ACCERTAMENTI TECNICI CONSIGLIATI SULLE MISURE DI PREVENZIONE A SEGUITO DI SINISTRO FURTO E/O RAPINA

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1 Convegno PROFESSIONISTI DELLA PERIZIA ASSICURATIVA E PROFESIONISTI DELLA SICUREZZA A CONFRONTO: QUALITA, RUOLI E POSSIBILI INTERAZIONI Palermo, 28 ottobre 2010 ACCERTAMENTI TECNICI CONSIGLIATI SULLE MISURE DI PREVENZIONE A SEGUITO DI SINISTRO FURTO E/O RAPINA Michele Messina Consulente di sicurezza - Vice Presidente Vicario A.I.PRO.S.

2 Ruolo del Perito assicurativo: Il Perito deve eseguire, scrupolosamente, tutti i necessari accertamenti richiesti dal mandato affidatogli dalla Compagnia assicuratrice tendente a determinare l entità del danno e a stabilire le cause dell evento.

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4 Analisi del comportamento delle misure di prevenzione: Il Perito, nel corso degli accertamenti peritali, deve anche valutare il comportamento delle misure di prevenzione presenti, nell ottica di ricostruire più fedelmente la dinamica del furto/rapina.

5 Dopo il sinistro, il Perito, nel più breve tempo possibile, deve effettuare, tra l altro, accurati accertamenti su: 1. Recinzioni esterne 2. Strutture perimetrali dei locali 3. Mezzi di chiusura e di riferma 4. Mezzi di custodia 5. Impianti di allarme antintrusione 6. Impianti di videosorveglianza e TVCC

6 Principali norme UNI EN anticrimine Porte antintrusione-metodi di prova e classi di resistenza UNI 9569 Vetrazioni in opere edilizie, progettazione, materiali e posa in opera UNI 6534/74 Casseforti, camere corazzate e relative porte UNI EN Serrature per mezzi di custodia UNI EN 1300 Serrature per porte antintrusione ed altri mezzi di chiusura UNI EN 1303 Vetrazioni in opere edilizie, progettazione, materiali e posa in opera UNI 6534/74 Vetro per edilizia: Vetrate di sicurezza classificazione e prove di resistenza ai proiettili UNI EN 1063 Vetro in edilizia: Vetro di sicurezza classificazione e prove contro attacchi manuali UNI EN 356 Finestre, porte e chiusure oscuranti Resistenza al proiettile - Requisiti e classificazione UNI EN1522:2000 Finestre, porte, chiusure oscuranti - Resistenza all'effrazione Requisiti e classificazione UNI ENV 1627

7 Principali norme UNI EN anticrimine Finestre, porte, chiusure oscuranti - Resistenza all'effrazione Metodo di prova per la determinazione della resistenza sotto carico statico UNI ENV 1628 Finestre, porte, chiusure oscuranti - Resistenza all'effrazione Metodo di prova per la determinazione della resistenza sotto carico dinamico UNI ENV 1629 Finestre, porte, chiusure oscuranti - Resistenza all'effrazione Metodo di prova per la determinazione della resistenza all'azione manuale di effrazione UNI ENV 1630 Centrali di telesorveglianza - Caratteristiche procedurali, strutturali e di controllo UNI 11068

8 1. RECINZIONI ESTERNE: altezza, caratteristiche costruttive, tipo di effrazione, ecc.

9 2. STRUTTURE: tipo di costruzione, spessore, altezza, ecc. attrezzi utilizzati dai ladri, modalità di scasso, ecc.

10 3. MEZZI DI CHIUSURA E RELATIVE RIFERME: porte, serrande, cancelli, finestre, ecc.; serrature (n di chiavi previste, presenza di segni di effrazione esterni ed interni sui perni e sulle lastrine); catenacci; lucchetti, relative serrature e punti di aggancio e/o fissaggio.

11 LATO INTERNO LATO INTERNO Vetri stratificati anticrimine e antiproiettile a norme UNI EN 356 e 1063

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13 Serratura certificata a norma UNI EN 1303

14 4. MEZZI DI CUSTODIA E RELATIVE SERRATURE: - tipo; - modello; - nome del fabbricante; - caratteristiche costruttive; - grado di conformità alle norme UNI EN , ad altre norme - eventuali certificazioni

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16 4. MEZZI DI CUSTODIA E RELATIVE SERRATURE : - tipo e numero di serrature esistenti ( a chiave, a combi_ nazione, elettroniche, a tempo, ecc.); - numero di chiavi in dotazione; N.B. Verificare la corrispondenza dei codici delle serrature a combinazione con quelli in uso e se tali codici sono stati soggetti a periodica sostituzione o meno, nonché le modalità di custodia delle chiavi.

17 Cinque buoni motivi per effettuare l analisi tecnica delle serrature, a seguito di sinistro: 1. per ricostruire l esatta dinamica del sinistro (apertura mediante effrazione, uso di grimaldelli, uso di chiavi originali o copie di chiavi, anche se ottenute fraudolentemente); 2. per stabilire se le serrature sono conformi alle norme di buona tecnica (UNI, EN, ecc,) e/o alle clausole di polizza.

18 Cinque buoni motivi per effettuare l analisi tecnica delle serrature, a seguito di sinistro: 3. per accertare eventuali casi di infedeltà e/o frode a danno dell assicuratore; 4. per acquisire nuove conoscenze sulle tecniche di apertura (manipolazione, effrazione, ecc.) adottate dai ladri; 5. per prevenire ulteriori furti, proponendo alle aziende costruttrici miglioramenti del prodotto.

19 Serrature di mezzi forti sottoposte a perizia tecnica, a seguito di sinistro furto

20 RICOSTRUZIONE DELLE MODALITA DELL ATTACCO: - descrizione del tipo di scasso; - descrizione del tipo di attrezzi utilizzati dal ladri. N.B. eventuali reperti trovati in loco devono essere prelevati e verbalizzati e se necessario, consegnati alla A.G.

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24 5. IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA: - Impianti automatici di allarme antintrusione; - Impianti di allarme/segnalazione rapina; - Impianti di videosorveglianza e TVCC; - Impianti di selezione e controllo degli accessi.

25 Alcune norme CEI riguardanti i sistemi di sicurezza: Impianti antieffrazione, antintrusione, antifurto e antiaggressione. Norme particolari per impianti antieffrazione e antintrusione CEI 79-3 / 2010 Sistemi di allarme. Sistemi di videosorveglianza da utilizzare nelle applicazioni di sicurezza: - Parte 1 Requisiti di sistema CEI EN Parte 7 Linee guida di applicazione CEI EN (CEI 79-10) - Parte 5 Sistemi di trasmissione video CEI EN Sistemi di allarme. Parte 4: Compatibilità elettromagnetica. Norma per famiglia di prodotto. - Requisiti di immunità per componenti CEI EN (CEI 79-8)

26 Alcune norme CEI riguardanti i sistemi di sicurezza: Centralizzazione delle informazioni di sicurezza CEI Centrali di telesorveglianza CEI EN Parti 1, 2 e 3 Protocolli di comunicazione per il trasferimento di informazioni di sicurezza (allarmi) CEI Parti 1, 2 e 3 Sistemi e apparati di trasmissione allarmi serie CEI EN 50136

27 Alcune norme CEI riguardanti i sistemi di sicurezza: Requisiti per apparecchiature e sistemi di rivelazione e segnalazione di allarme intrusione, antifurto e antiaggressione "senza fili" che utilizzano collegamenti in radio frequenza. CEI Sistemi d'allarme - Sistemi di controllo d'accesso per l'impiego in applicazioni di sicurezza. Parte 1: Requisiti dei sistemi. CEI EN (CEI V1 Sistemi d'allarme.sistemi di controllo d'accesso per l'impiego in applicazioni di sicurezza. Parte 7: Linee Guida alla Installazione. CEI EN (CEI 79-30) Impianti Elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua CEI 64-8

28 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA SISTEMI DI ALARME ANTINTRUSIONE E DI VIDEOSORVEGLIANZA A REGOLA D ARTE: LA LEGISLAZIONE VIGENTE: Legge 186/68 (impianti elettrici ed elettronici a regola d arte); Legge 46 del 5/3/1990 (parzialmente abrogata) D.M. 37/2008 (nuovo regolamento di attuazione); D.Lgs. 81/2008 (T.U. sicurezza e igiene sul lavoro)

29 Casa protetta con sensori di allarme, ma non esageriamo!

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31 Protezione caveau banca con impianto di allarme antintrusione di Livello prestazionale 3 - norma CEI 79-3

32 Occorre verificare: nome e indirizzo della ditta installatrice, verificando inoltre se la stessa è inserita o meno tra quelle registrate dall'imq in apposito elenco ( alla voce banca dati ); caratteristiche dell'impianto (tipologia di protezione, disposizione dei rivelatori in campo, ubicazione della centralina, eventuale protezione dei mezzi di chiusura, presenza di rivelatori volumetrici e/o a trappola, presenza di avvisatori acustici autoprotetti e con propria batteria, tipo di telecollegamento, tipo di organo di comando, presenza di registratore grafico o EPROM memoria eventi).

33 verificare inoltre: l eventuale presenza di segni di effrazione e/o manomissioni negli apparati, nei circuiti e sulle linee (tagli, forature, disorientamento e/o mascheramento dei rivelatori, delle telecamere, corto circuiti nelle morsettiere e nelle linee, ecc.); la conformità degli impianti alla norma CEI 79-3 (certificato IMQ/Allarme, certificazione rilasciata dalla ditta installatrice, dichiarazione di conformità ai sensi della Legge 46/90 e DM 37/2008 ecc.), in particolare, se l impianto è richiamato in polizza;

34 Modello di dichiarazione di conformità ai sensi del D.M. 37/2008

35 Particolare evidenza di manomissioni su parti dell impianto

36 Particolare evidenza di manomissioni su parti dell impianto

37 Particolare evidenza di manomissioni su parti dell impianto

38 Architettura di un sistema di videosorveglianza di sicurezza

39 Telecamera speed dome brandeggiabile

40 Telecamera per esterni con illuminatore IR

41 Provvedimento sulla TVCC del Garante Privacy del 9/04/2010

42 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA I sistemi di videosorveglianza e TVCC devono essere, preferibilmente, integrati con gli impianti di allarme antintrusione, antirapina, antincendio, di controllo degli accessi ecc.

43 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Integrazione di impianti e videosorveglianza

44 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Integrazione di impianti

45 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Sensibilizzazione del motion con allarme nella sola zona del recinto

46 Procedure funzionali TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Devono essere privilegiati criteri di intervento automatici, adottando tutti gli accorgimenti tesi a limitare l intervento dell operatore sulle apparecchiature e relativi al funzionamento di queste ultime. I criteri di intervento automatici si applicano alle seguenti fasi operative: accensione/spegnimento delle telecamere; selezione di qualsiasi immagine e/o più immagini sui monitor di visualizzazione, con segnalazione delle zone di intrusione e contemporanea registrazione delle immagini riprese; visione delle immagini memorizzate, con indicazione di data e ora, senza interruzione della registrazione in corso. N.B. Il sistema deve rimanere, ove possibile, operativo 24 ore su 24.

47 Procedure funzionali TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Le selezioni d immagine possono avvenire in conseguenza di: intervento manuale dell operatore; evento temporale (programmazione oraria); evento di allarme (motion detection). N.B. Per la selezione manuale delle immagini, da parte dell operatore, devono essere previsti strumenti di facile utilizzo e che consentano la rapida visione dei luoghi interessati dall evento.

48 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA Procedure di verifica del sistema di videosorveglianza: Metodo del bersaglio di prova Rotakin: si tratta di un test normalizzato (CEI EN ) utilizzato per verificare le prestazioni del sistema. Consente di verificare: prove di copertura; determinazione di altezza di immagine accettabile; determinazione della risoluzione; determinazione di contrasto dell immagine del bersaglio.

49 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA

50 TECNICHE DI VIDEOSORVEGLIANZA I sistemi di videosorveglianza e TVCC, in conclusione, devono prevedere: Telecamere ad alta definizione poste lungo la recinzione esterna, ove esistente, nei locali più esposti al rischio di intrusione, nei corridoi di passaggio, in prossimità degli ingressi (esterni ed interni). Monitor di controllo installati presso postazioni presidiate Collegamento con centrali remote di telesorveglianza Unità di videoregistrazione digitale in loco Unità ausiliaria di alimentazione elettrica Idoneo impianto di illuminazione N.B. Devono essere interoperabili con gli altri impianti di sicurezza installati

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53 Foto di una rapinatrice ripresa da sistema TVCC

54 La verifica accurata delle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza, ove esistente, può consentire di ricostruire in maniera più fedele la dinamica dell evento e, con un po di fortuna, in qualche caso, di assicurare i criminali alla giustizia.

55 .verificare infine: l esistenza di certificati di manutenzione ordinaria e straordinaria (tipo di interventi e data, anomalie riscontrate, operazioni effettuate sull'impianto, periodi, ecc.); le registrazioni a stampa degli eventi memorizzati nella memoria della centralina e/o delle immagini TV nel DVR, in precedenza e fino alla data del sinistro; la data e l ora di inserimento/disinserimento dell'impianto, delle segnalazioni di allarme, eventuali anomalie riscontrate, esclusioni di sensori, i codici utilizzati per l accesso alla programmazione della centralina, altri eventi, sabotaggi alle telecamere, al DVR ecc. le videoregistrazioni (per sistemi di TVCC).

56 LA TELESORVEGLIANZA Qualora l impianto di allarme antintrusione e/o TVCC sia collegato con centrale di telesorveglianza, FF.OO. o altro destinatario, occorre verificare: qualora sia presente inviatore telefonico di messaggi preregistrati, la funzionalità, l'integrità della linea telefonica, il tipo di messaggio di allarme, la data e l ora di invio (tabulati Telecom, ecc.), i nominativi dei destinatari, le eventuali testimonianze rilevate sul posto.

57 LA TELESORVEGLIANZA In presenza di collegamento con le Forze dell Ordine o istituti di vigilanza privata, mediante apparato di trasmissione via linea telefonica ( punto-punto, ISDN, ADSL ecc.), occorre verificare: la funzionalità e l'integrità del collegamento; inoltre raccogliere informazioni presso le centrali operative dei succitati organismi, verificare e farsi rilasciare copia degli stampati delle registrazioni degli eventi memorizzati, debitamente firmati dai rispettivi responsabili.

58 LA TELESORVEGLIANZA In presenza di collegamento mediante ricetrasmettitore radio con istituto di vigilanza privata: Verificare la funzionalità, le registrazioni grafiche degli eventi rilevate in centrale operativa e, se previsti apparati bidirezionali Tx / Rx, verificare i dati inerenti le interrogazioni effettuate dalla centrale operativa verso l unità periferica e i relativi orari di effettuazione, nell arco delle 24 ore. Confrontare i dati della CDT con quelli memorizzati nella centralina dell impianto. N.B. Farsi rilasciare copia degli stampati delle registrazioni debitamente sottoscritti dai responsabili.

59 Sistemi di protezione antirapina: (Norma assicurativa - ed. 1982) A) Misure preventive e/o deterrenti B) Misure di ricostruzione d evento C) Misure limitatrici dei danni economici C) Misure di segnalazione e/o sorveglianza

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61 Sistemi di protezione antirapina A) Misure preventive e/o deterrenti: - Verificare le caratteristiche costruttive delle difese fisiche e se sono state installate a regola d arte, nonché le eventuali certificazioni di prodotto (strutture blindate, vetri stratificati, serrature, ecc.), ove esistenti; - Rilevare la presenza di eventuali segni di effrazione sui mezzi di chiusura e di riferma delle bussole e delle difese blindate antirapina; - Verificare l effettiva presenza, ove prevista, al momento del sinistro, della guardia all esterno dei locali o nella guardiola blindata; - verificare, per le bussole antirapina, la corretta funzionalità dei sistemi elettronici di interblocco delle ante e dei metal-detector, se presente;

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63 Sistemi di protezione antirapina B) Misure di ricostruzione d evento: Esaminare con cura le foto, i filmati e le videoregistrazioni, oltre che per il periodo relativo alla rapina, anche per quello precedente a tale evento, prestando molta attenzione ai particolari (numero di persone, oggetti, abbigliamento, auto in sosta ecc).

64 Foro di ingresso dei rapinatori

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66 Sistemi di protezione antirapina C) Misure limitatrici dei danni economici: verificare il corretto impiego e la presenza di eventuali manomissioni nei sistemi: - mazzette civetta con disp. colorante; - dispositivi di occultamento contanti in cassa (cash-in/cash-out, ecc.); - serrature a ritardo di apertura, tempo.

67 Sistemi di protezione antirapina D) Misure di segnalazione e/o sorveglianza: - Verificare modalità di sorveglianza e comportamento degli addetti; - Identificare il destinatario e la procedura impiegata per la richiesta di intervento alle Forze dell'ordine; - Verificare, per gli automatismi di chiamata: corretta funzionalità degli apparati (pulsanti, pedaliere, allarme telefonico e/o radio); presso il ricevente, se il segnale inviato è pervenuto (data e ora) e le azioni poste in atto, raffrontandole con quelle prestabilite nelle procedure.

68 Procedura di verifica accertamento e prelievo Ogni qualvolta si renda necessario esaminare in maniera più approfondita, in laboratorio, uno o più componenti del sistema di sicurezza (porte, serrature, apparecchiature di allarme, ecc.) posto a protezione del rischio colpito dal sinistro, è consigliabile prelevare, alla presenza dell assicurato e preferibilmente, di un suo tecnico di fiducia, il componente in conformità alla seguente procedura: 1. Effettuare, innanzitutto, un accurata verifica visiva esterna del componente, senza che esso venga danneggiato o manomesso. 2. Fotografare il reperto in maniera che se ne riconosca l autenticità.

69 Procedura di verifica accertamento e prelievo 3. Redigere un dettagliato verbale nel quale devono essere descritte le modalità di prelievo del componente, le sue caratteristiche morfologiche e costruttive (dimensioni, marca, modello, tipo, matricola, marchi di conformità, principio di funzionamento, eventuali segni di effrazione o manomissioni riscontrati dopo il sinistro, ecc.). Il verbale deve essere datato e sottoscritto dalle parti presenti. 4. Inserire il componente prelevato all interno di un plico, unitamente alla copia firmata del verbale e alle relative fotografie, sigillarlo opportunamente e firmare i lembi incollati del plico.

70 Procedura di verifica accertamento e prelievo 5. Il plico deve essere, preferibilmente, ritirato dal perito il quale dovrà provvedere, previa autorizzazione della compagnia mandante, ad inviarlo al laboratorio prescelto, tra quelli accreditati, per l effettuazione dei necessari accertamenti. I predetti accertamenti e le finalità devono essere chiaramente indicati nella lettera di incarico inviata al laboratorio. 6. Il plico, una volta giunto presso il laboratorio, dovrà essere aperto solo alla presenza delle parti (periti e tecnici assicurativi e assicurato, eventualmente assistito da un suo tecnico di fiducia). Prima dell apertura del plico occorre verificare accuratamente l integrità del sigillo che dovrà essere verbalizzata.

71 Procedura di verifica accertamento e prelievo 7. Qualora l assicurato o il suo tecnico di fiducia non intendano assistere agli accertamenti richiesti dalla compagnia mandante, presso il laboratorio prescelto, sarà necessario fargli sottoscrivere apposita dichiarazione e autorizzazione alla esecuzione delle verifiche. In casi particolari, potrebbe risultare utile richiedere la presenza agli accertamenti di un pubblico ufficiale (es. FF.OO, Notaio ecc.).

72 Procedura di verifica accertamento e prelievo 8. Alla fine degli accertamenti, il laboratorio dovrà rilasciare una relazione scritta e datata nella quale, oltre ad essere indicati i nominativi delle persone che hanno partecipato alle verifiche, devono essere riportati: - le tipologie e gli esiti degli accertamenti eseguiti; - i dati rilevati dalle prove strumentali; - altri rilievi importanti eseguiti sui reperti; - il grado di funzionalità e di efficienza degli apparati; - la conformità degli stessi apparati alla norma tecnica di riferimento, ove esistente; - verifica di altre eventuali certificazioni di prodotto.

73 Procedura di verifica accertamento e prelievo 9. Copia della relazione rilasciata dal laboratorio dovrà essere consegnata alle Parti (compagnia assicuratrice mandante, periti e tecnici assicurativi, assicurato e suo tecnico di fiducia, eventuali organi di polizia giudiziaria, Notaio ecc.). N.B. Per tutte le altre parti del sistema di prevenzione che dovessero essere verificate ma che per la loro dimensione o installazione non è possibile prelevare (casseforti, porte corazzate, serrature e riferme, infissi, inferriate, strutture, vetrate, ecc.), il perito dovrà fotografarle opportunamente, non trascurando di evidenziare i particolari ritenuti più interessanti ed utili ai fini della ricostruzione della dinamica dell evento e, ove possibile, sigillarle, in attesa che venga autorizzato ed effettuato l accertamento in loco.

74 IL LIVELLO DI ROBUSTEZZA DI UN SISTEMA DI DIFESA ANTICRIMINE È PARI A QUELLO DEL SUO ANELLO PIÙ DEBOLE

75 Fine presentazione..grazie per l attenzione Michele Messina Consulente di sicurezza - Vice Presidente Vicario A.I.PRO.S

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