WORKSHOP N La gestione dei rifiuti agricoli

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1 WORKSHOP N La gestione dei rifiuti agricoli La problematica delle biomasse agricole: rifiuti o non rifiuti? Dott.ssa Rosalba MARTINO Provincia di Ferrara Ravenna 28 settembre 20121

2 Biomasse Nozioni/esclusioni Sottoprodotti Dalle Materie Prime Seconde alla cessazione di qualifica dei rifiuti Casi pratici (combustibili vegetali, filiera biogas, digestato, rifiuti organici, usi agronomici, ecc.) 2

3 Biomasse La nozione di biomassa può essere ricercata nel D.L.vo 29 dicembre 2003, n.387 attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità (GU n. 25 del SO n.17) fonti energetiche rinnovabili o fonti rinnovabili (art2): le fonti energetiche rinnovabili non fossili (eolica, solare, geotermica, del moto ondoso, maremotrice, idraulica, biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas). biomasse: la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani 3

4 Le biomasse agricole sono: rifiuti o non rifiuti? La risposta è da ricercare nella disciplina generale di cui alla parte IV del Dlgs 152/2006 e smi (c.d. Codice ambientale) in materia di rifiuti. Il primo testo normativo che disciplina in modo organico la gestione dei rifiuti è stato il D.lvo 22/97 (c.d. Decreto Ronchi), rispetto a un passato fatto di gestione delle emergenze e frammentazione normativa (Dpr ). Al decreto Ronchi ha fatto seguito il decreto legislativo n. 152/2006 (cosiddetto Codice dell Ambiente); Il codice ambientale si prefigge l obiettivo di costituire un corpo unitario delle disposizioni ambientali di settore, quali: VIA, VA,S AIA,difesa del suolo, gestione e tutela delle acque, dei rifiuti ed emissioni in atmosfera. 4

5 Normativa rifiuti (disposizioni generali) In 5 anni, il codice ambientale è stato modificato ben 4 volte; In particolare, la parte IV del codice ambientale che si occupa di rifiuti è stata: modificata in parte dal dlgs n. 4/2008 (II^ correttivo) e successivamente dal dlgs n.205/2010 (IV^ correttivo). Quest ultima modifica si è resa necessaria per recepire la nuova direttiva Ue sui rifiuti (dir. 98/2008) e rendere pienamente operativo il nuovo Sistema di tracciabilità informatizzato dei rifiuti (c.d. Sistri); La direttiva Ce 98/2008 è considerata work in progress rispetto all obiettivo di un effettiva armonizzazione delle regole dei singoli Stati Membri nel mercato unico europeo 5

6 Normativa rifiuti (disposizioni generali) Il decreto 205/2010, composto di 39 articoli e 5 allegati tecnici, è dai contenuti innovativi allo scopo di favorire il riciclaggio/recupero e il mercato del riciclaggio: Nuova nozione di rifiuto: rispetto alla previgente normativa è stata eliminata la condizione che i rifiuti debbano essere previsti in un elenco generico di attività, in cui non è detto che una sostanza sia in ogni circostanza rifiuto; Esclusione dal campo di applicazione della parte IV del Codice ambientale in materia di rifiuti; Disciplina dei sottoprodotto: già anticipata dal Codice ambientale); Cessazione della qualifica di rifiuti: evoluzione della disciplina delle materia prime seconde 6

7 Biomasse: Rifiuti organici IL DECRETO LEGISLATIVO , n. 205, introduce per la prima volta la nozione di rifiuti organici, ed altre utili nozioni collegate alla filiera delle biomasse : Rifiuti organici; Rifiuto Biostabilizzato; Compost di qualità; Digestato di qualità. 7

8 Biomasse: Rifiuti organici Rifiuti organici (art. 183,c.1,lett.d): i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall'industria alimentare raccolti in modo differenziato; Ai fini del recupero dei rifiuti organici deve essere garantita (Art. 182-ter, c. 1) la raccolta separata con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati a norma UNI EN Le autorità competenti per territorio (regioni, Ato, Comuni) devono avere adottato misure volte a incoraggiare: a) la raccolta separata dei rifiuti organici; b) il trattamento dei rifiuti organici in modo da realizzare un livello elevato di protezione ambientale; c) l'utilizzo di materiali sicuri per l'ambiente ottenuti dai rifiuti organici, ciò al fine di proteggere la salute umana e l'ambiente. 8

9 Biomasse: Rifiuti organici dd) rifiuto biostabilizzato: rifiuto ottenuto dal trattamento biologico aerobico o anaerobico dei rifiuti indifferenziati, nel rispetto di apposite norme tecniche, da adottarsi a cura dello Stato, finalizzate a definirne contenuti e usi compatibili con la tutela ambientale e sanitaria e, in particolare, a definirne i gradi di qualità; ee) compost di qualità: prodotto, ottenuto dal compostaggio di rifiuti organici raccolti separatamente, che rispetti i requisiti e le caratteristiche stabilite dall'allegato 2 del Dlgs , n. 75, e smi; ff) digestato di qualità: prodotto ottenuto dalla digestione anaerobica di rifiuti organici raccolti separatamente, che rispetti i requisiti contenuti in norme tecniche da emanarsi con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali; 9

10 Biomasse: nozioni generali Nozione di rifiuto (art.183,c.1,lett.a)): qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o abbia l'obbligo di disfarsi; La nozione di rifiuti è basata sul termine disfarsi, anche se il confine del non rifiuto è dettato da una nuova disciplina riconducibile ai sottoprodotti o alla cessazione della qualifica dei rifiuti (esclusioni condizionate). La nozione di rifiuto è ancora basata sulla condizione del disfarsene,, anche se il confine con il non rifiuto è dettato dalla disciplina dei sottoprodotti, prevista per la prima volta dalla direttiva quadro Ce sui rifiuti (Dir. 98/2008/Ce); 10

11 Biomasse: nozioni generali I sottoprodotti, in sostanza, rappresentano una tipologia di residui di produzione, che normalmente sono considerati rifiuti, ma non lo diventano nelle circostanze in cui è possibile invertire la visione di una loro inutilizzabilità, per lasciar posto al soddisfacimento di un bisogno di mercato; La differenza tra sottoprodotti e cessazione qualifica rifiuti è che: I sottoprodotti alle condizioni di cui all art. 184 bis) non sono rifiuti; Un rifiuto per cessare di essere tale deve essere sottoposto ad operazioni di recupero (da autorizzare), inclusa la valutazione visiva (art. 184 ter)) 11

12 Biomasse: esclusioni All art. 185 del Codice ambientale vengono stabiliti i casi in cui una sostanza risulta essere esclusa dal campo di applicazione della parte IV del codice stesso, in quanto disciplinata da disposizioni speciali; nella sua prima versione prevedeva l esclusione per un numero maggiore di categorie di sostanze, senza contemplare la clausola di copertura da parte di disposizioni speciali, foriera quindi di pericoli per la tutela ambientale; Con il II correttivo al codice ambientale l art. 185 viene interamente modificato, in linea con i principi comunitari (art. 2, c.22 del decreto n. 4/2008); Con il IV correttivo al codice ambientale l art. 185 viene totalmente sostituito, in recepimento della nuova direttiva quadro in materia di rifiuti (dir. 98/2008/Ce), introducendo novità significative per alcune categorie di materiali derivanti dalle pratiche agricole. 12

13 Biomasse: esclusioni prima del IV correttivo al codice ambientale Esclusioni esplicite (art. 185): Es. Le carogne ed i seguenti rifiuti agricoli: materie fecali ed altre sostanze naturali e non pericolose utilizzate nell attività agricola ; Esclusioni condizionate (co.2, art. 185): I materiali fecali e vegetali possono essere considerati sottoprodotti se avviati in determinate condizioni al recupero di biogas, energia o calore (condizione stabilita con una modifica da parte della legge n. 129/2010 di conversione del decreto legge sblocca reti ); La formulazione della norma previgente (art. 185, c.2) possono essere sottoprodotti sottende la necessità che i materiali ivi elencati, lungi dall essere automaticamente considerati dei non rifiuti (cosiddetti sottoprodotti), ma siano rimessi ad una valutazione caso per caso per una qualificazione in tali termini; 13

14 Biomasse: esclusioni prima del IV correttivo al codice ambientale La volontà del legislatore non è stata quella di un esclusione tout court di certe sostanze, ma di valutare caso per caso, nel rispetto dei requisiti stabiliti dalla disciplina dei sottoprodotti.; Sorge il dubbio dell efficacia di tale impostazione, a cui seguono una serie di problemi: si trasferisce esclusivamente al produttore la responsabilità di stabilire quando una certa sostanza è rifiuto o non rifiuto e nella volontà o capacità dell Ente competente di porla (o sottrarla) al controllo; Vi è così il rischio di provocare comportamenti disomogenei sull intero territorio nazionale e controversie legali; Aspetto che come vedremo risulta superato dal Dlgs 205/2010 (IV correttivo al codice ambientale), che recepisce la nuova direttiva Ce 98/2008 in materia di rifiuti (sviluppo di politiche integrate energie rinnovabili) 14

15 Biomasse agricole: esclusioni Le politiche ambientali stanno sempre più assumendo un ruolo incentrato sul mercato (europeo) del recupero, dove il comparto agricolo risulta fortemente coinvolto, soprattutto per l incentivazione delle fonti rinnovabili. Nell evoluzione del sistema normativo ambientale è stata ormai determinata l esclusione delle biomasse agricole dal campo di applicazione dei rifiuti, in quanto disciplinate da norme specifiche. Sono pertanto escluse dalla parte quarta del Codice ambientale in materia di rifiuti (c.1, art. 185, lett. f): le materie fecali (se non contemplate nei sottoprodotti di origine ambientale), paglia, sfalci e potature nonché altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura, nella n selvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa mediante processi o metodi che non danneggiano l ambiente l nén mettono in pericolo la salute umana. 15

16 Biomasse agricole: esclusioni Con l entrata l in vigore del decreto n. 205/2010 l esclusione l esplicita delle biomasse agricole se avviate ad una filiera certa di recupero, disciplinata da disposizioni specifiche (p.e. utilizzazione zione agronomica e disciplina dei combustibili), supera le questioni legate l ad una valutazione caso per caso ed il rischio di sottrarre dette sostanze a qualsiasi controllo sulla tutela dell ambiente e salute umana. 16

17 Biomasse agricola: requisiti di utilizzo Le biomasse agricole, a seconda dell uso, saranno quindi sottoposte: alle disposizioni del codice ambientale, di cui alla parte terza in materia di risorse idriche (art. 112 e il decreto ministeriale attuativo del 17 aprile 2006); o alla parte quinta in materia di tutela dell aria (allegato X su disciplina dei combustibili); o alle disposizioni relative all immesso sul mercato dei prodotti fertilizzanti (dlgs 75/2003); Del resto, già il co. 423, art. 1 della L. 23 dicembre 2005, n. 266 (legge Finanziaria 2006, come modificato dalla Legge 11 marzo 2006, n. 81) prevedeva espressamente che: La produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli costituiscono attività connesse ai sensi dell articolo 2135, terzo comma, del c.c. e si considerano produttive di reddito agrario. 17

18 Biomasse: uso della pollina Con la legge comunitaria 2009 (l. 4 giugno 2010, n. 96) il legislatore è intervenuto per stabilire che il materiale solido costituito da deiezioni e lettiere da allevamenti avicoli (pollina) risulta un sottoprodotto se utilizzato come combustibile in impianti produttivi o termici civili (modifica al co. 1 del citato articolo 2-bis della legge di conversione del Dl convertito in l. 30 dicembre 2008, n. 205); Condizioni di utilizzo (Sez. 4, parte II dell'all. X alla parte V del Codice ambientale): la conversione energetica delle biomasse [ ] può essere effettuata attraverso la combustione diretta, ovvero previa pirolisi o gassificazione Detta norma (emanata prima del IV correttivo al Codice ambientale) modifica l art. 2 bis), L. n. 205/2008, conversione con modifiche del d-l 3 novembre 2008, n. 171, recante misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare riguardante disposizioni in materia di biomasse combustibili relative alla vinaccia esausta e biogas nei processi di distillazione; 18

19 Art. 2-bis, L. n.205/2008 Disposizioni in materia di biomasse combustibili relative alla vinaccia esausta ed al biogas nei processi di distillazione 1. Le vinacce vergini nonché le vinacce esauste ed i loro componenti, bucce, vinaccioli e raspi, derivanti dai processi di vinificazione e di distillazione, che subiscono esclusivamente trattamenti di tipo meccanico fisico, compreso il lavaggio con acqua o l'essiccazione «nonché,, previa autorizzazione degli enti competenti per territorio, la pollina,» [modifiche introdotte dall art. 18 della L.96/2010], destinati alla combustione nel medesimo ciclo produttivo sono da considerare sottoprodotti soggetti alla disciplina di cui alla sezione 4 della parte II dell'allegato X alla parte quinta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n E' sottoprodotto della distillazione anche il biogas derivante da processi anaerobici di depurazione delle borlande della distillazione destinato alla combustione nel medesimo ciclo produttivo, ai sensi della sezione 6 della parte II dell'allegato X alla parte quinta del citato decreto legislativo n. 152 del

20 Biomasse: la questione delle vinacce Nel corso di un procedimento penale per violazione della normativa in materia di rifiuti il Gip di Asti ha sollevato questione di legittimità costituzionale della norma art. 2 bis), L. n. 205/2008, addotta dalla difesa dell imputato a sostegno delle proprie tesi difensive, evidenziando come la stessa sembri creare una presunzione assoluta di esclusione delle vinacce dal campo di applicazione della normativa in materia di rifiuti, non consentita dalla disciplina comunitaria; La Corte costituzionale con ordinanza n. 276/2011 ha dichiarato inammissibile la questione di illegittimità costituzionale; Resta quindi confermata la possibilità di qualificare come sottoprodotti le vinacce esauste, ricorrendone i presupposti di legge. 20

21 Sottoprodotti art. 184 bis) del Codice ambientale E' un sottoprodotto e non un rifiuto ai sensi dell'art. 183, co. 1, lett. a) del codice ambientale, qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa tutte le seguenti condizioni: a) la sostanza o l'oggetto é originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non é la produzione di tale sostanza od oggetto; b) é certo che la sostanza o l'oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi; c) la sostanza o l'oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale; d) l'ulteriore utilizzo é legale, ossia la sostanza o l'oggetto soddisfa, per l'utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell'ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o la salute umana. 21

22 Sottoprodotti: requisiti legali art. 184 bis) del Codice ambientale Sulla base delle condizioni previste al comma 1 (per i sottoprodotti), possono essere adottate misure per stabilire criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare affinché specifiche tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti. All'adozione di tali criteri si provvede con uno o più decreti del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, in conformità a quanto previsto dalla disciplina comunitaria. 22

23 Biomasse: disciplina dei combustibili La filiera agri-energetica è un sistema in continua evoluzione a seguito delle politiche di incentivazione delle fonti rinnovabili, riguardanti sia per gli obiettivi UE sull immesso al consumo dei biocarburanti per autotrazione, sia per l uso dei biocombustibili in impianti termici civili o produttivi. Una organica disciplina sull uso dei biocombustibile è contenuta quindi nella Parte V del Dlgs n. 152 del 2006 e smi riguardante: caratteristiche merceologiche dei combustibili che possono essere utilizzati negli impianti industriali e termici civili, di cui ai titoli I e II della parte quinta del medesimo decreto, ai fini della prevenzione e della limitazione dell'inquinamento atmosferico; condizioni di utilizzo dei combustibili, comprese le prescrizioni finalizzate ad ottimizzare il rendimento di combustione; metodi di misura delle caratteristiche merceologiche; caratteristiche merceologiche ed uso dei combustibili vegetali 23

24 Biomasse: disciplina dei combustibili I combustibili derivanti da processi di trasformazione delle biomasse sono: i biodiesel e biogas le modalità di utilizzo del biogas sono riportate alla sez. 6, par. 4, All. X della Parte V del Dlgs 152/2006 e smi I combustibili vegetali sono i materiali vegetali derivanti dalle attività elencata al paragrafo 1 alla sez. 4, parte II, All. X della Parte V del Dlgs 152/2006 e smi La conversione energetica dei combustibili vegetali della sezione 4, parte II dell allegato X, alla parte V del Dlgs n. 152/2006 e smi. può essere effettuata attraverso la combustione diretta, ovvero previa pirolisi o gassificazione 24

25 Biomasse: disciplina dei combustibili Il biogas deve provenire dalla fermentazione anaerobica metanogenica di sostanze organiche, quali ad es. effluenti di allevamento, prodotti agricoli o borlande di distillazione, purché tali sostanze non costituiscano rifiuti, ai sensi della parte IV del codice ambientale. In particolare, il biogas non deve essere prodotto da discariche, fanghi, liquami e altri rifiuti a matrice organica e deve essere costituito prevalentemente da metano e biossido di carbonio e con un contenuto massimo di composti solforati, espressi come solfuro di idrogeno, non superiore allo 0.1% v/v. L utilizzo del biogas utilizzo del biogas è consentito nel medesimo comprensorio e devono essere effettuati controlli almeno annuali dei valori di emissione. Se la potenza termica nominale complessiva è superiore a 6 MW, deve essere effettuata la misurazione e registrazione in continuo nell'effluente gassoso del tenore volumetrico di ossigeno, della temperatura, delle concentrazioni del monossido di carbonio, degli ossidi di azoto e del vapore acqueo. 25

26 Biomasse: disciplina dei combustibili I combustibili vegetali sono i materiali vegetali derivanti dalle seguenti attività : a) coltivazioni dedicate; b) trattamento esclusivamente meccanico, lavaggio con acqua o essiccazione di coltivazioni agricole non dedicate;" c) Selvicolturali, manutenzione forestale e potatura; d) lavorazione esclusivamente meccanica e dal trattamento con aria, vapore o acqua anche surriscaldata di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondelli, non contaminati da inquinanti; e) trattamento esclusivamente meccanico, lavaggio con acqua o essiccazione di prodotti agricoli f) Sansa di oliva [ ] g) liquor nero [ ] 26

27 Combustibili vegetali: rifiuti o non rifiuti? Con un paragrafo aggiunto dall art. 3, c.30 del decreto n. 128/2010 (III correttivo al codice ambientale) alla medesima sezione 4 viene stabilito, che: 1-bis.) Salvo il caso in cui i materiali elencati nel paragrafo 1 derivino da processi direttamente destinati alla loro produzione o ricadano nelle esclusioni dal campo di applicazione della parte quarta del presente decreto, la possibilità di utilizzare tali biomasse secondo le disposizioni della presente parte quinta è subordinata alla sussistenza dei requisiti previsti per i sottoprodotti dalla precedente parte quarta. 27

28 Combustibili vegetali: rifiuti o non rifiuti? Ora bisogna analizzare la provenienza dei materiali vegetali, per stabilire l esclusione tout court dal regime giuridico dei rifiuti o la sussistenza dei requisiti dei sottoprodotti (art. 184 bis) del Dlgs n.152/2006 e smi): paglia, sfalci, potature nonché i materiali vegetali di origine agricola e forestale sono esclusi dal campo di applicazione della parte IV del Dlgs 152/2006 in materia di rifiuti se avviati alla produzione di energia o utilizzo agronomico, in virtù di quanto stabilito al c.1, lett. f) dell art. 185 del Dlgs 152/2006 e smi. Le esclusioni riguardano (oltre alle colture dedicate, let. a)), gli scarti di lavorazione agricola e forestale, lett. b); c) ed e) 28

29 Combustibili vegetali: rifiuti o non rifiuti? scarti della lavorazione meccanica di legno vergine (lett. d)): operazioni di recupero, incluso il recupero energetico, in regime semplificato (ex art. 216 del Dlgs 152/2006); sfalci e potature derivante da raccolte del servizio pubblico e/o aziende terze (controterzisti) sono, di norma, classificati come rifiuti: le attività di recupero devono essere autorizzate in regime ordinario (ex art. 208 del Dlgs 152/2006 e smi. 29

30 Filiera biogas Colture dedicate ad alto contenuto energetico, come insilati di vario tipo (mais, sorgo da foraggio, triticale, ecc. ); Scarti agricoli (materiale vegetale, sottoprodotti di origine animale, effluenti zootecnici, ecc.); Scarti agro-alimentari Fanghi di depurazione civile e agro-alimentare miscelati con rifiuti organici 30

31 Filiera biogas I biodigestori si basano sul processo di digestione anaerobica I principali sottoprodotti della digestione anaerobica sono: 1. biogas 2. un digestato acidogenico (materiale organico stabile, simile al compost domestico) 3. un digestato metanogenico, che potrebbe avere le caratteristiche di un fertilizzante. 31

32 Filiera biogas: uso agronomico del digestato IN ASSENZA DI RIFIUTI IN INGRESSO Prodotto fertilizzante (?): non previsto nel D.L.vo n. 75/2010 in materia di fertilizzanti; Prodotto assimilato agli effluenti zootecnici: Prodotto assimilato agli effluenti zootecnici: applicazione della complessa direttiva nitrati (disomogeneità di comportamento a livello nazionale) 32

33 Ricognizione normativa reg.le su uso agronomico digestato Fonte rivista Informatore Agrario, suppl. al n. 32/2010, p. 21 La normativa di alcune regioni distingue l origine dell azoto in uscita dagli impianti di biogas: in questo modo solo quello apportato da effluenti di allevamento deve rispettare il limite di 170 Kg/ha REGIONI FRIULI VENEZIA GIULIA VENETO EMILIA- ROMAGNA LOMBARDI A PIEMONTE DIRETTIVA REG.LE NITRATI D.G.R. N. 1947/2008 D.G.R. n. 2217/2008, agg.to all.e1 alla D.G.R. n. 2439/2007 D.G.R. n. 96/2007 e circolare esplicativa DGR nn. 8/5868 del Decreto del Presidente di G.R. 10-R del SARDEGNA DGR nn. 14/17 del DISTINZIONE DELL AZOTO ZOOTECNICO NEL DIGESTATO No: tutto il digestato è considerato effluente di allevamento No: tutto il digestato è considerato effluente di allevamento Si: allegato A alla DGR n. 2439/2007 Si Si: allegato alla DGR nn. 64/10874 del No: tutto il digestato è considerato effluente di allevamento VINCOLI PER L IMPIEGO AGRONOMICO Assenza di rifiuti in ingresso Assenza di rifiuti in ingresso Assenza di rifiuti in ingresso; effluenti di allevamento individuati tramite contratto di fornitura (DGR n. 1620/2009) Assenza di rifiuti in ingresso Assenza di rifiuti in ingresso; in peso effluenti di allevamento >50%, mais < 20% allegato alla DGR nn. 64/10874 del e DGR nn. 30/12221 del Assenza di rifiuti in ingresso nota: nuovi rif. norm. RER regolamento n. 1 del (Bur n. 161/2011), che disciplina uso digestato33

34 Filiera biogas: uso agronomico del digestato rifiuti organici: ricade nella disciplina dei rifiuti di cui all art. 184 ter) del D.L.vo152/2006 e smi, ossia la sostanza cessa di essere considerata rifiuto quando, a seguito di operazioni di recupero (da autorizzare), rispetta i criteri di: Digestato di qualità derivante dal trattamento di rifiuti organici (criteri da emanarsi con decreto del ministero dell ambiente) nota. la norma di cui all art. 183, c.1 lett. ff) del D.L.vo n. 152 del 2010 è lettera morta in quanto manca il decreto attuativo; ovvero Ammendante compostato misto ex D.L.vo75/2010 in materia di fertilizzanti nota: per garantire l utilizzo del digestato, in attesa dell emanazione dei requisiti per il digestato di qualità 34

35 Filiera biogas: uso agronomico del digestato per l uso del digestato ci sono state finora regole diverse da regione a regione (ex direttiva nitrati ): contenzioni con Autorità di controllo e disomogeneità di comportamento a livello nazionale; NEWS Con il c. 2-bis, 2 art. 52 della L , n. 134 LEGGE 7 agosto 2012, n. 134, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, recante misure urgenti per la crescita del Paese (GU n.187 del SO n. 171) viene stabilito l uso l del digestato derivante dai processi di recupero di biomasse agricole e agro-alimentari alimentari, i cui requisiti dovranno essere emanati con decreto del Ministro dell agricoltura nota: il d-l n. 83/2012 è quello che ha stabilito la sospensione del Sistri 35

36 Filiera biogas: uso agronomico del digestato c. 2-bis, 2 art. 52 della L Ai sensi dell'art. 184 bis) del dlgs, n. 152, e' considerato sottoprodotto il digestato ottenuto in impianti aziendali o interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisicomeccanico, di effluenti di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall'agro-industria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati fra loro, e utilizzato ai fini agronomici. Con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti e all'efficienza di uso, ai concimi di origine chimica, nonché le modalità di classificazione delle operazioni di disidratazione, sedimentazione, chiarificazione, centrifugazione ed essiccatura. 36

37 Biomasse: uso agronomico direttiva nitrati La direttiva nitrati si inserisce nel complesso sistema normativo contenuto alla parte III del D.L.vo n. 152/2006 (c.d. codice ambientale). Tale disciplina si ispira alla corretta gestione (uso) del territorio, al fine di proteggere le acque dall inquinamento da fonti specifiche, per l appunto quello (diffuso) dei nitrati derivanti dalle normali pratiche agricole. Coerentemente con i principi dell azione ambientale, cui il Codice è ispirato, si individuano le aree che, per le proprie criticità ambientali (vulnerabili da nitrati), devono essere oggetto di risposte (misure restrittive, strategie e piani di azione ad opera dell autorità pubblica) per limitare l inquinamento delle acque nel rispetto degli obiettivi di qualità ambientale previste dalla legge. L utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue derivanti dalle pratiche è disciplinato all art. 112 del codice ambientale 37

38 Biomasse: uso agronomico direttiva nitrati L art. 112 del codice ambientale reca disposizioni sull utilizzo agronomico di: effluenti di allevamento; acque di vegetazione e dei frantoi oleari, ai sensi della l , n. 574 (Utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione e di scarichi di frantoi oleari); acque reflue provenienti dalle aziende di cui all art. 101, c. 7, lett. a), b) e c) del TUA, e da piccole aziende agroalimentari 38

39 Biomasse: uso agronomico direttiva nitrati L utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e acque reflue derivati dalle pratiche agricole è consentita in regime di comunicazione La comunicazione è disciplinata dalle regioni nel rispetto di quanto stabilito al co. 1 dell art.18 del DM I contenuti della comunicazione devono essere conformi almeno a quanto riportato nell All. IV al DM

40 Biomasse: uso agronomico La norma sui fertilizzanti (D.L.vo n. 75/2010) Classificazione dei prodotti fertilizzanti da immettere sul mercato: concimi; ammendanti; correttivi; substrati di coltivazione; matrice organica; prodotti ad azione specifica; Criteri per la commercializzazione dei prodotti fertilizzanti; Modalità per l inserimento l di nuovi prodotti fertilizzanti; Sistema di tracciabilità dei prodotti immessi sul mercato attraverso il registro dei fabbricanti dei fertilizzanti e registro dei fertilizzanti ; Devono essere iscritti al registro dei fabbricanti di fertilizzanti i produttori, importatori e confezionatori per conto proprio; Per fabbricante si intende colui che in forma ufficiale incarica una ditta di produrre o confezionare un prodotto per proprio conto. 40

41 Biomasse: uso agronomico Ripartizione della disciplina dei fanghi L art. 127 del codice ambentale, lasciando ferma la disciplina di cui al D.L.vo , n. 99, dispone che i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono sottoposti alla disciplina dei rifiuti, ove applicabile e alla fine del complessivo processo di trattamento effettuato nell impianto di depurazione. Si tratta, dunque, di una normativa di principio, giacché la materia resta sostanzialmente regolata dal citato decreto legislativo, che non viene ricompreso nel quadro unitario del codice ambientale, in contrasto con le finalità dello stesso codice. Inoltre, il decreto risulta datato di quasi venti anni (1992) e rimanda la gestione dei fanghi, nella fase di stoccaggio e trasporto, ad una vecchia norma di settore (d.p.r. 915/1982) abrogata più di 10 anni fa dal decreto legislativo n. 22 del 1997, più noto come decreto Ronchi (dal Ministro che l ha emanata), successivamente abrogato dall attuale codice ambientale. 41

42 Biomasse: FINE Un'agricoltura sostenibile ed ecocompatibile è quindi un'agricoltura consapevole dell'efficacia delle politiche ambientali, in grado di interagire per concorrere a garantire elevate prestazioni (ambientali). l impresa agricola potrà garantire un organizzazione ambientalmente sostenibile solo attraverso un sistema di norme chiare, politiche di settore integrate (agricoltura-ambiente-energia) e garanzie delle regole del mercato 42

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