Basi semiotiche 8. L arbitrarietà radicale
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1 Basi semiotiche 8. L arbitrarietà radicale LT Prof. Stefano Gensini
2 Un terzo tipo di arbitrarietà L arbitrarietà materiale concerne il rapporto fra l utente e il codice: arbitrari sono i presupposti biocognitivi per l utilizzazione di un qualsiasi codice o sistema di segni L arbitrarietà «verticale» o «debole» concerne il carattere immotivato del rapporto fra il significante e il significato, non vincolato né logicamente né naturalmente, ma solo accidentale e storico.
3 L arbitrarietà radicale del linguaggio concerne il modo in cui si costituiscono le due facce del segno ovvero, rispettivamente, il significante e il significato. Arbitrario è il modo in cui il significante ritaglia la sostanza fonicoacustica; Arbitrario è il modo in cui il significato ritaglia la sostanza concettuale, il «pensiero».
4 Un concetto derivato da Saussure (1916) Dal capitolo del CLG sul valore linguistico (= CLG 156) Il segno ritaglia arbitrariamente la sostanza fonica e quella concettuale Prima e indipendentemente dal segno non vi è né suono (linguistico) né significato
5 Due esempi classici (da Louis Hjelmslev, 1943) I «confini» dei colori variano da lingua a lingua Anche oggetti comuni vengono lessicalizzati in maniera arbitraria
6 Per capire l arbitrarietà radicale (o «orizzontale» o «forte») dobbiamo ricordare un principio semioticocognitivo già discusso: Ogni conoscenza (umana e non umana) implica un sistema di classificazione Identificare qualcosa in quanto qualcosa richiede di adottare almeno un criterio per distinguere quel qualcosa dal resto
7 Una proprietà biocognitiva dei viventi Classificare la realtà in base a tratti pertinenti: anche l organismo unicellulare deve saper adottare almeno un sistema di classi, per distinguere un ambiente tossico da un ambiente non tossico. Ogni nostra azione presuppone sistemi di classificazione + - L adozione di un tratto pertinente divide la realtà in due classi: quella degli elementi che recano quel tratto e quella (complementare) degli elementi che non lo recano.
8 Le unità funzionali di una qualsiasi lingua presuppongono dunque l adozione di criteri di classificazione. Lo stesso vale al livello delle unità di prima articolazione. Ad es. Ad es. /b/ /f/ /r/ /ʧ/. Sono unità funzionali (di 2nda articolazione=fonemi ) della lingua italiana «-iamo» «non» «post-» «trad-» «cappell-» Sono unità funzionali (= monemi) della lingua italiana
9 L arbitrarietà del significante Consiste nel modo in cui la sostanza fonicoacustica viene ritagliata dalle diverse lingue; Dunque ogni lingua fissa arbitrariamente i limiti di ciascun fonema Ogni lingua ha cioè i propri «tratti pertinenti» che presiedono alla individuazione delle unità fonologicamente significative
10 Il linguaggio sfrutta a tal una modalità innata di classificazione Esempio: identificare un fonema della lingua italiana implica la congiunzione di tre tratti pertinenti: Sonorità vs Sordità Modo di articolazione Luogo di articolazione Identificare /K/ implica 1. + sonore - sonore 2. + occlusive occlusive 3. + occl. Velari - occl. velari
11 Esempi di arbitrarietà radicale il significante Opposizioni fonematiche comuni a IT e altre lingue Es. INGL VEST/TEST/NEST IT VELO/TELO VERO/NERO Es. INGL FOG / DOG IT FALLO/DALLO Es. TED BITTE / MITTE IT BELO / MELO Opposizioni fonematiche NON comuni a IT e altre lingue TED U/Ű MUTTER/MŰTTER (madre / madri) INGL. [ti:] vs. [δi:] TEA/THE (the / tu) INGL. / LAT. ῐ ῑ Es: [ʃip] vs [ʃi:p] (ship / sheep)
12 L arbitrarietà semantica Consiste nel modo in cui ciascuna lingua fissa le proprie unità semanticamente (cioè culturalmente) pertinenti. Esse tuttavia non possono essere analizzate in una lista chiusa di tratti. Una stessa area concettuale può essere dunque diversamente analizzata nelle lingue. Ad es. il «tempo» può essere analizzato dalla lingua (A) in tre lessemi e dalla lingua (B) con un solo lessema. Dove ciascuna lingua traccia i suoi limiti è radicalmente arbitrario.
13 Esempi di arbitrarietà radicale il significato IT. TEMPO (CRON./ATMOSF.) FR. TEMPS IT. FRATELLO/SORELLA PL. FRATELLI ( = due maschi, oppure un maschio e una femmina) LAT. TEMPUS/CAELUM INGL. TIME/WEATHER TED. ZEIT/WETTER TED. BRUDER/SCHWESTER PL. M. BRüDER (dueo più maschi) N. GESCHWISTER (un fratello e una sorella
14 Tutte le aree della cultura sono semiotizzate o semiotizzabili Lingua Il tempo: ieri, oggi, domani, mattina, pomeriggio, sera, notte Cultura Lo spazio: qui, lì, vicino, lontano, accanto, km i nomi dei cibi commestib ili, ad es. i frutti I nomi degli oggetti con cui arrediam o una casa ecc.
15 Saussure (1916) W. v. Humboldt La lingua come «griglia» che ritaglia arbitrariamente la sostanza fonica e semantica La lingua è una forma non una sostanza (1836) La lingua come organo formativo del pensiero La lingua materna fascia l esperienza individuale e collettiva Dal cerchio della propria lingua si può uscire solo entrando nel cerchio di un altra lingua
16 Cosa dobbiamo aggiungere a questo schema? L arbitrarietà saussuriana esalta il carattere culturale del linguaggio Essa introduce alla fisiologica differenza delle lingue Ma Saussure lascia in ombra la determinatezza materiale del linguaggio: la lv deve essere compatibile con le specifiche biocognitive dei parlanti
17 Il linguaggio è una rete di simboli che ci rende accessibile le unità culturali ritagliate dalla comunità parlante. Alla nascita entriamo in un doppio reticolo: quello dei rapporti sociali e quello dei sistemi simbolici usati per comunicare di sé e del mondo.
18 Alla straordinaria varietà delle lingue del mondo (e dei loro dialetti) corrisponde quindi una analoga varietà dei dispositivi di semiotizzazione e simbolizzazione dell esperienza. Per questo grandi pensatori (da Epicuro a Vico, da Locke a Cassirer e grandi linguisti (da Humboldt a Saussure a De Mauro e Eco) hanno visto nella differenza il principio costitutivo della realtà linguistica
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