Ambiente, salute e qualità della vita. Gestione delle risorse idriche

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1 Gestione delle risorse idriche

2 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita PRESENTAZIONE In Emilia-Romagna la gestione delle risorse idriche si pone come obiettivo prioritario quello di assicurare il mantenimento della vita acquatica e dell ambiente naturale, la qualità della vita dell uomo, la conservazione e il risparmio della risorsa e tutti gli usi connessi alle attività economiche. Perciò la strategia messa in campo mira allo sviluppo e all applicazione di moderne ed innovative politiche di conservazione, risparmio e governo della domanda, da affiancare agli interventi infrastrutturali (twin-track). Il Piano di Tutela delle Acque, approvato dall Assemblea legislativa con deliberazione n. 40 il 21 dicembre 2005, è lo strumento volto al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale per le acque interne e costiere della Regione e a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo, nel rispetto di quanto disposto dalle norme nazionali ed europee. Il Piano si basa su un approccio integrato quali-quantitativo e rappresenta un quadro condiviso di conoscenze, dal quale è derivata la definizione di regole ex ante che consentono l applicazione di approcci flessibili e, allo stesso tempo, una valutazione integrata delle azioni e dei loro effetti sugli ecosistemi e sui sistemi produttivi (mitigazione dei conflitti per l uso della risorsa acqua). Essendo il Piano uno strumento dinamico, si pone la necessità di un continuo monitoraggio e valutazione degli effetti e delle ricadute delle politiche di gestione e degli interventi mediante un programma di verifica dell efficacia del Piano, che consenta l adattamento delle modalità di gestione del ciclo idrico e degli scenari evolutivi, in funzione del raggiungimento degli obiettivi o delle eventuali difficoltà o criticità. All interno del Piano di Tutela delle Acque, è stato sviluppato il Programma regionale di conservazione e risparmio della risorsa idrica, che si avvale di strumenti normativi, economici e pianificatori attraverso i quali ha inteso realizzare una serie di azioni volte al risparmio e alla conservazione, come la riduzione delle perdite di rete, il risparmio in tutti i settori idroesigenti, l efficientamento dei sistemi irrigui, l educazione e l informazione, i progetti pilota, la ricerca e gli studi, il riuso delle acque reflue, etc. Il Programma tiene peraltro conto del fatto che il risparmio idrico comporta anche un consistente risparmio energetico: pertanto, i risultati conseguiti hanno valore anche nel mercato dei titoli di efficienza energetica. Le misure di tutela quantitativa, che comprendono un insieme articolato di disposizioni volte a favorire modalità di utilizzo della risorsa idrica sostenibili, mirano a promuovere il progressivo azzeramento degli eccessi di prelievo, evidenziati dall evoluzione temporale delle piezometrie, nei corpi idrici sotterranei, nonché il mantenimento in alveo del Deflusso Minimo Vitale (DMV) nei corpi idrici superficiali. Il risparmio nei settori civile e produttivo viene perseguito anche attraverso la diffusione di tecniche e tecnologie incentivate da specifiche campagne di sensibilizzazione e da facilitazioni di tipo economico da parte di Regione, Province e Comuni, oltre che da disposizioni regolamentari ed urbanistiche con le quali le Amministrazioni comunali promuovono l uso di tecnologie per la riduzione dei consumi, soprattutto nelle nuove espansioni. Nel settore produttivo si punta all implementazione di moderni sistemi di gestione ambientale, mentre in quello civile si continua ad intervenire nei comportamenti virtuosi e nella diffusione di dispositivi tecnologici che riducono i consumi delle apparecchiature idrosanitarie. Il Piano ha prescritto l elaborazione di alcuni importanti strumenti di pianificazione, come i Piani di conservazione della risorsa delle Agenzie d Ambito (AATO) e i Piani di conservazione per il risparmio idrico in agricoltura da parte dei Consorzi di bonifica. Per quanto attiene l uso civile, i Piani elaborati dalle AATO rappresentano il riferimento per i Gestori per lo sviluppo e la realizzazione di iniziative di risparmio dell acqua quali, ad esempio, il contenimento delle perdite di rete, il miglioramento dell efficienza, campagne informative, distribuzione di apparecchi idrosanitari a basso consumo idrico, etc. Nel settore agricolo, in cui è molto alto il fabbisogno irriguo e significativa la ricaduta dell applicazione del DMV, sono state predisposte strategie differenziate per il risparmio idrico e per la razionale programmazione dell irrigazione. I Piani di conservazione per il risparmio idrico in agricoltura prevedono interventi per il miglioramento dell efficienza delle reti di adduzione e distribuzione e la realizzazione di piccoli invasi a basso impatto ambientale per l accumulo di acqua a monte delle derivazioni o sul percorso di canali adduttori, per le adduzioni dagli affluenti appenninici, preferibilmente in invasi di cava, e, dove opportuno, in sinergia con le aree di laminazione delle piene previste dalle Autorità di Bacino. Nel complesso, la Regione ha dunque adottato una strategia generale per la gestione e la tutela delle acque fortemente basata sul governo della domanda, puntando prima di tutto su risparmio, efficienza, conservazione e utilizzo sostenibile della risorsa. Fronteggiare siccità e alluvioni, oltre che garantire buona qualità e sufficiente quantità, appare oggi un nuovo importante obiettivo per una strategia che tenga conto e sia consapevole dei significativi mutamenti climatici che stanno rafforzando gli eventi estremi e modificando gli scenari idrometeorologici futuri. 584 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

3 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE CHE COSA STA ACCADENDO? Lista indicatori NOME INDICATORE / INDICE SPAZIALE COPERTURA TEMPORALE PAG Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee Regione STATO Variazione media annua della piezometria Regione Trend annuale delle portate Regione ; IMPATTO Subsidenza Regione ; Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 585

4 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita STATO Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee S Adimensionale Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati Descrizione dell indicatore Lo SQuAS (Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee) si basa sulle alterazioni misurate o previste delle condizioni di equilibrio idrogeologico di un corpo idrico, definite come condizioni nelle quali le estrazioni o le alterazioni della velocità naturale di ricarica sono sostenibili sul lungo periodo. L indicatore restituisce una quantificazione del deficit o del surplus idrico in termini di volumi di acqua che annualmente mancano o sono in eccesso nel sistema, e viene calcolato tramite le serie storiche di lungo periodo dei dati di livello delle falde (piezometria), rilevati dalla rete regionale di monitoraggio. Attraverso l analisi dei dati piezometrici si valuta prima la tendenza media della piezometria del periodo (vedi indicatore relativo) e si traduce questa in termini di deficit idrico, ovvero il volume di acqua che manca nel sistema, per ridotta ricarica naturale o per eccessivi prelievi, al quale viene attributo l abbassamento del livello piezometrico. Al contrario il surplus rappresenta il volume di acqua disponibile e presente nel sistema al quale si attribuisce l innalzamento del livello piezometrico. I volumi di acqua sotterranea in deficit o in surplus vengono calcolati utilizzando anche le conoscenze delle caratteristiche geologiche e idrogeologiche degli acquiferi (struttura, tipologia, spessori permeabili, porosità efficace, coefficienti di immagazzinamento). Lo stato quantitativo viene definito in 4 classi così caratterizzate secondo lo schema del D.Lgs.152/99 s.m.i.: Classe A Classe B Classe C Impatto antropico nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo Impatto antropico ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa sostenibile sul lungo periodo Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell uso sulla disponibilità della risorsa, evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti (1) Classe D Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche caratteristiche di scarsa potenzialità idrica (1) nella valutazione quantitativa bisogna tener conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti 586 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

5 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Scopo dell indicatore Evidenziare le zone del territorio sulle quali insiste una criticità ambientale di tipo quantitativo, ovvero le zone nelle quali la disponibilità delle risorse idriche sotterranee è minacciata dal regime dei prelievi e/o dall alterazione della capacità di ricarica naturale degli acquiferi. E utile quindi a definire la distanza dalla situazione di equilibrio di bilancio idrogeologico dei singoli corpi idrici e dei complessi idrogeologici e contestualmente a indirizzare le azioni di risanamento, al fine di migliorare la compatibilità ambientale delle attività antropiche, da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione. E utilizzato di conseguenza per consentire il monitoraggio degli effetti delle azioni di risanamento e verificare periodicamente il perseguimento degli obiettivi ambientali previsti per i corpi idrici sotterranei. Lo stato quantitativo è utile anche per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. Dati Figura 1: Stato quantitativo delle acque sotterranee (anno 2008) Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 587

6 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita 100% A B C 90% 80% SQuAS (% superficie) 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Figura 2: Evoluzione dello stato quantitativo delle acque sotterranee dell Emilia-Romagna dal 2002 al % C B A A B C 90% 80% SQuAS (% superficie) 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Figura 3: Stato quantitativo delle acque sotterranee nei complessi idrogeologici dell Emilia-Romagna (anno 2008) Conoidi alluvionali appenniniche Pianura alluvionale appenninica Complessi idrogeologici Pianura alluvionale padana 588 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

7 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE 100% A B C 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Tidone Trebbia-Nure Chiavenna Arda Stirone Taro Parma-Baganza Enza Crostolo-Tresinaro SQuAS (% superficie) Secchia Tiepido Panaro Samoggia Reno-Lavino Ghironda-Aposa Savena-Idice Quaderna Sillaro Sellustra Santerno Senio Lamone Ronco-Montone Savio Pisciatello Rubicone Uso Marecchia Conca Figura 4: Stato quantitativo delle acque sotterranee nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: maggiori, intermedie e minori (anno 2008) Deficit Surplus Deficit/Surplus idrico (milioni metri cubi/anno) Conoidi alluvionali appenniniche Pianura alluvionale appenninica Pianura alluvionale padana Complessi idrogeologici Figura 5: Deficit e surplus idrico nei complessi idrogeologici dell Emilia-Romagna (anno 2008) Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 589

8 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita 4 Deficit Surplus Tidone Trebbia-Nure Chiavenna Arda Stirone Taro Deficit/Surplus idrico (milioni metri cubi/anno) Parma-Baganza Enza Crostolo-Tresinaro Secchia Tiepido Panaro Samoggia Reno-Lavino Ghironda-Aposa Savena-Idice Quaderna Sillaro Sellustra Santerno Senio Lamone Ronco-Montone Savio Pisciatello Rubicone Uso Marecchia Conca Figura 6: Deficit e surplus idrico nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche: maggiori, intermedie e minori (anno 2008) Figura 7: Evoluzione del deficit e surplus idrico in Emilia-Romagna e nel complesso idrogeologico delle conoidi alluvionali appenniniche maggiori (anni 2002, 2005 e 2008) 590 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

9 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Figura 8: Evoluzione del deficit e surplus idrico delle acque sotterranee per ambito territoriale provinciale (anni 2002, 2005 e 2008) Commento ai dati Lo stato quantitativo viene analizzato sia attraverso la distribuzione delle classi che ricadono nei singoli corpi idrici sotterranei, come percentuale di territorio, sia attraverso la valutazione dei volumi di acqua in deficit o surplus. Nel 2008, la classe quantitativa A con deficit idrico assente rappresenta il 63,5% del territorio regionale e risulta ubicata prevalentemente in pianura e in alcune zone di interconoide alluvionale. La classe B di moderato deficit rappresenta il 27,9% del territorio, equamente ubicata tra i complessi idrogeologici, in particolare pianura appenninica emiliana e padana. La classe C, deficit spiccato, rappresenta complessivamente l 8,5% di superficie regionale e si colloca nelle zone di conoide alluvionale, occupandone il 23,7%, dove sono presenti i principali prelievi idrici e corrisponde alle zone di ricarica naturale delle falde. La consistenza delle classi di quantità rimane costante dal 2002 al 2005 mentre nel 2008 si evidenzia una lieve riduzione della classe A, un modesto incremento della B e della classe C, da imputarsi prioritariamente alle condizioni climatiche estreme delle annualità 2006 e 2007, caratterizzate da eventi particolarmente siccitosi. Il deficit idrico appare in miglioramento nelle province di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena, sostanzialmente stazionario a Parma, in leggero aumento a Reggio-Emilia e Modena. Nelle province di Piacenza e Rimini si riscontra un andamento del deficit particolarmente critico; il medesimo andamento del deficit è riscontrabile nelle conoidi alluvionali appenniniche maggiori. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 591

10 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita STATO Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Variazione media annua della piezometria S Metri/anno Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati Descrizione dell indicatore La variazione media annua della piezometria riflette la variabilità e le tendenze in atto del livello delle falde, rappresentando il risultato finale della sommatoria degli effetti antropici e naturali sul sistema idrico sotterraneo, ovvero prelievo di acque e ricarica delle falde medesime. Viene calcolato tramite le serie storiche di lungo periodo dei dati di livello delle falde (piezometria), rilevati dalla rete regionale di monitoraggio. Attraverso l analisi dei dati piezometrici si è in grado di valutare la variazione media annua dei livelli delle falde. E l elaborazione alla base della costruzione dell indicatore di stato quantitativo delle acque sotterranee (SQuAS). Scopo dell indicatore Evidenziare le zone del territorio sulle quali insiste una criticità ambientale di tipo quantitativo. E utile quindi a definire la distanza dalla situazione di equilibrio di bilancio idrogeologico dei singoli corpi idrici e dei complessi idrogeologici e contestualmente ad indirizzare le azioni di risanamento, al fine di migliorare la compatibilità ambientale delle attività antropiche, da adottare attraverso gli strumenti di pianificazione. E utilizzato di conseguenza per consentire il monitoraggio degli effetti delle azioni di risanamento e verificare periodicamente il perseguimento degli obiettivi ambientali previsti per i corpi idrici sotterranei. La variazione media annua della piezometria è utile anche per orientare e ottimizzare nel tempo i programmi di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei. 592 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

11 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Dati Figura 9: Distribuzione della variazione media annua della piezometria in Emilia-Romagna (anno 2008) 100% Var.media annua Piezometria (% superficie) 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Marcato innalzamento Modesto innalzamento Modesto abbassamento Marcato abbassamento Figura 10: Evoluzione della variazione media annua della piezometria in Emilia-Romagna dal 2002 al 2008 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 593

12 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Commento ai dati La variazione media annua della piezometria presenta nel 2008 un abbassamento nel 6,6% dell intero territorio regionale che corrisponde alle zone di conoide alluvionale appenninica e, in Emilia, interessa anche una porzione della piana alluvionale appenninica. Le zone interessate sono quelle del Trebbia-Nure, Taro, Secchia, Savena, Santerno, Senio, Marecchia e Conca. Variazioni medie annue più contenute entro -0,2 metri e 0,2 metri, ovvero moderato abbassamento e moderato innalzamento, interessano complessivamente il 60,4% del territorio regionale, dove le situazioni evidenziano un progressivo miglioramento procedendo da occidente verso la porzione orientale della regione. Il 33% risulta infine in marcato innalzamento delle falde di piana alluvionale appenninica e padana della porzione orientale e costiera della regione. Sono interessate da questo fenomeno anche alcune zone di interconoide alluvionale. 594 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

13 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE STATO Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Trend annuale delle portate S Metri cubi / secondo Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati Serie storiche ; Descrizione dell indicatore L indicatore viene costruito sulla base delle portate medie giornaliere registrate nelle stazioni idrometriche di misura dei principali corsi d acqua della regione Emilia-Romagna, nelle quali si dispone di serie storiche. Viene quindi calcolato il valore di portata media annuale ed è possibile osservarne il trend nel periodo Per ciascun corso d acqua viene presa in considerazione una sezione idrometrica rappresentativa, per la quale sia disponibile una serie storica nel periodo analizzato. Scopo dell indicatore Lo scopo dell indicatore è mostrare l andamento della portata media annua, evidenziando la presenza di differenti condizioni di deflusso idrico nel periodo Limitatamente alle sezioni idrometriche di Po a Pontelagoscuro e del Reno a Casalecchio Chiusa si dispone di un valore medio sul lungo periodo relativo al cinquantennio Pertanto è possibile porre a confronto le portate medie annuali del periodo con il valore medio di riferimento di lungo periodo. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 595

14 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Dati 35 Metri cubi / secondo Tidone a Rottofreno Trebbia a Rivergaro Nure a Farini Chiavenna a Saliceto Arda a Case Bonini Taro a Ponte Taro Parma a Ponte Verdi Enza a Sorbolo Crostolo a Cadelbosco Secchia a RubieraSS9 Panaro a Bomporto Figura 11: Andamento della portata media annua per il periodo , nelle sezioni idrometriche degli affluenti emiliani in destra Po Metri cubi / secondo portata media annuale portata media di lungo periodo Figura 12: Andamento della portata media annua per il periodo , a confronto con la portata media di lungo periodo ( ), nella sezione idrometrica del Po a Pontelagoscuro 596 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

15 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE 7 6 Metri cubi / secondo Reno a Pracchia Samoggia a Calcara Lamone a Strada Casale Lamone a Reda Montone a Castrocaro Rabbi a Predappio Borello a Borello Savio a San Carlo Figura 13: Andamento della portata media annua per il periodo , nelle sezioni idrometriche del Reno e dei fiumi romagnoli Metri cubi / secondo portata media annuale portata media di lungo periodo Figura 14: Andamento della portata media annua per il periodo , a confronto con la portata media di lungo periodo ( ), nella sezione idrometrica del Reno a Casalecchio Chiusa Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 597

16 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Po a Pontelagoscuro Reno a Casalecchio Chiusa << Tabella 1: Portata media annua per il periodo , a confronto con la portata media di lungo periodo ( ), nelle sezioni idrometriche del Po a Pontelagoscuro e del Reno a Casalecchio Chiusa LEGENDA: << dato mancante STAZIONE BACINO Rottofreno Tidone Rivergaro Trebbia << 32.4 Farini Nure << Saliceto Chiavenna Case Bonini Arda << Ponte Taro Taro << Ponte Verdi Parma Sorbolo Enza << Cadelbosco Crostolo Rubiera SS9 Secchia Bomporto Panaro Pontelagoscuro Po Calcara Reno/ Samoggia Pracchia Reno Casalecchio Chiusa Reno << Strada Casale Lamone << << << 2.77* 1.80* 2.6 Reda Lamone << << << 4.46* 2.45* 4.53 Castrocaro Fiumi Uniti/ Montone << << << 1.15* 1.07* 1.48 Predappio Fiumi Uniti/ Rabbi << << << 1.16* 1.06* 1.29 Borello Borello << << << 1.23* 0.74* 1.36 San Carlo Savio << << << 2.14* 1.60* 6.04 Tabella 2: Portata media annua per gli anni 2003, 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008, nelle sezioni idrometriche di Po e affluenti e nelle sezioni idrometriche di Reno e corsi d acqua romagnoli LEGENDA: << dato mancante; *valore medio calcolato su periodi che includono dati ricostruiti 598 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

17 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Commento ai dati Dall analisi di figura 12 e figura 14, che pongono a confronto le portate medie annuali per il periodo e la portata media di lungo periodo, rispettivamente per le sezioni idrometriche del Po a Pontelagoscuro e del Reno a Casalecchio Chiusa, si osserva come le portate del Po a Pontelagoscuro si mantengano mediamente inferiori alla portata media di lungo periodo, con eccezione degli anni 2004 e 2008, che risultano in linea con il valore di lungo periodo preso a riferimento. Per la sezione del Reno a Casalecchio Chiusa si osserva che le portate medie annuali risultano sempre inferiori alla portata media di lungo periodo. Per gli affluenti emiliani in destra Po e per i fiumi romagnoli non si dispone di una portata media di lungo periodo, come pure per le altre sezioni idrometriche considerate del bacino del Reno; pertanto nelle figure 11 e 13 viene mostrata la variabilità annuale dei deflussi nel periodo , in cui l anno 2007, particolarmente siccitoso, è caratterizzato dalla portata minima osservata. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 599

18 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita IMPATTO Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Subsidenza Impatto Millimetri/anno Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati ; Descrizione dell indicatore La subsidenza è un fenomeno di abbassamento della superficie terrestre che può essere determinato sia da cause naturali (evoluzioni della crosta terrestre, costipamento dei sedimenti) che antropiche (prelievi di acqua e di gas dal sottosuolo). La pianura emiliano-romagnola è caratterizzata da un fenomeno di subsidenza naturale al quale si sovrappone, in diverse aree, un abbassamento del suolo di origine antropica, legato principalmente agli emungimenti di acque sotterranee e, in misura minore e arealmente più limitata, all estrazione di gas da formazioni geologiche profonde. L entità degli abbassamenti dovuti a cause naturali è dell ordine di alcuni mm/anno, mentre la subsidenza antropica presenta velocità di abbassamento del suolo molto più elevate, dell ordine dei cm/anno, variando considerevolmente a seconda delle zone. Scopo dell indicatore Evidenziare i trend di abbassamento del suolo causati da fattori antropici. 600 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

19 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Dati Figura 15: Carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo Figura 16: Carta delle velocità di movimento verticale del suolo nel periodo Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 601

20 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Commento ai dati Il fenomeno è stato monitorato, per la prima volta a scala regionale, nel 1999, tramite una rete di livellazione geometrica di alta precisione e una rete di punti GPS. Nel si è proceduto ad un aggiornamento del quadro conoscitivo scaturito dai primi rilievi, utilizzando il metodo satellitare dell analisi interferometrica di dati radar con il supporto di misure di livellazione. I risultati ottenuti, per la prima volta, forniscono un quadro sinottico di dettaglio del fenomeno della subsidenza a scala regionale. In particolare, sulla base della disponibilità dei dati satellitari, sono state realizzate due diverse cartografie a curve isocinetiche: la prima (Fig. 16), relativa al periodo , fa riferimento all elaborazione dei dati provenienti da due satelliti dell Agenzia Spaziale Europea (ESA) ERS1 e ERS2 e si basa sulle velocità di movimento relative a circa punti. La seconda (Fig. 17) riguarda il periodo più recente , e fa riferimento all elaborazione dei dati provenienti dai satelliti ENVISAT (ESA) e RADARSAT (Agenzia Spaziale Canadese) e si basa sulle velocità di movimento relative a circa punti. L utilizzo del metodo satellitare ha quindi permesso di acquisire un informazione molto più diffusa e capillare rispetto al rilievo terrestre del 1999: un numero di punti di ben due ordini di grandezza superiore al numero dei capisaldi di livellazione sui quali poteva contare la precedente cartografia. Nel periodo più recente , si osserva, nelle province di Piacenza e Parma, una situazione di sostanziale stabilità già presente nel periodo Nelle province di Reggio Emilia e Modena si nota una riduzione degli abbassamenti nella fascia di alta pianura: i capoluoghi, in particolare, si possono considerare sostanzialmente stabili. Persiste un ampia area di abbassamenti che interessa all incirca la fascia della media pianura con valori compresi tra 5 e 10 mm/anno. All interno di tale fascia si notano altresì alcune zone poco più subsidenti tra Correggio e S. Martino in Rio e nei pressi di Ravarino. Nella provincia di Bologna si evidenziano abbassamenti generalmente in accentuata riduzione rispetto al periodo precedente. In particolare, tale riduzione risulta evidente in corrispondenza di un ampia area di circa 600 km 2. I confini di tale area, a sud, coincidono, all incirca, con la via Emilia da ponte Samoggia fino a Ozzano dell Emilia, a ovest, lambiscono i centri di S. Giovanni in Persiceto e S. Matteo della Decima, a nord arrivano sino a Pieve di Cento e ad est coincidono con i centri di S. Giorgio di Piano, di Minerbio e di Budrio. Su tale area si osservano valori mediamente compresi tra 15 e 20 mm/anno. Nella provincia di Ferrara non si evidenziano variazioni particolarmente significative rispetto al periodo : si confermano per la gran parte del territorio movimenti negativi sotto i 5 mm/anno che vanno aumentando con valori compresi tra 5 e 10 mm/anno avvicinandosi alla zona deltizia. Lungo il litorale si confermano i precedenti abbassamenti di poco superiori rispetto all entroterra. Nella provincia di Ravenna, pur non registrandosi variazioni particolarmente significative rispetto al periodo precedente, tuttavia si nota un ampliamento della superficie interessata da abbassamenti compresi tra 5 e 10 mm/anno, superficie che comprende ora anche gran parte della fascia di alta pianura. Permangono alcune zone critiche ubicate tra Faenza e Cotignola in cui si registrano abbassamenti di mm/anno, con un massimo di circa 30 mm/anno in corrispondenza dello svincolo autostradale di Faenza. Il litorale ravennate presenta una leggera riduzione della superficie interessata da abbassamenti di 15 mm/anno nella zona storicamente critica di Dosso degli Angeli Foce Reno, pur rimanendo, questa, un area di abbassamenti più marcati rispetto alle aree circostanti. La città di Ravenna presenta movimenti molto modesti, generalmente inferiori a 5 mm/anno, mentre spostandosi verso nord-est si nota un area di maggiori abbassamenti, fino a 15 mm/anno, in corrispondenza della zona industriale. Nella provincia di Forlì-Cesena è ancora presente un ampia area di abbassamento, localizzata a nord di Savignano sul Rubicone, con valori generalmente superiori a 10 mm/anno e massimi di oltre 20 mm/anno. Tale area si protende verso nord arrivando a lambire il litorale di Cesenatico. La città di Forlì presenta abbassamenti più modesti compresi tra 0 e 10 mm/anno. Nella provincia di Rimini si evidenzia un aumento degli abbassamenti rispetto al periodo precedente in corrispondenza della città di Rimini, con valori compresi tra 5 e 10 mm/anno lungo il litorale a sud del molo e valori di poco superiori nell immediato entroterra. Il litorale da Miramare sino a Cattolica e la fascia litoranea a nord di Rimini presentano invece movimenti generalmente più contenuti. Se si vuole considerare, infine, il litorale nella sua interezza, per una estensione di 5 km nell entroterra, in entrambi i periodi risulta la stessa velocità media di abbassamento, pari a circa 8 mm/anno. 602 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

21 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE PERCHÉ STA ACCADENDO? Lista indicatori NOME INDICATORE / INDICE SPAZIALE COPERTURA TEMPORALE PAG DETERMINANTI Terreni irrigati Regione 2002, Prelievi di acque superficiali Regione PRESSIONI Prelievi di acque sotterranee Regione 1992, Consumi per tipologia di utenza Regione Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 603

22 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita DETERMINANTI Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Terreni irrigati D Ettari ISTAT, Regione Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati 2000, 2007 Descrizione dell indicatore Il dato sulla superficie irrigata per comune, sulle diverse colture, è fornito dall ISTAT ogni dieci anni, in corrispondenza del Censimento dell Agricoltura. L ultimo è avvenuto nel 2001 relativamente all annata Per pervenire ad una stima al 2007 delle colture irrigate si sono considerati: grano tenero, grano duro, orzo, mais, riso, altri cereali, barbabietola da zucchero, girasole, soia, patata, pomodoro da industria, ortive (escluso pomodoro), legumi secchi, melo, pero, pesco e nettarine, albicocco, actinidia, altri fruttiferi, vite, olive. Le province sono divise in zone agrarie, cioè in ambiti omogenei dal punto di vista agricolo e della localizzazione altimetrica. Entro la regione ne sono presenti 44, di cui 10 riguardanti la montagna, 14 la collina e 20 la pianura. Per tali zone agrarie, le statistiche regionali forniscono, anno per anno, l evoluzione delle principali colture intensive. Mancano gli erbai, le foraggere, i prati permanenti, per i quali si sono utilizzati i dati annui con aggregazione provinciale, gli unici disponibili. Per ciascuna estensione colturale e per ogni zona agraria si è quindi valutata l evoluzione intervenuta dal 2000 al 2007, calcolandone l indice di variazione (superficie 2007/superficie 2000). Per passare dai dati sulle colture presenti a quelli sulle colture irrigate, si è assunto, per singolo comune, che il rapporto superficie irrigate/superficie colturale si sia mantenuto sostanzialmente stabile dal 2000 al Nelle aree in cui gli ambiti irrigabili sono cambiati a seguito di interventi infrastrutturali, soprattutto nelle zone sottese dal tratto terminale del Canale Emiliano Romagnolo (CER) e nelle zone in cui sono stati predisposti impianti pluvirrigui in pressione, le superfici irrigate possono risultare sottostimate. Scopo dell indicatore L evoluzione delle colture irrigate è indice sia della qualità dei prodotti (la possibilità di fornire acqua quando serve ne migliora le caratteristiche), ma anche di prelievo di risorsa idrica dai fiumi appenninici e dal Po, nonché dalle falde. 604 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

23 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Dati Colture irrigate 2000 (ISTAT) Stima colture irrigate Frumento Granoturco da granella Riso Barbabietola da zucchero Girasole Soia Patata Vite Foraggere avvicendate Prati stabili Fruttiferi Ortive Altre coltivazioni Ettari Figura 17: Stima dell evoluzione delle colture irrigate sul territorio regionale Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati ISTAT e Regione Emilia-Romagna SAU (ISTAT) - ha 1000 Superfici irrigate - ha SAU (ha*1000) Superfici irrigate (ha*1000) Figura18: Evoluzione delle colture irrigate sul territorio regionale (i dati 1990 e 2000 sono ISTAT, il dato 2007 è stimato) Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati ISTAT e Regione Emilia-Romagna Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 605

24 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Provincia Fru_ mento Grano_ turco Riso Barba_ bietola da zucchero Gira_ sole Soia Patata Vite Forag_ gere avvicen_ date Prati stabili Frut_ tiferi Ortive Altre coltiva_ zioni Totale Piacenza Parma Reggio- Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forli -Cesena Rimini Totale Colture irrigate 2000 (ISTAT) Variazione % 12% -6% -54% 32% -42% 0% -3% -13% -20% -12% -12% 13% -10% Tabella 3: Stima delle superfici irrigate 2007 per coltura e provincia Fonte: Elaborazioni Arpa Emilia-Romagna su dati ISTAT e Regione Emilia-Romagna Commento ai dati In termini di variazioni regionali dal 2000 al 2007 si stima un calo complessivo nella SAU irrigata delle colture intensive considerate di oltre ettari (-10%), con oltre un -50% per la barbabietola da zucchero; un -40% per soia; una riduzione tra il 10 e il 20% per frumento, foraggere, prati stabili, fruttiferi e ortive; un incremento di oltre il 10% per il granoturco da granella e altre coltivazioni, fra le quali spiccano i legumi secchi con un +500% (pisello, fagiolo, fava). Considerando il periodo il calo medio valutato sulle superfici irrigate si aggira sull 1% annuo. 606 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

25 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE PRESSIONI Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Prelievi di acque superficiali P Metri cubi / anno Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati 2000 Descrizione dell indicatore L indicatore è costruito con la valutazione dei prelievi di acque superficiali per le principali tipologie d uso: civile, industriale, irriguo, zootecnico. A differenza dei prelievi di acque sotterranee, non esiste attualmente una ricognizione dei prelievi irrigui da acque superficiali posteriore al 2000, peraltro valutazioni affidabili saranno possibili solo a seguito della disponibilità dei dati ISTAT relativi al prossimo Censimento dell Agricoltura (2010). La base dati più aggiornata disponibile è quindi quella relativa al Piano di Tutela delle Acque (dati 2000). Scopo dell indicatore I prelievi di acque superficiali costituiscono un fattore di pressione sullo stato ambientale dei corsi d acqua: la riduzione dei deflussi presenti nei corsi d acqua diminuisce la possibilità di diluizione degli scarichi e incrementa lo stress degli ecosistemi. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 607

26 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Dati Metri cubi (milioni) / anno PC PR RE MO BO FE RA FC RN Civile Industria Agro-zootecnico Figura 19: Prelievi medi annui provinciali (anno 2000) Commento ai dati I prelievi di acque superficiali risultano elevati per la provincia di Ferrara, mentre appaiono di entità più contenuta per le restanti province ed esigui per quella di Rimini. Riguardo al settore civile, i maggiori prelievi sono stati rilevati nella provincia di Bologna (potabilizzatore sul Torrente Setta), Ferrara (fiume Po e falde ad esso riferibili), Forlì-Cesena (invaso di Ridracoli) e Ravenna (CER, Reno, Lamone); nelle restanti province gli usi idropotabili di acque superficiali sono marginali e connessi essenzialmente agli areali montano-collinari. Riguardo al settore industriale, i prelievi maggiori sono nelle province di Ravenna e Ferrara (poli chimici), mentre appaiono marginali nelle altre province. Riguardo agli usi agrozootecnici, i prelievi maggiori sono stati riscontrati nella provincia di Ferrara (fiume Po); di minore entità, ma comunque consistenti, sono i prelievi nelle restanti province emiliane (acque appenniniche nella media e alta pianura, acque da Po nella bassa pianura), mentre in quelle romagnole i volumi irrigui da acque superficiali provengono essenzialmente dal CER. Sono presenti significativi trasferimenti interprovinciali di risorsa da acque superficiali, sia per quanto attiene l Acquedotto della Romagna che per il sistema CER. I prelievi irrigui sono attribuiti all areale provinciale che li utilizza e non a quello dove vengono effettivamente derivati dalla rete idrografica naturale. 608 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

27 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE PRESSIONI Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Prelievi di acque sotterranee P Metri cubi / anno Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati Descrizione dell indicatore A differenza delle acque superficiali, sulla base di dati documentati e con l ausilio di opportune procedure di stima, è stato aggiornato (dati 2007) il quadro conoscitivo riguardante i prelievi di acque sotterranee (per gli usi civili, industriali e agrozootecnici) prodotto in fase di redazione del Piano di Tutela delle Acque (dati 2000). In dettaglio: a) Settore civile: elaborazione dei dati forniti dai Gestori. b) Settore industriale: dati di consumo documentati (pratiche IPPC, Dichiarazione Ambientale EMAS, autorizzazioni al prelievo e allo scarico, ecc) integrati con stime sulla base delle dotazioni per addetto per categoria industriale idroesigente. c) Settore irriguo: stime effettuate sulla base di una schematizzazione irrigua a dettaglio comunale, partendo dai dati ISTAT e dalle informazioni cartografiche dei Consorzi e tarata sui dati misurati dagli stessi Consorzi sulle acque superficiali; attribuzione agli emungimenti dei quantitativi non disponibili da acque superficiali ma necessari in relazione alle colture presenti, sottratta una certa sofferenza delle colture. d) Settore zootecnico: stima comunale sulla base del consumo per capo. Scopo dell indicatore I prelievi di acque di falda costituiscono i fattori di pressione sullo stato quantitativo delle acque sotterranee. Il costante aggiornamento del relativo quadro conoscitivo risulta fondamentale sia in fase di predisposizione degli strumenti pianificatori di gestione, sia in fase di monitoraggio dell applicazione e dell efficacia degli stessi. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 609

28 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita Dati Metri cubi (milioni) / anno Figura 20: Prelievi negli anni nel territorio regionale PC PR RE MO BO FE RA FC RN Civile Industriale Agrozootecnico Metri cubi (milioni) / anno PC PR RE MO BO FE * RA FC RN Agrozootecnico Industriale Civile Figura 21: Prelievi medi provinciali nei periodi e Nota: *Per la provincia di Ferrara gli emungimenti civili sono da ritenersi attribuibili a falde strettamente connesse al Fiume Po 610 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

29 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Commento ai dati L andamento regionale dei prelievi di acque di falda, nel periodo di tempo considerato, risulta sostanzialmente stabile. Le significative fluttuazioni annue dei prelievi agrozootecnici sono essenzialmente connesse alle diverse condizioni climatiche, che influenzano fortemente le necessità irrigue. I prelievi industriali risultano in progressiva ed apprezzabile diminuzione, per effetto sia dell evoluzione del comparto (es. forte ridimensionamento dell industria saccarifera), sia dell efficientamento dei processi produttivi. I prelievi civili sono in lieve aumento, a causa del recente incremento della popolazione. A livello provinciale i maggiori emungimenti sono concentrati nelle province emiliane (esclusa Ferrara), dove l approvvigionamento idropotabile avviene prevalentemente da acque sotterranee, l industria agroalimentare è fortemente sviluppata e gli areali irrigui dell alta pianura fanno riferimento ad acque appenniniche (con frequenti situazioni di scarsità di risorsa) e ad acque di falda. Per la provincia di Ferrara gli emungimenti civili sono da ritenersi attribuibili a falde strettamente connesse al fiume Po. Per le province romagnole la progressiva infrastrutturazione del CER potrà permettere un significativo contenimento degli emungimenti irrigui. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 611

30 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita PRESSIONI Scheda indicatore Nome dell indicatore DPSIR UNITA DI MISURA FONTE Copertura spaziale dati Consumi per tipologia di utenza P Metri cubi / anno Arpa Emilia-Romagna Regione Copertura temporale dati 2000 Descrizione dell indicatore L indicatore è realizzato utilizzando la valutazione dei consumi alle utenze ed i prelievi di acque superficiali e sotterranee. Poiché fino alla disponibilità dei dati, che saranno rilevati in occasione del prossimo Censimento dell Agricoltura, non è possibile effettuare specifiche valutazioni per il settore irriguo, è indispensabile fare riferimento al Piano di Tutela delle Acque (dati 2000). Scopo dell indicatore I consumi idrici connessi alle diverse tipologie settoriali sono soddisfatti con prelievi di acque sotterranee o superficiali; l entità dei consumi idrici alle utenze unitamente all efficienza delle reti e degli impianti di trattamento, adduzione e distribuzione condizionano direttamente i prelievi dall ambiente. 612 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

31 GESTIONE DELLE QUALITÀ RISORSE DELL ARIA IDRICHE Dati Consumi Prelievi Consumi Prelievi Metri cubi (milioni) / anno Consumi Prelievi Consumi Prelievi Consumi Prelievi Consumi Prelievi Consumi Prelievi Consumi Prelievi Consumi Prelievi PC PR RE MO BO FE RA FC RN Agro-zootecnico Industria (escluse forniture acq. civile) Civile compresi usi produttivi) Acque sotterranee Acque superficiali appenniniche Acque superficiali da Po Figura 22: Consumi alle utenze e relativi prelievi di acque superficiali e sotterranee Commento ai dati Sull intero territorio regionale i consumi complessivi alle utenze sono stimati al 2000 in poco più di Mm 3 /anno, con una forte preponderanza delle necessità connesse agli usi irrigui (circa 830 Mm 3 /anno pari al 57% del totale) rispetto a quelle civili (366 Mm 3 /anno, 26% del totale) e industriali (circa 270 Mm 3 /anno comprensivi delle forniture acquedottistiche, che scendono a 232 Mm 3 /anno al netto delle stesse, pari al 16% del totale); sono pressoché trascurabili, rispetto agli altri settori, gli impieghi connessi alla zootecnia (20 Mm 3 /anno, 1% del totale). Per fare fronte alle necessità delle utenze vengono prelevati complessivamente oltre Mm 3 /anno di acqua, dei quali il 68% di origine superficiale (circa Mm 3 /anno, di cui quasi Mm 3 /anno da Po e poco meno di 420 Mm 3 /anno da corsi d acqua appenninici), ed il restante 32% prelevati dalle falde (circa 680 Mm 3 /anno). Le acque del Po vengono rese disponibili alle utenze con pompaggi e adduzioni nelle quattro province emiliane, da Piacenza a Modena, tramite il sistema di canali in provincia di Ferrara, e mediante il Canale Emiliano Romagnolo (CER) in quella di Bologna e nelle province romagnole; le acque appenniniche sono generalmente derivate in prossimità della chiusura dei bacini montani dei corsi d acqua. I prelievi dalle falde sono prevalentemente localizzati nell alta pianura. La differenza fra volumi consumati dalle utenze e volumi prelevati è dovuta alle dispersioni e agli usi di gestione negli impianti di trattamento e nelle reti di adduzione e distribuzione civili e irrigue; nelle province romagnole sono presenti flussi idrici interprovinciali connessi all Acquedotto della Romagna. A causa delle evidenziate disomogeneità conoscitive, al momento non è possibile produrre un quadro completo e omogeneo successivo all anno Si può tuttavia segnalare come per il settore civile, per il quale sono disponibili dati aggiornati, l evoluzione mostra un lieve aumento dei prelievi e consumi alle utenze fino al e successivamente una sostanziale stazionarietà: l incremento della popolazione è compensato dalla diminuzione dei consumi procapite. Per il settore industriale sono disponibili stime al 2004 che indicano un apprezzabile riduzione di consumi e prelievi. Infine, per il settore irriguo, seppure in assenza di dati recenti completi e affidabili, è indicabile un incremento degli emungimenti dalle falde in alcune province emiliane, essenzialmente in ragione di condizioni climatiche più secche, e, in relazione ai dati CER, un progressivo aumento dei volumi distribuiti nelle province romagnole dal CER stesso. Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna 613

32 QUALITÀ GESTIONE DELL ARIA DELLE RISORSE IDRICHE Ambiente, salute e qualità della vita COME POSSIAMO MIGLIORARE? QUANTO È EFFICACE LA RISPOSTA? La strategia di gestione delle risorse idriche della Regione Emilia-Romagna si basa prioritariamente sul Piano di Tutela delle Acque, nonché su un insieme articolato di altri strumenti di pianificazione. Tra questi, le Varianti generali ai Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP), che le Province hanno avviato con tempi e modalità differenti, rappresentano l attuazione del Piano medesimo, includendo le valutazioni di priorità e di rapporti costi-efficacia che hanno dato luogo ad una programmazione degli interventi necessari e alla distribuzione delle risorse. Altri strumenti amministrativi e di pianificazione a supporto dell attuazione del Piano sono i Piani d Ambito, finalizzati all organizzazione unitaria del Servizio Idrico Integrato e all applicazione di un unica tariffa di riferimento in ciascun ambito, e i Piani di conservazione della risorsa idrica, quali riferimento per i gestori per iniziative di risparmio dell acqua. Anche il Piano d Azione Ambientale ha giocato un ruolo fondamentale nella tutela delle acque, mettendo a disposizione per il biennio quasi 150 milioni di euro da destinare a progetti che interessano, oltre ai settori rifiuti, aria e difesa della biodiversità, anche la risorsa idrica. Da ricordare inoltre il Programma d Azione per le zone vulnerabili ai nitrati da fonte agricola: un importante insieme di misure, condizioni di utilizzo e obblighi specifici per i titolari degli allevamenti, volti a contenere la perdita di nutrienti (azoto e fosforo) nelle acque superficiali e sotterranee, effetto tipico dell utilizzo in agricoltura dei liquami zootecnici come fertilizzanti. Queste sono solo una parte delle numerose risposte che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo per tutelare la risorsa acqua in tutte le sue forme. Alcune di queste hanno già dato risultati tangibili e concreti, altre necessitano ancora di tempo per potere essere valutate, tenendo conto che l entrata in vigore del Piano di Tutela delle Acque risale solo alla fine del 2005 e che il Piano stesso agisce intrinsecamente sul lungo periodo. Molte risposte, forse tutte, devono oggi fare i conti con fattori esogeni ed esterni che non sempre possono essere previsti e controllati. L influenza del fiume Po, il cui ampio bacino idrografico interessa territori alquanto diversificati e profondamente antropizzati, esercita grande influenza sul Mare Adriatico e su tutta la linea di costa emiliano-romagnola, apportando ingenti carichi di sostanza organica e nutrienti prodotti e sversati al di fuori dei confini regionali. I fattori meteoclimatici stanno sempre più condizionando il ciclo dell acqua, non solo sul nostro territorio, ma a livello globale. Anni particolarmente siccitosi, come il 2006 e il 2007, hanno modificato andamenti e stati quali-quantitativi dei corpi idrici superficiali e sotterranei, mettendo a dura prova l insieme di misure e azioni su cui si fonda il sistema regionale di tutela delle acque. La dinamicità del Piano di Tutela delle Acque e la progressiva attuazione della Direttiva 2000/60/CE permettono di valutare quali sono i fattori più critici che aggrediscono e, quindi, inficiano il sistema, di rivedere e aggiornare strumenti, misure ed azioni affinché la strategia dell Emilia-Romagna si adegui dinanzi alle nuove (e vecchie) emergenze che minano la qualità e la quantità delle acque, intensificando gli interventi dove occorre e consolidando i risultati già conseguiti nel lungo periodo. 614 Relazione sullo Stato dell Ambiente della Regione Emilia-Romagna

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