La dichiarazione non finanziaria

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1 La dichiarazione non finanziaria Indice: 1) introduzione; 2) il decreto 254/2016 di attuazione della direttiva 2014/95/UE: ambito di applicazione; 3) la dichiarazione non finanziaria: le informazioni da rendicontare; 4) gli standard di reporting in tema di sostenibilità. 1) Introduzione In attuazione della della direttiva 2014/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, per quanto riguarda la comunicazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di talune imprese e di taluni gruppi di grandi dimensioni, è stato emanato il D.Lgs del 30 dicembre 2016, n. 254 che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 10 gennaio 2017 ed è vigente dal 25 gennaio. Il decreto in questione pone si applica alle dichiarazioni e relazioni relative agli esercizi finanziari aventi inizio a partire dal 1 gennaio Sempre con riguardo alle norme di entrata in vigore l articolo 12 prevede che In sede di prima applicazione della disciplina gli enti che redigeranno la dichiarazione non finanziaria, per obbligo o per scelta, possono fornire un raffronto solo sommario e qualitativo rispetto agli esercizi precedenti. La tendenza in atto nei paesi occidentali è quella di stabilire obblighi normativi in tema di informative di carattere non finanziario; e del resto è ormai ampiamente diffusa, sia negli ambiti governativi che in quelli aziendali, la consapevolezza che è fondamentale occuparsi, per il benessere del pianeta e dell umanità, dei temi della sostenibilità ambientale e sociale. La stessa Assemblea Generale delle Nazioni Unite riunitasi con i vertici dei Capi di Stato e di Governo nel settembre 2015 ha concordato una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), tra i quali figurano programmi perfettamente

2 compatibili con le attività e i modelli di business di molte aziende; tra questi obiettivi ricordiamo: raggiungere l uguaglianza di genere, garantire l accesso ad energia pulita e fare ricorso a fonti rinnovabili in luogo di quelle fossili più inquinanti, incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso, Investire in attività industriali e in infrastrutture sostenibili. Anche il Global Risks Report del 2018, discusso in occasione del World Economic Forum del 2018, presenta i risultati delle indagini sulla rischiosità globale, ponendo al primo punto il rischio ambientale. Assume, pertanto, notevole importanza il ruolo dello Stato nell individuare le migliori politiche volte ad incentivare l adozione di strumenti di trasparenza e rendicontazione che pongono la sostenibilità ambientale e sociale al centro del dibattito pubblico e che siano in grado di coinvolgere attivamente la classe imprenditoriale. Ben vengano, quindi, norme e prassi che aiutano le imprese a guardare al proprio business e al modo in cui questo può ridurre l impatto delle attività umane sull ambiente, in un processo di sviluppo che sia in grado di promuovere il progresso dell umanità. La dichiarazione non finanziaria altro non è che il più conosciuto bilancio sociale (BS), che in tema di responsabilità sociale di impresa ci consegna una declinazione dell impresa che unisce la scienza economica con implicazioni etiche; il BS è il momento in cui la rendicontazione spinge il management a doversi confrontare con l impatto che la propria impresa ha sull ambiente, sugli assetti sociali, sui diritti dei lavoratori e più in genere sullo sviluppo economico futuro di una comunità; è in questo momento che il BS da semplice documento diventa filosofia di gestione di impresa e permette al redattore di comprendere l importanza di alcuni aspetti delle proprie azioni sui vari portatori di interesse e sulla reputazione aziendale.

3 In quest ottica la rendicontazione sociale può essere vista come un tentativo di rivedere e modificare l approccio scientifico che generalmente tende ad inquadrare quale unico compito dell impresa quello di produrre e distribuire valore e utili; il paradigma dell impresa del futuro sarà quello di essere vista e valutata come una parte del più complesso sistema sociale, che comprende l economia di un paese, ma anche la politica, l ambiente, la società, e più in generale tutte le relazioni che nascono e si sviluppano intorno al suo agire. 2) il decreto 254/2016 di attuazione della direttiva 2014/95/UE: ambito di applicazione L articolo 2 del decreto prevede devono redigere la dichiarazione non finanziaria (DNF) gli enti di interesse pubblico, che hanno avuto nell esercizio finanziario in media un numero di dipendenti superiore a cinquecento e almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali: a) totale dello stato patrimoniale: di euro; b) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni di euro. Gli enti di interesse pubblico che siano società madri di un gruppo di grandi dimensioni redigono per ogni esercizio finanziario una dichiarazione non finanziaria consolidata di gruppo. Gli enti di interesse pubblico sono individuati dal D.lgs. n. 39/2010 e successive modifiche e integrazioni, e possono essere così raggruppati: eresse pubblico: a) le società italiane emittenti valori mobiliari ammessi alla negoziazione su mercati regolamentati italiani e dell'unione europea; b) le banche; c) le imprese di assicurazione di cui all' articolo 1, comma 1, lettera u), del codice delle assicurazioni private; d) le imprese di riassicurazione di cui all'articolo 1, comma 1, lettera cc), del codice delle assicurazioni private, con sede legale in Italia, e le sedi secondarie in

4 Italia delle imprese di riassicurazione extracomunitarie di cui all'articolo 1, comma 1, lettera cc - ter), del codice delle assicurazioni private. La DNF non è obbligatoria per gli enti che sono stati inseriti nella dichiarazione del gruppo, ciò in quanto l articolo 4 del decreto prevede che nella misura necessaria ad assicurare la comprensione dell'attività del gruppo, del suo andamento, dei suoi risultati e dell'impatto dalla stessa prodotta, la dichiarazione consolidata comprende i dati della società madre, delle sue società figlie consolidate integralmente e copre i temi di cui all'articolo 3, comma 1. 3) La dichiarazione non finanziaria: il contenuto L articolo 3 del decreto stabilisce che gli enti di interesse pubblico redigono la DNF per assicurare la comprensione dell'attività di impresa, il suo andamento, i risultati e l'impatto dalla stessa prodotta, in tema ambientale e sociale; descrivendo i rapporti con i collaboratori, e ogni informazione riguardo il rispetto dei diritti umani, la lotta contro la corruzione. In dettaglio l articolo 3 del decreto prevede espressamente che si faccia riferimento e si inseriscano nella dichiarazione informazioni che dettagliano il modello e la governante dell azienda, tra cui: a) il modello aziendale di gestione ed organizzazione delle attività dell'impresa, ivi inclusi i modelli di organizzazione e di gestione eventualmente adottati ai sensi dell'articolo 6, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, anche con riferimento alla gestione dei suddetti temi; b) le politiche praticate dall'impresa, comprese quelle di dovuta diligenza, i risultati conseguiti tramite di esse ed i relativi indicatori fondamentali di prestazione di carattere non finanziario;

5 c) i principali rischi, generati o subiti, connessi ai suddetti temi e che derivano dalle attività dell'impresa, dai suoi prodotti, servizi o rapporti commerciali, incluse, ove rilevanti, le catene di fornitura e subappalto. Con riferimento, invece, alle informazioni che riguardano gli impatti e gli ambiti in tema socio, economico e ambientale si dovranno specificare le informazioni riguardanti: a) l'utilizzo di risorse energetiche, distinguendo fra quelle prodotte da fonti rinnovabili e non rinnovabili, e l'impiego di risorse idriche; b) le emissioni di gas ad effetto serra e le emissioni inquinanti in atmosfera; c) l'impatto, ove possibile sulla base di ipotesi o scenari realistici anche a medio termine, sull'ambiente nonché sulla salute e la sicurezza, associato ai fattori di rischio di cui al comma 1, lettera c), o ad altri rilevanti fattori di rischio ambientale e sanitario; d) aspetti sociali e attinenti alla gestione del personale, incluse le azioni poste in essere per garantire la parità di genere, le misure volte ad attuare le convenzioni di organizzazioni internazionali e sovranazionali in materia, e le modalità con cui e' realizzato il dialogo con le parti sociali; e) rispetto dei diritti umani, le misure adottate per prevenirne le violazioni, nonché le azioni poste in essere per impedire atteggiamenti ed azioni comunque discriminatori; f) lotta contro la corruzione sia attiva sia passiva, con indicazione degli strumenti a tal fine adottati. Le informazioni rendicontate devono essere poste in raffronto a quelle relative agli esercizi precedenti e per quanto possibile devono prevedere dei rimandi o dei collegamenti con i dati di bilancio.

6 Occorre esplicitare il modello di rendicontazione adottato e se è stato scelto un modello autonomo, diverso dagli standard internazionali, è opportuno motivare la scelta e descrivere il tipo di modello e le sue specifiche. Gli indicatori di prestazione che vengono scelti ed usati nella DNF devono poter esprimere e rappresentare gli ambiti in cui opera l ente; la scelta degli indicatori deve essere effettuata tenendo conto delle linee guida emanate dalla Commissione Europea e in particolare della direttiva 2014/95/UE. E possibile che l ente che redige la DNF non attui politiche relativamente ad alcuni degli ambiti su cui relazionare, di questa evenienza è necessario dare motivazione in modo chiaro. Gli amministratori hanno la responsabilità di garantire che la DNF sia redatta e pubblicata nel rispetto delle norme del decreto. L'organo di controllo vigila sul rispetto delle norme del decreto e ne fa specifica menzione nella relazione all'assemblea dei soci. La società o il soggetto incaricato della revisione del bilancio verifica la predisposizione da parte degli amministratori della dichiarazione di carattere non finanziario e rilascia una attestazione sulla conformità della DNF che deve essere distinta da quella rilasciata sul bilancio. La DNF può essere contenuta nella relazione sulla gestione di cui all'articolo 2428 del c.c. oppure può costituire una separata relazione. I soggetti diversi da quelli obbligati a redigere la DNF possono optare, su base volontaria, per la sua redazione e pubblicazione; per questi soggetti se la revisione legale è affidata al collegio sindacale, il controllo della DNF dovrà essere svolto da un revisore legale dei conti estraneo all organo di controllo. Gli amministratori dell'ente obbligato a predisporre la DNF che omettono di depositarla, nel rispetto dei termini previsti dal decreto, presso il registro delle

7 imprese saranno puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria che va da euro ad euro La sanzione e' ridotta ad un terzo nel caso il deposito avvenga entro 30 giorni dalla scadenza di legge. 4) gli standard di reporting in tema di sostenibilità. Nella letteratura e nell economia aziendale la dichiarazione non finanziaria (per inciso nome peggiore non poteva essere scelto dal legislatore nazionale) è quello che da sempre è conosciuto come bilancio sociale. Il Bilancio Sociale (BS) viene formato secondo un procedimento che potremmo definire circolare e in costante aggiornamento. Circolare perché coinvolge l azienda al suo interno ma anche la comunità intorno e i clienti e i fornitori che sono a valle e a monte del processo produttivo, in un movimento che diventa quindi circolare. E in costante aggiornamento perché essendo basato sul dialogo, e visto che il dialogo con gli stakeholder è sempre aperto e continuativo, subisce continui aggiornamenti e riscritture ed implementazioni. Per la sua redazione è fondamentale aprire con gli stakeholder dei canali, duraturi, di dialogo anche ricorrendo a strumenti partecipativi quali: i focus group; le interviste e i questionari. Qualsiasi modello di rendicontazione sociale sia adottato, e qualsiasi tipo di indicatore venga usato e monitorato, è sempre opportuno dare conto dell efficacia (intesa in senso sociale) raggiunta dagli obiettivi prefissati, mostrando, ex post, gli impatti sociali, economici ed ambientali che sono stati raggiunti. A livello contabile uno dei report maggiormente usati è la ripartizione del valore aggiunto tra i vari stakehoder.

8 Il successo di un buon bilancio sociale sta nella condivisione interna ed esterna delle linee guida di redazione, compresa la scelta degli indicatori di performance più adatti a segnalare gli impatti dell attività di impresa. Tra i principi di redazione possiamo ricordare quelli di: 1) trasparenza, tutti coloro che partecipano direttamente o indirettamente devono essere informati sulle procedure e sui metodi adottati; 2) coinvolgimento; maggiore è la partecipazione maggiore è la possibilità che il BS risulti un buon elaborato; 3) confrontabilità e riscontrabilità delle informazioni usate nel BS; 4) comparabilità, temporale del bilancio con gli anni passati e con aziende simili; 5) chiarezza, i dati e le informazioni devono essere di facile lettura e comprensibili. 6) completezza, le informazioni devono riguardare tutti gli ambiti di valore e di rilievo ai fini sociali, economici ed ambientali; 7) rilevanza, i dati devono riguardare fenomeni che hanno una certa significatività. Gli standard sono i seguenti: le linee guida internazionali predisposte dal GRI Global Reporting Initiative che prevedono modalità e principi per la redazione di un BS. le linee guida predisposte dallo standard AA1000 AccountAbility 1000 una società di consulenza che opera con istituzioni pubbliche e private per elaborare metodologie di formazione dei bilanci di sostenibilità.

9 le linee guida emanate dalla SAI Social Accountability International, la linea guida SA8000 Social Accountability Anche queste sono metodologie e tecniche di redazione del BS con un particolare riguardo ai rapporti con i collaboratori delle imprese. Le imprese che vogliono aderire e certificarsi con questi standard devono sottoporsi a verifiche degli enti accreditati dalla SAI. Le linee guida emanate in Italia dal Gruppo sul Bilancio Sociale GBS. Un gruppo di studio italiano che ha previsto dei modelli di rendicontazione. La linea guida dell Ente Italiano di formazione prassi Uni ISO che si occupa dell integrazione della sostenibilità e della responsabilità sociale nelle strategie, nei processi. La Prassi di riferimento, frutto di un percorso multistakeholder avviato nel 2013, rende disponibile un set di linee guida e indicazioni metodologiche rivolte alle organizzazioni motivate a implementare la dimensione della Sostenibilità in modo strutturato, attraverso un approccio modulare e progressivo. Roma, 15 aprile 2017

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