GEOSINTETICI PER IL CONTROLLO DELL EROSIONE

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1 Ordine dei Geologi e Ordine degli Ingegneri della Valle d Aosta Martedì 10 Ottobre 2017, Nus (AO) GEOSINTETICI PER IL CONTROLLO DELL EROSIONE Ing. Dario Carnevali S.A.T. Viganò Pavitex S.p.A.

2 RISCHIO IDROGEOLOGICO Spesso movimenti franosi sono conseguenza di situazioni di alto rischio idrogeologico se non di conclamato dissesto idrogeologico che combinano insieme fattori meteorologico-climatici, geologici e antropici.

3 ALLUVIONI E FRANE Vernazza (SP) L'alluvione dello Spezzino e della Lunigiana del 25 ottobre 2011 si è verificata a seguito di una forte precipitazione che in 6 ore ha riversato 542 mm di pioggia

4 TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA PER LA STABILIZZAZIONE DEI PENDII Distacco per deflusso Trasporto per deflusso Prof. Gian Battista Bischetti ACQUE DI RUSCELLAMENTO Distacco per impatto con le gocce CONTROLLO EROSIONE SUPERFICIALE Ingegneri a aturalistica Dispensa di ingegneria naturalistica Prof. Dott. Florin Florineth, Dr.Marco Molon Ingegneri a aturalistica-nozioni e tecniche di base Regione Piemonte CANALIZZAZIONI + SISTEMA DI DRENAGGIO PROFONDO

5 INGEGNERIA NATURALISTICA

6 INGEGNERIA NATURALISTICA Per von Kreudener è una TECNICA COSTRUTTIVA INGEGNERISTICA, CHE SI AVVALE DI CONOSCENZE BIOLOGICHE nell eseguire costruzioni in terra e idrauliche e nel consolidare versanti e sponde instabili. Per questo scopo è tipico l impiego di PIANTE e di parti di piante, messe a dimora in modo tale, da raggiungere, nel corso del loro sviluppo, sia da sole, come materiale da costruzione vivo, sia in unione con MATERIALE DA COSTRUZIONE INERTE, un consolidamento duraturo delle opere. MATERIALI INERTI come: pietrame e massi, terra, Legname (MORTO), ferro e acciaio, fibre vegetali/sintetiche (GEOSINTETICI) Prof. Florineth Dispensa di ingegneria naturalistica

7 OPERE DIFESA SUOLO: LINEE DI INDIRIZZO DI REGIONE LOMBARDIA Allegato 7 redatto da AssINGeo: LINEE GUIDA PER LA SCELTA DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE (Geosintetici): Definizioni Marcatura CE Capitolati CALENDARIO Convegni Provinciali (Regione Lombardia) : DATA LUOGO 23/09/2011 MILANO 17/11/2011 LODI 01/12/2011 LECCO 15/12/2011 SONDRIO 03/02/2012 BERGAMO 09/02/2012 BRESCIA 01/03/2012 MANTOVA 15/03/2012 CREMONA - MONZA 20/04/2012 MILANO 15/05/2012 VARESE 24/05/2012 COMO 14/06/2012 PAVIA

8 in edilizia INGEGNERIA NATURALISTICA Prof. Gian Battista Bischetti

9 in edilizia

10 TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA PER LA STABILIZZAZIONE DEI PENDII E DELLE SCARPATE CONTENUTO ENERGIA Soluzione a BASSO CONTENUTO TECNOLOGICO (MINIMA ENERGIA) TIPOLOGIA DI INTERVENTO TECNICHE DI INERBIMENTO CONTRO L EROSIONE SUPERFICIALE a) Semina a spaglio b) Tecniche di IDROSEMINA c) SEMINA A SPESSORE d) BIOSTUOIE e piastre in fibra grezza [ ] INTERVENTI DI DRENAGGIO SUI VERSANTI a) DRENAGGI TECNICI (Trincee di drenaggio) b) Drenaggi biologici con fascine vive Soluzione ad ALTO CONTENUTO TECNOLOGICO (MASSIMA ENERGIA) INTERVENTI CONTRO INSTABILITÀ PROFONDA [ ] a) TERRA RINFORZATA Ingegneri a aturalistica Dispensa di ingegneria naturalistica Prof. Dott. Florin Florineth, Dr.Marco Molon

11 in edilizia 1. TECNICHE DI INERBIMENTO CONTRO L EROSIONE SUPERFICIALE La semina si applica su versanti dove il problema principale è l erosione superficiale del terreno e non i movimenti di scivolamento o smottamenti. [ ] b) SEMINA A SPESSORE i. Senza collanti; ii. Con collanti (BITUME, neroverde ) iii. Con STUOIE (e BIORETI) Si intende una semina coperta e PROTETTA da vari materiali organici. Per una crescita ottimale la coltre protettiva di pacciame non deve mai superare 3-4 cm di spessore. I materiali più utilizzati sono il fieno e paglia (BIOSTUOIE). Dove le pendenze sono elevate si ricorre alle BIORETI (JUTA (1-2anni) o COCCO (fino 4anni)) sulla coltre di paglia Ingegneri a aturalistica Dispensa di ingegneria naturalistica Prof. Dott. Florin Florineth, Dr.Marco Molon

12 in edilizia EFFETTI ANTIEROSIVI DELLA VEGETAZIONE Indice di erosione del terreno a) Vegetazione erbacea b) Vegetazione con foglie a H =1m c) Pacciamatura con paglia Percentuale di copertura con vegetazione Styczen e Morgan (1995)

13 in edilizia EVOTRASPIRAZIONE E SUZIONE RADICALE Suzione del terreno [kn/m 2 ] Pendio rinverdito Pendio nudo 542mm/6h Alluvione di Vernazza (SP) 2011 Precipitazione cumulata nel trimestre precedente [mm] da Coppin e Richards (1990)

14 Le reti in fibra naturale svolgono la FUNZIONE di: 1. DIFESA TEMPORANEA DALL EROSIONE 2. SUPPORTO ALLA RIVEGETAZIONE Nei geotessili biodegradabili queste funzioni sono temporanee, e degradando forniscono sostanza nutritiva alla vegetazione che gradualmente li sostituirà nell azione di consolidamento del terreno. MODALITÀ DI POSA IN OPERA: 1. PREVENTIVA PROFILATURA e SPIETRAMENTO terreno. Il piano deve essere il più possibile privo di rocce acuminate, le ceppaie presenti devono essere accerchiate 2. SOVRAPPOSIZIONE LATERALE / LONGITUDINALE 10-20cm (o legatura). Posa dal basso all alto. 3. ANCORAGGIO AL TERRENO (chiodi, picchetti, staffe, talee d_min=5cm) in numero adeguato a prevenire svuotamenti, sollevamenti, strappi, aperture. aderenza al terreno in ogni punto.. 4. VEGETAZIONE INERBIMENTO (spaglio, spessore, idrosemina) TALEE PIANTINE (posa senza compromettere integrità telo) Ingegneri a aturalistica-nozioni e tecniche di base Regione Piemonte

15 PICCHETTI Sta.So Sono realizzati con PLA (Polilattide) polimero biodegradabile al 100% che deriva dal mais. La biodegradazione inizia solo quando vengono inseriti nel terreno

16 La norma EN definisce lo scopo e i campi di applicazione pertinenti ai geotessili utilizzati nelle opere di controllo dell erosione superficiale. La MARCATURA CE NON si APPLICA ai geotessili utilizzati come elemento antierosivo superficiale (BIORETI/BIOSTUOIE).

17 ANTIEROSIVO - BIORETE STRUTTURA FIBRE PRO CONTRO maglia aperta trama e ordito JUTA COCCO Buon impatto visivo Buon inerbimento Costi contenuti Durata limitata

18 ANTIEROSIVO - BIOSTUOIA La biostuoia / biorete e l idrosemina NON RIENTRANO TRA I PRODOTTI SOGGETTI A MARCATURA CE ne altra forma di garanzia. STRUTTURA FIBRE PRO CONTRO maglia chiusa PAGLIA e/o COCCO Buon impatto visivo Durata limitata

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20 ANTIEROSIVO GEOSTUOIE GRIMPANTI STRUTTURA FIBRE/ POLIMERO PRO CONTRO Cuspidata Geogriglia di rinforzo PP / PET Lunga durata Grande resistenza (MEGAMAT 20 R 80) Costo elevato Elevato impatto visivo (soprattutto se non è previsto l inerbimento)

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23 in edilizia ANTIEROSIVO GEOSTUOIE GRIMPANTI CONDIZIONE DI STABILITÀ PENDIO Ed < Rd Rd / Ed > 1 AZIONE DESTABILIZZANTE Ed = Wa * sen + Fh * cos Fv * sen AZIONE STABILIZZANTE Rd = ( Wa * cos - Fh * sen Fv * cos ) * tanf + Fd + Wp* tanf T ULT TALL > Fd RFCRxRFIDxRFD dove: T ALL = Resistenza a trazione ammissibile a lungo termine dei geosintetici (resistenza di progetto) T ULT = Resistenza a trazione ultima nominale RF CR = Fattore di riduzione per creep RF ID = Fattore di riduzione per dann. meccanico RF D = Fattore di riduzione per dann. chimico

24

25 in edilizia ANTIEROSIVO GEOSTUOIE GRIMPANTI CONDIZIONE DI STABILITÀ TRINCEA ANCORAGGIO F d < T i ( T i ) / F d > 1.0 Verifiche condotte nei confronti: 1. Dello sfilamento del geosintetico dalla trincea 2. Verifica di scivolamento del cuneo (*) antistante la trincea 1 2 (*) CUNEO

26 TRINCEA di ancoraggio riempita con TERRENO TRINCEA di ancoraggio riempita con CLS

27 TIPOLOGIE Tutti i tipi di canalizzazione, anche se eseguite a regola d arte, possono danneggiarsi. I due fenomeni che possono compromettere sostanzialmente la funzionalità di queste strutture sono: L INTERRUZIONE della CONTINUITÀ Il SIFONAMENTO RINVERDIMENTO Tutte le opere di convogliamento delle acque superficiali necessitano di PERIODICHE OPERAZIONI DI MANUTENZIONE al fine di garantirne la funzionalità, in quanto l entità delle precipitazioni e il notevole trasporto solido sui versanti possono pregiudicarne l efficacia. CANALIZZAZIONI Canaletta in LAMIERA Canaletta in EMBRICI Canaletta in PIETRAME Canaletta in MEMBRANA IN HDPE

28 CANALIZZAZIONI INTERRUZIONE DELLA CONTINUITÀ L INTERRUZIONE della CONTINUITÀ in genere per crollo delle sponde per saturazione del terreno, ed è dovuto a: Elevato trasporto solido (canali in terra) Eccessiva permeabilità delle canalette (difetti di montaggio) Evitare canalette in posizioni troppo sporgenti rispetto al pendio Perdita da una canaletta e conseguente innesco di instabilità per saturazione dei terreni PRIMA DELL INTERVENTO Ingegneri a aturalistica-nozioni e tecniche di base Regione Piemonte Cantiere: SAN MARINO DOPO L INTERVENTO

29 CANALIZZAZIONI - SIFONAMENTO Sifonamento trasversale La canaletta deve essere collocata in uno scavo che consenta afflusso dell acqua di ruscellamento dalle zone laterali senza provocare il SIFONAMENTO. Per questo motivo: il terreno circostante deve essere opportunamente rivegetato, il raccordo tra canaletta e zone laterali può essere realizzato con reti favorendo il consolidamento delle sponde. Sifonamento longitudinale Ingegneri a aturalistica-nozioni e tecniche di base Regione Piemonte

30 REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI - TRENCHMAT S Per i canali secondari caratterizzati da pendenze e velocità di deflusso non elevate sono ideali le CANALETTE IN TERRA a sezione trapezia, preferibilmente protette con GEOSINTETICI ANTIEROSIVI in fibra naturale o polimerici e successivamente RIVEGETATE CON SEMINA. La rivegetazione di piante erbacee aiuta a STABILIZZARE IL MATERIALE SEDIMENTATOSI durante gli eventi meteorici e migliora l inserimento dell opera nel contesto. TRENCHMAT S è un geocomposito realizzato per la regimazione delle acque superficiali, composto da: STRATO GRIMPANTE DOPO TNT di contatto PRIMA STRATO IMPERMEABILE

31 in edilizia CANALIZZAZIONI

32 in edilizia CANALIZZAZIONI EFFETTI DELLA VEGETAZIONE NEI CORSI D ACQUA

33 POSA IN OPERA Per la posa in opera, una volta eseguito lo scavo di sezione, si consiglia l inserimento di N 4 PICCHETTI DI ANCORAGGIO a forma di cambretta OGNI METRO LINEARE di sviluppo della canaletta (solitamente n 2 picchetti sul fondo e n 2 picchetti sulle zone laterali). La continuità del sistema viene garantita dal SORMONTO A TEGOLA fra un telo e l altro (vd. foto). Per contenere al minimo l impatto ambientale e proteggere il geocomposito dall azione dei raggi UV risulta fondamentale SATURARE I LATI INCLINATI CON IL TERRENO presente in loco, a questo proposito si dovrà sensibilizzare l impresa in modo da contenere l inclinazione delle sponde (max 45 ). Picchetto di fissaggio L = cm Ø 8,00 mm SORMONTO A TEGOLA

34 REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI - TRENCHMAT S Rispetto ai sistemi tradizionali, il geocomposito TRENCHMAT consente: Facilità di trasporto e messa in opera (minor peso) Tempi di posa notevolmente ridotti Minor impatto ambientale Maggior adattabilità alle irregolarità del terreno CARATTERISTICH E PRINCIPALI Canaletta TRENCHMAT Canaletta in LAMIERA Canaletta in EMBRICI Canalette in PIETRAME Rotoli m. 1,00 2,00 x m. 25,00 Impermeabilità [%] 95/98 95/98 95/98 75/95 Peso [Kg/m] 1,1 19/26 15/20 Variabile Grado di difficoltà della posa su versanti inclinati AGEVOLE Leggero, fissaggio mediante picchetti; in senso longit. sormonto a tegola NON AGEVOLE Pesante, rinfiancare con cemento; in senso logit. fissaggio con bullonatura NON AGEVOLE Pesante da manovrare; in senso long. deve essere sigillata VARIABILE In funzione della reperibilità in sito dei materiali che la compongono Peso rotolo H1.00x25m 22,00 kg/cad Impatto ambientale BASSO Rinverdibile, lo strato grimpante può essere saturato con terreno ALTO Non rinverdibile, a lungo termine si innescano fenomeni di ossidazione ALTO Non rinverdibile, non si adatta agli assestamenti del terreno BASSO Ma POCO Rinverdibili e ben integrate con l ambiente circostante 26 kg/m SISTEMI TRADIZIONALI 1,1 kg/m TRENCHMAT

35 Test eseguito dal SERVIZIO FORESTALE REGIONALE DI VERONA

36 Regimazion e acque versante in frana Cantiere: BORZONASCA (GE)

37 TRENCHMAT S Cremona

38 TRENCHMAT S Cantiere: passo del cirone (MS)

39 TRENCHMAT S Esempio di regimazione eseguito nel contesto del ripristino di un versante franato Cantiere: Viozene

40 Cantiere: VADO LIGURE (SV)

41 TRENCHMAT S Cantiere: SESTA GAIDANO (SP)

42 Cantiere: COGOLETO (GE)

43 Cantiere: LA SPEZIA

44 Il SISTEMA DI DRENAGGIO delle ACQUE DI INFILTRAZIONE Le TRINCEE DRENANTI sono in genere utilizzate per stabilizzare frane superficiali di carattere traslativo, assai frequenti in pendii poco acclivi in terreni coesivi, caratterizzate da superfici di scorrimento all incirca parallele al piano campagna. Questo tipo di frane è in genere indotto da: 1. ALTERAZIONE DELLA COLTRE SUPERFICIALE 2. INCREMENTI DI PRESSIONE INTERSTIZIALE prodotti da forti precipitazioni atmosferiche. Stabilizzazione dei pendii mediante sistemi di drenaggio Augusto Desideri e Sebastiano Rampello Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università La Sapienza di Roma

45 Il SISTEMA DI DRENAGGIO delle ACQUE DI INFILTRAZIONE si basa su 3 FASI SUSSEGUENTI: 1. La CAPTAZIONE DELL ACQUA DI VERSANTE Mediante la posa di tubi di drenaggio coperti da ghiaia (30/50) o pietrame, fossi di drenaggio o drenaggi in ramaglia AVVOLTI IN GEOTESSILI, dette TRINCEE DRENANTI 2. La RACCOLTA DELL ACQUA DI VERSANTE Mediante pozzetti dove può defluire nelle tubazioni chiuse fino al collettore. 3. La DERIVAZIONE DELL ACQUA DI VERSANTE Mediante tubazioni o canali Ingegneri a aturalistica Dispensa di ingegneria naturalistica Prof. Dott. Florin Florineth, Dr.Marco Molon

46 La CAPTAZIONE DELL ACQUA DI VERSANTE TRINCEE DRENANTI

47 in edilizia 2. INTERVENTI DI DRENAGGIO SUI VERSANTI a) DRENAGGI TECNICI (Trincee di drenaggio) Un SISTEMA DRENANTE è generalmente composto da due parti: 1. UN DRENO; 2. UN FILTRO. La PARTE DRENANTE è costituita da un mezzo con elevata porosità ed elevata permeabilità; ha la funzione di trasportare l acqua dalla zona di assorbimento fino ai dispositivi di evacuazione (tubi, pozzi, impluvi e similari). Nei terreni è in genere costituita da ghiaia a pezzatura grossolana, povera di frazione fine, con valori di permeabilità superiori a 1.0E-03 m/s; nei GEOSINTETICI è invece costituita da una geostuoia o una georete con elevati valori di trasmissività nel piano. Ingegneri a aturalistica-nozioni e tecniche di base Regione Piemonte I Geotessili nelle opere drenanti: Tipologie e criteri di dimensionamento. Dott. Geol. Enrico Farinatti Segretario Tecnico ASSINGEO (Associazione Industrie Nontessuti Geotessili) La PARTE FILTRANTE è costituita da un mezzo con porosità commisurata al terreno da drenare, che conferisce al materiale la sua capacità filtrante; ha la funzione di trattenere all esterno della parte drenante le particelle fini del terreno, in modo che la parte drenante sia preservata dall intasamento. Nei GEOSINTETICI è costituita da un geotessile nontessuto o da un geotessile tessuto monofilamento caratterizzati da valori conosciuti di apertura caratteristica (o diametro di filtrazione) e di permeabilità normale al piano.

48 La CAPTAZIONE DELL ACQUA DI VERSANTE TRINCEE DRENANTI La FILTRAZIONE di un geosintetico è possibile se vengono soddisfatti 2 CRITERI FONDAMENTALI: CRITERIO DI FILTRAZIONE Il geotessile deve essere abbastanza permeabile da consentire il flusso dell acqua circolante nel terreno e da impedire la formazione di sovrapressioni idrauliche. Se viene soddisfatta questa condizione il filtro in geotessile è in grado di evitare l eccessivo movimento delle particelle verso il dreno. Questo fatto dipende anche dalla natura del terreno in sito. Si dice che un suolo sia internamente stabile (o auto-filtrante) se le particelle più fini non si muovono attraverso i pori interconnessi. L assenza di stabilità interna può portare a sifonamento e intasamento del filtro. CRITERIO DI RITENZIONE Il geotessile deve essere sufficientemente chiuso da evitare l eccessiva migrazione delle particelle fini attraverso il piano del geotessile stesso. Tutti i criteri di ritenzione applicati derivano da relazioni empiriche e possono essere espressi come segue: O90 < B x Dn O90 = apertura caratteristica dei pori del geotessile B = coeff. adimensionale Dn = diametro caratteristico delle particelle Le relazioni empiriche che regolano questo criterio sono: ViH50 >5*Ks (condizioni di flusso unidirezionale) ViH50 >10*Ks (condizioni di flusso ciclico) ViH50 = permeabilità normale al piano del geotessile Ks [m/s] = permeabilità terreno in sito

49 2. INTERVENTI DI DRENAGGIO SUI VERSANTI a) DRENAGGI TECNICI (Trincee di drenaggio) PAVIGRID PAVIDRAIN Oggi esistono dei sistemi drenanti di nuova concezione, detti GEOCOMPOSITI DRENANTI, studiati per ottimizzare i processi di emungimento nei terreni, e in grado di rendere l intervento non solo efficace, ma anche efficiente dal punto di vista dei tempi di realizzazione. Alla base è prevista una tubazione drenante per evacuare la portata d acqua intercettata.

50 DIMENSIONAMENTO DI UN SISTEMA DI DRENAGGIO l processo di drenaggio è influenzato da molti fattori ed una modellazione accurata del problema è difficile e incerta. È tuttavia possibile pervenire ad una progettazione razionale se si introducono alcune ipotesi semplificative (moto di filtrazione stazionario con flusso monodimensionale parallelo al piano campagna). Sulla generica superficie di scorrimento, parallela al piano campagna e a profondità z da esso, Per EFFICIENZA IDRAULICA PUNTUALE E(t) di un drenaggio si intende il rapporto tra la riduzione di pressione interstiziale ottenuta nel punto in esame (- u) e la massima riduzione possibile (- umax = u0): L EFFICACIA DEL SISTEMA DI DRENAGGIO, E (t) è quindi legata alla variazione del regime delle pressioni interstiziali che il sistema è in grado di produrre Con l obbiettivo di produrre una riduzione delle pressioni interstiziali lungo la superficie di scorrimento, effettiva o potenziale, con conseguente aumento della resistenza al taglio disponibile.

51 in edilizia DIMENSIONAMENTO DI UN SISTEMA DI DRENAGGIO Stabilizzazione dei pendii mediante sistemi di drenaggio Augusto Desideri e Sebastiano Rampello Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università La Sapienza di Roma L efficienza idraulica di un sistema di trincee drenanti può essere valutata con riferimento allo schema di Figura 9. Le trincee, disposte secondo le linee di massima pendenza, hanno sezione rettangolare (larghezza B e profondità H0); il piano campagna è orizzontale e le condizioni idrauliche iniziali sono idrostatiche. Lo strato di terreno sede del processo di drenaggio è omogeneo e isotropo nei riguardi della permeabilità ed è limitato inferiormente da un terreno impermeabile posto a profondità H = n H0

52 in edilizia DIMENSIONAMENTO DI UN SISTEMA DI DRENAGGIO La soluzione dipende dai rapporti S/H0, B/H0, H/H0. il rapporto B/H0 è stato assunto costante e pari a 0.16, dal momento che la larghezza della trincea è abitualmente proporzionale alla sua profondità e che le variazioni del rapporto B/H0 non influenzano la soluzione significativamente. La Figura 12 mostra i valori a regime dell efficienza idraulica media E valutata su diversi piani di riferimento (D/H0) in funzione dell interasse tra le trincee (S/H0) e della profondità del piano impermeabile (n = H/H0). I risultati delle analisi mostrano che l efficienza idraulica media a regime diminuisce al crescere dell interasse tra le trincee, assumendo valori trascurabili per S/H0 > 6; i valori di E che si ottengono su piani posti al di sotto della base delle trincee (D/H0 = 1.5 e 2) sono pari a circa la metà di quelli ottenuti sui piani che attraversano le trincee (D/H0 = 0.5 e 1); per profondità del piano impermeabile H > 1.5H0 la soluzione sui piani attraversati dalle trincee (D/H0 = 0.5 e 1) è poco influenzata dalla profondità del piano impermeabile di base; i tempi necessari al raggiungimento delle condizioni stazionarie crescono al crescere dell interasse tra le trincee, con una forte dipendenza sui piani attraversati da esse (D/H0 = 0.5 e 1), e sono molto maggiori sui piani posti al di sotto delle trincee, con differenze molto marcate per bassi valori dell interasse (S/H0). Stabilizzazione dei pendii mediante sistemi di drenaggio Augusto Desideri e Sebastiano Rampello Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica, Università La Sapienza di Roma

53 DIMENSIONAMENTO DI UN SISTEMA DI DRENAGGIO La portata idraulica di progetto è riferita ad un tratto della trincea di lunghezza unitaria Q Dove: H m GCD 2 2 l s m k 2L H h k h m s L m 1500 so m kh h 0 BATTENTE IDRICO ( somma delle precipitazioni e della falda freatica); COEFFICIENTE DI PERMEABILITÀ orizzontale del terreno; LIMITE ALIMENTANTE della trincea. Questa formula è conservativa perché vale l ipotesi che il substrato si a impermeabile e quindi che tutta l acqua piovana venga raccolta dal GCD e non vi sia percolazione in profondità.

54 Formula di Darcy PRINCIPIO DI EQUIVALENZA: CAPACITA DRENANTE NEL PIANO dello STRATO MINERALE = TRASMISSIVITÀ IDRAULICA DEL GEOCOMPOSITO CARATTERISTICA [U.M.] PAVIDRAIN 2F8 Drenaggio minerale SPESSORE cm PESO UNITARIO kg/m PESO (Sup=80mq) kg VOLUME (Sup=80mq) mc m m q k i t s m s k = Conducibilità idraulica Nell ipotesi che: k 1,83 10 i 0,03 t 60cm q 0, 33 2 m s l s m Ghiaia

55 SISTEMA DI DRENAGGIO EN ISO Capacità drenante nel piano CAPACITÀ DRENANTE NEL PIANO di un GEOCOMPOSITO cioè la portata d acqua che viene drenata da un metro lineare di geocomposito: SOTTO UN CERTO CARICO (pressione di confinamento) PER UN DATO GRADIENTE IDRAULICO (inclinazione) i (gradiente idraulico) = h/l p[%] (pendenza) = h/x 100 Drenaggio i p [%] VERTICALE SPONDALE SUBORIZZONT ALE

56 SISTEMA DI DRENAGGIO - CONFRONTO RECYTOP PAVIGRID PAVIDRAIN TRIDIFOL Capacità drenante con i=1 (l/s*m) 4,50 4,00 3,50 3,00 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 RECYTOP PAVIDRAIN PAVIGRID TRIDIFOL Pressione applicata (kpa) RECYTOP RT20 RECYTOP RT25 RECYTOP RT30 PAVIDRAIN 2F5 PAVIDRAIN 2F8 PAVIDRAIN 2F20 PAVIDRAIN 2F20L PAVIGRID X 2F4 PAVIGRID X 2F5 PAVIGRID X 2F6 PAVIGRID X 2F7 TRIDIFOL 8F STRATODRAIN 1F8

57 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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