GRANDE PROGETTO. Risanamento Ambientale e valorizzazione dei laghi dei Campi Flegrei

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2 Comune di Bacoli Comune di Pozzuoli Comune di Monte di Procida Comune di Quarto GRANDE PROGETTO Risanamento Ambientale e valorizzazione dei laghi dei Campi Flegrei

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4 1. INDICE 1. INDICE PREMESSA INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLE AREE CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA E SISMICA COMPATIBILITA IDROGEOLOGICA DELL INTERVENTO CONCLUSIONI RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 1 di 22

5 2. PREMESSA La presente relazione geologico tecnica costituisce elaborato di supporto alla progettazione preliminare per il Risanamento ambientale e valorizzazione dei laghi dei Campi Flegrei, in particolare le aree d intervento riguardano le seguenti località: o Area via Napoli. o Area lago d Averno lago Lucrino; Questo elaborato è stato redatto con l ausilio e con i dati contenuti all interno dello studio geologico allegato al P.R.G. del Comune di Pozzuoli redatto ai sensi della L.R. n 9/83, senza eseguire ulteriori indagini, da predi sporre per le successive fasi di progettazione, anche perché in questa fase è opportuno solo ricostruire il modello geologico tecnico sulla verticale del sito ed indicare, in linea generale, le caratteristiche geomeccaniche interessate dalle opere idrauliche di cui trattasi. Inoltre si è tenuto conto di una serie di fonti bibliografiche come il PAI redatto dall Autorità di Bacino Regionale Nord Occidentale, competente in materia difesa suolo su tutto il territorio comunale di Pozzuoli; in particolare per ottenere informazioni sull assetto geolitologico dei luoghi d interesse è stata consultata la carta geolitologica allegata al PAI. Infine tutte le fonti prese come riferimento sono state oltremodo verificate tramite lo svolgimento di una serie di sopralluoghi nel sito d interesse e nelle aree circostanziali. In sintesi, questa relazione geologico tecnica è stata condotta seguendo alcune fasi operative che è possibile così sintetizzare: Acquisizione delle ipotesi preliminari; Acquisizione presso l ufficio tecnico comunale ed altri enti territoriali sovracomunali di dati utili all inquadramento geologico tecnico dell area; Sopralluoghi conoscitivi sulle aree d intervento; Trasferimento informale delle considerazioni scaturite dalle prime elaborazioni e sopralluoghi; Elaborazione dell elaborato di cui trattasi. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 2 di 22

6 3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO Il territorio comunale di Pozzuoli ricade all interno del complesso vulcanico dei Campi Flegrei, i quali rappresentano un area vulcanica complessa anche per la violenza con cui determinati fenomeni si sono susseguiti nel corso dei tempi geologici, celando, quindi, qualsiasi traccia primordiale, nonché eventuali evoluzioni morfodinamiche del territorio. Figura 1. Struttura schematica della caldera dei Campi Flegrei (da Orsi et al., 1991, 1996, 1999; Di Vito et al., 1999) Il complesso vulcanico dei Campi Flegrei è caratterizzato dalla presenza di un elemento strutturale di vaste proporzioni che si concretizza in una caldera vulcanica di circa 12 Km di diametro. Per semplificare la storia evolutiva del distretto vulcanico si attribuisce quest ultima morfostruttura alla fase dell Ignimbrite Campana ( anni fa circa), iniziata con una grossa eruzione che ha prodotto un flusso piroclastico capace di ricoprire l intera Piana Campana da Roccamonfina a Salerno. Il secondo collasso ha invece generato il deposito che viene definito Tufo Giallo Napoletano ( anni fa circa); la più recente è stata registrata all interno del settore sud occidentale della prima, ed è stata, tra l altro, sede di una importante RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 3 di 22

7 attività vulcanica e vulcano tettonica. I fenomeni evolutivi che si sono susseguiti fino ai giorni nostri (vedi fasi bradismiche e ) hanno caratterizzato il territorio flegreo con la presenza di numerosi duomi e fosse calderiche di più modeste dimensioni, di cui si ricorda l ultimo duomo vulcanico formatosi nel 1538 con la formazione del Monte Nuovo, quando si registrò un innalzamento del suolo di circa 7 metri in 48 ore. Inoltre, la fase postcalderica, ovvero quella descritta poc anzi, è preceduta da una fase che opportunamente viene definita precalderica e caratterizzata dalla formazione di lave, tufi idromagmatici e piroclastiti sciolte, a composizione prevalentemente rachitica ed affioranti lungo il margine della stessa caldera e ricoperti dalle formazioni prossimali dell Ignimbrite Campana. In definitiva, all interno del distretto vulcanico dei Campi Flegrei è possibile distinguere le seguenti unità litostratigrafiche, che per semplicità possono essere così distinte: Depositi vulcanici di età maggiore di anni dal presente. Comprendono le lave che affiorano tra la spiaggia di Acquamorta e Torregaveta, lungo i versanti occidentale e nord occidentale di Cuma e a Punta Marmolite, ed i depositi piroclastici che affiorano a Monte di Procida (sequenza di Monte Grillo), Soccavo (Tufi di Torre Franco) e Quarto. Formazione dell Ignimbrite Campana età y.b.p. deposito da flusso piroclastico costituito da una breccia poligenica con blocchi e scorie di dimensioni fino al metro di diametro, passante lateralmente e verticalmente ad una facies di colore giallastro, a differente grado di litificazione, e contenuto variabile in scorie grigio scure; nella facies tufacea sono presenti talora strutture da degassazione. Alla formazione dell Ignimbrite campana sono associati depositi da flusso piroclastico litoidi a tessitura eutassitica ricchi di scorie nerastre (Piperno). Depositi vulcanici di età compresa tra y.b.p. e y.b.p. Comprendono: depositi da flusso piroclastico (Tufi biancastri stratificati, Tufi antichi della città di Napoli) da incoerenti a semicoerenti a stratificazione incrociata e lamine a basso angolo; prodotti piroclastici da caduta e la RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 4 di 22

8 formazione del Tufo Giallo Napoletano, deposito piroclastico di colore giallastro e grigiastro a struttura da massiva a stratoide, costituito da pomici, frammenti lavici e tufacei immersi in una matrice cineritica. Depositi vulcanici di età compresa tra y.b.p. e il 1538 d.c. Comprendono: tufi gialli dell attività flegrea recente (Tufi del Gauro, Archiaverno, Capo Miseno, Punta Epitaffio, Nisida e La Pietra) da semicoerenti a coerenti; prodotti piroclastici sciolti dell attività flegrea recente, distinti in depositi delle aree prossimali ai centri eruttivi, a struttura prevalentemente stratificata (stratificazione piano parallela o ondulata) e depositi delle aree distali, nei quali prevalgono livelli ben selezionati di cineriti, pomici e frammenti litici; cupole laviche di Monte Olibano e della Caprara; depositi del terrazzo della Starza, costituiti da una successione di livelli di origine marina intercalati a depositi subaerei di origine vulcanica; prodotti dell eruzione del Monte Nuovo, costituiti da un deposito basale da flusso piroclasticoda massivo a debolmente laminato con, al tetto, un livello di scorie da caduta e, a chiudere la sequenza sul fianco meridionale del cratere, un deposito grossolano da scoria. Depositi pluvio colluviali, depositi colluvio alluvionali e detrito di versante, a granulometria prevalentemente fine o grossolana, con blocchi di massi tufacei o lavici. Depositi sabbiosi, sabbioso limosi e limo sabbiosi del sistema costiero dunare. Depositi antropici, comprendenti terreni di bonifica, terreni di risulta derivanti da opere di escavazione e sbancamento, materiali di riempimento di discariche. Sul modello del sottosuolo dei Campi Flegrei la comunità scientifica, fin dalla crisi bradisismica del , ha fornito diverse spiegazioni circa la ciclicità dei fenomeni registrati e monitorati fino ai giorni nostri. Senza entrare nel merito dei dati sperimentali e delle confutazioni portate a giustificazione dai vari gruppi di lavoro, tra l altro tali teorie non costituiscono la base scientifica su cui si basa il presente studio, sembra appropriato assimilare il sistema flegreo ad un cilindro di roccia interessato da intensi processi fluidodinamici, questi ultimi possono essere ricondotti alla presenza, al di sotto della base del cilindro, di una forte sorgente termica. I fenomeni RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 5 di 22

9 COMUNE DI POZZUOLI di veicolazione dell energia è facilitata dalla presenza dell acqua di falda, tra l altro abbondante, e dell elevata permeabilità delle coperture di riempimento. Figura 2. Schema idrogeologico dei Campi Flegrei (Progetti speciali per gli schemi idrici nel Mezzogiorno - Casmez - Roma 1983). Appare chiaro che l evoluzione vulcanica ha condizionato anche il deflusso delle acque sotterranee; difatti, ad Ovest i punti preferenziali di recapito delle acque sono rappresentati dal lago Fusaro e dai canali di bonifica ubicati poco più a nord, a sud, invece, la falda defluisce direttamente verso mare, formando un ampia zona di drenaggio lungo l allineamento Pianura Terme di Agnano. La zona di alto idrogeologico, compresa tra l abitato di Marano ed il retroterra di Pozzuoli, corrisponde anche all area di ricarica principale della falda, ciò per la presenza delle conche endoreiche, che rendono le aliquote d acqua di ruscellamento superficiale praticamente nulle. Per la presenza del corpo magmatico in profondità le acque sono per lo più calde, anche se si rileva una significativa falda fredda nei pressi del cratere Campiglione. La morfologia dei Campi Flegrei è chiaramente influenzata, per la maggior parte, dai fenomeni vulcanici; come accennato, il territorio è caratterizzato dalla presenza di duomi, caldere con altezze sul livello del mare non elevate, ma con versanti piuttosto RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 6 di 22

10 ripidi. La stessa morfologia, tra l altro, condiziona fortemente il deflusso delle acque superficiali; il reticolo si caratterizza per la presenza di valloni profondamente incisi, e che, il più delle volte, confluiscono all interno delle conche calderiche di cui sopra, allagando le aree urbanizzate, anche per l inadeguatezza delle opportune vie di deflusso delle acque zenitali. I fenomeni che si riscontrano su questi tipi di versante sono da ricondurre alle colate rapide di fango, a volte, incanalate, ove le coperture giacciono in equilibrio precario, e/o fenomeni intensi di trasporto liquido e solido, come l area oggetto di questo approfondimento, classificata, in tal modo, dal Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. In ogni caso, le colate rapide di fango che si sono verificate negli ultimi decenni, nell area dei Campi Flegrei, non possono essere assimilate, dal punto di vista della modellistica, a quelle che si verificano sui rilievi carbonatici, e ciò sia per le differenti caratteristiche morfologiche (altezza dei rilievi minore), sia per le caratteristiche geologiche, in quanto sul substrato litoide, di origine vulcanica, è pressoché improbabile che si verifichi il fenomeno dell aumento delle sovrappressioni neutre; inoltre, si tengano presente i volumi potenzialmente mobilizzabili, di gran lunga inferiori, rispetto alle coltri sui rilievi calcarei. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 7 di 22

11 4. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLE AREE Area via Napoli L area di via Napoli, come emerge dagli stralci della carta geolitologica redatta dall AdB Nord Occidentale (cfr. fig. 3), è caratterizzata in gran parte dall affioramento dei depositi piroclastici sciolti, i quali si formarono durante l attività vulcanica recente dei Campi Flegrei, si tratta essenzialmente di depositi cineritici da caduta e da flusso; è opportuno però specificare che, visto il tracciato in progetto, a rigor di logica e ricostruzione stratigrafica, le opere edilizie si imbatteranno nei terreni di riporto, sempre di origine piroclastica, con granulometrie anche grossolane ascrivibili a sabbie con intercalazioni di limi e raramente materiali più fini in facies argillificata. Figura 3. Stralcio carta geolitologica Area via Napoli AdB Nord Occidentale della Campania. Ad ogni modo bisogna specificare che un tratto del collettore di progetto (A16 A22) attraverserà la fascia costiera di Pozzuoli, ove, sempre al di sotto di uno strato di materiale di riporto, affiorano principalmente depositi di natura marina. Gli RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 8 di 22

12 affioramenti di tali depositi sono osservabili lungo la scarpata del terrazzo marino della Starza, ove è possibile denotare un alternanza di depositi formatisi in ambiente subaereo, caratterizzati principalmente da terreni piroclastici, e depositi formatisi in un ambiente subacqueo, riconoscibili soprattutto dalla presenza di gusci di Gasteropidi e Lamellibranchi. Tale alternanza è da attribuire ai fenomeni di ingressione e regressione marina che hanno caratterizzato tali luoghi per tutto il Quaternario. Come già specificato in premessa, per poter caratterizzare dettagliatamente, dal punto di vista geolitologico, è stato preso come riferimento lo studio geologico allegato al P.R.G. di Pozzuoli. Precisamente sono stati consultati i sondaggi geognostici (S3, S4 e S6) svolti per tale lavoro di riferimento, di modo tale da caratterizzare dal punto di vista geolitologico anche il sottosuolo lungo la verticale del sito d interesse. Sono stati presi come riferimento più sondaggi in quanto gli interventi a farsi coprono una vasta area, caratterizzata da modifiche sostanziali sia dal punto di vista geolitologico che morfologico. Come già accennato in precedenza i tratti di collettore risaliranno il cosiddetto terrazzo marino della Starza, avendo un dislivello di oltre 20 m, pertanto il modello geologico lungo la verticale sarà totalmente diverso tra i tratti posti al di sopra del terrazzo marino e quelli posti al di sotto. Per tali ragioni, per avere un quadro completo del modello geologico del sottosuolo, sono state ricostruite due stratigrafie tipo, ossia quella riferita agli interventi posti al di sopra del terrazzo marino e quelli posti al di sotto. La stratigrafia tipo del modello geologico lungo la verticale del sito, per gli interventi che verranno realizzati al di sopra del terrazzo marino, si può sintetizzare nel modo seguente: 0,00 3,00 m: materiale di riporto; 3,00 4,50 m: sabbia limosa sciolta di natura piroclastica, di colore che va dal grigio al marroncino; 4,50 7,00 m: limo sabbioso, a tratti addensato, di origine piroclastica di colore grigiastro; 7,00 9,00 m: sabbia limosa con ghiaia (pomici) sciolta di origine piroclastica; RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 9 di 22

13 9,00 12,00 m: limo sabbioso, a tratti addensato, di origine piroclastica, di colore grigio chiaro; 12,00 17,00 m: sabbia grossolana con ghiaia (pomici) arrotondata, di colore grigio scuro; 17,00 25,00 m: limo sabbioso, a tratti molto addensato, di origine piroclastica e di colore grigiastro. Da tale stratigrafia si deduce che le opere a farsi incontreranno uno spesso strato di materiale di riporto posto al di sopra dei depositi cineritici di origine piroclastica caratterizzati da sabbia limosa sciolta. Di contro la stratigrafia per gli interventi posti al di sotto del terrazzo marino della Starza può essere riassunta nel modo seguente: 0,00 3,00 m: materiale di riporto; 3,00 5,00 m: sabbia grossolana a luoghi debolmente limosa; 5,00 8,50 m: limo sabbioso, a tratti addensato, di origine piroclastica di colore grigio chiaro; 8,50 13,00 m: sabbia limosa con ghiaia (pomici) sciolta di origine piroclastica, di colore grigio scuro; 13,00 20,00 m: sabbia da fine a medio grossolana con ghiaia (pomici e litici), di colore grigio scuro; 20,00 23,00 m: sabbia limosa con ghiaia (pomici) sciolta di origine piroclastica; 23,00 25,00 m: sabbia medio grossolana con ghiaia (litici). Da tale stratigrafia è possibile osservare l alternanza dei depositi formatisi in ambiente subaereo, di chiara origine piroclastica, con i depositi formatisi in ambiente subacqueo; in tal caso al di sotto dello strato di riporto si riscontra la presenza di sabbia grossolana, a luoghi debolmente limosa, caratterizzante i depositi di origine prevalentemente marina affioranti nella piana costiera di Pozzuoli. In merito alla stratigrafia riscontrabile in corrispondenza del sito ove verrà realizzato il pozzo a vortice è doveroso fare una precisazione, in quanto esso sarà scavato all interno di una rampa, pertanto gli spessori caratterizzanti il materiale di RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 10 di 22

14 riporto saranno notevoli, ossia con una potenza pari a circa 15 m (vedi stratigrafia S6). Dal punto di vista morfologico l area d intervento in questione è caratterizzata dalla presenza di un versante peneplanato fortemente urbanizzato interrotto in più punti da terrazzamenti e spianate realizzate per il tramite di sbancamenti e rinterri, nonché vi sono consistenti affioramenti di terreni antropici. Figura 4. Stralcio carta geomorfologica Area via Napoli AdB Nord Occidentale della Campania. L assenza di pochi segni morfologici naturali, e che dimostrano l alto grado di urbanizzazione dell area, è verificabile anche sullo stralcio della carta geomorfologica redatta dall Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania in sede di redazione del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. L unico segnale morfologico degno di nota è proprio la paleofalesia aggettante su via Napoli, la quale, in corrispondenza del punto di passaggio del collettore a farsi, è stata fortemente antropizzata, in quanto è presente la cosiddetta rampa dei Cappuccini. Codesta paleo falesia rappresenta la testimonianza dei cicli di trasgressione e regressione marina che hanno modellato particolarmente codesti RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 11 di 22

15 luoghi. Ad ogni modo sia al di sopra del terrazzo marino della Starza che lungo la fascia costiera l andamento della morfologia è subpianeggiante, pertanto in tali luoghi non è possibile l innesco di fenomeni franosi, in quanto non vi è il fattore principale predisponente tali dissesti, ossia le pendenze elevate. Dunque per tali ragioni, i fenomeni di instabilità dei versanti possono manifestarsi soltanto lungo le pareti subverticali della paleofalesia, principalmente lungo i tratti non antropizzati. Tutto ciò è confermato dal PAI dell AdB Nord Occidentale, per il quale, come sarà descritto più dettagliatamente nei prossimi paragrafi, la pericolosità ed il rischio da frana è concentrato lungo le scarpate subverticali del terrazzo marino. Per quanto riguarda invece gli aspetti legati alla pericolosità idraulica, si può affermare con certezza che tali luoghi non sono soggetti a problematiche legate ad eventi alluvionali, in quanto nell area d interesse non sono presenti né corsi d acqua né alvei strada. Dal punto di vista idrogeologico, dalle informazioni bibliografiche si ipotizza la presenza di una falda superficiale, posta a quote inferiori ai 5 m lungo la piana costiera, in linea con lo schema idrogeologico dei Campi Flegrei. In definitiva, le opere a farsi sono compatibili, dal punto di vista tecnico, per quanto riguarda gli aspetti più strettamente geologici e geomorfologici, per quanto riguarda quelli più propriamente geotecnici, gli stessi saranno affrontati nei paragrafi successivi. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 12 di 22

16 5. CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA E SISMICA La caratterizzazione geotecnica dei terreni deve tener conto anche delle caratteristiche geometriche delle opere a farsi, soprattutto quando bisogna verificarne la compatibilità geologico tecnica. La stabilità delle opere, in ogni modo, dipende anche delle condizioni morfologiche al contorno, le quali su questa tipologia di terreni sono di fondamentale importanza, oltre che dalle caratteristiche geotecniche degli stessi terreni di sedime. La caratterizzazione geotecnica del sito d interesse è stata effettuata grazie non solo alle conoscenze derivanti da fonti bibliografiche, ma anche alla elaborazione delle prove SPT effettuate all interno dei sondaggi geognostici presi come riferimento, svolti per lo studio geologico del P.R.G. di Pozzuoli. In questa fase è possibile, per ogni tipologia di deposito riscontrato definire le proprie caratteristiche geomeccaniche: Materiale di riporto: Peso unità di volume γ = 1,40 gr/cm 3 ; Angolo di attrito interno φ = 28,00 ; Coesione drenata c = 0,00 kg/cm 2. Depositi piroclastici dei campi Flegrei (sabbia limosa): Peso unità di volume γ = 1,88 gr/cm 3 ; Angolo di attrito interno φ = 33,00 ; Coesione drenata c = 0,05 kg/cm 2. Sabbie, limi e ghiaie della piana costiera: Peso unità di volume γ = 1,79 gr/cm 3 ; Angolo di attrito interno φ = 28,00 ; Coesione drenata c = 0,00 kg/cm 2. Dai parametri elencati si deduce che i terreni in questione hanno buone caratteristiche geomeccaniche, soprattutto per quanto riguarda il valore dell angolo di attrito, mentre i valori prossimi allo zero della coesione rispecchiano la natura granulometrica essenzialmente sabbiosa. In virtù della nuova classificazione sismica, scaturita dalla Delibera di Giunta RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 13 di 22

17 Regionale n 5447 del che ha attribuito a l territorio comunale di Pozzuoli il grado di sismicità S = 9, corrispondente alla seconda categoria sismica, il coefficiente sismico da considerare è c = 0,07 di g; inoltre con l entrata in vigore delle summenzionate Norme Tecniche per le Costruzioni, approvate con Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 14 gennaio 2008, nonché pubblicate sul Supplemento Ordinario n 30 della Gazzetta Ufficiale n 29 del 4 febbraio 2008, assume particolare importanza, invece, la definizione del modello geologico, geotecnico e sismico sulla verticale del sito e fino alla profondità di 30 m dal p.c., con definizione di a g = 0,175 max. Figura 5. Mappa della pericolosità sismica del territorio comunale di Pozzuoli (NA) dell INGV con i range di valori delle a g nella legenda corrispondente. Inoltre, la mappa del territorio nazionale per la pericolosità sismica (vedi fig. 5), disponibile on line sul sito dell INGV di Milano indica che il territorio comunale di Pozzuoli (NA) rientra nelle celle contraddistinte da valori di a g di riferimento compresi tra e (punti della griglia riferiti a: parametro dello scuotimento a g ; probabilità in 50 anni 10%; percentile 50). RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 14 di 22

18 La determinazione della categoria di sottosuolo del sito sarà approfondita, come da normativa vigente, nelle successive fasi di progettazione. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 15 di 22

19 6. COMPATIBILITA IDROGEOLOGICA DELL INTERVENTO Oltre a definire il modello geologico tecnico del sottosuolo, questa relazione punta a verificare anche la compatibilità degli interventi eseguiti con le caratteristiche di stabilità del territorio circostante; tale verifica deve tenere in debito conto alcuni parametri fondamentali: Gli studi di pianificazione territoriale; Il rilevamento geologico e geomorfologico eseguito in corrispondenza del sito e delle aree contermini; Le indagini geognostiche di riferimento, resesi disponibili durante la ricerca dati. Gli studi pianificatori cui si fa riferimento sono il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico e gli allegati geologico tecnici al P.R.G. del comune di Napoli. Per quanto riguarda la compatibilità dell intervento a farsi con la pianificazione a più vasta scala di bacino ci si riferisce al Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico redatto dall Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania, ad oggi accorpata all interno dell Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale, che è l ente pianificatore in materia difesa suolo su tutto il territorio comunale in questione; il PAI a cui ci si riferisce è adottato con delibera del Comitato Istituzionale n 384 del 29 novembre 2010 e pubblicato sul BURC n 82 del 20 dic embre 2010 e da tale data vigente. Come già anticipato nel paragrafo geologia e geomorfologia dell area, gran parte del territorio in esame è caratterizzato da una morfologia subpianeggiante, eccetto le fasce caratterizzate dalle scarpate del terrazzo di origine marina e dai versanti dei coni vulcanici. Proprio per tali ragioni nelle carte del PAI la pericolosità da frana è concentrata lungo tali aree, ossia ove le pendenze risultano più accentuate, come mostrato in fig. 6. In base a tale perimetrazione alcuni tratti degli interventi a farsi attraversano delle aree soggette a problematiche legate all instabilità dei versanti; partendo dalla costa si evince che il tratto di collettore di progetto A13 A16, situato lungo la Rampa Cappuccini, come anche il pozzo a vortice, rientrano in un area classificata a pericolosità da frana elevata (P3), ossia con suscettibilità alta all innesco, al transito RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 16 di 22

20 e/o all invasione da frana. Anche parte del tratto che verrà realizzato lungo i versanti della Solfatara attraverserà un area interessata da pericolosità da frana, ma in tal caso di livello moderato (P1), ossia con suscettibilità bassa all innesco, al transito e/o all invasione da frana. Figura 6. Stralcio della carta della pericolosità da frana del PAI redatto dall'adb Nord Occidentale, con relativa legenda. Applicando le matrici del rischio, dipendente non solo dalla pericolosità ma anche dall urbanizzazione e dalla destinazione d uso, i primi interventi descritti in precedenza, ossia quelli situati lungo la Rampa dei Cappuccini, ricadranno in un area a rischio da frana molto elevato (R4), mentre il tratto di collettore che verrà realizzato sui versanti della Solfatara ricadrà in areali classificati a rischio elevato (R3), come è possibile denotare dalla fig. 7. Ad ogni modo le opere a farsi non pregiudicano la stabilità dei versanti in RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 17 di 22

21 questione, ed inoltre rientrano negli interventi consentiti secondo l art. 23 comma 1 lettera b delle Norme di Attuazione del PAI. Figura 7. Stralcio della carta del rischio da frana del PAI redatto dall'adb Nord Occidentale, con relativa legenda. Per quanto riguarda la pericolosità ed il rischio idraulico il sito oggetto d intervento non risulta interessato da questo tipo di problematica, in quanto nell area d interesse non vi è la presenza nè di corsi d acqua né di alvei strada. Dagli stralci mostrati nelle figure 8 e 9 si denota la delimitazione della conca endoreica posta all interno del cono della Solfatara, in corrispondenza della quale, secondo il PAI redatto dall AdB Nord Occidentale, il rischio idraulico può definirsi come moderato (R1). RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 18 di 22

22 Figura 8. Stralcio della carta della pericolosità idraulica del PAI redatto dall'adb Nord Occidentale, nel quale è evidenziata la conca endoreica della Solfatara. Figura 9. Stralcio della carta del rischio idraulico del PAI redatto dall'adb Nord Occidentale, nel quale la conca endoreica della Solfatara è classificata a rischio moderato R1. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 19 di 22

23 In definitiva, lo studio di dettaglio sull area condotto con le modalità di cui nei paragrafi precedenti, ha dimostrato come la realizzazione degli interventi a farsi non siano predisponenti al dissesto, sia dal punto di vista frane che idraulico. Area lago d Averno lago Lucrino L area d intervento, relativamente al collettore fognario che attraversa le sponde occidentali dei laghi di Lucrino è d Averno, è caratterizzata dalla presenza dei terreni di riporto antropici, nonché altri depositi provenienti dal disfacimento dei versanti dei medesimi specchi d acqua e che sono costituiti dalla falda detritica nella porzione basale e dai depositi piroclastici antichi del settore settentrionale dei Campi Flegrei; granulometricamente trattasi di sabbie e limi rimaneggiati. Figura 10. Stralcio carta geolitologica Area lago d Averno lago Lucrino AdB Nord Occidentale della Campania. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 20 di 22

24 Dal punto vista morfologico il collettore lago d Averno lago Lucrino sarà adagiato lungo le sponde degli specchi d acqua ed in effetti il tracciato non incontra alcun elemento morfologico degno di nota, ad esclusione di un punto in prossimità del canale che collega i due laghi, ove è segnalata una frana complessa, nonché le stesse opere edilizie intercettano la falda detritica costituita da materiale terrigeno più grossolano. Vista la vicinanza delle opere alla riva dei laghi è opportuno tener presente il livello della falda freatica prossima al p.c., nonché durante gli scavi dovranno essere messe in atto tutte le protezioni necessarie alla corretta esecuzione degli scavi, anche per garantire la massima sicurezza alle maestranze. A più vasta scala appare evidente che il lago d Averno sia caratterizzato, al top, da un orlo craterico, mentre il lago Lucrino non appare particolarmente segnato da alcun segnale morfologico. Figura 11. Stralcio carta geomorfologica Area lago d Averno lago Lucrino AdB Nord Occidentale della Campania. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 21 di 22

25 7. CONCLUSIONI La presente relazione geologico tecnica costituisce elaborato di supporto alla progettazione preliminare per il Risanamento ambientale e valorizzazione dei laghi dei Campi Flegrei, in particolare le aree d intervento riguardano le seguenti località: o Area via Napoli. o Area lago d Averno lago Lucrino; In sintesi, questa relazione geologico tecnica è stata condotta seguendo alcune fasi operative che è possibile così sintetizzare: Acquisizione delle ipotesi preliminari; Acquisizione presso l ufficio tecnico comunale ed altri enti territoriali sovracomunali di dati utili all inquadramento geologico tecnico dell area; Sopralluoghi conoscitivi sulle aree d intervento; Trasferimento informale delle considerazioni scaturite dalle prime elaborazioni e sopralluoghi; Elaborazione dell elaborato di cui trattasi. Per la stesura del presente elaborato non è stata prevista la realizzazione di una campagna di indagini geognostiche per i motivi già esposti in maniera esaustiva in premessa, e perché i dati recuperati direttamente dall ufficio tecnico comunale, opportunamente implementati da un accurato rilevamento geologico, hanno consentito un efficace ricostruzione del modello geologico tecnico sulle rispettive aree. In definitiva, in virtù della documentazione reperita e delle attente valutazioni che sono state fatte nella presente relazione geologico tecnica, le opere sono compatibili con le condizioni geologiche, geomorfologiche, geotecniche e sismiche del sito. RE.02.1 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA.. 22 di 22

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