Appunti di storia Classe 5^- Prof.ssa Livia Dumontet
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2 LA CRISI DEL 29
3 La crisi del 1929 rappresenta un periodo della storia economica del Novecento durante il quale si ridussero su scala mondiale: Produzione Occupazione Redditi Salari Consumi Investimenti Risparmi Questa crisi fu unica soprattutto perché la contrazione dell attività economica fu in quegli anni molto rapida e radicale. Le cause La guerra aveva provocato gravi perdite di vite umane e di ricchezza a cui si erano aggiunti: il crollo politico dell Impero asburgico il sorgere dalle sue ceneri di numerosi stati (Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia), che avevano intrapreso una politica protezionistica la rivoluzione russa (con la conseguente esclusione dell economia sovietica dai liberi traffici mondiali) il collasso economico della Germania per le conseguenze del trattato di Versailles Negli anni precedenti alla guerra la maggior parte degli Stati occidentali erano riusciti a mantenere le monete vicine alla loro parità legale. La guerra aveva spezzato l equilibrio monetario raggiunto negli anni precedenti alla prima guerra mondiale 1. Durante la guerra gli Stati avevano emesso maggiore quantità di carta moneta ad eccezione degli Stati Uniti che riuscirono a mantenere inalterata la convertibilità del dollaro in oro. Durante il periodo postbellico la sudditanza economica dei Paesi Occidentali nei confronti degli U.S.A. fu incrementata dalla ricostruzione e dalle politiche liberiste 2. Ma quando le industrie europee, verso la metà degli anni Venti, incominciarono di nuovo a immettere sui mercati prodotti concorrenziali: l economia statunitense conobbe un eccesso di produzione i prodotti non potevano essere più esportati come prima verso l Europa le merci rimanevano invendute i profitti calavano industriali e agricoltori non potevano pagare i debiti contratti con le banche Il crollo di Wall Street La crisi si manifestò in maniera improvvisa ma non inattesa. Alla Borsa di Wall Street il primo giorno di panico fu il 24 ottobre 1929: 13 ML di azioni vennero vendute a prezzi inferiori a quelli di acquisto, cioè si ebbe un crollo dei titoli dei principali gruppi azionari e industriali. Il 29 ottobre 1929 (il cosiddetto giovedì nero) vennero vendute più di 16 ML di azioni: complessivamente furono svenduti 33 ML di titoli. Fu il più grave crollo borsistico dell economia capitalistica che generò la crisi economica mondiale definita la Grande depressione. Il crollo di Wall Street fu il segnale della depressione causata dallo sconvolgimento economico e finanziario prodotto dalla prima guerra mondiale Le conseguenze La conseguenza diretta del crollo della borsa fu la caduta dei prezzi agricoli, delle materie prime e dei prodotti industriali. Gli effetti della crisi furono: La riduzione dei salari Il contenimento dei profitti industriali La diminuzione del numero dei salariati occupati Oltre che borsistica, industriale, agricola e commerciale, la crisi fu presto anche bancaria. Molte imprese, infatti, non furono in condizione di pagare i debiti alle scadenze, e intanto le banche erano premute dai loro depositanti che, spinti a loro volta da crescenti esigenze di liquidità, volevano la restituzione di tutto o parte delle somme depositate. Molte banche furono costrette a chiudere trascinando nel fallimento altre banche collegate Gli Stati Uniti adottarono una politica protezionistica, oltre al ritiro dei capitali dall estero
4 La crisi spinse anche molti paesi europei a scegliere la via dell isolazionismo, o del nazionalismo economico Per tutelare la moneta il mondo economico reagì sollecitando misure deflazionistiche come la riduzione dei consumi privati e tagli alla spesa pubblica Sul piano internazionale la crisi comportò la contrazione del commercio Nel 1932 la disoccupazione superò i 25 milioni di lavoratori, cui bisognava aggiungere i milioni di contadini che, se non disoccupati, erano occupati solo parzialmente Una delle principali cause della grave disoccupazione mondiale fu ovunque la politica di contenimento della spesa pubblica Si ebbe, pertanto, una crisi sociale cui seguì una crisi politica molto grave, che portò nelle elezioni del luglio 1932 in Germania al successo di Hitler La reazione alla crisi Una forma efficace di interventismo fu l assistenza a favore di industrie particolarmente depresse, sia con finanziamenti agevolati, sia con interventi rivolti a migliorarne l'organizzazione interna. Furono incoraggiate le industrie di esportazione e in alcuni paesi l intervento dello Stato raggiunse forme anche più dirette. Un altro evento del 1933, non meno importante per le conseguenze che avrebbe prodotto, fu l'ascesa di Hitler al potere in Germania. In Germania il governo nazista aumentò le spese per gli investimenti, privilegiò lavori pubblici ed armamenti. Gli investimenti pubblici sollecitarono quelli privati ai quali il governo di Hitler concesse molti sussidi. In Gran Bretagna e in Italia si perseguirono politiche di conversione del debito pubblico. In Italia nel gennaio 1933 vi fu la costituzione quella dell I.R.I. con cui si mirò, alla riorganizzazione gestionale e produttiva del sistema industriale. Il New Deal In America, il Presidente degli Stati Uniti, Roosevelt, stimolò la spesa pubblica e intraprese un vasto programma di opere pubbliche. Diede vita al New Deal ( nuovo corso ), un complesso di misure rivolte, in particolar modo: a sostenere gli agricoltori attraverso il controllo della produzione a contenere e ad eliminare la speculazione borsistica a ridurre lo strapotere dei grandi gruppi finanziari La fase di ripresa culminò nel In alcuni paesi la ripresa industriale si ottenne a costo di gravi sacrifici per le popolazioni. Le strategie seguite dai vari paesi per superare la depressione furono varie e ciò accrebbe il frazionamento del mondo economico, fenomeno che ebbe responsabilità nel processo che portò al secondo conflitto mondiale. Nel pieno della ripresa, si guardò ancora una volta alla guerra come allo strumento migliore e più efficace per il progresso civile dei popoli. E la guerra, purtroppo, venne. NOTE 1. Inghilterra Fino alla guerra la Gran Bretagna era stata il «banchiere del mondo» e la sua moneta, la sterlina, era stata il pilastro del sistema monetario internazionale. Inoltre, era il principale centro assicurativo del mondo ed era centro del mercato dei noli per l imponente flotta mercantile di cui disponeva. Le necessità della guerra fecero trascurare lo sviluppo tecnologico dell'apparato produttivo e una parte dei mercati mondiali. La guerra indebolì, dunque, l'inghilterra sia sul piano produttivo che su quello finanziario. Il mercato di Londra andò lentamente perdendo forza, soprattutto nelle possibilità di credito e l Inghilterra, invece di riconoscere il mutato rapporto della sterlina col dollaro, adottò una politica deflazionistica che - determinò una caduta dei prezzi interni, - indebolì le esportazioni favorendo le importazioni, - contribuì a precipitare l'economia britannica in una grave crisi
5 Stati Uniti Con la guerra gli Stati Uniti, non solo apparivano cresciuti economicamente e finanziariamente, ma si trasformarono in paese creditore dell Europa. Mentre l Europa cercava di risollevarsi faticosamente dalle vicende belliche, l economia americana registrò un boom economico dovuto alla crescita dell industria edilizia, ad una serie di innovazioni tecniche, allo sviluppo dell'industria elettrica, alla razionalizzazione dei processi produttivi. Fra il 1923 e il 1929 il reddito nazionale aumentò del 23% il che fece degli Stati Uniti il paese più prospero del mondo. Proprio queste abbondanti disponibilità consentirono agli USA di concedere cospicui prestiti non solo all Europa, ma anche all America latina, al Canada e ad alcuni paesi asiatici. La maggior parte dei prestiti fu concessa ai paesi europei dopo che essi erano riusciti a contenere l'inflazione che li avevano afflitti nel dopoguerra. Germania In Europa la Germania era stata il maggior beneficiario dei prestiti americani, e grazie a questi aveva potuto riprendersi rapidamente dalla caduta del marco nel dopoguerra. La Germania utilizzò molti dei prestiti americani a breve termine per investimenti a medio e a lungo termine, confidando che questi prestiti sarebbero stati, alla scadenza, rinnovati. Gli investimenti furono fatti nella borsa americana di Wall Street. L incremento della domanda di titoli sul mercato americano portò ad un forte incremento dei prezzi degli stessi titoli non in linea al rendimento. In breve tempo il valore dei titoli scambiati raddoppiò. Nell autunno del 1929 gli Stati Uniti, principale potenza economica mondiale, cominciarono a ritirare i capitali dall Europa sottraendoli, quindi, alle attività in cui erano investiti. E la crisi si allargò a macchia d olio 2. Liberalismo economico Il liberalismo economico o liberismo si basa sulla libera concorrenza e il libero scambio che determinano un aumento della produzione. Il primo a sostenere che la ricchezza non è prodotta dal lavoro dei campi ma dall'attività industriale fu Adam Smith. La politica liberista ebbe il massimo sviluppo in Europa nel periodo , soprattutto ad opera dell'inghilterra e continuò ad essere seguita fino alla prima guerra mondiale. L'analisi economica doveva partire non dall'offerta ma dalla domanda, ciò che il compratore chiede. Il valore e l'utilità di una merce, dunque, sono in relazione alle altre merci e ai bisogni degli uomini. Allo stesso tempo l'imprenditore è spinto a produrre una certa quantità di merce nella misura in cui raggiunge un "sufficiente margine" di guadagno
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