CIATTA DI VIGEVANO (PV) Variante Generale al Piano di Governo del Territorio. Studio di incidenza CITTA DI VIGEVANO STUDIO DI INCIDENZA

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1 CIATTA DI VIGEVANO (PV) Variante Generale al Piano di Governo del Territorio Studio di incidenza CITTA DI VIGEVANO Variante Generale al Piano di Governo del Territorio STUDIO DI INCIDENZA Dicembre 2013

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3 N.Q.A. Nuova Qualità Ambientale S.r.l. Via B. Sacco, Pavia nqa@iol.it A cura di: Luca Bisogni Anna Gallotti Davide Bassi (Pianificatore Territoriale)

4 INDICE PREMESSA INTRODUZIONE Presupposti normativi dello studio di incidenza IL RAPPORTO TRA VIC E VAS IL PGT VIGENTE Il Piano dei Servizi Il Piano delle Regole LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL PIANO LA PROPOSTA DI VARIANTE AL P.G.T. VIGENTE Le pressioni potenziali indotte dal PGT su rete Natura IL RAPPORTO TRA TERRITORIO COMUNALE E RETE NATURA ZPS Boschi del Ticino e SIC Basso corso e sponde del Ticino Habitat Aspetti Floristico-Vegetazionali Aspetti Faunistici Vulnerabilità SIC Garzaia della Cascina Portalupa Habitat Aspetti Floristico-Vegetazionali Aspetti Faunistici Vulnerabilità IBA Important Bird Area Reti e corridoi ecologici Aree Prioritarie per la Biodiversità Indice di Funzionalità Fluviale LE INTERFERENZE INDOTTE DAL PIANO SUL SISTEMA AMBIENTALE Effetti potenziali del Piano su Rete Natura Incidenza della nuova disciplina per le funzioni commerciali Incidenza delle variazioni alla conformazione degli ambiti di trasformazione Incidenza delle variazioni per il recupero delle aree dismesse Incidenza delle modifiche al disegno della viabilità Incidenza della revisione del perimetro di iniziativa comunale del PTC del Parco del Ticino Incidenza delle modifiche alla relazione del Documento di Piano e alle Norme Tecniche Incidenza delle modifiche alle norme tecniche del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi Congruità delle previsioni di Piano rispetto alle norme gestionali MONITORAGGIO CONCLUSIONI

5 PREMESSA L Amministrazione comunale di Vigevano, con Avviso pubblicato il , ha dato avvio al processo di realizzazione di Variante al Documento di Piano del PGT vigente e della relativa Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.). Il territorio del comune di Vigevano è interessato dalla presenza dei seguenti siti appartenenti alla Rete Natura 2000: SIC IT Basso corso e sponde del Ticino ; SIC IT Garzaia della Cascina Portalupa ; ZPS IT Boschi del Ticino. La presenza di tali siti, la cui localizzazione spaziale è raffigurata nell immagine successiva, richiede uno specifico Studio ai fini della Valutazione di Incidenza, redatto secondo l Allegato G del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 e secondo l Allegato D (Sezione Piani) della D.G.R. 8 agosto 2003 n. VII/14106, che analizzi gli effetti, diretti ed indiretti, che l attuazione dei tre atti costituenti il PGT (Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) potrà potenzialmente indurre sul sito Natura 2000 evidenziato. Figura 0.1 Rapporto tra il territorio comunale e Rete Natura 2000 SIC Basso corso e sponde del Ticino SIC Garzaia della Cascina Portalupa ZPS Boschi del Ticino Fonte: dati Regione Lombardia 5

6 1 INTRODUZIONE 1.1 Presupposti normativi dello studio di incidenza L Unione Europea ha recepito i principi internazionali in merito alla conservazione della natura, emanando alcune direttive tra cui le più significative in materia di biodiversità sono: la Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli ), che sancisce la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici europei, delle loro uova, dei nidi e degli habitat e prevede l istituzione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS) per il raggiungimento di tali obiettivi. Le misure prevedono da una parte l individuazione di una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli indicate nei relativi allegati e dall altra l individuazione, da parte degli Stati membri dell UE, di aree destinate alla conservazione di tali specie, le Zone di Protezione Speciale (ZPS); la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat ), che rappresenta la normativa di recepimento a livello europeo della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro ed ha l obiettivo di salvaguardare la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica nel territorio europeo. Essa fornisce elenchi di habitat naturali (allegato I) e di specie animali e vegetali (allegato II) di interesse comunitario e si propone l obiettivo di costruire, per la loro tutela, una rete di zone speciali di conservazione. In un primo momento gli Stati Membri sono chiamati ad effettuare una ricognizione sul loro territorio circa la presenza e lo stato di conservazione di tali specie ed habitat, indicando quindi una serie di siti. La Commissione Europea designa, quindi, tra i siti proposti e con riferimento alle diverse regioni biogeografiche, i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Gli Stati Membri istituiscono, entro i siti designati, Zone Speciali di Conservazione, in cui siano applicate misure di gestione atte a mantenere un soddisfacente stato di conservazione della specie e degli habitat presenti. La Direttiva Habitat introduce all'articolo 6, comma 3, la procedura di Valutazione di Incidenza con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. Con DPR 8 settembre 1997 n. 357 (successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003 n. 120), lo Stato Italiano ha emanato il Regolamento di recepimento ed attuazione della Direttiva Habitat, assegnando alle regioni il compito di definire specifici indirizzi, in materia di Rete Natura 2000 e di Valutazione di Incidenza, per il proprio territorio di competenza. In base all'art. 6 del DPR 120/2003, comma 1, sono da sottoporre a Valutazione di Incidenza (comma 3), tutti i Piani, Programmi e Progetti non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. La Regione Lombardia con la D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 individua i soggetti gestori, definisce le modalità procedurali per l applicazione della valutazione di incidenza e fornisce i contenuti minimi dello studio per la valutazione d incidenza di Piani, Programmi e Progetti sui SIC e psic (Box 1), presenti nel territorio regionale. Con D.G.R. 15 ottobre 2004 N. 7/19018, la Regione Lombardia stabilisce che, nel caso il Piano, Programma o Progetto in analisi interessi ambiti in cui si evidenzi una sovrapposizione di ZPS con SIC o psic, lo Studio di Incidenza sia unico. L art. 32 della LR 7/2010 ha inserito nella LR 86/83 l art. 25 bis nel quale viene disciplinata la definizione e la gestione di Rete Natura 2000 in Lombardia. Tra le disposizioni dell art. 25 bis, vi è l individuazione della Provincia quale soggetto che effettua la valutazione di incidenza di tutti gli atti del PGT e relative varianti in sede di valutazione di compatibilità con il PTCP. 6

7 Gli atti di PGT, comprensivi dello studio di incidenza, dovranno essere trasmessi, successivamente alla loro adozione, alla Provincia per la verifica di compatibilità con il PTCP e per la Valutazione di Incidenza ed agli Enti gestori dei Siti, tenuti a trasmettere il proprio parere alla stessa Provincia, per l istruttoria di competenza relativa alla VIC. La Valutazione di Incidenza verrà espressa con specifico atto dal competente Ufficio della Provincia, tenuto conto del parere degli Enti gestori dei Siti Natura 2000, in sede di formulazione del parare di compatibilità con il PTCP, da formalizzare ai sensi della LR 12/2005 entro 120 giorni e dovrà essere recepita dai comuni unitamente all eventuale parare motivato finale di VAS. Box 1-1 Modalità procedurali per l applicazione della Valutazione di Incidenza Sezione I PIANI Articolo 1 Contenuti dei piani in relazione ai SIC o psic 1. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, predispongono uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Tale studio deve illustrare gli effetti diretti o indiretti che le previsioni pianificatorie possono comportare sui siti evidenziando le modalità adottate per rendere compatibili le previsioni con le esigenze di salvaguardia. Lo studio dovrà comprendere le misure di mitigazione e di compensazione che il piano adotta o prescrive di adottare da parte dei soggetti attuatori. 2. Lo studio, di cui al comma 1, dovrà avere i contenuti minimi di cui all Allegato D - sez. Piani della presente deliberazione redatti ai sensi dell allegato G del D.P.R. 357/ Qualora i SIC o psic ricadano all interno di aree protette ai sensi della Legge 394/91, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla normativa vigente, come previsto dal D.P.R. 357/97. Articolo 2 Procedure di valutazione di incidenza 1. Gli atti di pianificazione, sono presentati, nel caso di piani di rilevanza regionale, provinciale e comunale, fatto salvo quanto previsto al comma 6, corredati di istanza e unitamente allo studio di cui all art. 1, pena l inammissibilità, alla Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, quale Autorità Competente che, mediante l istruttoria, valuta gli effetti che il piano può avere sui siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi e formalizza l esito della valutazione d incidenza. Gli elaborati di piano e lo studio dovranno essere consegnati in numero di quattro copie di cui una su supporto informatico. 2. L istruttoria per la valutazione d incidenza, da effettuarsi sulla base degli elementi contenuti nell'atto di pianificazione, unitamente allo studio di cui all'art. 1, è finalizzata ad evitare che l'attuazione delle previsioni di piano pregiudichi l'integrità dei siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti. 3. La Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, si esprime, nei termini previsti dal D.P.R. 357/97 e successive modificazioni, mediante atto dirigenziale. La D.G. Qualità dell Ambiente può chiedere una sola volta integrazioni. Nel caso in cui siano richieste integrazioni, il termine per la valutazione d incidenza decorre nuovamente dalla data in cui le integrazioni pervengono alla D.G. Qualità Ambiente. 4. L Amministrazione competente all approvazione dei piani di cui al comma 1 acquisisce preventivamente la valutazione d incidenza espressa dalla D. G. Qualità dell Ambiente ed individua le modalità più opportune per la consultazione del pubblico. 5. Qualora il PTC provinciale sia stato approvato, secondo le procedure previste dai commi precedenti con valutazione d incidenza positiva, la valutazione d incidenza dei piani regolatori generali comunali è effettuata dalla Provincia competente in sede di verifica di compatibilità ai sensi dell art. 3 commi 18 e 19 della l.r. 5 gennaio 2000 n In assenza di P.T.C.P. approvati con valutazione d incidenza positiva, l approvazione del P.R.G. comunale dovrà tenere conto del parere in merito alla valutazione d incidenza espresso dalla D.G. Qualità dell Ambiente. 7. Nel caso di piani che interessino siti di SIC o psic, ricadenti in tutto o in parte all'interno di aree protette ai sensi della l.r. 86/83, la valutazione d incidenza di cui ai commi precedenti viene espressa previo parere obbligatorio dell Ente di gestione dell'area protetta. 8. La valutazione dell incidenza delle varianti a PRG comunali, ai sensi della l.r. 23 giugno 1997 n. 23, che interessino SIC o psic, è effettuata dal Comune. L esito di tale valutazione dovrà essere espressa nell atto di approvazione della variante stessa, tenuto conto del comma precedente. 7

8 Articolo 3 Effetti della valutazione di incidenza sui piani 1. L'approvazione dei piani, per le parti contenenti le previsioni di cui all'art 1, è condizionata all'esito positivo della valutazione di incidenza espresso a seguito dell'applicazione della procedura di cui all'art. 2, tranne nei casi e con le modalità previsti dall'art La D.G. Qualità dell Ambiente, nell atto dirigenziale: a) può impartire le opportune prescrizioni relative alle modalità di progettazione e di realizzazione degli interventi, previsti dallo strumento di pianificazione, così ammessi; b) specifica, anche sulla base del livello di approfondimento degli atti di pianificazione e dello studio di cui all art.1, quali interventi e/o previsioni del piano siano o meno soggetti a valutazione di incidenza. 3. L adeguamento dei P.R.G. ai piani sovracomunali, approvati con valutazione d incidenza positiva, non è soggetto a valutazione di incidenza. Articolo 4 Conclusioni negative della valutazione di incidenza Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano debba essere realizzato per motivi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, coadiuvate dalla D.G. Qualità dell Ambiente che potrà fornire indicazioni in tal senso, e ne danno comunicazione al Ministero dell ambiente e della tutela del territorio. Allegato D CONTENUTI MINIMI DELLO STUDIO PER LA VALUTAZIONE D INCIDENZA SUI SIC E psic Sezione piani Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell allegato G del DPR 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare le misure previste per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o compensazioni. Lo studio dovrà in particolare: 1. contenere elaborati cartografici in scala minima 1: dell'area interessata dal o dai SIC o psic, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area. 2. descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe. 3. esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici. 4. illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.) 5. indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all'impatto. Lo studio dovrà essere connotato da un elevato livello qualitativo dal punto di vista scientifico. Box 1-2 Principali riferimenti normativi in materia di Valutazione di Incidenza Principali riferimenti normativi in materia di Rete Natura 2000 e Valutazione di Incidenza Unione Europea: Direttiva europea n. 79/409/CEE Uccelli - Conservazione degli uccelli selvatici e Direttiva n. 92/43/CEE Habitat - Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche con le quali si prevede che, al fine di tutelare le specie animali e vegetali, nonché gli habitat, indicati negli Allegati I e II, gli Stati membri classifichino in particolare come SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e come ZPS (Zone di Protezione Speciale) i territori più idonei al fine di costituire una rete ecologica, definita "Rete Natura 2000"; Documento Guida all interpretazione dell articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE, pubblicato nel 2000 dalla Commissione Europea; Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001; Decisione 2008/25/CE della Commissione del 13 novembre 2007 che stabilisce, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un primo elenco aggiornato di siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale [notificata con il numero C(2007) 5403] (G.U.U.E. L12 del ); 8

9 Decisione 2008/218/CE della Commissione del 25 gennaio 2008 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un primo elenco aggiornato di siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina [notificata con il numero C(2008) 271] (G.U.U.E. L77 del ); Decisione 2008/335/CE della Commissione del 28 marzo 2008 che adotta, a norma della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, il primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea [notificata con il numero C(2008) 1148] (G.U.U.E. L123 dell' ); Decisione 2009/91/CE della Commissione del 12 dicembre 2008 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina [notificata con il numero C(2008) 7973]; Decisione 2009/93/CE della Commissione del 12 dicembre 2008 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale [notificata con il numero C(2008) 8039]; Decisione 2010/42/UE della Commissione del 22 dicembre 2009 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un terzo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina [notificata con il numero C(2009) 10415]; Decisione 2010/44/UE della Commissione del 22 dicembre 2009 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un terzo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale [notificata con il numero C(2009) 10422]; Decisione 2011/62/UE della Commissione del 10 gennaio 2011 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un quarto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina; Decisione 2011/64/UE della Commissione del 10 gennaio 2011 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un quarto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale; Decisione 2012/12/UE della Commissione del 18 novembre 2011 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina; Decisione 2012/14/UE della Commissione del 18 novembre 2011 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale; Decisione 2013/22/UE della Commissione del 16 novembre 2012 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un sesto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina; Decisione 2013/23/UE della Commissione del 16 novembre 2012 che adotta, ai sensi della direttiva 92/43/CEE del Consiglio, un sesto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale. Stato Italiano: DPR 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche", successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003, n. 120, con i quali si dà applicazione in Italia alle suddette direttive comunitarie; DM 3 settembre 2002 che approva le Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 predisposte dal Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio; DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE ; DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE ; D.lgs 3 aprile 2006, n. 152 Norma in materia ambientale Parte II (VIA, VAS e IPPC). D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 recante "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norma in materia ambientale"; DM 17 ottobre 2007, n. 184 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). DM 11 giugno 2007 Modificazioni agli allegati A, B, D ed E del Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, in attuazione della direttiva 2006/105/CE del Consiglio del 20 novembre 2006, che adegua le direttive 73/239/CEE, 74/557/CEE e 2002/83/CE in materia di ambiente a motivo dell'adesione della Bulgaria e della Romania ; Decreto 30 marzo 2009 Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia alpina in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (GU n. 95 del 24 aprile 2009, S.O. n. 61); Decreto 30 marzo 2009 Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia continentale in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (GU n. 95 del 24 aprile 2009, S.O. n.61); Decreto 30 marzo 2009 Secondo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografia mediterranea in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. (GU n. 95 del 24 aprile 2009, S.O. n.61); DM 5 luglio 2007 Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE ; DM 17 ottobre 2007, n. 184 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS); 9

10 D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 recante Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norma in materia ambientale ; DM 26 marzo 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 103 del 3 maggio 2008); DM 26 marzo 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 104 del 5 maggio 2008); DM 3 luglio 2008 Primo elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 184 del 7 agosto 2008); Da DM 30 marzo 2009 a DM 14 marzo 2011 pubblicazione elenchi successivi relativi ai siti di importanza comunitaria; DM 19 giugno 2009 Elenco delle zone di protezione speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE (Gazzetta Ufficiale n. 157 del 9 luglio 2009); Provvedimento 7 ottobre 2010 Intesa sulla Strategia nazionale per la biodiversità, predisposta dal Ministero dell ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell art. 6 della Convezione sulla diversità biologica, fatta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 e ratificata dall Italia con la legge 14 febbraio 1994, n. 124 (Reg. n. 181/CSR) ; DM 7 marzo 2012 Quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica continentale in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE ; DM 7 marzo 2012 Quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica mediterranea in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE ; DM 7 marzo 2012 Quinto elenco aggiornato dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina in Italia ai sensi della direttiva 92/43/CEE. Regione Lombardia: D.G.R. 8 agosto 2003, n. 7/14106 "Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi della direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione dei soggetti gestori e modalità procedurali per l applicazione della valutazione d incidenza" (3 Suppl. Straordinario Bollettino ufficiale della Regione Lombardia n. 37 del 12 settembre 2003); D.G.R. 15 dicembre 2003, n. 7/15648 Revoca delle deliberazioni 7/2572 dell 11 dicembre 2000 e 7/11707 del 23 dicembre 2002 e contestualmente individuazione di 17 Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici"; D.G.R. luglio 2004, n. 7/18453 Individuazione degli enti gestori dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (psic) e dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) non ricadenti in aree naturali protette, e delle zone di protezione speciale (ZPS), designate dal Decreto del Ministero dell Ambiente 3 aprile 2000 (S.O. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 32 del 2 agosto 2004); D.G.R. 15 ottobre 2004, n. 7/19018 Procedure per l applicazione della valutazione di incidenza alle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S. ai sensi della direttiva 79/409/CEE, contestualmente alla presa d atto dell avvenuta classificazione di 14 Z.P.S. ed individuazione dei relativi soggetti gestori) (2 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 44 del 28 ottobre 2004); D.G.R. 8 febbraio 2006, n. 8/1876 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); D.G.R. 2 maggio 2006, n. 8/2486 Parziale rettifica alla d.g.r. n. 8/1876 dell 8 febbraio 2006 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della Banca Dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); D.G.R. 13 dicembre 2006, n. 8/3798 Rete Natura 2000: modifiche e integrazioni alle dd.gg.rr. n /03, n.19018/04 e n. 1791/06, aggiornamento della banca dati Natura 2000 ed individuazione degli enti gestori dei nuovi SIC proposti ; D.G.R. 28 febbraio 2007, n. 8/4197 Individuazione di aree ai fini della loro classificazione quali ZPS (Zone di Protezione Speziale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE integrazione d.g.r. 3624/2006 ; D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, L.R. 11 marzo 2005, n. 12) ; D.G.R. 18 luglio 2007, n. 8/5119 Rete Natura 2000: determinazioni relative all avvenuta classificazione come ZPS delle aree individuate con dd.gg.rr. 3624/06 e 4197/07 e individuazione dei relativi enti gestori ; D.G.R. 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell'art. 4 della LR 12/05 e della D.C.R. VIII/351 ; D.G.R. 20 febbraio 2008, n.viii/6648 Nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e individuazione di relativi divieti, obblighi e attività, in attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)". D.G.R. 30 luglio 2008, n. VIII/7884 Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sensi del DM 17 ottobre 2007, n. 184 (Integrazione alla DGR 6648/2008); 10

11 D.G.R. 26 novembre 2008, n. VIII/8515 Approvazione degli elaborati finali relativi alla Rete Ecologica Regionale e del documento Rete Ecologica Regionale e programmazione territoriale degli enti locali ; D.G.R. 8 aprile 2009, n. VIII/9275 Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del d.p.r. 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 Modificazioni alla d.g.r. n. 7884/2008 ; D.G.R. 30 dicembre 2009 n. VIII/10962 Rete Ecologica Regionale: approvazione degli elaborati finali, comprensivi del settore Alpi e Prealpi ; LR 4 agosto 2011 n. 12 Nuova organizzazione degli enti gestori delle aree regionali protette e modifiche alle leggi regionali 30 novembre 1983, n. 86 e 16 luglio 2007, n

12 2 IL RAPPORTO TRA VIC E VAS Quando ne riscorre il caso, come per la variante del P.G.T. del Comune di Vigevano che interessa siti delle Rete Natura 2000, si presenta l obbligo di effettuare valutazioni ambientali del piano derivanti da differenti normative comunitarie; in particolare, le normative sono quelle relative alla Valutazione Ambientale Strategica - V.A.S. (Direttiva 2001/42/CE) e alla Valutazione di incidenza V.I.C. (Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che prevede la costituzione di una rete ecologica europea di zone speciali di conservazione (ZSC), denominata Natura 2000, comprendente anche le zone di protezione speciale (ZPS) classificate a norma della Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici). La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente prevede (Art. 11) procedure coordinate tra VAS e procedure valutative previste da altre normative comunitarie. Direttiva 2001/42/CE 27 giugno 2001 Art 11 Relazione con le altre disposizioni della normativa comunitaria 1. La valutazione ambientale effettuata ai sensi della presente direttiva lascia impregiudicate le disposizioni della direttiva 85/337/CEE e qualsiasi altra disposizione della normativa comunitaria 2. per i piani e i programmi in merito ai quali l obbligo di effettuare una valutazione dell impatto ambientale risulta contemporaneamente dalla presente direttiva e da altre normative comunitarie, gli Stati membri possono prevedere procedure coordinate o comuni per soddisfare le prescrizioni della pertinente normativa comunitaria, tra l altro al fine di evitare duplicazioni della valutazione Gli Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (art. 4 comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n. 12) (Deliberazione di Consiglio Regionale n. VIII/0351 del 13 marzo 2007) all Art 1.3 disciplinano il raccordo con le altre norme in materia di valutazione, la VIA e la Valutazione di incidenza. Secondo l Art. 7.3, la VIC prevista è espressa in Conferenza di verifica o di valutazione della VAS. Deliberazione di Consiglio Regionale n. VIII/0351 del 13 marzo 2007 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (art. 4 comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n. 12) Art 7.0 Raccordo con le altre procedure (disposizioni) La VAS si applica a P/P per i quali l obbligo risulta contemporaneamente dalle seguenti normative comunitarie: direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001, direttiva 85/337/CEE del 27 giugno 1985, direttiva 97/11/CE del 3 marzo 1997, direttiva 92/43/CEE, direttiva 79/409/CEE; Per i P/P che interessano S.I.C., p.s.i.c. e Z.P.S., rientranti nella disciplina di cui alla direttiva 2001/42/CE si applicano le disposizioni seguenti: - in presenza di P/P soggetti a verifica di esclusione in sede di conferenza di verifica, acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell autorità preposta, viene espressa la valutazione di incidenza; - in presenza di P/P soggetti a VAS in sede di conferenza di valutazione, acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell autorità preposta, viene espressa la valutazione di incidenza. A tal fine il rapporto ambientale è corredato della documentazione prevista per la valutazione di incidenza Allegato G del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) e Allegato D sezione piani della D.G.R. 8 agosto 2003 n. VII/14106, concernente l elenco dei proposti siti di importanza comunitaria, ai sensi della direttiva 92/42/CEE. La D.G.R VIII/6420 del 27/12/2007 esplicita i passi procedurali per operare un procedimento di valutazione ambientale coordinato nel quale accanto ai contenuti dei singoli studi trovino spazio modalità di integrazione nella elaborazione, valutazione e monitoraggio del piano/programma/progetto. 12

13 Il Piano oggetto della V.I.C. è la Variante al P.G.T. del Comune di Vigevano previsto dalla LR 12/05 per il governo del territorio; nei box seguenti sono estratti i contenuti di maggiore rilevo ai fini della valutazione di Incidenza degli strumenti del PGT. Box 2-1 Art. 8. DOCUMENTO DI PIANO Ha una validità di 5 anni, non contiene previsioni che producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli Il Documento di Piano definisce b) il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo, a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale; b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, ambientali ed energetiche, della definizione dell assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale; e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva; e-bis) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, le aree di cui all articolo 1, comma 3- bis, determinando le finalità del recupero e le modalità d intervento, anche in coerenza con gli obiettivi dell articolo 88, comma 2; e-quater) individua i principali elementi caratterizzanti il paesaggio ed il territorio, definendo altresì specifici requisiti degli interventi incidenti sul carattere del paesaggio e sui modi in cui questo viene percepito; f) determina le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale e la eventuale proposizione, a tali livelli, di obiettivi di interesse comunale; g) definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione. Art. 9. PIANO DEI SERVIZI Non ha limiti di validità, è sempre modificabile ed ha cogenza conformativa dei suoli. 1. I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato 4. Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche, nell ambito delle risorse comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione diretta degli interventi da parte dei privati. 6. Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti e condiviso a livello operativo e gestionale. 10. Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell organismo competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non 13

14 residente eventualmente servita. Art. 10. PIANO DELLE REGOLE Non ha limiti di validità, è sempre modificabile ed ha cogenza conformativa dei suoli. e) individua: 1) le aree destinate all agricoltura; 2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica 1. negli ambiti del tessuto urbano consolidato identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione: a)caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi; b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste; c) rapporti di copertura esistenti e previsti; d) altezze massime e minime; e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale; f) destinazioni d uso non ammissibili; g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004; h) requisiti qualitativi degli interventi previsti e mitigazione delle infrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali; i) requisiti di efficienza energetica. 4. Il piano delle regole: a) per le aree destinate all agricoltura: 1) detta la disciplina d uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda; 2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti; 3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d uso. b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, da piano paesaggistico territoriale regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale; c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali. Art. 11. COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE ED INCENTIVAZIONE URBANISTICA 1. Sulla base dei criteri definiti dal documento di piano, i piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale possono ripartire tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi i diritti edificatori e gli oneri derivanti dalla dotazione di aree per opere di urbanizzazione mediante l attribuzione di un identico indice di edificabilità territoriale, confermate le volumetrie degli edifici esistenti, se mantenuti. Ai fini della realizzazione della volumetria complessiva derivante dall indice di edificabilità attribuito, i predetti piani ed atti di programmazione individuano gli eventuali edifici esistenti, le aree ove è concentrata l edificazione e le aree da cedersi gratuitamente al comune o da asservirsi, per la realizzazione di servizi ed infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche in permuta con aree di cui al comma Sulla base dei criteri di cui al comma 1, nel piano delle regole i comuni, a fini di perequazione urbanistica, possono attribuire a tutte le aree del territorio comunale, ad eccezione delle aree destinate all agricoltura e di quelle non soggette a trasformazione urbanistica, un identico indice di edificabilità territoriale, inferiore a quello minimo fondiario, differenziato per parti del territorio comunale, disciplinandone altresì il rapporto con la volumetria degli edifici esistenti, in relazione ai vari tipi di intervento previsti. In caso di avvalimento di tale facoltà, nel piano delle regole è inoltre regolamentata la cessione gratuita al comune delle aree destinate nel piano stesso alla realizzazione di opere di urbanizzazione, ovvero di servizi ed attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale, da effettuarsi all atto della utilizzazione dei diritti edificatori, così come determinati in applicazione di detto criterio perequativo. 5. Il documento di piano può prevedere, a fronte di rilevanti benefici pubblici, aggiuntivi rispetto a quelli dovuti e coerenti con gli obiettivi fissati, una disciplina di incentivazione in misura non superiore al 15% della volumetria ammessa per interventi ricompresi in piani attuativi finalizzati alla riqualificazione urbana e in 14

15 iniziative di edilizia residenziale pubblica, consistente nell attribuzione di indici differenziati determinati in funzione degli obiettivi di cui sopra. Analoga disciplina di incentivazione può essere prevista anche ai fini della promozione dell edilizia bioclimatica e del risparmio energetico, in coerenza con i criteri e gli indirizzi regionali previsti dall articolo 44, comma 18, nonché ai fini del recupero delle aree degradate o dismesse, di cui all articolo 1, comma 3-bis, e ai fini della conservazione degli immobili di interesse storico-artistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del Art. 12. PIANI ATTUATIVI COMUNALI 1. L attuazione degli interventi di trasformazione e sviluppo indicati nel documento di piano avviene attraverso i piani attuativi comunali, costituiti da tutti gli strumenti attuativi previsti dalla legislazione statale e regionale. 2. Il documento di piano connette direttamente le azioni di sviluppo alla loro modalità di attuazione mediante i vari tipi di piani attuativi comunali con eventuale eccezione degli interventi pubblici e di quelli di interesse pubblico o generale di cui all articolo 9, comma Le previsioni contenute nei piani attuativi e loro varianti hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Art. 43. CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE 2-bis. Gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto sono assoggettati ad una maggiorazione percentuale del contributo di costruzione, determinata dai comuni entro un minimo dell'1,5 ed un massimo del 5 per cento, da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. La Giunta regionale definisce, con proprio atto, linee guida per l applicazione della presente disposizione. Art. 44. ONERI DI URBANIZZAZIONE 1. Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono determinati dai comuni, con obbligo di aggiornamento ogni tre anni, in relazione alle previsioni del piano dei servizi e a quelle del programma triennale delle opere pubbliche, tenuto conto dei prevedibili costi delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, incrementati da quelli riguardanti le spese generali. 3. Gli oneri di urbanizzazione primaria sono relativi alle seguenti opere: strade, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione dell energia elettrica e del gas, cavedi multiservizi e cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazioni, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato. 4. Gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi alle seguenti opere: asili nido e scuole materne, scuole dell obbligo e strutture e complessi per l istruzione superiore all obbligo, mercati di quartiere, presidi per la sicurezza pubblica, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie, cimiteri. 18. I comuni possono prevedere l applicazione di riduzioni degli oneri di urbanizzazione in relazione a interventi di edilizia bioclimatica o finalizzati al risparmio energetico. Le determinazioni comunali sono assunte in conformità ai criteri e indirizzi deliberati dalla Giunta regionale entro un anno dall entrata in vigore della presente legge. 19. Qualora gli interventi previsti dalla strumentazione urbanistica comunale presentino impatti significativi sui comuni confinanti, gli oneri di urbanizzazione possono essere utilizzati per finanziare i costi di realizzazione di eventuali misure mitigative o compensative. Art. 45. Scomputo degli oneri di urbanizzazione 1. A scomputo totale o parziale del contributo relativo agli oneri di urbanizzazione, gli interessati possono essere autorizzati a realizzare direttamente una o più opere di urbanizzazione primaria o secondaria, nel rispetto dell articolo 2, comma 5, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 (Legge quadro in materia di lavori pubblici). I comuni determinano le modalità di presentazione dei progetti, di valutazione della loro congruità tecnico-economica e di prestazione di idonee garanzie finanziarie nonché le sanzioni conseguenti in caso di inottemperanza. Le opere, collaudate a cura del comune, sono acquisite alla proprietà comunale. 15

16 ART. 46. CONVENZIONE DEI PIANI ATTUATIVI a) la cessione gratuita, entro termini prestabiliti, delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione primaria, nonché la cessione gratuita delle aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale previste dal piano dei servizi; qualora l'acquisizione di tali aree non risulti possibile o non sia ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, ovvero in relazione ai programmi comunali di intervento, la convenzione può prevedere, in alternativa totale o parziale della cessione, che all'atto della stipulazione i soggetti obbligati corrispondano al comune una somma commisurata all'utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al costo dell'acquisizione di altre aree. I proventi delle monetizzazioni per la mancata cessione di aree sono utilizzati per la realizzazione degli interventi previsti nel piano dei servizi, ivi compresa l acquisizione di altre aree a destinazione pubblica. ART. 47. CESSIONI DI AREE PER OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA Ove occorra, il titolo abilitativo all edificazione, quale sua condizione di efficacia, è accompagnato da una impegnativa unilaterale, da trascriversi a cura e spese degli interessati, per la cessione al comune, a valore di esproprio o senza corrispettivo nei casi specifici previsti dalle normative vigenti, delle aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria pertinenti all intervento. E comunque assicurata la disponibilità degli spazi necessari per l installazione della rete dei servizi strumentali all esecuzione della costruzione o dell impianto oggetto del titolo abilitativo. La Legge Regionale n. 86/83 e successive modifiche e integrazioni all art. 25 bis, comma 5, indica per le Province l obbligo di effettuare la valutazione di incidenza di tutti gli atti del piano di governo del territorio e sue varianti, anteriormente all adozione del piano, verificandola ed eventualmente aggiornandola in sede di parere motivato finale di valutazione ambientale strategica (VAS). In caso di presenza di Siti appartenenti alla Rete Natura 2000, la valutazione ambientale del PGT è estesa al piano delle regole e al piano dei servizi, limitatamente ai profili conseguenti alla valutazione di incidenza. Il rapporto con il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino Il territorio del comune di Vigevano risulta compreso nella sua totalità all interno del Parco Regionale. A livello azzonativo è suddiviso dal PTC in 11 zone omogenee che a loro volta possono essere distinte tra quelle afferenti la protezione assoluta delle sponde del Ticino e le rimanenti che si riferiscono al territorio circostante l urbanizzato: 1. Zona A (zone naturalistiche integrali) corrispondente alle porzioni più interne e prossime al fiume dell area posta ad est del territorio comunale. In queste aree non sono ammessi interventi di qualsivoglia genere e devono essere ridotte al minimo le interferenze dell attività antropica sulle presenze vegetazionali e faunistiche. 2. Zona B1 (zone naturalistiche orientate) situata a sud della zona A. Sono aree ove sono in atto interventi di naturalizzazione e valorizzazione e nelle quali non sono ammesse edificazioni. 3. Zona B2 (zone naturalistiche di interesse botanico-forestale) situata lungo le sponde del Ticino. In tali zone sono incoraggiate attività di rinaturalizzazione e bonifica di siti degradati e sono pertanto escluse attività edilizie fatte salve quelle volte al recupero di eventuali manufatti già presenti sul territorio. 4. Zone B3 (zone di rispetto delle zone naturalistiche perifluviali) situate in modo discontinuo lungo il corso del fiume in aderenza alle zone B2. Sono aree di connessione e filtro tra la parte di territorio a tutela assoluta e il restante ambito del Parco. In queste aree, oltre gli interventi di rinaturalizzazione, è ammessa l attività agricola, soprattutto se orientata a metodologie agronomiche eco-compatibili, purché essa non influisca negativamente sulle emergenze paesaggistiche e naturalistiche. Non sono ammesse nuove edificazioni, ma sono consentite le opere di recupero e restauro delle edificazioni già presenti connesse all attività agricola. 5. Zona C1 (zone agricole e forestali a prevalente interesse faunistico) situata in corrispondenza dei ponti stradale e ferroviario nell area nord-est del comune e nell area est presso la Cascina Gambolina. Anche in tali aree l attività agricola è consentita nel rispetto dei valori paesaggistici (in particolare di rilevanza storica) che il territorio esprime. Non è consentita la realizzazione di edifici a carattere produttivo (ad eccezione di quelli connessi all attività rurale), mentre sono consentite operazioni di recupero e parziale ampliamento delle 16

17 aziende agricole (secondo quanto stabilito dalle norme del PTC). E ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata. 6. Zona C2 (zone agricole e forestali a prevalente interesse paesaggistico) corrispondente alla fascia nord orientale del comune e alla fascia lungo il torrente Terdoppio. Nelle zone C2 il territorio è destinato prevalentemente all attività agricola nel rispetto degli elementi di caratterizzazione paesistica, di conseguenza sono ammessi tutti gli interventi edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il mantenimento delle strutture zootecniche esistenti. E ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata. Inoltre viene specificato che nell unità di paesaggio della valle principale del torrente Terdoppio, tutti gli interventi consentiti devono concorrere alla rinaturalizzazione del corso d acqua e della relativa valle; a tal fine è fatto divieto di reimpiantare i pioppeti e condurre attività agricola lungo una fascia di distanza inferiore a metri 10 dalla battuta d acqua della riva del torrente. 7. Zona G2 (zone di pianura irrigua a preminente vocazione agricola) corrispondente alla porzione centrale ed occidentale del territorio comunale. In tale ambito l uso del suolo dovrà essere indirizzato al raggiungimento della miglior valorizzazione agronomica e protettiva nonché in funzione del recupero degli elementi paesistici. L attuale destinazione agricola dovrà quindi essere mantenuta. Sono ammessi tutti gli interventi edilizi inerenti la conduzione dei fondi agricoli e/o il mantenimento delle strutture zootecniche esistenti. E ammesso altresì il recupero delle strutture produttive esistenti ad usi residenziali, a scopi sociali o per strutture per il tempo libero, purché non venga realizzata nuova volumetria e vengano predisposti interventi di mitigazione ambientale. Viene imposta la tutela delle aree boscate già esistenti con la prescrizione di piantumare nuova vegetazione in sostituzione di quella eventualmente prelevata. 8. Area D2 n. 22 (aree di promozione economica e sociale) l area corrisponde con il perimetro del Campeggio esistente. Viene riconosciuto il valore per le comunità locali delle attività che vengono svolte in queste aree e vengono consentiti tutti gli interventi finalizzati all aumento della compatibilità tra lo svolgimento dell attività ed il contesto circostante. 9. Aree R n. 52, 53, 54, 55, 56, 57, 58 (aree degradate da recuperare) site in prevalenza nella porzione orientale del comune. Sono quelle porzioni di territorio nelle quali pregresse situazioni di degrado, compromissione o incompatibilità nella destinazione d uso con l ambiente e il paesaggio circostante, vengono indirizzate ad un recupero compatibile con le esigenze generali di tutela ambientale e paesaggistica del Parco. Gli interventi possono essere finalizzati a: recupero delle condizioni di naturalità del sito; creazione di aree a destinazione produttiva agricoloforestale; realizzazione di strutture ricreative a basso impatto ambientale; opere e strutture connesse alla ricettività turistica (escluse nelle aree a forte valenza naturalistica). 10. Zona IC (zone di iniziativa comunale orientata) comprendente il capoluogo e le frazioni. In tali aree le decisioni in materia di pianificazione urbanistica sono demandate agli strumenti urbanistici comunali da redigersi nel rispetto delle norme in materia di tutela del paesaggio. Si ritiene rilevante riportare le indicazioni di Piano relative a queste aree. Nella pianificazione urbanistica comunale dovranno tendenzialmente essere osservati i seguenti criteri metodologici nella redazione dei piani urbanistici comunali: a) contenimento della capacità insediativa, orientata prevalentemente al soddisfacimento dei bisogni della popolazione esistente nell area del Parco; b) l aggregato urbano dovrà tendere ad essere definito da perimetri continui al fine di diminuire gli oneri collettivi di urbanizzazione e conseguire una migliore economia nel consumo del territorio e delle risorse territoriali. Dovrà essere prioritariamente previsto il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente; nel caso di nuove zone d espansione queste dovranno essere aggregate all esistente secondo tipologie compatibili con l ambiente evitando la formazione di conurbazioni; gli indici urbanistici e le altezze massime dovranno tener conto delle caratteristiche morfologiche del contesto, rispettando soprattutto nei tessuti storici consolidati la continuità delle 17

18 cortine edilizie e l andamento dei tracciati storici anche in relazione alla conferma e valorizzazione dei rapporti visuali tra i diversi luoghi. Seguono le indicazioni inerenti la tutela del paesaggio per i comuni con popolazione superiore a abitanti. 11. Zona ZB (zone naturalistiche parziali) presente nella porzione occidentale del comune presso la Cascina Portalupa. La zona, nella porzione nord include l omonima garzaia riconosciuta quale SIC a sua volta ricompresa nella ZPS Boschi del Ticino. Nello specifico le zone ZB hanno una finalità zoologico-biogenetica con lo scopo di tutelare specie rare autoctone e/o minacciate oppure aree particolarmente adatte alle esigenze della fauna caratteristica del parco. Per tale motivo vengono impediti gli interventi di ampliamento delle strutture eventualmente ricadenti al loro interno, nonché l edificazione di nuova volumetria. Per quanto concerne la ZPS, sebbene la sua gestione sia di competenza dell amministrazione del Parco, vigono disposizioni regionali di carattere generale che integrano quelle presentate per le zone ZB. In particolare viene posto l accento sul mantenimento delle caratteristiche paesaggistico-vegetazionali anche laddove nelle aree sia esercitata l attività agricola onde preservare i valori storico culturali del territorio e incentivare comportamenti più orientati alla tutela che alla trasformazione. Il PTC rileva inoltre la presenza del bene di rilevante interesse naturalistico n. 14 Platano della Sforzesca per il quale valgono le seguenti prescrizioni: E vietato distruggere, arrecare danno o comunque compromettere l assetto dei Beni di rilevante interesse naturalistico. Ogni intervento sugli stessi, anche ai fini della conservazione e miglioramento, è concordato con il Parco. Il Parco potrà predisporre apposito regolamento per la gestione dei Beni di rilevante interesse naturalistico. Il PTC individua altri indirizzi generali che devono essere accolti dai PGT: a) fissare dei vincoli di inedificabilità nei terreni storicamente soggetti ad allagamenti, spagliamenti dei corsi d acqua e straripamenti; b) ridurre e contenere le aree impermeabilizzate; c) ripristinare la permeabilità delle aree compromesse da interventi antropici; d) nelle zone in cui e` consentita, mantenere e sostenere l attività agricola; in particolare i cambi di destinazione d uso di territori agricoli, quando eventualmente concessi, dovranno garantire un interesse collettivo dominante, un impatto ambientale inferiore o pari a quello derivante dall attività agricola e la non compromissione delle valenze ambientali, non solo dei fondi oggetto di intervento ma anche di quelli contigui; e) realizzare le infrastrutture perseguendo obiettivi di minimizzazione del consumo di suolo e di mitigazione degli effetti negativi sull intorno. Nel caso di opere riguardanti l attraversamento del Ticino il progetto dovrà prioritariamente cercare di evitare il passaggio nelle zone A e B1. E parte del PTC anche il Regolamento di Mantenimento Marcite (approvato dal CdA del Consorzio Parco con deliberazione n.111 del 16 settembre 2002) che, oltre a rilevare la localizzazione delle marcite sul territorio comunale, prevede che, attraverso convenzioni quinquennali, gli agricoltori mantengano inalterate le caratteristiche degli appezzamenti individuati. 18

19 CITTA DI VIGEVANO VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Studio di Incidenza Figura Stralcio dell Azzonamento del Parco del Ticino Fonte: PTCP della Parco Regionale della Valle del Ticino 19

20 Il campo di applicazione dello Studio di Incidenza previsto dalla D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 è il Piano; in mancanza di indicazioni di maggiore precisazione la procedura di Valutazione di Incidenza è quindi da intendersi applicata ai tre atti (Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) costituenti il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.). Ciò deriva dalla necessità dello studio di incidenza di dover discutere dell impatto eventualmente causato dalle azioni di piano rispetto sia all incidenza diretta con i SIC e/o ZPS sia rispetto al sistema delle relazioni esterne ad un sito Natura 2000 ma funzionali al mantenimento della sua integrità. Lo studio di incidenza deve, quindi, necessariamente considerare tutto il territorio comunale (in realtà non solo limitandosi ad esso) nel quale si manifestano le potenziali vie critiche generate dalle azioni di piano in grado di colpire gli oggetti di rilevanza per lo studio di incidenza. 20

21 3 IL PGT VIGENTE Il comune di Vigevano si è dotato di PGT approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 8 dell'8 febbraio Successivamente sono state prodotte delle Varianti: - Variante al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi approvata con Delibera di Consiglio Comunale n. 92 del 22 dicembre Variante al Piano delle Regole approvata con Delibera di Consiglio Comunale n. 77 del 25 ottobre Variante al Documento di Piano relativa a 3 aree di proprietà comunale da destinare ad attività terziario commerciali approvata con Delibera di Consiglio Comunale n. 78 del 25 ottobre Il PGT è nato con l'ottica di garantire una certa continuità con il PRG del 2005 sia per quanto riguarda alcune linee di indirizzo, sia per quanto concerne la localizzazione e la caratterizzazione degli Ambiti di Trasformazione. Le linee strategiche perseguite dal PGT mirano a garantire uno sviluppo dell urbanizzato incentrato: sulla trasformazione delle aree intercluse sul recupero del deficit di standard urbanistici tramite la cessione al Comune di una parte degli Ambiti di Trasformazione attuati sulla riqualificazione della città esistente sul potenziamento dell accessibilità sulla qualità delle trasformazioni urbane Gli obiettivi del PGT sono declinati all interno di 4 macrocategorie che abbracciano il sistema urbano nel complesso sia nelle sue relazioni interne, sia nelle interferenze e interrelazioni con l intorno. 1. STRATEGIE PER L ACCESSIBILITA E LA MOBILITA - Realizzazione nuovo ponte sul Ticino con allacciamento alla Tangenziale di Abbiategrasso che si collegherà alla bretella prevista dal Piano d Area Malpensa e all area dell EXPO Questo progetto si integra con il complessivo potenziamento della SS 494 (Vigevanese). - Potenziamento della strada SP 206 (Voghera - Novara) (con previsione del bypass della frazione Sforzesca) che potrà divenire un efficiente collegamento da Vigevano per la nuova Autostrada regionale BRO.MO (Broni- Mortara). - Adeguamento di Corso Novara come alternativa all allacciamento con l Autostrada A4 e come connessione all aeroporto di Malpensa. Il rafforzamento della direttrice per Novara è necessario anche per la realizzazione del nuovo polo ludico-ricreativo nelle aree di Cassinetta della Croce. - Riconferma del progetto di riqualificazione dell area della stazione ferroviaria connessa ai lavori per il raddoppio della linea Milano-Mortara. Si conferma anche il progetto di realizzazione di un nuovo collegamento stradale tra le due parti di città separate dalla ferrovia reso possibile dalla previsione di abbassamento del piano del ferro. 2. STRATEGIE PER LE NUOVE TRASFORMAZIONI URBANE - Conferma di tutte le Aree di Trasformazione previste dal PRG del Per tali aree confermate si seguiranno i criteri trasformativi impostati dal PRG con l aggiunta di nuove forme di valutazione preventiva dei progetti di trasformazione integrati e di ampio respiro per garantire una migliore qualità urbana. - Previsione di un nuovo ambito di riserva per lo sviluppo produttivo, industriale e artigianale. Si tratta di un ambito di possibile potenziamento/ampliamento dei tessuti industriali e artigianali esistenti (situato all estremità sud-ovest del territorio comunale) che può essere utilizzato sulla base di un nuovo, eventuale, fabbisogno di sviluppo del sistema produttivo. Tale ambito potrà essere attuato solo dopo il completamento di tutti gli Ambiti di Trasformazione previsti dal DP o per interventi di interesse rilevante. - Previsione di 5 nuovi ambiti di riqualificazione (definite trasformazioni strategiche di scala territoriale): a) Area della Cascinetta della Croce: ambito dove sviluppare un polo ludico-ricreativo di rilevanza sovracomunale che si innesta sull asse commerciale definito da Corso Novara. 21

22 b) Riqualificazione della stazione ferroviaria. c) Riqualificazione del Castello Sforzesco con creazione di un polo museale e culturale. d) Riqualificazione del Colombarone con creazione di un polo espositivo per eventi e manifestazioni con la possibilità di essere gestito da operatori privati. e) Riqualificazione dell ex macello che si integra con la rifunzionalizzazione della Piazza Calzolaio d Italia per la realizzazione di un nuovo polo di servizi per la città. - Superamento del concetto di Centro Storico a favore di quello di Città Storica con lo scopo di proporre nuove modalità di riqualificazione della città esistente che non si basino solo sull epoca degli edifici (e dunque su interventi meramente centrati sulla tutela o il restauro), ma che tengano conto anche del significato culturale che esprimono fabbricati non strettamente considerati storici ma collegati alla memoria della città e dunque significativi anche da un punto di vista sociale. 3. STRATEGIE PER LO SVILUPPO DEL SISTEMA DEI SERVIZI - Definizione delle destinazioni d uso per le aree a servizi sia per quelle già cedute al Comune, sia per quelle da cedere in futuro in attuazione delle Aree di Trasformazione (AT). Verrà assegnata una possibile tipologia di servizio: aree a verde, aree per l edilizia sociale, aree a servizi per l istruzione. A seconda della prospettiva di utilizzo e della priorità tutte le aree saranno piantumate con essenze a densità differenti. Le aree a verde saranno piantumate e progettate per la fruizione della cittadinanza. Le aree per l edilizia sociale potranno ospitare dell edilizia residenziale sociale (ERS) secondo quanto disposto dall art. 11 della Legge n. 133 del 6 agosto 2008 Piano casa. Le aree a servizi per l istruzione potranno ospitare sia servizi privati di uso pubblico sia veri e propri plessi scolastici pubblici. - Si prevede un adeguamento agli standard qualitativi simili a quelli previsti per la rete stradale pubblica per quanto riguarda la gestione delle strade private, nonché l indirizzo generale della loro cessione gratuita a uso pubblico al Comune. Nel PdS tutte le strade, indipendentemente dalla loro natura, sono classificate come pubbliche e l Amministrazione Comunale dovrà quindi programmare la propria acquisizione ai sensi dell art. 9 comma 12 della LR 12/ Per quanto riguarda il settore commerciale la strategia delineata dal DP è quella di favorire processi di trasformazione della città che sviluppino proposte di incremento del commercio al dettaglio e servizi di vicinato. Con il PGT si concedono due nuove medie superfici di vendita commerciali alimentari in zone attualmente non servite (Viale dei Mille e nella parte più a sud di Corso Genova) e il trasferimento di una media superficie alimentare esistente in Corso Genova nell Ambito di Trasformazione (i 12) di Corso Milano. Quanto alle strategie di sviluppo commerciale in generale, il DP indica nell Ambito di Trasformazione strategica di Corso Novara e Cascinetta della Croce, la localizzazione di un outlet e di un retail park con grandi superfici di vendita, mentre nell Ambito di Trasformazione commerciale integrato (c 1) prevede la possibilità di realizzare una media superficie di vendita non alimentare di m2. 4. STRATEGIE PER L IMPLEMENTAZIONE DELLE RISORSE NATURALI - Realizzazione di una Rete Ecologica che attraversi l intera città, connettendo, mediante la realizzazione di elementi lineari, quali sponde di canali, viali alberati, parterre verdi e percorsi pedonali o ciclabili, le aree verdi esistenti e previste tra loro e, successivamente, con le aree naturalistiche esterne alla città in grado di alimentare le reti ecosistemiche interne. 22

23 CITTA DI VIGEVANO VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Studio di Incidenza Figura 3.1 Le strategie del Piano Come si può osservare dall elencazione precedente gli obiettivi del PGT hanno già una specificità tale da potersi configurare come azioni che, riassumendo, possono essere suddivise in tre categorie: 1. Interventi strategici di riqualificazione 23

24 CITTA DI VIGEVANO VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Studio di Incidenza 2. Implementazione degli Ambiti di Trasformazione 3. Implementazione dell Ambito di riserva per attività produttive Gli ambiti di riqualificazione si distribuiscono lungo una linea nord-ovest/sud-est che attraversa punti nevralgici del paesaggio urbanizzato la cui trasformazione può fungere da volano per una ritrovata vocazione fruitiva di Vigevano. L offerta varia dalla realizzazione di un polo ludico-ricreativo alla creazione di un museo di storia e cultura locale, il tutto accompagnato dal potenziamento della linea ferroviaria che potrebbe assumere un ruolo primario nell accessibilità dell abitato. Per quanto riguarda gli Ambiti di Trasformazione sono mantenute le categorie del PRG prevedendo ambiti di trasformazione per insediamenti integrati, ambientali e per attività. Viene inoltre identificato un ambito di riserva per sviluppo produttivo, industriale e artigianale, che costituisce una previsione strategica da considerare solo nel momento in cui saranno esaurite le trasformazioni del PGT, e sono stati introdotti con l'ultima variante gli Ambiti di Trasformazione per medie strutture di vendita. Figura 3.2 Gli ambiti di trasformazione L implementazione degli Ambiti di Trasformazione avviene garantendo per ciascuna area un mix di funzioni interne associate a differenti destinazioni d uso. Inoltre ogni ambito ha una macropartizione che prevede la compresenza di un area destinata all edificazione, un area destinata a verde privato con valenza ecologica, e un area a verde e servizi pubblici da cedere gratuitamente al comune. 24

25 Per l attivazione degli Ambiti di Trasformazione e degli eventuali Programmi Integrati di Intervento è prevista una forma di valutazione preventiva dei progetti di trasformazione determinata dalla presentazione, in sede di proposizione del progetto al Comune, di plastici e rendernig o video-rendering in grado di rendere espliciti gli effetti della nuova trasformazione con la possibilità di coinvolgere gli abitanti delle zone interessate dalla trasformazione. In sede di applicazione del principio della perequazione urbanistica contestualmente all implementazione degli Ambiti di Trasformazione, il PGT prevede una maggiorazione dei diritti edificatori nei casi di interventi di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti nei casi di interventi che applicano i principi bio energetici (MBE). Relativamente alla fase attuativa del PGT sono previsti anche incentivi volumetrici relativi a Piani Attuativi che riguardino azioni di riqualificazione di aree dismesse o interventi di recupero edilizio. Viene inoltre previsto lo strumento attuativo definito Progetto urbano che riguarda trasformazioni di ingente portata, non necessariamente predefinite dal Documento di Piano, per le quali viene ad essere obbligatoria una valutazione preliminare d impatto di carattere urbanistico, ambientale, economico e sociale e uno Schema di assetto preliminare che faciliti la progettazione attuativa successiva. Vengono forniti anche gli indirizzi relativi alle trasformazioni urbane affidate a Programmi Integrati di Intervento affermando innanzi tutto che non sono ammissibili in ambito agricolo. Viene inoltre precisato che, in sede di valutazione di PII presentati, assumono primaria importanza: le proposte di interventi su aree interessate da fenomeni di degrado sociale; i programmi volti alla realizzazione di ERS secondo quanto specificato dal PdS; la ricollocazione di aree produttive irrazionalmente dislocate e interventi su aree industriali, artigianali e commercio all ingrosso dismesse. La tabella che segue riporta la quantificazione degli AT individuati dal DP e stima gli abitanti teorici insediabili e la relativa quantificazione di abitazioni e stanze contenute nelle previsioni di sviluppo indicate dal DP. Il calcolo degli abitanti teorici è attribuito attraverso una quota stimata per ogni abitante da insediare di 50 m2 di Superficie utile lorda (SUL). Come si evince dalla tabella gli abitanti teorici insediabili in massima attuazione degli AT previsti dal DP sono circa Sapendo che il numero medio di componenti per famiglia in Vigevano è di 2,2 abitanti/famiglia si stima che la previsione di insediamento di nuove famiglie teoriche sarà di circa famiglie. Pertanto, attraverso l attuazione indiretta del Piano, la capacità insediativa massima per il Comune è di abitanti teorici. La stima delle abitazioni realizzabili è determinata dalla previsione di una quota indicativa di 450 m3 per abitazione equivalenti a 150 m2. Tale previsione comporta una componente media di 3 abitanti per abitazione. Dividendo la SUL residenziale totale prevista dagli AT per la stima dei componenti medi per abitazione si ipotizza un aumento massimo di abitazioni. Secondo quanto definito dall analisi delle caratteristiche del patrimonio edilizio si ha una stima ipotetica di stanze realizzabili secondo la previsione di attuazione massima degli AT di stanze. 25

26 3.1 Il Piano dei Servizi Oltre ad indicare la vocazione qualitativa del futuro assetto urbano assicurando la quota minima di standard definiti in 18 m 2 per abitante, il PdS ha anche finalità programmatiche individuando le possibili vocazioni di utilizzo delle quote di cessione degli Ambiti di Trasformazione (AT) definiti dal DP, nonchè delle quote di cessione già acquisite dal Comune ma per le quali non esiste ancora una precisa destinazione d uso. Il PdS basa la propria strategia di incremento della qualità dei servizi sul reperimento di nuove aree pubbliche da destinare principalmente a tre tipologie di servizio che si ritengono fondamentali per lo sviluppo urbano di Vigevano: nuove aree verdi, nuovi poli per l istruzione e, infine, nuove aree per Edilizia Residenziale Sociale (ERS) secondo quanto definito dall art. 11 Piano Casa della Legge 133 del 6 agosto Il livello di servizio attualmente presente nel Comune di Vigevano soddisfa già i requisiti della LR 12/2005 in quanto la quota di standard è pari a 18,1 m2/abitante. Il sistema del verde presenta uno stato di fatto con una forte prevalenza di spazi pertinenziali verdi che, pur essendo poco accessibili alla collettività, garantiscono la continuità tra il verde ecologico delle aree agricole extraurbane e le aree centrali destinate a verde pubblico. I tessuti verdi sono adatti a garantire una continuità radiale tra la rete ecologica primaria e quella secondaria e, pur essendo spazi privati, la godibilità dell ambiente urbano. Un secondo aspetto di importanza primaria è il posizionamento e la proliferazione di aree interstiziali, anch esse a corona delle aree urbane centrali e site tra ambiti urbani ed extraurbani, che vengono definite aree libere ma che svolgono una funzione fondamentale di diffusione e penetrazione del sistema ambientale nel sistema costruito. Tali aree sono costituite perlopiù da appezzamenti agricoli residui che, 26

27 essendo ormai completamente intercluse dallo sviluppo insediativo, devono essere considerate un tutt uno con il verde urbano centrale più che un residuo del verde extraurbano. Le piste ciclabili esistenti e programmate riprendono i tracciati indicati dal PRG 2005 i cui contenuti sono ancora validi e confermati dal DP il quale indica nella rete della viabilità ciclopedonale un possibile ulteriore sistema di rafforzamento della Rete ecologica tra le maglie del sistema ambientale. Il fabbisogno di servizi e i relativi bacini d utenza Il PdS ha stimato il fabbisogno di servizi per bacini consentendo di individuare, per singole parti di città, il rapporto esistente tra servizi e cittadini individuando immediatamente, per singole zone, la presenza di deficit o meno di spazi pubblici. I bacini sono: Centro, corrispondente alla città storica dentro le mura; Ticino, settore nordorientale compreso tra il Naviglio Sforzesco e Via Gambolina; Sforzesca, settore sudorientale compreso tra Via Gambolina e C.so Pavia; Sud/Morsella, settore meridionale compreso tra C.so Pavia e C.so Torino; Ovest/Piccolini, settore occidentale compreso tra C.so Torino e la Roggia Vecchia; Novara, settore nordoccidentale compreso tra la Roggia Vecchia e il Naviglio Sforzesco. Figura 3.3 I sei bacini d utenza Per ciascuno dei bacini d utenza individuati è stato effettuato il calcolo della popolazione residente attualmente e quella insediabile secondo le previsioni di trasformazione contenute nel DP. Da ciò deriva il calcolo della popolazione insediabile secondo le previsioni del DP suddivisa per bacini d utenza: Centro con abitanti; 27

28 Ticino con abitanti; Sforzesca con abitanti; Sud/Morsella con abitanti; Ovest/Piccolini con abitanti; Novara con abitanti. Si evidenza una situazione diffusamente deficitaria per quel che concerne le categorie di servizi verde, scuole e parcheggi con, al contrario, un abbondante situazione di surplus di servizi di carattere generale. Tale situazione determina, infatti, il complessivo raggiungimento dei 18 m 2 minimi di standard per servizi pubblici imposti dalla nuova LR 12/2005 con un estremo sbilanciamento a favore di servizi di carattere generale. Appurato che il fabbisogno minimo di servizi pubblici è attualmente soddisfatto e continuerà ad esserlo in ragione delle quote di cessione previste per ogni AT attuato, scopo fondamentale del PdS è riequilibrare l assetto futuro dei servizi compensando i deficit evidenziati per le seguenti categorie: verde, scuola, parcheggi ed ERS. Per l ERS, considerata anch essa a tutti gli effetti un servizio pubblico da garantire, è stato calcolato il dato deficitario in 700 alloggi. Tale dato è calcolato per soddisfare il 100% delle domande di alloggio pubblico e il 50% di domande per l accesso al Fondo Sociale Affitti (FSA 2008). Considerata la dimensione media degli alloggi di 80 m 2 dovranno essere costruiti m 2 di SLP per Edilizia Residenziale Sociale che, secondo gli indici di Utilizzazione Fondiaria attribuiti alle aree cedute per servizi pubblici negli AT, necessiteranno di 19 ettari di Superficie Fondiaria. Tali presupposti hanno determinato la localizzazione di aree per l istruzione in aree deficitarie (prevalentemente i bacini Ovest/Piccolini e Sud/Morsella) ma con adeguate infrastrutture viabilistiche di supporto al fabbisogno di accessibilità. A tale proposito l idea di affiancare al polo scolastico e sportivo, in programma nelle aree adiacenti al nuovo Palazzetto dello sport, un nuovo complesso scolastico che 28

29 concentra diversi livelli di offerta formativa in un unica struttura, potrà dare vita a una piccola cittadella della scuola adeguatamente infrastrutturata ed attrezzata per le nuove esigenze. La localizzazione dell Edilizia Residenziale Sociale ha seguito il principio di integrazione con le parti di città consolidata. Sono stati scelti per tale funzione comparti di dimensioni medie e prevalentemente ubicati nelle aree interstiziali della città più prossime al centro per favorire il processo di inclusione sociale. Infine per le aree verdi la scelta localizzativa ha visto prevalere due opzioni: da un lato destinare a verde piantumato grandi aree periferiche costituenti la cintura urbana allo scopo di fornire un filtro tra la campagna e il nucleo urbano compatto; dall altro lato si e cercato di diffondere capillarmente all interno del nucleo urbano piccole aree verdi in grado di assolvere alle funzioni richieste dalla cittadinanza nonché atte a garantire l adeguata connessione della Rete ecologica. La situazione deficitaria del Centro non può essere soddisfatta con la cessione negli AT in quanto quest ultimi sono localizzati principalmente nella Città Consolidata esterna al bacino del Centro. E evidente che il fabbisogno di tali aree centrali è comunque soddisfatto dal surplus di servizi previsti nella Città Consolidata. Fanno eccezione i Programmi Integrati d Intervento in grado di reperire quote di standard aggiuntive rispetto alle previsioni del PGT; in particolare modo il PII Enel di via Buozzi è in grado di soddisfare circa il 70% del fabbisogno insoddisfatto di parcheggi del Centro (3.750 m 2 di Superficie fondiaria). 3.2 Il Piano delle Regole Il Piano delle Regole rappresenta la componente del PGT che ha valore conformativo dei diritti proprietari e del regime giuridico dei suoli per la città esistente. Il contenuto di tale strumento è disciplinato dall art. 10 della Legge Regionale n. 12 dell 11 marzo 2005 Legge per il Governo del Territorio (LR 12/2005). 29

30 Il PdR non contiene la disciplina per la trasformazione degli Ambiti di Trasformazione (AT) nè la disciplina dei servizi e degli spazi pubblici. Il PdR regola solamente gli ambiti del tessuto urbano esistente, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l edificazione o la trasformazione dei suoli; ovvero, i tessuti della città storica, i tessuti della città consolidata, i tessuti della città diffusa, i tessuti agricoli, le aree di valore paesaggistico e ambientale ed ecologiche e le aree non soggette a trasformazione urbanistica. In continuità con quanto previsto dal PRG 2005 anche il PdR disciplina e gestisce al città esistente attraverso un approccio per tessuti. La Città Storica è composta da 12 tessuti. I primi quattro tessuti sono una diretta elaborazione di tessuti già riconosciuti dal PRG 2005, i successivi nove sono costruiti ex novo secondo l approccio per tessuti e integrando le informazioni presenti nella tavola gestionale del PRG Il tessuto Complesso monumentale del Castello e della Piazza che è costituito dal nucleo visconteo della Rocca Vecchia, dal collegamento coperto all edificio del Maschio e l edificio del Maschio stesso, dalle tre scuderie di ampliamento che strutturano il recinto poligonale all interno del Castello, il palazzo delle Dame e la Piazza Ducale. Il tessuto Edifici e complessi speciali è costituito da singoli edifici o complessi monumentali prevalentemente religiosi e civili sorti tra il XV e il XIX secolo che per le loro speciali caratteristiche morfologiche sono espressione di una elevata qualità urbanistica e architettonica. Il Tessuto degli edifici isolati, risponde alla selezione degli edifici isolati inseriti in contesti ambientali di elevato pregio come le ville urbane ottocentesche e gli edifici di architettura moderna. Il Tessuto delle corti grandi, è costituito da edifici prevalentemente a schiera sorti lungo vicoli di attraversamento in lunghezza di isolati frammentati. I seguenti otto tessuti nascono dal nuovo rilievo urbanistico ampliato e puntano a qualificare i comparti urbani prevalentemente per le loro qualità tipo-morfologiche e per l epoca di costruzione. Essi sono: il tessuto degli Edifici o complessi a schiera pre XX secolo è attribuito solo a cinque piccole aree delle quali due si trovano nelle immediate vicinanze del Castello. Il tessuto, per quanto sia stato rimaneggiato, mantiene le caratteristiche originali dell assetto spaziale antico. Il suo mantenimento costituisce un patrimonio urbano il cui valore si esprime nella testimonianza della città antica e nell influenza che esso può avere nei confronti dello sviluppo della città consolidata. Il tessuto degli Edifici o complessi in linea pre XX secolo che rappresenta la maggioranza degli edifici rilevati nella città storica tradizionale. Il tessuto si caratterizza per la prevalenza di edifici o complessi di edifici in linea con affaccio diretto su strade o piazze e che principalmente possono essere ricondotti al periodo ottocentesco. La tipologia in linea è definita dall accorpamento di più edifici a schiera tipici del periodo medievale. Il processo di rifusione avviene attraverso la trasformazione o sostituzione di due elementi di schiera. La fusione avviene eliminando la scala di una delle due schiere e creando una scala autonoma a due rampe. Il muro d ambito viene dunque forato per permettere la distribuzione dei vari ambienti. Il tessuto degli Edifici o complessi a corte e palazzi pre XX secolo è attribuito ai numerosi spazi urbani caratterizzati da edifici con sviluppo attorno a uno spazio privato interno, dal quale si distribuiscono gli accessi agli alloggi e con il quale lo spazio costruito mantiene la sua relazione più importante. Pur essendo un ulteriore sviluppo degli edifici in linea, il tessuto si configura come una naturale evoluzione della struttura urbana antica. Il tessuto Edifici storici periferici pre XX secolo comprende l insieme di edifici prevalentemente a tipologia in linea o a corte costruiti prima del Novecento. Il tessuto si compone del termine periferici in quanto possiede due caratteristiche che distinguono gli edifici da quelli presenti nel centro storico: la prima è l assenza di continuità tra gli stessi, essi si presentano quasi sempre in maniera frammentata; la seconda è l assenza, nel sedime in cui sorgono, dell impianto medievale a essi antecedente. 30

31 Il tessuto degli Edifici o complessi a schiera post XX secolo è individuato in un unica area a nord ovest del centro in cui e stata rilevata la presenza di un complesso di edifici a schiera di recente costruzione ma che mantiene i rapporti spaziali originali dell impianto antico. Il tessuto degli Edifici o complessi in linea post XX secolo. Questo tessuto è identificato in aree localizzate alle estremita del confine della Città storica dentro le mura a conferma che il rilievo e la creazione dei tessuti rispecchia l evoluzione urbana della città. Nelle case in linea novecentesche si mantiene il meccanismo dell accostamento di due elementi strutturali (le antiche schiere) nei quali la dislocazione degli ambienti interni è meno specializzata. Il tessuto degli Edifici o complessi a corte e palazzi post XX secolo si compone prevalentemente di tipologie insediative a blocco sviluppate attorno a spazi di pertinenza non prospicienti la sede stradale. Si distingue dal tessuto Edifici o complessi a corte e palazzi pre XX secolo sia per l epoca di costruzione degli immobili sia per la minore integrazione con il palinsesto antico. Il tessuto degli Edifici storici periferici post XX secolo comprende un insieme tipologico eterogeneo di edifici costruiti nel Novecento. Tale tessuto include gli edifici moderni segnalati dalla tavola gestionale del PRG Nei tessuti della Città Storica l azione principale del Piano è quella del recupero e della migliore utilizzazione del patrimonio edilizio esistente, benchè siano previsti interventi di demolizione e ricostruzione, anche di edifici singoli, oltre che di sostituzioni di immobili dismessi e privi di qualsiasi valore architettonico o anche semplicemente storico-documentativo. La Città Consolidata e composta da il Tessuto chiuso ad alta densita; il Tessuto aperto a medio-alta densita; il Tessuto aperto a medio-bassa densita; il Tessuto a impianto unitario; il Tessuto per attivita produttive; il Tessuto per attivita commerciali; inoltre, sono individuate la seguenti tipologie speciali: le zone a Verde privato, per le quali il Piano dispone azioni di tutela, senza significativi nuovi interventi edilizi; i distributori di carburante. Anche nei tessuti della Città Consolidata il Piano propone un azione di recupero, accentuando, però, le possibilità di demolizione e ricostruzione e, soprattutto, sviluppando una normativa che consenta l ampliamento degli edifici esistenti, nel rispetto delle regole di formazione e d impianto del tessuto. Nella Città Consolidata si sottolinea, infine, la presenza della destinazione a Verde privato relativa ad aree interne ai tessuti utilizzate come giardini, orti, frutteti, ecc., che costituiscono un patrimonio ecologico e ambientale da tutelare, senza consentirne un ulteriore erosione da parte degli edifici circostanti; la normativa garantirà, però, la possibilità di realizzare piccole attrezzature funzionali alla manutenzione del verde. La Città Diffusa, così definita anche nel PRG 2005, comprende edifici isolati e insediamenti prevalentemente unifamiliari a bassissima densità, con forti discontinuità e un mix di residenza, attività agricole e attività per il tempo libero, articolati in tre tipi di tessuto urbano: il Tessuto non Tessuto: è relativo a una parte del territorio extraurbano, precisamente nella zona sud ovest, ormai compromessa, ma potenzialmente riqualificabile, garantendo minimi ampliamenti degli edifici esistenti e, in qualche caso, limitati interventi di nuova edificazione, a condizione della garanzia di una particolare cura del territorio, del sistema irriguo minore e della viabilità rurale; il Tessuto delle Casotte: è relativo, invece, ad un episodio insediativo di portata minore del precedente, con funzioni prevalentemente legate al tempo libero, che testimonia comunque il legame esistente tra la città e il fiume Ticino. Anche in questo caso una normativa che consenta 31

32 limitati incrementi dell esistente garantisce un processo di riqualificazione che si può estendere anche al territorio circostante; il Tessuto delle Cascine: deriva dalla volontà di perseguire il riuso e la riqualificazione degli ex insediamenti rurali presenti nel territorio di Vigevano. Similmente a quanto proposto dall Ente Parco del Ticino, le cascine che si trovano all interno del perimetro IC sono disciplinate da uno specifico tessuto che ne consente il riutilizzo e la riqualificazione mantenendo però inalterate le caratteristiche costruttive degli edifici, dei rapporti con le corti e in generale con gli spazi aperti e di relazione che costituisco un patrimonio edificato testimone dell antica organizzazione rurale dei territori della campagna di Vigevano. Incentivi per il Miglioramento Bio Energetico L art. 44 comma 18 della LR 12/2005 indica che il PGT può prevedere un incentivazione di tipo economico per interventi finalizzati alla promozione di edilizia bioclimatica e del risparmio energetico con edifici appartenenti alla classe di efficienza A (ai sensi del Dlgs n. 311 del 29 giugno 2006). Un edificio è considerato di classe A se il valore dell indicatore di fabbisogno e inferiore a 30 kwh/m2 anno. Tale normativa regionale e stata adattata alle esigenze della città di Vigevano per cui il PGT prevede degli incentivi sia economici che edificatori (quest ultimi comunque non superiori ai valori previsti per ogni singolo tessuto specificato nelle NA) in rapporto al tipo di città in cui si realizzano tali interventi. In linea generale: nella Città Storica gli interventi sopraccitati vengono premiati solo attraverso lo scomputo, pari al 50%, degli oneri di urbanizzazione secondaria così come definiti dall art. 44 comma 4 della LR 12/2005; nella Città Consolidata gli interventi sopraccitati vengono premiati o attraverso lo scomputo pari al 50% degli oneri di urbanizzazione secondaria così come definiti dall art. 44 comma 4 della LR 12/2005 oppure attraverso un incremento di volumetria (da stabilire in base agli indici del tessuto in cui viene realizzato l intervento). La decisione del tipo di premialità viene effettuata in base al progetto presentato e alla sua localizzazione nel territorio comunale; nella Città Diffusa gli interventi sopraccitati vengono premiati solo attraverso un incremento di volumetria (da stabilire in base al tessuto in cui viene realizzato l intervento). I vincoli e le aree non sottoposte a trasformazione urbanistica All interno del PdR, oltre alla normativa relativa alla disciplina inerente la città esistente, sono presenti i vincoli che non vengono riportati nel PdS in quanto non rientranti nel sistema delle infrastrutture (ferroviarie, viabilistiche e tecnologiche) o nella Rete ecologica. Tali vincoli sono: il vincolo monumentale, che individua le tipologie di beni, mobili e immobili, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnografico e che, come tali, devono essere sottoposte a particolare tutela. Ogni immobile assoggettato a tale vincolo non può essere sottoposto ad alcun intervento senza la preventiva autorizzazione del competente Organo dello Stato. i vincoli del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), rispettivamente per la fascia di deflusso della piena e per la fascia di rispetto idraulico C1; il vincolo ambientale, che determina una sostanziale non modificabilità dei luoghi e quindi una limitazione sulle facoltà dei proprietari, possessori e/o detentori di tali beni ad elevata naturalità; il Sito di Importanza Comunitaria (SIC) IT "Basso corso e sponde del Ticino" e il SIC IT "Garzaia della Cascina Portalupa" incluse nella Zona Protezione Speciale (ZPS) IT "Boschi del Ticino. Le tre aree sono comprese nel perimetro del Parco lombardo della valle del Ticino; le aree boschive, sono sottoposte alle disposizioni di questo Titolo i territori coperti da foreste e da boschi, ancorchè percorsi o danneggiati dal fuoco (L 353/2001), e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dal DLgs 227 del 18 maggio 2001, art. 2, commi 2 e 6; 32

33 le zone di interesse archeologico, indicate dal PTCP di Pavia e suddivise in areali di ritrovamento e in areali di rischio; i siti da bonificare, per i quali le Regioni predispongono un'anagrafe dei siti da bonificare che individui: gli ambiti interessati, la caratterizzazione ed il livello degli inquinanti presenti; i soggetti cui compete l'intervento di bonifica; gli enti di cui la Regione intende avvalersi per l'esecuzione d'ufficio in caso di inadempienza dei soggetti obbligati; la stima degli oneri finanziari; i siti sottoposti a interventi di bonifica, ovvero le aree che presentano livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee; le aree a rischio di incidente rilevante, ovvero le aree definite in attivazione della direttiva 96/92/CE per il controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi a sostanze pericolose; le aree a rischio archeologico del PTC Ticino, sono zone di notevole interesse archeologico, sia per l'esistenza di documenti quali strutture conservate "in situ", sia per la sicura presenza di materiale archeologico accertato da scavi e/o studi effettuati, fatti che determinano condizioni di rischio archeologico potenziale o manifesto. La disciplina del Parco Territoriale della Valle del Ticino, ovvero quella delle aree all interno del Comune di Vigevano esterne però al perimetro IC per le quali vigono le disposizioni del Parco. Le aree D2 (aree di promozione economica e sociale), R (aree degradate da recuperare) e marcite, individuate dal Piano del Parco Territoriale della Valle del Ticino e riguardanti aree interne al perimetro IC. 33

34 La Variante al Piano delle Regole 2011 L incremento complessivo di Superficie utile lorda (Sul) residenziale è di mq di cui relativi a trasformazioni di aree di proprietà pubblica; l incremento di Sul corrisponde ad un teorico numero di abitanti/stanze di 1.575, che non modifica sostanzialmente la dotazione di servizi pubblici del PGT che passa da 33,8 mq/ab a 33 mq/ab. L incremento complessivo di Superficie utile lorda per attività produttive è di mq; la Sul per attività commerciali ha un decremento di 405 mq. L oggetto della variante non è costituito solo dalle modifiche all azzonamento effettuate in seguito all accoglimento delle istanze, ma anche da alcune modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del PdR da modifiche di destinazione urbanistica di aree di proprietà comunale. 34

35 La Variante relativa a tre aree di proprietà comunale da destinare ad attività terziario commerciali 2011 La variante riguarda 3 aree interne al tessuto urbano del capoluogo per le quali è previsto un mutamento di destinazione funzionale da servizio pubblico a commerciale/terziaria. Si tratta in tutti e tre i casi di ambiti per i quali il PGT vigente prevede una trasformazione in aree a verde e attrezzature sportive, che, tramite la proposta di variante, dovrebbero subire una mutazione di funzione e divenire aree a carattere commerciale. In particolare, due aree vengono sottoposte a nuova disciplina inserita all interno del Documento di Piano (DdP) (via La Malfa e Piazzale Longo) ed una alla disciplina del Piano delle Regole (PdR) (via Brodolini). L incremento complessivo di Superficie territoriale e fondiaria per funzioni commerciali e terziarie è di mq; la dotazione di servizi pubblici passa da 33 mq per abitante previsti nel P.G.T. vigente a 32,2 mq/ab (si ricorda che ai sensi dell art. 9 della l.r. 12/05 deve essere assicurata una dotazione minima per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico pari a 18 mq/ab). MODIFICHE AL PIANO DELLE REGOLE Area ubicata lungo via Brodolini L area, localizzata nella zona sud del territorio comunale, ha una superficie fondiaria di mq ed è collocata in corso Brodolini via Mascagni. Nel PGT vigente l area è disciplinata dal Piano dei Servizi (PdS): si tratta di un area derivante (come nel caso dell area di via La Malfa) dalla cessione connessa all attuazione di un AT individuato nel previgente PRG; anche in questo caso quindi nella norma attuativa si specifica la necessità di individuare, oltre alle aree pubbliche o di uso pubblico connesse alle attività terziario-commerciali, una superficie di 480 mq di aree pubbliche o di uso pubblico connesse alle funzioni residenziali insediate in attuazione del piano di lottizzazione approvato e realizzato. La superficie di 480 mq coincide con la dotazione minima di aree per attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale pari a 18 mq per abitante che deve essere assicurata ai sensi dell art. 9 della l.r.12/05. La disciplina a cui viene sottoposta l area è l art delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano delle Regole. 35

36 4 LA VALUTAZIONE DI INCIDENZA DEL PIANO 2010 Di seguito si riportano i punti salienti dell analisi effettuata nel corso del procedimento di Valutazione di Incidenza del PGT approvato nel 2010, al fine di evidenziare i possibili effetti delle trasformazioni allora proposte e le risposte suggerite. Le interferenze indotte dal Piano sul sistema ambientale Gli obiettivi del PGT hanno già una specificità tale da potersi configurare come azioni che, riassumendo, possono essere suddivise in tre categorie: Interventi strategici di riqualificazione Implementazione degli Ambiti di trasformazione Implementazione dell Ambito di riserva per attività produttive Gli ambiti di riqualificazione si distribuiscono lungo una linea nord-ovest/sud-est che attraversa punti nevralgici del paesaggio urbanizzato la cui trasformazione può fungere da volano per una ritrovata vocazione fruitiva di Vigevano. L offerta varia dalla realizzazione di un polo ludico-ricreativo alla creazione di un museo di storia e cultura locale, il tutto accompagnato dal potenziamento della linea ferroviaria che potrebbe assumere un ruolo primario nell accessibilità dell abitato. Per quanto riguarda gli Ambiti di Trasformazione sono mantenute le categorie del PRG prevedendo ambiti di trasformazione per insediamenti integrati, ambientali, per attività, di riqualificazione ambientale. Viene inoltre identificato un ambito di riserva per sviluppo produttivo, industriale e artigianale che costituisce una previsione strategica da considerare solo nel momento in cui saranno esaurite le trasformazioni del PGT. L implementazione degli Ambiti di Trasformazione avviene garantendo per ciascuna area un mix di funzioni interne associate a differenti destinazioni d uso. Inoltre ogni ambito ha una macropartizione che prevede la compresenza di un area destinata all edificazione, un area destinata a verde privato con valenza ecologica, e un area a verde e servizi pubblici da cedere gratuitamente al comune. Per l attivazione degli Ambiti di Trasformazione e degli eventuali Programmi Integrati di Intervento è prevista una forma di valutazione preventiva dei progetti di trasformazione determinata dalla presentazione, in sede di proposizione del progetto al Comune, di plastici e rendernig o videorendering in grado di rendere espliciti gli effetti della nuova trasformazione coinvolgendo anche gli abitanti delle zone interessate dalla trasformazione. In sede di applicazione del principio della perequazione urbanistica contestualmente all implementazione degli Ambiti di Trasformazione, il PGT prevede una maggiorazione dei diritti edificatori nei casi di interventi di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti nei casi di interventi che applicano i principi bio energetici (MBE). Relativamente alla fase attuativa del PGT sono previsti anche incentivi volumetrici relativi a Piani Attuativi che riguardino azioni di riqualificazione di aree dismesse o interventi di recupero edilizio. Viene inoltre previsto lo strumento attuativo definito Progetto urbano che riguarda trasformazioni di ingente portata, non necessariamente predefinite dal Documento di Piano, per le quali viene ad essere obbligatoria una valutazione preliminare d impatto di carattere urbanistico, ambientale, economico e sociale e uno Schema di assetto preliminare che faciliti la progettazione attuativa successiva. Vengono forniti anche gli indirizzi relativi alle trasformazioni urbane affidate a Programmi Integrati di Intervento affermando innanzi tutto che non sono ammissibili in ambito agricolo. Viene inoltre precisato che, in sede di valutazione di PII presentati, assumono primaria importanza: le proposte di interventi su aree interessate da fenomeni di degrado sociale; i programmi volti alla realizzazione di ERS secondo quanto specificato dal PdS; la ricollocazione di aree produttive irrazionalmente dislocate e interventi su aree industriali, artigianali e commercio all ingrosso dismesse. Nelle schede seguenti viene presentata una sintesi complessiva riguardante le differenti tipologie di aree di trasformazione ed una sintesi delle indicazioni proposte per i singoli ambiti (si rimanda al documento di 36

37 Valutazione di Incidenza per le schede complete di approfondimento delle aree di maggiore potenziale rilevanza rispetto alla Rete Natura 2000). AMBITI DI TRASFORMAZIONE AMBIENTALE Caratteristiche individuate dal Piano Descrizione Sono aree, la cui tipologia di trasformazione, prevista dal PRG 2005, è stata riproposta nel nuovo strumento urbanistico. Sono aree libere marginali e periurbane destinate a nuovi insediamenti prevalentemente residenziali caratterizzati da basse densità e rilevanti dotazioni di verde. Ripartizione funzionale Se + Ve = 50% ST Vp = 50% ST Mix funzionale Funzioni residenziali = max. 95% SUL Funzioni terziarie e funzioni commerciali con Carico urbanistico Basso (Cu B), ovvero gli esercizi di vicinato, i pubblici esercizi (con esclusione dei locali per il tempo libero), il terziario diffuso (uffici e studi professionali, servizi alla persona, servizi per l industria, la ricerca e il terziario) e l artigianato di servizio alla famiglia = max. 10% SUL. L Amministrazione Comunale si riserva di imporre una quota maggiore di SUL per funzioni terziarie e commerciali in rapporto alle necessità esistenti e future relative all area di intervento. Indice e parametri ET = 0,15 m 2 /m 2 IP = 50% Altezza max H = 9,60 m, compresi i piani attico o mansarda Da = 1 albero/100 m 2 ST Dar = 1 arbusto/100 m 2 ST Destinazioni d uso escluse Funzioni commerciali con Carico urbanistico Alto e Medio (Cu A e Cu M), ovvero medie e grandi strutture di vendita. Funzioni terziarie con Cu A, ovvero discoteche, attrezzature per la musica di massa, multisala e i complessi direzionali. Funzioni produttivo manifatturiere. Commercio È sempre consentito l insediamento di attività commerciali esistenti da ricollocarsi senza aumento della superficie di vendita, qualora si configuri un miglioramento delle condizioni urbanistiche in termini di accessibilità e dotazione di parcheggi. Dalla data del rilascio del titolo autorizzatorio conseguente il trasferimento dell attività le destinazioni d uso insediabili e gli indici di edificabilità relativi alle aree per attività commerciali (art. 36 NA del PdR) su cui sono originariamente insediate le attività commerciali oggetto di ricollocazione, non possono rimanere quelli previsti dall art. 36 ma devono essere quelli previsti per i tessuti e per gli AT confinanti. Tale prescrizione dovrà avere specifico riferimento nella convenzione attuativa del PAC per l AT. Qualora le attività commerciali oggetto di ricollocazione non fossero originariamente insediate nel tessuto per attività commerciali (art. 36 NA del PdR), sull area di origine dell attività potrà essere insediata la funzione commerciale consentita dall art. delle NA del PdR relativo all area stessa. Predominanti effetti potenziali attesi Nel complesso le scelte adottate in questi ambiti, riguardando per lo più aree intercluse nel contesto residenziale esistente (o almeno poste lungo i confini del perimetro dell urbanizzato), risultano coerenti con le finalità di compattazione della forma urbana e non costituiscono elementi di particolare penalizzazione dell assetto eco sistemico complessivo. La sensibilità intrinseca complessiva dell area è bassa o molto bassa ed il livello di penalizzazione all edificazione residenziale è pressoché nulla. Tuttavia, la trasformazione, prevalentemente in residenziale, induce inevitabilmente sull area nuove pressioni in termini di aumento degli abitanti insediati, con conseguente incremento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire e del traffico indotto. I prerequisiti previsti dal piano possono essere in grado di ridurre il potenziale incremento di pressioni indotte dalle previsioni. Per ogni area si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edifici (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di pertinenza idonee all incremento della biodiversità urbana e al miglioramento del microclima e della qualità dell aria. 37

38 Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico. Si dovrà prevedere l utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna pubblici e privati a ridotto consumo energetico, in conformità ai criteri antinquinamento luminoso, secondo LR 17/2000 e LR 38/2004. Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non rinnovabili ecc.). Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi. Gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori. Dovrà, pertanto, essere verificata la capacità delle reti di smaltimento delle acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste. Le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazioni di verde e di aree permeabili. Si dovranno prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali, in particolare per i fronti aperti verso la campagna, che dovranno essere formate con elevata densità di alberi e arbusti autoctoni. La messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di realizzazione dell intervento (preverdissement); dovrà essere altresì garantita la manutenzione delle essenze stesse messe a dimora. Dovranno essere definiti specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non inquinate) per l irrigazione del verde pertinenziale. Gli interventi comportano l incremento delle superfici impermeabili; per ridurre tale impatto negativo, si propone l impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque meteoriche potenzialmente non inquinate. Area 6 Area Indicazioni di compatibilizzazione In particolare per quanto riguardo l ambito A21 dovranno essere curate le relazioni con l elemento di primo livello della Rete Ecologica. Al fine di contenere i potenziali effetti indotti dalla vicinanza di aree produttive e elementi della viabilità principale, si suggerisce di adottare provvedimenti relativi alle caratteristiche dell involucro edilizio, nonché operazioni di mitigazione realizzabili nell ambito di pertinenza, quali la realizzazione di fasce vegetazionali, dune verdi, barriere antirumore. Area12 Dovranno essere presi in considerazione provvedimenti relativi alle caratteristiche dell involucro edilizio, nonché operazioni di mitigazione realizzabili nell ambito di pertinenza che siano efficaci in un ottica di inserimento paesaggistico delle nuove edificazioni nel tessuto preesistente. Particolare cura dovrà essere dedicata alla risoluzione del fronte col Naviglio Langosco. Area 13 Al fine di contenere i potenziali effetti negativi indotti dalla trasformazione dell immobile del Colombarone, sarà necessario, in base a quanto verrà effettivamente realizzato, adottare provvedimenti relativi alle caratteristiche dell involucro edilizio ed effettuare operazioni di mitigazione nell ambito di pertinenza quali la realizzazione di fasce vegetazionali, dune verdi, barriere antirumore. Area 14 Le aree verde di competenza dell area dovranno essere realizzate con una qualità ecologica elevata, considerata l appartenenza dell area a un elemento di primo livello della Rete Ecologica Regionale. 38

39 AMBITI DI TRASFORMAZIONE PER ATTIVITA Caratteristiche individuate dal Piano Descrizione Sono aree, la cui tipologia di trasformazione, prevista dal PRG 2005, è stata riproposta nel nuovo strumento urbanistico. Comprendono le aree libere presenti all interno dei tessuti produttivi della Città Consolidata. Ripartizione funzionale Se = 90% ST Vp = 10% ST (o comunque nella misura prevista dalla LR 1/2001) Mix funzionale Funzioni produttive e manifatturiere = min. 50% SUL Funzioni terziarie e funzioni commerciali con Carico urbanistico Basso (Cu B), ovvero gli esercizi di vicinato, i pubblici esercizi (con esclusione dei locali per il tempo libero), il terziario diffuso (uffici e studi professionali, servizi alla persona, servizi per l industria, la ricerca e il terziario) e l artigianato di servizio alla famiglia = min. 10% SUL Quota flessibile = 40% SUL Indice e parametri IC = 50% IP = 30% H max = 10 m Da = 1 albero/200 m 2 ST Dar = 1 arbusto/300 m 2 ST SF da collocarsi preferibilmente sui confini e in particolar modo verso le zone agricole Destinazioni d uso escluse Funzioni residenziali, esclusa la residenza del titolare dell azienda e/o del custode, per una SUL massima non superiore a 250 m2 per ogni azienda. Funzioni terziarie limitatamente alle categorie di attrezzature culturali e sedi istituzionali e rappresentative, attrezzature socio-sanitarie e complessi direzionali. Funzioni commerciali con Carico urbanistico Alto e Medio (Cu A e Cu M), ovvero medie e grandi strutture di vendita. Predominanti effetti potenziali attesi Sono aree poste al margine dell urbanizzato che contribuiscono alla compattazione della forma urbana. Le trasformazioni, in parte per funzioni produttive e manifatturiere e in parte per funzioni terziarie e commerciali con carico urbanistico basso, inducono inevitabilmente sull area nuove pressioni in termini di aumento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire e del traffico indotto. Per la maggior parte interessano aree con sensibilità eco sistemica intrinseca molto bassa o bassa e basse penalizzazioni per le trasformazioni. Eccezioni a questo quadro generale sono tuttavia rappresentate da alcune aree: 1. L area prevista verso il Fiume Ticino in fregio al corridoio infrastrutturale per Abbiategrasso presenta livelli di sensibilità intrinseca medio alti e di penalizzazione media; risulta inoltre ricompresa in un elemento di primo livello della rete ecologica regionale, molto prossima al corridoio ecologico fluviale ed all area natura L ambito ricade in un area per cui il Piano prevede la creazione di un cuneo verde in cui si implementerà la ricucitura tra il sistema ambientale del Parco del Ticino e la rete ecologica locale. In realtà l area è interclusa tra la ferrovia e le nuove realizzazioni infrastrutturali previste per il superamento del fiume Ticino e viene in tale modo a perdere sostanzialmente le valenze ecologiche attualmente rivestite. 2. Gli ambiti collocati presso la Cascina Colombarola comportano consumo di suolo agricolo e prevedono un addensamento di insediamenti lungo la SS 494 che potrebbe essere soggetta in questo tratto a pressioni determinate dal traffico indotto. 39

40 Occorre inoltre verificare che venga rispettata la previsione strategica di rete ecologica passante tra i due ambiti. Infine dovrebbero essere messi in atto interventi di mitigazione, possibilmente di tipo vegetazionale, che possano limitare gli effetti negativi sonori e visivi dati dalla presenza dell edificazione produttiva nei confronti dell edificazione residenziale e della Cascina Colombarola. Per ogni area si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edifici (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di pertinenza idonee all incremento della biodiversità urbana e al miglioramento del microclima e della qualità dell aria. Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico. Si dovrà prevedere l utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, in conformità ai criteri antinquinamento luminoso ed a ridotto consumo energetico, secondo LR 17/2000 e LR 38/2004. Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non rinnovabili ecc.). Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi. Gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori. Dovrà, pertanto, essere verificata la capacità delle reti di smaltimento delle acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste. Le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazioni di verde e di aree permeabili. Si dovranno prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali, in particolare per i fronti aperti verso la campagna, che dovranno essere formate con elevata densità di alberi e arbusti autoctoni. La messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di realizzazione dell intervento (preverdissement); dovrà essere altresì garantita la manutenzione delle essenze stesse messe a dimora. Dovranno essere definiti specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non inquinate) per l irrigazione del verde pertinenziale. Gli interventi comportano l incremento delle superfici impermeabili; per ridurre tale impatto negativo, si propone l impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque meteoriche potenzialmente non inquinate. Area 2 Area 3 Area Indicazioni di compatibilizzazione Per l area P21, si ritiene di proporre: - elevate performance ambientali delle trasformazioni (involucri, aree impermeabilizzate); - il trattamento secondo criteri eco sistemici dei fronti critici che si andranno a determinare; - la salvaguardia della rete idrica interferita e il miglioramento della sua funzione di corridoio locale (rappresenta l unica direttrice di continuità, sebbene modesta, dell area col contesto esterno naturale); - la qualità eco sistemica delle aree verdi di competenza. Occorre prestare attenzione al rapporto tra l ambito e la zona residenziale posta ad est prevedendo adeguate opere di mitigazione (piantumazioni perimetrali, barriere) che fungano da protezione sonora e visiva. Inoltre è necessaria un adeguata localizzazione delle strade di accesso all area onde non creare molestie all area residenziale. 40

41 AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE VALORIZZAZIONE AMBIENTALE Caratteristiche individuate dal Piano Descrizione Costituiscono una categoria di trasformazione introdotta dal PGT che prevede un elevata attenzione alla valorizzazione del sistema ecologico naturale presente nel sito d intervento. Comprendono due aree localizzate in prossimità del fiume Ticino la cui trasformazione è strettamente connessa ad un elevata riqualificazione ambientale. Ripartizione funzionale Se + Ve = 50% ST Vp = 50% ST Mix funzionale Funzioni turistico-ricettive con Carico urbanistico Basso e Alto (Cu B e Cu A), ovvero strutture alberghiere, altre strutture ricettive (campeggi e ostelli) e centri congressuali. Funzioni terziarie e funzioni commerciali con Carico urbanistico Medio (Cu M), ovvero gli esercizi di artigianato di servizio all auto compresa la vendita di autoveicoli, attrezzature culturali e sedi istituzionali rappresentative, banche, sportelli bancari e uffici postali, attrezzature sociosanitarie e medie strutture di vendita ( m2) Quota flessibile = 100% Indice e parametri ET = 0,10 m 2 /m 2 IP = 60% Altezza max H = 9,60 m compresi i piani attico o mansarda Da = 1 albero/80 m 2 ST Dar = 1 arbusto/100 m 2 ST Destinazioni d uso escluse Funzioni residenziali Funzioni terziarie con Cu A, ovvero discoteche, attrezzature per la musica di massa, multisala e i complessi direzionali. Funzioni produttivo manifatturiere E sempre consentito l insediamento di attività commerciali esistenti da ricollocarsi senza aumento della superficie di vendita, qualora si configuri un miglioramento delle condizioni urbanistiche in termini di accessibilità e dotazione di parcheggi. Predominanti effetti potenziali attesi Comprendono due aree localizzate in prossimità del fiume Ticino nell ambito che risulterà intercluso tra la ferrovia e la nuova viabilità prevista dal PGT. Hanno sensibilità eco sistemica intrinseca media e medio alta; alcune porzioni presentano penalizzazioni potenziali significative. Le aree sono ricomprese in un elemento di primo livello della rete ecologica regionale, in parte limitrofa e in parte ricompresa al corridoio ecologico fluviale ed all area natura Le aree ricadono in un ambito per cui il Piano prevede la creazione di un cuneo verde in cui si implementerà la ricucitura tra il sistema ambientale del Parco del Ticino e la rete ecologica locale. In realtà le aree risultano, come si è detto sopra, interne all area interclusa che è determinata dalla ferrovia e dalle opere infrastrutturali previste per il superamento del fiume Ticino e viene in tale modo a perdere le valenze ecologiche attualmente rivestite; in particolare l area V2 è attualmente già occupata da insediamenti produttivi. Le funzioni ammesse possono consentire una riqualificazione delle aree attualmente sostanzialmente degradate ed eliminare almeno parte delle pressioni attuali, ma possono introdurne di nuove in termini di aumento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire del traffico indotto e delle emissioni atmosferiche, ecc.. Per ogni area si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edificii (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto (in particolare i fronti a fiume) ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di pertinenza idonee all incremento della biodiversità e per migliorare la fruibilità. Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni Le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazioni di verde e di aree permeabili Gli interventi comportano l incremento delle superfici impermeabili; per ridurre tale impatto negativo si propone l impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque meteoriche potenzialmente non inquinate Adottare tecniche specifiche di contenimento delle polveri in fase di cantiere 41

42 Adottare buone pratiche per la gestione delle acque meteoriche in fase di cantiere Prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali dell area I in particolare per i fronti aperti verso la campagna; esse dovranno essere formate con elevata densità di alberi e arbusti autoctoni La messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di realizzazione dell intervento (preverdissement) Garantire la manutenzione delle essenze messe a dimora Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico Si dovrà prevedere l utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, in conformità ai criteri antinquinamento luminoso ed a ridotto consumo energetico, secondo LR 17/2000 e LR 38/2004 Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non rinnovabili ecc.) Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi Gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e fognatura (come previsto) dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori. Dovrà pertanto essere verificata la capacità delle reti di smaltimento delle acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste Definire specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non inquinate) per l irrigazione del verde pertinenziale Area 1 Area Indicazioni di compatibilizzazione Si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edifici (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto (in particolare i fronti a fiume) ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di competenza idonee all incremento della biodiversità e per migliorare la fruibilità. AMBITO DI RISERVA PER SVILUPPO PRODUTTIVO, INDISTRIALE E ARTIGIANALE Caratteristiche individuate dal Piano Descrizione Sono aree prevalentemente agricole che potranno essere utilizzate per un eventuale esaurimento degli AT per attività produttive. Ripartizione funzionale Se = 90% ST Vp = 10% ST Mix funzionale Funzioni produttive e manifatturiere, ovvero artigianato produttivo, industria e commercio all ingrosso, depositi e magazzini. Indice e parametri IC = 50% IP = 30% H max = 10 m Da = 1 albero/200 m 2 ST Dar = 1 arbusto/300 m 2 ST da collocarsi preferibilmente sui confini e in particolar modo verso le zone agricole Destinazioni d uso escluse Funzioni residenziali, esclusa la residenza del titolare dell azienda e/o del custode, per una SUL massima non superiore a 250 m 2 per ogni azienda. 42

43 Funzioni terziarie limitatamente alle categorie di attrezzature culturali e sedi istituzionali e rappresentative, attrezzature socio-sanitarie e complessi direzionali. Funzioni commerciali con Carico urbanistico Alto e Medio (Cu A e Cu M), ovvero medie e grandi strutture di vendita. CLAUSOLA D ATTUAZIONE L attuazione dell ambito è sottoposta a uno schema urbanistico unitario di iniziativa pubblica. L ambito di riserva può essere attuato solamente dopo il completamento delle previsioni insediative industriali/artigianali degli Ambiti di trasformazione per attività produttive definiti dal DP. L ambito di riserva può essere attuato solo nei casi in cui l Amministrazione Comunale ritiene che l attuazione dell ambito costituisca un interesse rilevante per il Comune. L ambito di riserva può essere attuato solamente da operatori che intendono sviluppare direttamente sia il progetto di trasformazione dell area che la gestione dell attività imprenditoriale. Il progetto urbanistico deve quindi essere finalizzato a uno specifico progetto di sviluppo industriale e non ad un progetto di valorizzazione immobiliare dell area. L attuazione dell Ambito comporta modifiche integrative al DP. Predominanti effetti potenziali attesi L ambito interessa aree prevalentemente agricole, si sviluppa a nord della linea ferroviaria (prossimo alla frazione Morsella che si sviluppa a sud) con un accessibilità garantita da strade interpoderali ed è attraversato dal subdiramatore sinistro del canale Cavour. La scelta della localizzazione, comportando una modifica in ampliamento del perimetro IC, non può essere considerata coerente con il criterio generale di riduzione del consumo di suolo. La sensibilità intrinseca complessiva dell area è media. L ambito è parzialmente ricompreso in un elemento di primo livello della rete ecologica regionale; il potenziale effetto di riduzione dello spazio di permeabilità fissato dall elemento di primo livello dovrà essere contrasto con la previsione di adeguate strutture ecosistemiche sul nuovo fronte critico in modo da migliorare la connettività residua, considerando in particolare la presenza di un varco. Le attività produttive che potranno insediarsi determineranno inevitabilmente sull area nuove pressioni in termini di aumento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire del traffico indotto e delle emissioni atmosferiche. Per quanto riguarda quest ultimo aspetto, come già valutato dallo specifico studio di incidenza, non sono prefigurabili incidenze dirette rispetto al SIC Garzaia della Cascina Portalupa. Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni L area non pare avere incidenze dirette sul SIC Garzaia della Cascina Portalupa. Considerando le criticità ambientali che si manifestano attualmente nel comune di Vigevano (in particolare la qualità dell aria, la carenza delle reti fognarie e della depurazione), si ritiene che debbano essere garantite le performance ambientali delle attività che si andranno ad insediare per un concorso significativo alla riduzione o almeno al non incremento delle criticità segnalate. La localizzazione interna ad un elemento di primo livello della rete ecologica regionale dovrebbe essere risolta attraverso una considerazione significativa degli aspetti di inserimento ecologico nella progettazione successiva dell area (per esempio, previsione di fasce buffer). Inoltre, tenendo conto dei progetti in fase di valutazione dall A.C. insistenti su parte dell ambito e delle clausole di attuazione previste dal DdP, l ambito si presterebbe ad essere sviluppato secondo il principio delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (A.P.E.A.). Ciò consentirebbe di sviluppare un progetto unitario in grado di meglio affrontare le potenziali criticità indotte dalle attività che si insedieranno all interno di un area preventivamente predisposta al meglio sotto il profilo dei presidi di tutela ambientale. Inoltre, tale prospettiva consentirebbe di attuare gli interventi di compensazione previsti dalla vigente normativa, che assumono qui particolare rilevanza in quanto interni ad un elemento primario della rete ecologica regionale. Area 1 Area Indicazioni di compatibilizzazione L area non pare avere incidenze dirette sul SIC Garzaia della Cascina Portalupa. Considerando le criticità ambientali che si manifestano attualmente nel comune di Vigevano (in particolare la qualità dell aria, la carenza delle reti fognarie e della depurazione), si ritiene che debbano essere garantite le performance ambientali delle attività che si andranno ad insediare per un concorso significativo alla riduzione o almeno al non incremento delle criticità segnalate. La localizzazione interna ad un elemento di primo livello della rete ecologica regionale dovrebbe essere risolta attraverso una considerazione significativa degli aspetti di inserimento ecologico nella progettazione 43

44 successiva dell area (per esempio, previsione di fasce buffer). Inoltre, tenendo conto dei progetti in fase di valutazione dall A.C. insistenti su parte dell ambito e delle clausole di attuazione previste dal DdP, l ambito si presterebbe ad essere sviluppato secondo il principio delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (A.P.E.A.). Ciò consentirebbe di sviluppare un progetto unitario in grado di meglio affrontare le potenziali criticità indotte dalle attività che si insedieranno all interno di un area preventivamente predisposta al meglio sotto il profilo dei presidi di tutela ambientale. Inoltre, tale prospettiva consentirebbe di attuare gli interventi di compensazione previsti dalla vigente normativa, che assumono qui particolare rilevanza in quanto interni ad un elemento primario della rete ecologica regionale. TRASFORMAZIONI STRATEGICHE DI SCALA TERRITORIALE Caratteristiche individuate dal Piano Tali trasformazioni riguardano la riqualificazione di aree o immobili in parte sottoutilizzate/i finalizzata al potenziamento della dotazione di servizi attualmente offerta alla cittadinanza. Le trasformazioni strategiche di scala territoriale sono di due tipologie che si riferiscono al grado di intervento previsto per la loro trasformazione: la riqualificazione degli immobili del Castello, del Colombarone e dell ex macello/piazza Calzolaio d Italia; la trasformazione dell area della Stazione ferroviaria e dell area di Cascinetta della Croce lungo Corso Novara. Per la riqualificazione del Castello, del Colombarone e dell ex macello/piazza Calzolaio d Italia il DP prevede un indirizzo di conservazione e recupero oltre che di valorizzazione dell esistente. Vengono proposti indirizzi che propongono di perseguire l adozione di categorie di intervento che mirano: a riparare, rinnovare e sostituire le finiture degli edifici e mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti; a consolidare, rinnovare e sostituire le parti strutturali degli edifici, realizzare ed integrare servizi igienico-sanitari e tecnologici, modificare l assetto distributivo delle singole unità immobiliari anche accorpandole; a conservare e recuperare l organismo edilizio ed assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici formali e strutturali dell organismo stesso, ne consentano destinazioni d uso con esso compatibili. A tali interventi appartengono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell edificio, l inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze d uso e l eliminazione degli elementi estranei all organismo edilizio. Per le trasformazioni delle aree della Stazione ferroviaria e di Cascinetta della Croce, il DP prevede: nel primo caso un indirizzo generale di riqualificazione e potenziamento dei servizi esistenti e, nel secondo caso, di trasformazione a vocazione ludico-ricreativa. Predominanti effetti potenziali attesi Nel loro insieme gli interventi non presentano aspetti di particolare problematicità riguardo la sostenibilità ambientale urbana; anzi concorrono a migliorarne lo stato. L area più problematica risulta essere quella di Cascinetta della Croce. L ambito interessa aree prevalentemente agricole ed è abbastanza prossimo alle aree edificate di Cassolnovo. La scelta della localizzazione è in contrasto col criterio di compattazione della forma urbana e riduce la separazione tra gli edificati di Vigevano e Cassolnovo. L ambito è ricompreso in un elemento di secondo livello (corridoio secondario) della rete ecologica regionale di collegamento est ovest con l ambito del Ticino; la destinazione può comportare un significativo consumo di suolo proprio al suo interno con riduzione dello spazio di connettività potenziale disponibile. Le attività che potranno insediarsi determineranno inevitabilmente sull area nuove pressioni in termini di aumento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire, del traffico indotto e delle emissioni atmosferiche. La prevista foresta di pianura potrà consentire di disporre di un unità ambientale utile per il sostegno della biodiversità e del ruolo di corridoio. La riqualificazione della via Novara potrà d altra parte determinare un incremento dell effetto barriera peggiorando l effetto della frammentazione del corridoio ecologico. Per ogni intervento si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edificii (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei 44

45 fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di competenza idonee all incremento della biodiversità urbana e di relazione con la rete ecologica locale. Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni Le previsioni progettuali dovranno prevedere il massimo di dotazioni di verde e di aree permeabili Gli interventi comportano l incremento delle superfici impermeabili; per ridurre tale impatto negativo si propone l impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque meteoriche potenzialmente non inquinate Adottare tecniche specifiche di contenimento delle polveri in fase di cantiere Adottare buone pratiche per la gestione delle acque meteoriche in fase di cantiere Prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali dell area I in particolare per i fronti aperti verso la campagna; esse dovranno essere formate con elevata densità di alberi e arbusti autoctoni La messa a dimora delle essenze dovrà essere eseguita sin dalle prime fasi di realizzazione dell intervento (preverdissement) Garantire la manutenzione delle essenze messe a dimora Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale (morfologica ed estetica) finale degli edifici per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico Si dovrà prevedere l utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, in conformità ai criteri antinquinamento luminoso ed a ridotto consumo energetico, secondo LR 17/2000 e LR 38/2004 Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non rinnovabili ecc.) Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi Gli allacciamenti alla rete stradale degli impianti gas, energia elettrica, acqua e fognatura (come previsto) dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori. Dovrà pertanto essere verificata la capacità delle reti di smaltimento delle acque meteoriche in relazione alle superfici impermeabilizzate previste Definire specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non inquinate) per l irrigazione del verde pertinenziale. Area Indicazioni di compatibilizzazione Corso Novara e Cascinetta della Croce Per ogni area si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli involucri (elevate performance ambientali e formali) anche riguardo al trattamento dei fronti potenzialmente critici indotti dalle nuove realtà rispetto al contesto (in particolare i fronti nord, est e ovest) ed alla ricerca di soluzioni di sistemazione delle aree non costruite di competenza idonee all incremento della biodiversità. Deve essere verificata l effettiva individuazione dell area destinata a foresta di pianura e dovrà essere evidente il ruolo svolto da questo elemento non solo quale mitigazione delle edificazioni del comparto, ma anche come garanzia di continuità della rete verde comunale in relazione coi corridoi ecologici della rete provinciale. Dovranno essere prodotte maggiori informazioni, all atto dell effettiva implementazione della trasformazione, riguardo le funzioni che saranno localizzate all interno delle aree in quanto la scheda lascia ampi margini di discrezionalità in merito che non consentono di avere una visione precisa degli impatti che potranno essere generati, al di là di un effettivo carico urbanistico comunque conseguente ad una destinazione di un area diversa da quella agricola. Colombarone Le attività che potranno insediarsi determineranno inevitabilmente sull area nuove pressioni in termini di aumento dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti, delle acque da smaltire del traffico indotto e delle emissioni atmosferiche. Si ritiene di segnalare la necessità di dedicare particolare cura progettuale nella definizione oltre che delle caratteristiche degli edifici (elevate 45

46 performance ambientali e formali) anche riguardo al rapporto con il contesto. La destinazione prevista può incrementare la criticità attuale del sistema di depurazione che riversa le acque nel sistema idrico del Parco del Ticino. INTERVENTI VIABILISTICI Caratteristiche individuate dal Piano Gli interventi previsti sono: - il nuovo ponte sul Ticino; - il IV lotto, ossia il collegamento tra il nuovo ponte e la circonvallazione esterna a est; - il V lotto, ossia il collegamento ad ovest del centro abitato tra la SP 206 proveniente da Novara e la SS 494 in direzione Mortara con eliminazione dell attraversamento a raso della ferrovia; - la Variante Sforzesca, ossia un bypass stradale che, partendo da viale del commercio all altezza di via S. Maria, si dirige a sud e si collega alla SP 206 a sud della frazione Sforzesca; - la Tangenziale Piccolini che parte dall omonima frazione e giunge alla circonvallazione ovest, sgravando il traffico su via Gravedona; - il completamento della piccola tangenziale urbana (con tracciato da via Frasconà a via Treves finalizzato allo snellimento del traffico in Corso Brodolini e Corso di Vittorio; - l adeguamento di corso Novara. Predominanti effetti potenziali attesi In generale risultano positivi sul traffico e quindi sulle emissioni relative. La realizzazione di nuove tratte stradali può determinare l insorgenza di criticità rispetto allo stato attuale dell insediamento e rispetto a quello previsto dal piano; possono inoltre costituire fattori di frammentazione eco sistemica. Indicazioni generali per la riduzione delle nuove pressioni Le fasce di ambientazione previste dovrebbero essere attuate considerando anche il criterio della riduzione delle interferenze indotte dal nuovo tracciato rispetto ai ricettori sensibili. Un idoneo trattamento degli attraversamenti dei corsi d acqua e delle loro ripe, potrebbe consentire di mantenere ad essi livelli minimi di connettività ecologica migliorando la funzionalità del sistema ecologico. Area Corso Novara Variante Sforzesca Tangenziale in frazione Piccolini Nuovo Ponte sul Ticino e IV lotto Indicazioni di compatibilizzazione La riqualificazione stradale dovrà prevedere idonee fasce di inserimento ed eventualmente la realizzazione di interventi di deframmentazione per la piccola fauna (la necessità di tali interventi dovrà essere verificata con il Parco del Ticino). Le fasce di ambientazione previste dovrebbero essere attuate considerando anche il criterio della riduzione delle interferenze indotte dal nuovo tracciato rispetto alle vicine abitazioni. Un idoneo trattamento degli attraversamenti dei corsi d acqua e delle loro ripe, potrebbe consentire di mantenere ad essi livelli minimi di connettività ecologica migliorando la funzionalità del cuneo verde. Un idoneo trattamento degli attraversamenti dei corsi d acqua e delle loro ripe potrebbe consentire di mantenere ad essi livelli minimi di connettività ecologica migliorando la funzionalità del cuneo verde. L intervento pone significativi problemi rispetto al corridoio fluviale del Fiume Ticino ed al sistema di rete natura 2000; l opera è stata assoggettata a procedura di VIA e di valutazione di incidenza: si dovrà,pertanto, fare riferimento alle specifiche prescrizioni. La strada di collegamento tra il ponte e la circonvallazione prevede consumo di suolo dato anche dalla presenza di una rotatoria in corrispondenza degli ambiti di trasformazione e del relativo sovrappasso. Occorrerà valutare con attenzione se le opere di mitigazione degli effetti 46

47 V lotto paesaggistici siano adeguate ad armonizzare l opera con il territorio estremamente delicato nella quale si colloca. Le fasce di ambientazione previste dovrebbero essere attuate considerando anche il criterio della riduzione delle interferenze indotte dal nuovo tracciato rispetto alle vicine abitazioni. Un idoneo trattamento degli attraversamenti dei corsi d acqua e delle loro ripe, potrebbe consentire di mantenere ad essi livelli minimi di connettività ecologica migliorando la funzionalità del cuneo verde. Conclusioni Le azioni e le previsioni del PGT del Comune di Vigevano non comportano alcuna incidenza diretta sugli elementi sensibili della Rete Natura 2000 e risultano del tutto coerenti con le norme gestionali previste nelle misure di conservazione indicate dalla D.G.R. n 8/7884 del 30 luglio 2008 Misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde ai sensi del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 Integrazione alla d.g.r. n. 6648/2008. L attuazione del PGT può determinare effetti positivi locali sul sistema delle connessioni ecologiche del territorio limitrofe al sistema Rete Natura 2000 attraverso l incremento delle dotazioni ecosistemiche dello spazio rurale e la formazione di direttrici di connessione ecologica e di contenimento degli impatti delle opere infrastrutturali esogene. In ogni caso, per le azioni più problematiche evidenziate, dovranno essere condotti approfondimenti specifici successivi reiterando la valutazione a livello congruente con l avanzamento delle proposte attuative. Dovranno, comunque, essere messi in atto i provvedimenti di miglioramento della funzionalità ecologica lungo i fronti problematici che si andranno a determinare attraverso le nuove realizzazioni rispetto agli elementi della rete ecologica regionale. Si ritiene di dover sottolineare, inoltre, la necessità di provvedere all adeguamento del sistema fognario e della depurazione attualmente deficitario che, con l attuazione degli interventi proposti dal PGT, potrebbe condurre ad un incremento di pressione rispetto al sistema sensibile del Fiume Ticino. Si ritiene, altresì, importante attuare il sistema di monitoraggio in modo particolare per quanto riguarda gli intereventi di attuazione per la Rete Ecologica Comunale e dei provvedimenti di inserimento ambientale legati agli intereventi che interessano il sistema relazionale della Rete Ecologica del Parco del Ticino e della Regione Lombardia. Variante al Piano delle Regole 2011 Tra le modifiche previste dalla variante, quelle che possono avere una incidenza potenziale più immediata rispetto alla struttura ecosistema sono quelle riguardanti le trasformazioni di aree agricole in tessuto edificato; queste, che determinano una densificazione del tessuto residenziale attuale, del resto sono sostanzialmente concentrate nella porzione meridionale del territorio della IC, non interessata da elementi della Rete Ecologica. Rispetto agli elementi della Rete Ecologica Regionale, le proposte di variante del PdR, tutte contenute all interno della zona IC del Parco del Ticino, risultano nel loro complesso esterne a tutti gli elementi; fa eccezione un unica area al limite del perimetro IC della frazione Morsella, che è ricompresa all interno di un elemento di primo livello, ma che riguarda un area prossima ad edifici esistenti. Nel loro insieme, comunque, si può affermare che le trasformazioni non incidono sul sistema della Rete Ecologica Regionale. Anche riguardo agli elementi della Rete Ecologica del Parco del Ticino, la variante non ha su di essi un incidenza diretta. Rispetto ai siti Natura 2000, non si evidenzia nessuna incidenza diretta delle aree interessate dalla variante. Un buon numero delle aree interessate dalla variante riguarda porzioni del territorio comunale non servite dalla pubblica fognatura. Si ritiene, pertanto, che alla progressiva attuazione degli interventi debba essere affiancata un contestuale ampliamento del servizio pubblico di fognatura onde ridurre le criticità in essere e quelle future indotte dalla attuazione della variante. Si suggerisce, quindi, che l Amministrazione concordi 47

48 con i gestori della rete e del servizio un programma di attuazione che avvii da subito l ampliamento del servizio di fognatura a queste aree. Sulla base delle previsioni di incremento di popolazione ipotizzata dalla variante del PdR, sono state effettuate delle stime preliminari di alcuni parametri di pressione. La variante del PdR prevede abitanti in più rispetto a quelli ipotizzati dal PGT vigente (68.200); la capacità insediativa prevista con la variante raggiungerebbe, dunque, i abitanti. Conseguentemente alle azioni di adeguamento della rete fognaria, risulta indispensabile avviare programmi di adeguamento del sistema depurativo, al fine di evitare ulteriori criticità sulla qualità dell ambiente fluviale. Si ritiene opportuno inserire nel Piano delle Regole meccanismi in grado di favorire il risparmio idrico, il riutilizzo delle acque meteoriche e sistemi di drenaggio e laminazione per la riduzione delle criticità idrauliche sul sistema fognario e depurativo. Rispetto alla carta di sensibilità intrinseca, le aree interessate dalla variante risultano comprese in aree prevalentemente a sensibilità bassa o molto bassa e solo alcune in aree a sensibilità media. Rispetto alla carta della penalizzazione all edificazione residenziale, le aree interessate dalla variante risultano per la stragrande maggioranza in aree a scarsa limitazione; solo alcune aree poste a nord est, verso il fiume Ticino, ricadono in aree con un livello di penalizzazione leggermente maggiore. Nessuna delle aree, in ogni caso, risulta ricadere in aree a limitazione severa. Conclusioni Le azioni e le previsioni della variante del PdR del Comune di Vigevano non comportano alcuna incidenza diretta sugli elementi sensibili della Rete Natura 2000 e risultano del tutto coerenti con le norme gestionali previste nelle misure di conservazione indicate dalla DGR 8 aprile n. 8/9275 (Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del DM 17 ottobre 2007, n. 184 Modificazioni alla DGR n. 7884/2008) e con il Piano di Gestione del SIC Garzaia di Portalupa. In ogni caso, per le criticità evidenziate in merito agli aspetti paesaggistici, si ritiene utile attuare fasce buffer lungo i fronti delle aree previste dalla variante nelle fasce di frangia. Per quanto riguarda le criticità indotte sul sistema idrico, si ritiene fondamentale che alla progressiva attuazione degli interventi sia affiancato un contestuale ampliamento del servizio pubblico di fognatura, onde ridurre le criticità in essere e quelle future indotte dalla attuazione della variante. Conseguentemente alle azioni di adeguamento della rete fognaria, risulta indispensabile avviare programmi di adeguamento del sistema depurativo, al fine di evitare ulteriori criticità sulla qualità dell ambiente fluviale. Si suggerisce che l Amministrazione concordi con i gestori della rete e del servizio un programma di attuazione che avvii da subito l ampliamento del servizio di fognatura e di depurazione. Si ritiene opportuno inserire, inoltre, nel Piano delle Regole meccanismi in grado di favorire il risparmio idrico, il riutilizzo delle acque meteoriche e sistemi di drenaggio e laminazione per la riduzione delle criticità idrauliche sul sistema fognario e depurativo. La Variante relativa a tre aree di proprietà comunale da destinare ad attività terziario commerciali 2011 Tra le modifiche previste dalla variante, quelle che possono avere un incidenza potenziale più immediata rispetto alla struttura ecosistema sono quelle riguardanti le trasformazioni di aree agricole in tessuto edificato; queste, che determinano una densificazione del tessuto urbano attuale, sono del resto sostanzialmente collocate a corona dell edificato e non interessano elementi della Rete Ecologica Regionale. Anche riguardo agli elementi della Rete Ecologica del Parco del Ticino, la variante non ha su di essi un incidenza diretta. Rispetto ai siti Natura 2000, non si evidenzia nessuna incidenza diretta da parte delle aree interessate dalla variante. Le aree soggette a variante sono localizzare in zone servite dal pubblico servizio di fognatura. Conseguentemente alle azioni di adeguamento della rete fognaria, risulta opportuno verificare l adeguatezza dell attuale sistema fognario e avviare programmi di adeguamento del sistema depurativo, al 48

49 fine di evitare ulteriori criticità sulla qualità dell ambiente fluviale. Si ritiene comunque opportuno favorire tutte le azioni finalizzate al risparmio idrico e al riutilizzo delle acque meteoriche, nonché i sistemi di drenaggio e laminazione per la riduzione delle criticità idrauliche sul sistema fognario e depurativo. Rispetto alla carta di sensibilità intrinseca, le aree interessate dalla variante risultano comprese in zone a sensibilità molto bassa. Rispetto alla carta della penalizzazione all edificazione residenziale, le aree interessate dalla variante risultano localizzate in zone a scarsa limitazione. Conclusioni Le azioni e le previsioni della variante del PGT del Comune di Vigevano non comportano alcuna incidenza diretta sugli elementi sensibili della Rete Natura 2000 e risultano coerenti con le norme gestionali previste nelle misure di conservazione indicate dalla DGR 8 aprile n. 8/9275 (Determinazioni relative alle misure di conservazione per la tutela delle ZPS lombarde in attuazione della Direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/97 ed ai sensi degli articoli 3, 4, 5, 6 del DM 17 ottobre 2007, n. 184 Modificazioni alla DGR n. 7884/2008) e con il Piano di Gestione del SIC Garzaia di Portalupa. Per quanto concerne qualità e quantità delle acque presenti nel contesto, le trasformazioni previste non sembrano dover incidere in modo significativo sul sistema idrico. Un attenzione particolare dovrà essere riservata, comunque, alla gestione e allo scarico delle acque meteoriche e bianche prevedendo la minimizzazione delle dispersioni e, se possibile, meccanismi di riciclo che consentano di tutelare in particolare i corpi idrici superficiali interferiti dall ambito di trasformazione di via La Malfa. Conseguentemente alle azioni di adeguamento della rete fognaria, risulta opportuno verificare l adeguatezza dell attuale sistema fognario e avviare programmi di adeguamento del sistema depurativo, al fine di evitare ulteriori criticità sulla qualità dell ambiente fluviale. Si ritiene, comunque, opportuno favorire tutte le azioni volte a favorire il risparmio idrico ed al riutilizzo delle acque meteoriche, nonché i sistemi di drenaggio e laminazione per la riduzione delle criticità idrauliche sul sistema fognario e depurativo. Dal punto di vista paesaggistico, sarà necessario trovare, per quanto riguarda le trasformazioni sul piazzale Longo e la via Brodolini, un equilibrio nell inserimento delle nuove strutture all interno di tessuti già edificati, evitando la creazione di fenomeni di frattura o di accentuazione della disomogeneità e cercando di fare in modo che i nuovi volumi e le aree pertinenziali siano un occasione di ricucitura degli elementi urbani del tessuto periferico. Per quanto riguarda l ambito di via La Malfa, oltre a quanto detto sopra, sarà opportuno che le nuove volumetrie si relazionino anche con gli spazi aperti circostanti creando una continuità permeabile. Dovranno essere, inoltre, preservati al massimo grado i corpi idrici attualmente presenti sul lato settentrionale (roggia Mora) e all interno dell ambito sia in quanto testimonianze insediative, sia in quanto infrastrutture lungo le quali si trovano filari arborei e cespuglieti che dovrebbero essere conservati come elementi della rete del verde locale, possibilmente da potenziare anche grazie ai nuovi interventi. Le aree interessate dalla variante urbanistica sono situate nel tessuto urbanizzato e sono localizzate anche internamente alla zona IC del Parco del Ticino. Non si ravvisano, pertanto, interferenze dirette con gli elementi portanti della Rete Ecologica Regionale e di quella interna all area protetta. Per quanto riguarda gli elementi della Rete Ecologica Locale, ognuno degli ambiti individuati si trova a confinare o ad essere incluso in aree nelle quali il PGT prevede azioni di rafforzamento del sistema del verde. Diviene, quindi, necessario fare in modo che siano minimizzate le interferenze negative tra quanto verrà realizzato nelle aree di trasformazione e gli elementi della Rete Ecologica più prossimi. Inoltre, sarebbe opportuno fare in modo che la disposizione dei nuovi volumi all interno degli ambiti consenta di avere spazi aperti permeabili che si leghino direttamente o indirettamente agli elementi della Rete Ecologica Locale rafforzandone la presenza e la funzione. 49

50 5 LA PROPOSTA DI VARIANTE AL P.G.T. VIGENTE Dalla Relazione della proposta di Variante si desumono le informazioni seguenti utili ad inquadrarne i principali contenuti. Con delibera G.C. 128 del è stato approvato il Documento di Indirizzi per la variante al PGT, nel quale vengono indicati gli obiettivi della variante, l impostazione metodologica e le scelte urbanistiche che con la variante si intendono effettuar; si conferma quindi che viene rispettato il criterio di perseguire gli obiettivi senza prevedere ulteriore consumo di suolo nè aumento del carico insediativo del PGT. In questa prima fase di revisione del PGT viene affrontata buona parte dei temi richiamati nel Documento, a cui si sono aggiunti ulteriori interventi ritenuti opportuni in seguito alla diretta esperienza di gestione del Piano: 1. viene predisposta una nuova disciplina per le funzioni commerciali al fine di favorire e rilanciare lo sviluppo del settore unitamente al settore produttivo e terziario, in modo che questi costituiscano elemento trainante per lo sviluppo del territorio; 2. vengono effettuate variazioni alla conformazione degli Ambiti di trasformazione, che il Documento di Piano subordina all approvazione di un unico Piano attuativo, al fine di renderne più agevole l attuazione; 3. viene favorito il recupero delle aree non residenziali dismesse con apposita disciplina urbanistica; 4. vengono effettuate modifiche al disegno della viabilità finalizzate all aggiornamento degli assetti definitivi previsti; inoltre, nel corso della gestione del PGT è emerso un altro aspetto del Piano vigente che genera criticità, e che si rende ora opportuno risolvere: si tratta delle previsioni di ampliamento stradale che ricadono su edifici esistenti, rendendone di fatto non possibile alcun intervento anche solo di manutenzione. E quindi stato effettuato il ridisegno della viabilità secondaria analizzando l intero territorio comunale; 5. vengo riportate negli elaborati grafici del PGT le aree comprese nel Piano di Edilizia Economica Popolare (PEEP) e del Piano degli Insediamenti Produttivi (PIP) con convenzioni vigenti, individuate fino ad ora solo in forma cartacea su specifica cartografia, per facilitare la verifica delle aree ai fini della gestione del Piano; 6. viene predisposta la tavola della sensibilità paesaggistica dei luoghi, elaborato previsto tra la documentazione necessaria nei PGT, ma non presente nel PGT vigente; 7. vengono individuati ulteriori edifici rurali dismessi; 8. viene proposta una revisione del perimetro di Iniziativa Comunale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Ticino: la modifica del perimetro non implica un incremento delle aree sottratte all iniziativa del parco ma contempla un adeguamento allo stato di fatto del territorio; 9. vengono effettuate diverse modifiche alla Relazione del documento di piano e alle Norme Tecniche, ritenute opportune in seguito alla esperienza di gestione del PGT; 10. vengono effettuate correzioni di alcuni errori materiali. 50

51 1. NUOVA DISCIPLINA PER LE FUNZIONI COMMERCIALI Le novità introdotte nella vigente disciplina relativa al tessuto per attività produttive e al tessuto per attività commerciali sono sintetizzate nei seguenti punti: 1 Nel tessuto per attività produttive, disciplinato dall articolo 35 del PdR, si inserisce la possibilità di insediamento di medie strutture di vendita fino a 500 mq di superficie di vendita alimentari e non alimentari, che amplia le possibilità di insediamento di attività commerciali, consentite dalla vigente normativa limitatamente al commercio di vicinato (con superfici di vendita fino a 250 mq). 2 Nelle zone di cui all articolo 36 tessuto per attività commerciali si elimina il limite di 800 mq di superficie di vendita per le medie strutture: viene cioè adeguata alla legislazione vigente la definizione di media struttura di vendita abolendo il limite della superficie di vendita (per cui la superficie di vendita relativa alle medie strutture è compresa tra 250 e mq); viene inoltre eliminato il limite relativo alle strutture commerciali alimentari. L introduzione della possibilità di ampliare da 800 mq a mq il limite massimo della superficie di vendita delle medie strutture di vendita disciplinate dall art. 36 del PdR implica oltre che la modifica dell art. 36, la modifica anche dell art.8 criteri generali relativi alle destinazioni d uso, punto La possibilità di realizzare nuove medie strutture di vendita con superficie di vendita fino a mq viene subordinata, nella nuova disciplina individuata dalla variante, a preventiva approvazione di piano esecutivo ed a specifiche condizioni derivanti anche dalle valutazioni espresse nel Quadro conoscitivo del territorio comunale componente commerciale, in particolare in relazione alla necessità di individuare vincoli dimensionali legati alla possibilità di dotare l ambito di intervento di adeguate aree a parcheggio; si ritiene pertanto opportuno il reperimento, per le nuove medie strutture, di una dotazione di aree pubbliche o di uso pubblico pari a 200% della superficie utile realizzata, di cui almeno la metà destinata a parcheggio. Questo parametro costituisce da un lato un vincolo dimensionale dall altro garantisce una adeguata dotazione di parcheggi pubblici. 3 - viene individuato il nuovo articolo per la realizzazione di nuove medie strutture, sottoposta a preventiva approvazione di piano esecutivo ed alle condizioni contenute nella nuova disciplina. 4 - viene individuato il nuovo articolo 31bis Zone speciali ad alta densità. Il nuovo articolo consente, in aggiunta alle funzioni previste per il tessuto chiuso ad alta densità di cui all art. 31, la realizzazione di nuove medie strutture alle condizioni già illustrate. 5 - Negli Ambiti di trasformazione per attività viene introdotta la possibilità di insediamento di medie strutture di vendita alle seguenti condizioni: che la superficie di vendita sia contenuta entro i 500 mq, che sia mantenuta la una quota minima inderogabile di funzioni residenziali (per gli AT per insediamenti integrati e AT ambientali) o produttive (per gli AT per attività) e una dotazione aggiuntiva (da sommarsi al Vp già previsto per ogni AT) di aree pubbliche o di uso pubblico pari al 200% della Sul prevista per funzioni commerciali. 6 - Viene infine effettuata una modifica delle schede-norma degli Ambiti di trasformazione per medie strutture di vendita contenute nella relazione del DP, con l introduzione della possibilità di realizzare medie strutture anche alimentari anche nell AT localizzato in via La Malfa (di proprietà della società di cartolarizzazione Vigevano Futura); L unico nuovo Ambito di trasformazione per medie strutture di vendita è stato individuato su parte del vigente Ambito di trasformazione per insediamenti integrati localizzato in corso Brodolini di proprietà della società di cartolarizzazione Vigevano Futura. 2. VARIAZIONI ALLA CONFORMAZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE L elevato frazionamento delle proprietà di alcune delle aree oggetto di trasformazione non consente talvolta la realizzazione di un piano unitario. Si è inteso quindi intervenire sul DP per rendere più agevole l attuazione degli Ambiti di trasformazione che il DP subordina all approvazione di un unico Piano attuativo. Si è ritenuto di non alterare la conformazione delle aree pubbliche da cedere all interno degli ambiti, qualora queste siano essenziali alla costituzione della rete ecologica del DP, oppure siano localizzazione in settori di città che manifestano carenza di strutture pubbliche, oppure ancora siano essenziali alla realizzazione alle opere viabilistiche correlate agli interventi, ecc. 51

52 La modifica degli AT da un lato implica lo stralcio di aree di modeste dimensioni localizzate lungo i perimetri degli Ambiti, dall altro la ridefinizione dei perimetri di singoli AT in più ambiti. Le modifiche introdotte nella definizione degli AT non comportano un aumento del carico insediativo del PGT, pertanto le aree sottratte agli ambiti sono sottoposte ad interventi diretti all interno del PdR, e quindi disciplinate dal nuovo articolo del PdR 33bis Tessuto aperto a bassa densità con EF 0,3 mq/mq (nel caso di stralci da AT per insediamenti integrati con ET 0,3 mq/mq) o dal nuovo art. 33ter Tessuto rado con EF 0,15 mq/mq (nel caso di stralci da AT ambientali con ET 0,15 mq/mq. 3. RECUPERO AREE NON RESIDENZIALI DISMESSE Viene predisposta una nuova tavola ricognitiva (elaborato 7 Individuazione zone per attività dismesse - che costituisce il nuovo elaborato QC12 del DP). Le modalità per il recupero delle aree dismesse sono contenute nel Piano delle Regole. La vigente disciplina del PdR contempla già una norma che agevola il recupero degli impianti industriali dismessi collocati internamente al tessuto consolidato. Le altre aree dismesse individuate nell elaborato 7 sono recuperabili secondo le seguenti modalità: - le aree dismesse di cui alle istanze 15 (area collocata in corso Milano), 32 (area collocata in corso Novara angolo via Alessandria e 191 (area localizzata in viale Industria) vengono disciplinate dal nuovo articolo per la realizzazione di nuove medie strutture di vendita (di cui al precedente paragrafo 1) - l area di cui all istanza 133 (area dismessa localizzata in via Matteotti) viene disciplinata dal nuovo articolo (di cui al successivo paragrafo 11.4) che consente l insediamento di funzioni residenziali e terziarie con preventiva approvazione di strumento urbanistico attuativo - l area di cui all istanza 402 (Area ex Cascami Seta) ) viene disciplinata dal nuovo articolo 31bis Zone speciali ad alta densità (di cui al successivo paragrafo 11.4) - le altre aree dismesse individuate nell elaborato 7 sono disciplinate dal nuovo articolo 35bis Aree per attività dismesse (contenuto nell elaborato 2). Questo nuovo articolo del PdR prevede che gli interventi siano subordinati a preventiva approvazione di strumento urbanistico attuativo e che l intervento debba essere caratterizzato dalla presenza di almeno due dei tre requisiti richiesti per l attuazione dei programmi integrati di intervento (previsione di una pluralità di destinazioni e funzioni, compresenza di tipologie e modalità di intervento intergrate, la rilevanza territoriale tale da incidere sulla riorganizzazione dell ambito urbano). SI richiede anche una adeguata dotazione di aree pubbliche o di uso pubblico (25 mq/ab per insediamenti residenziali, parcheggi pubblici o di uso pubblico pari al 120% della Sul destinata a funzioni terziarie con Cu A, al 150% della Sul destinata a funzioni turistico ricettive, 100% della Sul destinata alle altre funzioni). 4. MODIFICHE AL DISEGNO DELLA VIABILITA 4.1. ridefinizione degli ampliamenti della viabilità secondaria La ridefinizione del disegno della viabilità si rende necessaria per modificare le previsioni di ampliamento di strade secondarie non realizzabili, perché individuate su porzioni di su edifici esistenti Correzione del disegno di viabilità primaria Devono essere effettuate alcune correzioni relative al disegno della viabilità primaria esistente individuato nella base cartografica Nuovo assetto viabilistico connesso alla realizzazione del ponte sul Ticino e all accesso all area STAV Si prende atto della nuova e definitiva versione del progetto di nuova rotatoria di innesto sul ponte sul Ticino e del nuovo accesso all area in cui è insediata la società di autolinee STAV e ad una futura area pubblica. 5. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE PER P.E.E.P. e P.I.P. CON CONVENZIONI VIGENTI Per agevolare una veloce verifica delle aree trasformate in attuazione del Piano di Edilizia Economica Popolare (PEEP) e del Piano degli Insediamenti Produttivi (PIP) viene effettuata specifica individuazione grafica nel PdR e predisposto nuovo articolo a cui fare riferimento per gli interventi edilizi. 52

53 6. PREDISPOSIZIONE TAVOLA DELLA SENSIBILITA PAESAGGISTICA DEI LUOGHI La documentazione del DP viene completata con la carta della sensibilità paesaggistica che costituisce l elaborato QG01 del DP. 7. INDIVIDUAZIONE DEGLI EDIFICI RURALI DISMESSI Viene aggiornata l individuazione delle Cascine dismesse localizzate nel territorio esterno al perimetro IC. 8. REVISIONE DEL PERIMETRO DI INIZIATIVA COMUNALE DEL PTC DEL PARCO DEL TICINO Con la variante è stato ridefinito il perimetro IC individuando zone (agricole e non edificate attualmente incluse nell IC) da escludere e sottoporre alla disciplina diretta del PTC, e zone in parte edificate in continuità con analoghe zone urbane comprese nell IC da includere nell IC, in modo tale comunque da non prevedere complessivamente un aumento della superficie interna al perimetro: si configura anzi un aumento di superficie esterna al perimetro di mq ( mq di nuove aree esterne all IC e mq di nuove aree interne); le nuove zone incluse nel perimetro IC vengo sottoposte alla disciplina dell art. 46 Tessuto delle zone agricole del PdR: la scelta effettuata non comporta pertanto alcun consumo di suolo. L ampliamento complessivo di territorio interno al perimetro IC ammesso dalla normativa del PTC del Parco del Ticino è pari al 5% dell area interna al perimetro stesso. In seguito al mancato recepimento da parte del Parco dell ampliamento proposto in sede di approvazione del PGT, l ampliamento complessivo ammesso rimane dunque quello individuato dal PRG approvato nel dicembre 2004, pari a mq (0,6% dell intero territorio interno all IC). 9. MODIFICHE ALLA RELAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO E ALLE NORME TECNICHE Vengono effettuate modifiche alle norme del PdR e PdR ed alla relazione del DP; le modifiche derivano dall attuazione degli obiettivi della variante (prevalentemente in relazione alla modifica delle modalità di attuazione degli Ambiti di Trasformazione ed alla disciplina relativa alle medie strutture di vendita ) e da variazioni, integrazioni e precisazioni ritenute opportune in seguito alla esperienza di gestione del PGT; alcune modifiche infine sono effettuate in seguito all accoglimento di istanze pervenute in seguito alla pubblicazione dell avvio del procedimento. Di seguito sono illustrate le modifiche per ciascuno dei tre documenti del PGT. 9.1 RELAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO: modifiche alle modalità di attuazione degli Ambiti di trasformazione 9.1a. Attuazione degli AT con Superficie territoriale inferiore a mq Al fine di rendere più agevole l attuazione degli Ambiti di Trasformazione con superficie territoriale inferiore a mq si ritiene opportuno consentirne la trasformazione senza l approvazione di uno strumento urbanistico esecutivo ma ricorrendo al permesso di costruire convenzionato; non si ritiene inoltre necessario il ricorso al mix funzionale indicato nelle schedenorma; infine, l area Vp all interno di questi AT può anche essere costituita da aree asservite all uso pubblico (quindi non necessariamente cedute al comune) 9.1b. Modifica della disciplina delle aree escluse dagli AT in seguito alle rettifiche o agli stralci Si ritiene opportuno, per consentire ai proprietari di aree interne agli AT parzialmente attuati con PL approvati, l eliminazione dell indicazione che ammette in tali aree esclusivamente manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria e restauro e risanamento conservativo. 9.1c. Modifica alla definizione di una quota minima del mix funzionale Nelle schede-norma contenute nel DP, per tutti gli AT è sempre prevista la compresenza, definita mix funzionale, di destinazioni d uso diverse, regolate da percentuali massime per ogni tipo di area. Tale indicazione era contenuta anche nelle norme attuative degli ambiti all interno del previgente PRG. 53

54 Nel corso degli otto anni di gestione, prima del PRG poi del PGT, si è rilevata di complessa applicazione l imposizione di una quota minima di funzioni terziarie commerciali all interno degli ambiti prevalentemente residenziali (Ambiti di Trasformazione ambientale e Ambiti di Trasformazione per insediamenti integrati). Si ritiene opportuno inserire un ulteriore elemento di flessibilità nella definizione delle quote minime e massime del mix funzionale, non definendo a priori (e quindi per tutti gli AT a prescindere dal loro contesto urbano), la quantificazione di tali quote, ma rimandandone la valutazione specifica, alla fase attuativa di ogni singolo ambito. 9.2 MODIFICHE ALLE NORME TECNICHE DEL PIANO DELLE REGOLE Modifica all art. 8 criteri generali relativi alle destinazioni d uso, punto 8.07 Il riferimento all insediamento delle medie strutture di vendita contenuto nell art. 8.07, deve essere adeguato alla nuova disciplina per le funzioni commerciali prevista dalla variante; pertanto viene effettuato un richiamo alle specifiche normative di ciascun tessuto, e viene eliminato il riferimento al limite di 800 mq di superficie di vendita. Integrazione della definizione delle grandezze edilizie Si ritiene opportuno escludere dal computo della Sul le superfici praticabili ricavate dalle coperture piane di edifici. Specificazione dei criteri di monetizzazione dei parcheggi pubblici Si ritiene opportuno specificare che la monetizzazione dei parcheggi pubblici debba riferirsi alle nuove destinazioni derivanti non necessariamente da nuove costruzioni. Modifica dell indice di copertura per edifici destinati al ricovero attrezzi e introduzione del limite per viabilità e parcheggi privati Nel Tessuto degli Edifici isolati (art. 18 NA del PdR) e nel Verde privato (art. 37 NA del PdR) è consentita la realizzazione di edifici destinati al ricovero di strumenti e mezzi utilizzati per la manutenzione del verde e la cura delle colture in atto.per la realizzazione di questo tipo di edifici è individuato un indice di copertura IC = 5%. Viene quindi ridimensionato l indice di copertura IC al 2%. Si ritiene inoltre opportuno introdurre nelle zone a verde privato l analogo limite imposto nel verde privato da reperire negli AT: la viabilità di accesso agli edifici e i parcheggi privati non possono superare il 15% della superficie complessiva Inserimento della possibilità di realizzare autorimesse in deroga nel tessuto degli edifici isolati Nel tessuto degli edifici isolati, disciplinato dall art. 18 del PdR, viene introdotta la possibilità di realizzazione di autorimesse in deroga, in analogia ad alcuni tessuti della città consolidata. Precisazione sugli interventi che consentono di modificare la sagoma in alcuni tessuti della città storica In alcuni tessuti della città storica sono consentiti interventi che permettono di modificare la sagoma degli edifici eventualmente anche in altezza; tali modifiche devono naturalmente essere effettuate, come le norme stesse specificano, nel rispetto delle caratteristiche del contesto urbano in relazione alle altezze, allineamenti e linee di gronda. Integrazione dell art. 26 Edifici o complessi a corte e palazzi post XX secolo Si ritiene opportuno effettuare un adeguamento ai contenuti della convenzione urbanistica vigente della disciplina dell area localizzata in via XX Settembre 28/32 angolo vicolo del seminario. L adeguamento consiste nell integrazione della disciplina a cui è sottoposta l area con la possibilità di insediamento di una media struttura di vendita con superficie di vendita non superiore a mq. Integrazione dell art relativo all elenco dei tessuti della città consolidata L elenco deve essere integrato con il tessuto aperto a bassa densità e con il nuovo tessuto rado Modifica all art. 34 relativo al tessuto ad impianto unitario Viene modificato l art. 34 tessuto ad impianto unitario con l introduzione della possibilità di ampliamento della Sul entro il limite del 20% dell esistente e nel rispetto delle altezze esistenti. Modifiche all art. 46 relativo alle zone agricole Viene effettuata una modifica all art. 46 al fine di consentire la realizzazione di recinzioni di aree occupate da edifici Modifica alle modalità di applicazione dell ampliamento una tantum 54

55 Si definisce ampliamento una tantum la realizzazione per una sola volta (naturalmente ove ciò sia consentito dalla norma del PdR), di SUL oltre l indice di edificabilità fondiaria EF di copertura IC. Si ritiene opportuno quindi, al fine di non consentire il superamento dell indice edificabilità fondiaria EF e di copertura IC nel caso in cui ciò sia stato già assentito in attuazione del PRG, di modificare l art. 55 delle NA del PdR. Integrazione art. 56 relativo alle norme si equivalenza per le zone omogenee Deve essere inserito nelle zone C l Ambito di trasformazione strategica Corso Novara e Cascinetta della Croce; viene poi effettuata una correzione nella definizione degli AT per medie strutture di vendita; viene infine completato con l inserimento nelle zone B del nuovo tessuto rado. Modifiche all art. 60 relativo alle attività commerciali e produttive esistenti alla data di adozione del piano Il Piano salvaguarda (art. 60 del PdR) il diritto degli operatori nel settore commerciale e produttivo a proseguire l attività già insediata alla data del (adozione del PGT), anche nel caso in cui questa sia collocata in un tessuto urbano nel quale non è consentito l insediamento di funzioni commerciali o produttive. 9.3 MODIFICHE ALLE NORME TECNICHE DEL PIANO DEI SERVIZI Modifiche all art. 22 relativo alle fasce di ambientazione stradale L articolo relativo alle fasce di ambientazione stradale viene integrato al fine di rendere compatibile con tale zona del PdS l eventuale tracciato viabilistico che dovesse subire qualche modifica nella fase di progetto esecutivo: pertanto viene ammesso in sede di progettazione delle singole opere lo spostamento nelle fasce di ambientazione stradale, dei tracciati. Modifiche all art. 23 relativo alle aree per infrastrutture tecnologiche Al fine di definire un parametro quantitativo relativo agli interventi consentiti nelle aree per infrastrutture si ritiene opportuno integrare l art. 23 infrastrutture tecnologiche del PdS con l iserimento dell indice di edificabilità fondiaria, non definito nella norma vigente. Inserimento dell altezza massima in alcuni articoli del PdS In alcuni articoli del PdS viene indicato l indice di edificabilità fondiaria ma non l altezza massima consentita; si ritiene pertanto opportuno completare tali articoli come indicato nell elaborato 2 artt. 11, 12, 14, 23 del PdS. QUANTIFICAZIONE E DIMENSIONAMENTO La variante non comporta un aumento del carico insediativo e non comporta ulteriore consumo di suolo agricolo: le modifiche sono di norma relative a tessuti urbani o ambiti di trasformazione già edificabili o edificati nel PGT vigente. Alcune attribuzioni di nuovi tessuti urbani residenziali effettuate in seguito ad accoglimento di istanze, derivano dal riconoscimento di edifici residenziali esistenti, quindi non comportano aumento di superficie utile lorda relativa a funzioni residenziali; gli stralci di aree dagli Ambiti di trasformazione non comportano incremento di superficie utile lorda residenziale poiché alle aree stralciate sono stati attribuiti gli stessi indici di edificabilità dell At di provenienza; in alcuni casi alle aree stralciate è stata attribuita la destinazione agricola o a verde privato; ne deriva che il saldo complessivo della variazione di Sul residenziale risulta negativo (circa mq di Sul per funzioni residenziali in meno, corrispondente a 97 abitanti teorici in meno). 55

56 Poiché all attuazione degli At è connessa la cessione al Comune delle aree per verde ed attrezzature pubbliche, gli stralci di hanno comportato di conseguenza una riduzione della dotazione di aree per servizi prevista dal PGT, di circa mq: la dotazione complessiva (definita dalla quota di mq per servizi prevista dal PGT in rapporto al numero di abitanti teorici) viene quindi lievemente modificata (da 32, 9 mq/ab a 32,5 mq/ab). Occorre inoltre segnalare che mq di superficie per funzioni di tipo misto (nei nostri conteggi attribuite all incremento di funzioni residenziali) sono sottoposti a PL e quindi con proprie dotazioni di aree per servizi; la dotazione complessiva quindi risulterebbe lievemente sottostimata. Le nuove aree per funzioni commerciali con possibilità di realizzazione di media struttura individuate dalla variante, sono tutte sottoposte all approvazione di un piano attuativo (disciplina individuata dal nuovo articolo del PdR o, relativamente all area di mq di proprietà della società di cartolarizzazione Vigevano Futura già facente parte di At per insediamenti integrati, disciplina individuata dalla schedanorma degli At per medie strutture di vendita). La disciplina dei nuovi articoli del PdR 31bis Zone speciali ad alta densità e 35bis Aree per attività dismesse consente un insieme di funzioni tra cui anche la media struttura. La diminuzione delle aree industriali, nonostante i criteri adottati nella variante per le valutazioni delle istanze relative all insediamento e potenziamento delle attività produttive, (volti ad incentivare il potenziamento delle attività), deriva dall individuazione di nuovi tessuti urbani nelle aree dismesse ancora classificate come industriali nel vigente PGT; una quota consistente ( mq) è costituita dalla ex Berflex in località frazione Morsella. 56

57 Diminuzione ST o Sf per funzioni produttive - mq Nuova Sf per funzioni commerciali (riconoscimento attività esistenti) art. 36 PdR mq Nuova St per funzioni commerciali sottoposta a PL (art PdR e At) mq Destinazioni miste con possibilità di insediamento media struttura di vendita (art. 31 bis e 35 bis) mq Nuova Sf agricola o a verde privato mq Figura 5.1 Individuazione aree di variante su DdP variato Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT Tav. 11.1b dicembre

58 Figura 5.2 Individuazione aree di variante su PdR variato Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT Tav. 11.2a dicembre

59 Figura 5.3 Individuazione aree di variante su PdS variato Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT Tav. 11.3a dicembre

60 5.1 Le pressioni potenziali indotte dal PGT su rete Natura 2000 Le pressioni potenziali che il PGT potrebbe indurre sui SIC e ZPS possono essere sintetizzate nelle seguenti: modifica della struttura ecosistemica con conseguenze sugli habitat importanti per le specie di interesse; modifica delle relazioni ecosistemiche di sistema che concorrono alla buona funzionalità dei siti. Nelle figure seguenti sono rappresentati il sistema di Rete Natura 2000, della Rete Ecologica Regionale, della Rete Ecologica Provinciale ed il sistema della Rete Ecologica Comunale. Il territorio del comune di Vigevano è interessato dalla presenza dei seguenti siti appartenenti alla Rete Natura 2000: SIC IT Basso corso e sponde del Ticino ; SIC IT Garzaia della Cascina Portalupa ; ZPS IT Boschi del Ticino. Figura 5.4 Rapporto tra il territorio comunale e Rete Natura 2000 SIC Basso corso e sponde del Ticino SIC Garzaia della Cascina Portalupa ZPS Boschi del Ticino Fonte: dati Regione Lombardia 60

61 6 IL RAPPORTO TRA TERRITORIO COMUNALE E RETE NATURA ZPS Boschi del Ticino e SIC Basso corso e sponde del Ticino La porzione orientale del territorio comunale di Vigevano è interessata dalla presenza della ZPS IT Boschi del Ticino e del SIC IT Basso Corso e Sponde del Ticino che ad esso in parte si sovrappone. La ZPS Boschi del Ticino si estende da Sesto Calende alla confluenza tra Ticino e Po, lungo un area larga da poche decine di metri ad alcuni chilometri che affianca i 110 km di corso del fiume compresi tra il Lago Maggiore e la sua immissione nel Po, e comprende zone caratterizzate da una discreta eterogeneità climatica e geo-morfologica oltre che da un buon livello di biodiversità. Il SIC Basso Corso e Sponde del Ticino si estende in provincia di Pavia, lungo il corso del fiume Ticino, dal comune di Cassolnovo, fino al ponte dell autostrada A7 Milano-Genova, in località Bereguardo. Dal punto di vista geologico, il territorio in oggetto è caratterizzato da depositi fluviali incoerenti più o meno recenti, con disposizione sub-orizzontale e con alternanze di frequenza variabile, sia in senso verticale che orizzontale, di ghiaie e sabbie (permeabili) e limi e argille (impermeabili). Nel territorio della Valle del Ticino, il fiume scorre con numerosi meandri, che ne allungano il percorso di 20 km rispetto alla distanza in linea d'aria tra Sesto Calende e il punto di confluenza nel Po. La loro presenza, oltre a rallentare la velocità media del corso d'acqua, spiega la notevole ampiezza del fondovalle, rispetto al quale l'asta fluviale è raramente in posizione centrale: tra Sesto Calende e Turbigo è in posizione variabile, tra quest'ultima località e Vigevano si colloca più vicina alla scarpata del terrazzo di destra, mentre è prossima a quella sinistra tra Vigevano e Pavia. Se, ad un primo sguardo, il fondovalle può essere considerato come un'unica superficie piana e sub-orizzontale, ad un esame più dettagliato si rileva la presenza di altre scarpate minori, delimitanti altrettanti ripiani terrazzati. Nel tratto che interessa il SIC, il corso principale del Ticino è quello di un tipico corso d'acqua a meandri. In particolare, all altezza di Vigevano, dove la larghezza dell alveo raggiunge il chilometro, è composto in generale da uno o più rami principali con isole di sabbia e ghiaia che creano diramazioni e canali, estremamente variabili per dimensioni e portata. Questa tendenza del fiume a cambiare spesso il suo corso, porta alla formazione, a lato del corso principale, di numerose lanche, prodotto dell evoluzione degli antichi meandri. Le vecchie lanche tendono ad interrarsi a causa dei sedimenti che si depositano nel corso delle piene, diventando terreno fertile per la vegetazione palustre, che, inevitabilmente, ostruisce e colma i fondali. Nel SIC, nonostante gli interventi di contenimento delle sponde con pietre e blocchi in cemento e la costruzione di argini artificiali che, di fatto, ne limitano formazione, sono presenti lanche a vari stadi evolutivi, che costituiscono una grande ricchezza di ambienti e un contributo indispensabile alla biodiversità dell area. Habitat La Regione Lombardia non ha prodotto una cartografia degli Habitat di interesse comunitario presenti all interno delle Zone di Protezione Speciale, a differenza di quanto fatto per i Siti di Interesse Comunitario. Nella Zona di Protezione Speciale Boschi del Ticino sono presenti numerosi Habitat d interesse comunitario, di cui due di importanza prioritaria (*), di seguito elencati e descritti. In grigio sono evidenziati gli habitat riportati anche nel formulario standard del SIC IT Basso corso e sponde del Ticino. Tabella 6.1 Habitat d interesse comunitario presenti Cod. Descrizione 3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto- Nanojuncetea 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition 3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion 61

62 3270 Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p Lande secche europee 6110* Formazioni erbose di detriti calcarei dell'alysso-sedion albi 6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco Brometalia) (*con notevole foritura di orchidee) 6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 8230 Rocce silicee con vegetazione pioniera del Sedo-Scleranthion o del Sedo albi-veronicion-dillenii 9160 Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'europa centrale del Carpinion betuli 9190 Vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) 91F0 Foreste miste riaparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris) I Formulari standard del SIC e della ZPS, aggiornati al 2008, forniscono alcune valutazioni per gli Habitat presenti, attribuendo ad essi: un grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito: - A: rappresentatività eccellente; - B: buona rappresentatività; - C: rappresentatività significativa; - D: presenza non significativa un grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino: - A: conservazione eccellente; - B: buona conservazione; - C: conservazione media o ridotta una valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale in questione: - A: valore eccellente; - B: valore buono; - C: valore significativo. Tabella Valutazione degli Habitat presenti Codice Rappresentatività Grado di Conservazione Valutazione globale 3130 B B B 3150 B B B 3260 B B B 3270 C B B 4030 C/B C/B C/B 6110 B B B 6210 B B B 6220 B B B 6430 B B B 8230 B B B 9160 B B B 9190 B B B 91F0 A/B B B 62

63 91E0* B B B Tra gli habitat non segnalati dalla direttiva 92/43/CEE ma indicati dalla Regione Lombardia come Habitat Corine di particolare rilevanza naturalistica, sono state rilevate le seguenti tipologie: Comunità idrofile ancorate sul fondo a foglie larghe a Nymphaea alba, Nuphar lutea Vegetazione erbacea a grandi carici. Questa tipologia di vegetazione si trova a tratti lungo i corsi d acqua e/o in piccole radure che si aprono sia nelle aree ad ontaneto, sia in quella a saliceto arbustivo. La relazione relativa al monitoraggio effettuato nel 2003, inoltre, riporta la presenza della tipologia Formazioni igrofile a Salix cinerea (codice C). Il formulario più recente, aggiornato all ottobre 2012, non riporta la presenza dell habitat 6110 (Formazioni erbose di detriti calcarei dell Alysso-Sedion albi, e riporta invece la presenza dell habitat 2330 (Praterie aperte a Corynephorus e Agrostis su dossi sabbiosi interni), con rappresentatività, grado di conservazione e valutazione globale buone. Figura Habitat di interesse comunitario presenti nel SIC Basso corso e sponde del Ticino 63

64 Fonte: Dati Regione Lombardia Aspetti Floristico-Vegetazionali All interno della ZPS Boschi del Ticino sono state censite 2 specie vegetali di importanza comunitaria, mentre nel SIC Basso corso e sponde del Ticino è stata segnalata la presenza di una specie di importanza comunitaria (in azzurro): Tabella Piante elencate nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie 1670 Myosotis rehsteineri Wartm 4096 Gladiolus palustris 1415 Isoetes malinverniana All interno del SIC Basso corso e sponde del Ticino, il monitoraggio effettuato nel 2004 ha portato all individuazione di alcune specie floristiche significative comprese nella Lista Mariotti (Mariotti & Margiocco 2002). Tra queste: Anemone nemorosa L., Armeria plantaginea (All.) Willd., Butomus umbellatus L., Carex riparia Curtis, Ceratophyllum demersum L., Convallaria majalis L., Dianthus armeria L., Erythronium dens-canis L., Galanthus nivalis L., Ilex aquifolium L., Iris pseudacorus L., Iris sibirica L., Leucojum aestivum L., Leucojum vernum L., Nuphar lutea (L.) S. et S., Nymphaea alba L. subsp. alba, Oenanthe aquatica (L.) Poiret, Osmunda regalis L., Potamogeton nodosus Poiret, Rorippa amphibia (L.) Besser, Rumex hydrolapathum Hudson, Ruscus aculeatus L., Schoenoplectus lacustris (L.) Palla, Sparganium erectum L., Thelypteris palustris Schott, Typha latifolia L., Vallisneria spiralis L.. Aspetti Faunistici Grazie all estensione dell area protetta e alla sua collocazione geografica, il SIC Basso Corso e Sponde del Ticino ospita abitualmente un elevato numero di specie animali. Il sito è caratterizzato dalla presenza di habitat di elevata qualità, rilevante significato naturalistico e grande varietà, cui corrispondono specie e popolamenti faunistici e floristici altrettanto ricchi, ben differenziati ed estremamente significativi da un punto di vista naturalistico e delle priorità di conservazione. 64

65 Invertebrati Il formulario della ZPS Boschi del Ticino riporta diverse specie invertebrate rientranti nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, elencate nella tabella seguente. In grigio sono evidenziate le specie riportate anche nel formulario standard del SIC Basso corso e sponde del Ticino. Tabella Invertebrati elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie 1016 Vertigo moulinsiana 1037 Ophiogomphus cecilia 1041 Oxygastra curtisii 1060 Lycaena dispar 1065 Euphydryas aurinia 1071 Coenonympha oedippus 1082 Graphoderus bilineatus 1083 Lucanus cervus 1084 Osmoderma eremita 1088 Cerambyx cerdo 1092 Austropotamobius pallipes Il territorio in esame è caratterizzato da una grande ricchezza di specie di coleotteri. Tra esse, alcune entità molto interessanti come il cervo volante (Lucanus cervus), segnalato nei boschi nei pressi di Vigevano, e Cerambyx cerdo, i cui cicli biologici dipendono dalla presenza di esemplari di querce di grandi dimensioni; la loro conservazione è minacciata dalla scomparsa e dalla frammentazione dei querceti, nonché dalla rimozione del legno morto da parte dell uomo. Per quanto riguarda i lepidotteri, negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo declino di molte specie a livello europeo; fortunatamente, nel territorio del Parco del Ticino si sono conservati microambienti che consentono ancora la sopravvivenza di specie pregiate di farfalle (Furlanetto 2002). Tra queste, la licena delle paludi (Lycaena dispar), lepidottero appartenente strettamente legato alla presenza di ambienti umidi e minacciato in tutto l'areale di distribuzione, sebbene protetto in vari paesi d'europa, a causa della consistente riduzione dell habitat e della scorretta gestione dei canneti e delle rive dei canali, che impedisce la crescita di Rumex spp., la pianta nutrice di questa specie. Tra gli odonati, spicca la presenza di Ophiogomphus cecilia: specie di notevole interesse faunistico, nota con certezza in poche località italiane (Furlanetto 2002), questa specie ha subito negli anni una certa rarefazione a causa del peggioramento della qualità delle acque e dei cambiamenti ambientali. Erpetofauna Il formulario della ZPS Boschi del Ticino riporta alcune specie di rettili e anfibi rientranti nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, elencate nella tabella seguente. In grigio sono evidenziate le specie riportate anche nel formulario standard del SIC Basso corso e sponde del Ticino. Tabella Anfibi e Rettili elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie Nome comune 1167 Triturus carnifex Tritone crestato 1199 Pelobates fuscus insubricus Pelobate fosco padano 1215 Rana latastei Rana di Lataste 1220 Emys orbicularis Testuggine palustre 65

66 Nei confini del SIC sono presenti due specie di anfibi inserite nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE: la rana di Lataste (Rana latastei) e il tritone crestato (Triturus carnifex). L erpetofauna del SIC Basso Corso e Sponde del Ticino è arricchita dalla presenza della testuggine palustre (Emys orbicularis), specie rara ed elusiva, che frequenta i canali con acque lente e abbondante vegetazione lungo le rive, le lanche e gli stagni (Barbieri & Gentilli 2002). La sua presenza, molto discontinua, è minacciata, oltre che dalla scomparsa dell habitat idoneo, anche dalla competizione con Trachemys spp., frequentemente liberata nelle acque del SIC. L area in cui la specie è stata segnalata in anni recenti è localizzata nei pressi della lanca della Zelata (Scali & Gentilli 2003). Si segnala, inoltre, che in una ricerca promossa dal Parco del Ticino (Scali & Gentilli 2003) è stata individuata una serie di siti idonei per questa specie, alcuni dei quali ricadenti all interno del territorio del sito: uno di essi è compreso nel territorio comunale di Vigevano, in prossimità del Ponte ed in località Buccella. Avifauna Di seguito sono elencate le specie riportate nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE relativamente alla ZPS Boschi del Ticino. In grigio sono riportate le specie riportate anche nel formulario standard del SIC Basso corso e sponde del Ticino e, in azzurro, quelle segnalate solo per l area di quest ultimo SIC. Tabella Uccelli elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Nome comune A001 Gavia stellata Strolaga minore A002 Gavia arctica Strolaga mezzana A003 Gavia immer Strolaga maggiore A021 Botaurus stellaris Tarabuso A022 Ixobrychus minutus Tarabusino A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A024 Ardeola ralloides Sgarza ciufetto A026 Egretta garzetta Garzetta A027 Egretta alba Airone bianco A029 Ardea purpurea Airone rosso A030 Ciconia nigra Cicogna nera A031 Ciconia ciconia Cicogna bianca A034 Platalea leucorodia Spatola A060 Aythya nyroca Moretta tabaccata A072 Pernis apivorus Falco pecchiaiolo A073 Milvus migrans Nibbio bruno A074 Milvus milvus Nibbio reale A081 Circus aeruginosus Falco di palude A082 Circus cyaneus Albanella reale A084 Circus pygargus Albanella minore A090 Aquila clanga Aquila anatraia maggiore A094 Pandion haliaetus Falco pescatore A097 Falco vespertinus Falco cuculo A098 Falco columbarius Smeriglio A103 Falco peregrinus Falco pellegrino A119 Porzana porzana Voltolino A120 Porzana parva Schiribilla A121 Porzana pusilla Schiribilla grigiata 66

67 A127 Grus grus Gru cenerina A131 Himantopus himantopus Cavaliere d Italia A140 Pluvialis apricaria Piviere dorato A151 Philomachus pugnax Combattente A154 Gallinago media Croccolone A166 Tringa glareola Piro piro boschereccio A177 Larus minutus Gabbianello A193 Sterna hirundo Sterna A195 Sterna albifrons Fraticello A196 Chlidonias hybridus Mignattino piombato A197 Chlidonias niger Mignattino A224 Caprimulgus europaeus Succiacapre A222 Asio flammeus Gufo di palude A229 Alcedo atthis Martin pescatore A231 Coracias garrulus Ghiandaia marina A338 Lanius collurio Averla piccola A243 Calandrella brachydactyla Calandrella A246 Lullula arborea Tottavilla A255 Anthus campestris Calandro A321 Ficedula albicollis Balia dal collare A338 Lanius collurio Averla piccola A379 Emberiza hortulana Ortolano Tabella Uccelli migratori abituali non elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Cod. Specie A004 Tachybaptus ruficollis A261 Motacilla cinerea A017 Phalacrocorax carbo A262 Motacilla alba A025 Bubulcus ibis A264 Cinclus cinclus A028 Ardea cinerea A265 Troglodytes troglodytes A039 Anser fabalis A266 Prunella modularis A043 Anser anser A269 Erithacus rubecula A050 Anas penelope A270 Luscinia luscinia A051 Anas streptera A271 Luscinia megarhynchos A052 Anas crecca A273 Phoenicurus ochruros A054 Anas acuta A274 Phoenicurus phoenicurus A055 Anas querquerula A275 Saxicola rubetra A056 Anas clypeata A276 Saxicola torquata A059 Aythya ferina A283 Turdus merula A061 Aythya fuligula A284 Turdus pilaris A062 Aythya marila A285 Turdus philomelos A067 Bucephala clangula A286 Turdus iliacus A070 Mergus merganser A287 Turdus viscivorus A085 Accipiter gentilis A288 Cettia cetti A086 Accipiter nisus A289 Cisticola juncidis A087 Buteo buteo A290 Locustella naevia A096 Falco tinnunculus A292 Locustella luscinioides A099 Falco subbuteo A295 Acrocephalus schoenobaenus 67

68 A113 Coturnix coturnix A296 Acrocephalus palustris A115 Phasianus colchicus A297 Acrocephalus scirpaceus A118 Rallus aquaticus A298 Acrocephalus arundinaceus A123 Gallinula chloropus A299 Hippolais icterina A125 Fulica atra A300 Hippolais polyglotta A136 Charadrius dubius A304 Sylvia cantillans A137 Charadrius hiaticula A308 Sylvia curruca A141 Pluvialis squatarola A309 Sylvia communis A142 Vanellus vanellus A310 Sylvia borin A143 Calidris canutus A311 Sylvia atricapilla A145 Calidris minuta A313 Phylloscopus bonelli A146 Calidris temminckii A314 Phylloscopus sibilatrix A147 Calidris ferruginea A315 Phylloscopus collybita A149 Calidris alpina A316 Phylloscopus trochilus A152 Lymnocryptes minimus A317 Regulus regulus A153 Gallinago gallinago A318 Regulus ignicapillus A155 Scolopax rusticola A319 Muscicapa striata A156 Limosa limosa A322 Ficedula hypoleuca A158 Numenius phaeopus A323 Panurus biarmicus A160 Numenius arquata A324 Aegithalos caudatus A161 Tringa erythropus A325 Parus palustris A162 Tringa totanus A327 Parus cristatus A163 Tringa stagnatilis A328 Parus ater A164 Tringa nebularia A329 Parus caeruleus A165 Tringa ochropus A330 Parus major A168 Actitis hypoleucos A332 Sitta europaea A179 Larus ridibundus A333 Tichodroma muraria A182 Larus canus A335 Certhia brachydactyla A183 Larus fuscus A336 Remiz pendulinus A198 Chlidonias leucopterus A337 Oriolus oriolus A207 Columba oenas A340 Lanius excubitor A208 Columba palumbus A341 Lanius senator A209 Streptopelia decaocto A342 Garrulus glandarius A210 Streptopelia turtur A343 Pica pica A212 Cuculus canorus A347 Corvus monedula A213 Tyto alba A348 Corvus frugilegus A214 Otus scops A349 Corvus corone A218 Athene noctua A351 Sturnus vulgaris A219 Strix aluco A354 Passer domesticus A221 Asio otus A356 Passer montanus A226 Apus apus A359 Fringilla coelebs A228 Apus melba A360 Fringilla montifringilla A230 Merops apiaster A361 Serinus serinus A232 Upupa epops A363 Carduelis chloris A233 Jynx torquilla A364 Carduelis carduelis A235 Picus viridis A365 Carduelis spinus A237 Dendrocopos major A366 Carduelis cannabina A240 Dendrocopos minor A369 Loxia curvirostra A244 Galerida cristata A372 Pyrrhula pyrrhula A247 Alauda arvensis A373 Coccothraustes coccothraustes 68

69 A249 Riparia riparia A376 Emberiza citrinella A251 Hirundo rustica A377 Emberiza cirlus A253 Delichon urbica A378 Emberiza cia A256 Anthus trivialis A381 Emberiza schoeniclus A257 Anthus pratensis A383 Miliaria calandra A259 Anthus spinoletta A459 Larus cachinnans A260 Motacilla flava All interno dei confini del SIC Basso corso e sponde del Ticino sorge una delle garzaie storiche della Valle del Ticino: in località Zelata è presente, da ormai più di settant anni, una ricca colonia con circa mille nidi di airone cenerino (Ardea cinerea). Accanto a questo airone, all interno del SIC si trovano altre specie legate agli ambienti umidi, tra cui la nitticora (Nycticorax nycticorax), la garzetta (Egretta garzetta), la sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e l airone rosso (Ardea purpurea). Interessante è la presenza del tarabusino (Ixobrychus minutus), nidificante nel SIC, la cui presenza richiederebbe il mantenimento dei canneti e della vegetazione erbaceo arbustiva, oltre che un controllo dei livelli e della qualità delle acque frequentate (Gariboldi 2001). Il martin pescatore (Alcedo atthis) e il falco di palude (Circus aeruginosus) sono specie sedentarie e quindi presenti in tutte le stagioni all interno dei confini del sito, dove frequentano sia gli ambienti umidi di lanca e canneto che il corso principale del fiume. Il martin pescatore è in diminuzione a causa della diminuita disponibilità di luoghi idonei alla nidificazione e dell inquinamento delle acque che condiziona la disponibilità di cibo (Gariboldi 2001). La conservazione degli ambienti secchi con cespugli e alberi radi permetterebbe, invece, la nidificazione del succiacapre (Caprimulgus europaeus), la cui popolazione italiana ha mostrato un netto decremento negli ultimi decenni (Tucker & Heath 1994), a causa del deterioramento degli habitat e dell uso massiccio di pesticidi in agricoltura. La sua presenza nell area è legata in particolare alla composizione ambientale degli ambienti che frequenta e alla loro tranquillità, condizione indispensabile per la nidificazione. Considerazione analoga vale anche per l averla piccola (Lanius collurio), che risente in particolare della banalizzazione degli ambienti agricoli e della riduzione delle aree cespugliate (Gariboldi 2001). La presenza dell aquila anatraia maggiore (Aquila clanga), del nibbio bruno (Milvus migrans), del falco pellegrino (Falco peregrinus) e del falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) è minacciata dall eccessiva pressione dei bracconieri. In particolare, il declino del nibbio bruno, un tempo molto comune, potrebbe essere anche legato alla diminuzione di boschi maturi in prossimità dei corsi d acqua (Gariboldi 2001). L eccessivo disturbo antropico e le fluttuazioni del livello del fiume sembrano, invece, essere la causa della drastica diminuzione delle popolazioni di fraticello (Sterna albifrons) e sterna (Sterna hirundo). Unica tra le specie di passo, merita un attenzione particolare la moretta tabaccata (Aythya nyroca), anatra tuffatrice la cui conservazione è minacciata dal suo status di specie cacciabile. Specie di notevole importanza conservazionistica e di recente segnalazione è, infine, la tottavilla (Lullula arborea), specie legata ad ambienti ecotonali (siepi, filari e incolti) di cui è stata segnalata una popolazione di 30 individui, svernante nel territorio del SIC (Rubolini com. pers.). Mammiferi I Chirotteri in Italia sono completamente protetti addirittura dal 1939 per la loro utilità nel controllo degli insetti nocivi in agricoltura, fatto che pone l Italia all avanguardia rispetto agli altri paesi europei; tuttavia, la loro particolare biologia e lo scarso rispetto della legge hanno portato ad una drastica diminuzione delle popolazioni. A causa dell alterazione dell habitat, dell impiego di pesticidi e altre sostanze chimiche, della persecuzione diretta o involontaria (Fornasari et al 1997), delle 30 specie censite in Europa, ben 8 rischiano l estinzione, 4 sono ritenute vulnerabili e 15 rare. Un importante passo avanti nella loro conservazione è stato l inserimento di 13 specie di microchirotteri nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE: tra queste compaiono anche le tre specie riportate nel formulario relativo al SIC Basso Corso e Sponde del Ticino. 69

70 Di seguito sono elencate le specie riportate nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE relativamente alla ZPS Boschi del Ticino. In grigio sono riportate le specie riportate anche nel formulario standard del SIC Basso corso e sponde del Ticino. Tabella Mammiferi elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie Nome comune 1303 Rhinolophus hipposideros Ferro di cavallo minore 1304 Rhinolophus ferrumequinum Ferro di cavallo maggiore 1305 Rhinolophus euryale Ferro di cavallo mediterraneo 1307 Myotis blythii Vespertilio minore 1308 Barbastella barbastellus Barbastello 1310 Miniopterus schreibersi Miniottero 1321 Myotis emarginatus Vespertilio smarginato 1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore Ittiofauna La fauna ittica della Lombardia è stata sottoposta, negli ultimi due secoli, a molteplici e importanti modificazioni causate soprattutto dal consistente aumento della pressione antropica (Razzetti et al. 2002). Particolarmente consistenti sono stati i fenomeni di introduzione di specie alloctone che hanno determinato una profonda trasformazione delle ittiocenosi originarie. Il notevole sviluppo del bacino del Po e la presenza di una rete idrica artificiale articolata ha, inoltre, facilitato la rapida diffusione delle specie esotiche. Di seguito sono elencate le specie riportate nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE relativamente alla ZPS Boschi del Ticino. In grigio sono riportate le specie riportate anche nel formulario standard del SIC Basso corso e sponde del Ticino. Tabella Pesci elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie Nome comune 1097 Lethenteron zanandreai Lampreda padana 1100 Acipenser naccarii Storione cobice 1101 Acipenser sturio Storione comune 1107 Salmo marmoratus Trota marmorata 1114 Rutilus pigus Pigo 1115 Chondrostoma genei Lasca 1131 Leuciscus souffia Vairone 1136 Rutilus rubilio Rovella 1137 Barbus plebejus Barbo comune 1138 Barbus meridionalis Barbo canino 1140 Chondrostoma soetta Savetta 1148 Sabanejewia larvata Cobite mascherato 1149 Cobites taenia Cobite comune 1163 Cottus gobio Scazzone Il cobite comune (Cobitis taenia) e la savetta (Chondrostoma soetta) prediligono la rete idrica secondaria collegata all asta fluviale, anche se per differenti motivi. L arrivo del cobite di stagno (Misgurnus anguillicaudatus), date le sue dimensioni, rappresenta un problema per le popolazioni autoctone di cobite comune, a cui si sta sostituendo; le popolazioni di savetta, invece, si mantengono in buona salute. Da 70

71 segnalare la presenza del cobite mascherato (Sabanejewia larvata), specie autoctona scarsamente diffusa e, quindi, decisamente interessante dal punto di vista faunistico, e della lampreda padana (Lethenteron zanandreai), ciclostomo raro nel tratto di fiume che interessa il SIC (Grimaldi et al. 1999). Alcune delle specie autoctone elencate nel formulario sono al momento comuni e non necessitano, dunque, di particolari azioni di conservazione: tra esse la lasca (Chondrostoma genei), il barbo comune (Barbus plebejus) e il vairone (Leuciscus souffia). Vulnerabilità La vulnerabilità del sito è, in parte, legata alle sue dimensioni e alla forma allungata del fiume, in questo tratto. Si segnala la necessità di regolamentare la frequentazione antropica (turismo, pesca, raccolta funghi); di monitorare i fenomeni di interramento di lanche e fontanili, predisponendo interventi di manutenzione per assicurare la loro conservazione; di contenere lo sviluppo di specie esotiche, non solo forestali, ma anche animali, quali per es. Myocastor coypus e varie specie di insetti alloctoni. Fondamentale il tema della qualità delle acque del fiume e della loro disponibilità (deflusso minimo vitale). L area della ZPS risente di un elevata pressione antropica, in particolare sotto forma di escursionismo, a causa del contesto geografico in cui si trova immersa, una delle aree a maggior densità di popolazione dell'intera Unione Europea. Considerando in particolare il SIC Basso corso e sponde del Ticino, appare come la vulnerabilità dell area sia in parte legata alle sue dimensioni e alla forma allungata e non compatta ma, soprattutto, alla sua posizione geografica all'interno di un'area fortemente antropizzata, su cui gravitano notevoli interessi di ordine soprattutto economico. Il territorio del SIC Basso Corso e Sponde del Ticino ricade interamente nella zona di Parco Naturale, in cui tutte le attività sono rivolte alla conservazione dell ambiente fluviale e perifluviale in ogni sua manifestazione. Di seguito riportiamo alcune considerazioni relative alle principali attività elencate nei formulari, evidenziando i possibili effetti negativi delle stesse sulla conservazione dell area protetta. Le acque del Ticino sono costantemente minacciate dagli scarichi di alcune aziende e dai reflui di alcuni impianti di depurazione mal funzionanti. Nel tratto di fiume interessato dal SIC, confluiscono gli scarichi del Depuratore Magentino, della Roggia Cerana - le cui acque si trovano normalmente in condizioni pessime - e dei depuratori di Abbiategrasso, Motta Visconti e Besate (Budassi et al. 2002). Contemporaneamente, il Canale Scolmatore di nord ovest si getta nel Ticino nel territorio comunale di Abbiategrasso (Milano) e, nel caso di piene eccezionali, scarica nel fiume le acque di pessima qualità provenienti dall Olona e dal Seveso, oltre ad essere spesso usato anche da aziende e privati per smaltire nel Ticino carichi inquinanti di ogni tipo. Il fiume è sottoposto a prelievi massicci di acqua, prevalentemente nel tratto settentrionale, con conseguenze gravi per la fauna, non solo ittica. La gestione e manutenzione dei canali irrigui influenza attivamente la distribuzione e l integrità delle fitocenosi Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batriachion (codice 3260), così come le variazioni del regime idrologico e l abbassamento della falda freatica minacciano le foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-padion, Alnion incanae, Salicion albae), habitat di rilevante valore ecologico e paesaggistico. Gli interventi di contenimento delle sponde e la costruzione di argini artificiali impediscono al fiume di cambiare continuamente il suo corso. Di conseguenza, se da un lato si limitano effetti erosivi dannosi alle attività umane, al tempo stesso si impedisce la nascita di nuove lanche e meandri. La mancanza di una gestione mirata rivolta alle lanche già esistenti ne determina la scomparsa: l accumulo di sedimenti lasciati dalle piene provoca l interramento delle lanche, che si trasformano in terreno fertile per la vegetazione palustre ostruendo e colmando i fondali. La caduta in disuso della marcita nelle pratiche agricole ha portato 71

72 anche al progressivo abbandono dei fontanili, che rischiano oggi di scomparire per mancanza di manutenzione. Sia all'interno del SIC che nelle zone confinanti, sono già presenti importanti infrastrutture viabilistiche (strada statale 494, autostrada A7 Milano-Genova, ferrovia Milano-Vigevano) che compromettono la funzionalità dell area come corridoio ecologico. La futura realizzazione di altre opere rappresenterà un importante fattore d'impatto sulle cenosi terrestri e acquatiche, sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio. L eccessiva e non regolamentata frequentazione antropica comporta conseguenze negative quali il disturbo alla fauna, il prelievo di specie vegetali protette e l abbandono di rifiuti. Inoltre, un eccessivo calpestio di escursionisti e ciclisti può danneggiare alcuni habitat, già naturalmente destinati ad evolvere verso formazioni forestali e, quindi, precari. L esercizio della pesca sportiva viene inserito nelle possibili minacce, a causa dei danni provocati dai ripopolamenti di specie geneticamente non controllate, messi in atto dalle associazioni dei pescatori e dall aumento del prelievo da parte dei pescatori dilettanti (Bogliani & Furlanetto 1995). L introduzione di specie alloctone, sia animali che vegetali, rappresenta sempre una minaccia per le popolazioni locali, spesso con conseguenze difficilmente prevedibili. Tra le specie presenti e quelle introdotte tende ad instaurarsi un fenomeno di compensazione e di adattamento reciproco, con conseguente insediamento della specie esotica e il restringimento delle nicchie ecologiche delle specie presenti (Razzetti et al. 2002). In molti casi, tuttavia, le specie introdotte entrano in competizione per le risorse o instaurano rapporti di preda-predatore che possono determinare l insuccesso della specie alloctona o il declino di una o più specie indigene. L eventuale ibridazione delle specie introdotte con quelle indigene, inoltre, può provocare un progressivo rimaneggiamento del patrimonio genetico autoctono, fino, talvolta, alla sua scomparsa (Razzetti et al. 2002). L introduzione di specie esotiche può causare anche la diffusione di nuovi agenti patogeni o la maggiore diffusione di patologie già esistenti. Le specie animali alloctone più invadenti presenti nel territorio del SIC sono Trachemys spp., nutria (Myocastor coypus), minilepre (Sylvilagus floridanus) e colino della Virginia (Colinus virginianus). L impiego di fitofarmaci, eribicidi e pesticidi influenza pesantemente le popolazioni di Anfibi (in particolare sono incompatibili con la presenza del Tritone crestato). Un effetto collaterale dello sfruttamento plurisecolare, comune a tutti i boschi planiziari, è la scomparsa del legno morto e delle vecchie piante senescenti. La conservazione del legno morto è accolta ancora oggi con diffidenza dai gestori forestali, che temono l innesco di infestazioni di funghi e di insetti nocivi, quando invece ospita rari microrganismi e contribuisce a mantenere la struttura e la fertilità del suolo (Bracco et al. 2001). 72

73 6.2 SIC Garzaia della Cascina Portalupa Lungo il confine occidentale del comune di Vigevano, sorge il SIC Garzaia di Portalupa, dall estensione totale di circa 5 ha. I terreni compresi all interno del sito si collocano alla quota media di 108 m s.l.m., in un area topograficamente ribassata rispetto alla pianura circostante e separata da essa da un salto di terrazzo su cui corre una strada secondaria. L area è posta in corrispondenza dei depositi alluvionali quaternari pleistocenici recenti e sorge su terreni debolmente alterati nella porzione superficiale e costituiti da sabbie più o meno limose. Il sito è sede di una garzaia in cui nidificano diverse specie di ardeidi (nitticora, garzetta e airone cenerino), ed è caratterizzato dalla presenza di habitat idro-igrofili che ospitano flora e fauna caratteristiche. I terreni compresi all interno del SIC si collocano in un area topograficamente ribassata rispetto alla pianura circostante, verosimilmente in corrispondenza di una zona di paleomeandreggiamento del Torrente Terdoppio, separata da essa da un salto di terrazzo su cui corre una strada secondaria. Il sito è costeggiato da un corso d acqua di origine sorgiva che nasce, all interno dei confini, da un fontanile parzialmente attivo che mostra marcati segni di interrimento. La risorgiva non presenta la classica forma del fontanile e non sono distinguibili testa ed asta. L elemento idrografico di maggior rilievo del territorio circostante è il torrente Terdoppio, il cui alveo si trova a poco più di 1 Km dal sito. La struttura geomorfologica e geolitologica condiziona l assetto idrogeologico dell area e, conseguentemente, l idrografia superficiale, determinando l affioramento al piano campagna delle acque sotterranee riferibili alla falda più superficiale. Tale fenomeno si verifica in corrispondenza della scarpata morfologica che coincide con la strada secondaria e che delimita il passaggio alle aree topograficamente più ribassate sopra citate. Qui si trovano numerosi settori caratterizzati da ristagni idrici superficiali dovuti al locale deflusso difficoltoso delle acque di precipitazione e/o affioranti in superficie. L oscillazione stagionale della prima falda è influenzata dalle condizioni meteoclimatiche e dalle irrigazioni operate all intorno. Habitat All interno del SIC Garzaia della Cascina Portalupa è presente un habitat di interesse comunitario di importanza prioritaria. Tabella Habitat di interesse comunitario nel SIC Garzaia della Cascina Portalupa Cod. Descrizione 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) Il Formulario standard, aggiornato al 2012, fornisce alcune valutazioni per l Habitat presente, attribuendo ad esso: un grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito: - A: rappresentatività eccellente; - B: buona rappresentatività; - C: rappresentatività significativa; - D: presenza non significativa un grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in questione e possibilità di ripristino: - A: conservazione eccellente; - B: buona conservazione; - C: conservazione media o ridotta 73

74 una valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale in questione: - A: valore eccellente; - B: valore buono; - C: valore significativo. Codice Tabella Valutazione degli Habitat presenti Rappresentatività Grado di Conservazione Valutazione globale 91E0* B B B Si tratta di alneti di falda ad ontano nero (Alnus glutinosa) della classe Alnetea Glutinosa che, pur avendo una collocazione fitosociologica differente rispetto a quella contemplata nella tipologia 91E0, rappresentano habitat molto importanti dal punto di vista naturalistico, soprattutto nel contesto intensamente antropizzato della pianura padana. L alneto si estende per poco più di 4 ha e riguarda circa l 80% del territorio del sito. Si tratta di un bosco coetaneo e monoplano risultato di un antica coltivazione a ceduo in cui è poco sviluppato lo strato arbustivo e sono assenti processi di rinnovamento naturale; entrambi questi aspetti sono dovuti ad una serie di fattori concomitanti, quali la copertura elevata, la concorrenza della vegetazione erbacea nitrofila, il terreno tendenzialmente asfittico. Oltre a quelli segnalati dalla direttiva 92/43/CEE, le attività di monitoraggio all interno del sito hanno rilevato la presenza di un altra tipologia vegetazionali indicata dalla Regione Lombardia tra gli habitat Corine di particolare rilevanza naturalistica: (Formazioni igrofile a Salix cinerea). Si tratta di piccoli nuclei a saliconi che si trovano inframmezzati all ontaneto. A ridosso dei confini, ma esterna ad essi, si colloca un area a saliconi di circa 0,3 ha potenzialmente idonea ad ospitare i nidi degli aironi. Un analoga macchia di quasi 2 ha è presente a circa 400 m dal sito. Si segnala, inoltre, che nel reticolo idrografico secondario esterno al SIC è presente in più punti una ricca vegetazione acquatica inquadrabile nell habitat 3260 (Vegetazione sommersa di ranuncoli dei fiumi submontani e delle pianure) e che le sponde sono in alcuni tratti caratterizzate da una fascia di vegetazione a grandi carici (habitat Corine 53.21). Figura 6.2 Habitat di interesse comunitario presenti nel SIC Garzaia della Cascina Portalupa Per la redazione del Piano di Gestione del SIC, nel 2010, sono stati implementati studi riguardanti la componente vegetazionale, realizzando ad hoc alcuni approfondimenti aventi la finalità di aggiornare, ove 74

75 necessario, quanto contenuto nelle schede del formulario standard e, quindi, la reale presenza delle specie e degli habitat rilevati, ma anche la loro attuale estensione e le possibili modificazioni che questi possono avere subito dall anno di istituzione del SIC. Le indagini di campo hanno confermato la presenza dell habitat presente nel formulario standard. I confini dell habitat 91E0* non sono variati dall estate 2003, anno in cui erano stati digitalizzati dagli esperti incaricati. Si conferma anche la composizione floristica dell alneta, che non sembra aver subito particolari variazioni. Si segnala solo una discreta presenza di robinia (Robinia pseudacacia) a nord della Cascina Portalupa, in corrispondenza dei confini del SIC; in quest area è presente una piccola striscia di vegetazione composta da numerosi individui maturi di robinia, che però non sembrano minacciare lo stato di conservazione dell habitat comunitario 91E0*. Appare invece un po più esteso (sempre rispetto all estate del 2003) l habitat Corine (Formazioni igrofile a Salix cinerea). Il nucleo di salici neri presenti a nord-ovest risulta più esteso verso la Cascina La Fontanella, in corrispondenza del lato stretto e lungo del SIC. L area a saliconi complessiva è quindi estesa 1,2 ha. Aspetti Floristico-Vegetazionali Il formulario relativo al SIC non riporta specie vegetali citate nell Allegato II della Direttiva 42/93/CEE. Tuttavia, dal punto di vista floristico, il sito si caratterizza per la presenza di una buona ricchezza di specie tipiche degli ambienti umidi, alcune delle quali tutelate a livello regionale o da convenzioni internazionali. In particolare, Sagittaria sagittifolia compare negli elenchi della Lista Rossa sia nazionale che regionale delle piante italiane, dove è indicata come specie in pericolo (EN). Durante i sopralluoghi del 2004 è stata rilevata anche la presenza di specie invasive, tra cui: robinia (Robinia pseudoacacia), ailanto (Ailanthus altissima), solidago (Solidago gigantea). Nella primavera ed estate del 2010, sono stati effettuati dei sopralluoghi al fine di incrementare le informazioni relative alla presenza di elementi di pregio botanico anche non direttamente tutelati dalla Direttiva Habitat. Nessuna specie elencata nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE è stata censita nel corso dei rilievi (sia del 2003 che del 2010). Nel Formulario Standard sono però elencate diverse specie vegetali importanti a livello nazionale e protette da diverse leggi. E stato effettuato dall Università degli studi di Pavia un rilievo Floristico, con il quale è stato possibile confermare la presenza di sette specie elencate nel Formulario Standard: Butomus umbellatus, Iris pseudacorus, Myosotis scorpioides, Sagittaria sagittifolia, Spirodela polyrrhiza, Thelypteris palustris e Thypa latifolia. Tutte le altre specie segnalate come presenti nel 2003 non sono, invece, state riscontrate nel SIC. Rispetto a tale anno sono state trovate anche Hypericum tetrapterum e Lotus pedunculatus, specie importanti almeno a livello regionale ed entrambe inserite nell allegato C2 della L.R. 10/2008. Non si esclude totalmente la presenza delle specie segnalate come presenti nel SIC nel 2003, dato che il periodo in cui si è svolta l indagine (estate 2010) non ne ha permesso l individuazione; andranno perciò eseguite ulteriori indagini di campo nel periodo maggiormente favorevole alla loro identificazione. Tra le specie esotiche si annoverano: Amaranthus powellii S. Watson, Amaranthus retroflexus L., Ambrosia artemisiifolia L, Artemisia verlotiorum Lamotte, Commelina communis L., Cyperus microiria Steud., Eleusine indica (L.) Gaertn. subsp. Indica, Erigeron annuus (L.) Desf., Erigeron canadensis L., Erigeron sumatrensis Retz., Galinsoga quadriradiata Ruiz & Pav., Heteranthera reniformis Ruiz & Pav., Oxalis stricta L., Phytolacca americana L., Populus x canadensis Moench, Reynoutria japonica Houtt., Robinia pseudoacacia L., Solidago gigantea Aiton, Vitis berlandieri Planch. x Vitis riparia Michx. Aspetti Faunistici Il sito, di estensione estremamente limitata, è sede di una garzaia in cui nidificano diverse specie di ardeidi ed è caratterizzato dalla presenza di habitat idro-igrofili che ospitano flora e fauna caratteristiche. Il SIC era stato individuato quale biotopo di rilevante interesse faunistico già nel 1976, quando vi fu descritta per la prima volta una garzaia che ospitava cospicue popolazioni di Ardeidi arboricoli coloniali (Fasola et al., 1981). Negli anni successivi i censimenti hanno confermato il valore naturalistico dell area, sia 75

76 a livello nazionale che di Paleartico occidentale (Fasola et al., 1981). Nell ambito dei monitoraggi eseguiti con regolarità negli ultimi 32 anni, è stato possibile evidenziare le dinamiche delle popolazioni nidificanti e la comparsa di nuove specie. Le specie che nidificano nella Garzaia della Cascina Portalupa sono le seguenti: Nitticora (Nycticorax nycticorax): migratore regolare, nidificante, svernante parziale (nidificante nel SIC dal 1991) Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides): migratore regolare, nidificante (nidificante nel SIC dal 1995) Airone guardabuoi (Bubulcus ibis): migratore irregolare, nidificante, svernante (nidificante nel SIC dal 1976) Garzetta (Egretta garzetta): migratore regolare, nidificante, svernante parziale (nidificante nel SIC dal 1976) Airone cenerino (Ardea cinerea): migratore regolare, nidificante, svernante (nidificante nel SIC dal 1991) Invertebrati Il formulario standard del SIC Garzaia della Cascina Portalupa, aggiornato al 2007, riporta un unica specie invertebrata rientrante nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE: Lycaena dispar (Hartwoth 1803). Questo lepidottero, inserito anche nell allegato IV della Direttiva, un tempo comune nelle zone umide, è ora minacciato dalla scomparsa o rarefazione dell habitat e dalla progressiva scomparsa delle piante nutrici appartenenti ai generi Rumex e Polygonum. La popolazione censita risulta numericamente esigua: la specie necessita, quindi, di un costante monitoraggio e di adeguate misure di conservazione. Canali irrigui e marcite, che sono risultati essere gli habitat più idonei ad ospitare questa farfalla, meritano, pertanto, un attenzione particolare nella gestione del territorio. L attività di monitoraggio effettuata nel 2004, ha evidenziato anche la presenza di due specie elencate nell allegato IV della Direttiva 92/43/CEE: Maculinea arion e Zerynthia polyxena. Tabella Invertebrati elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie 1060 Lycaena dispar Erpetofauna Il formulario relativo al SIC non segnala la presenza di anfibi e rettili compresi nell Allegato II della Direttiva Habitat. I dati relativi al monitoraggio del 2004 hanno evidenziato, tuttavia, la presenza della rana di Lataste (Rana latastei), specie endemica padana originaria dei boschi umidi planiziali con distribuzione in genere molto localizzata ma ancora comune nel Parco del Ticino. Tra le altre specie importanti, infine, sono state censite la rana verde (Rana synklepton esculenta), il biacco (Coluber viridiflavus), il colubro di Esculapio (Elaphe longissima), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la biscia dal collare (Natrix natrix) e la lucertola muraiola (Podarcis muralis). Il Piano di Gestione del SIC, rileva la presenza di: Triturus carnifex (All. II Direttiva Habitat) Hyla meridionalis (All. D Direttiva Habitat) Rana lessonae (All. D Direttiva Habitat) Lacerta bilineta (All. D Direttiva Habitat) Podarcis muralis (All. D Direttiva Habitat) Hierophis viridiflavus (All. D Direttiva Habitat) Elaphe longissima (All. D Direttiva Habitat) 76

77 Avifauna I dati contenuti nel formulario standard del SIC e i risultati dei censimenti hanno evidenziato la presenza nell area di 31 specie di uccelli, di cui 3 citate dall Allegato I della Direttiva 79/409/CEE. In generale, il sito ospita una comunità ornitica tipica delle formazioni vegetali presenti, con una ricchezza specifica e numerica che è indice di un buon stato di conservazione dell area e del limitato disturbo a cui è soggetta. Tabella Uccelli elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Nome comune A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A026 Egretta garzetta Garzetta A229 Alcedo atthis Martin pescatore Tabella Uccelli migratori abituali non elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Cod. Specie A025 Bubulcus ibis A283 Turdus merula A028 Ardea cinerea A288 Cettia cetti A052 Anas crecca A296 Acrocephalus palustris A087 Buteo buteo A311 Sylvia atricapilla A123 Gallinula chloropus A315 Phylloscopus collybita A155 Scolopax rusticola A317 Regulus regulus A208 Columba palumbus A324 Aegithalos caudatus A210 Streptopelia turtur A329 Parus caeruleus A221 Asio otus A330 Parus major A235 Picus viridis A349 Corvus corone A237 Dendrocopos major A351 Sturnus vulgaris A265 Troglodytes troglodytes A356 Passer montanus A269 Erithacus rubecula A359 Fringilla coelebs A271 Luscinia megarhynchos L area ospita una colonia polispecifica di ardeidi ove nidificano 3 specie di cui 2, nitticora (Nycticorax nycticorax), garzetta (Egretta garzetta), citate nell allegato I della Direttiva 79/409/CEE. La terza specie è l airone cenerino (Ardea cinerea). La colonia è censita dal 1973, ma era probabilmente presente anche in precedenza. E stata occupata in maniera continuativa, se pur con forti fluttuazioni, sia dalla nitticora che dalla garzetta; l airone cenerino è comparso, invece, con 4 coppie nel 1996 ed ha progressivamente consolidato la sua presenza. La popolazione di nitticora, dopo un lento ma costante calo a partire dall inizio degli anni 90, negli ultimi 4 anni sembra aver arrestato questa tendenza e ora è presente con un numero di coppie variabile tra 90 e 135. Per quanto riguarda, invece, la garzetta, il trend generale sembra indicare, dalla metà degli anni 90, un calo se pur non costante ed abbastanza contenuto. Negli ultimi 5 anni nella colonia ha nidificato un numero di coppie variabile tra 250 e 360. Tra le cause di questo andamento potrebbero esserci da una parte il fatto che la vegetazione utilizzata dalla colonia sta invecchiando ed evolvendo verso forme meno idonee, dall altra il fatto che l estensione delle aree a salicone è limitata e sottodimensionata rispetto a quanto previsto dal modello di gestione delle colonie di aironi messo a punto per la Lombardia. Per entrambe le specie i dati a disposizione per il SIC rispecchiano solo parzialmente le tendenze di popolazione riscontrate per l intera area lombarda. A scala più ampia, infatti, le popolazioni di garzetta sono in crescita o stabili mentre quelle della nitticora sono in calo. Tra il 95 ed il 99 nel sito ha nidificato anche una coppia di sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e dal 1996 è stata segnalata la presenza dell airone guardabuoi (Bubulcus ibis). 77

78 Tra le specie nidificanti, è presente anche il martin pescatore (Alcedo atthis) che trova un ambiente idoneo all alimentazione nel fitto reticolo idrografico secondario che interessa l area. A livello europeo la specie è in calo a causa della compromissione della qualità delle acque e della diminuzione degli ambienti adatti alla costruzione del nido. L area, isolata all interno di un mosaico agricolo fortemente depauperato dal punto di vista naturalistico, rappresenta, infine, un importante luogo di sosta per i passeriformi ed i non-passeriformi lungo le rotte migratorie. Il Piano di Gestione del SIC segnala come specie rinvenute nidificanti all interno del SIC le seguenti: SPECIE NOTE Acrocephalus palustris Aegithalos caudatus Alcedo atthis Allegato I Direttiva Uccelli, SPEC 3 Ardea cinerea Ardeola ralloides Allegato I Direttiva Uccelli, SPEC 3 Bubulcus ibis Buteo buteo Cettia cetti Columba palumbus Corvus corone cornix Dendrocopos major Egretta garzetta Allegato I Direttiva Uccelli Erithacus rubecula Fringilla coelebs Gallinula chloropus Luscinia megarhynchos Nycticorax nycticorax Allegato I Direttiva Uccelli, SPEC 3 Parus caeruleus Parus major Passer montanus SPEC 3 Phasianus colchicus Phylloscopus collybita Picus viridis SPEC 2 Streptopelia turtur Sturnus vulgaris SPEC 3 Sylvia atricapilla Troglodytes troglodytes Turdus merula Nel formulario standard viene indicata la presenza dell Averla piccola, Lanius collurio. Negli ultimi 5 anni questa specie non e più stata rinvenuta nidificante; tuttavia, si ritiene di mantenere l indicazione nel formulario, in quanto la specie sembra subire notevoli fluttuazioni dei livelli di popolazione, apparentemente non correlati solo alle condizioni ambientali nelle aree di nidificazione (Casale e Brambilla 2009). Ittiofauna Il fitto reticolo idrografico secondario che interessa il SIC presenta habitat interessanti ed è in alcuni punti alimentato da acque di risorgiva. Nel formulario standard sono segnalate 3 specie di importanza comunitaria: 78

79 Tabella Pesci elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie Nome comune 1097 Lethenteron zanandreai Lampreda padana 1131 Leuciscus souffia Vairone 1149 Cobites taenia Cobite comune Il vairone (Leuciscus souffia) è un ciprinide diffuso nell Italia centro settentrionale che ama correnti vivaci ed acque limpide ben ossigenate. Si tratta di una specie ancora relativamente comune, benché localmente in diminuzione a causa di fenomeni di alterazione dell habitat o della qualità delle acque (D Antoni et al. 2003). Il cobite comune (Cobitis taenia) è una specie endemica del nostro Paese che predilige i piccoli corsi d acqua con fondali sabbiosi o moderatamente fangosi e modesta velocità della corrente. La lampreda padana (Lethenteron zanandreai), endemica del bacino padano, è una specie particolarmente sensibile alla qualità delle acque ed è seriamente minacciata dal deterioramento dei piccoli corsi d acqua che ne rappresentano l habitat elettivo e dalla presenza di sbarramenti e manufatti che interrompono la continuità del corso d acqua (D Antoni et al. 2003). Il monitoraggio del 2004 ha rilevato anche la presenza del rodeo amaro (Rodeus sericeus amarus), una specie originaria dell Europa centrale e dell Asia settentrionale introdotta in Italia una quindicina di anni fa ed oggi naturalizzata; il rodeo amaro viene citato nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE, essendo in difficili condizioni di conservazione nell areale naturale di provenienza. La sua presenza in regioni distinte da quelle originarie, tuttavia, va valutata come un fattore di perturbazione e disturbo. Mammiferi Il formulario aggiornato al 2007 non riporta specie di mammiferi di importanza comunali. Il Piano di Gestione del SIC segnala la presenza del Moscardino Muscardinus avellanarius (All D Direttiva Habitat); per quanto riguarda i Chirotteri, il Piano segnala come incompleto il quadro conoscitivo e dichiara la probabile presenza di specie inserite negli allegati II e IV della Direttiva Habitat. Vulnerabilità Relativamente all area compresa nel SIC Garzaia della Cascina Portalupa, si sottolinea l'estrema fragilità degli habitat presenti a causa dell'assenza di processi di rinnovamento spontaneo ed al progressivo interramento. L'abbassamento della falda acquifera ed il prosciugamento del terreno potrebbero costituire un serio rischio per le tipologie vegetazionali presenti e, di conseguenza, per la fauna che esse ospitano. 6.3 IBA Important Bird Area La ZPS Boschi del Ticino coincide in larga parte con la IBA Important Bird Area n. 018 Fiume Ticino, individuata dalla LIPU per conto di Birdlife International, la federazione internazionale delle associazioni per la protezione degli uccelli, nel Le IBA sono luoghi di rilevanza ornitologica, prioritari ai fini della conservazione dell avifauna, che sono stati identificati in tutto il mondo sulla base di criteri omogenei dalle varie associazioni che fanno parte di Birdlife International. La Relazione finale Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas) redatta da LIPU e BirdLife Italia riporta la scheda relativa all area IBA Fiume Ticino, di seguito riportata. Nome e codice IBA : Fiume Ticino Regione: Lombardia, Piemonte Superficie: ha 79

80 Descrizione e motivazione del perimetro: Fiume Ticino dal Lago Maggiore al Fiume Po. L IBA comprende una fascia fluviale continua con spiccate caratteristiche di naturalità, e alcune zone disgiunte circostanti: - la zona umida di Bruschera, suddivisa in due blocchi situati a sud di Angera, sul Lago Maggiore; - parte della sponda occidentale e la porzione meridionale del Lago di Comabbio; - i Boschi di San Massimo e i Boschi del Vignolo in Lomellina. Per quanto riguarda la fascia fluviale contigua, in Lombardia, il perimetro dell IBA segue per lo più la fascia di silenzio venatorio del Parco Lombardo della Valle del Ticino, lungo strade, carraie e canali. L IBA include integralmente il Parco Regionale della Valle del Ticino nel tratto piemontese. Tabella Criteri relativi a singole specie Tabella Specie (non qualificanti) prioritarie per la gestione 80

81 6.4 Reti e corridoi ecologici La Rete Ecologica Regionale Il progetto di Rete Ecologica Regionale (RER) identifica sul territorio comunale di Vigevano la presenza di: - un corridoio primario a bassa o moderata antropizzazione, il corridoio del fiume Ticino; - elementi di primo livello, corrispondenti alle Aree Prioritarie per la Biodiversità AP 31 Valle del Ticino e AP 32 Lomellina, alla fascia di territorio risicolo posta fra Cassolnovo, Gravellona, Cilavegna e Vigevano, all area circostante il corso del Torrente Terdoppio, a nord ovest di Gambolò, alla fascia di territorio risicolo circostante il Naviglio Langosco, a su della Frazione Morsella di Vigevano; - elementi di secondo livello corrispondenti a parte delle risaie della Lomellinsa centrale e dei Dossi della Lomellina e alla fascia di collegamento fra la Valle del Ticino e l area di primo livello delle risaie. Figura 6.3 La Rete Ecologica Regionale nel territorio comunale Fonte: elaborazione dati Regione Lombardia La scheda del progetto RER nella quale è compreso il Comune di Vigevano è la n. 34 Ticino vigevanese. Area della pianura pavese che include la città di Vigevano e i comuni di Parona, Olevano Lomellina, Gambolò, Cassolnovo, Motta Visconti, Morimondo. È solcata da NW a SE dal corso del fiume Ticino. I terreni sono in gran parte pleistocenici, comprendendo il piano fondamentale della pianura, incisi dal solco fluviale olocenico della Valle del Ticino. Le aree coltivate sono in gran parte irrigue e solcate da un fitto reticolo di canali, la cui acqua proviene per la maggior parte dal Ticino attraverso opere di derivazione situate molto più a monte; in minima parte l acqua prende origine da fontanili collocati nell area stessa o posti nella fascia 81

82 più a settentrione o da sorgenti di piede di terrazzo della Valle del Ticino. Alcuni dei corsi d acqua ospitano specie vegetali endemiche di rilevante interesse conservazionistico, come Isoëtes malinverniana. Le coltivazioni prevalenti sono a riso, mais, pioppeti. La valle del Ticino, in questo tratto racchiude alcuni dei biotopi planiziali di maggior rilevanza naturalistica nazionale e continentale. Da citare i boschi del Boscaccio di Abbiategrasso, l Isola dell Ochetta a Vigevano, il Bosco del Modrone, il Bosco Mondino e l Isola del Nebbino di Vigevano, il Bosco delle Ginestre di Morimondo, i Boschi di Besate, il Bosco dei Geraci a Motta Visconti. Sono presenti consistenti formazioni di boschi igrofili, dominati dall ontano nero, nelle fasce ai piedi del terrazzo fra il piano fondamentale della pianura e la valle incisa, soprattutto in corrispondenza di Motta Visconti, Bosco dei Geraci, Di Besate e Morimondo. È altresì presente un biotopo di interesse per la nidificazione degli Ardeidi coloniali, la garzaia di Cascina Portalupa in comune di Vigevano. Di elevato interesse sono gli ecosistemi golenali del Ticino, ancora in gran parte integri e solo marginalmente interessati da opere di regimazione idraulica. Nel tratto in questione, il fiume Ticino presenta una struttura multicursale. L area delle risaie di Cassolnovo, in particolare intorno a Villanova, ospita una popolazione significativa di Tarabuso, una specie di Ardeide minacciata a livello europeo, che qui costruisce il nido direttamente nei campi coltivati. Lo sprowl nelle aree circostanti la città di Vigevano sta bloccando gran parte delle linee di connettività ecologica longitudinale della valle fluviale. INDICAZIONI PER L ATTUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA REGIONALE 1) Elementi primari e di secondo livello: Conservazione della continuità territoriale; mantenimento delle zone umide residuali e del reticolo di canali irrigui; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR; conservazione e consolidamento delle piccole aree palustri residue. 31 Valle del Ticino: la presenza in questo territorio di elementi di elevato valore naturalistico e di una matrice agricola di rilevante valore paesaggistico, costituiscono un valore assoluto a livello regionale. Esistono poche altre zone della pianura lombarda caratterizzate da questa preziose condizioni. 2) Elementi di secondo livello: Conservazione della continuità territoriale; mantenimento del reticolo di canali e gestione della vegetazione spondale con criteri più naturalistici, eventualmente facendo ricorso a incentivi del PSR. 3) Aree soggette a forte pressione antropica inserite nella Rete Ecologica: Superfici urbanizzate: favorire interventi di deframmentazione; evitare la dispersione urbana; Infrastrutture lineari: prevedere, per i progetti di opere che possono incrementare la frammentazione ecologica, opere di mitigazione e di inserimento ambientale. Prevedere opere di deframmentazione in particolare a favorire la connettività con l area sorgente del Ticino. CRITICITÀ a) Infrastrutture lineari L area è intersecata dal percorso della S.S. 494 Vigevano-Abbiategrasso-Milano e dalla ferrovia Mortara- Vigevano-Milano, a tratti affiancata alla strada statale, caratterizzate da un tasso di permeabilità biologica ancora discreto, e da un reticolo di strade asfaltate relativamente permeabili. È in progetto la realizzazione del raddoppio della linea ferroviaria; questo potrebbe compromettere in modo grave la connettività e sarà opportuno adottare misure adeguate di deframmentazione. b) Urbanizzato Lo sprowl della città di Vigevano e delle aree circostanti sta bloccando alcune linee di connettività ecologica longitudinale e trasversale della valle fluviale e alcune porzioni del territorio rischiano di essere presto insularizzate. c) Cave, discariche e altre aree degradate L area è lambita a Sud dalla discarica di Belcreda, posta sul terrazzo morfologico della Valle del Ticino. 82

83 La DGR 30 dicembre 2009 n. 8/10962 di approvazione degli elaborati finali della Rete Ecologica Regionale indica le regole da prevedere negli strumenti di pianificazione, che sono riportate nella tabella seguente. Tabella 6.18 Regole da prevedere negli strumenti di pianificazione Elementi della RER Corridoi regionali primari a bassa o moderata antropizzazione Corridoi regionali primari ad alta antropizzazione Elementi di primo livello (e Gangli primari) Regole da prevedere negli strumenti di pianificazione Condizionamenti Opportunità Evitare come criterio nuove trasformazioni. In casi di trasformazioni strategiche per esigenze territoriali, mantenimento in ogni caso almeno del 50% della sezione prevista dalla RER (500 m). Evitare come regola generale nuove trasformazioni dei suoli. In casi di trasformazioni giudicate strategiche per esigenze territoriali, le stesse troveranno adeguata motivazione attraverso l attuazione della procedura di Valutazione di Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale di Rete Natura 2000 in merito all adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare gli interventi di deframmentazione sulle aree investite e gli interventi di rinaturazione compensativa. Evitare come criterio ordinario: - la riduzione dei varchi di rilevanza regionale; - l eliminazione degli elementi presenti di naturalità; - l inserimento nelle aree di trasformazione previste dai PGT. In casi di trasformazioni giudicate strategiche per esigenze territoriali, l autorità competente dei relativi procedimenti di VAS e/o di VIA valuterà la necessità di applicare anche la Valutazione di Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale di Rete Natura 2000 in merito alla adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare i necessari interventi di rinaturazione compensativa. Allocazione preferenziale di progetti regionali, contributi, misure agro ambientali, compensazioni derivanti da trasformazioni allocate altrove. Allocazione di progetti regionali, contributi, misure agro ambientali, compensazioni. 83

84 La Rete Ecologica del Parco del Ticino Sul territorio del comune di Vigevano, la rete ecologica del Parco del Ticino riconosce, oltre agli assi fondamentali del Ticino e del Terdoppio, alcuni corridoi principali, come evidenziato nella figura seguente. Figura Stralcio della rete ecologica del Parco del Ticino Fonte: Parco del Ticino La Rete Ecologica Provinciale Il Piano Territoriale di Coordinamento vigente della Provincia di Pavia non possiede tra i suoi elaborati uno specifico progetto di Rete Ecologica Provinciale. Tuttavia, aree nel loro complesso riconducibili ad una funzione di connettività ecologica per il territorio sono ricomprese tra gli elementi e sistemi di rilevanza sovracomunale. 84

85 Figura 6.5 Elementi del PTCP della Provincia di Pavia 85

86 Fonte: Stralcio da TAV. 3.3 del PTCP della Provincia di Pavia 86

87 Figura 6.6 Elementi del PTCP della Provincia di Pavia Fonte: Stralcio da TAV. 3.2.b del PTCP della Provincia di Pavia 87

88 6.5 Aree Prioritarie per la Biodiversità La porzione orientale del territorio comunale, ricade in una delle aree individuate come prioritarie per la biodiversità dal recente studio condotto dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Lombardia per l Ambiente per la redazione della Rete ecologica della pianura padana lombarda. La Regione Lombardia ha approvato gli elaborati relativi a tale studio con il Ddg n del 3 aprile L area che interessa il comune di Vigevano, classificata come AP 31, denominata Valle del Ticino, risulta di particolare importanza per gli aspetti seguenti: - conservazione di - comunità vegetali; - briofite e licheni; - miceti; - invertebrati; - cenosi acquatiche; - anfibi e rettili; - uccelli; - mammiferi (per la conservazione dei quali risulta particolarmente importante anche il lembo sudoccidentale del territorio comunale; che ricade nell area dei Dossi della Lomellina); - processi ecologici che hanno luogo al suo interno. Figura 6.7 Aree Prioritarie per la Biodiversità AP 31 Valle del Ticino VIGEVANO AP 32 Lomellina Fonte: Dati Regione Lombardia AP31 Valle del Ticino L Area prioritaria comprende tutta la valle del Ticino inclusa nell area di studio, dal Lago Maggiore alla confluenza con il Po, sia in sponda lombarda che piemontese. Include i due Parchi del Ticino piemontese e lombardo e numerosi siti Natura 2000 e Riserve Naturali. La diversità di habitat è molto elevata e comprende il corso principale del fiume, fitocenosi pioniere dei greti, formazioni boschive a latifoglie, conifere (Pino silvestre) e miste, serie igrofile, lanche e zone umide, brughiere, marcite, prati stabili, seminativi, siepi ed ecotoni, incolti, risaie, rogge e una significativa rete idrica secondaria. 88

89 Si tratta del complesso ambientale più esteso e meglio conservato della Pianura Padana e ne racchiude gran parte della diversità ambientale. Un inventario parziale di alcuni fra i gruppi tassonomici studiati fino ad ora ha portato a elencare circa 5000 specie fra piante, funghi e animali. È di rilevante interesse, al fine del mantenimento della biodiversità nell Ecoregione Pianura Padana e nelle ecoregioni contigue (alpina e appenninico-mediterranea), il fatto che la Valle del Ticino rappresenti l unico elemento di continuità fra le Prealpi e il fiume Po e, attraverso quest ultimo, con l Appennino. Gli ambienti di rilevante interesse naturalistico si sviluppano prevalentemente nell area golenale e nelle fasce perifluviali contigue; tuttavia, l ecosistema comprende anche aree limitrofe di grande interesse naturalistico situate nel solco vallivo olocenico, quali la fascia dei fontanili in sponda idrografica sinistra, la fascia delle risorgive in sponda destra, i boschi del Vignolo e di San Massimo. Queste aree staccate dalla fascia boschiva continua perifluviale sono situate al piede del terrazzo pleistocenico in terreni paludosi e ospitano alcuni fra i migliori esempi italiani di boschi di Ontano nero (Alnus glutinosa), ambiente di interesse comunitario e prioritario della Direttiva Habitat, oltre a elementi faunistici di grande pregio, come l ultima popolazione autoctona di Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes) della bassa pianura, ottime popolazioni di Licena delle paludi (Lycaena dispar) e libellule quali Calopteryx virgo e Cordulegaster boltonii. Un aspetto assolutamente unico della Valle del Ticino nell ambito padano è la persistenza su notevoli estensioni dei processi geomorfologici della dinamica fluviale. Questo è possibile grazie alla struttura in gran parte naturale delle golene del tratto centrale della valle, fra Turbigo e Torre d Isola, in cui il fiume assume un aspetto più marcatamente pluricursale e le difese di sponda sono limitate ad alcuni tratti, soprattutto a protezione di ponti. In questa situazione il dinamismo determina un continuo ringiovanimento delle successioni ecologiche e vegetazionali; si creano così mosaici ambientali molto ricchi e diversificati, che offrono microambienti per numerosi organismi acquatici e palustri. Gli ambienti fluviali sono, complessivamente, ben conservati. La componente faunistica degli ambienti fluviali è di notevole rilevanza, con presenze ittiche importanti, fra le quali gli endemismi padani Chondrostoma soetta, Chondrostoma genei, Rutilus pigus, Rutilus erhythrophtalmus, Orsinogobius punctatissimus, Salmo (trutta) marmoratus, Lethenteron zanandreai. Le presenze di Acipenser naccarii sono, invece, molto ridotte e sono in corso azioni per il suo recupero. È presente una comunità di libellule fra le più ricche in Europa, che include cospicue popolazioni delle specie d interesse comunitario Gomphus flavipes e Ophiogomphus cecilia nel tratto meridionale con fondo sabbioso; nel tratto centrale è presente un importante popolazione di Oxygastra curtisii. Il fiume Ticino, nel suo tratto a valle del Lago Maggiore, è oggi l unico biotopo dell Italia settentrionale nel quale sia presente una popolazione riproduttiva di Lontra (Lutra lutra); questa specie si era estinta nella seconda metà del secolo scorso ed è stata reintrodotta dai Parchi del Ticino. La Valle del Ticino è, inoltre, una delle principali aree di svernamento di uccelli acquatici in Italia; ospita le popolazioni di Germano reale (Anas platyrhynchos) nidificanti e svernanti più importanti della Lombardia, insieme alle maggiori concentrazioni di alzavole (Anas crecca) svernanti. Nel tratto settentrionale del fiume vi è un interruzione della percorribilità del fiume da parte della fauna ittica in corrispondenza della diga del Pamperduto, a causa del prelievo di acqua dal fiume. Nel tratto meridionale si sta, invece, manifestando un forte sviluppo delle specie esotiche, accompagnato dalla contrazione di specie autoctone e dalla scomparsa o rarefazione recente di specie stenoterme fredde quali Salmo (trutta) marmoratus e Temolo (Thymallus thymallus). Rilevanti al pari degli ambienti acquatici sono le presenze di ambienti terrestri, esclusivi o rari in altre zone della pianura. Di notevole importanza naturalistica sono le formazioni forestali planiziali, che comprendono cenosi caratteristiche dei terreni paludosi, come gli ontaneti, e delle zone ripariali, come i saliceti e i pioppeti. Sono soprattutto da segnalare le estese formazioni di foreste classificate in passato nell associazione Querco-Carpinetum boreoitalicum e più recentemente come Polygonato multiflori- Quercetum roboris. Alcune delle foreste della valle sono elementi esemplari per lo studio della vegetazione forestale planiziale europea. Gli elementi faunistici forestali sono parimenti rilevanti. Da segnalare, fra gli altri, le rilevanti popolazioni di due specie di anfibi di interesse comunitario, come Rana di Lataste (Rana latastei) e Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus). La prima specie è presente nelle foreste del tratto centro meridionale della valle, mentre la seconda mantiene un importante popolazione nel tratto centrale, in sponda destra. 89

90 Fra gli invertebrati dei boschi e delle radure sono da citare l unica popolazione italiana del Lepidottero diurno Satyrium prunii e la presenza del raro Coleottero Carabus cancellatus. Alcune delle aree boschive sono sede di colonie di Ardeidi, nelle quali nidificano consistenti nuclei di Airone cenerino (Ardea cinerea), Airone rosso (Ardea purpurea), Nitticora (Nycticorax nycticorax), Garzetta (Egretta garzetta), Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e Airone guardabuoi (Bubulcus ibis). L area ospita, oltre a numerosi elementi focali: 26 specie o sottospecie endemiche; 27 specie inserite nella Lista Rossa IUCN; 28 specie inserite nell Allegato I della Direttiva Uccelli; 64 specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat; 2 habitat prioritari secondo la Direttiva Habitat. Pressioni e minacce I più alti livelli di pressione individuati per l area riguardano: Tipo di pressione/minaccia Livello Cause Cambiamento micro-climatico Alto Artificializzazione di sponde e alveo con conseguente innalzamento della temperatura; acque di raffreddamento; global warming Non corretta gestione dei boschi (es. eccessivo diradamento aree boscate) Evaporazione estiva e prelievi non compensati da sufficiente apporto idrico Frammentazione, sbarramenti lungo corsi d'acqua Presenza di rilevanti e/o numerose infrastrutture legate alla rete dei trasporti Area adibita ad agricoltura intensiva Alto Sbarramenti di vario tipo; mancanza di connessione con rami laterali Cambiamenti di uso del suolo; non corretta gestione dei boschi (frammentazione funzionale ancora maggiore di quella fisica) Alto/Basso Strade, autostrade, canali artificiali, futuro transito delle linee TAV Milano-Torino e Milano - Genova Medio Trasformazione/riduzione delle aree soggette a pratiche agricole estensive; interventi ordinari e straordinari di controllo/gestione della vegetazione spontanea Inquinamento dei corpi idrici da parte di pesticidi, fertilizzanti e liquami Dilavamento delle acque urbane; aumento della velocità delle acque superficiali (impermeabilizzazione del suolo) Artificializzazione dell'alveo di morbida; chiusura delle lanche; impossibilità di espansione Captazioni a monte; mancato rispetto DMV; regolazione acque a monte; prelievi a scopi irrigui Zone edificate (urbanizzato e Medio industriale) Allontanamento dalle dinamiche Alto fluviali naturali Mancanza di acqua, Alto abbassamento dell alveo del fiume Mancanza di acqua Alto Abbassamento della falda Formazione di fitocenosi diverse Medio Sia di struttura che composizione. Invasione specie esotiche (Ciliegio dalle originarie tardivo, Quercia rossa, Robinia). Formazione di fitocenosi diverse Alto Lanche e altre zone paludose marginali e ripariali (Amorpha fruticosa) dalle originarie Specie alloctone vegetali Alto Amorpha fruticosa, Sycios angulatus (tratto meridionale), Quercia rossa, Ailanto, Robinia, Ciliegio tardivo, Pino rigido (nelle pinete) Specie alloctone animali Basso Nutria; Scoiattolo grigio: nuclei (ancora) localizzati; immissioni a scopo venatorio di alcune specie faunistiche quali il Silvilago Procambarus, Trachemys, immissioni a scopo alieutico di pesci (varie specie) Depauperamento faunistico/ popolazioni in declino Alto Sovrasfruttamento venatorio; bracconaggio (Storione cobice e Trota marmorata) Forte riduzione coleotteri acquatici (varie concause, soprattutto la 90

91 perdita di habitat) Inquinamento idrico, eutrofizzazione Alto Mancanza/deficienza di depuratori di scarichi urbani/industriali, di impianti di raffreddamento industriale; apporti di nitrati e fosfati Inquinamento atmosferico Alto Disturbo Basso Navigazione Disturbo Medio Presenza di turisti e bagnanti sul greto del fiume nel periodo riproduttivo dell'avifauna; pascolo sul greto e nelle zone idonee alla riproduzione durante il periodo riproduttivo Disturbo Medio Discariche di inerti e abbandono rifiuti Disturbo Basso Raccolta di frutti del bosco e sottobosco Rimozione delle necromasse Alto Isolamento fra zone umide Alto Matrice 'impermeabile' tra le zone umide Interruzione accesso siti Basso Strade interposte tra aree umide di riproduzione e habitat boschivi riproduttivi anfibi Incendi Medio Ambienti di pineta Distruzione habitat riproduttivi Basso Operazioni di taglio e gestione dei boschi e dei pioppeti idonei per la riproduzione di avifauna, in particolare di Ardeidi Distruzione habitat riproduttivi Medio Attività di estrazione e di movimentazione degli inerti in cave nelle quali gli uccelli che scavano nidi a galleria sono attratti a nidificare dalla presenza di scarpate subverticali Distruzione habitat riproduttivi Basso Alterazione/distruzione delle aree a vegetazione elofitica da parte della Nutria Inquinamento luminoso Medio Incide sul flusso migratorio notturno dell'avifauna Interramento/colmatura zone umide Alto Evoluzione spontanea delle zone umide; accelerazione interramento per cause antropiche (scopi agricoli) Indicazioni di gestione individuati per l area: Azioni di tutela e gestione Conservazione dei boschi Conservazione zone umide Sensibilizzazione Mantenimento dei processi idrogeomorfologici naturali Gestione naturalistica della regolazione delle acque Ripristino dei processi idrogeomorfologici alterati Modifica del metodo di stima del deflusso minimo vitale Gestione naturalistica della rete idrica minore Proposte/misure concrete Selvicoltura naturalistica; eliminazione della pratica dei rimboschimenti con specie alloctone; attenta pianificazione degli interventi di riforestazione; effettuazione delle operazioni di gestione forestale al di fuori della stagione riproduttiva Conservazione vegetazioni perifluviali residue; mantenimento fasce per cattura inquinanti; collettamento degli scarichi fognari non collettati; conservazione delle aree di confluenza dei tributari e della loro percorribilità Apposizione di pannelli e bacheche informativi per il pubblico riguardo le valenze naturalistiche e i progetti in corso; attività di educazione e divulgazione ambientale Conservazione delle lanche; mantenimento delle aree di esondazione (divieto di urbanizzazione) Il livello del Ticino è regolato dalla diga della Miorina: particolare attenzione và posta alla regolazione del rilascio delle acque nei periodi di magra Ripristino delle lanche Valutazione tarata su singoli corsi d'acqua; definizione del coefficiente naturalistico del DMV sulle aree prioritarie (modifica relativamente all'attuale piano di governo delle acque, con calcolo basato su media annua) Vietare la cementificazione delle sponde; collettare gli scarichi fognari; evitare l'eliminazione delle fasce tampone; diversificazione delle rogge rettilinee; miglioramento della connettività trasversale della rete minore; evitare l'intubamento dei corsi d'acqua; 91

92 Mantenimento dei prati stabili polifiti/sfalcio Mantenimento dei prati stabili polifiti/sfalcio Manutenzione dei fontanili Ringiovanimento delle zone umide e palustri Mantenimento delle siepi ad alta copertura e delle siepi di rovo Capitozzatura dei filari Mantenimento delle fasce ecotonali Mantenimento delle piante vetuste Mantenimento delle piante morte Mantenimento della disetaneità del bosco Mantenimento dei siti riproduttivi, nursery e rifugi di chirotteri e uccelli Gestione attiva del pascolo Mantenimento del mosaico agricolo Gestione delle specie alloctone Gestione delle attività di fruizione Conservazione delle garzaie controllo degli scarichi (abusivi); controllo delle microfrane Regolamentazione tempi, frequenza (periodicità) e modalità tecniche di sfalcio (avifauna nidificante a terra); incentivi agli agricoltori; controllo uso pesticidi, diserbanti e concimi Mantenimento delle radure Pulizia del fontanile per evitarne l'interramento; ricostruzione della vegetazione forestale circostante; il diserbo meccanico nei corsi d acqua con superficie mediamente sommersa di larghezza superiore ai 3 metri non dovrebbe essere effettuato su entrambe le sponde nello stesso anno Tenere conto delle specificità; evitare l'interramento completo; strategia a mosaico, conservando biocenosi di ambienti maturi (sopr. ripariali); creazione di piccole zone umide perimetrali (per anfibi e insetti acquatici) Sfoltimento delle siepi (di rovo soprattutto) a mosaico, non continuo; vegetazione di mantello Soprattutto filari di gelsi e salici Mantenimento canneti e altre zone umide perifluviali Incentivi agli agricoltori per il mantenimento di alberi isolati; sensibilizzazione Mantenimento anche di cataste di legna; mantenimento di alberi morti in fiume; conservazione della lettiera; eventuale ripristino di legnaie (nursery pesci); non rimozione degli alberi morti o marcescenti; mantenimento di vaste aree boscate non soggette a tagli Conservazione di grandi alberi; alberi-habitat (creazione cavità soprattutto in specie alloctone) Mantenimento piante senescenti e siti riproduttivi in generale; gestione delle cavità artificiali e naturali; nidi artificiali per uccelli e chirotteri Pascolo bovino ed equino Incentivi per il mantenimento delle marcite e della biodiversità floristica (specie selvatiche es. in coltivazioni cerealicole); conservazione e ripristino degli elementi naturali tradizionali dell agroecosistema; incentivazione della messa a riposo a lungo termine dei seminativi per creare praterie alternate a macchie e filari prevalentemente di arbusti gestite esclusivamente per la flora e la fauna selvatica, in particolare nelle aree contigue a zone umide; incentivazione del mantenimento e ripristino di elementi naturali del paesaggio agrario quali siepi, filari, stagni ecc.; disincentivo e controllo dei compianamenti che comportano l eliminazione di fossati e cavedagne; sensibilizzazione degli agricoltori; divieto di piantumazione di essenze alloctone; incentivazione delle pratiche agricole tradizionali e a basso impiego di biocidi - primariamente l agricoltura biologica Sia terrestri che acquatiche (vie di dispersione per molte specie); contrastare l'immissione di specie alloctone, definizione di linee guida; interventi di contenimento ed eradicazione (Ciliegio tardivo, Pino rigido, Quercia rossa, Nutria, Siluro); sensibilizzazione Regolamentazione ed eventuale divieto (in certe aree e/o periodi dell'anno) della balneazione, raccolta di frutti del sottobosco, navigazione, escursionismo, cicloturismo Effettuare interventi mirati sulla vegetazione legnosa e palustre, in modo da mantenere sempre, almeno su di una porzione dell'area, lo stadio evolutivo adatto alla costruzione di nidi. Mantenere quanto più possibile allagato il terreno; in alternativa, circondare 92

93 Creazione di siti idonei per la riproduzione dell'avifauna legata ad ambienti agricoli l'area di canali. Evitare di realizzare gli interventi di manutenzione durante la nidificazione. Incentivazione del mantenimento di bordi di campi mantenuti a prato (almeno 3 m di larghezza); gestione delle superfici incolte e dei seminativi soggetti a set-aside obbligatorio con sfalci, trinciature, lavorazioni superficiali solo a partire dal mese di agosto; sensibilizzazione degli agricoltori Motivi per la selezione: Specie, cenosi, gruppi, habitat o processi focali, Ricchezza di habitat, specie e/o processi, Endemismi, Processi ecologici, Specie della Lista Rossa IUCN, Specie della Direttiva Uccelli, Specie della Direttiva Habitat, Habitat prioritari della Direttiva Habitat, Area importante per la migrazione e lo svernamento, Popolazioni relitte e/o isolate, Popolazioni sorgenti, Popolazioni ricche di individui. Endemismi Regione Italiana: 12 specie e sottospecie (AR: Hyla intermedia, Rana latastei, Triturus vulgaris meridionalis, Pelobates fuscus insubricus, Vipera aspis francisciredi; CP: Barbus plebejus, Leuciscus souffia muticellus, Austropotamobius pallipes italicus; IN: Sigara italica, Carabus italicus, Calathus rubripes, Paederus melanurus) Ecoregione Pianura Padana: 14 specie e sottospecie (CP: Acipenser naccarii, Barbus meridionalis caninus, Chondrostoma soetta, Chondrostoma genei, Knipowitschia punctatissima, Lethenteron zanandreai, Rutilus pigus, Sabanejewia larvata, Salmo (trutta) marmoratus, Padogobius martensii, Cobitis taenia bilineata, Rutilus erythrophtalmus, Alburnus alburnus alborella; IN: Abax continuus) Specie della Lista Rossa IUCN 2006 Acipenser naccarii, Austropotamobius pallipes, Aythya nyroca, Barbus caninus, Barbastella barbastellus, Carabus intricatus, Coenonympha oedippus, Chondrostoma soetta, Gobio benacensis, Knipowitschia punctatissima, Lethenteron zanandreai, Lycaena dispar, Lutra lutra, Maculinea arion, Micromys minutus, Muscardinus avellanarius, Myotis emarginatus, Myotis myotis Myoxus glis, Nyctalus leisleri, Osmoderma eremite, Oxygastra curtisii, Rana latastei, Rhinolophus ferrumequinum, Rutilus pigus, Sciurus vulgaris, Vertigo moulinsiana. Specie della Direttiva Uccelli Alcedo atthis, Ardea purpurea, Ardeola ralloides, Aythya nyroca, Botaurus stellaris, Caprimulgus europaeus, Casmerodius albus, Chlidonias hybridus, Chlidonias niger, Ciconia ciconia, Circus aeruginosus, Circus cyaneus, Circus pygargus, Egretta garzetta, Falco peregrinus, Himantopus himantopus, Ixobrychus minutus, Lanius collurio, Mergellus albellus, Milvus migrans, Nycticorax nycticorax, Pandion haliaetus, Pernis apivorus, Pluvialis apricaria, Porzana porzana, Sterna hirundo, Sterna albifrons, Tringa glareola. 93

94 Specie della Direttiva Habitat Mammiferi Barbastella barbastellus Eptesicus serotinus Hypsugo savii Lutra lutra Muscardinus avellanarius Myotis daubentonii Myotis emarginatus Myotis myotis Myotis mystacinus Myotis nattereri Nyctalus leisleri Nyctalus noctula Pipistrellus kuhli Pipistrellus nathusii Pipistrellus pipistrellus Plecotus auritus Rhinolophus ferrumequinum Rhinolophus hipposideros Tadarida teniotis Anfibi Bufo viridis Hyla intermedia Pelobates fuscus Rana dalmatina Rana latastei Triturus carnifex Rettili Hierophis viridiflavus Lacerta bilineata Podarcis muralis Podarcis sicula Zamenis longissimus Pesci Acipenser naccarii Barbus meridionalis caninus Barbus plebejus Cobitis taenia bilineata Chondrostoma genei Chondrostoma soetta Cottus gobio Lethenteron zanandreai Leuciscus souffia Rutilus rubilio Sabanejewia larvata Salmo (trutta) marmoratus Rutilus pigus Thymallus thymallus Invertebrati Austropotamobius pallipes Callimorpha quadripunctaria Cerambyx cerdo Coenonympha oedippus Allegato II e IV Allegato IV Allegato IV Allegato II e IV Allegato IV Allegato IV Allegato II e IV Allegato II e IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato II e IV Allegato II e IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato II Allegato IV Allegato II Allegato II Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato IV Allegato II e IV Allegato II Allegato II e V Allegato II Allegato II Allegato II Allegato II Allegati II e V Allegato II Allegato II Allegato II Allegato II Allegato II Allegato V Allegato II Allegato II Allegato II Allegato II 94

95 Euplagia quadripunctaria Euphydryas aurinia Graphoderus bilineatus Helix pomatia Hirudo medicinalis Lucanus cervus Lycaena dispar Maculinea arion Ophiogomphus cecilia Osmoderma eremita Oxygastra curtisii Unio elongatulus Vertigo moulinsiana Zerynthia polyxena Piante Myosotis rehsteineri Ruscus aculeatus Allegato II Allegato II Allegato II Allegato V Allegato V Allegato II Allegato II Allegato IV Allegato II Allegato II Allegato II Allegato V Allegato II Allegato IV Allegato II Allegato V Habitat prioritari della Direttiva Habitat *Paludi calcaree con Cladium mariscus e specie del Caricion davallianae (Cladietum marisci) (Allegato I) *Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) - (Alnetea glutinoso-incanae) (Allegato I) 95

96 6.6 Indice di Funzionalità Fluviale L applicazione dell Indice di Funzionalità Fluviale (IFF) sul Ticino e altri corsi d acqua minori, è stata effettuata dal Parco del Ticino nel biennio , nell ambito del progetto realizzato dalla Fondazione Lombardia per l Ambiente. L IFF valuta lo stato complessivo dell ambiente fluviale e la sua funzionalità, intesa come: - capacità di ritenzione e ciclizzazione della sostanza organica fine e grossolana; - funzione tampone, svolta dall ecotono ripario; - struttura morfologica che garantisce un habitat idoneo per comunità biologiche diversificate. La funzionalità fluviale viene valutata mediante un indice in cinque livelli: il I corrisponde ad un livello elevato, il V ad un livello pessimo, come riportato nella legenda in tabella sotto riportata. L IFF consente di capire quali siano le situazioni dov è più critica la funzionalità lungo un corso d acqua e ne indica le ragioni. La fascia perifluviale, ovvero la fascia di territorio localizzata topograficamente lungo un corso d acqua, immediatamente esterna all alveo di morbida, riveste una notevole importanza: - per la capacità di abbattere, insieme alla comunità biologica, i nutrienti sia per via superficiale che iporreica del territorio circostante (scorrimento idrico interstiziale, di subalveo); - perché garantisce un corridoio utile alla conservazione della continuità biologica da monte a valle, sia come forma ombreggiante sia come apporto di materiale organico per le comunità biologiche, costituisce elemento di rifugio per specie animali terricole e ornitiche e riveste un ruolo importante nei processi di transizione e di propagazione di tali specie, favorendo la connessione e la percolazione ecotonale, ovvero la diffusione di animali tra i diversi ambienti ecologici; - per il valore ricreativo, infatti le fasce perifluviali costituiscono spazi con diverso grado di naturalità che si contrappongono alle aree urbane e semiurbane e sono elementi di fruibilità ricreativa. Tabella Valori dell IFF, livelli e giudizi di funzionalità corrispondenti e colori usati per la rappresentazione grafica Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) Alcuni corpi idrici che attraversano il territorio del Comune di Vigevano, posti in relazione col Fiume Ticino, sono stati interessati dal suddetto studio. Il Fiume Ticino Il tratto del Ticino che scorre in prossimità di Vigevano in sponda destra è lungo oltre 5 km. La presenza del centro urbano penalizza la qualità e la funzionalità del corso rispetto al tratto più a sud. Infatti, se il territorio circostante la sponda sinistra è coperto da boschi e da vegetazione riparia ampia e senza alcuna interruzione (I II livello di funzionalità), la sponda destra (III livello di funzionalità) è caratterizzata non solo 96

97 da vegetazione non riparia ma anche da rive nude con erosione molto evidente. Inoltre, le zone sottoposte a forte spinta erosiva presentano interventi artificiali. Tutti questi fattori penalizzanti il tratto sono mitigati da una comunità macrobentonica ben strutturata e periphyton scarsamente sviluppato. A sud del centro abitato di Vigevano, verso Bereguardo, la conformazione delle rive è costituita da erbe e arbusti in sponda sinistra e da un sottile strato erboso in sponda destra. Il giudizio di funzionalità è I II in sponda sinistra e II in sponda destra. Figura 6.8 Valori dell IFF assunti dal tratto vigevanese del fiume Ticino Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) Il Ramo dei Prati Il Ramo dei Prati è un ramo laterale del Ticino attualmente alimentato quasi esclusivamente dalle acque dello Scaricatore Ramaccio e solo in condizioni idrologiche particolari anche dal Ticino. Lungo il suo percorso, il Ramo dei Prati riceve anche acqua dalla Roggia Molinara Gora e dallo Scaricatore Buccella. Nel primo tratto, fino alla prima isola fluviale, la sponda destra è contraddistinta da un territorio circostante influenzato da attività agricole che, spingendosi fin nei pressi del corso d acqua, riducono anche l ampiezza della fascia di vegetazione perifluviale. Lo stato delle rive è, inoltre, influenzato da opere di protezione spondale. In questo tratto il livello di funzionalità risulta II in sponda sinistra e III in sponda destra. Nel tratto intermedio, fino al guado del Maresco, ritroviamo, in sponda sinistra, una situazione immutata rispetto al tratto precedente; in sponda destra, invece, il territorio evidenzia alcune caratteristiche legate a una modesta attività agricola, mentre le rive mostrano segni di erosione: qui il livello di funzionalità è II. 97

98 L ultimo tratto, compreso tra il guado del Maresco e la confluenza con il Fiume Ticino, è contraddistinto da un livello di funzionalità di classe II su entrambe le sponde. Figura 6.9 Valori dell IFF assunti dal Ramo dei Prati Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) La Colatore Bredua Il Colatore Bredua nasce da una zona umida nel Comune di Cassolnovo e, dopo un percorso di circa 8 km, si getta nel Fiume Ticino in prossimità della darsena di Vigevano. Lungo il suo percorso si divide in due rami presso il centralino ENEL di Vigevano, per poi ricongiungersi dopo circa 1 km in prossimità della S.S. Vigevanese. Il primo tratto è caratterizzato da un livello di funzionalità di classe II, che rimane tale su entrambe le sponde fino al ponte della Cascina Buccella. A questa altezza, infatti, la sponda destra è caratterizzata da una situazione analoga alla precedente, con livello di funzionalità II, mentre la sponda sinistra riscontra un peggioramento dello stato del territorio circostante e registra un livello di funzionalità III. Nel tratto successivo si assiste a un miglioramento delle condizioni del territorio e delle fasce perifluviali in sponda sinistra che raggiungono livelli di funzionalità analoghi a quelli della sponda destra (livello II). Dopo un breve tratto in cui il livello di funzionalità è III in sponda sinistra e II in sponda destra, all altezza della centralina Enel si ha un peggioramento dello stato del territorio, con i campi coltivati che vanno a occupare anche le fasce perifluviali portando il livello di funzionalità a III-IV. L Ultimo tratto, che arriva fino alla confluenza nel Ticino, è caratterizzato da un territorio circostante costituito da campi coltivati che in alcune zone si spingono in prossimità del corso d acqua riducendo l ampiezza e la continuità delle fasce perifluviali di vegetazione arborea riparia. Il livello di funzionalità è III su entrambe le sponde. 98

99 Figura 6.10 Valori dell IFF assunti dal Colatore Bredua Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) Il Canale del Nasino del Fortino Don Antonio Il sistema, della lunghezza complessiva di oltre 15 km, nasce dai rami destro e sinistro del Canale Don Antonio che si formano nei pressi delle Cascine Broggina e Brogginetta in Comune di Abbiategrasso. All altezza della S.S. 494 per Vigevano, i due corsi d acqua si uniscono e vanno a costituire un unico corpo idrico. Il tratto del canale che interessa il Comune di Vigevano è quello immediatamente a monte della diramazione ed è caratterizzato da un livello di funzionalità di classe I su entrambe le sponde. Più a valle, interessa il territorio comunale solo la diramazione di destra, che presenta un livello di funzionalità di I-II. Figura Valori dell IFF assunti dal Canale del Nasino Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) 99

100 Il Canale Industriale Il Canale Industriale di Vigevano nel tratto d interesse scorre dal centralino ENEL fino all immissione nel Ticino, compiendo un percorso di circa 0,5 km. Nel primo tratto, che arriva fino al ponte del centralino ENEL, il livello di funzionalità è III a sinistra e IV a destra. Nel tratto successivo, il territorio circostante è costituito prevalentemente da boschi in sponda sinistra, da campi coltivati in sponda destra e su entrambe le sponde il livello di funzionalità diventa III. Figura Valori dell IFF assunti dal Canale Industriale La Roggia Rabica Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) La Roggia Rabica origina da una risorgenza in prossimità di Casa delle Pinete in Comune di Morimondo e confluisce nel Canale del Nasino con due rami formatisi all altezza di Molino dell Ospitale (Comune di Vigevano). Il tratto che interessa il territorio di Vigevano è quello immediatamente a monte dell immissione nel Canale del Nasino: esso è affiancato da foreste e boschi e denota la presenza di un estesa fascia perifluviale di essenze arboree riparie sostituita in alcuni tratti da macchie di vegetazione erbacea. Le rive sono coperte da erbe e arbusti e si notano idrofite con discreta capacità ritentiva. Il livello di funzionalità è I-II. Figura Valori dell IFF assunti dalla Roggia Rabica Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) 100

101 Il Canale Scavizzolo Selvatico Il Canale Selvatico origina da una derivazione della Roggia Castellana presso Cascina Chitola (Comune di Vigevano) e dopo l immissione della Roggia Moretta viene denominato Scavizzolo. Il primo tratto presenta un territorio boschivo interrotto da radure e confinante con il Ticino. A destra è possibile osservare coltivazioni a pioppo immerse in una matrice boschiva. Le fasce perifluviali arboree riparie vengono considerate in entrambi i casi di ampiezza intermedia anche se sul lato destro sono evidenti interruzioni. Il livello di funzionalità è II a sinistra e II-III a destra. Il tratto successivo è caratterizzato sulla sponda sinistra dalla rilevante presenza della coltivazione a pioppo che riduce notevolmente la fascia perifluviale. Il livello di funzionalità è III a sinistra e II a destra. A valle, per tutta la restante parte del canale che interessa il Comune di Vigevano, il livello di funzionalità rimane II, ad eccezione del tratto che ha inizio con l immissione della Roggia Moretta in cui il livello di funzionalità rimane II sulla sponda sinistra e diventa III sulla sonda di destra. Figura Valori dell IFF assunti dal Canale Scavizzolo Selvatico La Roggia Moretta Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) Il tratto della Roggia Moretta che scorre in Comune di Vigevano dalla confluenza nel Canale Scavizzolo fino al sovrappasso della Roggia Castellana è affiancato da coltivazioni intensive; la vegetazione arborea riparia è assente o di entità trascurabile, le rive sono coperte da erbe ed arbusti, le strutture di ritenzione (idrofite) sono discrete, l erosione è poco evidente, la sezione trasversale è artificiale, il fondo dell alveo è facilmente movibile, il percorso è raddrizzato. Su entrambe le sponde il livello di funzionalità è III-IV. Figura Valori dell IFF assunti dalla Roggia Moretta Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) 101

102 La Roggia Grignina La Roggia Grignina nasce da una zona umida presso Cascina Prefontana nel Comune di Vigevano e dopo un percorso di circa 7 km si getta nel Canale Scavizzolo in Comune di Borgo San Siro. L unico tratto che interessa il territorio vigevanese è il primo, dove il territorio è caratterizzato da prati e boschi e le fasce perifluviali di vegetazione arborea riparia presentano interruzioni e hanno un ampiezza inferiore a 30 m. Questo tratto presenta un livello di funzionalità di classe II. Figura Valori dell IFF assunti dalla Roggia Grignina Fonte: Applicazione dell IFF al sistema idrografico del fiume Ticino, Fondazione Lombardia per l Ambiente e Parco del Ticino (2002) 102

103 7 LE INTERFERENZE INDOTTE DAL PIANO SUL SISTEMA AMBIENTALE 7.1 Effetti potenziali del Piano su Rete Natura 2000 Il presente capitolo definisce a scala complessiva e di dettaglio gli effetti potenzialmente attesi a seguito dell attuazione delle azioni di trasformazione previste dalla Variante sul Sistema di Rete Natura Prima di procedere alla valutazione delle suddette azioni è utile richiamare in forma sintetica i punti di attenzione prioritari emersi da quanto esposto in merito allo stato di salute del territorio, associando tali informazioni alle risposte che vengono individuate nel Piano, che possono avere un concorso positivo o, in alcuni casi, creare delle problematicità. Tabella 7.1 Quadro riassuntivo dei potenziali effetti attesi del Piano in relazione a Rete Natura 2000 Punti di attenzione prioritari Indirizzi per il PGT Risposte del Piano Idrografia e gestione delle acque Stato Qualitativo delle acque sotterranee in classe 4 (impatto antropico rilevante); La presenza del centro abitato di Vigevano influisce penalizzando la qualità e la funzionalità del Ticino rispetto al tratto più a sud; Stato Chimico delle Acque Sotterranee in classe 4; Presenza di alta vulnerabilità dei suoli; L impianto di depurazione del Capoluogo tratta una portata di reflui pari alla potenzialità dell impianto; Non completa copertura del servizio di fognatura. Stato ambientale ed ecologico di Ticino e Terdoppio compreso tra 2 (buono) e 3 (sufficiente); Classificazione delle acque sotterranee in classe A (impatto antropico nullo o trascurabile); Presenza di tre impianti di depurazione. Paesaggio Presenza di rilevanze architettoniche e di spazi aperti; Presenza di un centro storico di interesse paesaggistico; Presenza di una fascia di territorio agricolo di pregio paesaggistico che circonda il capoluogo. Evitare di individuare nuove aree di trasformazione in prossimità dei corsi d acqua Verificare, con il Comune, le reali capacità delle reti di approvvigionamento idrico, collettamento e depurazione di supportare l eventuale carico aggiuntivo prodotto dalla variante di PGT Favorire la riqualificazione edilizia soprattutto dei fabbricati storici e incentivare l uso di tecnologie che implichino la riduzione dei consumi idrici ed il riuso della risorsa Favorire la riqualificazione edilizia soprattutto dei fabbricati storici e incentivare l uso di tecnologie che implichino la riduzione dei consumi idrici ed il riuso della risorsa Mantenere le attuali condizioni di forza delle valenze architettoniche del nucleo storico nel dettare le caratteristiche del paesaggio urbano Verificare che i nuovi insediamenti previsti siano accompagnati da criteri per l'inserimento paesistico delle strutture. Alcuni degli ambiti di trasformazione riconfermati sono localizzati in prossimità di corpi irrigui che transitano nel nucleo urbano, di conseguenza occorrerà la massima attenzione a minimizzare le interferenze tra gli interventi edilizi e la qualità delle acque in essi contenuta. La Variante prevede una contrazione della previsione insediativa del PGT vigente, con relativi vantaggi per quanto concerne le pressioni sul Sistema Idrico Integrato. La Variante incentiva interventi di riqualificazione delle aree dismesse non residenziali che permettono in generale di avere strutture edilizie con migliori performances per quanto riguarda la raccolta, lo smaltimento e/o il riuso delle acque meteoriche. Uno degli elementi introdotti dalla Variante è proprio la Tavola della Sensibilità dei luoghi che dovrebbe portare ad una maggiore omogeneizzazione nella definizione dei progetti edilizi e nella valutazione dei loro impatti paesistici. La Variante riconferma gli ambiti di trasformazione ai margini 103

104 Punti di attenzione prioritari Indirizzi per il PGT Risposte del Piano Ecosistema La Rete Ecologica del Parco del Ticino riconosce gli assi fondamentali del Ticino e del Terdoppio ed alcuni corridoi principali; La Rete Ecologica Regionale riconosce l importanza del corridoio fluviale del Ticino e del corridoio Sud Milano, oltre che del ganglio primario Ticino di Vigevano; Presenza delle aree prioritarie per la biodiversità AP31 Valle del Ticino e AP32 Lomellina ; Presenza di siti appartenenti alla Rete Natura 2000 e di habitat di interesse comunitario. Ad eccezione del Parco del Ticino, la vegetazione naturale è ridotta a piccoli frammenti isolati nella campagna e a vegetazione arbustiva e arborea a sviluppo nastriforme lungo i corpi idrici; Presenza di alcune barriere nei confronti della connettività ecologica: la SS494 Vigevano Abbiategrasso Milano e la ferrovia Mortara Vigevano Milano; Sensibilità ecosistemica intrinseca complessiva bassa o molto bassa su gran parte del territorio; Tenere nella dovuta considerazione gli elementi delle reti ecologiche sovraordinate nel definire le scelte localizzative Favorire la realizzazione di interventi di compensazione in corrispondenza di elementi delle reti ecologiche Favorire interventi di rinaturalizzazione del tessuto agricolo conseguenti, ad esempio a previsioni di compensazioni collegate alle previsioni trasformative Limitare l'effetto barriera connesso alla nuova viabilità extraurbana di previsione dell'urbanizzato che svolgono, oltre al ruolo di elementi di ricucitura, anche quello di filtro tra l'abitato e le aree esterne. Sarà opportuno che per gli ambiti di margine, in sede di presentazione dei PA, siano attentamente valutati gli impatti paesistici complessive dei fabbricati e delle mitigazioni. La Variante non muta nella sostanza le previsioni inerenti la Rete Ecologica Comunale e nemmeno le quote degli ambiti di trasformazione destinate alla cessione per realizzare verde pubblico. Viene individuato un ambito di trasformazione all'interno di un elemento di I livello della RER lungo il fiume Ticino per il quale deve essere prestata particolare attenzione in fase attuativa come meglio precisato nelle schede di valutazione. Per valutare i potenziali effetti indotti dal PGT sul sistema ambientale, è stata effettuata un analisi finalizzata all individuazione delle azioni di Piano che potenzialmente possano avere rilevanza rispetto al sistema delle sensibilità considerato. Tale analisi è basata su un doppio passaggio: individuazione delle azioni di piano che per relazioni spaziali possono introdurre interferenze sul sistema delle sensibilità assunto; individuazione delle potenziali interferenze generate dalle azioni sul sistema delle sensibilità considerato. 104

105 Il sistema delle sensibilità considerato fa riferimento, oltre che ai siti Rete Natura 2000, anche ad altri elementi individuati da strumenti di pianificazione differenti che definiscono il sistema di appartenenza dei siti Rete Natura 2000 e quello delle relazioni funzionali ad esso collegato. Il sistema delle sensibilità considerato è, pertanto, composto da: - siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) ed habitat prioritari; - gli elementi funzionali della Rete Ecologica Regionale. Per quanto riguarda l evidenziazione delle relazioni spaziali delle azioni della Variante rispetto al sistema di riferimento assunto, sono stati considerate come azioni aventi rilevanza potenziale rispetto agli elementi sopra elencati quelle che risultano ad essi interni, parzialmente interni, confinanti e vicini (distanza 100 m per gli ambiti e 200 m per le strade). Questa fase ha svolto, quindi, una funzione di screening per individuare le azioni potenzialmente rilevanti riguardo agli effetti sul sistema di sensibilità assunto. Per quanto riguarda l individuazione delle potenziali interferenze generate dalle azioni di piano sul sistema delle sensibilità considerato, sono stati utilizzati i seguenti criteri: Generazione di inquinamento atmosferico potenzialmente interferente Generazione di inquinamento idrico potenzialmente interferente Generazione di rumore potenzialmente interferente Eliminazione di habitat di interesse comunitario Eliminazione di unità ecosistemiche importanti per la conservazione di specie di interesse comunitario Eliminazione di altre unità ecosistemiche di interesse naturalistico Frammentazione della connettività ecologica (barriere) Alterazione/danneggiamento di habitat di interesse comunitario Alterazione/danneggiamento di unità ecosistemiche importanti per la conservazione di specie di interesse comunitario Alterazione/danneggiamento di altre unità ecosistemiche di interesse naturalistico Disturbo alla fauna sensibile Introduzione di elementi determinanti mortalità per collisioni di specie sensibili al fattore Le figure seguenti mostrano la relazione spaziale tra gli ambiti di trasformazione e Rete Ecologica Regionale e Rete Natura

106 Figura 7.1 Relazione tra ambiti di trasformazione e Rete Ecologica Regionale e Rete Natura 2000 Fonte: elaborazione dati Comune di Vigevano 106

107 Figura 7.2 Relazione tra ambiti di trasformazione e Rete Ecologica del Parco del Ticino 107

108 Fonte: Parco del Ticino 7.1 Incidenza della nuova disciplina per le funzioni commerciali Nel tessuto per attività produttive, disciplinato dall articolo 35 del PdR, si inserisce la possibilità di insediamento di medie strutture di vendita fino a 500 mq di superficie di vendita alimentari e non alimentari, che amplia le possibilità di insediamento di attività commerciali, consentite dalla vigente normativa limitatamente al commercio di vicinato (con superficie di vendita fino a 250 mq). Nelle zone di cui all articolo 36, tessuto per attività commerciali, si elimina il limite di 800 mq di superficie di vendita per le medie strutture: viene cioè adeguata alla legislazione vigente la definizione di media struttura di vendita abolendo il limite della superficie di vendita (per cui la superficie di vendita relativa alle medie strutture è compresa tra 250 e mq); viene inoltre eliminato il limite relativo alle strutture commerciali alimentari. In generale, dal punto di vista localizzativo, le aree interessate dalle modifiche sulla discplina per le funzioni commericiali sono poste in ambito urbano, non figurando pertanto incidenze significative sul sistema delle sensibilità ambientali considerato. Le zone che possono avere una potenziale influenza su aree appartenti al sistema delle sensibilità assunto sono quelle poste a nord - ovest e a nord est del centro abitato. L area nord occidentale confina con un elemento di II livello della RER: per quanto riguarda il possibile incremento di traffico, nel caso risulti necessario attuare nuovi tratti di viabilità ed essi ricadano all interno di una fascia di 100 m dall elemento di II livello della RER, dovranno essere previsti adeguati elementi lineari arboreo - arbustivi di ambientalizzazione dell infrastruttura. Analoghe considerazioni valgono per le eventuali nuove aree a parcheggio. Per quanto riguarda l area posta a nord est, valgono le stesse considerazioni, tuttavia gli elementi di inserimento ambientale dovranno essere più consistenti in considerazione della particolare sensibilità dell area. In particolare, essendo la zona interna al corridoio ecologico del Ticino e in prossimità delle aree Natura 2000, si rende necessario attiviare la specifica procedura di Valutazione di Incidenza connessa alla progettazione delle opere. Per quanto riguarda nello specifico il nuovo ambito di trasformazione commerciale individuato dalla Variante, si rimanda al paragrafo successivo. 108

109 Figura 7.3 Tessuto per attività produttive e commerciali potenzialmente influenti sul sistema delle sensibilità assunto Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT vigente Piano delle Regole dicembre Incidenza delle variazioni alla conformazione degli ambiti di trasformazione La variante non comporta un aumento del carico insediativo e non comporta ulteriore consumo di suolo agricolo: le modifiche sono di norma relative a tessuti urbani o ambiti di trasformazione già edificabili o edificati nel PGT vigente. Il saldo complessivo della variazione di Sul residenziale risulta negativo: circa mq di Sul per funzioni residenziali in meno, corrispondente a 97 abitanti teorici in meno. Variazione Sul residenziale - mq mq/ab Variazione capacità insediativa - ab Incremento Capacità insediativa PGT vigente - ab capacità insediativa Capacità insediativa PGT variante - ab - ab

110 Di seguito viene riportata una valutazione generale dell incidenza degli ambiti di trasformazione selezionati come potenzialmente interferenti sulla Rete Natura La valutazione si è concentrata sugli ambiti per i quali è stata prevista una variazione rispetto al PGT vigente che può rientrare nella seguente casistica: - Modifica delle norme contenute nelle schede di attuazione - Modifica della superficie territoriale in incremento o riduzione - Introduzione di nuovi ambiti di trasformazione Per rendere conto a livello territoriale delle interdipendenze tra trasformazioni confermate e ambiti soggetti a modificazioni, la valutazione è stata organizzata individuando 10 macro-ambiti nei quali ricadono entrambe le suddette tipologie. Utilizzando una tale impostazione alcuni ambiti di trasformazione riconfermati dal PGT vigente non risultano ricadere in alcun macro-ambito e questo per due ordini di motivi: 1. La precisa indicazione normativa secondo la quale ciò che è già stato sottoposto a VAS non deve essere valutato nuovamente 2. La distanza rispetto agli ambiti che hanno subito modificazioni che non fa presupporre influenze reciproche. Al fine di garantire le migliori condizioni di: - inserimento delle nuove edificazioni nel contesto; - minimizzazione dei consumi energetici; - riduzione dei consumi idrici; - sostenibilità ambientale dell intervento; - qualità della vita dei nuovi residenti e di coloro che risiedono già nei pressi dell area interessata dall intervento; si propone di seguito un elenco di opere di mitigazione che devono essere considerate un presupposto ineludibile per la realizzazione di tutti gli interventi previsti sia dal Documento di Piano sia del Piano delle Regole e dal Piano dei Servizi: a. Ogni progetto di intervento inerente qualsivoglia ambito di trasformazione dovrebbe essere accompagnato da un adeguata valutazione delle potenziali criticità causate dalla presenza di cantieri (polveri, rumore, passaggio di veicoli pesanti) che possono abbassare il livello di qualità della vita dei residenti del contesto circostante. b. Sarebbe opportuno che le eventuali mitigazioni a verde previste dal progetto di intervento fossero predisposte fin dalle prime fasi realizzative della trasformazione al fine di massimizzarne gli effetti una volta terminate le operazioni di edificazione (preverdissement). c. Per gli ambiti di trasformazione derivanti da una partizione di precedenti previsioni presenti nel PGT vigente sarebbe opportuno verificare, in sede di presentazione delle proposte progettuali, la sussistenza di un'omogeneità nella disposizione dei volumi e delle aree verdi al fine di realizzare interventi omogenei che non replichino la situazione fortemente disarticolata dell'urbanizzato attuale. d. Gli insediamenti previsti dovranno essere caratterizzati da un elevata qualità formale degli edifici (morfologica ed estetica) per contribuire alla riduzione dell impatto paesistico soprattutto nelle zone di confine tra tessuto agricolo e tessuto urbano. Di conseguenza dovrà essere attentamente valutato l inserimento dei nuovi volumi in rapporto al contesto circostante e alle emergenze di carattere naturale e storico-architettonico. e. La disposizione dei nuovi volumi dovrebbe perseguire l obiettivo di massimizzare la permeabilità dei suoli e di garantire la permeabilità verso le visuali privilegiate del contesto. f. Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici necessari al massimo contenimento dei consumi di risorse ambientali (acqua, fonti energetiche non rinnovabili ecc.) quali, ad esempio, la realizzazione di impianti di tipo centralizzato. g. Si dovranno prevedere tutti i provvedimenti tecnici per la massima riduzione della generazione di inquinanti e di riduzione del carico sulle reti dei servizi. h. Gli allacciamenti alla rete degli impianti per gas, energia elettrica, acqua e fognatura dovranno rispettare tutte le norme e prescrizioni previste dai soggetti gestori. i. Con i gestori della rete fognaria e degli impianti di depurazione dovranno essere presi accordi per la valutazione e la gestione nel tempo dei carichi insistenti sugli impianti di depurazione al fine di scongiurare l insorgere di 110

111 criticità e dovrà inoltre essere valutata nello specifico la possibilità di recapitare in pubblica fognatura le sole acque reflue domestiche. j. Per ridurre i potenziali impatti negativi sul sistema di smaltimento derivanti dalla presenza di ingenti quantità di acqua piovana, si propone l impiego di materiali permeabili (ove compatibile) per le pavimentazioni (soprattutto in relazione ai parcheggi di pertinenza delle aree terziarie e commerciali) e la previsione di sistemi di reinfiltrazione in loco delle acque meteoriche potenzialmente non inquinate e il mantenimento dell officiosità degli alvei del reticolo minore per non aggravare la criticità del sistema di smaltimento. k. Data la presenza diffusa di fenomeni di ruscellamento, i progetti di intervento all interno degli ambiti Dovranno prevedere adeguate opere per la gestione delle acque meteoriche al fine di evitare di criticizzare le portate dei torrenti. l. Dovranno essere presi in considerazione sistemi di trattamento e smaltimento separato delle acque meteoriche di prima pioggia al fine di proteggere i suoli circostanti gli ambiti di trasformazione soprattutto in prossimità dei corpi idrici superficiali. m. Dovrà essere valutata la possibilità di definire, ove possibile, specifici progetti per il riutilizzo delle acque meteoriche (non inquinate) per l irrigazione del verde pertinenziale dei lotti di intervento. n. Si dovrà fare ricorso a piantumazioni di alberi e filari laddove sia necessario per ricostruire una rete del verde che si integri al sistema del verde locale e/o alle reti verdi di livello sovraordinato. o. Dovranno essere tenuti in debita considerazione nella progettazione e nell'organizzazione degli spazi i corpi idrici superficiali (naturali e artificiali) quali elementi di utilità produttiva, valenza paesaggistica e diversità ambientale. p. Si dovrà promuovere l uso di programmi innovativi per l utilizzo di fonti rinnovabili di energia quali i sistemi di riscaldamento a basse emissioni, il solare passivo e gli accumulatori termici. q. Si dovrà massimizzare la presenza delle aree piantumate per favorire l'assorbimento della CO2, la riduzione degli inquinanti atmosferici, il miglioramento del microclima urbano. r. Si dovranno prevedere fasce vegetazionali lungo i fronti perimetrali, in particolare per i fronti aperti verso la campagna, che dovranno essere formate con elevata densità di alberi e arbusti autoctoni. s. Si dovrà prevedere l utilizzo di nuovi impianti di illuminazione esterna, pubblici e privati, in conformità ai criteri antinquinamento luminoso ed alla necessità di un ridotto consumo energetico, secondo LR 17/2000 e LR 38/2004. t. Si dovranno prevedere fasce tampone o provvedimenti di riduzione del rumore lungo i fronti con attività produttive e/o commerciali; in tutti i casi occorrerà verificare la compatibilità acustica contestualmente alla definizione dell impianto planivolumetrico dell area di trasformazione. u. Si dovranno prevedere sistemi per lo smaltimento in loco delle acque meteoriche utilizzando per quanto possibile le BMP ((Best Management Practice). 111

112 Macro Ambito 3 (AdT a13.1-a13.2-a14-a15-a16-a17.1-a17.2-a20.1-a20.2-a20.3- i1-i2-i3-c1) Localizzazione Stato di fatto Ambito a13 Stato di fatto Ambito a15 Stato di fatto Ambito i1 Stato di fatto Ambito i9 Stato di fatto Ambito i10 112

113 Macro Ambito 3 (AdT a13.1-a13.2-a14-a15-a16-a17.1-a17.2-a20.1-a20.2-a20.3- i1-i2-i3-c1) Stato di fatto Ambito a17 Stato di fatto Ambito a20 St Variante (a+i+c) St Vigente (a+i+c) St (a+i+c) SUL variante (a+i+c) Abitanti teorici macro-ambito mq mq mq mq 290 AdT soggetti a variazione: - a13: suddiviso negli ambiti a13.1 e a13.2 e decremento St - a15: decremento della St - a17: suddiviso negli ambiti a17.1 e a17.2 e decremento della St - a20: suddiviso negli ambiti a20.1, a20.2 e a20.3 e decremento della St - i1: decremento della St - i9: suddiviso negli ambiti i9.1 e i9.2 e decremento della St - i10: suddiviso negli ambiti i10.1 e i10.2 e decremento della St Potenziali criticità rilevate Localizzazione del macro ambito e condizione attuale Il macro-ambito è localizzato nella porzione nord dell'urbanizzato a nord di viale Petrarca tra il cimitero e corso Novara. L'urbanizzazione in quest'area è composta da edilizia mista a media densità organizzata in nuclei cresciuti in modo disomogeneo accanto alle infrastrutture viarie principali e, successivamente, nelle aree intercluse, dando luogo ad un tessuto urbano piuttosto discontinuo e sfrangiato. Le previsioni del PGT vigente, in gran parte riconfermate dalla Variante in oggetto, prevedono la ricucitura dell'urbanizzazione con limitazione delle situazioni di suoli agricoli interclusi e la definizione di un margine per l'abitato lungo la roggia Mora. Vincoli Vincolo storico artistico sulla Villa San Martino. L'ambito i1 ricade all'interno della fascia di rispetto di un pozzo. Vincolo ambientale presente a nord della roggia Mora in corrispondenza degli ambiti a17.1, a17.2 e a20.2. L'ambito a20 confina con un elemento di II livello della RER. L'ambito i19 è posto parzialmente all'interno della fascia di rispetto del cimitero. Fattibilità geologica L'ambito considerato ricade per intero in Classe 1. Consumo di suolo e impermeabilizzazione La Variante prevede lievi decrementi delle superfici territoriali degli ambiti considerati che comportano l'esclusione dalla trasformazione di suolo non urbanizzato con conseguente protezione dall'impermeabilizzazione. Effetti indotti I decrementi di superficie previsti inducono una riduzione della popolazione teorica insediabile con conseguente riduzione dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti e delle acque da smaltire. Per quanto riguarda gli effetti cumulativi sull'intero comparto considerato, e sulle trasformazioni in esso previste e riconfermate, non si presuppongono interferenze negative con i restanti ambiti residenziali e con l'ambito commerciale. Anche dal punto di vista delle eventuali ripercussioni sugli elementi del contesto naturale e del paesaggio rurale non si riscontrano effetti critici ulteriori rispetto a quelli già analizzati in sede di VAS del PGT vigente. Indicazioni per la riduzione delle nuove pressioni 113

114 Macro Ambito 3 (AdT a13.1-a13.2-a14-a15-a16-a17.1-a17.2-a20.1-a20.2-a20.3- i1-i2-i3-c1) Oltre all elenco di interventi di mitigazione riportato sopra, valgono le seguenti ulteriori indicazioni: 1. Si ribadisce l'attenzione, già rimarcata in sede di VAS del PGT vigente, che deve essere riservata in sede di predisposizione dei Piani Attuativi degli ambiti a17 e a20 alla presenza della roggia Mora e del Naviglio Sforzesco quali elementi portanti per progetti di tutela e rigenerazione paesistico ambientale. 2. Deve essere posta attenzione alla presenza internamente ai confini degli ambiti a15 e a17 di elementi vegetazionali la cui preservazione o compensazione deve essere valutata alla luce di un rilievo puntuale e dei progetti di intervento. Indicazioni specifiche per la valutazione di incidenza: L ambito a20 confina a nord con un elemento di II livello della Rete Ecologica Regionale. La porzione di ambito che contribuisce alla riduzione di St dell area è quella più meridionale, lontana dal sistema delle sensibilità ambientali considerato per la valutazione. La disposizione dei volumi edificati dovrebbe perseguire l obiettivo di massimizzazione della permeabilità del suolo. Nella definizione del progetto dell ambito a20 dovrebbe essere considerata la conservazione per quanto possibile della dotazione vegetazionale attualmente presente lungo il corso d acqua, prevedendo, nel caso non sia possibile, forme di compensazione. 114

115 Macro Ambito 5 (AdT a21.1-a21.2-a21.3-a22.1-a22.2-a22.3-a23-a41-i11-p2-p3- p23-c2) Localizzazione Stato di fatto Ambito a21 Stato di fatto Ambito a22 Stato di fatto Ambito a41 Stato di fatto Ambito p23 St Variante (a+i+p+c) St Vigente (a+i+p+c) St (a+i+p+c) SUL variante (a+i+p+c) Abitanti teorici macro-ambito 115

116 Macro Ambito 5 (AdT a21.1-a21.2-a21.3-a22.1-a22.2-a22.3-a23-a41-i11-p2-p3- p23-c2) mq mq mq mq 322 AdT soggetti a variazione: - a21: suddiviso negli ambiti a21.1, a21.2 e a21.3 e decremento St - a22: suddiviso negli ambiti a22.1, a22.2 e a22.3 e decremento della St - a41: modifica funzione prevalente da produttivo a residenziale (ex p4) - p23: ambito di nuova individuazione Potenziali criticità rilevate Localizzazione dell ambito e condizione attuale Il macro-ambito è localizzato all'estremità nord-est dell'urbanizzato tra il viale dell'artigianato e il cimitero. L'urbanizzazione in quest'area è composta da edilizia mista a densità medio-alta conseguenza di espansioni disomogenee progressive del nucleo abitato che hanno dato luogo ad un tessuto urbano piuttosto discontinuo e sfrangiato dalle caratteristiche funzionali miste e ad una maglia viaria scarsamente gerarchizzata e funzionale solo all'accessibilità ai singoli comparti edilizi. Le previsioni del PGT vigente, in gran parte riconfermate dalla Variante in oggetto, prevedono la ricucitura dell'urbanizzazione residenziale con limitazione delle situazioni di suoli agricoli interclusi e la definizione di un margine est per l'abitato. La Variante introduce un ambito a carattere produttivo tra gli ambiti p2 e p3 a completare il settore di Corso Milano che funge da porta di accesso all'abitato e che sarà interessato dalla realizzazione della nuova viabilità connessa alla riqualificazione del ponte sul Ticino. La Variante, inoltre modifica la destinazione d'uso dell'ambito p4 da produttivo a residenziale mantenendo il completamento dell'urbanizzazione tra la strada del porto e la via Boselli. Vincoli L'ambito p23 ricade nella fascia di rispetto paesistico di 150 m che corre lungo il Ticino ed all'interno di un elemento di I livello della RER. L'ambito a21 confina con un elemento di I livello della RER. L'ambito a22 ricade parzialmente all'interno della fascia di rispetto dell'elettrodotto che segue l'andamento di viale dell'artigianato. L'ambito a41 ricade in un'area a vincolo ambientale e confina con un corridoio a bassa antropizzazione della RER. Fattibilità geologica Il macro ambito considerato ricade per la quasi totalità in Classe 1, tranne gli ambiti p23 e p3 che ricadono in Classe 2. Consumo di suolo e impermeabilizzazione La Variante prevede lievi decrementi delle superfici territoriali degli ambiti considerati che comportano l'esclusione dalla trasformazione di suolo non urbanizzato con conseguente protezione dall'impermeabilizzazione. Il mutamento di destinazione dell'ambito a41 determina una potenziale riduzione della copertura del suolo e dell'impermeabilizzazione. La realizzazione dell'ambito p23, che ricade in un'area per la maggior parte non edificata che presenta elementi vegetazionali, porterà ad un incremento della superficie impermeabilizzata conseguente alla tipologia funzionale ivi prevista. Effetti indotti I decrementi di superficie previsti inducono una riduzione della popolazione teorica insediabile con conseguente riduzione dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti e delle acque da smaltire. Per quanto riguarda gli effetti cumulativi sull'intero comparto considerato, e sulle trasformazioni in esso previste e riconfermate, non si presuppongono interferenze negative con i restanti ambiti residenziali e con l'ambito commerciale. Anche dal punto di vista delle eventuali ripercussioni sugli elementi del contesto naturale e del paesaggio rurale non si riscontrano in generale effetti critici ulteriori rispetto a quelli già analizzati in sede di VAS del PGT vigente. Per quanto concerne l'ambito p23 occorre considerare l'effetto cumulativo che un'area produttiva di queste dimensioni avrà assieme ai confinanti P2 e P3 anche in relazione al loro affacciarsi su via dell'artigianato che è uno degli assi principali di accesso e attraversamento del nucleo di Vigevano. Indicazioni per la riduzione delle nuove pressioni Oltre all elenco di interventi di mitigazione riportato sopra, valgono le seguenti ulteriori indicazioni: 1. Per l'ambito p23 occorrerà una particolare cura nella predisposizione del piano attuativo in considerazione del suo configurarsi come "porta" della città con le conseguenze dal punto di vista degli impatti paesaggistici che ciò comporta. Inoltre occorrerà verificare il sistema di accessibilità veicolare all'ambito ponendo come priorità la salvaguardia delle 116

117 Macro Ambito 5 (AdT a21.1-a21.2-a21.3-a22.1-a22.2-a22.3-a23-a41-i11-p2-p3- p23-c2) condizioni di circolazione di via dell'artigianato e l'evitare fenomeni di congestionamento veicolare. Per quanto concerne le presenze vegetazionali nel sito, occorrerà produrre un censimento ex ante al fine di verificarne lo stato e la reale consistenza e approntare, se necessario, interventi di compensazione per gli individui eliminati in conseguenza dell'attuazione dell'ambito. Ai sensi della DGR 10962/2009 è facoltà dell'autorità Competente per la VAS richiedere in sede di presentazione di Piano Attuativo dell'ambito la Valutazione di Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale di Rete Natura 2000 in merito alla adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare i necessari interventi di rinaturazione compensativa. 2. Deve essere posta attenzione alla presenza internamente ai confini dell'ambito a21 di elementi vegetazionali la cui preservazione o compensazione deve essere valutata alla luce di un rilievo puntuale e dei progetti di intervento. 3. Per l'ambito a41, sarà necessario valutare con attenzione l'inserimento di un comparto residenziale al confine con area produttiva approntando tutti gli accorgimenti necessari alla tutela della popolazione da insediare. Indicazioni specifiche per la valutazione di incidenza: L ambito a21 confina a nord e ad est con un elemento di I livello della Rete Ecologica Regionale. La porzione di ambito che contribuisce alla riduzione di St dell area è molto piccola: pertanto, la variazione di St rispetto al PGT vigente è di entità tale che si ritene possano valere ancora le indicazioni espresse in sede di Valutazione di Incidenza del PGT, di cui si riporta uno stralcio: Dovranno essere curate le relazioni con l elemento di primo livello della Rete Ecologica. Al fine di contenere i potenziali effetti indotti dalla vicinanza di aree produttive e elementi della viabilita principale, si suggerisce di adottare provvedimenti relativi alle caratteristiche dell involucro edilizio, nonché operazioni di mitigazione realizzabili nell ambito di pertinenza, quali la realizzazione di fasce vegetazionali, dune verdi, barriere antirumore. L'ambito p23, di nuova individuazione, ricade nella fascia di rispetto paesistico di 150 m che corre lungo il Ticino ed all'interno di un elemento di I livello della RER. Per quest area dovrà essere verificata la necessità di attivare le procedure relative al cambiamento di desitinazione d suo dell area boscata; le eventuali compensazioni potranno essere utilizzate per implementare la Rete Ecologica Comunale. L'ambito a41 confina con un corridoio a bassa antropizzazione della RER. La variazione di destinazione prevalente da produttivo a residenziale può essere considerata come una riduzione, rispetto alla previsione del PGT vigente, delle potenziali pressioni sul sistema delle sensibilità ambientali considerato. La localizzazione, in ogni caso, è tale da non incidere sulla struttura ecosistemica del corridoio. Per tutte le aree valgono le seguenti indicazioni: - La disposizione dei volumi edificati dovrebbe perseguire l obiettivo di massimizzazione della permeabilità del suolo. - Nella definizione del progetto degli ambiti dovrebbe essere considerata la conservazione per quanto possibile della dotazione vegetazionale attualmente presente, prevedendo, nel caso non sia possibile, forme di compensazione. 117

118 Macro Ambito 10 (AdT a35.1-a35.2-a36-a37-p21) Localizzazione Stato di fatto Ambito a35 Stato di fatto Ambito p21 St Variante (a+p) St Vigente (a+p) St (a+p) SUL variante (a+p) Abitanti teorici macro-ambito mq mq mq mq 122 AdT soggetti a variazione: - a35: suddiviso negli ambiti a35.1 e a35.2 e decremento St - p21: decremento St Potenziali criticità rilevate Localizzazione del macro ambito e condizione attuale Il macro-ambito coincide con la frazione Morsella la cui urbanizzazione attualmente si concentra attorno alla via omonima che attraversa l'abitato con sfrangiature lungo via San Marco. A nord di corso Torino si estende l'area dismessa della ex Berflex. L'urbanizzazione in quest'area è composta prevalentemente da edilizia residenziale a densità medio-bassa che si sviluppa, come già detto, in senso lineare lungo via Morsella con la conseguenza di intercludere alcuni ambiti agricoli tra corso Torino 118

119 Macro Ambito 10 (AdT a35.1-a35.2-a36-a37-p21) e la frazione. Le previsioni del PGT vigente, in gran parte riconfermate dalla Variante in oggetto, prevedono la ricompattazione dell'urbanizzazione residenziale completando il settore nord-est della frazione e la porzione sud verso il cimitero. Era in origine previsto un ambito di trasformazione in corrispondenza dell'area dismessa che si estendeva fino alla ferrovia. Vincoli L'ambito 35 ricade parzialmente all'interno della fascia di rispetto di un pozzo idropotabile. La frazione è per intero inserita all'interno di una zona di interesse archeologico. Presenza di aree boscate sottoposte a tutela paesistica in corrispondenza dell'ambito p21. L'ambito p21 ricade in un elemento di I livello della RER. Fattibilità geologica Il macro ambito considerato ricade per la totalità in Classe 2b. Consumo di suolo e impermeabilizzazione La Variante riduce la St dell'ambito p21 in corrispondenza dell'area dismessa riducendo le possibilità di un parziale recupero di suolo coperto, oltre che di una sua bonifica. Effetti indotti I decrementi di superficie previsti inducono una riduzione dei consumi idrici ed energetici, della produzione di rifiuti e delle acque da smaltire. Per quanto riguarda gli effetti cumulativi sull'intero comparto considerato, e sulle trasformazioni in esso previste e riconfermate, non si presuppongono interferenze negative con i restanti ambiti residenziali o produttivi. Anche dal punto di vista delle eventuali ripercussioni sugli elementi del contesto naturale e del paesaggio rurale non si riscontrano in generale effetti critici ulteriori rispetto a quelli già analizzati in sede di VAS del PGT vigente. Indicazioni per la riduzione delle nuove pressioni Oltre all elenco di interventi di mitigazione riportato sopra, valgono le seguenti ulteriori indicazioni: 1. Occorrerà in sede di stesura del Pianto Attuativo sottolineare il ruolo di filtro svolto dall'ambito a35 nei confronti del paesaggio agricolo circostante prevedendo i più opportuni accorgimenti progettuali per la mitigazione degli effetti conseguenti alla presenza delle nuove edificazioni. 2. Per l'ambito p21 occorrerà una particolare cura nella predisposizione del piano attuativo in considerazione della presenza di elementi vegetazionali esistenti di cui dovrà essere censito lo stato al fine di valutare l'eventualità di un loro mantenimento o della compensazione per il loro abbattimento. Dovrà essere attentamente considerata la presenza del canale Cavour quale elemento di rilevanza paesistico ambientale che può dare continuità ad interventi di interconnessione ecologica. Ai sensi della DGR 10962/2009 è facoltà dell'autorità Competente per la VAS richiedere in sede di presentazione di Piano Attuativo dell'ambito la Valutazione di Incidenza, al fine di considerare e, se del caso, di garantire il mantenimento della funzionalità globale di Rete Natura 2000 in merito alla adeguata conservazione di habitat e specie protette e, conseguentemente, individuare i necessari interventi di rinaturazione compensativa. Indicazioni specifiche per la valutazione di incidenza: L ambito p21 è posto all interno di un elemento di I livello della Rete Ecologica Regionale. La porzione di ambito che contribuisce alla riduzione di St dell area è quella posta a sud, al di fuori dell elemento di I livello della RER. La riduzione di St comporta una riduzione del carico insediativo; tuttavia, si determina un significativo consumo di suolo nell area boscata. Si ritiene, pertanto, che debbano essere salvaguardate fasce di vegetazione lungo i lati nord, est e ovest e concentrate le edificazioni in modo tale da poter mantenere o ricostruire la maggior superficie possibile di strutture ecosistemiche, al fine di migliorare la strutturazione ecosistemica dell elemento di I livello. La perdita di superficie boscata dovrà essere compensata con una qualità ecologica elevata, considerata l appartenenza dell area a un elemento di primo livello della Rete Ecologica Regionale. 119

120 7.3 Incidenza delle variazioni per il recupero delle aree dismesse Per la sua localizzazione, la maggior parte delle aree indiviuduate non ha una rilevanza diretta ai fini dello studio di incidenza. Le uniche due aree che possono potenzialmente avere una rilevanza in questo senso sono quelle individuate con un cerchio rosso nella figura seguente. Figura 7.4 Individuazione zone per attività dismesse Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT vigente dicembre 2013 Per la sua localizzazione, la maggior parte delle aree indiviuduate non ha una rilevanza diretta ai fini dello studio di incidenza. Le uniche due aree che possono potenzialmente avere una rilevanza in questo senso sono quelle individuate con un cerchio rosso nella figura seguente. Per l area posta a nord est (derivante dall istanza 15), si rimando a quando scritto al punto 7.1. Per quanto riguarda, invece, l area posta a sud ovest, si rileva che la previsione può comportare un miglioarmento della situazione ambientale attuale. In ogni caso, considerando la presenza di due importanti corsi d acqua e in particolare del Diramatore Vigevano, si ritiene che debbano essere salvaguardate e/o potenziare fasce di vegetazione lungo i lati est e ovest. 120

121 7.4 Incidenza delle modifiche al disegno della viabilità I tratti di viabilità che la Variante ridefinisce sono diffusi capillarmente su tutto il territorio. Nella figura seguente sono individuati tutti i tratti di strada sui quali sono state effettuate le modifiche. Le correzioni effettuate sono relative a: tangenziale della Frazione Piccolini, tracciato del quinto lotto (tangenziale ovest), tracciato del quarto lotto (tangenziale nord) con la rotonda di innesto su corso Milano. Figura 7.5 Individuazione aree di variante e tratti di mobilità modificati Fonte: Comune di Vigevano Variante al PGT vigente TAV. 4 dicembre 2013 Per quanto riguarda il nuovo assetto viabilistico connesso alla realizzazione del Ponte sul Ticino e all accesso all area STAV, il Piano prende atto delle modifiche del progetto. A questo proposito, è stata stipulata una convenzione con la Provincia di Pavia per l individuazione delle aree di compensazione ambientale legate al progetto del Nuovo Ponte sul Ticino. Secondo tale accordo, il Comune di Vigevano si è reso disponibile ad ospitare sui propri terreni parte della compensazione necessaria per la costruzione dell opera, per la superficie di 1,4 ettari. Le aree individuate a tale scopo sono rappresentate nella figura seguente. 121

122 Figura 7.6 Aree di compensazione 7.5 Incidenza della revisione del perimetro di iniziativa comunale del PTC del Parco del Ticino Con la variante è stato ridefinito il perimetro IC individuando zone (agricole e non edificate attualmente incluse nell IC) da escludere e sottoporre alla disciplina diretta del PTC, e zone in parte edificate in continuità con analoghe zone urbane comprese nell IC da includere nell IC, in modo tale comunque da non prevedere complessivamente un aumento della superficie interna al perimetro. Le nuove zone incluse nel perimetro IC vengo sottoposte alla disciplina dell art. 46 Tessuto delle zone agricole del PdR: la scelta effettuata non comporta pertanto alcun consumo di suolo. L ampliamento complessivo di territorio interno al perimetro IC ammesso dalla normativa del PTC del Parco del Ticino è pari al 5% dell area interna al perimetro stesso. In seguito al mancato recepimento da parte del Parco dell ampliamento proposto in sede di approvazione del PGT, l ampliamento complessivo ammesso rimane dunque quello individuato dal PRG approvato nel dicembre 2004, pari a mq (0,6% dell intero territorio interno all IC). Il perimetro proposto diminuisce di mq l intera area di Interesse Comunale (derivante dalla differenza tra le aree stralciate dal territorio interno all IC superficie complessiva di mq e le nuove aree di cui di propone l inclusione superficie complessiva di mq). Il bilancio complessivo delle variazioni proposte risulta, quindi, a favore delle aree assoggettate a disciplina del Parco. Nessuna delle tre aree che la Variante propone di aggiungere alla zona IC interessano direttamente elementi appartenenti al sistema delle sesnsibilità ambientali assunto per la valutazione. 122

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