Provincia di Pavia Settore Faunistico-Naturalistico

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1 Settore Faunistico-Naturalistico Piano ittico Provinciale (Deliberazione del Consiglio Provinciale , n. 38) VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA STUDIO DI INCIDENZA LUCA BISOGNI, ANNA GALLOTTI (N.Q.A. S.R.L. PAVIA)

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3 Indice 1 PREMESSA Il modello metodologico QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO IL CONTESTO Le acque superficiali La qualità idromorfologica e il livello di artificializzazione dell ambito fluviale La Rete Natura Siti Natura 2000 extraprovinciali Siti Natura 2000 provinciali Le Misure di conservazione per le ZPS IL PIANO ITTICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA I contenuti del piano Ittico ai sensi della l.r. 31/ Gli obiettivi Il sistema idrico considerato nel piano ittico Le specie di interesse conservazionistico Fattori prevalenti di alterazione ambientale Criticità dello stato delle conoscenze e delle competenze L attuazione del Piano I piani d azione locali Gli strumenti per la realizzazione delle misure strutturali Durata, gestione e adeguamento del Piano GLI INTERVENTI INDIVIDUATI DAL PIANO Individuazioni e designazioni Acque di interesse ittico Acque dolci da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci Ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela Interventi sulle componenti ambientali Le misure ambientali come risposta alle pressioni Interventi sulle componenti faunistiche e sulla pesca Regolamentazione della pesca Immissione di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Controllo selettivo di specie di uccelli ittiofagi L AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO Ambito di influenza spaziale La mappa degli Attori IL RAPPORTO CON LE SENSIBILITA Rete Verde provinciale Il P.A.I Il vincolo paesaggistico Biodiversita Aree protette Aree per la biodiversità La Rete Ecologica Regionale (RER)... 88

4 8 RAPPORTO CON LA RETE NATURA 2000 E INCIDENZA DEL PIANO Siti di Importanza Comunitaria interessati dalle previsioni di Piano Zone di Protezione Speciale interessate dalle previsioni di Piano Relazioni del Piano con la Rete Ecologica Regionale CONCLUSIONI Indice delle Tabelle Tabella 3.1 Corpi idrici superficiali di maggiore rilevanza in provincia di Pavia...9 Tabella 3.2 LIM - Livello di inquinamento da macrodescrittori...10 Tabella 3.3 IBE- Indice Biotico Esteso (Classe di qualità biologica)...10 Tabella 3.4 SECA Stato Ecologico dei Corsi d Acqua Tabella 3.5 SACA Stato Ambientale dei Corsi d Acqua...11 Tabella Siti Natura 2000 extra o sovraprovinciali potenzialmente interessati dal piano ittico Tabella elenco dei Siti della rete Natura 2000 in provincia di Pavia Tabella 3.8 Caratteristiche e significatività dei singoli siti considerati Tabella Habitat Natura 2000 presenti in provincia di Pavia...21 Tabella Habitat d interesse comunitario presenti nei SIC e ZPS in provincia di Pavia Tabella Habitat Corine di particolare rilevanza naturalistica per sito provinciale Tabella Vulnerabilità e necessità specifiche di Conservazione/Miglioramento/Controllo Tabella 4.1- la categorizzazione dei corpi idrici effettuata dal Piano Ittico Tabella i corsi d'acqua d'interesse ittico individuati dal Piano, con evidenziazione di quelli totalmente o parzialmente ricompresi in siti della Rete natura Tabella 4.3- taxa considerati dal Piano di interesse conservazionistico Tabella le misure del Piano Ittico Tabella Acque dolci da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci Tabella Ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela...54 Tabella 5.4- risposte delle azioni di piano ai fattori di alterazione ambientale individuati Tabella 6.1- Aree tematiche interessate dal Piano Ittico e relativi Attori...63 Tabelle 6.2- individuazione del potenziale ruolo dei differenti attori rispetto all attuazione delle azioni di piano 64 Tabella 7.1 Sistemi di rilevanza sovracomunale individuati dal PTCP Tabella 7.2- sviluppo dei CII all interno dei sistemi paesistici di rilevanza sovracomunale del PTCP Tabella 7.3- sviluppo dei CII nella fasce PAI Tabella 7.4- sviluppo dei CII all interno del vincolo paesistico Tabella P.L.I.S. della provincia di Pavia Tabella 7.6- Istituiti in provincia di Pavia - Monumenti Naturali Tabella Riserve Naturali istituite in provincia di Pavia Tabella sviluppo dei CII all interno degli elementi della Rete Ecologica Regionale Tabella Le relazioni quantitative dei CII con rete natura Indice delle figure Figura 1.1 Schema del percorso metodologico per la Valutazione di Incidenza di piani e progetti...2 Figura Qualità chimico- fisica e biologica delle acque Figura 3.2- qualità idromorfologica e livelli di artificializzazione della fascia ripariale dei CII Figura Rete Natura 2000 in provincia di Pavia Figura 4.1 acque di interesse del piano e reticolo superficiale Figura 4.2- lunghezza in Km dei corsi d'acqua di interesse ittico Figura 7.1- Tutela dei caratteri fisico morfologici del paesaggio e dei beni culturali e paesaggistici. Analisi dei vincoli e dei fattori ambientali Figura 7.2- la relazione del sistema idrico con le tutele del PTCP Figura 7.3- sviluppo dei CII nella fasce PAI Figura 7.4- rapporti tra CII e vincolo paesistico Figura 7.5 Sistema idrico investito dal Piano e Aree importanti per Cenosi acquatiche e Pesci Figura 7.6- La Rete Ecologica Regionale per la provincia di Pavia...89 Figure 7.7- rapporti quantitativi tra CII e elementi della RER Figura 8.1 Acque di interesse ittico, rete Natura 2000 e RER...93 Figura Le relazioni quantitative dei CII con rete natura Figura 8.3- Acque investite dal Piano ed elementi di primo livello della RER

5 1 PREMESSA Il presente elaborato è stato predisposto per consentire di valutare la possibile incidenza del Piano Ittico Provinciale su aree appartenenti alla Rete Europea Natura Questa valutazione costituisce un passaggio formale disciplinato dal diritto comunitario e da provvedimenti nazionali e regionali di recepimento. In particolare, la Direttiva 92/43/CE Habitat prevede espressamente l obbligo di Valutazione di Incidenza per qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso o necessario per la gestione dei siti della rete Natura 2000 e che possa comportare incidenze significative sullo stato di conservazione dei siti stessi. La Valutazione di Incidenza rappresenta quindi un procedimento di natura preventiva svolto in ossequio al principio della precauzione nell azione ambientale; ha lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti e il loro equilibrio ecologico rispetto a possibili interferenze determinate da piani o da progetti e tenuto conto degli specifici obiettivi di conservazione. 1.1 Il modello metodologico La DG Ambiente della Commissione Europea, con il documento Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites. Methodological guidance on the provisions of Article 6 (3) and (4) of the Habitats Directive 92/43/EEC, ha individuato un percorso metodologico (Figura 1.1) per la valutazione dell incidenza di piani e progetti sui siti Natura Quest ultimo consiste sostanzialmente in un processo sequenziale di analisi articolato in 4 fasi successive: FASE 1: verifica (screening) - processo di individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze; FASE 2: valutazione completa - analisi dell incidenza del piano o del progetto, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, sull integrità del sito e tenuto conto della sua struttura, della sua funzionalità e dei suoi obiettivi di conservazione; in caso di incidenza negativa, individuazione delle possibili mitigazioni; FASE 3: analisi di soluzioni alternative - individuazione e analisi di eventuali soluzioni alternative per raggiungere gli obiettivi del progetto o del piano evitando incidenze negative sull integrità del sito; FASE 4: definizione di misure di compensazione - individuazione di azioni, anche preventive, in grado di bilanciare le incidenze previste, nei casi in cui non esistano soluzioni alternative o le ipotesi proponibili presentino comunque aspetti con incidenza negativa, ma per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico sia necessario che il progetto o il piano venga comunque realizzato. Da rilevare che non esiste obbligatorietà di svolgimento dell intero processo, nel senso che l esigenza di intraprendere i livelli del percorso successivi allo screening è funzione degli esiti ottenuti con il passaggio precedente; se le conclusioni della verifica escludono effetti significativi sul sito non occorre procedere alla valutazione completa. 1

6 Figura 1.1 Schema del percorso metodologico per la Valutazione di Incidenza di piani e progetti Fonte: Assessment of plans and projects significantly affecting Natura 2000 sites 2

7 2 QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO L Unione Europea ha recepito i principi internazionali in merito alla conservazione della natura emanando alcune direttive tra cui le più significative in materia di biodiversità sono: - la Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli ), che sancisce la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici europei, delle loro uova, dei nidi e degli habitat e prevede l istituzione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS) per il raggiungimento di tali obiettivi. Le misure prevedono da una parte l individuazione di una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli indicate nei relativi allegati e dall altra l individuazione, da parte degli Stati membri dell UE, di aree destinate alla conservazione di tali specie, le Zone di Protezione Speciale (ZPS); - la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat ), che rappresenta la normativa di recepimento a livello europeo della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro ed ha l obiettivo di salvaguardare la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica nel territorio europeo. Essa fornisce elenchi di habitat naturali (allegato I) e di specie animali e vegetali (allegato II) di interesse comunitario e si propone l obiettivo di costruire, per la loro tutela, una rete di zone speciali di conservazione. In un primo momento gli Stati Membri sono chiamati ad effettuare una ricognizione sul loro territorio circa la presenza e lo stato di conservazione di tali specie ed habitat, indicando quindi una serie di siti. La Commissione Europea designa, quindi, tra i siti proposti e con riferimento alle diverse regioni biogeografiche, i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Gli Stati Membri istituiscono, entro i siti designati, Zone Speciali di Conservazione, in cui siano applicate misure di gestione atte a mantenere un soddisfacente stato di conservazione della specie e degli habitat presenti. La Direttiva Habitat introduce all'articolo 6, comma 3, la procedura di Valutazione di Incidenza con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. Con DPR 8 settembre 1997 n. 357 (successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003 n. 120), lo Stato Italiano ha emanato il Regolamento di recepimento ed attuazione della Direttiva Habitat, assegnando alle regioni il compito di definire specifici indirizzi, in materia di Rete Natura 2ooo e di Valutazione di Incidenza, per il proprio territorio di competenza. In base all'art. 6 del DPR 120/2003 sono da sottoporre a Valutazione di Incidenza tutti i Piani, Programmi e Progetti non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2ooo, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. A livello regionale, con D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 la Regione Lombardia ha individuato i soggetti gestori, definito le modalità procedurali per l applicazione della Valutazione di Incidenza e indicato i contenuti minimi dello studio per la valutazione d incidenza sui SIC e psic (Box 1). 3

8 Successivamente, con D.G.R. 15 ottobre 2004 N. 7/19018, ha stabilito che, nel caso di sovrapposizione di ZPS con SIC o psic, lo Studio ai fini della Valutazione di incidenza sia unico. Box 1 - Modalità procedurali per l applicazione della Valutazione di Incidenza (DGR 7/14106) Sezione I Piani Articolo 1- Contenuti dei piani in relazione ai SIC o psic 1. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunisticovenatori e le loro varianti, predispongono uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Tale studio deve illustrare gli effetti diretti o indiretti che le previsioni pianificatorie possono comportare sui siti evidenziando le modalità adottate per rendere compatibili le previsioni con le esigenze di salvaguardia. Lo studio dovrà comprendere le misure di mitigazione e di compensazione che il piano adotta o prescrive di adottare da parte dei soggetti attuatori. 2. Lo studio, di cui al comma 1, dovrà avere i contenuti minimi di cui all Allegato D - sez. Piani della presente deliberazione redatti ai sensi dell allegato G del D.P.R. 357/ Qualora i SIC o psic ricadano all interno di aree protette ai sensi della Legge 394/91, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla normativa vigente, come previsto dal D.P.R. 357/97. Articolo 2 - Procedure di valutazione di incidenza 1. Gli atti di pianificazione, sono presentati, nel caso di piani di rilevanza regionale, provinciale e comunale, fatto salvo quanto previsto al comma 6, corredati di istanza e unitamente allo studio di cui all art. 1, pena l inammissibilità, alla Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, quale Autorità Competente che, mediante l istruttoria, valuta gli effetti che il piano può avere sui siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi e formalizza l esito della valutazione d incidenza. Gli elaborati di piano e lo studio dovranno essere consegnati in numero di quattro copie di cui una su supporto informatico. 2. L istruttoria per la valutazione d incidenza, da effettuarsi sulla base degli elementi contenuti nell'atto di pianificazione, unitamente allo studio di cui all'art. 1, è finalizzata ad evitare che l'attuazione delle previsioni di piano pregiudichi l'integrità dei siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti. 3. La Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, si esprime, nei termini previsti dal D.P.R. 357/97 e successive modificazioni, mediante atto dirigenziale. La D.G. Qualità dell Ambiente può chiedere una sola volta integrazioni. Nel caso in cui siano richieste integrazioni, il termine per la valutazione d incidenza decorre nuovamente dalla data in cui le integrazioni pervengono alla D.G. Qualità Ambiente. 4. L Amministrazione competente all approvazione dei piani di cui al comma 1 acquisisce preventivamente la valutazione d incidenza espressa dalla D. G. Qualità dell Ambiente ed individua le modalità più opportune per la consultazione del pubblico. 5. Qualora il PTC provinciale sia stato approvato, secondo le procedure previste dai commi precedenti con valutazione d incidenza positiva, la valutazione d incidenza dei piani regolatori generali comunali è effettuata dalla Provincia competente in sede di verifica di compatibilità ai sensi dell art. 3 commi 18 e 19 della l.r. 5 gennaio 2000 n In assenza di P.T.C.P. approvati con valutazione d incidenza positiva, l approvazione del P.R.G. comunale dovrà tenere conto del parere in merito alla valutazione d incidenza espresso dalla D.G. Qualità dell Ambiente. 7. Nel caso di piani che interessino siti di SIC o psic, ricadenti in tutto o in parte all'interno di aree protette ai sensi della l.r. 86/83, la valutazione d incidenza di cui ai commi precedenti viene espressa previo parere obbligatorio dell Ente di gestione dell'area protetta. 8. La valutazione dell incidenza delle varianti a PRG comunali, ai sensi della l.r. 23 giugno 1997 n. 23, che interessino SIC o psic, è effettuata dal Comune. L esito di tale valutazione dovrà essere espressa nell atto di approvazione della variante stessa, tenuto conto del comma precedente. 4

9 Box 1 (segue) - Modalità procedurali per l applicazione della Valutazione di Incidenza (DGR 7/14106) Sezione I Piani Articolo 3 - Effetti della valutazione di incidenza sui piani 1. L'approvazione dei piani, per le parti contenenti le previsioni di cui all'art 1, è condizionata all'esito positivo della valutazione di incidenza espresso a seguito dell'applicazione della procedura di cui all'art. 2, tranne nei casi e con le modalità previsti dall'art La D.G. Qualità dell Ambiente, nell atto dirigenziale: a) può impartire le opportune prescrizioni relative alle modalità di progettazione e di realizzazione degli interventi, previsti dallo strumento di pianificazione, così ammessi; b) specifica, anche sulla base del livello di approfondimento degli atti di pianificazione e dello studio di cui all art. 1, quali interventi e/o previsioni del piano siano o meno soggetti a valutazione di incidenza. 3.L adeguamento dei P.R.G. ai piani sovracomunali, approvati con valutazione d incidenza positiva, non è soggetto a valutazione di incidenza. Articolo 4- Conclusioni negative della valutazione di incidenza Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano debba essere realizzato per motivi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della Rete Natura 2000, coadiuvate dalla D.G. Qualità dell Ambiente che potrà fornire indicazioni in tal senso, e ne danno comunicazione al Ministero dell ambiente e della tutela del territorio. Allegato D - Contenuti minimi dello studio per la Valutazione d Incidenza sui SIC e psic Sezione piani Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell allegato G del DPR 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare le misure previste per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o compensazioni. Lo studio dovrà in particolare: 1. contenere elaborati cartografici in scala minima 1: dell'area interessata dal o dai SIC o psic, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area. 2. descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe. 3. esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici. 4. illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.) 5. indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all'impatto. Lo studio dovrà essere connotato da un elevato livello qualitativo dal punto di vista scientifico. 5

10 Di seguito si riporta l elenco dei principali riferimenti normativi in materia di Rete Natura 2ooo e Valutazione di Incidenza: Unione Europea: - Direttiva europea n. 79/409/CEE Uccelli - Conservazione degli uccelli selvatici e Direttiva n. 92/43/CEE Habitat - Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche con le quali si prevede che, al fine di tutelare le specie animali e vegetali, nonché gli habitat, indicati negli Allegati I e II, gli Stati membri classifichino in particolare come SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e come ZPS (Zone di Protezione Speciale) i territori più idonei al fine di costituire una rete ecologica, definita "Rete Natura 2ooo"; - Documento Guida all interpretazione dell articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE, pubblicato nel 2000 dalla Commissione Europea. - Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001; - Decisione 2008/25/CE della Commissione del 13 novembre 2007 che stabilisce, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un primo elenco aggiornato di siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale [notificata con il numero C(2007) 5403] (G.U.U.E. L12 del ); - Decisione 2008/218/CE della Commissione del 25 gennaio 2008 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un primo elenco aggiornato di siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina [notificata con il numero C(2008) 271] (G.U.U.E. L77 del ); - Decisione 2008/335/CE della Commissione del 28 marzo 2008 che adotta, a norma della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, il primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea [notificata con il numero C(2008) 1148] (G.U.U.E. L123 dell' ). Stato Italiano: - DPR 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche", successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003, n. 120, con i quali si dà applicazione in Italia alle suddette direttive comunitarie; - DM 3 settembre 2002 che approva le Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 predisposte dal Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio; - DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE ; - DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE ; - D.lgs 3 aprile 2006, n. 152 Norma in materia ambientale Parte II (VIA, VAS e IPPC). - D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 recante "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norma in materia ambientale"; 6

11 - DM 11 giugno 2007 Modificazioni agli allegati A, B, D ed E del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, in attuazione della direttiva 2006/105/CE del Consiglio del 20 novembre 2006, che adegua le direttive 73/239/CEE, 74/557/CEE e 2002/83/CE in materia di ambiente a motivo dell'adesione della Bulgaria e della Romania ; - DM 5 luglio 2007 Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE (abrogato da DM 19 giugno 2009); - DM 17 ottobre 2007, n. 184 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS) ; - DM 26 marzo 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 103 del 3 maggio 2008); - DM 26 marzo 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2008); - DM 3 luglio 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 184 del 7 agosto 2008); - DM 22 gennaio 2009 recante modifica del decreto 17 ottobre 2007, concernente i criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS); - DM 19 giugno 2009 Elenco delle Zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE". Regione Lombardia: - D.G.R. 8 agosto 2003, n. 7/14106 "Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi della direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione dei soggetti gestori e modalità procedurali per l applicazione della valutazione d incidenza" (3 Suppl. Straordinario Bollettino ufficiale della Regione Lombardia n. 37 del 12 settembre 2003); - D.G.R. 15 dicembre 2003, n. 7/15648 Revoca delle deliberazioni 7/2572 dell 11 dicembre 2000 e 7/11707 del 23 dicembre 2002 e contestualmente individuazione di 17 Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici"; - D.G.R. luglio 2004, n. 7/18453 Individuazione degli enti gestori dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (psic) e dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) non ricadenti in aree naturali protette, e delle zone di protezione speciale (ZPS), designate dal Decreto del Ministero dell Ambiente 3 aprile 2000 (S.O. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 32 del 2 agosto 2004); - D.G.R. 15 ottobre 2004, n. 7/19018 Procedure per l applicazione della valutazione di incidenza alle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S. ai sensi della direttiva 79/409/CEE, contestualmente alla presa d atto dell avvenuta classificazione di 14 Z.P.S. ed individuazione dei relativi soggetti gestori) (2 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 44 del 28 ottobre 2004); 7

12 - D.G.R. 8 febbraio 2006, n. 8/1876 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); - D.G.R. 2 maggio 2006, n. 8/2486 Parziale rettifica alla d.g.r. n. 8/1876 dell 8 febbraio 2006 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della Banca Dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); - DGR 28 novembre 2006, n. 8/3624 Individuazione di aree ai fini della loro classificazione quali ZPS - Zone di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva 79/409/CEE ; - D.G.R. 13 dicembre 2006, n. 8/3798 Rete Natura 2000: modifiche e integrazioni alle dd.gg.rr. n /03, n /04 e n. 1791/06, aggiornamento della banca dati Natura 2000 ed individuazione degli enti gestori dei nuovi SIC proposti ; - D.G.R. 28 febbraio 2007, n. 8/4197 Individuazione di aree ai fini della loro classificazione quali ZPS (Zone di Protezione Speziale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE integrazione d.g.r. 3624/2006 ; - D.G.R. 18 luglio 2007, n. 8/5119 Rete Natura 2000: determinazioni relative all avvenuta classificazione come ZPS delle aree individuate con dd.gg.rr. 3624/06 e 4197/07 e individuazione dei relativi enti gestori ; - D.G.R. 20 febbraio 2008, n Nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e individuazione di relativi divieti, obblighi e attività, in attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)"; - D.G.R. 30 luglio 2008, n. VIII/7884 Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sensi del DM 17 ottobre 2007, n. 184 (Integrazione alla DGR 6648/2008); - D.G.R. 26 novembre 2008, n. VIII/8515 Approvazione degli elaborati finali relativi alla Rete Ecologica Regionale e del documento Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali ; - D.G.R. 8 aprile 2009, n. VIII/9275 Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del d.p.r. 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 Modificazioni alla d.g.r. n. 7884/

13 3 IL CONTESTO 3.1 Le acque superficiali I corsi d acqua naturali di maggior rilevanza della provincia di Pavia, sulla base della loro dimensione, sono indicati nella seguente Tabella 3.1. Questi corpi idrici sono anche quelli significativi ai sensi delle normative sulla tutela delle acque e per cui è in essere un sistematico monitoraggio delle condizioni qualitative da parte di ARPA Lombardia. Tra quelli elencati l unico il cui bacino è quasi interamente ricompreso nei limiti amministrativi è il Torrente Staffora. Tabella 3.1 Corpi idrici superficiali di maggiore rilevanza in provincia di Pavia Corpo idrico significativo Superficie totale del bacino idrografico (kmq) Superficie del bacino in regione (kmq) Superficie del bacino in provincia (kmq) Fiume Po ,6* Fiume Ticino Fiume Lambro Fiume Lambro Merid.le Torrente Agogna ,5 Torrente Terdoppio Torrente Staffora Fiume Sesia Fiume Scrivia > * al netto dei bacini sottoelencati La qualità dei corsi d acqua costituisce uno dei riferimenti fondamentali del P.I. I deterioramenti dei livelli di qualità dei corsi d acqua di interesse ittico costituiscono i principali condizionamenti dell idoneità a sostenere biocenosi ampie e diversificate Le valutazioni di qualità ambientale occupano un peso assolutamente rilevante nel piano per la conservazione e il ripristino delle condizioni desiderate attraverso le a- zioni individuate. La qualità dei corsi d acqua significativi è sintetizzata nelle seguenti tabelle e figure. 9

14 Tabella 3.2 LIM - Livello di inquinamento da macrodescrittori Corso d acqua Tipo Punto di 2000 monitoraggio Mezzanino Fiume Naturale Pieve del Cairo Po Spessa Po Torrente Scrivia Naturale Cornale Bereguardo Fiume Pavia Naturale Ticino Valle Salimbene Vigevano Naviglio Pavese Artificiale Pavia Lomello Torrente Mezzana Bigli Naturale Agogna Nicorvo Velezzo Lomellina Pieve Albignola Torrente Naturale Vigevano Terdoppio Zinasco Cervesina Torrente S. Margherita S Naturale Staffora Varzi Voghera 2 2 Olona Cura Carpignano Naturale Meridionale S. Zenone Po Fonte: Stato dell Ambiente della Tabella 3.3 IBE- Indice Biotico Esteso (Classe di qualità biologica) Corso d acqua Tipo Punto di 2000 monitoraggio Mezzanino III III III Fiume Naturale Pieve del Cairo III III III II II II II Po Spessa Po III II III III III III II Torrente Scrivia Naturale Cornale III Bereguardo II II III III II III II Fiume Pavia II II II II II I II Naturali Ticino Valle Salimbene III III III III III Vigevano II II II II II II III Lomello III Torrente Mezzana Bigli III III III III III III III Naturale Agogna Nicorvo III III III III III III III Velezzo Lomellina III III III III III III III Pieve Albignola II III III III III II Torrente Naturale Vigevano II II II II II II III Terdoppio Zinasco II II II II II II II Cervesina III III IV V IV IV III Torrente S. Margherita S. II I I I I I I Naturale Staffora Varzi II II II II II II II Voghera III III Olona Cura Carpignano III III III IV III Naturale Meridionale S. Zenone Po III III III III II III III Fonte: Stato dell Ambiente della

15 Tabella 3.4 SECA Stato Ecologico dei Corsi d Acqua Corso d acqua Tipo Punto di 2000 monitoraggio Mezzanino Fiume Naturale Pieve del Cairo Po Spessa Po Torrente Scrivia Naturale Cornale 3 4 Bereguardo Fiume Pavia Naturali Ticino Valle Salimbene Vigevano Naviglio Pavese Artificiale Pavia Lomello 3 Torrente Mezzana Bigli Naturale Agogna Nicorvo Velezzo Lomellina Pieve Albignola Torrente Naturale Vigevano Terdoppio Zinasco Cervesina Torrente S. Margherita S Naturale Staffora Varzi Voghera 3 3 Olona Cura Carpignano Naturale Meridionale S. Zenone Po Fonte: Stato dell Ambiente della Tabella 3.5 SACA Stato Ambientale dei Corsi d Acqua Corso d acqua Tipo Punto di monitoraggio Classe Mezzanino Sufficiente Fiume Po Naturale Pieve del Cairo Sufficiente Spessa Po Sufficiente Torrente Scrivia Naturale Cornale Sufficiente Bereguardo Sufficiente Fiume Ticino Naturali Pavia Buono Valle Salimbene Sufficiente Vigevano Buono Mezzana Bigli Sufficiente Torrente Agogna Naturale Nicorvo Sufficiente Velezzo Lomellina Sufficiente Pieve Albignola Sufficiente Torrente Terdoppio Naturale Vigevano Buono Zinasco Buono Torrente Staffora Naturale Cervesina Scadente Olona Meridionale Naturale Cura Carpignano Sufficiente S. Zenone Po Sufficiente Fonte: Stato dell Ambiente della

16 Figura Qualità chimico- fisica e biologica delle acque La qualità chimico-fisica La qualità biologica 12

17 3.1.1 La qualità idromorfologica e il livello di artificializzazione dell ambito fluviale Attraverso l analisi delle aerofoto più recenti, il confronto diacronico della situazione attuale con quella riportata sulla CTR ( ) e con sopralluoghi, il Piano ittico ha stimato per i corpi idrici di interesse differenti livelli di qualità idromorfologica e di artificializzazione della fascia ripariale. Queste stime hanno consentito di evidenziare lo stato di criticità del sistema idrico di riferimento e di individuare possibili modalità di riduzione dei condizionamenti. Figura 3.2- qualità idromorfologica e livelli di artificializzazione della fascia ripariale dei CII La qualità idromorfologica Livelli di artificializzazione dell ambito fluviale (fascia ripariale) 13

18 3.2 La Rete Natura 2000 A far tempo dagli ultimi decenni del secolo scorso l Unione Europea ha assegnato particolare rilievo alle politiche di tutela della natura e dell ambiente, sollecitando gli Stati membri alla salvaguardia della biodiversità. I principali atti comunitari orientati a queste finalità sono stati le Direttive 79/409/CE ( Uccelli ) e 92/43/CE ( Habitat ), con cui sono state definite le motivazioni e le strategie per contrastare il degrado e le minacce cui sono sottoposti l ambiente naturale e le specie selvatiche di flora e fauna. In particolare, la Direttiva 92/43/CEE ha previsto la relizzazione di una rete ecologica europea coerente di zone speciali di conservazione della fauna e dell ambiente, denominata Natura Attualmente, questa rete è costituita da due tipi di aree: i Siti d Importanza Comunitaria (SIC) e le Zone di Protezione Speciale Siti Natura 2000 extraprovinciali I siti Natura 2000 extraprovinciali interessati direttamente o comunque in relazione con il sistema dei corpi idrici investiti dal Piano sono elencati in Tabella 3.6. Il Piano non contiene previsioni riferite a territori esterni a quello pavese e che pertanto possano condizionare negativamente i siti stessi. Tabella Siti Natura 2000 extra o sovraprovinciali potenzialmente interessati dal piano ittico Regione Provincia Classificazione Sito Codice e Nome SIC IT Oasi di Lacchiarella Lombardia Milano SIC SIC IT Basso Corso e Sponde del Ticino IT Boschi della Fagiana ZPS IT Boschi del Ticino Lodi ZPS IT Po di Corte S. Andrea Novara SIC/ZPS SIC IT Valle del Ticino IT Agogna Morta Piemonte Vercelli ZPS IT Lama del Badiotto e Garzaia della Brarola Alessandria ZPS SIC IT Fiume Po (Tratto Vercellese ed Alessandrino) IT Confluenza Po - Sesia - Tanaro Emilia Romagna Piacenza SIC SIC/ZPS IT Val Boreca, Monte Lesima IT Fiume Po da Rio Boriacco a Bosco Ospizio 14

19 3.2.2 Siti Natura 2000 provinciali In provincia di Pavia sono presenti 27 siti NATURA 2000, due dei quali condivisi con Milano e già elencati in Tabella 3.6 (SIC IT , Basso Corso e Sponde del Ticino, e ZPS IT , Boschi del Ticino). Per la massima parte la Rete (Figura 3.3 e Tabella 3.7) si sviluppa nella fascia di pianura a nord del Po o lungo la golena del Fiume, con un unico SIC presente nella porzione montana dell Oltrepò. Figura Rete Natura 2000 in provincia di Pavia Fonte: Piano rifiuti della 15

20 Classific. Sito psic/zps Codice Sito IT Tabella elenco dei Siti della rete Natura 2000 in provincia di Pavia Denominazione Garzaia di Cascina Villarasca SIC IT Garzaia di Celpenchio SIC IT Garzaia della Verminesca Area protetta interessata M.N. Garzaia di Cascina Villarasca M.N. Garzaia di Celpenchio M.N. Garzaia della Verminesca SIC IT Palude Loja R.N. Palude Loja SIC IT Garzaia della Rinalda SIC SIC SIC SIC SIC SIC SIC SIC SIC IT IT IT IT IT IT IT IT IT Garzaia di Sant Alessandro Garzaia del Bosco Basso Boschetto di Scaldasole Garzaia della Cascina Notizia Garzaia di Sartirana Abbazia di Acqualunga Garzaia di Gallia Garzaia della Cascina Portalupa Boschi Siro Negri e Moriano SIC IT San Massimo SIC IT Boschi del Vignolo ZPS/SIC IT Garzaia della Carola SIC SIC IT IT Boschi di Vaccarizza Garzaia della Roggia Torbida M.N. Garzaia della Rinalda M.N. Garzaia di Sant Alessandr R.N. Garzaia del Bosco Basso R.N. Boschetto di Scaldasole M.N. Garzaia della Cascina Notizia M.N. Garzaia di Sartirana R.N. Abbazia di Acqualunga M.N. Garzaia di Gallia Parco Lombardo della Valle del Ticino Parco Lombardo della Valle del Ticino Parco Lombardo della Valle del Ticino Parco Lombardo della Valle del Ticino R.N. Garzaia della Carola Parco Lombardo della Valle del Ticino Ente gestore sito Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. R.N. Garzaia Ente Gestore della Roggia Torbida A.P. SIC IT Monte Alpe R.N. Monte Alpe SIC/ZPS ZPS IT IT Garzaia di Porta Chiossa Boschi del Ticino R.N. Garzaia di Porta Chiossa Parco Regionale Valle del Ticino Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Ente Gestore A.P. Comuni interessati Estensione ha Habitat NATURA 2000 segnalati Riferimento alla carta Rognano 53,3 91E Castelnovetto, Cozzo, Rosasco Castelnovetto, Cozzo, S. Angelo Lomellina 140,4 91E ,8 91E0 3 Zeme 39,5 91E Candia Lomellina Zeme, Valle Lomellina 265,8 Breme, Sartirana Lomellina 38,2 91E0 5 91E ,7 91E Sscaldasole 100, Lomello, Mede 73 Sartirana Lomellina, Torreberetti e Castellaro Frascarolo, Mede, Torreberetti e Castellaro Galliavola, Pieve del Cairo 91E ,8 91E0 91F ,4 91E ,8 91E0 12 Vigevano 5,4 91E0 13 Bereguardo, Carbonara al Ticino, Torre d Isola, Zerbolò Garlasco, Gropello Cairoli, Zerbolò Garlasco, Zerbolò San Genesio ed Uniti 1352,4 Linarolo 465,3 Bressana Bottarone Menconico, Romagnese, Varzi San Genesio ed Uniti, Sant Alessio con Vialone Bereguardo, Borgo San Siro, Carbonara al Ticino, Cassolnovo, Gambolò, Garlasco, Gropello Cairoli, Linarolo, Mezzanino, Pavia, San Martino Siccomario, Travacò Siccomario, Torre d Isola, Valle Salimbene, Vigevano, Zerbolò 91F0 91E ,7 91E ,5 91E0 91F ,5 91E E ,7 91E , ,4 91E E0 91F

21 Classific. Sito ZPS SIC ZPS ZPS Codice Sito IT IT IT IT Denominazione Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po Basso corso e sponde del Ticino Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po Po di Pieve Porto Morone ZPS IT Risaie della Lomellina Area protetta interessata Parco Lombardo della Valle del Ticino M.N. Garzaia di Celpenchio, M.N. Garzaia della Verminesca, R.N. Palude Loja, M.N. Garzaia della Cascina Notizia, M.N. Garzaia di Sartirana, R.N. Abbazia Acqualunga, R.N. Garzaia Bosco Basso, R.N. Garzaia Cascina Isola, R.N. Garzaia Villa Biscossi Ente gestore sito Provincia di Pavia Ente Gestore A.P. Provincia di Pavia Provincia di Pavia Provincia di Pavia Comuni interessati Albaredo Arnaboldi, Arena Po, Belgioioso, Portalbera, San Cipriano Po, San Zenone Po, Spessa, Zerbo Bereguardo, Borgo San Siro, Cassolnovo, Gambolò, Vigevano, Zerbolò Monticelli Pavese, Chignolo Po Estensione ha 907, ,4 Pieve Porto Morone 33,3 Breme, Candia Lomellina, Castello d Agogna, Castelnovetto, Ceretto Lomellina, Cozzo, Frascarolo, Gambarana, Langosco, Lomello, Mede, Pieve del Cairo, Rosasco, Sant Angelo Lomellina, Sartirana Lomellina, Semiana, Suardi, Torreberetti e Castellaro, Valle Lomellina, Velezzo Lomellina, Villa Biscossi, Zeme 30940,1 Habitat NATURA 2000 segnalati E0 91F0 91E E E E0 91F0 Riferimento alla carta Le caratteristiche e la significatività dei singoli siti, desunte dai dati contenuti nei Formulari standard, sono riportate in Tabella 3.8. Tabella 3.8 Caratteristiche e significatività dei singoli siti considerati Tipo Codice Nome sito Qualità e importanza relativa Sito estremamente interessante in quanto sede di una delle più grandi e popolose garzaie della Lombardia che ospita numerose SIC IT Garzaia di Celpenchio specie di avifauna di interesse comunitario ed, in particolare, la più ricca colonia della Lombardia di Ardea purpurea. Oltre all'avifauna, risultano ricche anche le altre componenti faunistiche e di buon interesse la componente floristica e vegetazionale. Presenza di habitat idro-igofili, ancor più significativa se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. Presenza di habitat contraddistinti da elevata qualità, rilevante significato naturalistico e grande varietà, cui corrispondono specie e popolamenti faunistici e floristici altrettanto ricchi, ben SIC IT Basso Corso e Sponde del Ticino differenziati ed estremamente significativi da un punto di vista naturalistico e delle priorità di conservazione. Svolge un fondamentale ruolo di corridoio biologico Alpi-Appennini. Presenza di specie di importanza comunitaria (es. Rana latastei), di specie rare, appartenenti alle Liste Rosse (nazionale e regionale lombarda, quali ad esempio Sagittaria sagittifolia ) e di specie caratteristiche delle zone umide (es. Rumex hydrolapathum, Thelypteris palustris, Triturus carnifex ). 17

22 Tipo Codice Nome sito Qualità e importanza relativa Sito di grande rilevanza naturalistica in quanto sede di un'impor- SIC IT Garzaia della Verminesca tante garzaia che ospita numerose specie di interesse comunitario. Interessanti anche gli habitat presenti, di tipo idroigrofilo che, benché alterati, risultano ancora più significativi e meritevoli di tutela in quanto relitti sfuggiti agli ingenti interventi di bonifica che hanno alterato la fisionomia vegetazionale della pianura padana. SIC IT Palude Loja Sito di interesse naturalistico per la presenza del Carici elongatae- Alnetum, bosco palustre raro in Lombardia, qui relitto della vegetazione caratteristica delle golene fluviali. Si segnalano specie floristiche tipiche di ambienti igrofili, alcune delle quali protette a livello regionale o presenti nella lista rossa nazionale. Dal punto di vista faunistico il sito è ricco di specie alcune delle quali di interesse comunitario, altre tutelate sia dalla legislazione italiana che da convenzioni internazionali. Si segnala la presenza di habitat idroigrofili ben conservati e di un fontanile la cui area di testa risulta parzialmente interrata. Tali SIC IT Garzaia della Rinalda ambienti risultano ancor più significativi se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. Interessanti anche le altre componenti faunistiche per la presenza di specie di interesse comunitario. Il sito non è più sede di garzaia dal Diverse coppie di ardeidi attualmente nidificano in un' analoga area poco distante. Il sito ospita una delle più grandi e popolose garzaie della Lombardia in cui nidificano molte specie di interesse comunitario. Ol- SIC IT Garzaia di S. Alessandro tre all'avifauna ricche anche le altre componenti faunistiche e di buon interesse la componente floristica e vegetazionale. Presenza di habitat idro-igofili, ancor più significativa se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. L'area è interessata da fenomeni di risorgiva. SIC IT Garzaia del Bosco Basso Il sito ospita un'importante garzaia dove nidificano varie specie di interesse comunitario. Buona varietà di habitat idroigrofili, di buona rilevanza naturalistica, ancora più significativi in considerazione del loro carattere di relitti, sfuggiti agli interventi di bonifica. Si segnala la presenza di una piccola area occupata da uno degli SIC IT Boschetto di Scaldasole ultimi lembi relitti di querceti xero-termofili insediati su di uno degli ultimi dossi sabbiosi di loess della Lomellina. La qualità del sito è ritenuta sufficiente per un ripristino della serie Corynephoretum-Quercetum e l'importanza del sito deriva dal fatto che si tratta dell'ultimo relitto disponibile. Il sito risulta significativo in quanto sede di una garzaia che ospita SIC IT Garzaia della Cascina Notizia specie di interesse comunitario. Oltre all'avifauna, ricche anche le altre componenti faunistiche e di buon interesse la componente floristica e vegetazionale. Presenza di habitat idroigofili, ancor più significativa se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. 18

23 Tipo Codice Nome sito Qualità e importanza relativa Sito significativo soprattutto per la presenza di numerose specie di uccelli di interesse comunitario e, in particolare, perché sede di SIC IT Garzaia di Sartirana una garzaia che ospita, tra l'altro, una delle più popolose colonie di Ardea purpurea della Lombardia; si segnala inoltre la nidificazione di un consistente nucleo di Plegadis falcinellus. Di buon interesse la componente floristica e vegetazionale. Presenza di habitat idro-igofili, ancor più significativa se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. Sito di grande rilevanza naturalistica in quanto sede di un'impor- SIC IT Abbazia Acqualunga tante garzaia che ospita specie di interesse comunitario. Oltre all'avifauna ricche anche le altre componenti faunistiche e di buon interesse la componente floristica e vegetazionale. Presenza di habitat idroigofili, ancor più significativa se si considera il loro carattere di relitto sfuggito alle bonifiche per scopi agricoli. Il sito è stato per anni sede di una garzaia nella quale nidificavano anche specie di ardeidi di importanza comunitaria. La presenza di SIC IT Garzaia di Gallia alcune coppie di Egretta garzetta risulta segnalata fino al Nel 2002 è segnalato il tentativo fallito di nidificazione da parte di alcune coppie di Ardea cinerea. Interessanti, se pur di estensione assai limitata, gli habitat di tipo idroigrofilo in particolare per il loro carattere di relitto sfuggito agli interventi di bonifica. SIC IT Garzaia della Cascina Portalupa Il sito, di estensione estremamente limitata (circa 5 ha) è sede di una garzaia in cui nidificano diverse specie di Ardeidi, ed è caratterizzato dalla presenza di habitat idroigrofili che ospitano flora e fauna caratteristiche. Sito di elevato interesse naturalistico, caratterizzato da habitat di tipo idroigrofilo di importanza comunitaria, che completano la se- SIC IT Boschi Siro Negri e Moriano rie successionale idroigrofila, e da componenti sia floristica che faunistica ricche di specie e caratterizzate da elementi tipici degli ambienti umidi, rari o stenotopi, nonché da specie appartenenti alla Lista Rossa e da numerose specie di importanza comunitaria. Dal 2003 l'area è diventata Riserva della Biosfera all'interno del programma MAB. SIC IT San Massimo Sito caratterizzato da una buona qualità degli habitat, di tipo i- droigrofilo, che ospita un'importante garzaia nella quale nidificano diverse specie di Ardeidi. Significative sia la componente floristica che quella faunistica. Sito caratterizzato da presenza di vegetazione forestale di elevato SIC IT Boschi del Vignolo interesse naturalistico, sia in facies igrofile che mesofile, e di habitat idroigrofili insediati in corrispondenza di un paleomeandro. Ricche e significative la componente floristica ma, in particolare, quella faunistica, con presenza di numerose specie vertebrate e invertebrate di importanza comunitaria. Sito caratterizzato dalla presenza di numerosi habitat idroigrofili di SIC IT Boschi di Vaccarizza importanza comunitaria e da una ricca componente floristica e faunistica, con numerose specie caratteristiche degli ambienti u- midi, specie indicatrici di elevata naturalità degli habitat e specie di interesse comunitario. 19

24 Tipo Codice Nome sito Qualità e importanza relativa SIC IT Garzaia della Roggia Torbida SIC IT Monte Alpe SIC/ZPS IT Garzaia di Porta Chiossa SIC/ZPS IT Garzaia della Carola Garzaia di SIC/ZPS IT Cascina Villarasca ZPS IT Boschi del Ticino Il sito non è più sede dell'omonima garzaia dal Sono presenti su gran parte della superficie habitat igrofili relitti sfuggiti alle ingenti operazioni di bonifica a scopo agricolo condotte in passato su tutto il territorio padano. Il bosco igrofilo presente è in buone condizioni e rappresenta uno dei pochi esempi rimasti nell'area. Il sito risulta significativo sia per la presenza di castagneti e formazioni erbose secche con Festuco-Brometalia, sia per la presenza di aree con impianti artificiali. Questi sono stati quasi completamente distrutti ad opera del fuoco ed ora sono sottoposti ad operazioni di ripristino della vegetazione spontanea e, pertanto, risultano significativi ai fini di un monitoraggio del processo di ricostituzione della vegetazione naturale. Il sito può ospitare potenzialmente anche querceti meso-xerofili a Quercus pubescens e a Quercus petraea, in corrispondenza dei piani altitudinali più bassi e dei versanti meglio esposti. Sono inoltre presenti sorgenti pietrificanti con formazione di travertino. Riserva estesa su terreni alluvionali sabbioso-ghiaiosi al cui interno si distinguono due nuclei boscati ad Ontano nero. La vegetazione idro-igrofila presente è quanto rimane in seguito a massicci interventi di bonifica operati in passato. Il sito ospita un importante garzaia dove nidificano diverse specie di Ardeidi di interesse comunitario assieme a numerose altre specie di uccelli legate ai vari ambienti presenti nella riserva. Il sito ospita un'importante garzaia dove nidificano specie di interesse comunitario. Buona varietà di habitat idroigrofili, di buona rilevanza naturalistica, ancora più significativi in considerazione del loro carattere di relitti, sfuggiti agli interventi di bonifica. Sito di grande rilevanza naturalistica in quanto sede di un'importante garzaia che ospita specie di interesse comunitario. Interessanti anche gli habitat presenti di tipo idroigrofilo che, benché alterati, risultano ancora più significativi e meritevoli di tutela in quanto relitti sfuggiti agli ingenti interventi di bonifica che hanno alterato la fisionomia vegetazionale della pianura padana. Il sito e le aree limitrofe svolgono un'importante funzione per l'avifauna svernante e di passo. Si tratta del più grande parco fluviale d'europa, inserito in posizione centrale nella Pianura Padana, dove salvaguarda frammenti di habitat fondamentali per la riproduzione delle specie di uccelli nidificanti (ad esempio le colonie di Ardeidi), per la sosta dei migratori e per la sopravvivenza delle popolazioni svernanti. Le aree individuate come ZPS ospitano una diversità biologica senza confronti in tutta l'area planiziale dell'italia settentrionale. Sito di importanza assoluta per la quantità e la dimensione delle garzaie contenute (le più grandi della Lombardia), che ospitano ZPS IT Risaie della Lomellina una parte rilevante dell'intero contingente nazionale per alcune specie di Ardeidi. Oltre agli Ardeidi, molte alte specie di interesse comunitario utilizzano la zona per la nidificazione o come area di sosta. La presenza di habitat idroigrofili relitti e di fontanili costituisce un ulteriore elemento di importanza per il sito. 20

25 Tipo Codice Nome sito Qualità e importanza relativa Il sito occupa il corso e alcune aree golenali del Po. Il fiume modella la morfologia dell area al variare del regime ideologico nel tempo, modificando le sponde e muovendo gli accumuli detritici ZPS IT Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po che costituiscono le barre fluviali, i dossi e gli spiaggioni. Nell area sono presenti gli ambienti fluviali tipici dei corsi d acqua planiziali, il sito comprende alcune isole e diversi depositi alluvionali, sulle sponde e nella aree golenali si rilevano zone umide lentiche, boschi igrofili e fasce arbustive riparali. Molte specie di uccelli (tra cui diverse di interesse comunitario) popolano la zona sia in periodo di nidificazione sia durante le migrazioni. Importante risorsa trofica per gli uccelli nel sito è la presenza di una ricca e diversificata fauna ittica. Il sito occupa il corso e alcune aree golenali del Po. Il fiume modella la morfologia dell area al variare del regime idrologico nel tempo, modificando le sponde e muovendo gli accumuli detritici ZPS IT Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po che costituiscono le barre fluviali, i dossi e gli spiaggioni. Nell area sono presenti gli ambienti fluviali tipici dei corsi d acqua planiziali, il sito comprende alcune isole e diversi depositi alluvionali, sulle sponde e nella aree golenali si rilevano zone umide lentiche, boschi igrofili e fasce arbustive riparali. Molte specie di uccelli (tra cui diverse di interesse comunitario) popolano la zona sia in periodo di nidificazione sia durante le migrazioni. Importante risorsa trofica per gli uccelli nel sito è la presenza di una ricca e diversificata fauna ittica. Il sito occupa il corso e alcune aree golenali del Po. Il fiume modella la morfologia dell area al variare del regime idrologico nel tempo, modificando le sponde e muovendo gli accumuli detritici che costituiscono le barre fluviali, i dossi e gli spiaggioni. Nell area ZPS IT Po di Pieve Porto Morone sono presenti gli ambienti fluviali tipici dei corsi d acqua planiziali, il sito comprende alcune isole e diversi depositi alluvionali, sulle sponde e nella aree golenali si rilevano zone umide lentiche, boschi igrofili e fasce arbustive riparali. Molte specie di uccelli (tra cui diverse di interesse comunitario) popolano la zona sia in periodo di nidificazione sia durante le migrazioni. Importante risorsa trofica per gli uccelli nel sito è la presenza di una ricca e diversificata fauna ittica. Gli habitat Natura 2000 presenti nei SIC e nelle ZPS provinciali sono riportati nella seguente Tabella 3.9, da cui appare evidente l importanza delle componenti acquatiche protette. Tabella Habitat Natura 2000 presenti in provincia di Pavia Habitat 3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea Descrizione Vegetazioni acquatiche paucispecifiche formate da piccole erbe situate in acque ferme di modesta profondità (in genere < 1 m) sulle rive di stagni, laghi e in piccole depressioni. Si tratta di comunità eliofile. Le acque sono caratterizzate da condizioni di trofia variabili da oligotrofe a mesotrofe. Se tali fitocenosi rimangono sommerse anche durante la stagione estiva, dominano le specie perenni della classe Littorelletea uniflorae, se invece esiste una fase estiva di emersione si affermano le entità annuali della classe Isoëto-Nanojuncetea. 21

26 Habitat 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p Lande secche europee 6110 * Formazioni erbose di detriti calcarei dell Alysso-Sedion albi 6210 * Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco -Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee) 6220 * Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile Descrizione Habitat con vegetazione macrofitica che comprende fitocenosi strutturalmente diverse. In primo luogo vi sono le comunità dominate da idrofite radicanti e sommerse (genere Potamogeton in particolare), delle quali solo gli apparati fiorali sono esposti sopra la superficie dell acqua; alternativamente sono invece costituite da comunità vegetali liberamente natanti, formate da idrofite la cui radicazione nel fondale è temporanea o inesistente L habitat presenta una vegetazione erbacea perenne paucispecifica formata da macrofite acquatiche a sviluppo prevalentemente subacqueo con apparati fiorali generalmente situati sopra il pelo dell acqua. In vegetazione esposta a corrente più veloce (Ranunculion fluitantis) gli apparati fogliari rimangono del tutto sommersi mentre in condizioni reofile meno spinte una parte delle foglie è portata a livello della superficie dell acqua (Callitricho-Batrachion). In virtù della specificità dell ambiente (acqua in movimento) la coltre vegetale formata può essere continua ma è più spesso suddivisa in ampie zolle delimitate dai filoni di corrente più veloce. Coltri vegetali costituite da specie erbacee annuali a rapido accrescimento che si insediano sui suoli alluviali, periodicamente inondati e ricchi di nitrati situati ai lati dei corsi d acqua, grandi fiumi e rivi minori. Il substrato è costituito da sabbie, limi o argille anche frammisti a uno scheletro ghiaioso. Lo sviluppo della vegetazione è legato alle fasi in cui il substrato dispone di una sufficiente disponibilità idrica, legata soprattutto al livello delle acque del fiume e in subordine alle precipitazioni, che quindi non deve venir meno fino al completamento del breve ciclo riproduttivo delle specie presenti. Formazioni dalla fisionomia molto variabile, perché possono presentarsi: sia come boschetti radi, con alberi bassi e dispersi, sia come arbusteti fitti, soprattutto di ginestre e di giovani alberi, quali betulla, pioppo tremulo e pino silvestre, sia come brughiere dominate dal brugo, sia come alte erbe caratterizzate dalla molinia, sia come erbe basse. Comunità monostratificate, con buona capacità di consolidamento del suolo. Crescono su detriti calcareo-dolomitici di piccola pezzatura, in corso iniziale di stabilizzazione ma ancora in parte mobili. Sono cenosi tipiche delle esposizioni calde e dei litosuoli molto aridi. La biodiversità vegetale è modesta, data la forte severità dell ambiente Questo habitat comprende prati e pascoli secchi diffusi dal piano planiziale a quello montano. Conseguentemente, lo strato erbaceo risulta molto sviluppato, con coperture generalmente comprese tra il 70 e il 100%. Può altresì essere presente o meno uno strato arbustivo, generalmente basso (non superiore a 1,75 m), che presenta coperture non superiori al 30-40%. Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni che ospitano al loro interno aspetti annuali (Helianthemetea guttati), dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso-Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell Italia peninsulare e delle isole, occasionalmente rinvenibili nei territori interni in corrispondenza di condizioni edafiche e microclimatiche particolari. Il tipo raggruppa comunità con struttura diversa, da completamente erbacea e monostratificata ad arbustiva e arborea con più strati di vegetazione, tutte disposte su un gradiente determinato dall acqua nel suolo. 22

27 Habitat 7220 *Sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion) 8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-veronicion dillen 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'europa centrale del Carpinion betuli 9190 Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur 9260 Foreste di Castanea sativa 91E0 *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno- Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 91F0 Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus e- xcelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) Descrizione Sono colonie di muschi di diverse specie, tra le quali prevale Cratoneuron commutatum. Talora sono anche presenti sparse specie vascolari degli ambienti umidi, come Pinguicola vulgaris e Saxifraga aizoides. In genere, la biodiversità specifica è bassa. Comunità costituite prevalentemente da briofite, da licheni e Crassulacee, occupanti substrati sottili su rocce silicee esposte a forte e prolungata insolazione. Boschi a quercia e carpino bianco tipici della pianura e del piano collinare. Generalmente gli strati più sviluppati sono quelli arboreo ed erbaceo, mentre gli strati arbustivi risultano variabili in relazione alla gestione del bosco; in ogni caso la loro copertura è sovente bassa. E sempre abbondante la presenza di geofite a fioritura primaverile. La flora di queste foreste ha una distribuzione geografica prevalentemente di tipo centro-europeo, europeo-occidentale e atlantico. Il sottobosco è dato da specie che necessitano di un ambiente fresco e ombroso. Questi boschi occupano prevalentemente i terrazzi fluvio-glaciali mendeliani compresi tra i cordoni morenici e l alta Pianura Padana, presenti nelle province di Milano e Varese, favoriti dal clima temperato-caldo, con abbondanti precipitazioni. Le abbondanti piogge e l intenso sfruttamento da parte dell uomo, hanno portato alla lisciviazione delle basi presenti nel terreno e hanno favorito la formazione di un suolo molto acido e povero di nutrienti Boschi acidofili ed oligotrofici dominati da castagno. L habitat include i boschi misti con abbondante castagno e i castagneti d impianto con sottobosco caratterizzato da una certa naturalità dei piani bioclimatici mesotemperato (o anche submediterraneo) e supratemperato su substrati da neutri ad acidi (ricchi in silice e silicati), profondi e freschi e talvolta su suoli di matrice carbonatica e decarbonatati per effetto delle precipitazioni. Si rinvengono sia lungo la catena alpina e prealpina sia lungo l Appennino. Si tratta di boschi ripari che si presentano fisionomicamente come ontanete a ontano nero (Alnus glutinosa), con o senza frassino maggiore (Fraxinus excelsior); ontanete a ontano bianco (Alnus incana) e saliceti arborei o arbustivi a salice bianco (Salix alba) e/o S. triandra. Le ontanete a ontano nero riparie mostrano uno strato arboreo sviluppato, con coperture comprese tra il 50 e il 90% e con individui alti mediamente m. Gli strati arbustivi presentano coperture variabili tra il 20 e il 60%, mentre lo strato erbaceo presenta coperture variabili tra il 30 e il 70% circa. Foreste miste, caratterizzate da una combinazione di più specie arboree; tra le più frequenti e costanti: farnia, olmo, pioppo bianco, pioppo nero, pioppo grigio, acero campestre, ciliegio selvatico, carpino bianco e orniello. La dominanza di una o più delle dette specie è determinata da più fattori: condizioni ecologiche naturali, soprattutto collegate con la profondità della falda freatica e la capacità di ritenzione idrica del substrato, stadio dinamico del bosco, interventi selvicolturali. In Tabella 3.10 sono riportate le distribuzioni degli habitat di interesse comunitario nei differenti siti provinciali appartenenti alla rete Natura

28 Tabella Habitat d interesse comunitario presenti nei SIC e ZPS in provincia di Pavia Tipo Codice Nome sito Habitat di interesse comunitario segnalati SIC IT Garzaia di Celpenchio 91E0 SIC IT Basso Corso e Sponde del Ticino 3130 / 3260 / 3270 / / 91E0 / 91F0 SIC IT Garzaia della Verminesca 91E0 SIC IT Palude Loja 3260 / 91E0 SIC IT Garzaia della Rinalda 91E0 SIC IT Garzaia di S. Alessandro 3150 / 3260 / 91E0 SIC IT Garzaia del Bosco Basso 3260 / 91E0 SIC IT Boschetto di Scaldasole 3260 / 9190 SIC IT Garzaia della Cascina Notizia 3150 / 3260 / 91E0 SIC IT Garzaia di Sartirana 91E0 / 91F0 SIC IT Abbazia Acqualunga 3260 / 91E0 SIC IT Garzaia di Gallia 91E0 SIC IT Garzaia della Cascina Portalupa 91E0 SIC IT Boschi Siro Negri e Moriano 3260 / 6210 / 8230 / 91E0 / 91F0 SIC IT San Massimo 91E0 SIC IT Boschi del Vignolo 91E0 / 91F0 SIC IT Boschi di Vaccarizza 3260 / 6430 / 91E0 SIC IT Garzaia della Roggia Torbida 91E0 SIC IT Monte Alpe 6210 / 7220 / 9260 SIC/ZPS IT Garzaia di Porta Chiossa 91E0 SIC/ZPS IT Garzaia della Carola 91E0 psic/zps IT Garzaia di Cascina Villarasca 3150 / 91E0 ZPS IT Boschi del Ticino 3130 / 3150 / 3260 / 3270 / 4030 / / 6220 / 6430 / 8230 / / 91E0 / 91F0 ZPS IT Risaie della Lomellina 3150 / 3260 / 91E0 / 91F0 ZPS IT Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po 3150 / 3260 / 3270 / 6430 / 91E0 ZPS IT Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po 3260 / 3270 / 91E0 ZPS IT Po di Pieve Porto Morone 3260 / 3270 / 91E0 Inoltre, nei siti provinciali sono presenti i seguenti habitat codificati Corine che, pur non segnalati dalla Direttiva 92/43/CEE, vengono inclusi dalla Regione Lombardia tra quelli di particolare rilevanza naturalistica: Cod. Corine Descrizione Vegetazione erbacea a grandi carici (Magnocaricion; Phragmition) Comunità idrofile ancorate sul fondo con foglie larghe a Nymphaea alba, Nuphar lutea Faggete neutrofile montane con Trochiscanthes e Geranium nodosum Foreste prealpine di Ostrya e Fraxinus ornus Formazioni igrofile a Salix cinerea 24

29 Tabella Habitat Corine di particolare rilevanza naturalistica per sito provinciale Codice sito Nome sito Cod. Corine IT Garzaia di Celpenchio IT Basso corso e sponde del Ticino / / IT Garzaia della Verminesca IT Palude Loja IT Garzaia della Rinalda IT Garzaia di Sant' Alessandro / IT Garzaia del Bosco Basso / IT Garzaia di Cascina Notizia / IT Garzaia di Sartirana / IT Garzaia di Abbazia Acqualunga / IT Garzaia di Gallia IT Garzaia della Cascina Portalupa / IT Boschi Siro Negri e Moriano / IT San Massimo / IT Boschi del Vignolo IT Garzaia di Porta Chossa / IT Garzaia della Carola IT Boschi di Vaccarizza / / IT Garzaia della Roggia Torbida IT Monte Alpe / IT Garzaia di Cascina Villarasca Fonte: Dati provinciali Infine, si evidenziano le vulnerabilità specifiche per ogni sito Natura 2000 della provincia di Pavia, cui sono correlate le necessità di intervento a fini conservativi, migliorativi o di controllo. Tabella Vulnerabilità e necessità specifiche di Conservazione/Miglioramento/Controllo Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati e la necessità di una periodica manutenzione; l'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipo- SIC IT Garzaia di Celpenchio logie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano quanto più contenuti. La vulnerabilità del sito è in parte legata alle sue dimensioni e alla forma allungata del fiume in questo tratto. Si segnala la necessità di regolamentare la frequentazione antropica (turismo, pesca, raccolta funghi), di mo- SIC IT Basso Corso e sponde del Ticino nitorare i fenomeni di interramento di lanche e fontanili, predisponendo interventi di manutenzione per assicurare la loro conservazione, e di contenere lo sviluppo di specie esotiche, non solo forestali, ma anche animali, quali per es. Myocastor coypus e varie specie di insetti alloctoni. Fondamentale il tema della qualità delle acque del fiume e della loro disponibilità (deflusso minimo vitale). 25

30 Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo Si sottolinea l'estrema fragilità degli habitat considerati dovuta all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo ed al progressivo interramento. Sono pertanto necessari periodici interventi di manutenzione ed il mante- SIC IT Garzaia della Verminesca nimento di un adeguato livello della falda idrica. Si evidenzia l'assoluta importanza di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Tra gli elementi di disturbo si segnala anche la presenza dell'infestante Solidago gigantea. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. SIC IT Palude Loja In alcune aree si segnala la presenza di specie invasive quali Robinia e Solidago gigantea. Si evidenzia la fragilità degli ambienti considerati e la necessità di una periodica manutenzione; l'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. E' pertanto necessario il mantenimento di un adeguato livello di umidità del suolo e dei naturali periodi di sommersione. Si suggerisce la rimozione dell'impianto artificiale di Taxodium e la sua sostituzione con essenze autoctone. Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno po- SIC IT Garzaia della Rinalda trebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. L'area necessita di periodici interventi di manutenzione e, in particolare, si sottolinea l'importanza di eseguire periodici spurghi nell'area del fontanile. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione ed al progressivo interramento delle zone umide. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio SIC IT Garzaia di S. Alessandro rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di eseguire interventi periodici di manutenzione e di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati e l'assenza di processi di rinnovamento spontaneo pertanto si evidenzia la necessità di una pe- SIC IT Garzaia del Bosco Basso riodica manutenzione sia a vantaggio delle componenti forestali, che per impedire l'interramento delle risorgive presenti. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Significativi elementi di disturbo consistono nella presenza massiccia di specie esotiche, negli attacchi fitopatologici di Tortrix viridiana e del fun- SIC IT Boschetto di Scaldasole go Armillariella mellea, nonché nelle azioni di danneggiamento delle radici ad opera di una colonia di Oryctolagus cuniculus. Tali fattori unitamente alle ormai ridottissime dimensioni del querceto ne porteranno alla scomparsa in breve tempo. Si evidenzia pertanto l'assoluta necessità di interventi mirati all'ampliamento ed al ripristino dell'habitat. 26

31 Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati e l'assenza di processi di rinnovamento spontaneo dell'alneto, pertanto si evidenzia la necessità SIC IT Garzaia della Cascina Notizia di una periodica manutenzione. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di superfici a canneto. Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione ed al progressivo interramento delle zone umide. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio SIC IT Garzaia di Sartirana rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di eseguire interventi periodici di manutenzione e di conservare e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione ed al progressivo interramento delle zone umide. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un se- SIC IT Abbazia Acqualunga rio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di eseguire interventi periodici di gestione e di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Il sito risulta particolarmente vulnerabile sia per l'assenza di fenomeni di rinnovamento naturale dell'alneto, sia per il disturbo causato dalle attività antropiche che si svolgono nell'area tanto più significativo in quanto è assai ridotta la superficie a vegetazione naturale. L'abbassa- SIC IT Garzaia di Gallia mento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Tra gli elementi di disturbo si segnala anche la presenza dell'infestante Solidago gigantea. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Si sottolinea l'estrema fragilità degli habitat considerati dovuta all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo ed al progressivo interra- SIC IT Garzaia della Cascina Portalupa mento. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Pertanto si evidenzia la necessità di una periodica manutenzione sia a vantaggio degli elementi forestali che per impedire l'interramento delle risorgive presenti. 27

32 Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo L'area si colloca in un contesto generale di intensa antropizzazione e sfruttamento agricolo. Si segnala la presenza di infrastrutture che hanno un impatto negativo sulla frammentazione degli habitat. Altri elementi di rischio sono connessi all'interramento delle lanche ed all'isolamento dal fiume dei corsi d'acqua tributari con conseguente perdita della funzione di luogo di riproduzione per numerose specie di fauna ittica. Tali SIC IT Boschi Siro Negri e Moriano situazioni, mediante interventi di ripristino possono tuttavia essere facilmente recuperate. Si evidenzia inoltre la necessità di regolamentare la frequentazione antropica (turismo, pesca, raccolta funghi) e di contenere lo sviluppo di specie esotiche animali e vegetali. Si segnala anche la necessità di compiere interventi di rimboschimento per rendere continue le masse boschive e potere creare corridoi atti alla dispersione delle popolazioni. La futura realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Genova rappresenterà, sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio, un importante fattore d'impatto sulle cenosi terrestri e acquatiche. SIC IT San Massimo Si segnala la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. SIC IT Boschi del Vignolo Si evidenzia la necessità di procedere ad interventi di riqualificazione dei boschi e di manutenzione e ripristino dei fontanili. La rimozione di banchi di sabbia ha causato consistenti modifiche dell'as- SIC IT Boschi di Vaccarizza setto idrogeologico del fiume Po. Un'importante fonte di rischio è la frequentazione antropica, che ha causato negli anni passati l'abbandono di una garzaia da parte di tutte le specie di ardeidi. E' presente inoltre uno scarico fognario che si immette nella lanca Chiappo. Sull'area si sta da anni verificando un processo di progressivo prosciugamento del terreno sia per mancanza di apporti idrici diretti, che per progressivo abbassamento della falda. Gli habitat presenti stanno per- SIC IT Garzaia della Roggia Torbida tanto evolvendo verso stadi successivi non più idonei alla nidificazione degli Ardeidi. Altri elementi di vulnerabilità sono da individuare nella scarsa qualità delle acque dell'unica roggia presente, nelle ridotte dimensioni e nella presenza di barriere sia naturali sia artificiali che isolano il sito. SIC IT Monte Alpe I principali elementi di disturbo che insistono sul sito consistono nella presenza di specie esotiche (Pseudotsuga douglasii) e di residui dell'impianto artificiale di Pinus nigra con possibile infestazione di processionaria del pino. Da tenere sotto stretto controllo è il rischio di incendio e, nelle aree già colpite nell'incendio del 1990, il pericolo di dilavamento del terreno. Si sottolinea la fragilità dei sistemi descritti e la necessità di una adeguata gestione forestale e di periodici interventi di manutenzione. In particolare elemento di preoccupazione è il delicato equilibrio degli ecosistemi pre- SIC ZPS IT Garzaia di Porta Chiossa senti che necessitano innanzitutto del mantenimento di un adeguato livello della falda acquifera. Il recente abbassamento della falda infatti ha creato condizioni del suolo tali da impedire il rinnovo spontaneo dell Ontano, è necessario quindi intervenire periodicamente per assicurare il mantenimento delle condizioni di idoneità per la nidificazione degli Ardeidi. 28

33 Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo Si sottolinea la fragilità dei sistemi descritti e la necessità di una adeguata gestione forestale e di periodici interventi di manutenzione. In particolare, data l'assenza di processi di rinnovamento spontaneo, dell'ontaneto è necessario intervenire periodicamente per assicurare il mantenimento delle condizioni di idoneità per la nidificazione degli Ardeidi. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno SIC ZPS IT Garzaia della Carola potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Gli interventi di rimboschimento volti alla creazione di aree ad ontano misto ad altre essenze autoctone sono riusciti solo parzialmente. A causa del progressivo abbassamento del livello della falda, circa il 50% degli ontani piantati sono morti modificando densità e composizione dell'intervento di forestazione previsto. Si segnala la penetrazione di Sicyos angulatus che ha compromesso parte del nucleo boscato. Si sottolinea l'estrema fragilità degli habitat considerati dovuta all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo ed al progressivo interramento. SIC ZPS IT Garzaia di Cascina Villarasca Pertanto si evidenzia la necessità di una periodica manutenzione sia a vantaggio degli elementi forestali che per impedire l'interramento della risorgiva presente. Si segnala inoltre la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Le aree risentono di una elevata pressione antropica, in particolare sotto ZPS IT Boschi del Ticino forma di escursionismo, a causa del contesto geografico in cui si trova immersa (una delle aree a maggior densità di popolazione dell'intera U- nione Europea). Gli elementi di criticità sono molteplici e differenziati a seconda delle aree. Un problema di fondo è la necessità di manutenzione per ecosi- ZPS IT Risaie della Lomellina stemi dal fragile equilibrio come quelli qui rappresentati. A questo proposito importanti sono la costanza di livello della falda acquifera, l'utilizzo delle migliori pratiche colturali ed una corretta gestione delle aree boscate. Il territorio è caratterizzato da una elevata pressione antropica, che come primo effetto può provocare l alterazione dei meccanismi di libera evoluzione dei corsi d acqua, causando la progressiva scomparsa di lan- ZPS IT Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po che e zone umide entro le golene e la riduzione delle fasce di vegetazione arborea e arbustiva ripariale. Altre minacce causate dalla pressione antropica derivano dall intensificazione delle attività agricole ed e- strattive, dall inquinamento delle acque, dall abusivismo edilizio. Si segnala inoltre la diffusione di Myocastor coypus che produce notevoli danni, in particolare all avifauna che nidifica tra la vegetazione acquatica. Il territorio è caratterizzato da una elevata pressione antropica, che come primo effetto può provocare l alterazione dei meccanismi di libera evoluzione dei corsi d acqua, causando la progressiva scomparsa di lan- ZPS IT Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po che e zone umide entro le golene e la riduzione delle fasce di vegetazione arborea e arbustiva ripariale. Altre minacce causate dalla pressione antropica derivano dall intensificazione delle attività agricole ed e- strattive, dall inquinamento delle acque, dall abusivismo edilizio. Si segnala inoltre la diffusione di Myocastor coypus che produce notevoli danni, in particolare all avifauna che nidifica tra la vegetazione acquatica. 29

34 Tipo Codice Nome sito Principali Vulnerabilità e necessità di Conservazione/Miglioramento/Controllo Il territorio è caratterizzato da una elevata pressione antropica, che come primo effetto può provocare l alterazione dei meccanismi di libera evoluzione dei corsi d acqua, causando la progressiva scomparsa di lanche e ZPS IT Po di Pieve Porto Morone zone umide entro le golene e la riduzione delle fasce di vegetazione arborea e arbustiva ripariale. Altre minacce causate dalla pressione antropica derivano dall intensificazione delle attività agricole ed estrattive, dall inquinamento delle acque, dall abusivismo edilizio. Si segnala inoltre la diffusione di Myocastor coypus che produce notevoli danni, in particolare all avifauna che nidifica tra la vegetazione acquatica Le Misure di conservazione per le ZPS La d.g.r. 8 aprile n. 8/9275 (Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del d.p.r. 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 Modificazioni alla d.g.r. n. 7884/2008) indica le misure di conservazione per le Z.P.S. Lombarde e ne individua la rispettiva tipologia ambientale. Fra le misure da applicarsi a tutte le tipologie di ZPS lombarde (All. A) quelle con maggiore attinenza alla proposta progettuale sono le seguenti: DIVIETI, OBBLIGHI E ULTERIORI DISPOSIZIONI PER TUTTE LE TIPOLOGIE DI ZPS DEL TERRITORIO LOMBARDO (Allegato A) Divieti i) distruzione o danneggiamento intenzionale di nidi e ricoveri di uccelli; o) eliminazione degli elementi naturali e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica individuati dalla regione o dalle amministrazioni provinciali; Attività da promuovere e incentivare c) l informazione e la sensibilizzazione della popolazione locale e dei maggiori fruitori del territorio sulla rete Natura 2000; d) l agricoltura biologica e integrata con riferimento ai Programmi di Sviluppo Rurale; f) il ripristino di habitat naturali quali ad esempio zone umide, temporanee e permanenti, e prati tramite la messa a riposo dei seminativi; CODICE ZPS IT IT IT CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA DELLE ZPS LOMBARDE (Allegato B) ENTE GESTORE AREA TIPOLOGIA COMUNI NOME ZPS ZPS PROTETTA AMBIENTALE INTERESSATI Riserva Zone umide San Genesio ed Garzaia di Naturale Ambienti agricoli Uniti, Sant Alessio con Vialone Porta Chiossa Regionale Risaie Riserva Zone umide Garzaia San Genesio ed Naturale Ambienti agricoli della Carola Uniti Regionale Risaie Garzaia di Zone umide Monumento Cascina Ambienti agricoli Rognano Naturale Villarasca Risaie 30

35 CODICE ZPS NOME ZPS ENTE GESTORE ZPS AREA PROTETTA TIPOLOGIA AMBIENTALE COMUNI INTERESSATI Bereguardo, Borgo San Siro, Carbonara al Ticino, Cassolnovo, Gambolo`, IT IT Boschi del Ticino Risaie della Lomellina Consorzio Parco del Ticino Parco Regionale Valle del Ticino M.N. Garzaia di Celpenchio, M.N Garzaia della Verminesca, R.N. Palude Loja, M.N. Garzaia della Cascina Notizia, M.N. Garzaia di Sartirana, R.N. Abbazia Acqualunga, R.N. Garzaia Bosco Basso, R.N. Garzaia Cascina Isola, R.N. Garzaia Villa Biscossi Ambienti fluviali Ambienti agricoli Risaie Ambienti agricoli Garlasco Gropello Cairoli, Linarolo, Mezzanino, Pavia, San Martino Siccomario, Travacò Siccomario, Torre d Isola, Valle Salimbene, Vigevano, Zerbolò Candia Breme, Lomellina, Castello d agogna, Castelnovetto, Ceretto Lomellina, Cozzo, Frascarolo, Gambarana, Langosco, Lomello, Mede, Pieve del Cairo, Rosasco, Sant Angelo Lomellina, Sartirana Lomellina, Semiana, Suardi, Torreberetti e Castellaro, Valle Lomellina, Velezzo Lomellina, Villa Biscossi, Zeme Albaredo IT Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po Ambienti fluviali Arnaboldi, Arena Po, Belgioioso, Portalbera, San Cipriano Po, San Zenone Po, Spessa, Zerbo Po di Monti- IT celli Pavese e Chignolo Po Ambienti fluviali Monticelli Pavese, Chignolo Po IT Po di Pieve Porto Morone Ambienti fluviali Pieve Porto Morone 31

36 DIVIETI, OBBLIGHI, REGOLAMENTAZIONI E ULTERIORI DISPOSIZIONI PER CIASCUNA TIPOLOGIA AMBIENTALE ( Allegato C) Tipologia AMBIENTI FLUVIALI Divieti è vietata la captazione idrica nella stagione riproduttiva delle specie ornitiche caratteristiche della tipologia ambientale, ai sensi del d.m. 17 ottobre 2007 n. 184, fatto salvo autorizzazione dell ente gestore, dalle zone umide perifluviali che ospitano specie caratteristiche della tipologia ambientale o habitat di interesse comunitario; è vietata la realizzazione di nuove infrastrutture che prevedano la modifica dell ambiente fluviale e del regime i- drico, ad esclusione delle opere idrauliche finalizzate alla difesa del suolo; è vietata l immissione o il ripopolamento con specie alloctone; è vietato il taglio di pioppeti occupati da garzaie nel periodo di nidificazione; è vietata l irrorazione aerea; nelle aree umide e nei canneti sono vietati le attività di taglio e i lavori di ordinaria gestione nel periodo dall 1 marzo al 10 agosto; è vietata la distruzione dei formicai. Obblighi nelle aree del demanio idrico fluviale e pertinenze idrauliche e demaniali, oggetto di concessione rilasciata successivamente all entrata in vigore della presente deliberazione, l impianto e il reimpianto di pioppeti può essere effettuato nella misura massima dell 85% della superficie al netto dei boschi preesistenti e delle emergenze naturali il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo su una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali Ulteriori disposizioni I piani di gestione devono: perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentando l urbanizzazione, l antropizzazione e la realizzazione di infrastrutture, nelle aree di pregio naturalistico; perseguire un attenta conservazione di tutte le zone umide, prestando particolare attenzione ai canneti in acqua e in asciutta o periodicamente sommersi, alle anse fluviali con corrente più debole protette dal disturbo, alle rive non accessibili via terra e alle lanche fluviali. La conservazione di queste aree si realizza attraverso il divieto di trasformazioni ambientali, bonifiche, mutamenti di destinazione d uso del suolo, attraverso il ripristino e la creazione di ambienti umidi naturali e attraverso la creazione e la tutela di aree cuscinetto. L eventuale gestione dei canneti attraverso pirodiserbo deve essere sottoposta a valutazione di incidenza e in ogni caso effettuata su superfici limitate e a rotazione; perseguire, a fini faunistici: l incremento di essenze da frutto selvatiche; la conservazione del sottobosco e dello strato arbustivo; la conservazione in generale delle essenze autoctone, non solo baccifere, anche attraverso progetti di sostituzione delle formazioni a prevalenza di essenze non autoctone; prevedere attività di educazione, informazione e incentivazione per limitare, nelle pratiche agricole, l utilizzo di pesticidi, formulati tossici, diserbanti, concimi chimici, favorendo l agricoltura biologica e integrata e la certificazione ambientale. Attività da favorire: la conservazione delle essenze autoctone, non solo baccifere, anche attraverso progetti di sostituzione delle formazioni a prevalenza di essenze non autoctone, come Robinia pseudoacacia, Ailanthus altissima e Prunus serotina; la messa a riposo a lungo termine dei seminativi, nonché conversione dei terreni da pioppeto in boschi di latifoglie autoctone o in praterie sfalciabili, per ampliare biotopi relitti e per creare zone umide gestite per scopi ambientali all interno delle golene; la creazione e mantenimento di fasce tampone a vegetazione erbacea (spontanea o seminata) o arboreo-arbustiva di una certa ampiezza tra le zone coltivate e le zone umide; la riduzione dei nitrati immessi nelle acque superficiali nell ambito di attività agricole; la rinaturalizzazione dei corsi d acqua; la realizzazione di sistemi per la fitodepurazione; la riduzione del carico e dei periodi di pascolo nelle aree golenali; la gestione periodica degli ambiti di canneto, da realizzarsi solamente al di fuori del periodo riproduttivo dell avifauna, con sfalci finalizzati alla diversificazione strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento di specchi d acqua liberi, favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso; misure di conservazione attiva di prati, con una particolare attenzione ai prati umidi; il periodo di sfalcio va posticipato oltre il periodo di nidificazione delle specie prative; l adozione, attraverso il meccanismo della certificazione ambientale, di pratiche ecocompatibili nella pioppicoltura, tra cui il mantenimento della vegetazione erbacea durante gli stadi avanzati di crescita del pioppeto, il mantenimento di strisce non fresate anche durante le lavorazioni nei primi anni di impianto, il mantenimento di piccoli nuclei di alberi morti, annosi o deperienti. 32

37 Tipologia: ZONE UMIDE Divieti è vietata la bonifica idraulica delle zone umide naturali; nelle aree umide e nei canneti sono vietati le attività di taglio e i lavori di ordinaria gestione nel periodo dall 1 marzo al 10 agosto; è vietata la captazione idrica nella stagione riproduttiva delle specie ornitiche caratteristiche della tipologia ambientale, ai sensi del d.m. 17 ottobre 2007 n. 184, fatto salvo autorizzazione dell ente gestore, dalle zone umide che ospitano specie caratteristiche della tipologia ambientale o habitat di interesse Comunitario; è vietata l immissione o il ripopolamento con specie alloctone; è vietata la pesca con nasse e trappole, come già previsto dalla normativa regionale di settore. Obblighi il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo su una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali; il trattamento delle acque reflue dei bacini di ittiocoltura intensiva o semi intensiva deve perseguire gli indirizzi per la tutela delle caratteristiche qualitative e quantitative delle acque definiti dalla normativa regionale di settore. Ulteriori disposizioni I piani di gestione devono: perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentando l urbanizzazione, l antropizzazione e la realizzazione di infrastrutture, nelle aree di pregio naturalistico; perseguire un attenta conservazione di tutte le zone umide, prestando particolare attenzione ai canneti in acqua e in asciutta o periodicamente sommersi, alle anse fluviali con corrente più debole protette dal disturbo, alle rive non accessibili via terra e alle lanche fluviali. La conservazione di queste aree si realizza attraverso il divieto di trasformazioni ambientali, bonifiche, mutamenti di destinazione d uso del suolo, attraverso il ripristino e la creazione di ambienti umidi naturali e attraverso la creazione e la tutela di aree cuscinetto; prevedere il monitoraggio del livello idrico delle zone umide, in particolar modo durante la stagione riproduttiva delle specie ornitiche presenti, al fine di evitare eccessivi sbalzi del medesimo; Attività da favorire: la riduzione dei nitrati immessi nelle acque superficiali nell ambito di attività agricole; la messa a riposo a lungo termine dei seminativi, nonché la conversione dei terreni da pioppeto in boschi di latifoglie autoctone o in praterie sfalciabili o per creare zone umide o per ampliare biotopi relitti e gestiti per scopi ambientali nelle aree contigue a lagune costiere, valli, torbiere e laghi; il mantenimento e coltivazione ecocompatibile delle risaie nelle aree adiacenti le zone umide; la creazione e mantenimento di fasce tampone a vegetazione erbacea (spontanea o seminata) o arboreo-arbustiva di una certa ampiezza tra le zone coltivate e le zone umide; la creazione di zone a diversa profondità d acqua con argini e rive a ridotta pendenza; il mantenimento ovvero ripristino del profilo irregolare (con insenature e anfratti) dei contorni della zona umida; il mantenimento ovvero ripristino della vegetazione sommersa, natante ed emersa e dei terreni circostanti l area umida; la creazione di isole e zone affioranti idonee alla nidificazione in aree dove questi elementi scarseggiano a causa di processi di erosione, subsidenza, mantenimento di alti livelli dell acqua in primavera; la realizzazione di sistemi per la fitodepurazione; la gestione periodica degli ambiti di canneto, da realizzarsi esclusivamente al di fuori del periodo di riproduzione dell avifauna, con sfalci finalizzati alla diversificazione strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento di specchi d acqua liberi, favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso; il ripristino di prati stabili, zone umide temporanee o permanenti, ampliamento di biotopi relitti gestiti per scopi esclusivamente ambientali, in particolare nelle aree contigue a lagune costiere, valli, torbiere, laghi tramite la messa a riposo dei seminativi; misure di conservazione attiva di prati, con una particolare attenzione ai prati umidi; il periodo di sfalcio va posticipato oltre il periodo di nidificazione delle specie prative; colture a basso consumo idrico e individuazione di fonti di approvvigionamento idrico, tra cui reflui depurati per tamponare le situazioni di stress idrico estivo; l adozione, attraverso il meccanismo della certificazione ambientale, di pratiche ecocompatibili nella pioppicoltura, tra cui il mantenimento della vegetazione erbacea durante gli stadi avanzati di crescita del pioppeto, il mantenimento di strisce non fresate anche durante le lavorazioni nei primi anni di impianto, il mantenimento di piccoli nuclei di alberi morti, annosi o deperienti; metodi di agricoltura biologica. 33

38 Tipologia: RISAIE Obblighi nelle aree del demanio idrico fluviale e pertinenze idrauliche e demaniali, oggetto di concessione rilasciata successivamente all entrata in vigore della presente deliberazione, l impianto e il reimpianto di pioppeti può essere effettuato nella misura massima dell 85% della superficie al netto dei boschi preesistenti e delle emergenze naturali il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo su una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali Ulteriori disposizioni I Piani di gestione devono: perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentando l urbanizzazione, l antropizzazione e la realizzazione di infrastrutture, nelle aree di pregio naturalistico; regolamentare la captazione idrica nel periodo estivo dalle zone umide di pregio, che può causare l abbassamento eccessivo del livello dell acqua e la contemporanea concentrazione di sostanze inquinanti o eutrofizzanti negli specchi d acqua; prevedere e attuare il controllo e il contenimento di specie predatrici invasive (tra le quali molti pesci alloctoni e le testuggini americane appartenenti al genere Trachemys), di altre specie alloctone invasive (Myocastor coypus), di specie vegetali infestanti alloctone; prevedere attività di educazione, informazione e incentivazione per limitare, nelle pratiche agricole, l utilizzo di pesticidi, formulati tossici, diserbanti, concimi chimici, favorendo l agricoltura biologica e integrata e la certificazione ambientale. Attività da favorire: nelle aree in cui il livello idrico è soggetto a regimentazione, il mantenimento di una quantità d acqua costante o comunque sufficiente a garantire condizioni favorevoli e costanti durante il periodo di nidificazione; la conservazione ed eventualmente il ripristino delle marcite; misure di conservazione attiva di prati, con una particolare attenzione ai prati umidi, con periodo di sfalcio posticipato oltre il periodo di nidificazione delle specie prative; la riduzione e controllo delle sostanze inquinanti di origine agricola; il mantenimento dell acqua nelle risaie nel periodo autunnale ed invernale; la messa a riposo a lungo termine dei seminativi per creare zone umide, sia temporanee che permanenti, e prati arbustati gestiti esclusivamente per la flora e la fauna selvatica, in particolare nelle aree contigue alle risaie Tipologia: AMBIENTI AGRICOLI Obblighi il taglio della vegetazione spondale della rete irrigua deve essere effettuato solo su una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali. Ulteriori disposizioni I Piani di gestione devono: perseguire la conservazione delle aree aperte, anche incolte, e agricole, regolamentando l urbanizzazione, l antropizzazione e la realizzazione di infrastrutture, nelle aree di pregio naturalistico; regolamentare all utilizzo di diserbanti per il controllo della vegetazione della rete idraulica artificiale; regolamentare l utilizzazione e limitare l uso di fanghi di depurazione Attività da favorire: la messa a riposo a lungo termine dei seminativi per creare zone umide (temporanee e permanenti) e prati arbustati gestiti esclusivamente per la flora e la fauna selvatica, in particolare nelle aree contigue alle zone umide e il mantenimento (tramite corresponsione di premi ovvero indennità) dei terreni precedentemente ritirati dalla produzione dopo la scadenza del periodo di impegno; il mantenimento ovvero ripristino di elementi di interesse ecologico e paesaggistico tra cui siepi, frangivento, arbusti, boschetti, residui di sistemazioni agricole, vecchi frutteti e vigneti, maceri, laghetti; il mantenimento ovvero creazione di margini o bordi dei campi, quanto più ampi possibile, lasciati incolti, mantenuti a prato, o con essenze arboree e arbustive non trattati con principi chimici e sfalciati fuori dal periodo compreso tra l 1 marzo e il 31 agosto;. metodi di agricoltura biologica e integrata; la conservazione delle essenze autoctone, non solo baccifere, anche attraverso progetti di sostituzione delle formazioni a prevalenza di essenze non autoctone, come Ailanthus altissima e Prunus serotina. 34

39 4 IL PIANO ITTICO DELLA PROVINCIA DI PAVIA 4.1 I contenuti del piano Ittico ai sensi della l.r. 31/2008 Il Piano Ittico Provinciale deve essere redatto ai sensi della Legge Regionale 5 dicembre 2008 n. 31, Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale e della D.G.R. 11 febbraio 2005 VII/20557 Documento Tecnico Regionale per la gestione ittica nelle acque della Regione Lombardia. La L.R. 31/2008, all art. 138, prevede che il Piano Ittico Provinciale contenga: - la proposta della classificazione delle acque ai sensi dell art. 10 della Legge stessa; - l indicazione dei diritti esclusivi di pesca, dei diritti demaniali esclusivi di pesca e degli usi civici; - le espropriazioni e le convenzioni riguardanti i diritti esclusivi di pesca; - l utilizzazione dei diritti demaniali esclusivi di pesca; - le concessioni in atto di pescicoltura e acquacoltura; - le zone, destinate alla protezione, al ripopolamento ed alla tutela ittica; - i tratti di acque non gravate da diritti esclusivi di pesca nei quali si possono svolgere gare e manifestazioni di pesca; - i ripopolamenti di fauna ittica; - i tratti di acque pubbliche dove inibire o limitare la navigazione a motore; - i tratti lacuali dove può essere consentita la pesca subacquea; - i tratti lacuali dove è consentita la pesca a riva con reti professionali; - i tratti di acque pubbliche dove si svolge la pesca a mosca con coda di topo; - l organizzazione della vigilanza a tempo pieno per la pesca; - la previsione dei mezzi finanziari per la gestione del piano. Inoltre il Piano deve corrispondere ai criteri definiti dal Documento Tecnico Regionale (D.G.R. n. 7/20557), che tra l altro prevede la categorizzazione delle acque, da distinguersi in: 1. acque di interesse ittico, a loro volta suddivise in: a. acque di pregio ittico b. acque di pregio ittico potenziale c. acque di interesse pescatorio 2. acque che non rivestono particolare interesse ittico. Il Documento Tecnico dispone inoltre che venga indicato per ciascun corpo idrico di interesse ittico o suo tratto omogeneo: - la vocazione ittica attuale e potenziale; - gli obiettivi specifici perseguiti dal Piano in funzione della categoria di appartenenza del corpo idrico di interesse ittico, ed in particolare: - le azioni di salvaguardia o riqualificazione ambientale opportune o necessarie per il conseguimento degli specifici obiettivi di piano; - le azioni di gestione faunistica opportune o necessarie per il conseguimento degli specifici obiettivi di piano; - l individuazione delle eventuali opere idrauliche trasversali ritenute causa di squilibrio ecologico; - i tempi e le modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per il complesso del reticolo idrografico di competenza è previsto siano definiti: - i criteri per l istituzione delle zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica; dei tratti lacuali dove consentire la pesca subacquea; per la concessione di acque a scopo di pescicoltura, acquacoltura o gestione particolare della pesca; per l istituzione di tratti di acqua da destinare in via esclusiva alla pesca a mosca con coda di topo con la tecnica prendi e rilascia ; per l istituzione di tratti di acque da destinare allo svolgimento delle gare e manifestazioni di pesca; 35

40 - le particolari regolamentazioni di tratti di corpi d acqua che permettono il raggiungimento di finalità di miglioramento, incremento o difesa della fauna ittica nonché di un coordinato svolgimento della pesca professionale e del controllo del prelievo; - i criteri per la programmazione dei ripopolamenti di fauna ittica e l elenco delle specie ittiche immettibili. Ai fini di verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati le Province devono quindi programmare - la verifica dell efficacia dei ripopolamenti; - la verifica dell efficacia dei diversi istituti rispetto agli obiettivi di pianificazione; - la verifica dell efficacia degli interventi di miglioramento ambientale realizzati (es. substrati artificiali per la riproduzione) o autorizzati (es. passaggi artificiali per pesci); - la raccolta organizzata dei dati del pescato della pesca professionale; - l auspicio dell introduzione di un apposito tesserino personale per la registrazione delle catture in tutte le acque popolate da fauna ittica di pregio; - l evoluzione numerica nel tempo dei pescatori in provincia 4.2 Gli obiettivi Gli obiettivi del Piano ittico provinciale si differenziano in obiettivi di ordine conservazionistico ed obiettivi tesi al soddisfacimento delle esigenze espresse dal mondo della pesca e alla valorizzazione del relativo indotto. I primi mirano alla salvaguardia del nutrito numero di specie ittiche minacciate o vulnerabili; i secondi sono finalizzati ad assicurare un esercizio della pesca diffuso e gratificante, sia sotto il profilo qualitativo sia dal punto di vista quantitativo, oltre che a favorire la frequentazione compatibile degli spazi rurali e delle aree a vocazione turistica. In particolare, si riporta dal Documento Tecnico Regionale che per i corpi idrici di interesse ittico gli obiettivi specifici perseguiti dal Piano sono così differenziati in funzione della categorizzazione dei corpi idrici stessi: per le acque di pregio ittico, la tutela delle comunità residenti, con particolare attenzione alle eventuali specie di interesse conservazionistico, nonché il mantenimento delle forme di pesca dilettantistica o professionale non interferenti; per le acque di pregio ittico potenziale, il ripristino dell idoneità a sostenere comunità ittiche equilibrate ed autoriproducentesi e/o specie di interesse conservazionistico, nonché il mantenimento delle forme di pesca dilettantistica o professionale non interferenti; per le acque di interesse pescatorio, il mantenimento o il ripristino di condizioni di idoneità ad un soddisfacente esercizio della pesca dilettantistica o professionale. Riguardo alle acque di pregio ittico attuale e potenziale è evidente che gli obiettivi di piano non sono praticabili in assenza di apprezzabili risultati sotto il profilo della qualità ambientale, mentre per tutte e tre le tipologie di corpi idrici di interesse appare imprescindibile anche il governo delle gravi interferenze causate da un eccessiva presenza di uccelli ittiofagi e di pesci esotici. Ad integrazione degli obiettivi direttamente derivati dal Documento Tecnico Regionale si individua quale ulteriore finalità di interesse locale la promozione dell accessibilità e della fruibilità dei corpi idrici, condizioni indispensabili tanto per la pesca quanto per una pluralità di altri impieghi del tempo libero. La declinazione degli obiettivi perseguiti per ciascun corpo idrico di interesse ittico andrà riportata nella specifica parte di dettaglio delle previsioni di piano. Si evidenzia che l ambiziosità di gran parte degli esiti attesi non consente la definizione di precisi orizzonti temporali di riferimento e che quindi il ruolo attribuito alla prevalenza degli obiettivi è sostanzialmente tendenziale. 36

41 4.3 Il sistema idrico considerato nel piano ittico Per la gran parte delle acque pavesi di interesse gli aspetti ambientali hanno un ruolo centrale, pertanto costituiscono buona parte dell interesse del piano ittico sia attraverso la ricerca dell integrazione della pianificazione ittica con quella più generale della tutela elle acque sia con la previsione di azioni normative e tecniche mirate ad affrontare e risolvere specifiche criticità. A tale fine il Piano Ittico ha proceduto al riconoscimento di categorie differenti di corpi idrici (Tabella 4.1) in funzione degli obiettivi perseguiti per la tutela dell ittiofauna e della pesca differenziando strategie di governo rispetto alle categorie stabilite. Nell enorme numero di corsi d acqua di superficie il Piano ittico ha condotto un attenta scelta di quelli di effettivo interesse (Figura 4.1). Figura 4.1 acque di interesse del piano e reticolo superficiale 37

42 Tabella 4.1- la categorizzazione dei corpi idrici effettuata dal Piano Ittico Acque di interesse ittico Acque di pregio ittico Acque di pregio ittico potenziale Acque di interesse pescatorio Sono costituite da corpi idrici naturali, o loro tratti omogenei e dagli eventuali sistemi funzionalmente connessi; sono caratterizzate dalle buone condizioni ecologiche e sostengono popolazioni di specie ittiche di interesse conservazionistico o comunità ittiche equilibrate ed autoriproducentesi. Sono costituite da corpi idrici naturali o paranaturali, o loro tratti omogenei e degli eventuali sistemi funzionalmente connessi; possono potenzialmente sostenere popolazioni di specie ittiche di interesse conservazionistico o comunità ittiche equilibrate ed autoriproducentesi. Risultano attualmente penalizzate dalla presenza di alterazioni ambientali mitigabili o rimovibili. Sono costituite preferibilmente da corpi idrici naturali o paranaturali, anche artificializzati, o loro tratti omogenei e degli e- ventuali sistemi funzionalmente connessi - tutela di specie ittiche di interesse conservazionistico o comunità ittiche equilibrate ed autoriproducentesi; - salvaguardia della funzionalità degli habitat e il suo eventuale potenziamento; - Interventi diretti sull ittiofauna, sull avifauna ittiofaga e la disciplina della pesca tendono prioritariamente ad assicurare la protezione delle specie sensibili eventualmente presenti evitando tuttavia regolamentazioni che possano penalizzare attività a ridotta interferenza. - Consolidamento dei valori ecologici residui e il ripristino di una adeguata funzionalità degli habitat; - Interventi diretti sull ittiofauna, sull avifauna ittiofaga e la disciplina della pesca tendono prioritariamente ad assicurare la protezione delle specie sensibili eventualmente presenti e la strutturazione delle loro popolazioni, evitando tuttavia regolamentazioni che possano penalizzare attività a ridotta interferenza. - La tutela e l incremento del loro popolamento ittico attuale o potenziale sono prevalentemente finalizzati al soddisfacimento di interessi settoriali legati legati all esercizio della pesca dilettantistica e professionale e alla valorizzazione del relativo indotto; - su tali acque la pianificazione ittica prevede le forme di tutela strettamente funzionali al perseguimento degli specifici obiettivi; - Interventi diretti sull ittiofauna, sull avifauna ittiofaga e la disciplina della pesca tendono prioritariamente al miglior soddisfacimento delle esigenze espresse dal mondo pescatorio e alla valorizzazione delle eventuali vocazioni turistiche e fruitive dei territori interessati. Acque che non rivestono particolare interesse ittico Corrispondono a tutte le acque non ricomprese nella precedente categoria, sono la prevalenza dei corpi idrici provinciali. - Sono fatte salve le norme generali in materia di tutela ambientale ed ecologica; - la pianificazione ittica non prevede particolari condizionamenti della pesca e delle attività connesse agli altri usi, con particolare riferimento a quelli civili, industriali, irrigui e ricreativi. 38

43 Il Piano Ittico ha individuato i seguenti corpi idrici di interesse ittico. Tabella i corsi d'acqua d'interesse ittico individuati dal Piano, con evidenziazione di quelli totalmente o parzialmente ricompresi in siti della Rete natura 2000 Corpo idrico Tipologia Comprensorio Categoria Fiume Po Fiume Provinciale pregio potenziale Fiume Trebbia Torrente appenninico Oltrepo pregio ittico Torrente Avagnone* Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Rio Castelletto Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Tidone* Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Morcione Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Versa Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Staffora** Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Fosso Marchino Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Aronchio Torrente Appenninico Oltrepo pregio potenziale Rio Fondega Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Rio La Vallata Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Fosso del Collegio Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Fosso Maiolo Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Reganzo Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Lella* Torrente Appenninico Oltrepo pregio potenziale Rio Lazzuola* Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Rio Spizzirò* Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Crenna* Rio appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Nizza* Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Ardivestra* Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Torrente Scrivia Torrente appenninico Oltrepo pregio potenziale Fiume Sesia Fiume Lomellina pregio potenziale Cavo Crocettone Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Roggia Cona Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Roggia di Valle e Scaricatore Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Canale di Breme Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Sesia Morta Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Canale Morabiano Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Lanca Concordia Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Canale Tassera Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Canale San Michele Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Lanca del Molino Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Canale Riadino Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Roggia Poella Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Torrente Agogna Fiume Lomellina pregio potenziale Cavo Solero Basso Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Torrente Arbogna-Erbognone Fiume Lomellina pregio potenziale Cavo Plezza Rete artificiale Lomellina interesse pescatorio Colatore Ariazzolo Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Torrente Terdoppio Fiume Lomellina pregio potenziale Torrente Refreddo Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Roggia Ferrera Colatore ad assetto paranaturale Lomellina interesse pescatorio Cavo Moscatello Fontanile Lomellina pregio potenziale 39

44 Corpo idrico Tipologia Comprensorio Categoria Roggia Castellana Rete artificiale Lomellina pregio potenziale Fiume Ticino Fiume Lomellina-Pavese pregio potenziale Ramo dei Prati Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Colatore Scavizzolo Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio ittico Colatori Lago e Cerro Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Cavo Travacollone Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Canale Mangialoca Ambiente laterale di fiume del piano Lomellina pregio potenziale Canale Venara Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Canale Gaviola Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Colatore Gravellone Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Colatore Morasca Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Cavone dei Frati Colatore ad assetto paranaturale Lomellina pregio potenziale Lanca dei Gozzi o Piave Ambiente laterale di fiume del piano Pavese pregio ittico Scaricatore Lanca Piave Ambiente laterale di fiume del piano Pavese pregio ittico Naviglio Pavese Rete artificiale Pavese interesse pescatorio Colatore Vernavola Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Roggia Olona Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Olonetta di Lardirago Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Fiume Olona Meridionale Fiume Pavese pregio potenziale Roggia Barona Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Colatore Roggione Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Canarolo di Torre de' Negri Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale Colatore Reale Colatore ad assetto paranaturale Pavese pregio potenziale * compresi affluenti e subaffluenti non individuati puntualmente ** compresi affluenti e subaffluenti della porzione posta a monte del ponte di Varzi non individuati puntualmente Nonostante quasi metà dei corpi idrici investiti dal Piano sia ricompresa interamente o parzialmente in siti Natura 2000, non tutti gli ecosistemi acquatici ricompresi nella Rete Europea sono stati inseriti tra le acque di interesse ittico ; ciò fa sì che solo 12 siti sui 27 presenti in provincia sia quindi oggetto di specifiche previsioni. La ragione della mancata inclusione è che gli ambienti acquatici esclusi, nonostante possano ospitare specie di interesse conservazionistico (come peraltro riportato negli appositi Formulari) hanno caratteristiche tali da risultare, riguardo alla specifica componente ittiofaunistica, scarsamente idonei a sostenere comunità stabili, ampie, diversificate e composte da popolazioni adeguatamente strutturate. Al riguardo, si riporta che nel biennio , nell ambito di un indagine finalizzata alla revisione dei Formulari Standard per gli allora psic della provincia di Pavia, allo scopo di aggiornarne le informazioni, un apposito gruppo di lavoro ha provveduto anche al monitoraggio della fauna ittica presente nei seguenti siti, esclusi dall ambito di influenza del Piano: IT Garzaia della Verminesca; IT Palude Loja; IT Garzaia di S. Alessandro; IT Garzaia del Bosco Basso; IT Garzaia della Cascina Notizia; IT Garzaia di Sartirana; IT Garzaia della Cascina Portalupa; IT San Massimo; IT Boschi del Vignolo; IT Garzaia di Cascina Villarasca. 40

45 La Relazione Generale relativa a detta indagine riporta tra l altro, nella parte riferita alla componente ittiofaunistica: i psic più interessanti per quanto riguarda l ittiofauna sono localizzati lungo le sponde del Ticino. Qui, infatti, si trovano le due aree più estese e tra loro contigue di Basso Corso e sponde del Ticino e Boschi Siro Negri e Moriano, a cui si aggiunge il psic Boschi di Vaccarizza, che include parte del corso del Po, appena oltre la confluenza del Ticino. Gli altri siti, di dimensioni decisamente inferiori, sono localizzati lontano dal corso dei maggiori fiumi della provincia ed interessano alcune porzioni del reticolo idrografico minore che, grazie alla coltivazione del riso, è particolarmente sviluppato le specie della Direttiva Habitat contattate sono diffuse e abbastanza comuni sul territorio provinciale, sebbene i siti in cui sussistono le condizioni per ospitare popolazioni stabili siano assai inferiori al numero di località dove è possibile contattare queste specie. Il fatto che non si tratti di specie localmente a rischio è confermato dal fatto che, a parte il cobite mascherato, non sono incluse nell Allegato II (Specie prioritarie di fauna vertebrata) della DGR del 20 aprile 2001 il tipo di ambienti indagati (reticolo idrografico minore) presenta forti elementi di artificializzazione e pertanto non rappresenta un ambiente ideale ad ospitare un ampia ricchezza specifica né popolazioni stabili e ben strutturate. Tuttavia l applicazione di alcuni accorgimenti gestionali potrebbe migliorare le potenzialità di queste aree. I principali fattori di minaccia relativi a questa componente faunistica sono quelli che riguardano la rete irrigua minore nel suo complesso; essi pertanto hanno una portata territoriale che va ben oltre i confini dei psic. Il reticolo idrografico minore della Lomellina infatti è nato e viene gestito per rispondere ad esigenze dell agricoltura che mal si conciliano con quelle del mantenimento di ambienti idonei alla vita della fauna ittica. Marcate e frequenti oscillazioni di livello che seguono la stagionalità dei fabbisogni irrigui, chiuse e sbarramenti, manutenzione che prevede assidui interventi di spurgo degli alvei e sfalcio della vegetazione hanno determinato la banalizzazione degli ambienti e conseguentemente degli ecosistemi. A questi problemi si aggiunga la spesso scarsa qualità dell acqua presente, alterata dai fitofarmaci impiegati in agricoltura (specialmente nelle risaie) e dai repentini incrementi di solidi sospesi dovuti agli interventi di manutenzione o alle lavorazioni agricole. In sintesi la conseguenza delle pressioni cui si è accennato si traduce nella modificazione e nella instabilità dei fattori ecologici fondamentali, che pregiudica l insediamento di comunità ecologiche stabili. Pur non rivestendo un ruolo strategico per la conservazione delle specie indicate, si sottolinea come una gestione del reticolo idrografico minore mirata a contenere parte degli impatti descritti, abbia risvolti positivi anche relativamente ad altre componenti sia faunistiche che botaniche. Inoltre la presenza in alcuni punti di una marcata componente di acque sorgive rappresenta sicuramente un elemento di pregio da valorizzare. Gli aspetti sui quali è possibile intervenire riguardano da una lato la gestione della frequenza e delle modalità degli interventi di spurgo e di rimozione della vegetazione e, dall altro, il contenimento delle oscillazioni dei livelli idrometrici 41

46 Figura 4.2- lunghezza in Km dei corsi d'acqua di interesse ittico FIUME PO FIUME TICINO TORRENTE STAFFORA TORRENTE AGOGNA TORRENTE TERDOPPIO FIUME OLONA MERIDIONALE TORRENTE ARBOGNA- TORRENTE VERSA FIUME SESIA TORRENTE ARDIVESTRA TORRENTE NIZZA NAVIGLIO PAVESE TORRENTE TIDONE ROGGIA VERNAVOLA COLATORE REALE TORRENTE LELLA COLATORE ARIAZZOLO CAVO PLEZZA ROGGIA DI VALLE COLATORE SCAVIZZOLO ROGGIA POELLA ROGGIA CASTELLANA CANAROLO DI TORRE DE' COLATORE SOLERONE TORRENTE MORCIONE TORRENTE REGANZO CAVO MOSCATELLO SESIA MORTA FONTANA FERRERA RIO REPONTE INFERIORE TORRENTE CRENNA COLATORE GRAVELLONE TORRENTE RIVAROLO TORRENTE REFREDDO PO MORTO LOMELLINO ROGGIA CONA RIO LAZZUOLA COLATORE ROGGIONE TORRENTE AVAGNONE RIO FONDEGA CAVO TRAVACCOLONE CANALE VENARA TORRENTE ARONCHIO CAVONE DEI FRATI CANALE VECCHIO FOSSO DI BOSMENSO SCARICATORE DELLA COLATORE MORASCA CANALE RIADINO LANCA PIAVE CANALE MORABIANO RIO LA VALLATA CANALE SAN MICHELE RIO REPONTE SUPERIORE CANALE MANGIALOCA RIO SPIZZIRO' LANCA DEL MOLINO FOSSO DEL COLLEGIO RAMO DEI PRATI RIO CASTELLETTO COLATORE GRAVELLONE FOSSO BERGASSO RIO STIVALE CANALE DI BREME COLATORE CERRO CANALE MORTO RIO DELLA MARESASSA CAVO CROCETTONE COLATORE OLONETTA FOSSO MAIOLO FOSSO DEI COGNASSI FIUME TREBBIA PO MORTO CANALE TESSERA FOSSO DELLE CASCINE FONTANA ISIMBARDI COLATORE LAGO FOSSO DEL BRALLO TORRENTE MONTAGNOLA FOSSO NENEJO FOSSO DI CANEDO CANALE NASINO ROGGIA COMUNA DI ROGGIA DEI FRATI FOSSO DI GRAZZI FOSSO DEL SABBIONE RIO MOIASSA TORRENTE SCRIVIA LANCA DELLA BIGAROLA FOSSO DELLA VESERA RIO DELLA COGNASSA CANALE GAVIOLA CANAROLO FOSSO DEL FREDDO RIO DEL MOLINO DI CASALE CANALE DELLE ANATRE CANALE DON ANTONIO ROGGIA RABICA RIO DEL FIGINO FOSSO MARCHINO 0,00 20,00 40,00 60,00 80,00 100,00 42

47 4.4 Le specie di interesse conservazionistico Considerato il costante riferimento alle specie di ordine conservazionistico, si è resa necessaria una loro puntuale individuazione all interno del più ampio popolamento ittico delle acque pavesi. Questa individuazione è stata operata considerando per le singole specie autoctone di Pesci e Ciclostomi (in genere compresi negli elenchi delle specie ittiche per le loro affinità con i pesci) i seguenti elementi: condizione di endemismo o subendemismo (quest ultimo termine si riferisce alle specie, semispecie o sottospecie che, pur non esclusive del nostro paese, presentano la maggior parte del loro areale in territorio italiano); inserimento negli Allegati alla Direttiva 92/43/CEE ( Habitat ); classificazione nelle categorie di rischio proposte dall IUCN secondo la Lista rossa dei Pesci d acqua dolce indigeni in Italia 1 ; priorità di conservazione individuate dalla Regione Lombardia 2. La Tabella 8.3 elenca i taxa che il piano considera di interesse conservazionistico; questi comprendono gli endemismi e i subendemismi e le entità in condizione di minaccia e di vulnerabilità secondo la classificazione IUCN. Tabella 4.3- taxa considerati dal Piano di interesse conservazionistico Allegati Direttiva Habitat Priorità D.G.R. 7/4345 Nome scientifico Nome comune Endemicità IUCN Lampetra zanandraei lampreda padana se II - V EN X Salmo (trutta) marmoratus trota marmorata se II EN X Thymallus thymallus temolo V EN X Acipenser naccarii storione cobice se II - IV CR X Rutilus erythrophtalmus triotto E Rutilus pigus pigo E II VU X Leuciscus souffia muticellus vairone E II LR Alburnus alburnus alborella alborella se Barbus meridionalis barbo canino E II - V VU Barbus plebejus barbo comune se II - V LR Chondrostoma genei lasca E II VU X Chondrostoma soetta savetta E II VU X Cobitis tenia bilineata cobite comune E II LR Sabanejewia larvata cobite mascherato E II VU X Gasterosteus aculeatus spinarello VU Padogobius martensii ghiozzo padano se VU Knipowitschia punctatissima panzarolo se EN X 1 Zerunian S., Piano d azione generale per la conservazione dei Pesci d acqua dolce italiani. Quad. Cons. Natura, 17, Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica 2 D.G.R. n. 7/ Approvazione del Programma Regionale per gli interventi di conservazione e gestione della fauna selvatica nelle aree protette e del protocollo di attività per gli interventi di reintroduzione di specie faunistiche nelle aree protette della Regione Lombardia 43

48 4.5 Fattori prevalenti di alterazione ambientale Sul complesso delle acque investite il Piano Ittico ha individuato i seguenti prevalenti fattori di alterazione ambientale, che in parte coincidono con elementi di vulnerabilità dei siti Natura A B C D E F G H I L M N O P Q R Alterazione dell alveo (tracciato, profilo, sezione trasversale) Frammentazione della continuità biologica Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Interventi di manutenzione idraulica Compromissione della fascia ripariale vegetata Artificializzazione del regime idrologico Instabilità delle condizioni di deflusso da manovre di organi mobili di derivazione Sottrazione d acqua Apporti inquinanti da insediamenti produttivi Apporti inquinanti da scarichi pubblici Apporti inquinanti di origine agricola Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Compromissione di sistemi funzionalmente connessi (specialmente in golena) Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Utilizzo agricolo intensivo di superfici interne al corridoio fluviale Utilizzo degli alvei come collettori idraulici 4.6 Criticità dello stato delle conoscenze e delle competenze La redazione del Piano Ittico ha scontato una condizione di forte carenza di contenuti informativi disponibili sul reticolo idrografico, la cui risoluzione potrà consentire un affinamento delle previsioni negli aggiornamenti futuri. Inoltre, il percorso di VAS ha evidenziato il perdurare della frammentazione delle competenze in materia di acque e l assenza di un coordinamento delle azioni programmate o eseguite dalla pluralità di attori coinvolti. Le principali criticità evidenziate sono: Assenza di contenuti informativi sulla qualità chimico-fisica e sulla qualità biologica per la gran parte del reticolo idrografico investito dal Piano Datazione dei dati di monitoraggio resi disponibili da ARPA Lombardia Difficoltà di estrazione di informazioni utili alla valutazione delle pressioni dai database relativi agli scarichi idrici e alle derivazioni Totale assenza di informazioni idrologiche Assenza di un catasto delle opere idrauliche Mancanza di una visione integrata sul ruolo ambientale delle opere programmate e delle azioni gestionali adottate da parte di una pluralità di attori territoriali Mancanza di un soggetto unitario responsabile della tutela e del miglioramento delle caratteristiche ambientali dei corpi idrici 44

49 4.7 L attuazione del Piano Il Documento Tecnico Regionale per la gestione ittica riporta che il Piano ittico provinciale è lo strumento di indirizzo che definisce, a differenti livelli di dettaglio, le azioni da intraprendere per il raggiungimento degli obiettivi in materia e che ferma restando l importanza degli indirizzi relativi alla pesca ed ai ripopolamenti, per la gran parte delle acque lombarde la programmazione della gestione ittica non potrà prescindere dalla possibilità di esercitare azioni di tutela e riqualificazione degli habitat. La questione ambientale dovrà quindi assumere un ruolo centrale nelle politiche di settore, sia attraverso l integrazione dei vari livelli di pianificazione ittica con la più ampia pianificazione della tutela delle acque sia con la previsione di azioni normative e tecniche mirate ad affrontare e risolvere specifiche criticità. La l.r. 31/20081, inoltre, prevede che le Province possano adottare regolamenti finalizzati alla gestione di corpi idrici classificati ai fini della pesca per il raggiungimento delle finalità del piano ittico provinciale. 3 La pianificazione ittica, quindi, oltre che sulle classiche previsioni relative alla pesca e agli interventi diretti sulla fauna, deve poggiare sulla tutela e sulla riqualificazione degli habitat, elementi imprescindibili e centrali di una coerente politica settoriale. La conservazione e il miglioramento degli ambienti di vita dei pesci vanno attuati sia con l integrazione con la più generale programmazione in materia di acque sia individuando azioni normative e tecniche mirate ad affrontare e risolvere specifiche criticità. Riguardo alle azioni normative, queste ultime possono consistere in regolamenti finalizzati alla gestione di corpi idrici. L attuazione del Piano dovrà fondarsi sull adozione di una pluralità di misure di intervento, che riguardano sia le componenti ambientali sia quelle faunistiche. Parte di queste misure si compone di azioni normative, per la cui operatività sono stati previsti due appositi regolamenti, il Regolamento provinciale per la tutela degli ecosistemi acquatici e il Regolamento Provinciale per la tutela dell ittiofauna e la gestione della pesca. Altre misure non strutturali si basano su un applicazione coordinata e responsabile di previsioni di legge già esistenti ma spesso sottovalutate o ignorate dai soggetti cui è attribuita la relativa competenza. In particolare, sono previsti un esercizio diffuso e più incisivo delle vigenti tutele paesaggistiche che investono la prevalenza delle acque di interesse e una maggiore attenzione in sede autorizzativa alle pressioni introdotte dagli scarichi pubblici. Infine, la pianificazione ittica provvederà a rendere operanti recenti evoluzioni del quadro normativo di settore, come quelle relative alla mitigazione degli effetti delle derivazioni idriche sull ittiofauna e sugli habitat acquatici. Per le altrettanto importanti azioni tecniche, ricomprese nelle misure strutturali, l attuazione del Piano comporterà interventi che potranno essere sia eseguiti direttamente dalla Provincia sia previsti da altre programmazioni coordinate, con particolare riferimento a quelle di competenza dei Consorzi di bonifica ed eventualmente dei Comuni. Le realizzazioni andranno comunque ricondotte all interno di Piani d azione locali, da elaborare ed attuare per mezzo di apposite forme di programmazione negoziata tra i diversi soggetti competenti o interessati. 3 Regione Lombardia l.r. 31/ Art. 132, 4 comma 45

50 4.8 I piani d azione locali Il raggiungimento degli obiettivi della pianificazione ittica non è facile, perché presuppone una pluralità di azioni sulle componenti ambientali e faunistiche che nel loro insieme determinano le condizioni di vita dei pesci; i corsi d acqua sono i collettori finali di quanto avviene sul territorio e sul reticolo idrografico drenato e la loro qualità ecologica riflette il complesso delle attività antropiche che qui si svolgono. Riqualificare i corsi d acqua significa quindi realizzare interventi attivi ma anche adottare strategie di governo e modelli di sviluppo utili a ricondurre le pressioni esercitate da un ampio numero di determinanti al di sotto della soglia di impatto. Non è ipotizzabile che processi di tale portata possano essere definiti aprioristicamente e calati nei contesti territoriali in modo autoritativo, sia perché ciò genererebbe forme di resistenza sia perché pregiudicherebbe la possibilità di valorizzare gli indispensabili contributi dei soggetti locali. Per contro, il coinvolgimento e la responsabilizzazione di questi ultimi è la miglior garanzia di sviluppo di percorsi virtuosi basati sulla condivisione degli obiettivi e sulla cooperazione tra il sistema pubblico e gli attori sociali ed economici. Inoltre, non può essere trascurata l assoluta insufficienza delle risorse destinate alle politiche di settore, con la conseguenza che solo l integrazione con altre programmazioni correlate o la capacità di accedere a finanziamenti dedicati potranno consentire risultati sensibili. Sulla base di queste considerazioni andrà prevista la promozione di una progettualità locale da elaborare all interno di processi partecipati e da realizzare con modalità mutuate dai sempre più attuali strumenti di programmazione negoziata. Per questo il modello che può essere preso a riferimento è quello dell Agenda 21, che sostanzialmente consiste nel costituire sul territorio un aggregazione dei diversi interessi presenti, nel creare tavoli di confronto e approfondimento sui tematismi attinenti e nel predisporre ed adottare un piano d azione che definisca gli interventi necessari e che attraverso la negoziazione tra le parti coinvolte individui compiti e responsabilità dei diversi attori. La realizzazione del piano presuppone quindi la formalizzazione di un accordo volontario che impegni i vari soggetti contraenti all attuazione delle azioni di rispettiva competenza. Lo strumento di programmazione negoziata comunemente prospettato per significativi progetti di intervento sui corsi d acqua è il contratto di fiume, mentre riguardo alle azioni prevalentemente locali promosse dal Piano occorrerà individuare modalità più snelle ma comunque commisurate alla scala spaziale e all impegno di volta in volta previsti. Queste potranno spaziare dai protocolli d intesa agli accordi di programma ad altre forme originali, anche in relazione alla natura giuridica dei contraenti. Gli obiettivi dei piani d azione locali saranno quelli del miglioramento della qualità ecologica e del valore paesaggistico dei corpi idrici interessati, della tutela e dell incremento delle loro comunità ittiche e del forte sostegno ad una loro frequentazione diffusa ma sostenibile. Le misure di intervento potranno essere quelle individuate dal Piano o altre in grado di affrontare efficacemente le specifiche criticità. I soggetti da coinvolgere potranno essere la Sede Territoriale della Regione Lombardia, le diverse strutture Provinciali competenti, i Comuni, la Comunità Montana, le Autorità idrauliche, i Consorzi di Bonifica, le Associazioni qualificate dei pescatori, le Associazioni di protezione ambientale, gli attori economici e sociali, il mondo della ricerca, gli ordini professionali e i singoli appartenenti alle comunità locali interessate. 46

51 4.9 Gli strumenti per la realizzazione delle misure strutturali Uno dei principali limiti alla praticabilità delle strategie di riqualificazione ambientale e faunistica è quello determinato dalla difficoltà di finanziamento delle misure strutturali necessarie. Il primo criterio individuato per sopperire a questa crescente carenza è la valorizzazione delle opportunità offerte da altre programmazioni settoriali, con cui vanno attivate le massime sinergie proponibili. Il metodo è quello descritto, basato sulla sussidiarietà tra i soggetti istituzionali coinvolti e sul superamento delle perduranti forme di autonomia decisionale; queste ultime quasi sempre conducono alla contradditorietà delle singole scelte, definite sulla base di obiettivi specifici potenzialmente divergenti e tra cui non viene operata alcuna sintesi, alla dispersione delle risorse e all incoerenza complessiva delle strategie pubbliche. Ferma restando l imprescindibilità di questa integrazione tra le politiche, va evidenziata la sempre più frequente disponibilità di strumenti utili al finanziamento di programmi o misure di riqualificazione dei corpi idrici. Tra questi, si citano in particolare alcuni programmi attivati da diverse Direzioni Generali della Regione Lombardia e i bandi periodicamente promossi dalla Fondazione Cariplo. La D.G. Reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile riserva annualmente alle Province finanziamenti per promuovere interventi di tutela e risanamento delle acque superficiali e di riqualificazione ambientale delle aree connesse. Nei criteri per la formazione del bando per l anno tra le tipologie di interventi ammissibili a finanziamento erano tra l altro previsti: asportazione e trasporto presso discariche pubbliche o centri di smaltimento dei rifiuti e detriti esistenti sulle acque dei fiumi o accumulati lungo le rive per effetto delle correnti; asportazione e trasporto presso idonei centri di smaltimento dei detriti e rifiuti accumulatisi lungo le rive per effetto di eventi idrologici; operazioni di controllo degli equilibri tra le specie ittiche e rimozione delle spoglie di pesci conseguenti a morie; programmi organici di riqualificazione di corpi idrici relativi ad aree di particolare pregio ambientale e biologico (parchi regionali, riserve naturali, zone umide, ecc.); interventi da cui possono derivare benefici significativi ad ambienti fluviali, (miglioramento della funzionalità acquatica dei corpi idrici, incremento della biodiversità, miglioramento della capacità di autodepurazione dei corsi d acqua, costituzione di impianti arborei nelle zone di pertinenza dei corsi d acqua, mantenimento o ripristino della vegetazione spontanea nella fascia adiacente i corpi idrici, conseguimento di benefici paesaggistici, creazione di ambienti acquatici di rilevante interesse naturalistico-scientifico, ecc.); interventi di riqualificazione relativi ad ambienti lacustri e fluviali, caratterizzati da e- levate opportunità di carattere fruitivo, agricolo, ricreativo, culturale, turistico, ecc. 4 Regione Lombardia D.G.R. 23 gennaio n. 8/ Promozione di interventi di tutela e risanamento delle acque superficiali e sotterranee e di riqualificazione ambientale delle aree connesse 47

52 La D.G. Agricoltura ha predisposto un Programma attuativo per la realizzazione di ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali 5, per la cui attuazione la Regione ha individuato un processo ampiamente partecipato basato su una forte integrazione disciplinare e sul coinvolgimento di molteplici attori pubblici e privati. All interno di questo processo, cui sovrintende la Regione stessa, alle Province è affidata la gestione dei fondi delegati e il coordinamento dell iniziativa a livello provinciale, l istruttoria e le verifiche tecnicoamministrative, la presentazione delle proposte progettuali scaturite dal confronto in ambito locale. Il programma comprende una pluralità di possibili realizzazioni, tutte orientate al miglioramento della funzionalità ecologica del territorio. Numerose le tipologie di intervento funzionali alla riqualificazione dei corridoi fluviali e delle superfici adiacenti, tra cui i rimboschimenti in ambito golenale e ripariale, le aree destinate a imboschimento spontaneo, i prati arbustati, la sistemazione di aree esondabili, la creazione di zone umide, la diversificazione della morfologia degli alvei, la realizzazione di ecosistemi filtro, di impianti di fitodepurazione e di fasce tampone, la rinaturalizzazione di fontanili e la riconversione a bosco di pioppeti, rimboschimenti di conifere e di impianti di arboricoltura da legno. Sempre la D.G. Agricoltura ha promosso l attuazione di interventi di fitodepurazione e prevenzione dell apporto diffuso di nutrienti di origine agricola attraverso il finanziamento di appositi progetti di intervento. Il relativo bando è ormai scaduto 6 ma nel prossimo periodo è prevista la riproposizione del programma di intervento da parte della Regione. L iniziativa prevedeva tra i possibili beneficiari dei finanziamenti le Province, le Comunità Montane, i Comuni, i Consorzi di Bonifica e i Consorzi di miglioramento fondiario di 2 grado. I progetti ammissibili riguardavano la realizzazione o la ricostituzione di aree umide con creazione di filtri vegetali e la realizzazione di aree a parziale sommersione con impiego di essenze arboree ed erbacee e creazione di filtri vegetali. Inoltre, si segnalano alcune possibili opportunità offerte dal P.S.R della Regione Lombardia; le misure potenzialmente interessate sono la 125, con la sottomisura 125A (Gestione idrica e salvaguardia idraulica del territorio), la 213 (Indennità Natura 2000 e Indennità connesse alla direttiva 2000/60/CE), la 214 (Pagamenti agroambientali), la 216 (Investimenti non produttivi), la 223 (Imboschimento di superfici non agricole) e la 313 (Incentivazione di attività turistiche). Nonostante l ampia diversificazione delle azioni finanziabili occorre tuttavia evidenziare la scarsa idoneità di questo fondamentale strumento di politica a- gricola a sostenere riqualificazioni localizzate. Questa sostanziale inadeguatezza potrebbe essere almeno in parte mitigata grazie a uno sforzo di affinamento delle specifiche previsioni attuative. Alla luce dei numerosi filoni di finanziamento attivati in comparti più o meno direttamente correlati dalla D.G. Regionale Agricoltura, cioè quella competente per le politiche di tutela della fauna ittica e della pesca, si sottolinea infine l opportunità di produrre un ulteriore sforzo di integrazione delle diverse strategie di intervento, attraverso un maggior coinvolgimento delle diverse disciplinarietà nella definizione dei programmi e delle azioni. 5 Regione Lombardia D.G.R. 20 dicembre 2006, n. 8/ Programma attuativo per la realizzazione di ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali 6 Regione Lombardia D.G. Agricoltura - D.D.U.O. 23 dicembre 2005, n Disposizioni applicative per l attuazione di interventi di fitodepurazione e prevenzione dell apporto diffuso di nutrienti di origine agricola ai sensi dell allegato 1b della d.g.r. n /

53 4.10 Durata, gestione e adeguamento del Piano Il Documento tecnico regionale, prevedendo che i piani redatti sulla base delle presenti linee guida andranno approvati entro il 31 dicembre 2006 e saranno assoggettati a revisione generale entro il 31 dicembre 2010 ha indirettamente individuato per il Piano Ittico una durata quadriennale. L iter di elaborazione del Piano è stato laborioso e complesso, e ciò non ha consentito di rispettare i termini previsti; questo fatto, tuttavia, non ha determinato particolari pregiudizi delle politiche locali di settore, mentre ha consentito una migliore contestualizzazione delle strategie di intervento nel quadro più generale delle diverse programmazioni correlate ed in via di definizione nel medesimo periodo. Pur prendendo atto della periodicità disposta dal D.T.R. per la revisione del Piano Ittico, per motivazioni fondamentalmente riconducibili ad esigenze di razionalizzazione dell attività si ritiene che il Piano stesso debba sostanzialmente configurarsi come uno strumento dinamico. Questa dinamicità va assicurata con il costante adeguamento delle previsioni ai mutamenti della cornice di riferimento, rappresentata dal quadro normativo e programmatico e dalle condizioni delle componenti faunistiche e ambientali. Per questo motivo si individua la necessità di poter variare il Piano Ittico al sopraggiungere di particolari modificazioni dello scenario informatore, dando atto che gli eventuali adeguamenti debbano sostanzialmente assicurarne la costante attualità. Alla luce di queste previsioni si ritiene possibile l ampliamento della periodicità di assoggettamento a revisione generale. Il Piano Ittico, pertanto, avrà durata indeterminata e sarà sottoposto a revisione generale con periodicità quinquennale o ad intervenuta necessità. Al fine di assicurarne la costante attualità, potrà essere interessato da parziali integrazioni e variazioni. Non costituiranno variante sostanziale al Piano Ittico le seguenti eventuali modifiche, che potranno essere introdotte con provvedimenti assunti dalla Giunta Provinciale: variazioni dell elenco delle specie di interesse conservazionistico determinate dall evoluzione dello status delle loro popolazioni locali, regionali, nazionali e sovranazionali; aggiornamenti degli elenchi delle acque di interesse ittico, di quelle ciprinicole o salmonicole da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci e di quelle che costituiscono ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela; ridefinizioni del significato, del ruolo e delle modalità di attuazione delle misure di intervento determinate da evoluzione del quadro normativo, programmatico e faunistico ambientale; individuazione di nuove misure di intervento funzionali al conseguimento degli o- biettivi di piano che si configurino come articolazione locale delle previsioni di altri piani e progetti; variazioni delle modalità di quantificazione delle compensazioni da imporre ai concessionari di derivazioni idriche a titolo di obbligo ittiogenico; adeguamento delle metodologie di monitoraggio delle componenti ambientali e faunistiche interessate dal piano. In ogni caso, fermo restando il rispetto delle previsioni relative alla valutazione ambientale, tutti gli adeguamenti, compresi quelli relativi alle citate varianti non sostanziali, andranno preceduti da adeguate forme di pubblicizzazione e consultazione. 49

54 5 GLI INTERVENTI INDIVIDUATI DAL PIANO Il Documento Tecnico Regionale riporta che la migliore gestione dell ittiofauna deve essere perseguita attraverso una duplicità di azioni, le prime finalizzate al mantenimento o al ripristino delle caratteristiche ecologiche dei corpi idrici, le seconde esercitate direttamente sulle comunità ittiche, sui loro competitori e sul prelievo operato dall uomo. Pur riportando previsioni relative alla pesca ed ai ripopolamenti, per la gran parte delle acque di interesse la pianificazione ittica non può infatti prescindere dall esercizio di azioni di tutela e riqualificazione degli habitat, le cui caratteristiche sono fattori determinanti la corretta strutturazione delle popolazioni di pesci. Il Piano quindi suddivide le misure di intervento (Tabella 5.1) distinguendo le azioni esercitate sulle componenti ambientali da quelle dirette alle componenti faunistiche e al prelievo. Le prime hanno una portata più generale e, pur essendo indispensabili al conseguimento degli obiettivi settoriali, ne travalicano le specifiche finalità. Come già accennato, il mantenimento e il ripristino della funzionalità ecologica degli ambienti acquatici, oltre a corrispondere ad esigenze specifiche del comparto ittiofaunistico, rappresentano obiettivi di portata più ampia perseguiti con la programmazione della tutela e dell uso delle risorse idriche. Nello stesso tempo, alla luce del D.Lgs 152/2006, le volontà di conservazione ed incremento del patrimonio ittico espresse dalla legge di settore (l.r. 31/2008) coincidono in buona parte con gli obiettivi generali di gestione delle acque superficiali, che devono tendere ad assicurare ai corpi idrici la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e diversificate. Le azioni esercitate sulle componenti ambientali comportano la sensibilizzazione e il diretto coinvolgimento della pluralità di soggetti pubblici che a vario titolo concorrono alla gestione delle acque e, in attuazione delle moderne strategie di governance, andrebbero promosse in modo integrato tramite processi di programmazione negoziata. Le azioni dirette alle componenti faunistiche e alla disciplina del prelievo sono invece interne alle consuete prassi delle Province e, più recentemente, degli enti gestori delle aree protette, e di norma vengono esercitate in via esclusiva o con il concorso del mondo associazionistico. Riguardo alle più tradizionali misure di gestione delle comunità ittiche, cioè ripopolamenti e regolamentazione della pesca, il piano non prevede modifiche di rilievo dei criteri che hanno informato l azione della Provincia nel periodo pregresso. Unici elementi di sostanziale innovazione sono le possibili concessioni a favore di Associazioni dei pescatori ed Enti locali e la limitazione delle regolamentazioni particolari della pesca all ambito delle acque di interesse ittico. In merito invece agli impatti determinati dall eccessiva presenza di uccelli ittiofagi e di pesci esotici, nell ultimo decennio è apparsa evidente la loro incompatibilità con il raggiungimento di obiettivi qualificati di salvaguardia delle comunità ittiche autoctone. Quantomeno su alcuni corsi d acqua di pianura la mitigazione di questi impatti è elemento indispensabile all ottenimento dei risultati attesi quanto la riqualificazione ambientale; sulla base di questa considerazione il piano comprende tra le azioni dirette sulle componenti faunistiche il controllo selettivo di specie interferenti di uccelli ittiofagi e di pesci esotici. Gli interventi funzionali al conseguimento degli obiettivi di piano sono inoltre classificati in misure non strutturali e misure strutturali. Le prime includono azioni di tipo regolamentare, autorizzativo, economico, culturale, propositivo e di controllo; le seconde comprendono invece interventi diretti sulle componenti fisiche e biologiche interessate. 50

55 Tabella le misure del Piano Ittico Misure non strutturali sulle componenti ambientali MISURE DI INTERVENTO Individuazioni e designazioni Misure sulle componenti ambientali Misure strutturali sulle componenti ambientali Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Innesco della libera evoluzione Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni Creazione di aree inondabili e di margine idrauliche Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Creazione di aree umide fitodepuranti Interventi di contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Posizionamento di massi e di detriti legnosi grossolani Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Creazione di raschi e letti di frega Controllo degli apporti inquinanti provenienti da acque Passaggi per pesci reflue industriali Educazione ambientale Indirizzi per le compensazioni Affinamento degli strumenti di politica agricola Misure non strutturali sulle componenti faunistiche Interventi sulla vegetazione ripariale Misure sulle componenti faunistiche Miglioramento dell attrattività e della fruibilità dei corsi d acqua Misure strutturali sulle componenti faunistiche Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Immissioni di ittiofauna Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di Rimozione di specie ittiche interferenti tutela ittica Concessione di acque a scopo di pescicoltura, acquacoltura o gestione particolare della pesca Recuperi di ittiofauna in occasione di asciutte Riproduzione artificiale e pescicoltura da ripopolamento Regolamentazione della pesca Disciplina di attività rivolte alla fauna ittica o potenzialmente interferenti Controllo selettivo di specie di uccelli ittiofagi Istituzione di tratti da destinare in via esclusiva alla pesca a mosca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Autorizzazione ed esercizio dei C.P.P. Miglioramento dell operatività sul territorio 51

56 Questa suddivisione rispecchia i due livelli a cui possono agire le pubbliche amministrazioni: normativo, con l adozione di regole, vincoli e strumenti, e attuativo, con la realizzazione e la gestione di interventi. Il Piano, anche in qualità di piano provinciale di settore attuativo del P.T.C.P., prevede inoltre, quali atti a valenza generale propedeutici alla definizione e alla specifica programmazione delle misure di intervento: l individuazione delle acque di interesse ittico, ai sensi del Documento Tecnico Regionale e con le differenziazioni definite dal Documento stesso; la designazione delle acque di interesse ittico non ancora designate quali acque dolci ciprinicole o salmonicole da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci, ai sensi dell art. 25, 2 comma, delle N.d.A. del P.T.U.A.; l individuazione, ai sensi dell art. 42, 3 comma, delle N.d.A. del P.T.U.A., delle acque di interesse ittico che non costituiscono corpo idrico significativo, nonché delle relative fasce di pertinenza, quali ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela, anche provvedendo ad applicare limiti agli scarichi adeguati a garantire il raggiungimento degli obiettivi di valorizzazione e salvaguardia. 5.1 Individuazioni e designazioni Acque di interesse ittico Le acque oggetto di specifiche previsioni da parte del Piano Ittico e dei suoi strumenti attuativi, distinte nelle diverse tipologie definite dal Documento tecnico regionale per la gestione ittica, sono state elencate nella Tabella 4.2 e rappresentate in Figura 4.1. Fatta eccezione per i corpi idrici appartenenti alla rete artificiale non significativi ai sensi del P.T.U.A., all attribuzione dell interesse ittico corrisponde la dichiarazione di rilevanza ambientale delle acque naturali e paranaturali individuate, in relazione alla presenza di specie di valore conservazionistico o al significato socioeconomico rivestito dall esercizio della pesca. L aggiornamento delle acque di interesse ittico avviene con le modalità definite nel Regolamento Provinciale per la tutela dell ittiofauna e la gestione della pesca Acque dolci da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci La Tabella 5.2 riporta le acque che ai sensi delle N.d.A. del P.T.U.A. 7 sono designate come ciprinicole o salmonicole da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci. Le azioni di monitoraggio che saranno effettuate per verificarne la specifica idoneità saranno quelle ordinariamente svolte dalla struttura Provinciale preposta, per oggettivi limiti economici e di operatività. Alla luce del ruolo indicatore della qualità ambientale attribuito alle comunità ittiche dalla recente evoluzione del quadro normativo in materia di tutela delle acque si può comunque ritenere che i censimenti di ittiofauna possano riflettere in modo adeguato l idoneità dei corpi idrici in questione alla destinazione d uso. 7 Le Province, tramite i piani ittici e le carte provinciali delle vocazioni ittiche (di cui all art. 8 l.r.12/01) possono individuare ulteriori tratti di corsi d acqua, da classificare come acque dolci ciprinicole o salmonicole, da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci, provvedendo ad attuare specifici programmi di monitoraggio ai fini della loro classificazione (Regione Lombardia - P.T.U.A., Norme di attuazione, Art. 25, 2 comma) 52

57 Tabella Acque dolci da proteggere e migliorare per essere idonee alla vita dei pesci Corpo idrico Tratto Comprensorio Vocazione Fiume Trebbia tutto il tratto provinciale Oltrepo Salmonidi Torrente Avagnone* tutto il corso Oltrepo Salmonidi Torrente Tidone* tutto il tratto provinciale Oltrepo Salmonidi Torrente Staffora** a monte del ponte di Varzi Oltrepo Salmonidi Torrente Lella* tutto il corso Oltrepo Salmonidi Torrente Staffora* dal ponte di Varzi a Cervesina Oltrepo Ciprinidi Torrente Scrivia tutto il tratto provinciale Oltrepo Ciprinidi Fiume Sesia tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Canale di Breme tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Sesia Morta tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Canale Morabiano tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Lanca Concordia tutto il corso Lomellina Ciprinidi Canale Tassera tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Canale San Michele tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Lanca del Molino tutto il corso Lomellina Ciprinidi Canale Riadino tutto il corso Lomellina Ciprinidi Roggia Poella tutto il corso Lomellina Ciprinidi Torrente Arbogna-Erbognone tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Torrente Refreddo tutto il tratto provinciale Lomellina Ciprinidi Ramo dei Prati tutto il tratto provinciale Lomellina Salmonidi Colatore Scavizzolo tutto il corso Lomellina Salmonidi Colatori Lago e Cerro tutto il corso Lomellina Salmonidi Canale Mangialoca tutto il corso Lomellina Ciprinidi Canale Venara tutto il corso Lomellina Ciprinidi Colatore Gravellone tutto il corso Lomellina Ciprinidi Colatore Morasca tutto il corso Lomellina Ciprinidi Lanca Piave e Scaricatore tutto il corso Pavese Ciprinidi Naviglio Pavese tutto il tratto provinciale Pavese Ciprinidi Roggia Olona tutto il tratto provinciale Pavese Ciprinidi Olonetta di Lardirago tutto il corso Pavese Ciprinidi Fiume Olona Meridionale tutto il corso Pavese Ciprinidi Colatore Roggione tutto il corso Pavese Ciprinidi Canarolo di Torre de' Negri tutto il corso Pavese Ciprinidi Colatore Reale tutto il corso Pavese Ciprinidi * compresi affluenti e subaffluenti ** affluenti e subaffluenti Ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela Nella seguente Tabella 5.3 ai sensi dell art. 42, 3 comma, delle N.d.A. del P.T.U.A. 8, sono e- lencate le acque di interesse ittico che, con le relative fasce di pertinenza, costituiscono am- 8 Le Province individuano, all interno della propria pianificazione territoriale, i corpi idrici non significativi o loro tratti, nonché le relative fasce di pertinenza, sui quali prevedere specifiche misure di tutela in relazione agli obiettivi di valorizzazione e salvaguardia delle aree e delle risorse idriche interessate, provvedendo ad applicare limiti agli scarichi adeguati a garantire il raggiungimento degli obiettivi sopra citati ed a mantenere le capacità autodepurative del corpo ricettore, in applicazione dell art. 45, comma 8, del d.lgs. 152/99 (Regione Lombardia P.T.U.A., Norme di attuazione, Art. 42, 3 comma). 53

58 biti su cui prevedere specifiche misure di tutela, anche provvedendo ad applicare limiti agli scarichi adeguati a garantire il raggiungimento degli obiettivi di valorizzazione e salvaguardia. Ovviamente vanno ricompresi nella tutela, riguardo agli apporti inquinanti veicolati, anche i tributari di qualsiasi ordine. Tabella Ambiti su cui prevedere specifiche misure di tutela Corpo idrico Comprensorio Corpo idrico significativo di afferenza Fiume Trebbia Oltrepo Significativo (Emilia-Romagna) Torrente Tidone Oltrepo Bacino del Molato (Emilia-Romagna) Torrente Staffora (tributari) Oltrepo Torrente Staffora Torrente Scrivia Oltrepo Significativo (Piemonte) Fiume Sesia Lomellina Significativo (Piemonte) Roggia Cona Lomellina Fiume Po Canale di Breme Lomellina Fiume Po Sesia Morta Lomellina Fiume Po Canale Morabiano Lomellina Fiume Po Canale San Michele Lomellina Fiume Po Canale Riadino Lomellina Fiume Po Roggia Poella Lomellina Fiume Po Torrente Arbogna-Erbognone Lomellina Torrente Agogna Cavo Solero Basso Lomellina Torrente Agogna Colatore Ariazzolo Lomellina Fiume Po Torrente Refreddo Lomellina Torrente Terdoppio Ramo dei Prati Lomellina Fiume Ticino Colatore Scavizzolo Lomellina Fiume Ticino Canale Mangialoca Lomellina Fiume Ticino Colatore Gravellone Lomellina Fiume Ticino Colatore Morasca Lomellina Fiume Ticino Roggia Olona Pavese Fiume Po Olonetta di Lardirago Pavese Fiume Po Fiume Olona Meridionale Pavese Fiume Po Colatore Roggione Pavese Fiume Po Canarolo di Torre de Negri Pavese Fiume Po Colatore Reale Pavese Fiume Po Questa individuazione, di competenza della pianificazione territoriale, viene effettuata dal Piano Ittico in qualità di strumento attuativo, di approfondimento e di specificazione degli obiettivi del P.T.C.P. 9 e in virtù degli indirizzi di riferimento previsti dal P.T.C.P. stesso, che dispone che la formazione, gli aggiornamenti e le integrazioni della pianificazione ittica provinciale rispondano tra l altro al criterio prioritario della tutela del patrimonio idrobiologico. 9 I Piani di Settore di cui all art. 10 adottati dalla Provincia, sia di propria competenza o per delega, sia per affrontare ulteriori specifiche problematiche d interesse provinciale, assumono gli obiettivi e le scelte generali e di settore del Piano, e costituiscono strumenti attuativi, d approfondimento e di specificazione degli stessi obiettivi (Provincia di Pavia - P.T.C.P., Norme di attuazione, Articolo 11, 1 comma). 54

59 5.2 Interventi sulle componenti ambientali Il Piano Ittico prevede misure di intervento sulle componenti ambientali che concorrano ad un processo di riqualificazione, operazione che mira a migliorare un complesso di condizioni insoddisfacenti e che non implica unicamente il ritorno a una precedente naturalità (rinaturazione). Riqualificare un corso d acqua significa certamente restuirgli un maggior valore ambientale, ristabilendo la funzionalità dei processi naturali che vi si svolgono, ma comporta anche il ripristino di condizioni più desiderabili sotto altri aspetti più direttamente antropici, quali la sicurezza idraulica o la disponibilità idrica. Per gli scopi settoriali del presente strumento la riqualificazione deve soprattutto saper coniugare gli obiettivi più strettamente ambientali con quelli legati alla valorizzazione della valenza ricreativa e fruitiva dei corsi d acqua (percorsi d accesso, posteggi, sentieristica, aree di sosta, ecc.). In quest ottica il processo di riqualificazione non si limita all alveo bagnato ma si estende all intero corridoio fluviale e, per alcune finalità, anche al piano fondamentale della campagna. Da ciò deriva la necessità di un ampia articolazione delle misure di intervento previste sulle componenti ambientali, che, proprio per la tensione ad una polifunzionalità di risultati, non potevano essere ricondotte a schemi eccessivamente semplificati Le misure ambientali come risposta alle pressioni La diversificazione dei fattori di pressione che comprimono le potenzialità ecologiche delle acque investite dal Piano ha reso necessario individuare un ampia gamma di interventi ambientali utili a mitigare o risolvere le attuali criticità. Un quadro di sintesi delle risposte che le azioni di piano sono in grado di offrire rispetto alle pressioni rilevate è presentato nella seguente Tabella 5.4. Tabella 5.4- risposte delle azioni di piano ai fattori di alterazione ambientale individuati MISURE DI PIANO RIVOLTE ALLE COMPONENTI AMBIENTALI RISPOSTE AI FATTORI DI ALTERAZIONE AMBIENTALE Misure non strutturali Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali A, C, O, P, Q Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche B, C, D, F, G, H, O Gestione pubblica del demanio idrico A, C, E, M, P, Q Convenzionamento di terreni A, C, E, M, P, Q Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni A, B, C, D, F, G, H Rilascio di deflussi compatibili F, G Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico F, G, H, R Riduzione di apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici L Riduzione di apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola N Controllo degli apporti inquinanti provenienti da acque reflue industriali I Indirizzi per le compensazioni A, B, C, E, O, P, Q 55

60 Innesco della libera evoluzione MISURE DI PIANO RIVOLTE ALLE COMPONENTI AMBIENTALI Creazione di aree inondabili e di margine Creazione di aree umide fitodepuranti Misure strutturali Interventi di contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di massi e di detriti legnosi grossolani Creazione di raschi e letti di frega Passaggi per pesci Interventi sulla vegetazione ripariale RISPOSTE AI FATTORI PREVALENTI DI ALTERAZIONE AMBIENTALE A, C, 0, P, Q A, C, E, 0, P, Q I, L, M, N I, L, M, N O O, E A, B, C, O A, B, C, O A, B, C, O B B, E, O, P, Q 5.3 Interventi sulle componenti faunistiche e sulla pesca Tradizionalmente, l attività di tutela della fauna ittica si compone di interventi che agiscono direttamente o indirettamente sulle comunità di pesci. Rientrano in queste categorie sia le varie forme di disciplina della pesca sia i ripopolamenti, cioè le principali azioni che storicamente e diffusamente sono state esercitate nel settore da pubbliche amministrazioni ed associazioni. Una gestione incentrata esclusivamente o prevalentemente su questi strumenti non consente di cogliere risultati apprezzabili, con l eccezione delle rare realtà in cui il prelievo possa rappresentare un sensibile fattore di pressione sulla comunità ittica ospitata. Attualmente, sulle acque provinciali non si riscontrano situazioni dove gli obiettivi del Piano possano essere perseguiti ricorrendo solamente alla regolamentazione della pesca o alle immissioni, azioni che ovunque vanno associate al ricorso più o meno ampio ad altre misure di intervento. Come per le componenti ambientali, anche gli interventi sulle componenti faunistiche e sul prelievo sono distinti in misure non strutturali e strutturali, le prime riferite ad azioni di tipo regolamentare o autorizzativo e le seconde che comprendono attività che agiscono direttamente sulle comunità animali. Le misure strutturali, in particolare, si compongono dei tradizionali interventi attivi esercitati direttamente sui pesci e comprendono, inoltre, azioni di controllo selettivo a carico di uccelli ittiofagi Regolamentazione della pesca Il Piano non individua significative innovazioni relative alla disciplina della pesca. Riguardo agli aspetti più direttamente connessi alla salvaguardia delle specie ittiche di interesse conservazionistico, tuttavia, prevede l introduzione del divieto assoluto di cattura, sull intero territorio provinciale, della lampreda padana, del cobite comune, del cobite mascherato, del panzarolo e dello spinarello. Queste tutele si associano a quelle già in vigore e che riguardano il barbo canino (divieto assoluto di cattura), la savetta (misura minima), la lasca (periodo di divieto di cattura e misura minima), il pigo ed il barbo (misura minima superiore a quella determinata dalla disciplina regionale). Nel complesso, quindi, le precauzioni adottate nei confronti di una possibile incidenza negativa dovuta a fenomeni di sovrappesca sono estremamente rigorose. 56

61 5.3.2 Immissione di ittiofauna Da decenni ormai si registra una diffusa e progressiva contrazione delle comunità ittiche e per questo una delle forme di gestione ricorrente è rappresentata dai cosiddetti ripopolamenti. In realtà con questo termine si descrivono pratiche molto differenti per motivazioni e modalità esecutive, riconducibili a due categorie fondamentali: interventi a sostegno di popolazioni ittiche ed azioni di promozione della pesca facilitata. I ripopolamenti con finalità conservazionistiche prevedono l impiego di specie vulnerabili o minacciate, mentre per quelli che rispondono alla domanda di prelievo si utilizzano specie di interesse pescatorio. Al momento, l unica specie immettibile per finalità di pura conservazione è lo storione cobice, la cui pesca è vietata. Va tuttavia rilevato che per la quasi totalità dei taxa sensibili non esistono forme di allevamento a scopo commerciale e che le uniche esperienze di riproduzione artificiale di qualche specie sono effettuate all interno di strutture pubbliche o a scopo di ricerca. La prevalenza dei ripopolamenti effettuati dalla Provincia e dalle Associazioni si riduce a sostenere specie ittiche ad ampissima distribuzione. Nella pratica, gli esiti ottenuti raramente corrispondono alle aspettative e agli sforzi prodotti, particolarmente se sul declino della specie ittica interessata non incidono fenomeni di sovrappesca; questo per la rilevanza dei fattori potenzialmente condizionanti, che spesso vengono trascurati o che non possono essere realisticamente governati. In sintesi, l esperienza fa ritenere che nella grande prevalenza dei casi i ripopolamenti non producano esiti apprezzabili sul declino delle specie ittiche, se non nei primissimi periodi successivi all immissione, a causa di condizioni ambientali complessivamente sfavorevoli. E evidente la difficoltà di definire rigorosi criteri attuativi dei ripopolamenti finalizzati a sostenere popolazioni ittiche; le numerose variabili potenzialmente condizionanti e gli ampi margini di indeterminazione che le caratterizzano rendono molto elevato il rischio di insuccesso. Inoltre, quasi sempre i possibili benefici non sono commisurati ai costi sostenuti, sia in termini prettamente economici sia in relazione all impiego di risorsa umana. Pertanto la pianificazione si prefigge il sostanziale ridimensionamento del ruolo assegnato a questi interventi, che verrà operato direttamente per quanto riguarda la programmazione pubblica e indirettamente per quanto riguarda gli altri possibili soggetti attuatori. Questi ultimi sono sostanzialmente rappresentati dai titolari delle esclusive di pesca e delle gestioni particolari, comunque tenuti al rispetto dei criteri e delle prescrizioni Provinciali. Nella pratica, il Piano prevede che nelle acque di pianura a nord del Po le specie utilizzabili siano lo storione cobice, la trota marmorata, il temolo, il luccio, l anguilla, il pesce persico, la carpa e la tinca, mentre nelle acque dell Oltrepò montano la sola trota fario. Nelle acque appenniniche di fondovalle e di pianura la tutela delle comunità ittiche residenti non contempla l esecuzione di ripopolamenti. La programmazione provinciale prevederà l esecuzione di ripopolamenti esclusivamente in acque di pregio ittico o di pregio potenziale ed in localizzazioni interessate da progetti di riqualificazione ambientale. Gli interventi andranno programmati singolarmente e ciascuna previsione interesserà un distinto tratto discreto di corso d acqua puntualmente individuato; il tratto sarà riferito ad almeno una stazione di campionamento su cui siano state effettuate caratterizzazioni della comunità ittica ospitata, valutazioni anche speditive della qualità biologica e determinazioni quantomeno della temperatura e dell ossigeno disciolto. Successivamente alle semine gli esiti delle immissioni andranno verificati con almeno un ulteriore campionamento svolto sulla medesima stazione, anche selettivo rispetto alla specie ittica 57

62 interessata. Fanno eccezione a questi criteri gli eventuali interventi a sostegno dello storione cobice e dell anguilla, per cui, ferma restando la valutazione di idoneità di base dei siti di immissione, il monitoraggio degli esiti dei ripopolamenti andrà eseguito, laddove possibile, ad una scala spaziale di riferimento più ampia rispetto al tratto di corso d acqua ripopolato. Per l altra categoria di immissioni, quelle finalizzate alla promozione della pesca facilitata, la programmazione degli interventi è molto meno complessa. Le uniche condizioni che il Piano pone all immissione di pesci adulti pronta cattura sono quelle relative all utilizzo di specie consentite e alla necessità di non determinare ulteriori squilibri delle comunità indigene. Le semine potranno essere effettuate utilizzando la trota fario, la trota iridea, il salmerino di fonte, la carpa e la tinca. In merito alla possibilità di impiego di alcune specie alloctone, si ritiene che la loro qualificazione come non dannose ad opera del D.T.R. consenta di superare la previsione generale del D.P.R. 357/1997 che vieterebbe l introduzione, la reintroduzione e il ripopolamento di specie non autoctone 10 ; questa norma, teoricamente, inibirebbe anche pratiche molto comuni come le immissioni della carpa e della trota iridea (la prima introdotta da antichissima data e la seconda da più di un secolo) ampiamente utilizzate per la promozione della pesca facilitata. Ovviamente, nell impiego delle specie alloctone non dannose andranno valutate le potenziali interferenze con le dinamiche delle popolazioni dei taxa di interesse conservazionistico, con particolare riguardo agli ambienti più sensibili e caratterizzati da un buon grado di isolamento dalla restante parte del reticolo idrografico; per salmerino di fonte e trota iridea, inoltre, i quantitativi immettibili dovranno essere commisurati all effettiva pressione locale di pesca, così da favorire un pronto prelievo Rimozione di specie ittiche interferenti Il Documento Tecnico Regionale riporta che nei corpi idrici in cui la presenza di una specie alloctona indesiderata costituisce un grave fattore di squilibrio del popolamento ittico preesi-stente una valida opzione gestionale può essere rappresentata dai prelievi selettivi mirati alla cattura della specie indesiderata. I prelievi selettivi, che non costituiscono attività di pesca ai sensi di legge, sono autorizzati dalle Province e sono effettuati con gli attrezzi che garantiscono la massima efficacia possibile, in relazione alla specie oggetto di cattura e alla tipologia del corpo idrico considerato (reti a grande cattura, pesca subacquea, ecc.). La effettua dal 1993 interventi di contenimento del siluro. Le azioni di controllo selettivo del siluro continueranno a rappresentare un attività di gestione ordinaria della Provincia e dei suoi principali partners istituzionali, con un intensità degli interventi che sarà funzione dell operatività disponibile. Al momento, non pare necessario ipotizzare azioni mirate a carico di altre specie esotiche, fermo restando che nel corso dell attività di controllo del siluro verrà attuato anche quello dell aspio. Uniche eccezioni potranno essere rappresentate da alcune situazioni minori in condizioni di relativo isolamento (teste di fontanile, porzioni superiori di piccoli corpi idrici, ecc.) particolarmente vocate alla tutela di alcune specie di interesse conservazionistico (cobite mascherato, panzarolo, lampreda padana, spinarello); qui potranno essere previsti interventi capillari di rimozione sia degli esotici sia di esemplari di specie indigene ad ampia distribuzione e di potenziale interferenza (anguilla, luccio, cavedano, pesce persico). Inoltre, 10 Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone. (D.P.R. 8 settembre 1997, n art. 12, 3 comma) 58

63 saranno sistematicamente rimossi tutti gli esotici dannosi ai sensi del D.T.R. che verranno catturati durante operazioni di censimento o di cattura di riproduttori e comunque ogniqualvolta si effettueranno interventi mediante elettropesca Controllo selettivo di specie di uccelli ittiofagi Tra le numerose ragioni di diminuzione della fauna ittica, nell ultimo ventennio ha assunto un ruolo decisivo il prelievo operato da uccelli ittiofagi, cormorani ed ardeidi, con una netta prevalenza per i primi. Nella nostra provincia, i cormorani sono tipicamente svernanti, ma il numero degli esemplari nidificanti è in progressivo incremento. L impatto dovuto alla loro predazione ha determinato il tracollo delle popolazioni di Ciprinidi reofili dei grandi fiumi, dove gli effetti sono stati amplificati dalla concomitante diffusione del siluro. La situazione attuale è tale da vanificare ogni sforzo prodotto per incrementare il patrimonio ittico, perché all aumento della presenza di pesci ottenuto con programmi di riqualificazione fa immediato riscontro un intensificarsi della frequentazione e della conseguente predazione da parte dei cormorani. Riguardo al ruolo degli ardeidi, la predazione è operata prevalentemente dall airone cenerino, presente diffusamente e stabilmente in provincia, e dall airone bianco maggiore, di passo invernale. La predazione sui pesci da parte degli aironi, da sempre presenti nella pianura pavese, è aumentata negli ultimi anni per la parallela riduzione degli ambienti abitualmente impiegati per l alimentazione, cioè risaie tradizionali e zone umide. Alla luce di tutto ciò, il Piano reputa irrinunciabile una mitigazione delle interferenze determinate dalla presenza di uccelli ittiofagi, che di per sé possono compromettere la praticabilità degli obiettivi anche locali del Piano. La rilevanza specifica di questa criticità è stata colta dall odierna legislazione, che prevede che la provincia, al fine di tutelare specie ittiche autoctone, interviene con azioni mirate atte a contenere le specie animali predatrici dell ittiofauna nel caso queste provochino danni all equilibrio biologico del popolamento ittico. Successivamente, anche il Documento tecnico regionale per la gestione ittica ha trattato questo argomento, includendo l aumento degli uccelli ittiofagi tra le cause delle trasformazioni del popolamento ittico lombardo, stabilendo che le Carte Ittiche provinciali, nell individuare le interferenze con le dinamiche delle popolazioni ittiche autoctone, debbano fare particolare riferimento anche alla presenza di avifauna ittiofaga e riportando tra le azioni di gestione faunistica opportune o necessarie per il conseguimento degli specifici o- biettivi dei piani ittici anche quelle concernenti il controllo selettivo di specie di avifauna ittiofaga. Lo stesso Documento riporta poi che per salvaguardare le popolazioni ittiche presenti nei corpi idrici frequentati da uccelli ittiofagi possono essere utilizzati due tipi di interventi: messa in opera di dissuasori acustici e/o visivi in corrispondenza dei siti di maggiore attrattiva (dormitori notturni e aree di sosta diurna) oppure abbattimento degli individui. La fauna ittica sottoposta a predazione da parte dei cormorani appartiene prevalentemente a specie che non sono oggetto di allevamento, quindi prive di un prezzo di mercato. Peraltro, molte di queste specie costituiscono entità faunistiche di interesse conservazionistico, in quanto endemiche o comunque vulnerabili (savetta, lasca, alborella, triotto, pigo, barbo comune, barbo canino, trota marmorata, temolo) ed il loro valore, così come quello del cormorano, è fondamentalmente riconducibile a interessi di ordine scientifico, culturale e sociale. 59

64 Il Piano Ittico individua tra le azioni di gestione faunistica necessarie per il conseguimento degli specifici obiettivi il contenimento localizzato del cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis) e, limitatamente ad alcuni piccoli corsi d acqua dell Oltrepò montano, dell airone cenerino (Ardea cinerea); inoltre, valutate le possibili metodologie adottabili, prevede che questo contenimento venga attuato mediante abbattimento selettivo degli esemplari delle due specie presenti nei siti di intervento, per ineludibili esigenze di razionalità. Questo tipo di azione, che esula dalle comuni pratiche di gestione della fauna ittica, è disciplinata dalla parallela legislazione sulla tutela della fauna selvatica omeoterma, le cui norme di riferimento sono la legge cornice 157/1992 ed il suo recepimento regionale, la l.r 26/1993. Quest ultima prevede che le Province, per una serie di motivazioni, tra cui la tutela delle produzioni ittiche, provvedano al controllo delle specie di fauna selvatica o inselvatichita anche nelle zone vietate alla caccia; dispone poi che questo controllo vada esercitato selettivamente e di norma utilizzando metodi ecologici, su parere dell ISPRA (ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica). Nel caso in cui questo Istituto verifichi l inefficacia di questi metodi, le Province predispongono piani di abbattimento, che vanno attuati dal loro personale dipendente addetto alla vigilanza venatoria con la possibile collaborazione di una pluralità di soggetti qualificati. Riguardo a queste previsioni normative, va considerato che l Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi ISPRA) ha già preso atto in più province lombarde della sostanziale inefficacia dei metodi di controllo del cormorano basati sulla dissuasione, che non hanno condotto agli esiti desiderati e a cui sono succeduti piani di abbattimento. In sintesi, con questo tipo di controllo selettivo a carico del cormorano si intendono assicurare a modeste e definite porzioni del reticolo idrografico provinciale condizioni idonee a sostenere comunità ittiche diversificate e composte da popolazioni adeguate per densità e struttura sia all ecologia delle specie interessate sia alle potenzialità ambientali. Queste porzioni saranno la sede prevalente delle azioni di tutela dell ittiofauna promosse e svolte dalla, rivolte in primo luogo alla conservazione dei taxa minacciati o vulnerabili; i piani di abbattimento saranno infatti limitati a realtà oggetto di programmi complessivi di riqualificazione e caratterizzate dalla presumibile efficacia degli sforzi operativi prodotti. Le ineludibili cautele circa la protezione del cormorano saranno fondate sulla localizzazione dei siti di intervento, preferenzialmente distanti dai principali dormitori, e sulla loro limitazione ad un massimo del 10% delle superfici bagnate potenzialmente idonee alla presenza e all alimentazione della specie. Ovviamente, tutti i dati numerici relativi agli abbattimenti di cormorani andranno registrati e resi disponibili agli organismi competenti per il monitoraggio del suo status. Non verrà attuato il controllo selettivo su nessuno dei grandi fiumi pavesi, cioè il Po, il Ticino e il Sesia, per una serie di motivazioni. La dimensione di questi corsi d acqua e dei loro ambiti golenali e il numero di dormitori e posatoi presenti fa sì che gli interventi operativi risulterebbero estremamente onerosi e che le valutazioni sui loro esiti potrebbero risultare molto meno oggettive che altrove; inoltre, il numero di uccelli ittiofagi che occorrerebbe abbattere per ottenere sensibili risultati sulle comunità ittiche di questi ambienti sarebbe ben più rilevante di quello necessario per realtà di dimensioni più ridotte e distanti decine di chilometri dai principali dormitori; infine, il numero di aree protette e di siti appartenenti alla rete europea Natura 2000 che interessano i grandi fiumi è tale da rendere estrememente inopportune pratiche potenzialmente interferenti con le già difficili politiche di tutela promosse in questi ambiti. 60

65 Il controllo selettivo verrà quindi esercitato su corsi d acqua di interesse ittico appartenenti al reticolo intermedio e minore, sia in pianura sia nell appennino, in tratti definiti; questi ultimi saranno caratterizzati dalle buone condizioni ecologiche, da ottenere anche con preventive misure di intervento sulle componenti ambientali e utili a ripristinare i requisiti di qualità chimico-fisica e biologica e di diversificazione in microambienti necessari per le specie ittiche che si intendono favorire. In merito al controllo selettivo a carico dell airone cenerino, si è già detto che questo sarà programmato esclusivamente in realtà minori della zona montana dell Oltrepò pavese; queste ultime sono tutte precluse ad ogni forma di pesca ed interessate da misure di sostegno alla presenza della trota fario basate sulla riproduzione artificiale di esemplari selvatici svolta nell Incubatoio Provinciale di Menconico. Fatta eccezione per alcune alterazioni della struttura degli alvei, costituite da opere trasversali di regimazione idraulica, mostrano eccellenti condizioni ecologiche, testimoniate dalla scarsa antropizzazione dei sottobacini drenati e dall elevata qualità idrochimica e biologica. Anche qui il controllo non potrà fondarsi sulla dissuasione, assolutamente improponibile in situazioni ambientali caratterizzate dalla difficile accessibilità, ma prevederà l abbattimento selettivo di un esiguo numero di esemplari presenti. Nel caso si assistesse a una rapida riproposizione della frequentazione da parte di ulteriori aironi andranno valutate sia l efficacia di questa modalità di controllo sia la sua compatibilità con i livelli di protezione desiderati per la specie ornitica in questione. In questo senso, va precisato che ha in essere forti politiche di intervento a favore degli ardeidi condotte sulla sua intera porzione di pianura a far tempo dall ultimo ventennio del secolo scorso; queste politiche consistono nella gestione attiva di una pluralità di garzaie, che coincidono con altrettante riserve o monumenti naturali istituiti ai sensi della l.r. 86/1983 e in massima parte corrispondenti a siti appartenenti alla rete europea Natura Su tutte queste vengono ordinariamente condotti monitoraggi della presenza e della nidificazione degli aironi e ciò consentirà una costante verifica interna di possibili riflessi negativi dell attività di contenimento, anche in considerazione del fatto che il Settore Faunistico-Naturalistico Provinciale riunisce in sé tutte le unità organizzative coinvolte. In ogni caso, gli eventuali interventi di contenimento che dovessero interessare Siti appartenenti alla Rete Natura 2000 verranno debitamente programmati e definiti nelle modalità e nei tempi di attuazione con i rispettivi Enti Gestori, così da escludere incidenza negativa sulle entità oggetto di protezione. 61

66 6 L AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO 6.1 Ambito di influenza spaziale Il Piano prevede l adozione di molteplici e differenti misure di intervento, ciascuna con il proprio ruolo funzionale al raggiungimento di obiettivi di tutela ed incremento della fauna ittica, di conservazione e miglioramento degli ecosistemi acquatici e di sostegno e promozione delle diverse forme di pesca dilettantistica. Le linee di azione individuate riflettono il numero e la complessità dei fattori che possono condizionare il raggiungimento dei risultati attesi; questi fattori sono ampiamente diffusi sul territorio e la loro distribuzione interessa in diversa misura la grande prevalenza dei corpi idrici analizzati. L ottenimento di risultati di rilievo in termini di conservazione e sensibile incremento delle specie ittiche autoctone non può prescindere dalla possibilità di governare almeno localmente il complesso di queste interferenze, nella consapevolezza che la mancata mitigazione di una sola criticità potenzialmente condizionante può pregiudicare gli esiti finali degli altri sforzi prodotti. In questi processi sono quasi sempre coinvolti un gran numero di attori, istituzionali e non, e ciò non facilita la concretizzazione di programmi di gestione e riqualificazione che per risultare efficaci devono essere coerenti, articolati e condivisi. Tutto questo rende problematico predeterminare la dimensione spaziale di molte delle singole previsioni attuative del piano, che per assumere significato necessitano del concorso di altri irrinunciabili interventi. Inoltre, per razionalizzare gli interventi, sarà opportuna una priorizzazione delle localizzazioni attuative che prescinda dalla loro collocazione geografica nel contesto provinciale e privilegi invece la possibilità di una forte concentrazione delle azioni; la praticabilità della pluralità delle misure localmente necessarie assicura infatti a ciascuna di esse un valore aggiunto, dato dalla valorizzazione degli effetti sinergici. La gran parte delle specie ittiche di interesse conservazionistico può trovare ambienti vocazionali in una vasta gamma di localizzazioni, e ciò rappresenta un opportunità che non può essere trascurata. Pur riconoscendo la necessità di ricercare un omogenea distribuzione sul territorio delle azioni di tutela e riqualificazione, non pare corretto che eventuali evidenti potenzialità debbano essere penalizzate dalla prossimità di altri siti interessati da interventi. In linea generale, saranno oggetto di attenzione da parte della Provincia le sollecitazioni ad attuare azioni di Piano cui si associno adeguate manifestazioni di interesse e disponibilità alla corresponsabilizzazione da parte dei principali attori locali, con particolare riferimento ai Comuni, ai Consorzi di bonifica e alle società di pescatori affiliate alla F.I.P.S.A.S.; a queste sollecitazioni potranno conseguire specifiche progettazioni di ambito per la cui realizzazione verranno promosse adeguate forme di condivisione e partecipazione. Ogni scala dimensionale potrà essere ritenuta meritevole di intervento, dal recupero della testa di un fontanile o di una lanca alla riqualificazione di un ampio tratto di corso d acqua, purché adeguata a conseguire concreti obiettivi di ordine faunistico e/o fruitivo e sostenuta da una reale aggregazione di interessi. La Provincia, per parte sua e nei limiti delle sue possibilità, si adopererà per coordinare e sostenere al meglio la progettualità locale e orienterà il suo impegno tecnico, operativo ed economico nelle medesime localizzazioni. In questo senso il Piano può essere letto come un libro delle possibilità, che tenta di descrivere al meglio quali risultati potrebbero essere ottenuti in diverse realtà territoriali con l attuazione di azioni dedicate; queste azioni appartengono alla sfera delle attribuzioni di 62

67 una pluralità di soggetti e possono corrispondere alle aspirazioni di frazioni più o meno ampie delle comunità locali. Nel rispetto degli attuali modelli di governance basati sulla programmazione negoziata, l aggregazione degli interessi, la condivisione degli obiettivi e delle modalità di intervento e la compartecipazione degli attori a vario titolo coinvolti sono requisiti irrinunciabili per la praticabilità delle strategie prefigurate e rappresenteranno quindi il principale elemento di orientamento delle scelte attuative. 6.2 La mappa degli Attori La partecipazione e il coinvolgimento di differenti attori sono elementi decisivi sia per l attuazione del Piano sia per il processo di VAS intrapreso. Nelle tabelle che seguono sono riportati le aree tematiche di interesse del sistema attoriale coinvolto dal Piano e dalla VAS ed un approfondimento relativo alle azioni prefigurate dal Piano stesso. Tabella 6.1- Aree tematiche interessate dal Piano Ittico e relativi Attori AREA TEMATICA SOGGETTI Governo del territorio e gestione Tutela qualitativa e quantitativa Gestione irrigazione e bonifica e Interventi sulla fauna e disciplina idraulica usi agricoli dei suoli della pesca A.R.P.A. - Dipartimento di Pavia X X Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) X Associazioni Agricole X X X Associazioni ambientaliste X X X X Associazioni dei pescatori X Autorità dell Ambito Territoriale Ottimale X Autorità di Bacino del Fiume Po X X X Comuni X X X Comunità Montana dell'oltrepò Pavese X X Consorzi di Irrigazione e Bonifica X X X X Consorzio del Parco Lombardo della valle del Ticino X X X X Istituto Nazionale della Fauna Selvatica X Province X X X X - Agenda 21 Provinciale X X X - Settore Agricoltura X X X - Settore Lavori Pubblici X - Settore Risorse naturali X X X - Settore Turismo X X X - Settore Territorio X X X Regione Lombardia - D.G. Agricoltura X X X Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente X X X Regione Lombardia - D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile X X X Regione Lombardia - D.G. Territorio e Urbanistica X X Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia X X X Soggetti gestori Siti Natura 2000 X X X X 63

68 Tabelle 6.2- individuazione del potenziale ruolo dei differenti attori rispetto all attuazione delle azioni di piano Individuazioni e designazioni Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Elabora le proposte e provvede all iter Attore principale Faunistico-Naturalistico di approvazione Alle individuazioni e designazioni corrispondono la dichiarazione della rilevanza ambientale dei corpi idrici interessati Alcune designazioni sono effettuate dal. Settore Compartecipazione PI in virtù del suo rango di Piano di settore Territorio diretta del PTCP, cui assicura maggior articolazione dei contenuti di tutela Gran parte dei corpi idrici individuati corrisponde a realtà già assoggettate a vincolo paesistico o appartenenti alla Tutti gli attori e gli stakeholders sono diretta- rete ecologica provinciale Alle individuazioni e designazioni corrispondono la dichiarazione della rilemente interessati alle individuazioni e designazioni, in quanto queste vanza ambientale dei corpi idrici interessati, con possibili ed auspicabili ri- Comuni ultime definiscono l'insieme degli oggetti su cui percussioni sulla pianificazione comunale interverranno le successive misure Alcune individuazioni e designazioni Regione Lombardia - D.G. sono operate in virtù delle previsioni Reti e Servizi di Pubblica del PTUA e parte dei corpi idrici di interesse ittico coincide con corsi d'acqua Utilità e Sviluppo Sostenibile significativi o a specifica destinazione Interesse d'uso. Le individuazioni e designazioni definiscono - Settore Turismo un insieme di corpi idrici che alla rilevanza ambientale associano potenzialità fruitive Gran parte dei corpi idrici individuati Regione Lombardia - D.G. Territorio e Urbanistica corrisponde a realtà già assoggettate a vincolo paesistico o appartenenti a sistemi ecologici di rilievo regionale 64

69 Misure non strutturali sulle componenti ambientali Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Comuni Consorzio del Parco Lombardo della valle del Tici- funzioni di tutela paesistica Soggetti competenti per l'esercizio delle Attore principale no Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) Regione Lombardia - STER Comuni Consorzi di Irrigazione e Compartecipazione Concorrono, in qualità di autorità idrauliche, alla definizione delle fasce di mobilità entro cui tutelare i corsi d acqua promuovendone la libera divagazione. Bonifica diretta Le modalità di esercizio della tutela paesistica Sono comunque coinvolti - Settore Territorio degli elementi costitutivi vinco- tutti gli attori istituzionali lati per legge attengono alla Pianificazione e i settori del pubblico a territoriale Provinciale vario titolo interessati Regione Lombardia - D.G. Possono prevedere azioni compensative alla tutela e alla gestione Agricoltura dei condizionamenti imposti ai titolari dei corpi idrici e alla protezione e all'incremento Facilitazione - Settore delle aree agricole poste in fregio ai Agricoltura corpi idrici della fauna ittica. La misura di intervento, comportando l'ampliamento delle fasce di pertinenza Associazioni Agricole dei corsi d'acqua, determina la possibile perdita dell'utilizzabilità dei suoli a fini Interesse produttivi. L'azione, se esercitata su frazioni significative del reticolo idrografico, può determinare sensibili miglioramenti della Autorità di Bacino del Fiume Po funzionalità idraulica ed ecologica degli alvei. 65

70 Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Promuove l azione; valuta la compatibilità di interventi attuati sulle acque in-. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico dividuate e designate Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) In qualità di autorità idrauliche provvedono a programmare, progettare, auto- Regione Lombardia - STER Compartecipazione diretta rizzare o eseguire interventi conformi Comuni alla regolamentazione introdotta. Consorzi di Irrigazione e Bonifica Comunità Montana dell'oltrepò Pavese Conformano le proprie eventuali previsioni di intervento alla regolamentazio- Sono comunque coin- Facilitazione - Settore Lavori Pubblici ne introdotta volti tutti gli attori i- stituzionali e i settori La compatibilizzazione degli interventi del pubblico a vario di governo idraulico dei corsi d acqua - Settore Territorio tutela e alla gestione titolo interessati alla di interesse ambientale svolge un ruolo direttamente correlato alla loro tutela dei corpi idrici e alla paesistica protezione e all'incremento Regione Lombardia - D.G. della fauna Territorio e Urbanistica ittica. L'azione può concorrere a migliorare la - Settore Risorse naturali funzionalità idraulica, ecologica e paesaggistica degli alvei Autorità di Bacino del Interesse Fiume Po La disciplina provinciale introdotta può concorrere al raggiungimento degli o- Regione Lombardia - D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile biettivi di qualità ambientale perseguiti dal PTUA; le previsioni normative possono essere fatte proprie, anche in parte, dalla regolamentazione regionale della tutela degli ecosistemi acquatici da emanarsi ai sensi della l.r. 26/

71 Gestione pubblica del demanio idrico Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Comuni Consorzio del Parco Lombardo della valle del Ticinqualificazione Possono richiedere in concessione superfici appartenenti al demanio idrico per la realizzazione di interventi di ri- ambientale; la Provincia Attore principale completa la ricognizione e la cartografazione delle superfici demaniali e rende disponibili le informazioni agli altri soggetti Sono comunque coinvolti tutti gli attori Concede le pertinenze demaniali e può Regione Lombardia - Facilitazione prevedere percorsi tecnicoamministrativi che agevolino l azione del pubblico a vario istituzionali e i settori STER Parco fluviale del Po e Possibili promotori di una progettualità titolo interessati alla dell'orba integrata sulle superfici demaniali e- tutela e alla gestione Compartecipazione diretta xtraprovinciali confinanti con quelle pavesi protezione e all'in- dei corpi idrici e alla Province confinanti - Settore L'azione può concorrere alla costruziocremento della fauna Territorio ne della rete ecologica provinciale ittica. L'azione può favorire la creazione di - Settore Turismo elementi di attrazione distribuiti sul Interesse territorio La gestione pubblica del demanio idrico Autorità di Bacino del può concorrere a mitigare criticità diffuse Fiume Po a livello di bacino e ad attuare la pianificazione dell'autorità. Convenzionamento di terreni Area tematica: 3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove ed attua l'azione Comuni Associazioni dei pescatori Sviluppano programmi di intervento integrati con quelli della Provincia Sono comunque coin- tutti gli attori i- Compartecipazione direttaconcorrono con la Provincia alla defini-voltzione Associazioni Agricole delle modalità di convenziona- stituzionali e i settori mento del pubblico a vario Regione Lombardia - D.G. titolo interessati alla Agricoltura Promuovono l'affinamento delle politiche agricole dei corpi idrici e alla tutela e alla gestione Facilitazione - Settore Agricoltura protezione e all'incremento - Settore della fauna L'azione può concorrere alla costruzio- Territorio ne della rete ecologica provinciale ittica. Interesse L'azione può favorire la creazione di - Settore Turismo elementi di attrazione distribuiti sul territorio 67

72 Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Area tematica: 2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Faunistico-Naturalistico Attore principale Promuove ed attua l'azione Regione Lombardia STER Adeguano i disciplinari di concessione delle derivazioni idriche o Compartecipazione diretta emanano prescrizioni transitorie - per le utenze in regime di autorizzazione provvisoria Settore Risorse naturali Sono comunque coinvolti tutti gli Soggetti che concorrono alla razionalizzazione e alla sostenibilità attori istituzionali e i settori del pubblico a vario titolo Consorzi di Irrigazione degli usi delle acque nonché titolari di concessioni di derivazione o Compartecipazione diretta e interesse e Bonifica interessati alla tutela e alla gestione di utenze idriche comunque in atto dei corpi idrici e Regione Lombardia - Settore regionale competente in alla protezione e D.G. Reti e Servizi di tema di disciplina degli usi delle all'incremento della fauna ittica. Pubblica Utilità acque Rappresentanti dei titolari della Associazioni Agricole Interesse gran parte delle utenze idriche presenti in provincia Soggetto competente in materia A.R.P.A. - Dipartimento di Pavia di valutazione delle caratteristiche di qualità ambientale delle acque Affinamento degli strumenti di politica agricola Area tematica: 1-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Regione Lombardia - D.G. Attore principale Promuove ed attua l'azione Agricoltura - Settore Agricoltura borazione degli specifici contenuti Concorre con la DG Agricoltura all'ela- Compartecipazione diretta Regione Lombardia - D.G. Territorio e Urbanistica Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- - Settore Territorio politiche territoriali L'azione può attivare sinergie con le stituzionali e i settori Autorità di Bacino del del pubblico a vario Fiume Po titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. Interesse tutela e alla gestione Reti e Servizi di Pubblica L'azione può attivare sinergie con le dei corpi idrici Utilità politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua - Settore Risorse naturali - Settore Turismo L'azione può attivare sinergie con le politiche di promozione della frequentazione degli spazi rurali 68

73 Rilascio di deflussi compatibili Area tematica: 2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Faunistico-Naturalistico Attore principale Gestori di aree protette e Promuovono e attuano l'azione siti Natura 2000 Regione Lombardia - Adeguano i disciplinari di concessione STER delle derivazioni idriche o Compartecipazione diretta emanano prescrizioni transitorie - per le utenze in regime di autorizzazione provvisoria coinvolti tutti gli Sono comunque Settore Risorse naturali Concorrono alla razionalizzazione attori istituzionali e e alla sostenibilità degli usi delle i settori del pubblico a vario titolo in- Consorzi di Irrigazione e Compartecipazione diretta e interesse acque; titolari di concessioni di Bonifica derivazione o di utenze idriche teressati alla tutela comunque in atto e alla gestione dei Regione Lombardia - corpi idrici e alla Settore regionale competente in D.G. Reti e Servizi di protezione e all'incremento della fau- tema di disciplina degli usi delle Pubblica Utilità e Sviluppo acque Sostenibile na ittica Rappresentanti dei titolari della Associazioni Agricole Interesse gran parte delle utenze idriche presenti in provincia Soggetto competente in materia A.R.P.A. - Dipartimento di Pavia di valutazione delle caratteristiche di qualità ambientale delle acque Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Area tematica: 2-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Facilitazione Promuove l azione Faunistico-Naturalistico AIPO Regione Lombardia. STER In qualità di autorità idrauliche provvedono ad autorizzare attività conformi Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Comuni Attore principale Consorzi di Irrigazione e alla regolamentazione introdotta. stituzionali e i settori Bonifica del pubblico a vario La disciplina provinciale può concorrere titolo interessati alla al raggiungimento degli obiettivi di Regione Lombardia - D.G. tutela e alla gestione qualità ambientale perseguiti dal PTUA; Reti e Servizi di Pubblica dei corpi idrici e alla le sue previsioni possono essere fatte Utilità e Sviluppo Sostenibile Interesse cremento della fauna protezione e all'in- proprie dalla regolamentazione regionale della tutela degli ecosistemi acquatici ittica. da emanarsi ai sensi della l.r. 26/2003 Soggetto competente in materia di A.R.P.A. - Dipartimento di valutazione delle caratteristiche di Pavia qualità ambientale delle acque 69

74 Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Area tematica: 2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note - Settore Risorse naturali Promuovono la valutazione degli effetti Attore principale degli scarichi pubblici sui sistemi naturali tutelati Autorità dell ATO della provincia di Pavia Soggetto competente in materia di di- Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- valutazione delle caratteristiche di qualità ambientale delle acque stituzionali e i settori Possibile incentivazione al riutilizzo indiretto dei reflui nelle reti artificiali o del pubblico a vario titolo interessati alla sostegno alla realizzazione di ecosistemi filtro tutela e alla gestione dei corpi idrici e alla Titolari di reti artificiali potenzialmente protezione e all'incremento della fauna idonee al riutilizzo indiretto di reflui Settore regionale competente in tema di ittica. tutela delle caratteristiche qualitative delle acque L'azione può concorrere al conseguimento degli obiettivi di qualità definiti per il Po A.R.P.A. - Dipartimento di Compartecipazione Pavia retta Regione Lombardia - D.G. Facilitazione Agricoltura Consorzi di Irrigazione e Bonifica Regione Lombardia - D.G. Reti e Servizi di Pubblica Interesse Utilità Autorità di Bacino del Fiume Po Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Area tematica: 2-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Provvedono ad infrastrutturare e a gestire le reti in conformità alle previsioni Consorzi di Irrigazione e Attore principale Bonifica regolamentari Soggetto competente in materia di A.R.P.A. - Dipartimento di Compartecipazione direttavalutazione delle caratteristiche di Pavia qualità delle acque Possibile sostegno alla realizzazione di Regione Lombardia - D.G. Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Facilitazione ecosistemi filtro e di altri interventi Agricoltura strutturali stituzionali e i settori Settore provinciale competente in - Settore Risorse naturali titolo interessati alla del pubblico a vario materia di tutela delle caratteristiche idroqualitative tutela e alla gestione Regione Lombardia - D.G. Settore regionale competente in tema di dei corpi idrici e alla Reti e Servizi di Pubblica tutela delle caratteristiche qualitative protezione e all'incremento della fauna Utilità e Sviluppo Sostenibile delle acque Interesse ittica. La riduzione del carico originato da Autorità dell Ambito Territoriale Ottimale della fonti attualmente non governate può influire sui livelli depurativi richiesti per provincia di Pavia i reflui trattati negli impianti pubblici L'azione può concorrere al conseguimento degli obiettivi di qualità definiti Autorità di Bacino del Fiume Po per il Po 70

75 Controllo degli apporti inquinanti provenienti da acque reflue industriali Area tematica: 2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Promuove la valutazione degli effetti - Settore Risorse naturali Attore principale degli scarichi di insediamenti produttivi sui sistemi naturali tutelati Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Soggetto competente in materia di A.R.P.A. - Dipartimento di Compartecipazione direttavalutazione delle caratteristiche di stituzionali e i settori Pavia qualità delle acque del pubblico a vario Regione Lombardia - D.G. titolo interessati alla Settore regionale competente in tema Reti e Servizi di Pubblica tutela e alla gestione di tutela delle caratteristiche qualitative Utilità e Sviluppo Sostenibile protezione e all'in- dei corpi idrici e alla delle acque Interesse La diminuzione del carico originato da cremento della fauna Autorità dell Ambito Territoriale Ottimale della insediamenti produttivi può influire sui ittica. livelli depurativi richiesti per i reflui provincia di Pavia trattati negli impianti pubblici Educazione ambientale Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Faunistico-Naturalistico Sono comunque coinvolti tutti i settori del - Settore Risorse naturali interessati alla tutela e pubblico a vario titolo Attore principale Promuovono e attuano l'azione - Agenda 21 Provinciale alla gestione dei corpi idrici e alla protezione e all'incremento della fauna ittica; è inoltre Regione Lombardia - D.G. auspicabile e ipotizzabile la comparteci- Interesse Possibile sostegno economico all'azione Qualità dell Ambiente pazione delle istituzioni scolastiche Indirizzi per le compensazioni Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Promuove l azione individuando Sono comunque coinvolti tutti i settori del. Settore Facilitazione possibili localizzazioni delle azioni Faunistico-Naturalistico compensative pubblico a vario titolo interessati alla tutela e Tutti gli attori istituzionali Attore principale Promuovono e attuano l'azione alla gestione dei corpi idrici 71

76 Affinamento degli strumenti di politica agricola Area tematica: 1-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Regione Lombardia - D.G. Attore principale Promuove ed attua l'azione Agricoltura - Settore Agricoltura borazione degli specifici contenuti Concorre con la DG Agricoltura all'ela- Compartecipazione diretta Regione Lombardia - D.G. Territorio e Urbanistica - Settore L'azione può attivare sinergie con le Sono comunque coin- Territorio politiche territoriali volti tutti gli attori i- Autorità di Bacino del stituzionali e i settori Fiume Po del pubblico a vario Regione Lombardia - D.G. titolo interessati alla Reti e Servizi di Pubblica Interesse tutela e alla gestione L'azione può attivare sinergie con le Utilità e Sviluppo Sostenibile dei corpi idrici politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua - Settore Risorse naturali - Settore Turismo L'azione può attivare sinergie con le politiche di promozione della frequentazione degli spazi rurali 72

77 Misure strutturali sulle componenti ambientali Innesco della libera evoluzione Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note - Attore principale Promuove ed attua l'azione Faunistico-Naturalistico Regione Lombardia. STER Concorrono, in qualità di autorità Comuni idrauliche, alla definizione delle fasce di mobilità entro cui consentire la libera divagazione dei corsi d'acqua; i Comuni Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- concorrono alla gestione dei rifiuti di Compartecipazione diretta Consorzi di Irrigazione e ogni natura e provenienza presenti lungo le sponde dei corsi d'acqua; i Con- stituzionali e i settori Bonifica del pubblico a vario sorzi sono possibili soggetti attuatori titolo interessati alla nell'ambito di programmi tutela e alla gestione comprensoriali di rinaturazione dei corpi idrici Regione Lombardia - D.G. L'azione può concorrere al conseguimento degli obiettivi di qualità ambien- Reti e Servizi di Pubblica Utilità tale per le acque Interesse Rappresentano i titolari della gran parte Associazioni Agricole dei terreni posti in fregio ai corsi d'acqua Creazione di aree inondabili e di margine Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Faunistico-Naturalistico Attore principale Promuove ed attua l'azione ERSAF Potenziale esecutore di interventi AIPO Regione Lombardia STER Comuni Autorizzano, laddove necessario, ai fini idraulici; l azione può concorrere a migliorare la funzionalità idraulica degli volti tutti gli attori i- Sono comunque coin- Consorzi di Irrigazione e alvei. stituzionali e i settori Bonifica I Consorzi sono anche possibili attuatori del pubblico a vario Regione Lombardia - D.G. Interesse Territorio e Urbanistica titolo interessati alla L'azione può attivare sinergie con le politiche tutela e alla gestione Autorità di Bacino del territoriali dei corpi idrici Fiume Po Regione Lombardia - D.G. Reti e Servizi di Pubblica Utilità L'azione può attivare sinergie con le politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua 73

78 Creazione di aree umide fitodepuranti Area tematica: 2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Consorzi di Irrigazione e Bonifica Attore principale Autorità dell ATO della Promuovono e attuano l'azione provincia di Pavia Regione Lombardia - D.G. Agricoltura Possibile sostegno economico alle realizzazioni programmate dai Consorzi Facilitazione - Settore Agricoltura ERSAF Potenziale esecutore di interventi Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Regione Lombardia - D.G. Reti e Servizi di Pubblica L'azione può attivare sinergie con le po-stituzionallitiche di tutela della qualità ambientale del pubblico a vario e i settori Utilità dei corsi d'acqua titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. L'azione può attivare sinergie con le politiche tutela e alla gestione Qualità dell Ambiente naturalistiche dei corpi idrici Interesse Soggetto competente in materia di A.R.P.A. - Dipartimento di valutazione delle caratteristiche di Pavia qualità delle acque L'azione può attivare sinergie con le politiche Autorità di Bacino del territoriali e concorrere all'abbat- Fiume Po timento del carico inquinante in transito nel Po Interventi di contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Area tematica: 3-2 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Consorzi di Irrigazione e Attore principale Bonifica Promuovono e attuano l'azione Regione Lombardia - D.G. Possibile sostegno economico alle realizzazioni programmate dai Consorzi Facilitazione Agricoltura La riduzione del carico originato da Autorità dell Ambito fonti attualmente non governate può Territoriale Ottimale della Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- influire sui livelli depurativi richiesti per provincia di Pavia i reflui trattati negli impianti pubblici stituzionali e i settori Regione Lombardia - D.G. L'azione può attivare sinergie con le politiche di tutela della qualità ambientale del pubblico a vario Reti e Servizi di Pubblica titolo interessati alla Utilità dei corsi d'acqua Interesse tutela e alla gestione - Settore L'azione può integrarsi con la pianifica- dei corpi idrici Risorse naturali zione delle attività estrattive Soggetto competente in materia di valutazione delle caratteristiche di qualità A.R.P.A. - Dipartimento di Pavia delle acque Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente L'azione può attivare sinergie con le politiche naturalistiche 74

79 Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove ed attua l'azione Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) Autorizzano ai fini idraulici le realizzazioni, per le localizzazioni di compe- Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia Compartecipazione diretta tenza; i Consorzi sono inoltre possibili Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Comuni attuatori Consorzi di Irrigazione e stituzionali e i settori Bonifica del pubblico a vario ERSAF Potenziale esecutore di interventi titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. L'azione può attivare sinergie con le tutela e alla gestione Reti e Servizi di Pubblica politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua dei corpi idrici Utilità e Sviluppo Sostenibile Interesse Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente L'azione può attivare sinergie con le politiche naturalistiche Autorità di Bacino del L'azione può attivare sinergie con le Fiume Po politiche territoriali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Area tematica: 1-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove ed attua l'azione Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia Autorizzano ai fini idraulici le realizzazioni, per le localizzazioni di compe-sontenza; comunque coin- i Consorzi sono possibili volti tutti gli attori Comuni Compartecipazione diretta attuatori, anche nell'ambito della istituzionali e i settori Consorzi di Irrigazione e programmazione comprensoriale della del pubblico a vario Bonifica rinaturazione titolo interessati alla ERSAF Potenziale esecutore di interventi tutela e alla gestione Regione Lombardia - D.G. dei corpi idrici L'azione può attivare sinergie con le Reti e Servizi di Pubblica Interesse politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua Utilità e Sviluppo Sostenibile 75

80 Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di massi e di detriti legnosi grossolani Creazione di raschi e letti di frega Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Promuove ed attua l'azione Faunistico-Naturalistico Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) Autorizzano ai fini idraulici le realizzazioni, per le localizzazioni di compe- Sono comunque coinvolti tutti gli attori Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia Compartecipazione direttatenza; i Consorzi sono possibili istituzionali e i settori Comuni attuatori, nell'ambito della del pubblico a vario Consorzi di Irrigazione e programmazione comprensoriale della titolo interessati alla Bonifica rinaturazione tutela e alla gestione ERSAF Potenziale esecutore di interventi dei corpi idrici Regione Lombardia - D.G. Le azioni possono attivare sinergie con Reti e Servizi di Pubblica Interesse le politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua Utilità e Sviluppo Sostenibile Passaggi per pesci Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove l'azione Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) Sono comunque coinvolti tutti gli attori Regione Lombardia - Sede Territoriale di Pavia Promuovono e attuano l'azione per le istituzionali e i settori Consorzi di Irrigazione e Compartecipazione diretta opere di rispettiva competenza del pubblico a vario Bonifica titolo interessati alla Comuni Comunità Montana dell'oltrepò tutela e alla gestione dei corpi idrici Pavese Associazioni Agricole Interesse Rappresentano i titolari della gran parte delle opere trasversali dei corsi d'acqua di pianura 76

81 Interventi sulla vegetazione ripariale Area tematica: 1 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove l'azione Agenzia Interregionale Programmano interventi di manutenzione idraulica coerenti con le esigenze per il Po (AIPO) Regione Lombardia - di tutela della qualità ecologica dei corsi STER d'acqua; i Comuni esercitano funzioni di Comuni controllo sul rispetto del vincolo paesistico Consorzi di Irrigazione e Bonifica Consorzio del Parco Lombardo della valle del Tici-Compartecipazione diretta Sono comunque coin- Esercita funzioni di controllo sul rispetto deel vincolo paesistico no volti tutti gli attori Potenziale esecutore di interventi; produttore istituzionali e i settori ERSAF di piante forestali utilizzabili del pubblico a vario per riqualificazioni titolo interessati alla Nell'ambito del coordinamento dei tutela e alla gestione - Settore Difesa del suolo gruppi di Protezione Civile, programma dei corpi idrici interventi manutentivi coerenti con le esigenze di tutela ambientale Regione Lombardia - D.G. L'azione può attivare sinergie con le Reti e Servizi di Pubblica politiche di tutela della qualità ambientale dei corsi d'acqua Utilità e Sviluppo Sostenibile Interesse L'azione può attivare sinergie con le - Settore politiche territoriali salvaguardando Territorio l'integrità di unità costitutive le reti ecologiche 77

82 Miglioramento dell attrattività e della fruibilità dei corsi d acqua Area tematica: 1-3 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Promuove ed attua l'azione Faunistico-Naturalistico Comuni Associazioni dei pescatori Consorzio del Parco Lombardo della valle del Ticino Associazioni ste Compartecipazione diretta ambientali- Programmano ed attuano interventi integrati con quelli della Provincia Consorzi di Irrigazione e Possibili soggetti esecutori di interventi Bonifica di infrastrutturazione e gestione Imprenditori agricoli - Agenda Promuove lo sviluppo di una progettua- 21 Provinciale lità locale e l'aggregazione di interessi Sono comunque coinvolti Regione Lombardia - D.G. tutti gli attori Agricoltura Promuovono l'affinamento delle politiche istituzionali e i settori - Settore agricole del pubblico a vario Agricoltura Facilitazione titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. tutela e alla gestione Reti e Servizi di Pubblica dei corpi idrici Utilità e Sviluppo Sostenibillizzazioni Possibile sostegno economico alle rea- Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente L'azione può favorire la creazione di - Settore Turismo elementi di attrazione distribuiti sul territorio L'azione può concorrere a potenziare il ruolo sociale della rete ecologica provinciale; il PTCP può attivare politiche di Interesse - Settore Territorio valorizzazione di percorsi di fruizione paesaggistica da supportare anche con specifici fondi compensativi, sentiti i Comuni interessati 78

83 Misure non strutturali sulle componenti faunistiche Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Attore principale Promuove ed attua l'azione Faunistico-Naturalistico Collaborano con la Provincia alla fase stituzionali e i settori Titolari di esclusive di pesca Compartecipazione direttaricognitiva e attuano gli indirizzi di gestione delle esclusive titolo interessati alla del pubblico a vario Concorrono con la Provincia a definire protezione e all'incremento della fauna gli indirizzi di gestione; possono richiedere in concessione le acque a li- ittica e all'esercizio Associazioni dei pescatori Interesse bero regime di pesca della pesca. Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Regolamentazione della pesca Disciplina di attività rivolte alla fauna ittica o potenzialmente interferenti Istituzione di tratti da destinare in via esclusiva alla pesca a mosca stituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Autorizzazione ed esercizio dei C.P.P. Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove ed attua l'azione Associazioni dei pescatori Compartecipano, per il tramite della Associazioni ambientalistzione Consulta della Pesca, alla programma- delle azioni Sono comunque coin- Consorzio del Parco Lombardo della valle del Tici- Compartecipazione diretta stituzionali e i settori volti tutti gli attori i- Promuovono l'integrazione delle rispettive previsioni di settore con quelle Provincialno del pubblico a vario Province confinanti titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. Esprime gli eventuali pareri di competenzcremento protezione e all'in- Agricoltura della fauna Le azioni possono determinare un incremento del disturbo antropico arre- ittica e all'esercizio Soggetti gestori Siti Natura 2000 della pesca. cato a siti potenzialmente sensibili Interesse Le azioni possono in parte influenzare - Settore Turismo le opportunità di frequentazione deel territorio 79

84 Concessione di acque a scopo di pescicoltura, acquacoltura o gestione particolare della pesca Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note Associazioni dei pescatori Attore principale Promuovono l'azione e compartecipano con gli altri attori alla sua attuazione Comuni Comunità Montana dell'oltrepò Collaborano con le Associazioni dei pescatori alle gestioni delle acque in con- Pavese cessione, esercitando le attribuzioni di Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Consorzi di Irrigazione e competenza in coerenza con le specifiche finalità Bonifica Compartecipazione diretta stituzionali e i settori Assume i provvedimenti concessori e del pubblico a vario - Settore partecipa alla predisposizione dei pro- titolo interessati alla Faunistico- grammi di gestione; promuove gli ac- protezione e all'incremento Naturalistico della fauna cordi tra soggetti istituzionali necessari alla funzionalità delle concessioni ittica e all'esercizio Può facilitare lo sviluppo di aggregazioni locali di interessi utili a sostenere le - Agenda 21 Provinciale della pesca. Facilitazione gestioni delle concessioni L'azione può favorire la creazione di - Settore Turismo Interesse elementi di attrazione distribuiti sul territorio Miglioramento dell operatività sul territorio Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Faunistico-Naturalistico Promuove ed attua l'azione Associazioni dei pescatori Collaborano con la Provincia nell'esecuzione degli interventi; promuovono la Consorzio del Parco Lombardo della valle del Tici- partecipazione di volontari ad apposite strutture organizzative e ne coordinano Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- no l'attività - Settore Risorse naturali del pubblico a vario stituzionali e i settori Compartecipazione direttapromuovono la compartecipazione delle Guardie Ecologiche Volontarie agli interventi da attuare sui territori di com- Comuni titolo interessati alla Comunità Montana dell'oltrepò Pavese cremento della fauna protezione e all'inpetenza Concessionari di gestioni Rendono disponibili propri volontari ittica e all'esercizio particolari per interventi da attuare sul territorio della pesca. Possono rendere disponibili propri volontari per interventi da attuare sul ter- Associazioni ambientaliste Facilitazione ritorio Corpo Forestale dello Statsca e per la tutela delle Può collaborare alla vigilanza sulla pe- Interesse acque 80

85 Misure strutturali sulle componenti faunistiche Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Faunistico-Naturalisticvolti tutti gli attori i- Sono comunque coin- Attore principale Programma ed attua l'azione Associazioni dei pescatori stituzionali e i settori Attuano l'azione nel rispetto dei criteri Consorzio Parco Lombardo della valle del Ticino titolo interessati alla del pubblico a vario definiti dalla Provincia; concorrono alla predisposizione dei programmi di Concessionari di gestioni Compartecipazione diretta protezione e all'incremento della fauna intervento particolari Attuano l'azione nel rispetto dei criteri ittica e all'esercizio Titolari esclusive di pesca definiti dalla Provincia della pesca. Recuperi di ittiofauna in occasione di asciutte Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Faunistico-Naturalistico Attore principale Programma ed attua l'azione Sono comunque coinvolti tutti gli attori i- Associazioni dei pescatori Concorrono con la Provincia all'esecuzione degli interventi stituzionali e i settori Consorzi di Irrigazione e Compartecipazione diretta Bonifica del pubblico a vario Consorzio Parco Lombardo della valle del Ticino titolo interessati alla Possono compartecipare con proprio protezione e all'incremento della fauna Concessionari di gestioni Facilitazione personale o con volontari all'esecuzione particolari degli interventi ittica. Titolari esclusive di pesca Associazioni ambientaliste Riproduzione artificiale e pescicoltura da ripopolamento Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Faunistico-Naturalisticvolti tutti gli attori i- Sono comunque coin- Attore principale Programma ed attua l'azione Associazioni dei pescatori stituzionali e i settori Concessionari di gestioni del pubblico a vario Possono compartecipare con proprio particolari titolo interessati alla Interesse personale o con volontari all'esecuzione Associazioni ambientaliste protezione e all'incremento della fauna degli interventi Comunità Montana ittica. 81

86 Controllo selettivo di specie di uccelli ittiofagi Area tematica: 4 Soggetto Ruolo Motivazioni Note. Settore Attore principale Programma ed attua l'azione Faunistico-Naturalistico Corpo Forestale dello Stato Possono compartecipare all attuazione Comuni dell azione Aziende Faunisticovenatorie Soggetto competente alla verifica dell'inefficacia dei metodi ecologici di con-sono comunque coin- ISPRA (Istituto Nazionale della Fauna Selvatica) Compartecipazione direttatrollo e al censimento e allo studio della volti tutti gli attori i- fauna selvatica omeoterma stituzionali e i settori Per il tramite dell'osservatorio degli del pubblico a vario habitat naturali e delle popolazioni faunistiche, soggetto competente al moni-protezione e all'in- titolo interessati alla Regione Lombardia - D.G. Agricoltura toraggio della struttura e della dinamica cremento della fauna delle popolazioni di fauna selvatica o-nelle sue diverse meoterma componenti Rappresentano interessi di tutela e Associazioni ambientaliste conservazione della fauna nelle sue diverse componenti Associazioni dei pescatori Interesse Concessionari di gestioni Rappresentano interessi di tutela ed particolari incremento della fauna ittica Titolari di esclusive di pesca 82

87 7 IL RAPPORTO CON LE SENSIBILITA Fatte salve le specificità relative alle interazioni con la rete europea Naura 2000, il contesto di riferimento con cui le acque investite dal Piano contraggono relazioni dirette è sintetizzato nella seguente Figura 7.1, che riassume il sistema delle principali tutele paesaggistico ambientali esistenti. Inoltre, altri elementi rilevanti analizzati sono il PTCP e la Rete Verde Provinciale, le Aree Protette, la Rete Ecologica Regionale, il Piano per l Assetto Idrogeologico e le Aree di importanza per la biodiversità. Figura 7.1- Tutela dei caratteri fisico morfologici del paesaggio e dei beni culturali e paesaggistici. Analisi dei vincoli e dei fattori ambientali Fonte: Piano Rifiuti della 7.1 Rete Verde provinciale Il Piano Territoriale di Coordinamento della non possiede fra i suoi elaborati uno specifico progetto di Rete ecologica. Ciononostante il PTCP identifica una serie di ambiti di rilevanza sovracomunale, anche di interesse ecosistemico, per cui dispone indirizzi e prescrizioni (Tabella 7.1). Essi concorrono, in relazione alle rispettive caratteristiche e vocazioni, alla definizione della Rete verde territoriale (art. 33 NdA PTCP). 83

88 Tabella 7.1 Sistemi di rilevanza sovracomunale individuati dal PTCP Emergenze naturalistiche Elementi puntuali o areali che per interesse specifico e/o per rarità rispetto al contesto di appartenenza costituiscono emergenze di notevole significato ecologico-ambientale. L obiettivo perseguito è l assoluto rispetto e la naturale evoluzione degli equilibri ecologici, nonché la loro valorizzazione per scopi didattici e scientifici. In queste aree pertanto non si potranno ammettere interventi modificativi ed attività che contrastino con il suddetto obiettivo. Per le emergenze già ricomprese nei perimetri delle Aree protette (Riserve e Monumenti naturali) di cui alla LR 86/83 valgono le norme previste nell atto istitutivo o nel piano di gestione ove presente. In questa aree non sono ammesse attività, anche di carattere temporaneo, che possano modificare lo stato dei luoghi e gli equilibri ivi compresi. In particolare non sarà possibile: realizzare nuovi edifici, nonché interventi su quelli esistenti, diversi dall ordinaria e straordinaria manutenzione e consolidamento restauro o ristrutturazione, senza alterazione di volume; aprire nuove strade e costruire infrastrutture in genere; attivare discariche di ogni genere ed entità; aprire cave o torbiere, riattivare quelle inattive e comunque estrarre materiali inerti; effettuare sbancamenti o altre alterazioni allo stato dei luoghi; circolare con mezzi motorizzati diversi da quelli addetti alle attività finalizzatealla protezione e allo studio delle biocenosi, nonché connessi alle attività agrosilvo-pastorali ammesse; il transito deve comunque avvenire lungo i percorsi esistenti (strade ordinarie, di tipo agricolo forestale, interpoderali); raccogliere o a- sportare flora spontanea, fossili e minerali; modificare il regime delle acque Aree di elevato contenuto naturalistico Ambiti dove fattori fisici, ambientali e/o storico-insediativi hanno contenuto la pressione antropica favorendo la permanenza di un elevato grado di naturalità e aree già assoggettate ad attività antropica nelle quali sono riscontrabili consolidati fenomeni di rinaturalizzazione. Gli obiettivi della tutela sono: conservazione dei valori che caratterizzano l'area e degli equilibri ecologici esistenti, favorendo l'evoluzione dei dinamismi naturali in corso; consolidamento delle attività agro-silvo-pastorali nelle forme compatibili con la tutela dei caratteri ambientali, quali elementi di presidio e di salvaguardia del territorio; valorizzazione dell ambiente attraverso forme di turismo sostenibile. Ogni intervento in queste aree deve essere compatibile con i suddetti obiettivi. A far tempo dall adozione del PTCP valgono pertanto le seguenti prescrizioni: non sono ammesse nuove attività di cava e di discarica. Per quelle in atto e/o previste nel Piano Provinciale vigente, dovranno essere attuati interventi di recupero, coerenti con i caratteri naturalistici e paesistici dell ambito interessato; la circolazione con mezzi motorizzati, ad eccezione di quelli addetti alle normali attività agricole e silvo-pastorali, è consentita esclusivamente sulla viabilità ordinaria, o comunque lungo i percorsi da individuarsi appositamente da parte degli enti competenti (Comune, Provincia, ecc.) compatibilmente con le esigenze di salvaguardia dei valori ambientali presenti Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici Aree con caratteri eterogenei, interessate da fattori specifici o dalla presenza combinata di aspetti fisici, naturalistici ed agrari, di valore congiunto. Pur nella loro connotazione a tratti fortemente antropizzata, questi ambiti conservano un ruolo significativo nella struttura ambientale della Provincia (aree di connessione). Per tali aree vengono definiti i seguenti obiettivi: consolidamento dei caratteri naturalistici e paesistici presenti; controllo e orientamento delle attività e delle trasformazioni secondo criteri di compatibilità. Le modificazioni territoriali, in particolar modo quelle connesse alla realizzazione di opere infrastrutturali, alle attività estrattive, alle bonifiche agrarie, dovranno essere attuate coerentemente con gli obiettivi di cui sopra, tenendo conto delle specificità che caratterizzano l area (caratteri ed elementi rilevanti), degli specifici indirizzi di tutela e previa verifica di compatibilità ambientale. Dovranno essere previsti adeguati criteri di mitigazione e di compensazione atti a favorire l inserimento degli interventi nel contesto ambientale di riferimento. Nelle aree delimitate quali aree di consolidamento dei caratteri naturalistici, appartenenti agli ambiti dei corsi d acqua Po e Sesia, limitatamente alle aree esondabili in regime di piena ordinaria (zona delle golene attive), Agogna, Terdoppio, Olona, Lambro, Staffora, Coppa, Scuropasso, Versa, oltre alle indicazioni di cui ai punti precedenti e fatte salve le disposizioni di cui al Piano Stralcio redatto dall Autorità di Bacino ex. L 183/89 e dalla Regione Lombardia ex L. 267/98, valgono i seguenti indirizzi: non potranno essere previste discariche o luoghi di deposito per materiali dismessi; l escavazione di materiali di cava dovrà essere limitata alle esigenze di regimazione idraulica del corso d acqua; modeste escavazioni potranno essere autorizzate in relazione a specifiche esigenze di bonifica agricola, (con esclusione quindi delle aree già adibite a colture specializzate), nel rispetto degli elementi di particolare interesse ambientale quali orli, scarpate morfologiche ecc. Aree di riqualificazione e di ricomposizione della trama naturalistica Ambiti a vocazione naturalistico-ambientale con connotazione e contenuti semplificati o compromessi a seguito della crescente pressione antropica o di interventi impropri. Obiettivo primario è la ricomposizione della trama naturalistica principale. Gli interventi di riqualificazione e di integrazione naturalistica attuati in questi ambiti potranno costituire titolo prioritario ai fini della individuazione di forme incentivanti nel settore agricolo ed ambientale. Corridoi ecologici Elementi lineari naturali o naturalizzati quali: torrenti, corsi d acqua minori, canali, orli e scarpate morfologiche ecc., potenzialmente idonei per la creazione di corridoi ecologici principali. Obiettivo della tutela è la messa in rete del sistema naturalistico Provinciale. Gli elementi cosi individuati vanno salvaguardati nella loro funzione naturalistica e paesistica 84

89 Tabella 7.2- sviluppo dei CII all interno dei sistemi paesistici di rilevanza sovracomunale del PTCP km % Sviluppo totale CII - Km 920,11 100,00 Sviluppo CII nelle Aree di elevata naturalità 117,89 12,8 Sviluppo CII nelle Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici 345,52 37,6 Sviluppo CII in Aree di riqualificazione della trama naturalistica 41,35 4,5 Sviluppo CII in Aree di consolidamento delle attività agricole 54,97 6,0 Sviluppo CII in aree non azzonate nel PTCP (Parco del Ticino) 215,0 23, Sviluppo totale CII Aree di elevata naturalità Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici Aree di riqualificazione della trama naturalistica Aree di consolidamento delle attività agricole Fuori PTCP (Parco del Ticino) Figura 7.2- la relazione del sistema idrico con le tutele del PTCP 85

90 7.2 Il P.A.I. I rapporti dei corpi idrici investiti dal Piano con la localizzazione delle fasce fluviali individuate dal PAI sono sintetizzati in Tabella 7.3 e in Figura 7.3. Tabella 7.3- sviluppo dei CII nella fasce PAI Sviluppo totale CII - Km 920,11 Sviluppo CII in Fascia A del PAI - Km 379,76 Sviluppo CII in Fascia B del PAI - Km 101,99 Figura 7.3- sviluppo dei CII nella fasce PAI Sviluppo totale CII Km Sviluppo CII in Fascia A del PAI Km Sviluppo CII in Fascia B del PAI Km 7.3 Il vincolo paesaggistico La gran parte del reticolo idrico interessato dalle previsioni di Piano è assogettato per legge, ai sensi del D.Lgs. 32/2004, a tutela paesaggistica. I rapporti dei corpi idrici di interesse con gli ambiti vincolati sono sintetizzati nelle seguenti tabelle e figure. Tabella 7.4- sviluppo dei CII all interno del vincolo paesistico Sviluppo totale CII - Km 920,11 Sviluppo CII interno alle fasce soggette per legge a tutela paesistica - Km 753,85 % dello sviluppo interno alle fasce soggette per legge a tutela paesistica 81,9 % Sviluppo tot CII Km Sviluppo CII all'interno delle fasce a vincolo paesistico Km 86

91 Figura 7.4- rapporti tra CII e vincolo paesistico 7.4 Biodiversita Aree protette In provincia di Pavia sono presenti 10 Riserve Naturali (RN), 8 Monumenti Naturali e 6 Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS). Tabella P.L.I.S. della provincia di Pavia Denominazione Ente gestore Superficie ha Parco del Castello dal Verme Comune di Zavattarello 46 Parco del Castello di Verde Comune di Valverde 40 Parco di Fortunago Comune di Fortunago 400 Parco di Val Pometto Comune di Robbio 26 Parco delle Folaghe Comune di Casei Gerola 100 Parco Palustre Comune di Lungavilla 60 Superficie totale 672 Tabella 7.6- Istituiti in provincia di Pavia - Monumenti Naturali Denominazione Comune/i interessati Superficie ha Cascina Notizia Mede, Lomello 74,04 Cascina Villarasca Rognano 55,66 Celpenchio Rosasco, Cozzo, Castelnovetto 142,60 Garzaia di Galliavola Galliavola, Pieve del Cairo 106,84 Lago di Sartirana Sartirana Lomellina, Torreberetti e Castellaro 189,86 Rinalda Candia Lomellina 39,35 Sant Alessandro Zeme, Valle Lomellina 273,37 Verminesca Castelnovetto, Sant Angelo Lomellina, Cozzo 165,64 Superficie totale 104,35 87

92 Tabella Riserve Naturali istituite in provincia di Pavia Denominazione Superficie ha Abbazia di Acqualunga 122,18 Boschetto Scaldasole 77,01 Bosco Basso 43,39 Carola 28,94 Cascina Isola 58,97 Monte Alpe 316,04 Palude Loja 41,29 Porta Chiossa 80,36 Roggia Torbida 13,87 Villa Biscossi 69,7 Superficie totale 851, Aree per la biodiversità Un apposito studio promosso dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Lombardia per l Ambiente (approvato con Ddg n.3376 del 3 aprile 2007), propedeutico alla definizione della Rete ecologica della pianura padana lombarda, individua nel territorio provinciale numerose aree prioritarie per la biodiversità. Tra queste, quelle di maggiore attinenza con il Piano Ittico sono le Aree importanti per Cenosi acquatiche e pesci. Figura 7.5 Sistema idrico investito dal Piano e Aree importanti per Cenosi acquatiche e Pesci La Rete Ecologica Regionale (RER) La Regione Lombardia con Dgr 8/8515 del 26 novembre 2008 ha approvato la Rete Ecologica Regionale, che costituisce un importante indirizzo per la pianificazione generale e di settore e per singoli progetti ed è finalizzata al mantenimento di precondizioni indispensabili 88

93 alla salvaguardia della biodiversità. Inoltre la RER assume il ruolo di messa in rete dei siti di Natura 2000 divenendone componente rilevante per il mantenimento del buono stato di conservazione. Il Documento di Piano del PTR (adottato con D.C.R , n. 8/874) riconosce alla RER il ruolo di infrastruttura prioritaria per la Lombardia inquadrandola, insieme alla Rete Verde Regionale, negli Ambiti dei sistemi a rete. Attribuisce inoltre alle reti ecologiche lombarde una prospettiva polivalente e le considera occasione di riequilibrio dell ecosistema complessivo, sia per i vari livelli di governo del territorio sia per tutte quelle politiche che si pongano anche obiettivi di riqualificazione e ricostruzione ambientale. In quest ottica la Regione esplicita i settori che, al fine di contribuire concretamente alle finalità generali di sviluppo sostenibile, possono produrre sinergie reciproche: Rete Natura 2000; a- ree protette; agricoltura e foreste; fauna; acque e difesa del suolo; infrastrutture; paesaggio. Figura 7.6- La Rete Ecologica Regionale per la provincia di Pavia Fonte: PTR Regione Lombardia I principali obiettivi correlati ai vari livelli di implementazione della Rete Ecologica sono: consolidamento e potenziamento di adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica; realizzazione di nuovi ecosistemi o corridoi ecologici funzionali all efficienza della Rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni; riqualificazione di biotopi di particolare interesse naturalistico; previsione di interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione ambientale; integrazione con il Sistema delle Aree Protette e individuazione delle direttrici di permeabilità verso il territorio esterno rispetto a queste ultime. 89

94 La RER fornisce un quadro di riferimento strutturale e funzionale per gli obiettivi di conservazione del sistema di Rete Natura 2000, rispondendo pertanto agli obiettivi specifici di attuazione del Programma Rete Natura Gli elementi costituenti la RER assunti per la presente valutazione, rappresentati in dettaglio nella cartografia di Piano (Tavole ), sono: corridoi primari (elementi fondamentali per favorire la connessione ecologica tra aree inserite nella rete); elementi di Primo livello (derivati dalle Aree prioritarie per la Biodiversità); elementi di Secondo livello (con funzione di completamento del disegno di rete e di raccordo e connessione ecologica tra gli Elementi primari). Riguardo alle relazioni dirette dei corpi idrici investiti dal Piano con gli elementi costitutivi della RER, queste sono sintetizzate nelle seguenti tabelle e figure. Tabella sviluppo dei CII all interno degli elementi della Rete Ecologica Regionale lunghezza totale CII - Km 920,11 lunghezza totale CII in elementi RER di 1 livello - Km 803,84 % dello sviluppo dei CII in elementi RER di 1 livello 87,4 % lunghezza totale CII in elementi RER di 2 livello - Km 98,99 % dello sviluppo dei CII in elementi RER di 2 livello 10,8 % lunghezza totale CII in aree di interesse per la biodiversità - Km 746,39 % dello sviluppo dei CII in aree di interesse per la biodiversità 81,1 % Figure 7.7- rapporti quantitativi tra CII e elementi della RER Sviluppo totale Km Sviluppo in elementi di 1 livello Km Sviluppo in elementi di 2 livello Km Sviluppo in aree di interesse per la biodiversità Km Sviluppo in elementi di 1 livello Km Sviluppo in elementi di 2 livello Km Sviluppo esterno alla R.E.R. 90

95 FIUME PO FIUME TICINO TORRENTE STAFFORA TORRENTE AGOGNA TORRENTE TERDOPPIO FIUME OLONA MERIDIONALE TORRENTE VERSA FIUME SESIA TORRENTE ARBOGNA TORRENTE ARDIVESTRA TORRENTE NIZZA TORRENTE TIDONE COLATORE REALE TORRENTE LELLA COLATORE ARIAZZOLO COLATORE SCAVIZZOLO ROGGIA DI VALLE ROGGIA CASTELLANA ROGGIA POELLA CANAROLO DI TORRE DE' NEGRI CAVO PLEZZA TORRENTE REGANZO COLATORE SOLERONE CAVO MOSCATELLO NAVIGLIO PAVESE TORRENTE MORCIONE ROGGIA CONA ROGGIA VERNAVOLA FONTANA FERRERA TORRENTE CRENNA RIO REPONTE INFERIORE SESIA MORTA TORRENTE RIVAROLO RIO LAZZUOLA PO MORTO LOMELLINO COLATORE ROGGIONE COLATORE GRAVELLONE TORRENTE AVAGNONE RIO FONDEGA CAVO TRAVACCOLONE CANALE VENARA TORRENTE ARONCHIO CAVONE DEI FRATI CANALE VECCHIO SCARICATORE DELLA ROGGIA DI FOSSO DI BOSMENSO COLATORE MORASCA CANALE RIADINO LANCA PIAVE CAVO CROCETTONE RIO LA VALLATA CANALE MORABIANO TORRENTE REFREDDO CANALE SAN MICHELE RIO REPONTE SUPERIORE CANALE MANGIALOCA RIO SPIZZIRO' LANCA DEL MOLINO FOSSO DEL COLLEGIO RAMO DEI PRATI RIO CASTELLETTO FOSSO BERGASSO RIO STIVALE COLATORE GRAVELLONE VECCHIO COLATORE CERRO CANALE MORTO TORRENTE MONTAGNOLA RIO DELLA MARESASSA COLATORE OLONETTA FOSSO MAIOLO FOSSO DEI COGNASSI FIUME TREBBIA CANALE DI BREME PO MORTO CANALE TESSERA FOSSO DELLE CASCINE FONTANA ISIMBARDI COLATORE LAGO FOSSO DEL BRALLO FOSSO NENEJO FOSSO DI CANEDO CANALE NASINO ROGGIA COMUNA DI GROPELLO ROGGIA DEI FRATI FOSSO DI GRAZZI FOSSO DEL SABBIONE RIO MOIASSA TORRENTE SCRIVIA LANCA DELLA BIGAROLA FOSSO DELLA VESERA RIO DELLA COGNASSA CANALE GAVIOLA CANAROLO FOSSO DEL FREDDO RIO DEL MOLINO DI CASALE CANALE DELLE ANATRE CANALE DON ANTONIO ROGGIA RABICA RIO DEL FIGINO FOSSO MARCHINO Sviluppo in aree di interesse per la biodiversità Km Sviluppo in elementi di 1 e 2 livello Km Sviluppo in elementi di 1 livello Km

96 8 RAPPORTO CON LA RETE NATURA 2000 E INCIDENZA DEL PIANO Natura 2000 è il principale riferimento europeo per la salvaguardia della biodiversità. I corsi d acqua di interesse del P.I. vi contraggono rapporti importanti e spesso essi stessi sono parte integrante delle protezioni cui è finalizzata la Rete. Ciò ha reso indispensabile una forte coerenza delle azioni del Piano Ittico con gli obiettivi di gestione dei SIC e delle ZPS coinvolte ma rappresenta anche una notevole opportunità di sperimentare le potenzialità legate ad un efficace integrazione delle politiche di tutela Il Piano, in attuazione degli appositi indirizzi approvati da Regione Lombardia con il Documento Tecnico Regionale per la Gestione Ittica, contiene previsioni di azioni attive solo su una frazione del reticolo idrografico, rappresentata da 64 Acque di Interesse Ittico (Tabella 4.2, pag. 39). Tra queste, le 31 che interessano la Rete Natura 2000 sono le seguenti: - Fiume Po - Fiume Sesia - Roggia Cona - Roggia di Valle e Scaricatore - Canale di Breme - Sesia Morta - Canale Morabiano e Po Morto lomellino - Lanca Concordia e Canale Tassera - Canale San Michele - Roggia Poella e Fontana Isimbardi - Colatore Solerone - Fiume Ticino - Ramo dei Prati - Roggia Castellana - Colatore Scavizzolo e Canale Vecchio - Colatori Lago e Cerro - Cavo Travacollone - Lanca dei Gozzi o Piave e Scaricatore - Canale Mangialoca e Canale Venara - Canale Gaviola - Cavone dei Frati e tributari - Colatore Gravellone - Colatore Morasca - Colatore Vernavola - Fiume Olona Meridionale - Canarolo di Torre de' Negri - Colatore Reale - Fosso del Collegio - Fosso Maiolo - Rio Fondega - Torrente Versa 92

97 I Siti Natura 2000 interessati dal Piano, cioè quelli che ricomprendono totalmente o parzialmente Acque di Interesse Ittico, sono i seguenti: - SIC IT Basso corso e sponde del Ticino - SIC IT Garzaia della Rinalda - SIC IT Abbazia Acqualunga - SIC IT Garzaia di Gallia - SIC IT Boschi Siro Negri e Moriano - SIC IT Boschi di Vaccarizza - SIC IT Monte Alpe - ZPS IT Boschi del Ticino - ZPS IT Risaie della Lomellina - ZPS IT Po da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po - ZPS IT Po di Monticelli Pavese e Chignolo Po - ZPS IT Po di Pieve Porto Morone Figura 8.1 Acque di interesse ittico, rete Natura 2000 e RER 93

98 Tabella Le relazioni quantitative dei CII con rete natura 2000 numero totale dei CII provinciali 64 n. di CII interessati da Siti Rete Natura lunghezza totale CII - Km 920,11 lunghezza totale CII in Siti R.N Km 339,96 % dei CII interessati a R.N ,4 lunghezza % dei CII interessati a R.N ,9% Figura Le relazioni quantitative dei CII con rete natura

99 8.1 Siti di Importanza Comunitaria interessati dalle previsioni di Piano IT BASSO CORSO E SPONDE DEL TICINO Vulnerabilità Si segnala la necessità di regolamentare la frequentazione antropica (turismo, pesca, raccolta funghi), di monitorare i fenomeni di interramento di lanche e fontanili, predisponendo interventi di IT manutenzione per assicurare la loro conservazione, e di contenere lo sviluppo di specie esotiche, Basso corso e non solo forestali, ma anche animali, quali per es. Myocastor coypus e varie specie di insetti alloctoni. Fondamentale il tema della qualità delle acque del fiume e della loro disponibilità (deflusso sponde del Ticino minimo vitale). 95

100 Fattori prevalenti di alterazione ambientale Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Previsioni del Piano Ittico Fiume Ticino Tratto 1: dall ingresso in provincia al ponte della Tangenziale Est di Pavia Apporti inquinanti da scarichi pubblici Compromissione di sistemi funzionalmente connessi (riduzione e progressivo isolamento di sistemi naturali e paranaturali presenti in golena) Sottrazione d acqua Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Forte rischio di aumento dell inquinamento determinato dalle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti impianti di Lonate Pozzolo e Magentino) Utilizzo agricolo intensivo delle superfici golenali, con particolare riferimento a quelle prossime agli ecosistemi acquatici laterali Nessuna Storione cobice, trota marmorata, temolo, triotto, pigo, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Evitare ulteriori deterioramenti della qualità ambientale del corso d acqua; prevenire l introduzione di nuove specie ittiche esotiche; promuovere il riequilibrio ecologico di alcuni sistemi ed ambienti laterali. In considerazione del ruolo rivestito dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino in relazione agli aspetti ambientali e faunistici, si reputa che gli indirizzi strategici per la salvaguardia e l incremento della fauna ittica nel Fiume debbano in primo luogo essere definiti dall apposito Piano di Settore di competenza del Parco stesso. Per quanto concerne gli interventi a sostegno delle specie minacciate o vulnerabili per cui il Consorzio ha già individuato criteri di conservazione, cioè storione cobice, pigo e trota marmorata, si assicureranno le forme di collaborazione e compartecipazione eventualmente necessarie per l attuazione delle azioni programmate. Riguardo agli aspetti ambientali, il Piano individua come potenzialmente interferenti con gli obiettivi di settore alcune previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti degli impianti di depurazione di Lonate Pozzolo e del Magentino), le possibili espansioni, nell intero ambito golenale, di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti e la realizzazione o il potenziamento di sistemi di interconnessione tra il reticolo idrico artificiale e i corsi d acqua naturali o paranaturali presenti nel solco vallivo. Evidenzia inoltre la sostanziale inadeguatezza delle attuali possibilità di fruizione del Ticino, sia per la pesca sia per altre attività del tempo libero, penalizzate dall inaccessibilità e dall assenza di infrastrutture di supporto. Le autonome previsioni del Piano Ittico riguardo alle componenti ambientali consistono nell esercizio delle azioni immateriali di diretta competenza Provinciale, con particolare riferimento a quelle relative alla mitigazione delle pressioni indotte dalle derivazioni idriche, e nella promozione del rispetto del sistema di regole disposto da altre normative o programmazioni. Persegue inoltre la riqualificazione di una serie di ambienti laterali direttamente connessi, ed in particolare dei principali sistemi presenti in ambito golenale, sia nell ottica di una valorizzazione delle rispettive potenzialità intrinseche sia per il loro ruolo nel quadro più generale dell assetto ecosistemico del Ticino. Riguardo alla pesca, si concorrerà alla costruzione di una disciplina quanto più possibile omogenea, con il concorso delle Associazioni pescatorie qualificate e tenuto conto delle indicazioni che emergeranno dal Piano di Settore del Parco, della pluralità di gestioni esistenti sul Fiume e della sua rilevanza sovraprovinciale. P.T.U.A. Regione Lombardia P.T.A. Regione Piemonte P.A.I. Norme per le fasce fluviali P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Educazione ambientale Gestione pubblica del demanio idrico Miglioramento dell attrattività e della fruibilità 96

101 Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA Piemonte ed ARPA Lombardia; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fiume Ticino Tratto 2: dalla Tangenziale Est di Pavia alla confluenza in Po Fattori prevalenti di alterazione ambientale Apporti inquinanti da scarichi pubblici Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche, con particolare riferimento alla possibilità di formazione di nuovi ambienti laterali Compromissione di sistemi funzionalmente connessi presenti in golena Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Rischio di aumento del carico inquinante determinato dalle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. Utilizzo agricolo intensivo delle superfici golenali, con particolare riferimento a quelle prossime agli ecosistemi acquatici laterali Nessuna Storione cobice, triotto, pigo, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, lampreda padana Evitare ulteriori deterioramenti della qualità ambientale del corso d acqua; prevenire l introduzione di nuove specie ittiche esotiche e il promuovere il riequilibrio ecologico del sistema laterale del Colatore Gravellone. In considerazione del ruolo rivestito dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino in relazione agli aspetti ambientali e faunistici, si reputa che gli indirizzi strategici per la salvaguardia e l incremento della fauna ittica nel Fiume debbano in primo luogo essere definiti dall apposito Piano di Settore di competenza del Parco stesso. Per quanto concerne gli interventi a sostegno delle specie vocazionali minacciate o vulnerabili per cui il Consorzio ha già individuato criteri di conservazione, cioè storione cobice e pigo, si assicureranno le forme di collaborazione e compartecipazione eventualmente necessarie per l attuazione delle a- zioni programmate. Riguardo agli aspetti ambientali, il Piano si limita ad individuare come potenzialmente interferenti con gli obiettivi di settore alcune previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti degli impianti di depurazione di Lonate Pozzolo e del Magentino) e le possibili espansioni in ambito golenale di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti. Evidenzia, inoltre, la sostanziale inadeguatezza delle attuali possibilità di fruizione del Ticino. Le autonome previsioni del Piano riguardo alle componenti ambientali consistono nella promozione del rispetto del sistema di regole disposto da una pluralità di norme o programmazioni. Riguardo alla pesca, non si prevedono particolari modificazioni della disciplina vigente, fatto salvo il recepimento degli eventuali indirizzi definiti dal Piano di Settore per la fauna ittica del Parco del Ticino. 97

102 Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 P.T.C. del Parco Naturale della valle del Ticino P.A.I. Norme per le fasce fluviali Progetto di rinaturazione e riqualificazione ambientale delle fasce fluviali del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) P.S.S. Valle del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Programma attuativo per la realizzazione di ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali (Regione Lombardia DG Agricoltura) Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Gestione pubblica del demanio idrico Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA Lombardia; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Ramo dei Prati Apporti inquinanti di origine civile (impianto consortile di depurazione di Cerano) Apporti inquinanti da insediamenti produttivi (pescicoltura Mandelli) Presenza avifauna ittiofaga Possibile aumento del rischio di inquinamento determinato dalle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. relative al Fiume Ticino e dal P.T.A. piemontese per il Terdoppio novarese Nessuna Trota marmorata, temolo, triotto, pigo, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Valorizzazione del potenziale ecologico e della vocazione fruitiva del Ramo dei Prati, anche come contributo al miglioramento della qualità complessiva dell ambito del Ticino. Promozione di un iniziativa progettuale locale, promossa e coordinata dal Consorzio del Parco Lombardo della valle del Ticino e mirata a migliorare l attuale funzionalità degli habitat del corpo idrico. Si individuano come potenzialmente interferenti con gli obiettivi assunti le possibili espansioni, nell ambito golenale interessato, di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti e la realizzazione o il potenziamento di sistemi di interconnessione tra il reticolo idrico artificiale e i corpi idrici naturali o paranaturali. P.T.A. Regione Piemonte P.A.I. Norme per le fasce fluviali P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Piano di Settore Fauna Ittica del Parco Lombardo della Valle del Ticino 98

103 Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Controllo degli apporti inquinanti provenienti da acque reflue industriali Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Controllo degli apporti inquinanti provenienti da acque reflue industriali Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di detriti legnosi grossolani Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare in via esclusiva alla pesca a mosca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA Piemonte (Roggia Cerana); censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Colatore Scavizzolo e Canale Vecchio Fattori prevalenti di alterazione ambientale Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Sottrazione d acqua Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Possibile aumento del rischio di inquinamento determinato dall eventuale modifica del recettore dell effluente dell impianto di depurazione di Vigevano, nel caso in cui venisse recapitato nella Roggia Castellana Espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti. Nessuna Trota marmorata, temolo, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Sensibile mitigazione dei fattori di pressione presenti e prevenzione riguardo a possibili deterioramenti della qualità ecologica del corso d acqua. Piano d Azione locale, promosso e coordinato dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino con misure di intervento su: artificializzazione del regime idrologico, recapito di inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale. Riguardo alla prevenzione del rischio di compromissione, si individuano come potenzialmente interferenti con gli obiettivi dichiarati l eventuale modifica del recettore dell effluente dell impianto di depurazione di Vigevano, nel caso in cui venisse recapitato nella Roggia Castellana, e l espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti nelle superfici direttamente o indirettamente drenate dallo Scavizzolo. Si reputa opportuno valutare, congiuntamente al Consorzio del Parco Lombardo della valle del Ticino e con il concorso delle Associazioni pescatorie qualificate, ipotesi di apertura a forme di pesca compatibili con il contenimento del disturbo antropico. 99

104 Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 P.T.U.A. Regione Lombardia Rilascio DMV P.A.I. Norme per le fasce fluviali P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Passaggi per pesci Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare in via esclusiva alla pesca a mosca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Colatori Lago e Cerro Fattori prevalenti di alterazione ambientale Utilizzo come collettore idraulico Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Interventi di manutenzione idraulica Sottrazione d acqua Frammentazione della continuità biologica Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti Nessuna Trota marmorata, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. 100

105 Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Pronunciata mitigazione delle pressioni esercitate sui Colatori Lago e Cerro, sia per consentire la piena espressione del potenziale ecologico proprio sia nell ambito di una più ampia azione di miglioramento dell ecosistema che fa capo al Ticino. Piano d Azione promosso dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino riguardante: alterazione del regime idrologico, gestione idraulica, apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale e frammentazione della continuità biologica. Prevenzione di ulteriori compromissioni, date in particolare da possibili espansioni di forme di agricoltura intensiva inquinanti e idroesigenti sulle superfici direttamente o indirettamente drenate. Sollecitazione ai Comuni territorialmente interessati ad includere i corpi idrici, in virtù della loro rilevanza ambientale, nei rispettivi reticoli minori. Riguardo alla pesca, si prevede il mantenimento dell attuale divieto assoluto, anche in relazione al ruolo potenziale esercitato dai corsi d acqua per eventuali strategie di sostegno alla trota marmorata. Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino PTUA - rilascio DMV Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Interventi sulla vegetazione ripariale Creazione di raschi e letti di frega Passaggi per pesci Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. - non determinano incidenze negative sulle specie e gli habitat di interesse conservazionistico. Cavo Travacollone Fattori prevalenti di alterazione ambientale Artificializzazione del regime idrologico Interventi di manutenzione idraulica Alterazione dell alveo (tracciato, profilo, sezione trasversale) Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Compromissione della fascia ripariale vegetata Sottrazione d acqua Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico Presenza specie ittiche alloctone Presenza avifauna ittiofaga Ulteriore espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti. Nessuna 101

106 che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Trota marmorata, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Sensibile recupero della qualità ambientale del Cavo Travaccolone, sia per una valorizzazione delle potenzialità intrinseche sia nel quadro di una più ampia opera di miglioramento dei sistemi che fanno capo al Fiume Ticino. Piano d Azione locale che affronti: alterazione del regime idrologico, gestione idraulica, semplificazione strutturale dell alveo, apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale, compromissione della dinamica morfologica e della fascia ripariale vegetata, utilizzo intensivo delle superfici immediatamente adiacenti. Prevenzione dell ulteriore degrado del corso d acqua, che potrebbe essere tra l altro favorito dall espansione di forme di agricoltura inquinanti e idroesigenti sulle superfici direttamente o indirettamente drenate. Sollecitazione ai Comuni territorialmente interessati ad includere il Travacollone nei rispettivi reticoli minori, in considerazione della sua rilevanza ambientale. Riguardo alla pesca, si prevede il mantenimento dell attuale disciplina, ferma restando l opportunità di istituzione di una gestione particolare di tutela e riqualificazione. Non si può tuttavia trascurare l esigenza di migliorare sensibilmente la fruibilità del corso d acqua, in larga parte pregiudicata dalla scarsa accessibilità. Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino PTUA - rilascio DMV Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di detriti legnosi grossolani Creazione di raschi e letti di frega Interventi sulla vegetazione ripariale Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Roggia Castellana Fattori prevalenti di alterazione ambientale Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Interventi di manutenzione idraulica Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Presenza specie ittiche alloctone Presenza di avifauna ittiofaga 102

107 Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Possibile recapito dell effluente dell impianto di depurazione di Vigevano Possibile aumento del rischio di inquinamento determinato dalle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. relative al Fiume Ticino Nessuna Trota marmorata, temolo, triotto, vairone, alborella, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivi: miglioramento delle condizioni d uso per l esercizio della pesca, (mitigazione delle pressioni ambientali, promozione della accessibilità e fruibilità). Piano d Azione locale riguardante: modalità di manutenzione idraulica dell alveo; compromissione della fascia ripariale vegetata; apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale; utilizzo produttivo di parte delle superfici immediatamente adiacenti al corso d acqua; promozione della fruibilità (accessibilità e infrastrutture per la frequentazione). La pianificazione individua inoltre come difficilmente compatibile con gli obiettivi di qualità della Castellana l eventuale recapito dell effluente dell impianto di depurazione di Vigevano. Riguardo alla pesca, si prevede il mantenimento delle attuali forme di esercizio e non si individuano controindicazioni all istituzione di campi destinati alle manifestazioni agonistiche. Si evidenzia inoltre la possibilità di attivare una gestione particolare di pesca facilitata, anche al fine di stimolare l avvio di un Piano d Azione locale per il miglioramento dell idoneità ittica e della fruibilità del corso d acqua. P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela delle acque dall inquinamento da nitrati di origine agricola Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Creazione di raschi e letti di frega Interventi sulla vegetazione ripariale Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse conservazionistico e gestionale e di quelle interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. 103

108 IT BOSCHI SIRO NEGRI E MORIANO Vulnerabilità IT BOSCHI SIRO NEGRI E MORIANO L'area si colloca in un contesto generale di intensa antropizzazione e sfruttamento agricolo. Si segnala la presenza di infrastrutture che hanno un impatto negativo sulla frammentazione degli habitat. Altri elementi di rischio sono connessi all'interramento delle lanche ed all'isolamento dal fiume dei corsi d'acqua tributari con conseguente perdita della funzione di luogo di riproduzione per numerose specie di fauna ittica. Tali situazioni, mediante interventi di ripristino possono, tuttavia, essere facilmente recuperate. Si evidenzia, inoltre, la necessità di regolamentare la frequentazione antropica (turismo, pesca, raccolta funghi) e di contenere lo sviluppo di specie esotiche animali e vegetali. Si segnala anche la necessità di compiere interventi di rimboschimento per rendere continue le masse boschive e potere creare corridoi atti alla dispersione delle popolazioni. La futura realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano - Genova rappresenterà, sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio, un importante fattore d'impatto sulle cenosi terrestri e acquatiche Fattori prevalenti di alterazione ambientale Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico Previsioni del Piano Ittico Fiume Ticino Tratto 1: dall ingresso in provincia al ponte della Tangenziale Est di Pavia Apporti inquinanti da scarichi pubblici Compromissione di sistemi funzionalmente connessi (riduzione e progressivo isolamento di sistemi naturali e paranaturali presenti in golena) Sottrazione d acqua Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Forte rischio di aumento dell inquinamento determinato dalle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti impianti di Lonate Pozzolo e Magentino) Utilizzo agricolo intensivo delle superfici golenali, con particolare riferimento a quelle prossime agli ecosistemi acquatici laterali Nessuna 104

109 che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Storione cobice, trota marmorata, temolo, triotto, pigo, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivi: evitare ulteriori deterioramenti della qualità ambientale del corso d acqua; prevenire l introduzione di nuove specie ittiche esotiche; promuovere il riequilibrio ecologico di alcuni sistemi ed ambienti laterali. In considerazione del ruolo rivestito dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino in relazione agli aspetti ambientali e faunistici, si reputa inoltre che gli indirizzi strategici per la salvaguardia e l incremento della fauna ittica nel Fiume debbano in primo luogo essere definiti dall apposito Piano di Settore di competenza del Parco stesso. Per quanto concerne gli interventi a sostegno delle specie minacciate o vulnerabili per cui il Consorzio ha già individuato criteri di conservazione, cioè storione cobice, pigo e trota marmorata, si assicureranno le forme di collaborazione e compartecipazione eventualmente necessarie per l attuazione delle azioni programmate. Riguardo agli aspetti ambientali, il Piano si limita ad individuare come potenzialmente interferenti con gli obiettivi di settore alcune previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti degli impianti di depurazione di Lonate Pozzolo e del Magentino), le possibili espansioni, nell intero ambito golenale, di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti e la realizzazione o il potenziamento di sistemi di interconnessione tra il reticolo idrico artificiale e i corsi d acqua naturali o paranaturali presenti nel solco vallivo. Evidenzia la sostanziale inadeguatezza delle attuali possibilità di fruizione del Ticino, sia per la pesca sia per altre attività del tempo libero, penalizzate dall inaccessibilità e dall assenza di infrastrutture di supporto. Le autonome previsioni del Piano Ittico riguardo alle componenti ambientali consistono nell esercizio delle azioni immateriali di diretta competenza Provinciale, con particolare riferimento a quelle relative alla mitigazione delle pressioni indotte dalle derivazioni idriche, e nella promozione del rispetto del sistema di regole disposto da altre normative o programmazioni. Si persegue inoltre la riqualificazione di una serie di ambienti laterali direttamente connessi, ed in particolare dei principali sistemi presenti in ambito golenale, sia nell ottica di una valorizzazione delle rispettive potenzialità intrinseche sia per il loro ruolo nel quadro più generale dell assetto ecosistemico del Ticino. Riguardo alla pesca, si concorrerà alla costruzione di una disciplina quanto più possibile omogenea, con il concorso delle Associazioni pescatorie qualificate e tenuto conto delle indicazioni che emergeranno dal Piano di Settore del Parco, della pluralità di gestioni esistenti sul Fiume e della sua rilevanza sovraprovinciale. P.T.U.A. Regione Lombardia P.T.A. Regione Piemonte P.A.I. Norme per le fasce fluviali P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma per la tutela delle acque dall inquinamento da nitrati di origine agricola Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Educazione ambientale Gestione pubblica del demanio idrico Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA Piemonte ed ARPA Lombardia; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. 105

110 Fiume Ticino Tratto 2: dalla Tangenziale Est di Pavia alla confluenza in Po Fattori prevalenti di alterazione ambientale Apporti inquinanti da scarichi pubblici Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche, con particolare riferimento alla possibilità di formazione di nuovi ambienti laterali Compromissione di sistemi funzionalmente connessi presenti in golena Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Presenza avifauna ittiofaga Presenza specie ittiche alloctone Rischio di aumento del carico inquinante dovuto alle previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. Utilizzo agricolo intensivo delle superfici golenali, con particolare riferimento a quelle prossime agli ecosistemi acquatici laterali Nessuna Storione cobice, triotto, pigo, vairone, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, lampreda padana Obiettivi: evitare ulteriori deterioramenti della qualità ambientale del corso d acqua; prevenire l introduzione di nuove specie ittiche esotiche e il promuovere il riequilibrio ecologico del sistema laterale del Colatore Gravellone. In considerazione del ruolo rivestito dal Consorzio del Parco Lombardo della Valle del Ticino in relazione agli aspetti ambientali e faunistici, si reputa, inoltre, che gli indirizzi strategici per la salvaguardia e l incremento della fauna ittica nel Fiume debbano in primo luogo essere definiti dall apposito Piano di Settore di competenza del Parco stesso. Per quanto concerne gli interventi a sostegno delle specie vocazionali minacciate o vulnerabili per cui il Consorzio ha già individuato criteri di conservazione, cioè storione cobice e pigo, si assicureranno le forme di collaborazione e compartecipazione e- ventualmente necessarie per l attuazione delle azioni programmate. Riguardo agli aspetti ambientali, il Piano si limita ad individuare come potenzialmente interferenti con gli obiettivi di settore alcune previsioni infrastrutturali del P.T.U.A. (ampliamenti degli impianti di depurazione di Lonate Pozzolo e del Magentino) e le possibili espansioni in ambito golenale di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti. Evidenzia, inoltre, la sostanziale inadeguatezza delle attuali possibilità di fruizione del Ticino. Le autonome previsioni del Piano Ittico riguardo alle componenti ambientali consistono, pertanto, nella promozione del rispetto del sistema di regole disposto da una pluralità di norme o programmazioni. Riguardo alla pesca, non si prevedono particolari modificazioni della disciplina vigente, fatto salvo il recepimento degli eventuali indirizzi definiti dal Piano di Settore per la fauna ittica del Parco del Ticino. P.T.C. del Parco Naturale della valle del Ticino P.A.I. Norme per le fasce fluviali Progetto di rinaturazione e riqualificazione ambientale delle fasce fluviali del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) P.S.S. Valle del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Programma attuativo per la realizzazione di ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali (Regione Lombardia DG Agricoltura) Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Gestione pubblica del demanio idrico Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Regolamentazione della pesca Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA Lombardia; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. 106

111 Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Canale Mangialoca e Canale Venara Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Sottrazione d acqua Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Compromissione di sistemi funzionalmente connessi Presenza avifauna ittiofaga Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza specie ittiche alloctone Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni Espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti nel comprensorio drenato. o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Nessuna Trota marmorata, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivo: ripristino di una qualità ecologica del sistema del Canale più adeguata alle sue notevoli potenzialità, sia per la valorizzazione della vocazione propria e delle acque connesse sia come concorso al miglioramento dell ecosistema che fa capo al Ticino. Piano d Azione locale per intervenire su: alterazione del regime idrologico, apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale, compromissione della dinamica morfologica e della fascia ripariale vegetata, utilizzo intensivo delle superfici immediatamente adiacenti ai corpi idrici, frammentazione della continuità ecologica all interno del sistema, prevenzione dei rischi di inserimento di nuove pressioni, prevalentemente legate all ulteriore espansione di forme di agricoltura inquinanti e idroesigenti sulle superfici direttamente o indirettamente drenate. Riguardo alla pesca, mantenimento dell attuale disciplina, ferma restando l opportunità di una gestione particolare di tutela e riqualificazione ; considerare azioni per la fruibilità. P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino PTUA rilascio DMV Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma per la tutela delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Creazione di aree inondabili e di margine Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di detriti legnosi grossolani Creazione di raschi e letti di frega Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità 107

112 Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Canale Gaviola Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Sottrazione d acqua Compromissione della fascia ripariale vegetata Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Presenza avifauna ittiofaga Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza specie ittiche alloctone Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni Ulteriore espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Nessuna Trota marmorata, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivo: sensibile miglioramento della qualità ambientale del Canale, finalizzato alla valorizzazione delle potenzialità proprie del corpo idrico e al più generale riequilibrio dell assetto ecosistemico del Mangialoca e dell intero ambito che fa capo al Ticino. Piano d Azione locale per intevenire su: alterazione del regime idrologico, apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale, compromissione della fascia ripariale vegetata e utilizzo intensivo delle superfici immediatamente adiacenti; prevenire i rischi di inserimento di nuove pressioni, prevalentemente legate all ulteriore espansione di forme di agricoltura inquinanti e idroesigenti sulle superfici direttamente o indirettamente drenate. Riguardo alla pesca, si prevede il mantenimento dell attuale disciplina, ferma restando l opportunità di istituzione di una gestione particolare di tutela e riqualificazione, estesa all intero sistema del Canale Mangialoca. P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino PTUA - rilascio DMV Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela delle acque dall inquinamento da nitrati di origine agricola Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Posizionamento di detriti legnosi grossolani Interventi sulla vegetazione ripariale Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti 108

113 Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Lanca dei Gozzi o Piave Scaricatore Lanca Piave Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Compromissione della fascia ripariale vegetata Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Presenza avifauna ittiofaga Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza specie ittiche alloctone Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni Espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Ghiozzo padano, vairone Trota marmorata, triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivi: miglioramento dell assetto ecologico della Lanca Piave e la conservazione dei caratteri particolari del suo Scaricatore. Favorire la frequentazione pubblica del sistema, con azioni che ne promuovano una fruizione compatibile con le esigenze di contenimento del disturbo antropico. Riqualificazione della lanca tramite: ricomposizione di una cintura vegetata ad assetto naturale, anche con funzione tamponante; controllo dei potenziali inquinanti recapitati per il tramite di sistemi di drenaggio o che veicolano il carico residuo dei reflui provenienti dagli agglomerati di Vigna del Pero, San Varese e Sette Filagni. Tutela dell integrità ecologica dello Scaricatore tramite: mantenimento della naturalità dell alveo e delle superfici contigue e di un regime idrologico sostanzialmente indisturbato; programmare la rimozione delle occlusioni idrauliche determinate da accumuli di residui vegetali flottanti depositati in occasione delle piene del Fiume. Per le componenti faunistiche: interventi di rimozione di specie ittiche alloctone interferenti, (Misgurnus anguillicaudatus), sperimentazione dell introduzione dello spinarello. In ogni caso, le strategie di dettaglio relative alla tutela della fauna ittica e del suo ambiente di vita andranno in primo luogo definite dalla Pianificazione di Settore di competenza del Parco, di cui verranno recepiti gli eventuali indirizzi. In merito alla pesca, si reputa che le attuali forme di esercizio non confliggano con gli obiettivi di tutela assunti, anche in considerazione del fatto che i principali taxa di rilievo conservazionistico che si possono favorire nei corpi idrici in questione non sono oggetto di prelievo. P.T.U.A. Trattamento dei reflui di alcuni agglomerati che recapitano nel sistema P.T.C. del Parco Lombardo della Valle del Ticino Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità 109

114 Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie di interesse ed interferenti. Auspicabile la responsabilizzazione diretta del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino in azioni coordinate di gestione e monitoraggio. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di a- zioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Canarolo di Torre de' Negri Apporti inquinanti di origine civile Utilizzo degli alvei come collettori idraulici Alterazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Sottrazione d acqua Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Compromissione della fascia ripariale vegetata Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Presenza specie ittiche alloctone Aumento del rischio di inquinamento per l ampliamento degli impianti di depurazione intercomunali di Belgioioso e di Linarolo Ulteriore espansione di forme di agricoltura inquinanti ed idroesigenti Nessuna Triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. Obiettivo: sensibile mitigazione dei fattori di pressione che insistono sul Canarolo di Torre de Negri, sia per una valorizzazione delle potenzialità ecologiche e fruitive proprie sia nell ambito di un generale miglioramento dei principali sistemi laterali che fanno capo al Po. Piano d Azione locale per intervenire su: effetti degli scarichi pubblici; utilizzo degli alvei come collettori idraulici; apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale; compromissione delle naturali dinamiche morfologiche e della fascia ripariale vegetata; utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso. Prevenzione dei rischi di nuove pressioni (ulteriore espansione di forme di agricoltura inquinanti e idroesigenti sulle superfici direttamente o indirettamente drenate; promozione del miglioramento delle condizioni locali di fruibilità). Si interverrà sul complesso di utilizzazioni idriche esistenti e sulle opere di derivazione e si solleciterà l attenta valutazione degli effetti determinati dagli ampliamenti degli impianti di depurazione di Linarolo e di Belgioioso; potranno essere colte le opportunità offerte dagli eventuali interventi compensativi e di riqualificazione finale relativi all ATE G50. Riguardo alla pesca, si prevede di mantenere l attuale disciplina, ferma restando l opportunità di istituzione di una gestione particolare di tutela e riqualificazione estesa all intero sistema, che tuttavia necessiterebbe di accordi con il titolare del diritto esclusivo presente sul Canarolo e su altre acque in connessione. PTUA - rilascio DMV; interventi di collettamento e depurazione Piani di gestione dei Siti Natura 2000 Progetto di rinaturazione e riqualificazione ambientale delle fasce fluviali del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) P.S.S. Valle del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) Recupero finale con destinazione agricolo-naturalistica dell attività estrattiva dell ATE G50 Programma per la tutela delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola 110

115 Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Innesco della libera evoluzione Creazione di aree umide fitodepuranti Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di detriti legnosi grossolani Creazione di raschi e letti di frega Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli - ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. 111

116 IT GARZAIA DELLA RINALDA Vulnerabilità IT GARZAIA DELLA RINALDA Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. L'area necessita di periodici interventi di manutenzione e, in particolare, si sottolinea l'importanza di eseguire periodici spurghi nell'area del fontanile. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. 112

117 Fattori prevalenti di alterazione ambientale Previsioni del Piano Ittico Roggia Cona Apporti inquinanti di origine civile Alterazione dell alveo (tracciato, profilo, sezione trasversale) Sottrazione d acqua Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Compromissione della fascia ripariale vegetata Presenza specie ittiche alloctone Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza avifauna ittiofaga Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o Ulteriore espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti da attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Altre programmazioni con previsioni di azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti faunistiche previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Nessuna Triotto, vairone, alborella, barbo, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano Sensibile recupero della qualità ambientale della Roggia Cona Piano d Azione locale relativo alla semplificazione morfologica dell alveo e alla compromissione della sua dinamica naturale, all alterazione del regime idrologico, all utilizzo agricolo delle superfici immediatamente adiacenti, agli apporti inquinanti di origine agricola e dalle reti artificiali e alla riduzione della fascia ripariale vegetata. il miglioramento della vocazione fruitiva del corpo idrico, in cui scorre il corso d acqua. Promuovere sia il rilascio di un adeguato DMV da parte delle utenze idriche in essere sia il rispetto del sistema di regole vigente disposto da altre normative o programmazioni. Verranno, inoltre, sollecitati i Comuni territorialmente interessati ad includere la Roggia, in virtù della sua rilevanza ambientale, nei rispettivi reticoli minori. Riguardo alla pesca, si prevede di mantenere le attuali forme di esercizio, fatta salva la possibilità di istituire una gestione particolare di tutela e riqualificazione. P.T.U.A. Realizzazione dell impianto di depurazione di Candia Lomellina e conseguente eliminazione dei terminali di fognatura attualmente recapitati senza trattamento Programma per la tutela delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Ripristino spontaneo della complessità ecosistemica delle acque demaniali Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da altre fonti puntuali di origine agricola Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità. Istituzione di zone di protezione, di ripopolamento e di tutela ittica Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Regolamentazione della pesca Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. 113

118 IT ABBAZIA ACQUALUNGA 114

119 Vulnerabilità IT ABBAZIA ACQUALUNGA Si sottolinea la fragilità degli ambienti considerati dovuta, tra l'altro, all'assenza di processi di rinnovamento spontaneo della vegetazione ed al progressivo interramento delle zone umide. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Si evidenzia l'assoluta importanza di eseguire interventi periodici di gestione e di mantenere e, ove possibile, incrementare la presenza di ampie superfici a canneto. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Previsioni del Piano Ittico Roggia Poella e Fontana Isimbardi Alterazione dell alveo (tracciato, profilo, sezione trasversale) Artificializzazione del regime idrologico Interventi di manutenzione idraulica Frammentazione della continuità biologica Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Fattori prevalenti di alterazione ambientale Compromissione della fascia ripariale vegetata Sottrazione d acqua Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Apporti inquinanti di origine civile Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Presenza specie ittiche alloctone Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza avifauna ittiofaga Ulteriore espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti. Principali pressioni sugli habitat dei pesci Aumento del carico inquinante residuo proveniente dall impianto di depurazione di Mede, di cui potenzialmente indotte da programmazioni il PTUA prevede l ampliamento. o da attività antropiche Pressioni indotte dall Ambito territoriale Estrattivo ATE G03, in comune di Gambarana che colonizzano stabilmente il corpo Nessuna idrico che potrebbero colonizzare stabil- Triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, spinarello, ghiozzo padano, panzarolo, lampreda padana. mente il corpo idrico Obiettivo: sensibile recupero di qualità ecologica della Roggia Poella e della Fontana Isimbardi. Programma di azioni in corso esteso anche al Canale Riadino che riguarda la semplificazione strutturale dell alveo, gli interventi di manutenzione idraulica, l artificializzazione del regime idrologico, la frammentazione della continuità biologica, la compromissione delle naturali dinamiche morfologiche e della fascia ripariale vegetata, la sottrazione d acqua, gli apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale e l utilizzo produttivo delle superfici immediatamente adiacenti all alveo inciso. La riqualificazione programmata prevede inoltre la promozione della fruibilità del corso d acqua, attraverso il convenzionamento di terreni. Verrano inoltre sollecitati i Comuni territorialmente interessati ad includere la porzione iniziale della Roggia e a Fontana Isimbardi nei rispettivi reticoli minori. Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Si evidenzia anche la necessità di intervenire per la valutazione degli effetti dell ampliamento dell impianto depurativo di Mede, che recapita nel sistema idrico drenato dalla Poella e dove verranno trattati, grazie a nuovi collettamenti, reflui che attualmente gravano su altri sottobacini (reti fognarie di San Giorgio di Lomellina, Ottobiano e Frascarolo). Particolare attenzione andrà posta, infine, alla mitigazione delle pressioni indotte dal nuovo Ambito Territoriale Estrattivo ATE G03, in comune di Gambarana, localizzato nelle immediate prossimità della Poella e passibile di generare notevoli interferenze negative con la riqualificazione ecologica assunta ad obiettivo. Riguardo alla pesca, in considerazione dell attenzione e della disponibilità alla responsabilizzazione gestionale manifestata dalla rappresentanza locale della FIPSAS, si prevede l istituzione di una gestione particolare di tutela e riqualificazione. Altre programmazioni con previsioni di Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da azioni strutturali e non strutturali relative nitrati di origine agricola alle componenti ambientali Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura

120 Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Azioni strutturali e non strutturali relative Indirizzi per le compensazioni (trasformazioni urbanistiche previste dai PGT e ATE G03) alle componenti ambientali previste dal Innesco della libera evoluzione Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Creazione di raschi e letti di frega Passaggi per pesci Interventi sulla vegetazione ripariale Gestione pubblica del demanio idrico Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità (porzione esterna al SIC) Concessione di acque a scopo di pescicoltura, acquacoltura o gestione particolare della pesca Azioni strutturali e non strutturali relative Regolamentazione della pesca alle componenti faunistiche previste dal Immissioni di ittiofauna Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Rimozione di specie ittiche interferenti Controllo selettivo di specie di uccelli ittiofagi Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse e di quelle interferenti. Valutazione degli effetti ambientali dell aumento del carico inquinante residuo recapitato dell impianto di depurazione di Mede. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. I piani di abbattimento per il controllo selettivo del cormorano non dovrebbero interessare la porzione di Roggia interna al SIC, per la modestia della portata idraulica e del tirante idrico in questo tratto del corso d acqua; queste caratteristiche penalizzano le capacità natatorie del cormorano riducendo la possibile pressione determinata dalla sua predazione. Nel caso dovessero essere comunque previste azioni di controllo, queste dovranno essere debitamente programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore, al fine di non determinare incidenze negative sulle specie e sugli habitat di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti, saranno promosse prevalentemente nella porzione di Roggia Poella esterna al SIC e verranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore. 116

121 IT GARZAIA DI GALLIA Vulnerabilità IT GARZAIA DI GALLIA Il sito risulta particolarmente vulnerabile sia per l'assenza di fenomeni di rinnovamento naturale dell'alneto, sia per il disturbo causato dalle attività antropiche che si svolgono nell'area tanto più significativo in quanto è assai ridotta la superficie a vegetazione naturale. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. Tra gli elementi di disturbo si segnala anche la presenza dell'infestante Solidago gigantea. Si segnala infine la necessità di adottare tutte le possibili misure affinché gli impatti connessi all'attività dell'azienda Faunistico Venatoria siano il più possibile contenuti. Fattori prevalenti di alterazione ambientale Previsioni del Piano Ittico Colatore Solerone Alterazione dell alveo (tracciato, profilo, sezione trasversale) Frammentazione della continuità biologica Compromissione delle naturali dinamiche morfologiche Compromissione della fascia ripariale vegetata Sottrazione d acqua Apporti inquinanti di origine agricola e dalla rete artificiale Utilizzo agricolo intensivo delle superfici adiacenti all alveo inciso Artificializzazione del regime idrologico Apporti inquinanti di origine civile Presenza specie ittiche alloctone Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza avifauna ittiofaga Principali pressioni sugli habitat dei pesci potenzialmente indotte da programmazioni o da Ulteriore espansione di forme di agricoltura intensive e idroesigenti. attività antropiche che colonizzano stabilmente il corpo idrico Alborella 117

122 Triotto, vairone, alborella, barbo, lasca, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano, che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico lampreda padana. Obiettivo: sensibile recupero di qualità ambientale del Colatore Solerone. Piano d Azione locale per ridurre i fattori di pressione (semplificazione strutturale dell alveo, compromissione delle naturali dinamiche morfologiche e della fascia ripariale, alterazione del regime idrologico, utilizzo agricolo delle superfici adiacenti all alveo inciso e apporti inquinanti di origine agricola e dalle reti artificiali); miglioramento della vocazione fruitiva del Colatore, contemperando la promozione della sua frequentazione pubblica con le esigenze di contenimento del disturbo antropico nel SIC della Garzaia di Gallia. Obiettivi specifici perseguiti dal Piano Particolare attenzione andrà inoltre posta al ruolo esercitato dall Ambito Territoriale Estrattivo G18 di Gallia, localizzato nelle immediate prossimità del Colatore e passibile da una parte di determinare notevoli interferenze negative con la riqualificazione ecologica assunta ad obiettivo, dall altra, in sede di recupero finale, di generare opportunità di valorizzazione del Solerone. Riguardo alla pesca, si prevede il mantenimento delle attuali forme di esercizio, fatta salva la possibilità di istituire una gestione particolare di tutela e riqualificazione. P.T.U.A. (Rilascio DMV e depurazione della rete fognaria dell abitato di Gallia) Altre programmazioni con previsioni di azioni P.A.I. Norme di attuazione per le fasce fluviali strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali nitrati di origine agricola Programma d azione per la tutela e il risanamento delle acque dall inquinamento causato da Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 Ripristino spontaneo della naturalità delle acque demaniali Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Mitigazione delle alterazioni del regime idrologico Riduzione degli apporti inquinanti da colature e da fonti puntuali di origine agricola Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Rilascio di deflussi compatibili Indirizzi per le compensazioni (trasformazioni urbanistiche previste dai PGT e ATE G18) Azioni strutturali e non strutturali relative alle Innesco della libera evoluzione componenti ambientali previste dal Piano Ittico ed adottabili sul corpo idrico Interventi per il contenimento di inquinanti veicolati dai sistemi artificiali Creazione di raschi e letti di frega Miglioramento degli habitat negli scenari di magra Posizionamento di detriti legnosi grossolani Passaggi per pesci Interventi sulla vegetazione ripariale Convenzionamento di terreni Miglioramento dell attrattività e della fruibilità Concessione di acque a scopo di pescicoltura, acquacoltura o gestione particolare della Azioni strutturali e non strutturali relative alle pesca componenti faunistiche previste dal Piano Regolamentazione della pesca Ittico ed adottabili sul corpo idrico Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse e di quelle interferenti. Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici (in particolare immissione di inquinanti e regime idrologico); - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico. Le azioni atte al miglioramento dell attrattività e della fruibilità terranno conto dei livelli di sensibilità esistenti e saranno comunque programmate e definite nelle modalità e nei tempi di attuazione con l Ente Gestore del sito. 118

123 IT BOSCHI DI VACCARIZZA Vulnerabilità IT BOSCHI DI VACCARIZZA La rimozione di banchi di sabbia ha causato consistenti modifiche dell'assetto idrogeologico del fiume Po. Un'importante fonte di rischio è la frequentazione antropica, che ha causato negli anni passati l'abbandono di una garzaia da parte di tutte le specie di ardeidi. E' presente inoltre uno scarico fognario che si immette nella lanca Chiappo. 119

124 Previsioni del Piano Ittico Fiume Po - tratto 2 dalla confluenza del Fiume Ticino all uscita di provincia Compromissione di: - naturali dinamiche morfologiche Fattori prevalenti di alterazione ambientale - sistemi funzionalmente connessi Apporti inquinanti da scarichi pubblici Apporti inquinanti di origine agricola Presenza avifauna ittiofaga Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza specie ittiche alloctone Aumento dell inquinamento nei sistemi laterali (PTUA) Principali pressioni sugli habitat dei pesci Interventi di regimazione idraulica (navigabilità) potenzialmente indotte da programmazioni o Utilizzo agricolo intensivo delle superfici golenali (ecosistemi acquatici laterali) da attività antropiche Attività estrattive in ambito golenale (ecosistemi acquatici laterali) Nessuna che colonizzano stabilmente il corpo idrico Storione cobice, triotto, pigo, alborella, barbo, lasca, savetta, cobite comune, cobite mascherato, ghiozzo padano. che potrebbero colonizzare stabilmente il corpo idrico Obiettivo prioritario - evitare ulteriori deterioramenti della qualità ecologica del corpo idrico (sistemazioni idrauliche; introduzione di nuove specie ittiche esotiche). Obiettivi specifici perseguiti dal Piano - riqualificazione di una serie di ambienti laterali direttamente connessi, ed in particolare dei principali sistemi presenti in ambito golenale e ricadenti in aree appartenenti al demanio idrico PTUA - riduzione degli apporti inquinanti provenienti da scarichi pubblici P.A.I. Norme per le fasce fluviali Progetto di rinaturazione e riqualificazione ambientale delle fasce fluviali del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) Altre programmazioni con previsioni di azioni strutturali e non strutturali relative alle componenti ambientali Misure di conservazione e piani di gestione dei Siti Natura 2000 P.S.S. Valle del Fiume Po (Autorità di bacino del Fiume Po) Programma per la tutela delle acque dall inquinamento causato da nitrati di origine agricola Programma attuativo per la realizzazione di ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali (Regione Lombardia DG Agricoltura) Compatibilizzazione delle opere e delle manutenzioni idrauliche Gestione pubblica del demanio idrico Mitigazione e compensazione delle alterazioni dovute alle derivazioni Azioni strutturali e non strutturali relative alle Rilascio di deflussi compatibili componenti ambientali previste dal Piano Riattivazione e riconnessione di ambienti acquatici laterali Ittico ed adottabili sul corpo idrico Riqualificazione dei tratti terminali degli affluenti. Controllo degli apporti inquinanti provenienti da insediamenti produttivi (lavorazione inerti) Interventi sulla vegetazione ripari Forme esclusive di pesca: ricognizione e indirizzi di gestione Concessione di acque a scopo di gestione particolare della pesca Azioni strutturali e non strutturali relative alle Regolamentazione della pesca componenti faunistiche previste dal Piano Istituzione di tratti da destinare alle gare e manifestazioni di pesca Ittico ed adottabili sul corpo idrico Immissioni di ittiofauna Rimozione di specie ittiche interferenti Tempi e modalità di verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati Considerazioni sull'incidenza del piano rispetto ai siti Rete Natura 2000 Aggiornamento del quadro informativo disponibile con periodicità minima quadriennale; analisi dei dati idroqualitativi forniti da ARPA; censimenti semiquantitativi di ittiofauna con valutazione degli andamenti delle popolazioni delle specie ittiche di interesse ed interferenti Le previsioni di piano risultano sinergiche con le indicazioni di gestione del sito in quanto: - concorrono ad una razionalizzazione del sistema della fruizione; - concorrono alla riduzione dei fattori di impatto sugli ambienti acquatici; - concorrono al mantenimento e ricostruzione degli habitat acquatici e ripariali; - concorrono alla riqualificazione della vegetazione ripariale; - concorrono al miglioramento delle condizioni del popolamento ittico caratteristico e di interesse conservazionistico 120

125 IT MONTE ALPE Vulnerabilità IT MONTE ALPE I principali elementi di disturbo che insistono sul sito consistono nella presenza di specie esotiche (Pseudotsuga douglasii) e di residui dell'impianto artificiale di Pinus nigra con possibile infestazione di processionaria del pino. Da tenere sotto stretto controllo è il rischio di incendio e, nelle aree già colpite nell'incendio del 1990, il pericolo di dilavamento del terreno. Previsioni del Piano Ittico Fosso del Collegio Sottrazione d acqua Fattori prevalenti di alterazione ambientale Frammentazione della continuità biologica Apporti inquinanti da scarichi pubblici (Frazioni Collegio e Ca del Bosco) Altre pressioni sull ittiofauna autoctona Presenza avifauna ittiofaga Principali pressioni sugli habitat dei pesci Rischio di aggravio delle criticità idrologiche per aumento del fabbisogno idropotabile estivo potenzialmente indotte da programmazioni o Ipotesi di sfruttamento idroelettrico da attività antropiche Nessuna che colonizzano stabilmente il corpo idrico che potrebbero colonizzare stabilmente il Nessuna corpo idrico 121

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