Il punto sui primi nove mesi del gennaio 2013

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1 Il punto sui primi nove mesi del gennaio 2013 La situazione internazionale Il dato cumulato dei primi nove mesi del 2012 sembra aver invertito la tendenza registrata fino ad ora che vedeva gli scambi di vino in crescita, nonostante la crisi economica in atto. L estate, evidentemente, ha rallentato la domanda internazionale, portando su terreno negativo il confronto con i volumi scambiati nei primi nove mesi del Da gennaio a settembre 2012, infatti, i 71 milioni di ettolitri registrano una flessione seppur lieve (-2%), a fronte però di un aumento della spesa corrispettiva del 9%, dovuta chiaramente ad una aumento dei listini medi internazionali. A rallentare vistosamente negli ultimi mesi sono stati soprattutto i vini sfusi, dopo le progressioni mostrate fino a metà anno, portando il dato cumulato da gennaio a settembre a -3% su base annua. Nonostante questo, comunque, la quota degli sfusi sul totale degli scambi è del 39%. Da segnalare che le quotazioni medie di questo segmento sono aumentate del 19%. Leggero passo indietro dei volumi anche dei vini confezionati (-1%), ma anche in questo caso il valore è in crescita. In controtendenza gli spumanti che sono leggermente cresciuti in volume (+1%), con una progressione in valore dell 8%. Dinamica degli scambi internazionali in volume per singolo segmento (codici NC a 6 digit) 11% 10% 10% 10% 8% 8% 6% 56% 55% 55% 55% 56% 54% 55% 33% 35% 34% 35% 36% 38% 39% * Sfusi Confezionati Spumanti e mosti *primi nove mesi Tra i primi tre Paesi importatori solo gli Stati Uniti hanno mostrato un incremento della domanda, peraltro piuttosto significativo in termini percentuali (+21%), a fronte di una meno che proporzionale crescita della spesa (+16%). Negli Usa, infatti, i vini importati in confezione maggiore di due litri sono più che duplicati rispetto al periodo gennaio-settembre 2011 ed hanno sfiorato i tre milioni di ettolitri. Questo porta il segmento degli sfusi a coprire il 34% del totale delle importazioni a stelle e strisce, quota piuttosto elevata rispetto alla media che nell ultimo anno e mezzo è stata appena del 22%. Da gennaio a settembre del 2012 ad accrescere il proprio ruolo nel mercato statunitense dello sfuso sono stati i paesi dell Emisfero Sud, tradizionalmente fornitori di questa tipologia di vini. Argentina e Cile hanno più che triplicato le proprie consegne e sono raddoppiate quelle dell Australia. Questi tre Paesi coprono oltre il 70% delle importazioni statunitensi di sfuso. Sono scese, invece, del 3% le importazioni complessive di confezionati a fronte di un +11 del valore corrispondente.

2 Germania e Regno Unito hanno ridotto la proprio domanda di vino estero rispettivamente del 6 e 8 per cento in volume, incrementando però la spesa del 3 e 9 per cento. In Germania sono stati soprattutto i vini sfusi ad avere una minor richiesta (-8%), mentre più limitata è stata la flessione dei vini confezionati (-4%). Stabili, invece, i volumi di vini spumanti richiesti dal mercato tedesco. Nel Regno Unito la contrazione della domanda totale è stata determinata soprattutto dai confezionati che rappresentano il 62% del totale importato e che hanno registrato un -14%. Male anche gli spumanti (-15%), mentre gli sfusi hanno mostrato una progressione del 6%. Scorrendo la graduatoria dei principali Paesi importatori si sottolinea una moderata progressione della Russia interamente attribuibile al segmento dei vini confezionati (+13%), mentre gli sfusi hanno perso il 9% e gli spumanti il 6%. Il +14% delle importazioni cinesi è maturato grazie ad un incremento di tutti i segmenti ed in particolar modo dei confezionati che, con 2 milioni di ettolitri nei primi nove mesi del 2012, hanno segnato un +18% dei volumi accompagnato da un +24% della spesa corrispondente. Più contenuto l aumento in volume degli sfusi (+7%), al quale si affianca un +33% del valore. Molto bene anche gli spumanti: +67% in volume e 87% in valore. Questo segmento rappresenta comunque meno del 2% della domanda di vino estero da parte della Cina. I principali Paesi importatori di vino e mosti Milioni di euro gen-set 2011 gen-set 2012 var.% gen-set 2011 gen-set 2012 var.% Stati Uniti , ,7 Regno Unito , ,6 Germania , ,1 Canada , ,8 Cina , ,7 Giappone , ,5 Belgio , ,0 Svizzera , ,3 Paesi Bassi , ,8 Russia , ,0 Francia , ,7 Svezia , ,2 Danimarca , ,7 Australia , ,3 Italia , ,4 Altri , ,6 Mondo , ,3 Analizzando gli scambi dal lato dell offerta, si evidenzia una decisa differenza tra i primi tre Paesi esportatori e quelli dell Emisfero Sud. Dei tre grandi esportatori europei solo la Francia ha incrementato le consegne oltre i confini nazionali, con Italia e Spagna che hanno mostrato importanti battute d arresto. Mentre l Italia aveva già iniziato il 2012 con riduzioni su base annua, il risultato negativo del Paese iberico è maturato quasi interamente nel terzo trimestre del 2012, -24% rispetto allo stesso periodo dell anno prima, mentre fino a giugno l andamento era stato positivo, sebbene con incrementi limitati. A pesare è stata la flessione dei vini sfusi. Niente sorpasso quindi della Spagna ai danni dell Italia che, dopo aver perso momentaneamente la leadership per alcuni mesi, è tornata saldamente a guidare la classifica dei principali Paesi esportatori, nonostante il -9% rispetto al periodo gennaio-settembre Di contro si registrano incrementi delle esportazioni per tutti i Paesi dell Emisfero Sud. La crescita più importante è quella registrata dall Argentina (+29%), seguita dal Cile (+10%), dalla Nuova Zelanda e dal Sud Africa,

3 rispettivamente con +8 e +7 per cento. L Australia si è limitata ad una crescita dell 1%. I principali Paesi esportatori di vino e mosti Milioni di euro gen-set 2011 gen-sett 2012 var.% gen-set 2011 gen-sett 2012 var.% Francia , ,4 Italia , ,4 Spagna , ,3 Australia , ,6 Cile , ,5 Stati Uniti , ,0 Germania , ,2 Nuova Zelanda , ,8 Argentina , ,4 Portogallo , ,7 Sudafrica , ,6 Regno Unito , ,9 Paesi Bassi , ,1 Austria , ,5 Belgio , ,4 Svizzera , ,9 Altri , ,5 Mondo , ,3 Italia: scendono i volumi esportati ma crescono gli introiti Tra luci ed ombre il commercio con l estero italiano dei primi nove mesi del Ad una flessione dei volumi consegnati, infatti, si affianca una buona progressione degli introiti. A determinare tale situazione è stato l aumento considerevole dei prezzi in tutti i segmenti del paniere delle esportazioni. Andando nel dettaglio delle singole categorie di vini si evidenzia la decisa frenata dei vini sfusi (la cui parte preponderante è formata da vini comuni) in termini di volumi (-23%) a fronte di un +8% degli introiti, derivante da un +40% del valore medio. L aumento dei listini alla produzione si è chiaramente traslato sui valori all export creando in qualche modo un freno alla domanda estera. A questo si aggiunga anche la minor disponibilità di vino dovuta prima alle produzioni italiane del 2011 ed anche a quella del 2012 non certo abbondanti. Determinanti, ai fini del calo delle esportazioni italiane di vino sfuso, le importanti riduzioni della domanda da parte dei tradizionali clienti di questa tipologia, a partire dalla Germania. Nei primi nove mesi del 2012, infatti, sono state consegnate nel Paese Teutonico poco più di due milioni di ettolitri di vino italiano sfuso a fronte dei 2,7 dello stesso periodo del 2011 (-20%), con un aumento dei relativi listini del 39%. Anche in Ungheria la battuta d arresto della domanda di sfusi italiani è stata piuttosto sensibile passando dai 798 mila ettolitri del gennaio settembre 2011, ai 568 mila del 2012 (-28%), affiancato però da un +41% dei listini medi. Praticamente dimezzata la richiesta francese, attestata a 275 mila ettolitri (-45%). In controtendenza, invece, la Penisola Scandinava. La Svezia, infatti, ha incrementato le proprie richieste del 15%, mentre Norvegia e Danimarca rispettivamente del 54 e 14 per cento. Peraltro in questa area geografica l aumento dei listini degli sfusi italiani è apparso di gran lunga più contenuto rispetto a quello medio complessivo. Pur restando con volumi contenuti anche Canada (+38%) e Stati Uniti (+49%) hanno incrementato la domanda di sfuso italiano, peraltro registrando valori medi in flessione. Performance

4 positiva dello sfuso anche alla volta della Cina (+49%), dove il segmento rappresenta il 30% del totale del paniere domandato in Italia. Male, invece, in Russia, dove lo sfuso made in Italy ha perso il 20%. Passando all analisi del confezionato, ovvero dei recipienti con capacità inferiore ai due litri, si evidenzia un leggero passo indietro dei volumi fermi a 7,8 milioni di ettolitri, contro i 7,9 del periodo gennaio-settembre 2011, mente in valore la crescita è del 7%. I più penalizzati, in termini quantitativi sembrano essere stati i vini Igp. Tra i principali Paesi clienti di questo segmento si deve registrare innanzitutto la flessione nel Regno Unito che, con 1,7 milioni di ettolitri e 293 milioni di euro, fa registrare un -6% in volume e un -2% in valore. In Germania invece a scendere sono solo i volumi, attestati poco al di sopra di 1,5 milioni di ettolitri (-4%), mentre i 392 milioni di euro di incasso segnano un +5%. Esportazioni italiane di vini e mosti Migliaia di euro gen -set 2011 gen -set 2012 var. % gen -set 2011 gen -set 2012 var. % Confezioni > 2 litri , ,5 Comuni , ,5 Dop , ,7 Igp , ,6 Varietali , ,4 altri Dop+Igp* , ,4 Confezioni < 2l , ,7 Comuni , ,8 Dop , ,2 Igp , ,1 Varietali , ,2 altri Dop+Igp* , ,1 Frizzanti , ,1 Spumanti , ,3 Mosti , ,8 Totale , ,4 * vini non prodotti nella comunità a denominazione d'origine protetta (dop) o vini a indicazione geografica protetta (igp) (escl. vini spumanti e vini frizzanti). Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat Bene nel Nord America. Gli Stati Uniti hanno incrementato la domanda di vino confezionato italiano dell 1% portandolo sopra 1,6 milioni di ettolitri, per una spesa complessiva del segmento di 591 milioni di euro (+8%). Migliore la performance in Canada: +2% in volume e +12% in valore. Il risultato del vino italiano diventa eccellente se ci si sposta in Estremo Oriente. Qui si registrano progressioni in volume del 20% e del 37% rispettivamente in Giappone e Cina, affiancati da un +31 e +20 per cento in valore. A differenza di quanto accaduto per gli sfusi, i confezionati hanno messo a segno un incremento in volume anche in Francia (+11%) ed in Russia (+8%). In entrambi i casi l aumento dei corrispettivi è più che proporzionale a quello dei volumi. Nella Penisola Scandinava, invece, a bilanciare la decisa battuta d arresto della Danimarca (-18% in volume e -16% in valore) ci sono il +22% in volume della Svezia ed il +11% della Norvegia. Volendo fare un aggregazione dei vini fermi seguendo la piramide qualitativa e non la discriminante del tipo di confezione, si evidenzia una perdita di export molto elevata per i vini comuni: -22%. Decisamente contenuta la flessione delle Dop (-1%), che nel complesso rappresentano il 23% del totale esportato, mentre le Igp, che hanno una quota del 27% del totale, hanno perso il 3%. I varietali (-1%) restano una porzione molto limitata dell export italiano, così come del resto quella della produzione.

5 Dopo un inizio di anno non facile, gli spumanti sembrano aver vissuto un terzo trimestre del 2012 particolarmente propizio tanto da riportare su terreno positivo il confronto in volume tra i primi nove mesi del 2012 e quelli dell anno prima. A recuperare è stato soprattutto l Asti, peraltro il segmento che aveva determinato la sofferenza complessiva del segmento, che fino a giugno perdeva quasi il 30% dei volumi. Invece, il dato cumulato fino a settembre registra un -11%, a dimostrazione di una netta risalita rispetto ai mesi precedenti. Continua, invece, la corsa a due cifre per gli altri vini spumanti Dop, che da gennaio a settembre 2012 hanno registrato una crescita dei volumi del 13% accompagnata dal +24% del valore. Nel complesso si mantiene sui livelli del 2011 il volume di spumanti esportato negli Usa, a fronte di un +7% degli introiti, mentre scendono del 4% le consegne in Germania, ma con un incremento del 3% in valore. A gonfie vele, addirittura, le bollicine italiane nel Regno Unito che nei primi nove del 2012 hanno messo a segno il +28% dei volumi con un +40% dei valori. Di contro in Russia si registrano flessioni di oltre il 30% sia in termini quantitativi che di corrispettivi. Terminando la carrellata dei diversi segmenti del paniere delle esportazioni non si può non segnalare la performance negativa dei vini frizzanti. Anche in questo caso la perdita è nei volumi consegnati oltre i confini nazionali. A tirare verso il basso la domanda sono stati soprattutto la Germania (-2%) e gli Stati uniti (-11%) che insieme assorbono il 54% di esportazioni di frizzanti italiani. Male anche in Spagna (-12%) e nei Paesi Bassi (-23%). Intanto nella sezione passiva della bilancia commerciale si evidenzia una crescita del 29% dei volumi importati, che in nove mesi hanno già superato i due milioni di ettolitri, quasi interamente ascrivibile al segmento degli sfusi (+31%). Con 1,8 milioni di ettolitri tale segmento rappresenta l 85% dell intera quantitativo importato dall Italia. Principali Paesi clienti di vino dell Italia Migliaia euro gen set 2011 gen set 2012 var. % gen set 2011 gen set 2012 var. % Stati Uniti , ,0 Germania , ,2 Regno Unito , ,6 Canada , ,8 Svizzera , ,0 Giappone , ,0 Francia , ,2 Svezia , ,4 Danimarca , ,4 Paesi Bassi , ,2 Russia , ,6 Austria , ,5 Belgio , ,1 Norvegia , ,7 Cina , ,9 Altri , ,9 Mondo , ,4 Fonte: elaborazione Ismea su dati Istat Area Mercati Responsabile di redazione: Francesca Carbonari Redazione a cura di: Tiziana Sarnari t.sarnari@ismea.it