PIANO DI GESTIONE RIFIUTI DI ESTRAZIONE DITTA PROPONENTE RENATO SILVANO PER LA CAVA SITA IN POTENZA - C.DA MONTOCCHIO -
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2 PIANO DI GESTIONE RIFIUTI DI ESTRAZIONE DITTA PROPONENTE RENATO SILVANO PER LA CAVA SITA IN POTENZA - C.DA MONTOCCHIO - Premessa Su incarico della Ditta Proponente Silvano Renato, residente in Potenza, C.da Botte 117/A, si è redatta il presente Piano di Gestione Rifiuti di Estrazione ad integrazione di quanto richiesto dalla Regione Basilicata Dipartimento Ambiente e Territorio- con nota del 23/01/2015 n /19AB di Prot. Così come già dettagliatamente descritto nel progetto esecutivo, l attività della Ditta proponente è rivolta alla coltivazione residuale, molto residuale, di una cava già in precedenza attivata e quasi esaurita da terzi quindi della successiva fase di ritombamento con ripristino dei profili, quanto più verosimili, al preesistente stato dei luoghi. Da quest attività, oltre alla produzione residuale di misto, sono ottenuti i cosiddetti rifiuti di estrazione rappresentati in prevalenza dallo strato di copertura e dallo sterile, ovvero dal materiale non idonei alla caratteristiche commercializzabili del misto da cava; vale la pena rimarcare che tanto lo strato di copertura quanto lo sterile, nel caso in esame, rappresentano ben poca cosa poiché è sotto gli occhi di tutti che per la parte in coltivazione il misto è affiorante. L attività di coltivazione verrà effettuata direttamente dalla Ditta Proponente e con propri macchinari o presi a nolo a freddo, con metodo a cielo aperto. Il materiale utile verrà poi depositato in cumuli quindi pronto per la spedizione alla clientela. La Ditta Proponente, in ottemperanza a quanto previsto dall Art. 5 del Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117, si dota del presente Piano di gestione dei rifiuti della Cava di C.da Montocchio sita nel Comune di Potenza. Questo strumento programmatico secondo il D.lgs 117/08 art. 5 commi 1, 2 e 3 è 1
3 volto a: 1. prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione e la loro pericolosità ; 2. assicurare lo smaltimento sicuro dei rifiuti di estrazione a breve e lungo termine, in particolare tenendo conto, nella fase di progettazione, della gestione durante il funzionamento e dopo la chiusura, di una struttura di deposito dei rifiuti di estrazione ; 3. incentivare il recupero dei rifiuti di estrazione attraverso il riutilizzo o la bonifica dei rifiuti di estrazione interessati, se queste operazioni non comportano rischi per l'ambiente, conformemente alle norme ambientali vigenti e, ove pertinenti, alle prescrizioni del presente decreto. Per rifiuto si intende secondo il D.lgs 152/2006 art 183 comma 1, lettera a: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. Premesso che per la cava di che trattasi non vi sono situazioni in cui il richiedente si disfi, abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi in quanto tutto il materiale con caratteristiche non idonee estratto dalla cava verrà riutilizzato nella fase di recupero ambientale. Nella relazione quindi il termine rifiuto va inteso come materiale di scavo non commercializzabile ma comunque necessario per successivo tombamento dei cavi di progetto (fase di ripristino ambientale). In linea generale si hanno essenzialmente due tipologie di rifiuto classificate non pericolose e che richiederebbero alcuni semplici accorgimenti e tecniche di recupero. Detti materiali sono equiparabili a: Terra non inquinata: terra ricavata dallo strato più superficiale del terreno durante le attività di estrazione e non inquinata, ai sensi di quanto stabilito all'articolo 186 decreto legislativo n. 152 del 2006; 2
4 Rifiuti di estrazione: Rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave ; Terra non inquinata Questa tipologia di rifiuto derivante dalle operazioni di scoticamento dei banchi di misto, è composta in larga parte da terreno vegetale cappellaccio, dove la frazione organica è presente in discreta quantità e i processi di mineralizzazione del suolo sono in continua evoluzione orizzonte attivo. Nello specifico, ovvero nel nostro caso, non si è in presenza di questi terreni poiché, come si è detto il misto, di interesse estrattivo, è affiorante Rifiuti di estrazione Il materiale oggetto di coltivazione è quello descritto nella Relazione geologica acclusa al progetto principale. Lo scarto può essere costituito da un rifiuto di natura detritico terrigena che pur si può rinvenire nelle aree di scavo. In questo caso non sono presenti elementi o composti naturali di interesse nutrizionale o tossicologico ed abbiamo minori problemi sui tempi di stoccaggio in quanto il materiale verrà utilizzato per il riempimento e non come letto di germinazione per la copertura vegetale, la durata di stoccaggio prevista non supera comunque i due anni. Ovvio che laddove dovessero rinvenirsi materiali, precedentemente tombati, assimilabili a rifiuti gli stessi verranno caricati e conferiti in apposite discariche autorizzate. Descrizione dell attività che portano alla produzione dei rifiuti di estrazione. Si è già detto che nella fattispecie non si è in presenza di scavo di cappellaccio o terreno vegetale tuttavia si è in presenza di materiali provenienti dall esterno per 3
5 le attività di ritombamento. Detti terreni, di diversa natura, possono essere terrigeni, argillosi, arenarie e quant altro. Chiaro è che per la loro definitiva messa a dimora, detti terreni devono essere classati quindi stoccati separatamente e provvisoriamente in aree temporanee. I terreni provenienti dall esterno ( scavi di terreni per attività edilizie), sono anche essi classificati come rifiuti di estrazione ma nel nostro caso rappresentano una risorsa nell attività che si intende realizzare. Infatti, se correttamente gestito (secondo le modalità previste nella relazione tecnica allegata al progetto di coltivazione), il terreno proveniente dall esterno potrà essere utilizzato nei recuperi ambientali post estrattivi come ad esempio nella fase di rimodellamento morfologico dei versanti. Il deposito dei materiali all interno dell area di cava andrà eseguito in cumuli di modeste dimensioni, in modo da rendere agevoli le periodiche operazioni di movimentazione necessaria per la parte afferente ai terreni vegetali di importazione. In tal modo si favoriscono tutti quei processi aerobici necessari per la conservazione delle caratteristiche tipiche di un buon terreno vegetale. La durata dello stoccaggio di tale prodotto dovrà essere sempre inferiore ai due anni, in linea con quanto previsto dal D.lgs 152/2006 art 186. comma 2. Poiché, come abbiamo detto, sono da considerarsi come rifiuti non inquinanti, saranno impiegati nelle varie fasi di recupero morfologico dell area estrattiva. Le caratteristiche chimico-fisiche di questo materiale lo rendono ascrivibile alla tipologia di Inerte non pericoloso. Strutture di deposito dei rifiuti di estrazione. Il deposito per i rifiuti di estrazione come da Decreto Legislativo 30 maggio 2008, n. 117 è definito qualsiasi area adibita all'accumulo o al deposito di rifiuti di estrazione, allo stato solido o liquido, in soluzione o in sospensione. Tali strutture comprendono una diga o un'altra struttura destinata a contenere, racchiudere, confinare i rifiuti di estrazione o svolgere altre funzioni per la struttura, inclusi, in particolare, i cumuli e i bacini di decantazione; sono esclusi i vuoti e volumetrie 4
6 prodotti dall'attività estrattiva dove vengono risistemati i rifiuti di estrazione, dopo l'estrazione del minerale, a fini di ripristino e ricostruzione. Da questa definizione si evince che, l utilizzo dei rifiuti di estrazione prodotti nel corso della coltivazione del giacimento per il tombamento dei vuoti generati dagli scavi e per ripristino dei versanti già oggetto di coltivazione, non è soggetto agli specifici adempimenti previsti per le strutture di deposito purché venga attuato quanto previsto dal progetto di recupero ambientale approvato dall Autorità Competente. In particolare che siano rispettate le condizioni previste all art. 10 comma 1, ovvero: 1. sia garantita la stabilità dei rifiuti di estrazione ai sensi dell'articolo 11, comma 2; 2. sia impedito l'inquinamento del suolo e delle acque di superficie e sotterranee ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 4; 3. sia assicurato il monitoraggio dei rifiuti di estrazione e dei vuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva ai sensi dell'articolo 12, commi 4 e 5. Lo stesso articolo precisa che non vengono considerati come deposito di rifiuti estrattivi le strutture per la terra non inquinata, i rifiuti di estrazione non pericolosi derivanti dalla prospezione o dalla ricerca, i rifiuti derivanti dalle operazioni di estrazione, di trattamento e di stoccaggio della torba nonché i rifiuti di estrazione inerti, dopo un periodo di accumulo o di deposito di rifiuti di estrazione superiore a tre anni ; In base alle caratteristiche, alle quantità, e al periodo di stoccaggio non si ritiene di dover allestite particolari strutture di deposito, limitandosi ad individuare un sito dove i residui detritico-terrigeni siano stoccati in cumuli stabili senza rischio di crollo o frana, attesa anche la natura chimico-fisica di questa tipologia di rifiuto, esente da rischi di percolazione o infiltrazione di sostanze pericolose o tossiche nell ambiente. La zona di deposito sarà comunque posta all interno dell area di cava, dove 5
7 l accesso è limitato ad i soli addetti ai lavori. Screening sugli eventuali effetti negativi sull ambiente ed eventuali misure preventive e di mitigazione da adottare. I rifiuti, nella fattispecie terreno vegetale ed elementi detritico-terrigeni, tanto conseguenti all estrazione quanto per l afflusso di materiale dall esterno, saranno indispensabili per gli interventi di ripristino morfologico e ambientale poiché costituiscono prezioso materiale di base. Per quel che concerne l ultimo strato di profilatura delle scarpate, pari a circa 40/50 cm di terreno vegetale, sarà importante effettuare correttamente le operazioni di movimentazione dello stesso al fine di mantenerlo in buone condizioni in modo da realizzare un efficiente opera di ripristino ambientale. Non si perda tuttavia di vista che tanto le aree circostanti quanto l intera area di cantiere è caratterizzata da terreni aridi e pietrosi e quindi di nessuna valenza produttiva dal punto di vista del pascolo e ancor meno dell agricoltura. Come precedentemente accennato il deposito in cumuli non supererà i due anni. Si precisa inoltre che il titolare in base all Art 10 comma 1 punto a) del D.lgs 117/08 provvederà ad attestare annualmente che i cumuli, sono progettati, utilizzati e mantenuti in efficienza in modo sicuro e che e' stata implementata una politica di prevenzione degli incidenti ed adottato un sistema di gestione della sicurezza tali da garantire che i rischi per la salute umana e l'ambiente siano stati eliminati Procedure di controllo e di monitoraggio Dati i rischi di inquinamento, praticamente nulli, si ritiene per il monitoraggio dei rifiuti sia sufficiente una cadenza semestrale in fase di escavazione e stoccaggio, con un sopralluogo definitivo in fase di chiusura e recupero del sito estrattivo. Per quanto riguarda la caratterizzazione chimica dei rifiuti, prima dell inizio dei lavori, si procederà come segue: 6
8 Terra non inquinata così come definita all art.3 D.Lgs 117/2008: verranno svolti dei test analitici per la composizione. Rifiuti di estrazione così come definita all art.3 D.Lgs 117/2008: verranno svolti dei test analitici per la composizione. Le terre non inquinate ed i rifiuti di estrazione saranno impiegati per le opere di ri-profilatura dei versanti, secondo quanto previsto dal progetto esecutivo. Particolare attenzione andrà posta alla prevenzione dell erosione idraulica (sia in fase di stoccaggio che successivamente alla posa in opera) con idonee sistemazioni idrauliche superficiali ma tanto è stato ampiamente definito nel progetto principale relativamente alle opere accessorie da realizzare. Piano proposto per la chiusura, comprese le procedure connesse al ripristino e alla fase successiva alla chiusura ed il monitoraggio Trattandosi di materiale non inquinante, non tossico e non pericoloso, richiede solo opere di spandimento e profilatura, con idonee sistemazioni idrauliche superficiali. Una volta terminata la fase estrattiva verrà ripristinata la precedente funzione di terreno adibito a pascolo, o quanto il Proprietario del fondo vorrà realizzare, grazie all utilizzo dei rifiuti che andranno a rimodellare la morfologia del versante scavato nel corso dei decenni anche da altri Concessionari. Alla fine del ripristino si prevedono gli stessi impatti di un qualsiasi terreno presente nell area circostante. Aspetti ambientali e misure di mitigazione Per quanto riguarda le misure da adottare per prevenire il deterioramento dello stato dell'acqua conformemente a quanto stabilito dal decreto legislativo n. 152 del 2006, parte terza, sezione II, titolo I e per prevenire o ridurre al minimo l'inquinamento dell'atmosfera e del suolo ai sensi dell'articolo 13 si può asserire che lo stoccaggio dei rifiuti estrattivi prodotti nella Cava Montocchio non può 7
9 determinare così come non determinerà danni alle falde freatiche e all ambiente in generale. Si intende precisare che le uniche acque che entreranno a contatto con i rifiuti estrattivi sono le acque piovane, che saranno regimate con canalizzazioni e pozzetti. In questi ultimi avverrà una prima e quasi completa sedimentazione degli elementi in sospensione, a questo punto l acqua, priva di particelle solide e chiarificata, può defluire dall area di cava. Relativamente alle emissioni atmosferiche, si può affermare che nell area di cava, la produzione e lo stoccaggio dei rifiuti estrattivi non determineranno nessuna variazione qualitativa e quantitativa delle emissioni atmosferiche rispetto ad una generica attività agricola. Di tanto si rimanda alla relazione di screening allegata al progetto principale. Altri rifiuti All interno della cava verranno dislocati baraccamenti da utilizzare come uffici, servizi, garage per macchinari, ecc..., tutti queste strutture producono, come è comprensibile, una certa quantità di rifiuti, il cui smaltimento è regolato da specifiche autorizzazioni allo scarico e non fa quindi parte del presente documento. Quantità Le quantità stimate dei rifiuti presi in considerazione nel presente piano sono riportate nella relazione tecnica allegata ed in particolare nel calcolo dei volumi per il tombamento dei cavi e per la riprofilatura delle scarpate. Il Progettisti Ing. Giovanni Albano Geom. Rocco Bernabei Ing. Vittorio Giuseppe Mussuto 8
10 MODALITA E TIPOLOGIA DI RIPRISTINO AMBIENTALE DITTA PROPONENTE RENATO SILVANO PER LA CAVA SITA IN POTENZA - C.DA MONTOCCHIO - I materiali da utilizzare per il tombamento della cava saranno costituiti da terreni provenienti direttamente dagli scavi edili del circondario di Potenza e località limitrofe. Per il ripristino ambientale si procederà secondo le seguenti fasi: Tombamento dei cavi eseguiti dal proponente a strati di cm 50, successivamente bagnati e quindi rullati. Le quantità di detti tombamenti, come risulta dalle sezioni di progetto sommano a circa mc ; Tombamento di cavi eseguiti in precedenza da altri operatori e riguardanti il ripristino delle scarpate preesistenti; anche per queste si procederà a strati di cm 50, quindi bagnate e successivamente rullati. I profili delle scarpate per le varie sezioni rispetteranno quelle di progetto progetto e le quantità saranno pari a circa ,00 mc; Stesura di terreno vegetale (fondamentalmente costituito da cappellacci ovvero dai primi strati degli scavi operati all esterno). Le quantità di tali materiali sono quantizzati in mc 6.100,00 circa e ricopriranno una superficie do mq circa; Aratura del terreno di cui al punto precedente per una profondità media di cm 30; Semina con macchine operatrici agricole di una miscela di sementi di graminacee erbose. Potenza li, 22/02/2015 Il Progettisti Ing. Giovanni Albano Geom. Rocco Bernabei Ing. Vittorio Giuseppe Mussuto 1
11 Num.Ord. TARIFFA DESIGNAZIONE DEI LAVORI R I P O R T O D I M E N S I O N I I M P O R T I Quantità par.ug. lung. larg. H/peso unitario TOTALE pag. 2 LAVORI A MISURA 1 Escavatore tipo cingolato oleodinamico con attrezzatura per A lavori di scavo, caricamento, reinterro, sollevamento, 20/02/2015 demolizione, misurato a peso: fino a 250 q.li e con benna da mc 1.20, a caldo. a)sistemazione terreni in rilevati con produzione oraria di mc 120/h. Sviluppo mc ,75/120mc/h= h 815, ,38 b)sistemazione terreni vegetali ad ultimo strato di completamento dello spessore di mt Produzione media di mc 80/h segue che mc/ 80mc/h = 78 h circa. 78,000 78,00 c) Scavo per formazione fossi di guardia in terra battuta per allontanamento acque meteoriche fino a discarica. Sviluppo ml 300x1.50x0.50= mc 225,00. Considerando una produzione oraria per scavo in terreno di 15 mc/h si ottiene un impegno di mc 225/15 mc/h= h 15 15,000 15,00 SOMMANO ora 908,38 111, ,95 2 Autocarro speciale a più assi, adatto per impiego stradale e A per fuori strada, a trazione integrale, peso totale:. fino t /02/2015 (portata t. 24) a caldo. a) Spostamento terreno per sagomatura scarpate all'interno del cantiere. Produzione oraria pari a : P= 120 mc/h segue che PT= mc ,50/120 mc/h = h , ,00 SOMMANO ora 867,00 112, ,54 3 Rullo costipatore statico o vibrante semovente, per forza A applicata a terra: fino a t. 5, a caldo. 20/02/2015 Compattazione di terreno per profilatura scarpata. produzione oraria pari a mq Sviluppo ad esclusione dell'ultimo strato da sistemare a terreno vegetale: mc /0.50ml / 6250 ma/h = h 33,00 circa 33,000 33,00 SOMMANO ora 33,00 72, ,43 4 Aratura del terreno in pianura eseguito con mezzi meccanici K fino alla profondità di m 0,30. 24/02/2015 Sv= ha ,200 1,20 SOMMANO ha 1,20 215,47 258,56 5 Trasemina effettuata mediante spargimento di circa 25 kg di K miscuglio di graminacee leguminose, compresa la fornitura 24/02/2015 del seme. Sv= ha ,200 1,20 SOMMANO ha 1,20 170,37 204,44 Parziale LAVORI A MISURA euro ,92 T O T A L E euro ,92 Data, 24/02/2015 Il Tecnico COMMITTENTE: A R I P O R T A R E
12 RELAZIONE DI SCREENING. INTEGRAZIONI-. L area sulla quale insiste la cava non presenta alcun interesse di ordine naturalistico ambientale. Come si è già riferito tanto nella relazione generale quanto in quella di screening allegata al progetto principale, la fase estrattiva è marcatamente residuale così come ai V/s Uffici risulta. Da sempre i terreni in parola sono classificati come pascolo anche se di scarso livello per via della presenza di materiali aridi già a livello superficiale. Della stessa natura risultano anche le aree immediatamente adiacenti all area di interesse. Dal punto di vista idrogeologico, così come richiamato nella relazione geologica, non si registrano fenomeni di instabilità delle aree anche se nelle immediate vicinanze, con completa esclusione delle particelle di interesse, L Autorità di Bacino ha evidenziato la presenza di una zona classata R1. Si torna a ripetere che detta zona R2 è al di fuori delle particelle interessate dalla attività di cava. Richiamato quanto già esposto nella relazione di screening circa la produzione di polveri derivando dalle attività di cava, si riferisce che queste non hanno alcuna rilevanza nell atmosfera vuoi per le misure adottate in fase di scavo e di tombamenti ( materiali trattati sempre con grado di umidità adeguato) vuoi per le scarse quantità di materiali da rimaneggiare in tempi assai lunghi; infatti le attività di cava avranno un periodo di cinque anni. Men che meno le attività di cava, per polveri e rumori, interferiranno con le tre residenze allocate nella zona poiché le stesse sono a debita distanza, circa mt 230,00, dalla cava e per giunta sono coperte, sono schermate dal fronte di cava già coltivato. Urbanisticamente, come si evince dall allegato Certificato di Destinazione Urbanistica, già inserito negli elaborati dal progetto principale, le particelle sono in ambito extraurbano quindi regolate dagli art. 53,54,59 delle N.T.A. del Regolamento Urbanistico. Ad ogni buon conto giova riferire che nessuna attività edilizia rientra nella progettazione redatta se non impianti removibili conseguenti all allocazione di baraccamenti strettamente funzionali all attività. Potenza li, 22/02/2015 Il Progettisti Ing. Giovanni Albano Geom. Rocco Bernabei Ing. Vittorio Giuseppe Mussuto 1
CAVA DI SCAGLIAME DI MARMO OFICALCE
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