lombardia è impegnata particolarmente ad affrontare la tematica ACQUA, con campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e ai gestori dei locali come Imbrocchiamola (nata da un idea di Altreconomia) che con progetti rivolti alla cittadinanza e alle scuole come Acqua in Brocca, Milano da Bere (realizzati insieme all'università Bicocca), AcquaMente, Foto d Acqua (in collaborazione con Fondazione Idra), nonché con la realizzazione di documentari dedicati a fiumi come l'olona e il Lambro, proiettati all'interno di centinaia di iniziative pubbliche concepite per indurre discussione sui temi dell'inquinamento delle risorse idriche. Caposaldo dell'impegno di Legambiente in Lombardia è inoltre il tema del SUOLO e del suo consumo, a cui l'associazione ha dedicato molte iniziative di approfondimento, convegni, ha redatto una proposta di legge di iniziativa popolare e ha istituito (insieme all'istituto Nazionale di Urbanistica) il Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, presso il Politecnico di Milano. 38

39 COMUNE DI ARZAGO D ADDA (partner) Arzago d'adda (abitanti al censimento 2013: abitanti, superficie: 9,31 Kmq) è un comune lombardo in provincia di Bergamo, situato nella pianura bergamasca sud-occidentale, all'estremità del territorio provinciale, circa 21 km a sud-ovest del capoluogo, 22 km da Milano e 24 km da Lodi. Nel territorio di Arzago sorge il fiume Tormo, fiume risorgivo di pianura. Proprio per salvaguardare e valorizzare quest area ricca di fontanili e risorgive, e seriamente minacciata dall intervento dell uomo, Arzago ha dato vita, insieme ad altri comuni delle Province di Cremona e Lodi, al Parco Locale ad interesse sovracomunale (PLIS) del Fiume Tormo. La sua storia Il paese, tra i più antichi della Gera d Adda, era abitato già in epoca preromana da gruppi appartenenti alle tribù dei Liguri. I primi insediamenti stabili ed organizzati furono comunque opera dei Romani, i quali vi fondarono un pagus, ovvero una circoscrizione territoriale rurale. Di questo periodo restano la villa, risalente all epoca imperiale e scoperta solo di recente, e la colonna mozza (podestarile), che i podestà divevano abbracciare al fine di portare a termine il proprio mandato con la rettitudine salda propria della colonna stessa. Dopo il periodo dell Impero Romano, il paese fu soggetto alle scorrerie delle orde barbariche, seguite dall'arrivo dei Longobardi. A questo periodo risale il documento conosciuto come il testamento di Taido che, datato 774, cita l'esistenza dell'antica chiesa di San Lorenzo, sede battesimale e costruzione di riferimento per gran parte della Gera d Adda. Di questa antica pieve rimane oggi soltanto l abside, edificata in stile neogotico alla fine del XIX secolo. Con l'avvento del Medioevo, il paese, colpito dalle lotte fratricide tra guelfi e ghibellini, si dotò di fortificazioni a scopo difensivo, tra cui alcune torri ed un castello nel quale viveva la famiglia dei De' Capitani, detentrice del potere feudale fin dal Di questo castello, ristrutturato nel XVI e XVII secolo ed adibito a residenza signorile, si possono ancora ancora vedere le mura d ingresso in mattoni, con archi d ingresso al di sopra dei quali resistono quattro piccole statuette raffiguranti le quattro stagioni. Nei secoli seguenti si verificò la dominazione del Ducato di Milano, che inglobò i comuni all'epoca cremonesi della Gera d Adda e che durò fino al Proprio nel Settecento avvenne il radicamento della nobile famiglia milanese dei Sessa in territorio arzaghese, con l'acquisto della frazione Ravajola, precedentemente di proprietà dei marchesi Visconti di Brignano. I secoli a seguire non videro il paese al centro di particolari avvenimenti, tanto che da centro rinomato e di riferimento in tutto il circondario, Arzago divenne un piccolo e tranquillo borgo di pianura, dedito all agricoltura e all allevamento. Manifestazioni Festa Patronale (San Lorenzo): 10 agosto. Palio dei Rioni: giugno. Giunta alla sua sesta edizione, l iniziativa, che consiste in una serie di giochi a squadre, preceduti da una sfilata, persegue finalità di recupero della memoria 39

40 storica e culturale delle tradizioni locali, facendo leva sull antico dualismo fra i due principali rioni del paese: Elbrìik e Funtanèle. Festa di Primavera: fine maggio inizio giugno. Giornata mondiale contro l omofobia: maggio. Mercato settimanale: tutti i mercoledì. Riferimenti utili Informazioni comunali Informazioni Parco del Tormo Informazioni turistiche 40

41 COMUNE DI CISERANO (partner) Ciserano, (abitanti al censimento 2013: 5.832, superficie: 5,2 Kmq) detto Siserà in dialetto bergamasco, è situato nella pianura bergamasca a circa 13 chilometri dal capoluogo orobico. La sua storia I primi insediamenti abitativi sul territorio comunale sono molto antichi e risalgono all epoca romana, come si evince da alcuni ritrovamenti archeologici consistenti in alcune tombe ed annesso corredo funebre di età precristiana. I reperti, venuti alla luce in località Torchio, rappresentano uno dei numerosi segni della presenza romana nella zona occidentale della pianura bergamasca. Il paese di Ciserano in quel tempo era inoltre attraversato da un importante strada, in seguito denominata strada Francesca, che congiungeva Milano ad Aquileia ed era di beneficio quindi alla vita commerciale dell'intera zona. Qualche secolo più tardi la stessa strada divenne percorso abituale delle orde barbariche provenienti dal nord-est dell'europa, che portarono distruzione e terrore tra gli abitanti locali. Questa fu poi rimessa a nuovo dai Franchi, dai quali prese il nome, che la utilizzarono anche per il trasporto della salma dell'imperatore Ludovico II, figlio di Lotario, da Brescia al capoluogo lombardo. Con l avvento dei Franchi, che istituirono il Sacro Romano Impero, si verificò la nascita del feudalesimo che ebbe grande sviluppo nella bergamasca. Questo periodo storico fu caratterizzato da una profonda instabilità politica e sociale, dovuta anche ai numerosi scontri tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini. Anche Ciserano visse questa situazione, tanto da doversi dotare di fortificazioni a scopo difensivo, come evidenziato dalla cinta muraria che proteggeva il borgo, nel quale spiccava un castello con tanto di torre. A questa situazione pose fine l'arrivo della Repubblica di Venezia che, a partire dall inizio del XV secolo, permise alla popolazione di vivere un esistenza più tranquilla grazie ad una lungimirante politica in ambito sociale ed economico. A dimostrazione delle mutate condizioni sociali è la trasformazione del castello medievale, inglobato parzialmente nella chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Marco e Martino, edificata nel XVI secolo. I veneti inoltre posero una dogana ai margini del paese (sul confine con Boltiere) con tanto di guarnigione, dato che il confine con il Ducato di Milano era distante pochi chilometri, delimitato dal fosso bergamasco. In quella zona vi erano accampamenti, come ritroviamo nel cortile denominato Stal del Capitane (Cortile del capitano) che sta ad indicare insediamenti militari a controllo del confine tra i due ducati. La dominazione veneta terminò nel 1797 con l avvento della Repubblica Cisalpina, alla quale subentrarono, nel 1815, gli austriaci che instaurarono il Regno Lombardo-Veneto. L ultimo 41

42 cambiamento si verificò nel 1859 quando Ciserano, unitamente al resto della provincia bergamasca, entrò a fare parte del Regno d'italia. Il paese non visse eventi di particolare rilievo fino all immediato secondo dopoguerra, quando la zona posta ai margini orientali del territorio comunale (comprendente anche terreni di altri paesi limitrofi) fu interessata da un progetto, rimasto incompiuto, di urbanizzazione ed industrializzazione che prevedeva la creazione di un nuovo centro industriale con abitanti, chiamato Zingonia. Manifestazioni Festa Patronale (San Giuliano): la 3ª domenica di settembre. La festa di San Giuliano richiama in paese numerose persone: ha inizio con dei festeggiamenti in piazza a partire generalmente dal giovedì precedente, la domenica ha luogo la processione che conduce per le vie del paese la statua di San Giuliano; in serata si può assistere ai fuochi d'artificio. Manifestazione podistica: primi 10 giorni di maggio. Dalla durata di 24 ore, questa manifestazione richiama gruppi di atleti anche dai paesi vicini e lontani. Mercato settimanale: tutti i mercoledì. Riferimenti utili 4) Informazioni comunali: 5) Informazioni: Treviglio, 13 giugno

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