Come valutare lo stress da lavoro correlato nelle Aziende Sanitarie

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1 Come valutare lo stress da lavoro correlato nelle Aziende Sanitarie Adele Steli Stefano Albertini 23 maggio 2011 Agenda Modulo I Sintesi della normativa di riferimento: i principali elementi nella ; Il ruolo delle funzioni i aziendali e il ruolo dei responsabili delle diverse unità operative Perché bisogna valutare lo stress nelle aziende sanitarie La valutazione e la gestione del rischio da stress da lavoro correlato: come impostare il progetto all interno di un azienda sanitaria 2 Modulo II Esercitazione : individuazione degli indicatori e quali fattori di rischio valutare all interno di un azienda sanitaria Strumenti, metodologia e percorso operativo/formativo per attuare la fase approfondita di valutazione. Conclusione dei lavori, adempimenti ECM 1

2 Definizioni di stress (1): approccio fisiologico Lo stress, inteso come fenomeno generale umano Sindrome generale di adattamento alle sollecitazioni/richieste (stressor) dell ambiente, (Selye, 1936), la reazione fisiologica si compone di tre fasi: 3 Allarme (shock controshock reazioni fisiologiche) Resistenza (adattamento t e riequilibrio ilib i delle funzioni) Esaurimento (squilibrio funzionale, alterazioni strutturali) Definizioni di stress (2) Reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste lavorative non sono commisurate alle capacità, alle risorse o alle esigenze dei lavoratori ; 4 Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. National Institute for Occupational Safety and Health, NIOSH,1999 2

3 Definizione di stress (3) Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione può ridurre l efficienza lefficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l eventuale inadeguatezza nella gestione dell organizzazione del lavoro e dell ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc. 5 Accordo Quadro Europeo, 2008, art. 3 Definizioni di stress (3) Condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica,,psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro. [ ] Individui diversi possono reagire differentemente a situazioni simili e lo stesso individuo può reagire diversamente di fronte a situazioni simili in momenti diversi della propria p vita. 6 Accordo Quadro Europeo sullo stress nei luoghi di lavoro,2004 [sono parte integrante del Dlgs. 81/2008] 3

4 COPING Per fronteggiare le situazioni, l individuo mette in atto le proprie strategie comportamentali che vanno sotto il nome di coping (in italiano si potrebbe tradurre col termine «cavarsela»). Gli stili di coping dipendono appunto dalle caratteristiche del soggetto e dalle esperienze personali. Da ciò consegue la soggettività/individualità nella risposta di stress. (ISPESL, 2002) 7 Se la risposta di adattamento non soddisfa l obiettivo si parla di stress negativo o distress. Stress: modello P-E fit (Adattamento Persona-Ambiente ) 8 Fonte: French, Caplan & Harrison (1982) 4

5 Modello domanda-controllo di Karasek 9 Stress: Job Demands-Resources Model 10 Richieste Risorse Ingaggio 5

6 Stress: Job Demands-Resources Model 11 Demerouti, Bakker, Nachreiner e Schaufeli (2001) Fattori di rischio psicosociale 12 Aspetti di progettazione del lavoro e di organizzazione e gestione del lavoro, e i loro contesti ambientali e sociali, che potenzialmente possono dar luogo a danni di natura psicologica, sociale o fisica. Cox & Griffiths (1995) 6

7 Quando lo stress è dannoso? 13 Stimolazione troppo intensa Stimolazione troppo prolungata Mancanza di recupero tra una stimolazione e l altra Stimolazione di lieve entità, ma sotto soglia di consapevolezza (effetto accumulo) Non è possibile sottrarsi alla stimolazione Stress e strain (1) Valutare il rischio stress lavoro-correlato significa considerare come un pericolo presente nel contesto di lavoro (ovvero una condizione descrivibile in cui l individuo può subire l eventualità di un danno) possa effettivamente procurare danni da stress di una certa entità e con una certa frequenza. 14 Quando questa condizione rischiosa, dovuta a differenti fattori lavorativi, si manifesta per un periodo prolungato di tempo e con una intensità elevata, tende a produrre conseguenze significative per l individuo. Definiamo questi possibili effetti come strain o esiti da stress lavoro-correlato che possono o presentarsi s in forma acuta o cronica. ca Tali esiti non sono una malattia in senso stretto, ma possono a loro volta, ridurre l efficienza, influenzare lo stato di salute psicofisica ed essere causa di infortuni e malattie professionali. 7

8 Stress e strain (2) Il campo di applicazione del Dlgs. 81/2008 riguarda direttamente l identificazione, valutazione e intervento correttivo e preventivo sul rischio stress lavoro-correlato l soprattutto a livello organizzativo, mentre i danni o sindromi patologiche e i relativi trattamenti a livello individuale rientrano invece nelle pratiche di sorveglianza sanitaria e nei conseguenti atti riabilitativi reputati necessari. 15 N.B. Esistono anche stress extralavorativi che hanno effetti sulle persone, ma che originano al di fuori del lavoro. Queste condizioni stressanti non rientrano direttamente nella definizione di stress lavoro-correlato, così come definite dal Dlgs. 81/2008. Sintesi della normativa di riferimento 8

9 Direttiva-quadro 391/ Tutti i datori di lavoro hanno l obbligo giuridico di tutelare la salute e sicurezza dei lavoratori, anche in presenza di rischi stress lavorocorrelato, sia come fattore di rischio a sé stante sia per la correlazione rilevata con il verificarsi di infortuni e malattie professionali. Il datore di lavoro adotta una politica di prevenzione e protezione che prevede: Interventi di valutazione degli antecedenti organizzativi e delle variabili personali implicate; Interventi di miglioramento delle condizioni organizzative e delle risorse individuali, Il Dlgs. 81/2008 considera 18 l'organizzazione come fattore chiave per il miglioramento delle condizioni di sicurezza in azienda. La nozione di «modello di organizzazione e di gestione» in materia di salute e di sicurezza (art. 30), fornisce un esplicito quadro di riferimento per la progettazione della struttura organizzativa aziendale nella quale siano integrate anche le funzioni di gestione e controllo di quanto previsto per la tutela della salute sostiene l'opportunità che l'azienda, nell'intento di migliorare la sicurezza e di assolvere alle prescrizioni di legge, riveda i propri modelli organizzativi (ne migliori l efficienza ed l'efficacia) integrando la sicurezza ed il benessere lavorativo tra i propri obiettivi. 9

10 Dlgs. 81/ Il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) è la struttura cardine del sistema di gestione della sicurezza, (...) le competenze richieste alle varie figure che ne fanno parte o che cooperano sono molteplici e di elevata complessità, ad esempio,: competenze propriamente tecnico-scientifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro, competenze metodologiche e progettuali sia per quanto riguarda la valutazione ed il governo dei rischi, che la progettazione e la realizzazione di interventi di formazione ed informazione dei lavoratori ed, infine, competenze relazionali, quali tecniche di comunicazione, di gestione dei gruppi, di negoziazione, di problem solving, per una partecipazione attiva di tutte le componenti aziendali. Dlgs. 81/ Si tratta, per certi aspetti, di un innovazione organizzativa che, dando sistematicità e continuità temporale agli interventi progettati per la sicurezza e integrandoli con le altre funzioni organizzative, in realtà influisce i sul normale funzionamento aziendale (qualità delle condizioni di lavoro) e facilita il conseguimento degli obiettivi organizzativi (produzione di beni e servizi). 10

11 LA CIRCOLARE MINISTERIALE del 18/11/ Indica un percorso metodologico che rappresenta il livello minimo di attuazione dell obbligo di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato per tutti i datori di lavoro pubblici e privati. Tale valutazione è parte integrante della valutazione dei rischi e viene effettuata dal datore di lavoro avvalendosi del RSPP con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione del RLS. La circolare ministeriale (18/11/2010) 22 La valutazione deve essere compiuta con riferimento a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti. La valutazione prende in esame non singoli, ma gruppi omogenei di lavoratori [ ]. 11

12 23 La circolare ministeriale (18/11/2010) La valutazione si articola in due fasi: valutazione preliminare (necessaria) valutazione approfondita (eventuale) La circolare ministeriale (18/11/2010) 24 La VALUTAZIONE PRELIMINARE consiste nella rilevazione di indicatori oggettivi appartenenti a tre distinte famiglie: I. Eventi sentinella; II. Fattori di contenuto del lavoro; III. Fattori di contesto del lavoro. 12

13 La circolare ministeriale (18/11/2010) 25 LA VALUTAZIONE APPROFONDITA (II fase) prevede la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori, ad es. attraverso differenti strumenti quali questionari, focus group, interviste semi-strutturate. NB N.B. Nel caso in cui la valutazione preliminare rilevi elementi di rischio da stress lavoro-correlato, si procede alla pianificazione e alla adozione degli opportuni interventi correttivi [ ]. Ove gli interventi correttivi risultino inefficaci, si procede [ ] alla fase di valutazione successiva. La circolare ministeriale (18/11/2010) 26 Le caratteristiche ti centrali della valutazione: 1. Rilevare andamento degli indicatori nel tempo (ideale almeno un triennio); 2. Predisporre gruppi omogenei per attività (ed esposizione ai rischi). 13

14 27 Nel predisporre p gli strumenti di rilevazione degli indicatori: -Obiettivi: coinvolgimento e condivisione del progetto tra le varie parti coinvolte e creazione un clima favorevole per facilitare Il processo per la valutazione dello stress lavoro-correlato. Perché valutare lo stress nelle aziende sanitarie?...solo per l obbligo di legge? 14

15 23/05/2011 Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie 29 Da: Daniela Lucini - Super stress edito da Rizzoli Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie 30 Lo stress L t lavorativo, l ti potenzialmente, t i l t può ò colpire l i in i qualunque luogo di lavoro e qualunque lavoratore, a prescindere dalla dimensione dell azienda, dal campo di attività, dal tipo di contratto o di rapporto di lavoro. In pratica non tutti i luoghi di lavoro e non tutti i lavoratori ne sono necessariamente interessati. 15

16 Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie Nel considerare lo stress da lavoro è essenziale tener conto delle caratteristiche dei lavoratori. 31 Persone diverse possono reagire in modo diverso a situazioni simili e una stessa persona può, in momenti diversi della propria vita, reagire in maniera diversa a situazioni simili. Lo stress non è una malattia, ma una esposizione i prolungata allo stress può ridurre l efficienza sul lavoro e causare problemi di salute Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie 32 Considerare la salute ed il benessere organizzativi, porta diversi vantaggi: Una maggiore efficienza Un miglioramento delle condizioni di salute Sicurezza sul lavoro Benefici economici Benefici sociali per le aziende sanitarie, i lavoratori e la società nel suo insieme. 16

17 Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie 1. La valutazione dello stress da lavoro correlato deve essere specifica e contestualizzata 2. Si valuta il lavoro e non i lavoratori 3. Il metodo è più importante dello strumento 4. Il metodo deve adattarsi al contesto e alle esigenze/opportunità organizzative 5. Condivisione e partecipazione sono prerequisiti necessari: è necessario creare un gruppo multidisciplinare 6. Va considerata l eventualità di analisi qualitative 7. Si misurano i singoli fattori di rischio enonlo stress in generale 8. Lo stress non ha unvalore soglia assoluto 9. Lo stress riguarda ogni luogo di lavoro e ogni lavoratore indipendentemente dalle dimensioni aziendali o dalla mansione 33 Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie 9. Individui diversi possono reagire in modo differente a situazioni simili 10. Finalità dell accordo è accrescere la consapevolezza dei datori di lavoro, dei lavoratori e dei loro rappresentanti 11.L accordo non fornisce una lista dei potenziali indicatori di stress da lavoro 12.La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare spetta al datore di lavoro. Queste misure saranno attuate con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti 13.Dove l azienda non dispone al suo interno di competenze sufficienti, può ricorrere a competenze esterne in conformità alle leggi europee e nazionali, ai contratti collettivi e alle prassi

18 Perchè valutare lo stress nelle aziende sanitarie Considerazioni operative: 35 Non si può definire a priori quali sono i contesti organizzativi e le professioni più arischio La valutazione deve essere contesto-specifica, la valutazione è sul gruppo e sul lavoro e non sul lavoratore Va stimolato il coinvolgimento e l investimento in informazione, formazione e azioni preventive Vanno raccolti ed analizzati i dati reperibili in azienda quantitativi e qualitativi per fare la foto del contesto È necessario il coinvolgimento e la partecipazione delle diverse figure che hanno una responsabilità nell ambito della sicurezza, salute e prevenzione sul lavoro Si può ricorrere al supporto di uno psicologo del lavoro e di un consulente/formatore. 18