Documentazione di supporto alla esercitazione su:
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1 Università degli Studi di Salerno Facoltà di Ingegneria Laurea Magistrale in Ingegneria per l Ambiente ed il Territorio ANNO ACCADEMICO Corso di Frane Prof. ing. Michele Calvello Documentazione di supporto alla esercitazione su: Processo partecipativo per la definizione di azioni di mitigazione del rischio da frana (Prof. ing. Settimio Ferlisi) L AREA DI STUDIO Il versante di Monte Albino (Fig. 1) si sviluppa su una superficie complessiva di circa 400 ha; al suo interno si distinguono 10 bacini idrografici e 10 versanti aperti. Dal punto di vista geologico, Monte Albino è costituito da un substrato carbonatico (calcareo-dolomitico) ricoperto da depositi piroclastici, derivanti dalla deposizione dei materiali prodotti dall attività vulcanica del Somma- Vesuvio e dei Campi Flegrei. Per la complessità del sistema geo-ambientale che lo caratterizza, il versante di Monte Albino può essere sede di molteplici fenomenologie quali i flussi iperconcentrati, le colate rapide di fango e le frane su versanti aperti (a tal riguardo, si ricorda l evento del marzo 2005 che ha causato la perdita di 3 vite umane e danni rilevanti ad alcuni edifici). Figura 1. Comune di Nocera Inferiore e versante del Monte Albino oggetto dello studio. 1
2 PRINCIPALI PORTATORI DI INTERESSE (STAKEHOLDERS) Nel seguito sono riportati i portatori di interesse coinvolti nel processo partecipativo del caso di studio di Nocera Inferiore. All inizio del tutorial ad ogni componente del gruppo verrà assegnato uno dei seguenti ruoli. Portatori di interesse Autorità di bacino del fiume Sarno Commissario straordinario dell emergenza Sindaco Comitato delle vittime Associazione ambientale Protezione civile comunale Ufficio tecnico comunale Residenti in aree pedemontane a rischio frana Residenti in aree a rischio alluvione (la Starza) Principali caratteristiche / Ruolo / Responsabilità L autorità di bacino del fiume Sarno ha la responsabilità di redigere il piano di bacino ed i piani stralcio per il rischio idrogeologico. Il commissario è cambiato nel tempo. A partire dal 2005, la presidenza del consiglio dei ministri ha nominato 3 commissari straordinari. Responsabile di varie attività legate alla gestione dell emergenza ed alla supervisione delle decisioni sulla mitigazione del rischio. Associazione nata dopo l evento franoso del 2005 con l obiettivo di aiutare i residenti cha hanno subito danni (in particolare i familiari delle vittime). Associazione nata dopo l evento franoso del 2005 con l obiettivo di salvaguardare e promuovere aree boschive dei Monti Lattari, combattere contro l urbanizzazione nelle aree a rischio, promuovere gli interessi ed i bisogni dei cittadini dialogando con le autorità locali. La protezione civile comunale, attraverso un centro operativo comunale, è responsabile del sistema di allerta e della gestione delle fasi di emergenza. La maggioranza dei componenti sono volontari. L ufficio tecnico comunale è responsabile del rispetto del piano urbanistico comunale e dei vincoli idrogeologici definiti dall autorità di bacino e partecipa alla gestione del centro di protezione civile municipale. Abitanti dell area più a rischio della città. Considerano il rischio frana come uno dei problemi della città. Azioni Preparazione dei piani stralcio (PsAI), del piano di bacino e di suggerimenti (linee guida) per la mitigazione del rischio idrogeologico. Principale compito del commissario è la gestione dell emergenza e della fase di ricostruzione, inclusa l autorizzazione alla spesa dei fondi stanziati. Emettere le allerte alla popolazione. Supervisione delle decisioni sulla mitigazione del rischio. autorità comunali per velocizzare le procedure di rimborso. Supportare le famiglie delle vittime nella battaglia legale contro i gestori della cava. Organizzazione di incontri e conferenze dopo l evento per meglio comprendere le sue cause e definire adeguati interventi di mitigazione del rischio. autorità comunali per realizzare misure di mitigazione a basso impatto ambientale (opere non strutturali). Allerta durante l evento del Azioni di salvataggio e gestione dell emergenza durante l evento del Acquisizione di dati sul danno e sulla vulnerabilità sociale nelle aree a rischio. Limitare l abusivismo edilizio nell area del Monte Albino. Aggiornamento delle mappe di rischio attraverso studi commissionati ad esperti nel settore. autorità comunali per velocizzare la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio legato ai fenomeni franosi del Monte Albino. Lamentano la scarsa attenzione a loro prestata. Preferiscono che le risorse comunali vengano devolute a misure di mitigazione del rischio da alluvione. 2
3 GLI STRALCI DELLE OPZIONI PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO Lo stralcio dell opzione 1 intitolata Interventi misti (attivi e passivi) (Fig. 2) contempla interventi attivi sui versanti aperti e interventi strutturali passivi corrispondenti a vasche di accumulo da localizzare in corrispondenza delle sezioni di sbocco dei bacini montani e dimensionate per flussi iperconcentrati innescati da piogge con periodo di ritorno di 200 anni. Figura 2 Schema rappresentativo dello stralcio n. 1 (Cascini, 2011). Stralcio n. 1 Costo (%) Interventi attivi 20,8 Interventi strutturali passivi 79,2 Forestazione/parco naturale 0 Delocalizzazione 0 Costo totale [ ] Zone di intervento Costo (%) versanti aperti 20,8 3
4 Lo stralcio dell opzione 2 intitolato Interventi attivi, forestazione e parco naturale (Fig. 3) contempla interventi attivi sui versanti aperti, interventi strutturali passivi consistenti in piccole vasche localizzate all interno dell area urbanizzata e forestazione (ovvero una barriera di querce disposta giusto ai piedi del versante di Monte Albino). Figura 3 Schema rappresentativo dello stralcio n. 2 (Cascini, 2011). Stralcio n. 2 Costo (%) Interventi attivi 47,6 Interventi strutturali passivi 23,3 Forestazione/parco naturale 29.1 Delocalizzazione 0 Costo totale [ ] Zone di intervento Costo (%) fossi di erosione 26,5 versanti aperti 21,1 4
5 Lo stralcio dell opzione 3 intitolato Delocalizzazione (Fig. 4) prevede la delocalizzazione di alcune famiglie residenti nelle aree esposte al rischio più elevato e contempla la messa in opera di interventi strutturali in corrispondenza di bacini montani opportunamente selezionati (in tale stralcio, le decisioni su dove realizzarli e quali adottare scaturiscono da analisi costi-benefici). Figura 4 Schema rappresentativo dello stralcio n. 3 (Cascini, 2011). Stralcio n. 3 Costo (%) Interventi attivi Interventi strutturali passivi Forestazione/parco naturale Delocalizzazione Costo totale [ ] da valutare sulla base di analisi costi-benefici N. nuclei familiari da delocalizzare Costo ( )
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