COMUNE DI SANT ALESSIO CON VIALONE (PV)

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1 COMUNE DI SANT ALESSIO CON VIALONE (PV) - PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO COMUNE DI SANT ALESSIO CON VIALONE (PV) PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO S T U D I O A I F I N I D E L L A V A L U T A Z I O N E D I I N C I D E N Z A A P R I L E

2 Redazione a cura di : G. Luca Bisogni Silvia Repossi Anna Gallotti Davide Bassi N.Q.A. Nuova Qualità Ambientale S.r.l. Via B. Sacco, Pavia 2

3 INDICE INDICE INTRODUZIONE PRESUPPOSTI NORMATIVI DELLO STUDIO DI INCIDENZA IL RAPPORTO TRA VIC E VAS IL P.G.T. DEL COMUNE DI SANT ALESSIO CON VIALONE OBIETTIVI PERSEGUITI DAL PIANO AZIONI PREVISTE DAL PIANO PIANO DEI SERVIZI IL PIANO DELLE REGOLE I PUNTI DI ATTENZIONE PRIORITARI LE PRESSIONI POTENZIALI INDOTTE DAL PGT SU RETE NATURA LE CARATTERISTICHE DELL AREA DI STUDIO IL RAPPORTO TRA TERRITORIO COMUNALE E RETE NATURA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE RETE ECOLOGICA REGIONALE LE SENSIBILITÀ DELL AREA OGGETTO DI INDAGINE HABITAT ASPETTI FLORISTICO-VEGETAZIONALI ASPETTI FAUNISTICI...33 a. Invertebrati terrestri...33 b. Erpetofauna...33 c. Avifauna...34 d. Mammiferi BIODIVERSITÀ LE INTERFERENZE INDOTTE DAL PIANO SUL SISTEMA AMBIENTALE IN RELAZIONE A RETE NATURA L INCIDENZA DELLE AZIONI E PREVISIONI DI PIANO CONGRUITÀ DELLE AZIONI E PREVISIONI DI PIANO RISPETTO ALLE NORME GESTIONALI PREVISTE NELLE MISURE DI CONSERVAZIONE O NEI PIANO DI GESTIONE DEI SITI 42 6 MONITORAGGIO CONCLUSIONI

4 1 INTRODUZIONE 1.1 Presupposti normativi dello studio di incidenza L Unione Europea ha recepito i principi internazionali in merito alla conservazione della natura, emanando alcune direttive tra cui le più significative in materia di biodiversità sono: la Direttiva 79/409/CEE (Direttiva Uccelli ), che sancisce la conservazione di tutte le specie di uccelli selvatici europei, delle loro uova, dei nidi e degli habitat e prevede l istituzione delle Zone a Protezione Speciale (ZPS) per il raggiungimento di tali obiettivi. Le misure prevedono da una parte l individuazione di una serie di azioni per la conservazione di numerose specie di uccelli indicate nei relativi allegati e dall altra l individuazione, da parte degli Stati membri dell UE, di aree destinate alla conservazione di tali specie, le Zone di Protezione Speciale (ZPS); la Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat ), che rappresenta la normativa di recepimento a livello europeo della Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro ed ha l obiettivo di salvaguardare la biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatica nel territorio europeo. Essa fornisce elenchi di habitat naturali (allegato I) e di specie animali e vegetali (allegato II) di interesse comunitario e si propone l obiettivo di costruire, per la loro tutela, una rete di zone speciali di conservazione. In un primo momento gli Stati Membri sono chiamati ad effettuare una ricognizione sul loro territorio circa la presenza e lo stato di conservazione di tali specie ed habitat, indicando quindi una serie di siti. La Commissione Europea designa, quindi, tra i siti proposti e con riferimento alle diverse regioni biogeografiche, i Siti di Importanza Comunitaria (SIC). Gli Stati Membri istituiscono, entro i siti designati, Zone Speciali di Conservazione, in cui siano applicate misure di gestione atte a mantenere un soddisfacente stato di conservazione della specie e degli habitat presenti. La Direttiva Habitat introduce all'articolo 6, comma 3, la procedura di Valutazione di Incidenza con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. Con DPR 8 settembre 1997 n. 357 (successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003 n. 120), lo Stato Italiano ha emanato il Regolamento di recepimento ed attuazione della Direttiva Habitat, assegnando alle regioni il compito di definire specifici indirizzi, in materia di Rete Natura 2000 e di Valutazione di Incidenza, per il proprio territorio di competenza. In base all'art. 6 del DPR 120/2003, comma 1, sono da sottoporre a Valutazione di Incidenza (comma 3), tutti i Piani, Programmi e Progetti non direttamente connessi e necessari al 4

5 mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi. La Regione Lombardia con la D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 individua i soggetti gestori, definisce le modalità procedurali per l applicazione della valutazione di incidenza e fornisce i contenuti minimi dello studio per la valutazione d incidenza di Piani, Programmi e Progetti sui SIC e psic (Box 1), presenti nel territorio regionale. Con D.G.R. 15 ottobre 2004 N. 7/19018, la Regione Lombardia stabilisce che, nel caso il Piano, Programma o Progetto in analisi interessi ambiti in cui si evidenzi una sovrapposizione di ZPS con SIC o psic, lo Studio di Incidenza sia unico. Box1.1- Modalità procedurali per l applicazione della Valutazione di Incidenza Sezione I PIANI Articolo 1 Contenuti dei piani in relazione ai SIC o psic 1. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunisticovenatori e le loro varianti, predispongono uno studio per individuare e valutare gli effetti che il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Tale studio deve illustrare gli effetti diretti o indiretti che le previsioni pianificatorie possono comportare sui siti evidenziando le modalità adottate per rendere compatibili le previsioni con le esigenze di salvaguardia. Lo studio dovrà comprendere le misure di mitigazione e di compensazione che il piano adotta o prescrive di adottare da parte dei soggetti attuatori. 2. Lo studio, di cui al comma 1, dovrà avere i contenuti minimi di cui all Allegato D - sez. Piani della presente deliberazione redatti ai sensi dell allegato G del D.P.R. 357/ Qualora i SIC o psic ricadano all interno di aree protette ai sensi della Legge 394/91, si applicano le misure di conservazione per queste previste dalla normativa vigente, come previsto dal D.P.R. 357/97. Articolo 2 Procedure di valutazione di incidenza 1. Gli atti di pianificazione, sono presentati, nel caso di piani di rilevanza regionale, provinciale e comunale, fatto salvo quanto previsto al comma 6, corredati di istanza e unitamente allo studio di cui all art. 1, pena l inammissibilità, alla Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, quale Autorità Competente che, mediante l istruttoria, valuta gli effetti che il piano può avere sui siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi e formalizza l esito della valutazione d incidenza. Gli elaborati di piano e lo studio dovranno essere consegnati in numero di quattro copie di cui una su supporto informatico. 2. L istruttoria per la valutazione d incidenza, da effettuarsi sulla base degli elementi contenuti nell'atto di pianificazione, unitamente allo studio di cui all'art. 1, è finalizzata ad evitare che l'attuazione delle previsioni di piano pregiudichi l'integrità dei siti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti. 3. La Regione Lombardia - D.G. Qualità dell Ambiente, si esprime, nei termini previsti dal D.P.R. 357/97 e successive modificazioni, mediante atto dirigenziale. La D.G. Qualità dell Ambiente può chiedere una sola volta integrazioni. Nel caso in cui siano richieste integrazioni, il termine per la valutazione d incidenza decorre nuovamente dalla data in cui le integrazioni pervengono alla D.G. Qualità Ambiente. 5

6 4. L Amministrazione competente all approvazione dei piani di cui al comma 1 acquisisce preventivamente la valutazione d incidenza espressa dalla D. G. Qualità dell Ambiente ed individua le modalità più opportune per la consultazione del pubblico. 5. Qualora il PTC provinciale sia stato approvato, secondo le procedure previste dai commi precedenti con valutazione d incidenza positiva, la valutazione d incidenza dei piani regolatori generali comunali è effettuata dalla Provincia competente in sede di verifica di compatibilità ai sensi dell art. 3 commi 18 e 19 della l.r. 5 gennaio 2000 n In assenza di P.T.C.P. approvati con valutazione d incidenza positiva, l approvazione del P.R.G. comunale dovrà tenere conto del parere in merito alla valutazione d incidenza espresso dalla D.G. Qualità dell Ambiente. 7. Nel caso di piani che interessino siti di SIC o psic, ricadenti in tutto o in parte all'interno di aree protette ai sensi della l.r. 86/83, la valutazione d incidenza di cui ai commi precedenti viene espressa previo parere obbligatorio dell Ente di gestione dell'area protetta. 8. La valutazione dell incidenza delle varianti a PRG comunali, ai sensi della l.r. 23 giugno 1997 n. 23, che interessino SIC o psic, è effettuata dal Comune. L esito di tale valutazione dovrà essere espressa nell atto di approvazione della variante stessa, tenuto conto del comma precedente. Articolo 3 Effetti della valutazione di incidenza sui piani 1. L'approvazione dei piani, per le parti contenenti le previsioni di cui all'art 1, è condizionata all'esito positivo della valutazione di incidenza espresso a seguito dell'applicazione della procedura di cui all'art. 2, tranne nei casi e con le modalità previsti dall'art La D.G. Qualità dell Ambiente, nell atto dirigenziale: a) può impartire le opportune prescrizioni relative alle modalità di progettazione e di realizzazione degli interventi, previsti dallo strumento di pianificazione, così ammessi; b) specifica, anche sulla base del livello di approfondimento degli atti di pianificazione e dello studio di cui all art.1, quali interventi e/o previsioni del piano siano o meno soggetti a valutazione di incidenza. 3.L adeguamento dei P.R.G. ai piani sovracomunali, approvati con valutazione d incidenza positiva, non è soggetto a valutazione di incidenza. Articolo 4 Conclusioni negative della valutazione di incidenza Qualora, nonostante le conclusioni negative della valutazione di incidenza sul sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano debba essere realizzato per motivi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, le amministrazioni competenti adottano ogni misura compensativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete Natura 2000, coadiuvate dalla D.G. Qualità dell Ambiente che potrà fornire indicazioni in tal senso, e ne danno comunicazione al Ministero dell ambiente e della tutela del territorio. 6

7 Allegato D CONTENUTI MINIMI DELLO STUDIO PER LA VALUTAZIONE D INCIDENZA SUI SIC E psic Sezione piani Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell allegato G del DPR 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valutare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui alle Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito è stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare le misure previste per la compatibilità delle soluzioni che il piano assume, comprese le mitigazioni e/o compensazioni. Lo studio dovrà in particolare: 1. contenere elaborati cartografici in scala minima 1: dell'area interessata dal o dai SIC o psic, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, o riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area. 2. descrivere qualitativamente gli habitat e le specie faunistiche e floristiche per le quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale del sito, se le previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe. 3. esplicitare gli interventi di trasformazione previsti e le relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistici. 4. illustrare le misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare e le modalità di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.) 5. indicare le eventuali compensazioni, ove applicabili a fronte di impatti previsti, anche di tipo temporaneo. Le compensazioni, perché possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto al piano è effettivo sul sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneità non è necessaria per garantire il contributo del sito alla Rete Natura Inoltre dovranno essere funzionalmente ed ecologicamente equivalenti alla situazione impattata, nello stato antecedente all'impatto. Lo studio dovrà essere connotato da un elevato livello qualitativo dal punto di vista scientifico. Box Principali riferimenti normativi in materia di Rete Natura 2000 e Valutazione di Incidenza Unione Europea: Direttiva europea n. 79/409/CEE Uccelli - Conservazione degli uccelli selvatici e Direttiva n. 92/43/CEE Habitat - Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche con le quali si prevede che, al fine di tutelare le specie animali e vegetali, nonché gli habitat, indicati negli Allegati I e II, gli Stati membri classifichino in particolare come SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e come ZPS (Zone di Protezione Speciale) i territori più idonei al fine di costituire una rete ecologica, definita "Rete Natura 2000"; Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001; Decisione europea 7 dicembre 2004 che stabilisce, ai sensi delle Direttiva comunitaria 92/43/CEE sopra citate l Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria per la regione biogeografica continentale; Documento Guida all interpretazione dell articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE, pubblicato nel 2000 dalla Commissione Europea. 7

8 Stato Italiano: DPR 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche", successivamente modificato dal DPR 12 marzo 2003, n. 120, con i quali si dà applicazione in Italia alle suddette direttive comunitarie; DM 3 settembre 2002 che approva le Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 predisposte dal Ministero dell Ambiente e Tutela del Territorio; DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della Direttiva 79/409/CEE ; DM 25 marzo 2005 che approva l Elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per la regione biogeografica continentale, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE ; D.lgs 3 aprile 2006, n. 152 Norma in materia ambientale Parte II (VIA, VAS e IPPC). D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 recante "Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norma in materia ambientale"; DM 17 ottobre 2007, n. 184 Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). Regione Lombardia: D.G.R. 8 agosto 2003, n. 7/14106 "Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi della direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione dei soggetti gestori e modalità procedurali per l applicazione della valutazione d incidenza" (3 Suppl. Straordinario Bollettino ufficiale della Regione Lombardia n. 37 del 12 settembre 2003); D.G.R. 15 dicembre 2003, n. 7/15648 Revoca delle deliberazioni 7/2572 dell 11 dicembre 2000 e 7/11707 del 23 dicembre 2002 e contestualmente individuazione di 17 Z.P.S. (Zone di Protezione Speciale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici"; D.G.R. luglio 2004, n. 7/18453 Individuazione degli enti gestori dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (psic) e dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) non ricadenti in aree naturali protette, e delle zone di protezione speciale (ZPS), designate dal Decreto del Ministero dell Ambiente 3 aprile 2000 (S.O. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 32 del 2 agosto 2004); D.G.R. 15 ottobre 2004, n. 7/19018 Procedure per l applicazione della valutazione di incidenza alle Zone di Protezione Speciale (Z.P.S. ai sensi della direttiva 79/409/CEE, contestualmente alla presa d atto dell avvenuta classificazione di 14 Z.P.S. ed individuazione dei relativi soggetti gestori) (2 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 44 del 28 ottobre 2004); D.G.R. 8 febbraio 2006, n. 8/1876 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della banca dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); D.G.R. 2 maggio 2006, n. 8/2486 Parziale rettifica alla d.g.r. n. 8/1876 dell 8 febbraio 2006 Rete Natura 2000 in Lombardia: trasmissione al Ministero dell Ambiente della proposta di aggiornamento della Banca Dati, istituzione di nuovi siti e modificazione del perimetro di siti esistenti (1 Suppl. Straordinario Bollettino Ufficiale della regione Lombardia n. 21 del 23 maggio 2006); D.G.R. 13 dicembre 2006, n. 8/3798 Rete Natura 2000: modifiche e integrazioni alle dd.gg.rr. n /03, n.19018/04 e n. 1791/06, aggiornamento della banca dati Natura 2000 ed individuazione degli enti gestori dei nuovi SIC proposti ; 8

9 D.G.R. 28 febbraio 2007, n. 8/4197 Individuazione di aree ai fini della loro classificazione quali ZPS (Zone di Protezione Speziale) ai sensi dell art. 4 della direttiva 79/409/CEE integrazione d.g.r. 3624/2006 ; D.G.R. 18 luglio 2007, n. 8/5119 Rete Natura 2000: determinazioni relative all avvenuta classificazione come ZPS delle aree individuate con dd.gg.rr. 3624/06 e 4197/07 e individuazione dei relativi enti gestori ; D.G.R. 27 dicembre 2007, n. VIII/6420 Ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell'art. 4 della LR 12/05 e della D.C.R. VIII/351 ; D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/351 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (articolo 4, comma 1, L.R. 11 marzo 2005, n. 12) ; D.G.R. 20 febbraio 2008, n.viii/ 6648 Nuova classificazione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) e individuazione di relativi divieti, obblighi e attività, in attuazione degli articoli 3, 4, 5 e 6 del d.m. 17 ottobre 2007, n. 184 "Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)". 9

10 2 IL RAPPORTO TRA VIC E VAS Quando ne ricorre il caso, come per il P.G.T. del Comune di Sant Alessio con Vialone, che interessa siti delle Rete Natura 2000, si presenta l obbligo di effettuare valutazioni ambientali del piano derivanti da differenti normative comunitarie; in particolare le normative sono quelle relative alla Valutazione Ambientale Strategica - V.A.S. (Direttiva 2001/42/CE) e alla Valutazione di incidenza V.I.C. (Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che prevede la costituzione di una rete ecologica europea di zone speciali di conservazione (ZSC), denominata Natura 2000, comprendente anche le zone di protezione speciale (ZPS) classificate a norma della Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 concernente la conservazione degli uccelli selvatici). La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente prevede (Art. 11) procedure coordinate tra VAS e procedure valutative previste da altre normative comunitarie. Direttiva 2001/42/CE 27 giugno 2001 Art 11 Relazione con le altre disposizioni della normativa comunitaria 1. La valutazione ambientale effettuata ai sensi della presente direttiva lascia impregiudicate le disposizioni della direttiva 85/337/CEE e qualsiasi altra disposizione della normativa comunitaria 2. per i piani e i programmi in merito ai quali l obbligo di effettuare una valutazione dell impatto ambientale risulta contemporaneamente dalla presenta direttiva e da altre normative comunitarie, gli Stati membri possono prevedere procedure coordinate o comuni per soddisfare le prescrizioni della pertinente normativa comunitaria, tra l altro al fine di evitare duplicazioni della valutazione Gli Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (art. 4 comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n. 12) (Deliberazione di Consiglio Regionale n. VIII/0351 del 13 marzo 2007) all Art 1.3 disciplinano il raccordo con le altre norme in materia di valutazione, la VIA e la Valutazione di incidenza. Secondo l Art. 7.3, la VIC prevista è espressa in Conferenza di verifica o di valutazione della VAS. Deliberazione di Consiglio Regionale n. VIII/0351 del 13 marzo 2007 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi (art. 4 comma 1 L.R. 11 marzo 2005 n. 12) Art 7.0 Raccordo con le altre procedure (disposizioni) La VAS si applica a P/P per i quali l obbligo risulta contemporaneamente dalle seguenti normative comunitarie: direttiva 2001/42/CE del 27 giugno 2001, direttiva 85/337/CEE del 27 giugno 1985, direttiva 97/11/CE del 3 marzo 1997, direttiva 92/43/CEE, direttiva 79/409/CEE; Per i P/P che interessano S.I.C., p.s.i.c. e Z.P.S., rientranti nella disciplina di cui alla direttiva 2001/42/CE si applicano le disposizioni seguenti: in presenza di P/P soggetti a verifica di esclusione in sede di conferenza di verifica, acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell autorità preposta, viene espressa la valutazione di incidenza; 10

11 in presenza di P/P soggetti a VAS in sede di conferenza di valutazione, acquisito il parere obbligatorio e vincolante dell autorità preposta, viene espressa la valutazione di incidenza; A tal fine il rapporto ambientale è corredato della documentazione prevista per la valutazione di incidenza Allegato G del d.p.r. 8 settembre 1997 n. 357 (Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche) e Allegato D sezione piani della D.G.R. 8 agosto 2003 n. VII/14106, concernente l elenco dei proposti siti di importanza comunitaria, ai sensi della direttiva 92/42/CEE. La D.G.R VIII/6420 del 27/12/2007 esplicita i passi procedurali per operare un procedimento di valutazione ambientale coordinato nel quale accanto ai contenuti dei singoli studi trovino spazio modalità di integrazione nella elaborazione, valutazione e monitoraggio del piano/programma/progetto. Il Piano oggetto della V.I.C. è il P.G.T. del Comune di Sant Alessio con Vialone previsto dalla LR 12/05 per il governo del territorio; nei box seguenti sono estratti i contenuti di maggiore rilevo ai fini della valutazione di Incidenza degli strumenti del PGT. Box 2.1 Contenuti di rilievo per la Valutazione di Incidenza all interno della LR 12/05 Art. 8. DOCUMENTO DI PIANO Ha una validità di 5 anni, non contiene previsioni che producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli Il Documento di Piano definisce b) il quadro conoscitivo del territorio comunale, come risultante dalle trasformazioni avvenute, individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità, le aree a rischio o vulnerabili, le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l assetto tipologico del tessuto urbano e ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo, a) individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale; b) determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in coerenza con l utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, ambientali ed energetiche, della definizione dell assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale; e) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, gli ambiti di trasformazione, definendone gli indici urbanistico-edilizi in linea di massima, le vocazioni funzionali e i criteri di negoziazione, nonché i criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva; e-bis) individua, anche con rappresentazioni grafiche in scala adeguata, le aree di cui all articolo 1, 11

12 comma 3-bis, determinando le finalità del recupero e le modalità d intervento, anche in coerenza con gli obiettivi dell articolo 88, comma 2; e-quater) individua i principali elementi caratterizzanti il paesaggio ed il territorio, definendo altresì specifici requisiti degli interventi incidenti sul carattere del paesaggio e sui modi in cui questo viene percepito; f) determina le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani di livello sovracomunale e la eventuale proposizione, a tali livelli, di obiettivi di interesse comunale; g) definisce gli eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione. Art. 9. PIANO DEI SERVIZI Non ha limiti di validità, è sempre modificabile ed ha cogenza conformativa dei suoli. 1. I comuni redigono ed approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico e generale, le eventuali aree per l edilizia residenziale pubblica e da dotazione a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato 4. Il piano dei servizi esplicita la sostenibilità dei costi di cui al comma 3, anche in rapporto al programma triennale delle opere pubbliche, nell ambito delle risorse comunali e di quelle provenienti dalla realizzazione diretta degli interventi da parte dei privati. 6. Il piano dei servizi può essere redatto congiuntamente tra più comuni confinanti e condiviso a livello operativo e gestionale. 10. Sono servizi pubblici e di interesse pubblico o generale i servizi e le attrezzature pubbliche, realizzati tramite iniziativa pubblica diretta o ceduti al comune nell ambito di piani attuativi, nonché i servizi e le attrezzature, anche privati, di uso pubblico o di interesse generale, regolati da apposito atto di asservimento o da regolamento d uso, redatti in conformità alle indicazioni contenute nel piano dei servizi, ovvero da atto di accreditamento dell organismo competente in base alla legislazione di settore, nella misura in cui assicurino lo svolgimento delle attività cui sono destinati a favore della popolazione residente nel comune e di quella non residente eventualmente servita. Art. 10. PIANO DELLE REGOLE Non ha limiti di validità, è sempre modificabile ed ha cogenza conformativa dei suoli. e) individua: 1) le aree destinate all agricoltura; 2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica 1. negli ambiti del tessuto urbano consolidato identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione: a)caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi; b) consistenza volumetrica o superfici lorde di pavimento esistenti e previste; c) rapporti di copertura esistenti e previsti; d) altezze massime e minime; e) modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e continuità del reticolo idrografico superficiale; f) destinazioni d uso non ammissibili; g) interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004; h) requisiti qualitativi degli interventi previsti e mitigazione delle infrastrutture della viabilità con elementi vegetali tipici locali; i) requisiti di efficienza energetica. 12

13 4. Il piano delle regole: a) per le aree destinate all agricoltura: 1) detta la disciplina d uso, di valorizzazione e di salvaguardia, in conformità con quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda; 2) recepisce i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti; 3) individua gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d uso. b) per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, da piano paesaggistico territoriale regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale; c) per le aree non soggette a trasformazione urbanistica individua gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d uso e ammette in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali. Art. 11. COMPENSAZIONE, PEREQUAZIONE ED INCENTIVAZIONE URBANISTICA 1. Sulla base dei criteri definiti dal documento di piano, i piani attuativi e gli atti di programmazione negoziata con valenza territoriale possono ripartire tra tutti i proprietari degli immobili interessati dagli interventi i diritti edificatori e gli oneri derivanti dalla dotazione di aree per opere di urbanizzazione mediante l attribuzione di un identico indice di edificabilità territoriale, confermate le volumetrie degli edifici esistenti, se mantenuti. Ai fini della realizzazione della volumetria complessiva derivante dall indice di edificabilità attribuito, i predetti piani ed atti di programmazione individuano gli eventuali edifici esistenti, le aree ove è concentrata l edificazione e le aree da cedersi gratuitamente al comune o da asservirsi, per la realizzazione di servizi ed infrastrutture, nonché per le compensazioni urbanistiche in permuta con aree di cui al comma Sulla base dei criteri di cui al comma 1, nel piano delle regole i comuni, a fini di perequazione urbanistica, possono attribuire a tutte le aree del territorio comunale, ad eccezione delle aree destinate all agricoltura e di quelle non soggette a trasformazione urbanistica, un identico indice di edificabilità territoriale, inferiore a quello minimo fondiario, differenziato per parti del territorio comunale, disciplinandone altresì il rapporto con la volumetria degli edifici esistenti, in relazione ai vari tipi di intervento previsti. In caso di avvalimento di tale facoltà, nel piano delle regole è inoltre regolamentata la cessione gratuita al comune delle aree destinate nel piano stesso alla realizzazione di opere di urbanizzazione, ovvero di servizi ed attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale, da effettuarsi all atto della utilizzazione dei diritti edificatori, così come determinati in applicazione di detto criterio perequativo. 5. Il documento di piano può prevedere, a fronte di rilevanti benefici pubblici, aggiuntivi rispetto a quelli dovuti e coerenti con gli obiettivi fissati, una disciplina di incentivazione in misura non superiore al 15% della volumetria ammessa per interventi ricompresi in piani attuativi finalizzati alla riqualificazione urbana e in iniziative di edilizia residenziale pubblica, consistente nell attribuzione di indici differenziati determinati in funzione degli obiettivi di cui sopra. Analoga disciplina di incentivazione può essere prevista anche ai fini della promozione dell edilizia bioclimatica e del risparmio energetico, in coerenza con i criteri e gli indirizzi regionali previsti dall articolo 44, comma 18, nonché ai fini del recupero delle aree degradate o dismesse, di cui all articolo 1, comma 3-bis, e ai fini della conservazione degli immobili di interesse storico-artistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del Art. 12. PIANI ATTUATIVI COMUNALI 1. L attuazione degli interventi di trasformazione e sviluppo indicati nel documento di piano avviene attraverso i piani attuativi comunali, costituiti da tutti gli strumenti attuativi previsti dalla legislazione 13

14 statale e regionale. 2. Il documento di piano connette direttamente le azioni di sviluppo alla loro modalità di attuazione mediante i vari tipi di piani attuativi comunali con eventuale eccezione degli interventi pubblici e di quelli di interesse pubblico o generale di cui all articolo 9, comma Le previsioni contenute nei piani attuativi e loro varianti hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli. Art. 43. CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE 2-bis. Gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto sono assoggettati ad una maggiorazione percentuale del contributo di costruzione, determinata dai comuni entro un minimo dell'1,5 ed un massimo del 5 per cento, da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. La Giunta regionale definisce, con proprio atto, linee guida per l applicazione della presente disposizione. Art. 44. ONERI DI URBANIZZAZIONE 1. Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono determinati dai comuni, con obbligo di aggiornamento ogni tre anni, in relazione alle previsioni del piano dei servizi e a quelle del programma triennale delle opere pubbliche, tenuto conto dei prevedibili costi delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, incrementati da quelli riguardanti le spese generali. 3. Gli oneri di urbanizzazione primaria sono relativi alle seguenti opere: strade, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione dell energia elettrica e del gas, cavedi multiservizi e cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazioni, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato. 4. Gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi alle seguenti opere: asili nido e scuole materne, scuole dell obbligo e strutture e complessi per l istruzione superiore all obbligo, mercati di quartiere, presidi per la sicurezza pubblica, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie, cimiteri. 18. I comuni possono prevedere l applicazione di riduzioni degli oneri di urbanizzazione in relazione a interventi di edilizia bioclimatica o finalizzati al risparmio energetico. Le determinazioni comunali sono assunte in conformità ai criteri e indirizzi deliberati dalla Giunta regionale entro un anno dall entrata in vigore della presente legge. 19. Qualora gli interventi previsti dalla strumentazione urbanistica comunale presentino impatti significativi sui comuni confinanti, gli oneri di urbanizzazione possono essere utilizzati per finanziare i costi di realizzazione di eventuali misure mitigative o compensative. Art. 45. Scomputo degli oneri di urbanizzazione 1. A scomputo totale o parziale del contributo relativo agli oneri di urbanizzazione, gli interessati possono essere autorizzati a realizzare direttamente una o più opere di urbanizzazione primaria o secondaria, nel rispetto dell articolo 2, comma 5, della legge 11 febbraio 1994, n. 109 (Legge quadro in materia di lavori pubblici). I comuni determinano le modalità di presentazione dei progetti, di valutazione della loro congruità tecnico-economica e di prestazione di idonee garanzie finanziarie nonché le sanzioni conseguenti in caso di inottemperanza. Le opere, collaudate a cura del comune, sono acquisite alla proprietà comunale ART. 46. CONVENZIONE DEI PIANI ATTUATIVI a) la cessione gratuita, entro termini prestabiliti, delle aree necessarie per le opere di urbanizzazione primaria, nonché la cessione gratuita delle aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale previste dal piano dei servizi; qualora l'acquisizione di tali aree non risulti possibile o non sia 14

15 ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, ovvero in relazione ai programmi comunali di intervento, la convenzione può prevedere, in alternativa totale o parziale della cessione, che all'atto della stipulazione i soggetti obbligati corrispondano al comune una somma commisurata all'utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al costo dell'acquisizione di altre aree. I proventi delle monetizzazioni per la mancata cessione di aree sono utilizzati per la realizzazione degli interventi previsti nel piano dei servizi, ivi compresa l acquisizione di altre aree a destinazione pubblica; ART. 47. CESSIONI DI AREE PER OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA Ove occorra, il titolo abilitativo alla edificazione, quale sua condizione di efficacia, è accompagnato da una impegnativa unilaterale, da trascriversi a cura e spese degli interessati, per la cessione al comune, a valore di esproprio o senza corrispettivo nei casi specifici previsti dalle normative vigenti, delle aree necessarie alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria pertinenti all intervento. E comunque assicurata la disponibilità degli spazi necessari per l installazione della rete dei servizi strumentali all esecuzione della costruzione o dell impianto oggetto del titolo abilitativo Il campo di applicazione dello Studio di Incidenza previsto dalla D.G.R. 8 Agosto 2003 N. 7/14106 è il Piano; in mancanza di indicazioni di maggiore precisazione la procedura di Valutazione di Incidenza è quindi da intendersi applicata ai tre atti (Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) costituenti il Piano di Governo del Territorio (P.G.T.). Ciò deriva dalla necessità dello studio di incidenza di dover discutere dell impatto eventualmente causato dalle azioni di piano rispetto sia all incidenza diretta con i SIC e/o ZPS sia rispetto al sistema delle relazioni esterne ad un sito Natura 2000 ma funzionali al mantenimento della sua integrità. Lo studio di incidenza deve quindi necessariamente considerare tutto il territorio comunale (in realtà non solo limitandosi ad esso) nel quale si manifestano le potenziali vie critiche generate dalle azioni di piano in grado di colpire gli oggetti di rilevanza per lo studio di incidenza. 15

16 3 IL P.G.T. DEL COMUNE DI SANT ALESSIO CON VIALONE 3.1 OBIETTIVI PERSEGUITI DAL PIANO La politica sottesa al PGT di Sant Alessio con Vialone è quella di conciliare l aumento della popolazione residente (derivante in quota rilevante dal saldo migratorio), necessario per la crescita del comune in modo da potersi dotare di servizi pubblici e privati di rango superiore all attuale, e la contemporanea necessità di preservare le valenze naturali presenti sul territorio (oasi di Sant Alessio, SIC, fiume Olona), valorizzandone il ruolo anche quali elementi imprescindibili del paesaggio locale assieme al territorio agricolo. Per raggiungere questo scopo l implementazione degli interventi di nuova espansione è stata suddivisa in tre fasi che comportano l esecuzione di opere di interesse pubblico e privato che non ammettono sovrapposizioni nel senso che l inizio dell esecuzione di una fase deve essere conseguente alla realizzazione o parziale realizzazione delle opere della fase precedente. Contestualmente alle espansioni di carattere residenziale e produttivo-commerciale vengono promossi interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio storico quale ad esempio le opere accessorie all attivazione del golf che prevedono anche la salvaguardia della cascina Vialone e dell area nei pressi del fiume Olona. Dal punto di vista della tutela del paesaggio vengono fornite precise indicazioni nel Piano delle Regole attinenti alla conservazione delle specie arboree durante gli interventi di espansione (compresa la ripiantumazione degli elementi rimossi) e la preservazione dei tracciati idrografici quali testimonianze precipue dell ambito della pianura agricola lombarda. 16

17 Figura Il disegno di Piano Obiettivi del PGT: Fonte: Comune di Sant Alessio con Vialone 1. Promozione e valorizzazione del territorio Mantenimento della connotazione agricola del territorio Valorizzazione della produzione agricola di qualità e promozione della filiera corta Definizione di interventi per il recupero e la valorizzazione delle cascine e definizione di nuove destinazioni, per quelle non più funzionali all attività agricola, con destinazioni comunque compatibili (esempio quelle per il tempo libero, lo sport, l educazione ambientale, commercio di prodotti locali) Interventi sulle aree agricole per la ricostruzione o il completamento degli equipaggiamenti vegetali (siepi, filari di alberi) lungo le rogge e le strade interpoderali Valorizzazione della presenza del fiume Olona I suoli agricoli permangono la maggioranza della superficie totale del comune e ne vengono accentuate le potenzialità paesaggistiche integrandole ad aree verdi attrezzate a vocazione fruitiva. Sono previsti anche i recuperi di alcune aziende agricole, in particolare della cascina Vialone (nucleo storico del comune assieme al castello) al quale viene associata la creazione di un campo da golf (e delle strutture associate) la cui estensione occupa la parte orientale del territorio comunale. 17

18 Relativamente al mantenimento delle caratteristiche proprie del paesaggio di pianura sono previste opere contestuali alle trasformazioni previste connesse alla ricostruzione o all ampliamento delle aree boscate, dei filari e delle siepi, oltre alla creazione di nuovi filari arborei in coincidenza con le tracce di centuriazione esistenti. Per quanto concerne il fiume Olona, la sua parziale valorizzazione viene associata nel tratto sud est alla creazione del percorso golf, inteso anche come area a connotazione ambientale, del quale costituisce l elemento portante; mentre nel tratto nord al confine con il comune di Lardirago, alla localizzazione di un intervento a carattere di trasformazione a verde (parco agricolo) che prevede anche un potenziamento delle porzioni boscate esistenti. 2. Riqualificazione del sistema urbano Riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e previsione di opere di mitigazione in aree residenziali miste Costituzione di un nucleo centrale di riferimento per le frazioni Completamento del tessuto edilizio attraverso una griglia di selezione, per garantire alti livelli qualitativi e di comfort Nuove aree di espansione privilegiando le zone intercluse in ambiti già urbanizzati e non funzionali all attività agricola e comunque collegati alla realizzazione di servizi o di opere Promozione del risparmio energetico Per quanto riguarda il territorio urbanizzato vengono confermate le scelte precedentemente effettuate dal PRG localizzando le nuove espansioni in modo da completare il disegno di sviluppo dell abitato già orientato lungo le direttrici nord (via degli ontani e via Lardirago) ed est (via Vialone), nel tentativo di connettere le due frazioni storiche principali (Sant Alessio e Vialone) e riequilibrare la centralità del tessuto urbano tramite interventi misti a carattere residenziale e pubblico. Intervento rilevante appare quello lungo via Vialone che prevede a sud la realizzazione di una piazza pubblica attrezzata (con portici e attività commerciali) e a nord un area a verde pubblico e l ampliamento delle attrezzature sportive esistenti. 18

19 Figura Il disegno di Piano, particolare del nucleo centrale di riferimento Fonte: Comune di Sant Alessio con Vialone Relativamente al risparmio energetico viene specificato che: - Tutti gli interventi di nuova edificazione di proprietà pubblica e anche quelli di proprietà privata realizzati su suolo pubblico devono rientrare in classe A ai sensi della vigente normativa in materia di emissioni. - Tutti gli interventi edificatori previsti nelle aree di espansione devono possedere i requisiti per l inclusione in classe B, ai sensi della vigente normativa in materia. 3. Miglioramento del sistema della mobilità Miglioramento dei collegamenti tra le frazioni e creazione di percorsi protetti per l accessibilità ai servizi. Adeguamento della S.P. n.132, sebbene tale intervento sia di competenza provinciale. Mantenimento della previsione di un possibile futuro collegamento viario fra la S.P.132 e la strada comunale da Sant Alessio a Cà dè Zetti, ad est dell Oasi di Sant Alessio. Potenziamento dei servizi primari (rete energia, reti tecnologiche ecc) relativi alla zona produttiva già esistente a est di Sant Alessio Miglioramento dei percorsi ciclo-pedonali di collegamento fra la zona produttiva esistente e il centro abitato. Gli interventi previsti all interno della maglia viaria esistente sono rivolti al miglioramento della circolazione veicolare da un lato (es. allargamento delle sedi stradali) e 19

20 potenziamento delle reti ciclopedonali dall altro, oltre alla previsione di futuri interventi di piantumazione che interessano le strade principali (via Vialone, via Lardirago e via degli Ontani). Infine, ad ogni nuovo intervento di trasformazione è richiesta la contestuale realizzazione di un tratto di percorso ciclabile lungo gli assi principali. 3.2 AZIONI PREVISTE DAL PIANO Oltre alla conferma delle previsioni del PRG vigente, siano esse di carattere residenziale o commerciale-industriale-artigianale, il Documento di Piano prevede nuovi interventi di carattere residenziali in 9 aree di trasformazione. Il meccanismo attuativo del PGT prevede che le aree di espansione non siano attivate all unisono, ma rispettino un ordine cronologico secondo quanto stabilito sia nel Documento di Piano, sia nel Piano delle Regole. L attuazione viene divisa in 3 quote di sviluppo come segue: 1. Le aree di trasformazione appartenenti alla prima quota di sviluppo sono immediatamente disponibili e possono essere oggetto di Piani esecutivi per la loro attuazione. Nella fattispecie si tratta delle aree A (Campo dei pomi), B (Le Balestrine nord-est), C (Le Balestrine nord-ovest) cui è associata la trasformazione dell area a servizi Av (Moncucc) destinata all ingrandimento del centro sportivo. 2. Le aree di trasformazione appartenenti alla seconda quota di sviluppo divengono disponibili per la proposta di Piani esecutivi soltanto allorché siano verificate le seguenti condizioni: a) siano stati definiti i Piani esecutivi relativi alle aree appartenenti alla prima quota di sviluppo nei seguenti termini: - approvazione di almeno 2 Piani esecutivi relativi alla aree di trasformazione previste; - adozione del Piano esecutivo rimanente relativo alle aree di trasformazione previste. b) L Amministrazione comunale verifichi che la dotazione in termini di mq per abitante di aree destinate a servizi pubblici, ad esclusione dei servizi sportivi di iniziativa privata, non sia diminuita rispetto a quella esistente alla data di approvazione del PGT a causa della nuova edificazione intervenuta (aree di trasformazione di prima quota, aree di completamento, incrementi di volumetria comunque determinatisi); c) l Amministrazione abbia predisposto un Piano Energetico di certificazione degli edifici di proprietà comunale che preveda interventi mirati alla riduzione delle emissioni (secondo quanto previsto dalla normativa vigente in materia) di almeno il 20

21 10% ogni anno, fino a portare le caratteristiche di emissione dei suddetti edifici all interno della classe B. Nella fattispecie si tratta delle aree D (Campo giardini, nella quale è compresa anche la nuova piazza centrale), E (Le Balestrine sud-est), F (Le Balestrine sud-ovest), G (Campo a ovest della cascina Lossano), H (Campo a est della cascina Lossano). 3. Le aree di trasformazione appartenenti alla terza quota di sviluppo possono essere oggetto di Piani esecutivi allorché siano verificate le seguenti condizioni: a) siano stati approvati tutti i Piani attuativi relativi alle aree appartenenti alla prima quota di aree di sviluppo; b) siano stati definiti i Piani esecutivi relativi alle aree appartenenti alla seconda quota di sviluppo nei seguenti termini: - approvazione di almeno 3 Piani esecutivi relativi alla aree di trasformazione previste; - adozione dei 2 Piani esecutivi rimanenti relativi alle aree di trasformazione previste. c) L Amministrazione comunale verifichi che la dotazione in termini di mq per abitante di aree destinate a servizi pubblici, ad esclusione dei servizi sportivi di iniziativa privata, non sia diminuita rispetto a quella esistente alla data di approvazione del PGT a causa della nuova edificazione intervenuta (aree di trasformazione di prima quota, aree di completamento, incrementi di volumetria comunque determinatisi); d) tutti gli edifici di proprietà comunale presentino le caratteristiche per la classificazione in classe B rispetto alle emissioni, secondo la vigente normativa in materia. Nella fattispecie si tratta dell area I (Campi dei preti) cui è associata la trasformazione dell area a servizi Iv (Campi Mareschi) nella quale si collocherà il parco agricolo. Oltre alle suddette aree di trasformazione il PGT individua un area lungo via degli Ontani destinata ad un intervento residenziale di iniziativa pubblica. Infine viene confermata la destinazione dell area circostante la cascina Vialone quale localizzazione del nuovo percorso golf con previsione del recupero parziale del nucleo agricolo storico per adattarlo alle nuove esigenze ricettive e individuazione di un area tra via Vialone e la roggia Grande per la localizzazione delle attrezzature di servizio al golf. 21

22 Figura 3.3 Localizzazione delle Aree di trasformazione Area 3 Area 1 Area 2 Area 4 Fonte: TAV.17 del DDP del PGT di Sant Alessio PIANO DEI SERVIZI Il PRG, riferendosi alla normativa previgente, che stabiliva le quote di standard per abitante suddividendole per tipologie secondo un ottica meramente quantitativa, riporta una dotazione totale di mq di aree a standard riferite alla residenza, di cui: mq (preesistenti o acquisite in seguito alle trasformazioni) sono di proprietà pubblica; mq risultano di proprietà privata e di uso pubblico; mq (pari al 58% del totale) risultano ancora da acquisire. Ciò comporta che la dotazione di servizi procapite alla residenza prevista dal PRG dovrebbe ammontare a 77 mq/ab, mentre nella realtà, basandosi sulle aree effettivamente acquisite ed escludendo quelle private, si attesta a 27 mq/ab. A questa quantificazione devono essere sommati anche i servizi (in termini di parcheggi ed aree a verde) che derivano dai PL in corso d attuazione, che ammontano a ,9 mq totali 22

23 dei quali 1.232,5 mq sono stati già acquisiti innalzando la quota procapite di standard a 28 mq/ab. Secondo le quantificazioni dell abrogata lr 51/75 (che suddivide le quote di standard necessarie secondo la tipologia), la dotazione di servizi non raggiungerebbe la quantità stabilita per quanto riguarda le aree attrezzate a verde e per lo sport. A questa carenza il PGT ovvia rammentando la presenza di una consistente quota di aree a verde e sport di iniziativa privata che viene integrata nel sistema di fruizione complessivo del comune, secondo la nuova impostazione di legge che vede i servizi in un ottica prestazionale e qualitativa. A ciò si aggiunge la previsione dell area da destinare a campo da golf (di mq, che presumibilmente attrarrà un utenza sovracomunale) e quella ove già si situa l oasi di S. Alessio (di mq) che funge da area verde a scopo didattico. Il Piano dei Servizi del PGT si articola a partire dai seguenti presupposti: acquisire le aree a standard previste dal PRG aggiungendovi quelle derivanti dell attuazione delle trasformazioni; mettere a rete i servizi di pubblica utilità (soprattutto quelli di carattere sportivo e fruitivo) indipendentemente dal regime proprietario; migliorare la dotazione della rete ciclopedonale esistente quale elemento imprescindibile per la connettività interna al comune. Entrando nel dettaglio si prevede l acquisizione di mq per nuovi servizi dei quali mq destinati all ampliamento della fondazione per disabili e mq destinati ad integrare i servizi a confine fra l edificato esistente e le nuove aree. A queste quantità si aggiungeranno le aree cedute per standard a verde e parcheggi associate alla realizzazione delle trasformazioni, giungendo quindi alla situazione riassunta in tabella: ABITANTI PREVISTI NEI PIANI ATTUATIVI IN CORSO (mc/150) n. ABITANTI PREVISTI NEI PIANI ATTUATIVI (mc/150) n. SERVIZI ESISTENTI E PREVISTI mq SERVIZI STIMATI NEI PIANI ATTUATIVI IN CORSO mq SERVIZI STIMATI NEI PIANI ATTUATIVI (pop. x 26,5) TOT ABITANTI (esistente + prevista) TOT SERVIZI mq STANDARD DI PIANO (servizi/pop.) All interno della voce verde vengono ricomprese anche le porzioni di pista ciclabile realizzate contestualmente alle nuove edificazioni e associate ad interventi di piantumazione lungo gli assi portanti dell abitato. 23

24 3.2.2 IL PIANO DELLE REGOLE Il documento si concentra prevalentemente sull analisi del contesto evidenziando le emergenze di carattere paesistico che devono essere tutelate e valorizzate in sede di interventi di trasformazione. In particolare, per quanto riguarda l urbanizzato, si sottolinea la presenza di: la cascina Vialone che costituiva nucleo comunale e i nuclei cascinali minori; il nucleo storico di S. Alessio ed in particolare il castello. Per quanto concerne il territorio extraurbano vengono evidenziati: la presenza del fiume Olona; l area compresa nel Barco Certosa; l area compresa nel SIC Garzaia di Porta Chiossa; l oasi naturalistica; le tracce evidenti di centuriazioni romane; i percorsi interpoderali che uniscono le cascine ai nuclei abitati. Deve essere sottolineato che, a seguito del riconoscimento dell alto valore paesistico delle aree contenute all interno del Barco Certosa, il PGT non prevede alcun intervento nei loro pressi né di carattere edilizio, né di carattere infrastrutturale. Per quanto concerne invece le centuriazioni il PGT prevede una valorizzazione data da interventi di piantumazione che ne seguano il tracciato; mentre per i percorsi interpoderali è prevista, ove possibile, la trasformazione in percorsi ciclopedonali. A rimarcare l attenzione nei confronti delle emergenze naturali e architettoniche individuate, il Piano delle Regole, nel definire le classi di sensibilità paesistiche, attribuisce sensibilità molto alta a: il SIC; l oasi di S. Alessio; le sponde del fiume Olona; le rogge e i tracciati di carattere storico I PUNTI DI ATTENZIONE PRIORITARI Di seguito si riporta il quadro riassuntivo delle principali criticità e degli aspetti di valore, sotto il profilo ambientale e territoriale attualmente interessanti il comune di Sant Alessio con Vialone, desunte dal Rapporto Ambientale di Vas e suddivise per tema ambientale e territoriale, utili alle valutazioni successive. È importante sottolineare che questo non è un quadro esaustivo di tutti gli aspetti del territorio degni di attenzione sotto il profilo ambientale, ma di quelli emersi sulla base dei dati e delle informazioni disponibili. 24

25 Tabella 3.1 Elementi di valore e punti di forza (+) e aspetti di criticità o fattori di debolezza(-) del comune di Sant Alessio con Vialone Tema Punti di attenzione prioritari Aria - - Risorse idriche + - Suolo e sottosuolo + Paesaggio + principali responsabili delle emissioni di inquinanti in atmosfera: o agricoltura o impianti di riscaldamento o traffico veicolare elevata densità di emissioni di PM10 primario, NOx e COV; situazione meteorologica avversa per la dispersione degli inquinanti; inserimento in un area vasta caratterizzata alta densità abitativa, di attività industriali e di traffico. stato ecologico delle acque dell Olona variabile negli anni tra sufficiente e scadente ; caratteristiche chimico fisiche e organolettiche delle acque di canali e rogge ad uso irriguo in buona parte compromesse; velore 4 dell indice SCAS dell acquifero monitorato, corrispondente a Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti ; capacità protettiva moderata nei confronti delle acque freatiche sotterrane; frazioni e cascine non servite da fognatura; impianto di depurazione non funzionante. acquifero soggetto a impatto antropico nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico e alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sostenibili sul lungo periodo. territorio comunale ricadente nell ambito del bacino Lambro-Seveso-Olona di primaria importanmza per la difesa del suolo. ridotta occupazione del territorio da parte di aree urbanizzate; assenza di cave, discraiche, siti contaminati presenza di elementi di pregio dal punto di vista storico e paesistico (Castello dei Beccaria, Chiesa Parrocchiale di Sant Alessio, ponte seicentesco sul fiume Olona) presenza di insediamenti rurali di rilevanza paesistica (Vialone, Cascina Cassinetta, Cascina Lossano e Cascina Guardabiate) presenza di oasi ornitologica; presenza di elementi tutelati ai sensi del D.Lgs 42/2004fiume Olona, e relative fasce di rispetto di 150m e Riserva Naturale Regionale della Garzaia di Porta Chiossa; presenza di parte del territorio all interno dell ambito Barco-Certosa. Ecosistema - + presenza di elementi naturali ridotta e discontinua; elementi di connessione tra le aree di naturalità costituitaiquasi esclusivamente dal reticolo idrico superficiale. presenza di una riserva al tempo stesso elemento di Rete Naturta 2000 quale SIC/ZPS, la Garzaia di porta Chiossa; presenza di fascia di vegetazione arbustiva e arborea di ambiente ripariale a sviluppo nastriforme lungo l Olona e altri elementi del reticolo idrico 25

26 Tema Punti di attenzione prioritari Rischio + superficiale; presenza di siepi e filari; parte del territorio ricadente nell area prioritaria per la conservazione della biodiversità AP 30 (Risaie, fontanili e garzaie del Pavese e del Milanese). assenza di stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante; rischio idraulico ridotto; comune a sismicità irrilevante, privo di fattori locali di amplificazione delle onde sisimiche. Rifiuti - valore della Raccolta Differenziata inferiore a quello previsto come obiettivo per il 2006, sebbene in progressivo aumento. + valore della produzione pro-capite inferiore rispetto alla media provinciale. Energia - nessuna informazione relativa ai consumi del comune. Rumore + nessuna segnalazione di particolare criticità. Radiazioni non ionizzanti - presenza di un elettrodotto ad alta tensione. assenza di stazioni radiobase; assenza di impianti radiotelevisivi; + nessun superamento dei valori di riferimento normativi dei campi elettromagnetici dal 1998 al Le pressioni potenziali indotte dal PGT su rete Natura 2000 Le pressioni potenziali che il PGT potrebbe indurre sul Sito di Importanza Comunitaria/Zona di protezione Speciale IT Garzaia di Porta Chiossa. possono essere sintetizzate nelle seguenti: - modifica della struttura ecosistemica con conseguenze sugli habitat importanti per le specie di interesse della ZPS; - modifica delle relazioni ecosistemiche di sistema che concorrono alla buona funzionalità del sito. Le azioni agite dal PGT non esitano in alcune delle precedenti categorie di pressione; al contrario possono condurre ad un incremento della struttura ecosistemica del territorio circostante il sito e delle relazioni funzionali esterne (corridoi ecologici), (es. interventi lungo l Olona) come sarà meglio evidenziato nel capitolo 5. 26

27 4 LE CARATTERISTICHE DELL AREA DI STUDIO 4.1 Il rapporto tra territorio comunale e Rete Natura 2000 Il territorio comunale di Sant Alessio con Vialone è interessato dalla presenza di un sito rappresentativo per la conservazione del patrimonio naturale di interesse comunitario della Rete europea Natura 2000, il Sito di Importanza Comunitaria/Zona di protezione Speciale IT Garzaia di Porta Chiossa. La Regione Lombardia ha terminato la procedura di istituzione della Garzaia di Porta Chiossa a Zona di Protezione Speciale, ai sensi della direttiva comunitaria 79/409/CEE, con delibera n. VII/2572 dell 11 dicembre Il territorio del SIC/ZPS si sovrappone a quello della Riserva Naturale Regionale Garzaia di Porta Chiossa, istituita nel 1984 e gestita dalla Provincia di Pavia. Tipo Codice Nome sito Comune interessato SIC/ZPS IT Garzaia di Porta Chiossa San Genesio ed Uniti; Sant Alessio con Vialone Figura Il rapporto tra il Comune di Sant Alessio con Vialone e Rete Natura 2000 Fonte: Dati Regione Lombardia 27

28 4.1.1 RETE ECOLOGICA PROVINCIALE Il Piano Territoriale di Coordinamento vigente della Provincia di Pavia non possiede, fra i suoi elaborati, uno specifico progetto di Rete ecologica provinciale; aree nel loro complesso riconducibili ad una funzione di connettività ecologica per il territorio sono, tuttavia, ricompresi tra i sistemi di rilevanza sovracomunale, ambiti o sistemi che, per caratteristiche, estensione, fattori relazionali, assumono rilevanza paesistico ambientale di livello sovracomunale. Il Comune di Sant Alessio, nella porzione orientale, è attraversato da una fascia individuata dal Piano come area di consolidamento dei caratteri naturalistici che segue tutto il corso del fiume Olona fino all immissione nel Po. Tra questa fascia e la garzaia, il PTCP individua un area di riqualificazione e di ricomposizione della trama naturalistica. Vi è, inoltre, un area individuata dal Piano come corridoio ecologico che segue il corso dell Olona e, attraversando il Comune di Bornasco, arriva a toccare il confine nord del Comune di Sant Alessio con Vialone. Figura Elementi del PTCP della Provincia di Pavia Fonte: Stralcio da TAV.3.2.b del PTCP della Provincia di Pavia 28

29 4.1.2 RETE ECOLOGICA REGIONALE Lo Schema Direttore per la Rete Ecologica Regionale (Infrastrutture prioritarie per la Lombardia- Art. 20 LR 12/05) approvato rappresenta un primo livello di rete, i cui elementi sono stati individuati affinché possano essere funzionali alla conservazione dei siti Natura 2000 regionali. Il Comune di Sant Alessio, oltre ad essere interessato dalla presenza del SIC/ZPS Garzaia di Porta Chiossa e della relativa Riserva Naturale Regionale, si inserisce in un più ampio contesto di pianura considerato come significativo rispetto alla Rete Ecologica Regionale. Figura Schema direttore della Rete ecologica regionale (stralcio) Fonte: Stralcio da TAV.3 del DDP del PTR 29

30 4.2 Le Sensibilità dell area oggetto di indagine Dal punto di vista geologico, l area del SIC/ZPS si colloca in corrispondenza dei depositi alluvionali pleistocenici relativi al Piano Principale della pianura lombarda ( Alluvioni della superficie principale della pianura - Diluvium recente del F Pavia della Carta Geologica Italiana in scala 1: ) e, litologicamente, è caratterizzato da materiali sabbiosi e ghiaiosi, talora ricoperti da limi, con locali intercalazioni argillose. Posizionato in corrispondenza di un area di paleoalveo alla quota media di 81 m s.l.m, il sito è morfologicamente e topograficamente ribassato di circa 1-3 m rispetto alla pianura circostante. L'idrografia di superficie della zona è costituita da numerose rogge e canali aventi funzione irrigua e/o di scolo, tra cui e la Roggia Molina, che risulta quello di portata maggiore, ed il Cavo Lorini, che scorre in condizioni di pensilità rispetto al piano campagna circostante, risultando sopraelevato di circa 2 m. Ad est del SIC/ZPS, la rete idrica principale è rappresentata dal fiume Olona, al quale si raccorda buona parte dei canali e delle rogge che costituiscono la rete idrica secondaria (ad eccezione del Cavo Lorini e del Cavo Vialone, diretti verso sud). Il principale colatore della zona è il Cavo Baronino Morto, a nord est del sito: ad esso si collega la rete idrica minore di drenaggio che attraversa gran parte dei terreni dell area e che, in molti casi, è caratterizzata dalla presenza di acqua per lo più stagnante, il cui livello va incontro a forti fluttuazioni stagionali. Il settore occidentale è delimitato su tutti e quattro i lati da più canali e fossetti aventi funzione di scolo e di drenaggio dei terreni coltivati che circondano la garzaia, ad eccezione del Cavo Vialone, che ha funzione irrigua. La superficie della falda freatica superficiale si individua, mediamente, tra le quote assolute di 80 e 79 m s.l.m., con una soggiacenza compresa tra 1,5 m ed il piano campagna. La posizione della superficie piezometrica, il cui regime risulta strettamente connesso a quello idrico superficiale, oscilla stagionalmente in funzione delle condizioni meteoclimatiche e, soprattutto, delle irrigazioni operate nell intorno. A scala areale il senso di flusso idrico sotterraneo della falda è orientato da ONO verso ESE anche se, a ridosso dei corsi d acqua secondari naturali e artificiali, l'influenza esercitata da questi ultimi può determinare delle deviazioni da questo andamento generale HABITAT Nel SIC/ZPS Garzaia di Porta Chiossa è presente un unico Habitat d interesse comunitario, indicato come Habitat di importanza prioritaria (*), che interessa l 8,5% del sito e che ricade, però, interamente nella porzione di territorio appartenente al Comune di San Genesio ed Uniti. La porzione di vegetazione naturale del sito, infatti, non rientra nel confine comunale di Sant Alessio con Vialone e si trova concentrata in due nuclei boscati, rispettivamente di 3,5 e 5 ettari, circondati da campi coltivati. 30

31 Tabella 4.1 Habitat di interesse prioritario Cod. 91E0* Descrizione Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae) Tra gli habitat non segnalati dalla direttiva 92/43/CEE ma indicati dalla Regione Lombardia come Habitat Corine di particolare rilevanza naturalistica, sono state rilevate le seguenti tipologie: Formazioni igrofile a Salix cinerea. Si tratta di un saliceto arbustivo situato nell area maggiormente ribassata del SIC/ZPS e, pertanto, caratterizzato da periodici ristagni di acqua che ne determinano l allagamento. L area, contigua all ontaneto, è in buone condizioni di conservazione Vegetazione erbacea a grandi carici. Questa tipologia di vegetazione si trova a tratti lungo i corsi d acqua e/o in piccole radure che si aprono sia nelle aree ad ontaneto, sia in quella a saliceto arbustivo. Nelle situazioni di maggiore presenza di acqua, si affermano aree a canneto di estensione molto limitata e che si stanno chiudendo proprio a causa dei sempre più scarsi apporti idrici ASPETTI FLORISTICO-VEGETAZIONALI All interno del SIC/ZPS si distinguono chiaramente due nuclei boscati circondati da terreni agricoli e risaie. Si tratta di alneti di falda ad ontano nero (Alnus glutinosa (L.) Gaertner) della classe Alnetea glutinosa che, pur avendo una collocazione fitosociologica differente rispetto a quella contemplata nella tipologia 91E0, rappresentano habitat molto importanti dal punto di vista naturalistico, soprattutto nel contesto intensamente antropizzato della pianura padana. In particolare, l habitat 91E0 è concentrato in due nuclei che occupano la maggior parte delle due aree a bosco. Il nucleo più orientale di questi boschi (che sono puri e per lo più coetanei), quello adiacente al confine comunale di Sant Alessio con Vialone, è costituito da un alneto vecchio in buone condizioni di conservazione; lungo i margini sono presenti anche altre essenze quali farnie (Quercus robur L.), pioppi ibridi (Populus x canadensis) e olmi (Ulmus minor Miller). Nel nucleo occidentale, anch esso ben conservato, sono presenti due fasce con vegetazione ad ontano di età differente: quella con le piante più giovani è frutto di interventi di gestione attuati in passato in cui, oltre agli ontani, sono state piantumate altre essenze igrofile quali salice bianco (Salix alba L.), pioppo bianco (Populus alba L.), pioppo nero (Populus nigra L.). In entrambe le aree lo strato arbustivo è poco sviluppato e sono assenti processi di rinnovamento spontaneo a causa del forte ombreggiamento, dell elevata densità degli alberi e delle condizioni per lo più asfittiche del suolo. 31

32 Figura I due nuclei boscati ad ontano nero Fonte: Dati Regione Lombardia Il sito ospita un importante garzaia dove nidificano diverse specie di ardeidi di interesse comunitario, le cui deiezioni tendono a favorire l ingresso di specie vegetali nitrofile. A tratti, lungo i fossi sono presenti fasce di vegetazione arbustiva ed arborea e, a ridosso delle sponde, tratti di vegetazione a grandi carici. Queste fasce, un tempo caratterizzate da maggiore estensione e continuità, rappresentano un elemento paesaggistico ed ambientale polifunzionale che sta scomparendo in gran parte della pianura coltivata in maniera intensiva. Esse esercitano, inoltre, importanti funzioni positive svolte in termini di consolidamento delle sponde, azione di filtro nei confronti dei nutrienti di origine agricola o come corridoio ecologico. Durante i sopralluoghi relativi al monitoraggio del 2005 è stata rilevata anche la presenza di specie invasive in particolar modo nelle aree aperte, dove il terreno tende a prosciugarsi. All interno del SIC/ZPS, non è stata segnalata la presenza di specie vegetali comprese nell Allegato II della Direttiva Habitat. Dal punto di vista floristico, tuttavia, si segnala la presenza di una buona ricchezza di specie tipiche degli ambienti umidi, alcune delle quali tutelate a livello regionale o da convenzioni internazionali, come: giunco fiorito (Butomus umbellatus L.), carice allungato (Carex elongata L.), mughetto (Convallaria majalis L.), giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus L.), campanelle maggiori (Leucojum aestivum L.), ranuncolo reptante (Ranunculus reptans L.), tifa (Typha latifolia L.). 32

33 4.2.3 ASPETTI FAUNISTICI La coltivazione del riso diffusa in questo settore di pianura, che prevede l allagamento di vaste superfici in primavera ed estate, ha determinato la presenza di un vasto habitat sostitutivo, idoneo all alimentazione di molte specie tipiche delle zone umide. a. Invertebrati terrestri Il formulario standard del SIC/ZPS Garzaia di Porta Chiossa, aggiornato al giugno 2006, riporta un unica specie invertebrata rientrante nell Allegato II della Direttiva 92/43/CEE: Lycaena dispar, specie legata alla presenza di zone umide (canali irrigui e marcite sono tra gli habitat più idonei ad ospitare questa farfalla). Tabella 4.2 Invertebrati elencati nell'allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cod. Specie 1060 Lycaena dispar Si tratta di una delle specie di Lepidotteri europei minacciati dalla scomparsa o rarefazione dell habitat, compresa anche tra quelle che richiedono una protezione rigorosa elencate nell Allegato IV della Direttiva Habitat. Durante il monitoraggio del 2005, la specie è stata individuata lungo il canale che taglia l area a metà, da nord a sud. La popolazione censita risulta numericamente esigua: la specie necessita, pertanto, di un costante monitoraggio e di adeguate misure di conservazione. b. Erpetofauna All interno del SIC/ZPS, non è stata segnalata la presenza di anfibi e rettili compresi nell Allegato II della Direttiva Habitat. Sono state censite, però, alcune specie importanti come la raganella italiana (Hyla intermedia), la rana agile (Rana dalmatina), la rana verde (Rana synklepton esculenta), il biacco (Coluber viridiflavus), il ramarro occidentale (Lacerta bilineata), la biscia dal collare (Natrix natrix), la lucertola muraiola (Podarcis muralis). Le particolari esigenze biologiche degli anfibi (vita larvale e adulta caratterizzate da dieta, abitudini, ecc. diverse) e la loro marcata sensibilità alle alterazioni degli habitat li rendono degli ottimi indicatori della qualità degli ambienti che frequentano. In particolare, la presenza degli anfibi è strettamente legata alla disponibilità di acqua, fondamentale per le fasi riproduttive. 33

34 c. Avifauna Gli uccelli costituiscono la classe animale a cui prestare maggiore attenzione nello studio di incidenza di un intervento che interessa un SIC/ZPS, dal momento che queste aree sono state istituite al fine di tutelare i siti in cui vivono le specie ornitiche indicate nell allegato I della Direttiva Uccelli numero 409 del 2 aprile L area in oggetto ospita, in generale, una ricca avifauna nidificante tipica dei boschi igrofili e delle zone umide ed ha una funzione anche come area di svernamento o di sosta per specie migratrici. Il SIC/ZPS ospita, in particolare, una colonia di Ardeidi in cui nidificano, oltre all airone cenerino (Ardea cinerea), due specie citate nell allegato I della Direttiva 79/409/CEE: la nitticora (Nycticorax nycticorax) e la garzetta (Egretta garzetta). Queste popolazioni rappresentano una frazione significativa della popolazione italiana. La presenza di colonie monospecifiche o polispecifiche di ardeidi collocate su boschetti di ontano e/o salicone di ridotte dimensioni è tipica della zona occidentale della pianura padana ed è favorita dalla presenza delle risaie, ambiente di alimentazione elettivo per gli Ardeidi. La colonia è situata sul nucleo ad ontaneto vecchio più occidentale che, a causa dell invecchiamento e dell assenza di processi di rinnovamento spontaneo, sta progressivamente perdendo le caratteristiche di idoneità. Tale zona, inoltre, presenta un estensione appena sufficiente rispetto alle indicazioni gestionali note per queste specie (minimo 3-4 ha). Potenzialmente idonea ad ospitare gli Ardeidi è anche la zona a vegetazione naturale più ad est (ontaneto e saliceto arbustivo). L andamento della popolazione di queste specie all interno del SIC/ZPS ha subito fluttuazioni estremamente ampie. Secondo quanto descritto nelle relazioni tecniche relative al monitoraggio del 2005, dopo una costante e consistente flessione, il trend per la popolazione di nitticora si è stabilizzato e la presenza della specie negli ultimi 5 anni ha oscillato tra le 100 e le 200 coppie. La presenza della garzetta è sempre stata caratterizzata da forti fluttuazioni che, negli ultimi 5 anni, si sono mantenute tra le 100 e le 300 coppie. La presenza dell airone cenerino è relativamente recente e, verosimilmente, dovuta alla costante espansione della specie negli ultimi anni e alle preferenze per alberi di età e dimensioni maggiori rispetto alle altre due specie. Tra le specie svernanti, una delle presenze di maggior rilievo è quella dell airone bianco maggiore (Egretta alba). Nell area è presente anche il martin pescatore (Alcedo atthis), che trova un ambiente idoneo all alimentazione nel fitto reticolo idrografico secondario che interessa l area e nidifica lungo le scarpate nude o tra le zolle di terra che restano impigliate nelle radici degli alberi caduti. Questa specie è in calo a livello europeo a causa della compromissione della qualità delle acque e della diminuzione degli ambienti adatti alla costruzione del nido. Le tabelle seguenti riportano le specie inserite nel formulario standard del SIC/ZPS Garzaia di Porta Chiossa, aggiornato a giugno Stando ai risultati dei censimenti del 2005, nel sito risultano presenti 46 specie di uccelli; delle 8 specie elencate nell Allegato I della Direttiva 79/409/CEE riportate nel formulario standard della Regione Lombardia, 4 sono state censite durante il monitoraggio del 2005: martin pescatore, airone bianco maggiore, garzetta e nitticora. 34

35 Tabella Uccelli elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Nome comune A023 Nycticorax nycticorax Nitticora A026 Egretta garzetta Garzetta A027 Egretta alba Airone bianco A081 Circus aeruginosus Falco di palude A082 Circus cyaneus Albanella reale A229 Alcedo atthis Martin pescatore A231 Sylvia nisoria Bigia padovana A338 Lanius collurio Averla piccola Tabella Uccelli migratori abituali non elencati nell'allegato I della Direttiva 79/409/CEE Cod. Specie Cod. Specie A028 Ardea cinerea A297 Acrocephalus scirpaceus A053 Anas platyrhynchos A298 Acrocephalus arundinaceus A086 Accipiter nisus A299 Hippolais icterina A087 Buteo buteo A300 Hippolais polyglotta A096 Falco tinnunculus A308 Sylvia curruca A099 Falco subbuteo A309 Sylvia communis A113 Coturnix coturnix A310 Sylvia borin A118 Rallus aquaticus A311 Sylvia atricapilla A123 Gallinula chloropus A314 Phylloscopus sibilatrix A152 Lymnocryptes minimus A315 Phylloscopus collybita A153 Gallinago gallinago A316 Phylloscopus trochilus A155 Scolopax rusticola A317 Regulus regulus A165 Tringa ochropus A318 Regulus ignicapillus A208 Columba palumbus A319 Muscicapa striata A210 Streptopelia turtur A322 Ficedula hypoleuca A212 Cuculus canorus A324 Aegithalos caudatus A219 Strix aluco A325 Parus palustris A221 Asio otus A326 Passer montanus A233 Jynx torquilla A328 Parus ater A237 Dendrocopos major A329 Parus caeruleus A247 Alauda arvensis A330 Parus major A256 Anthus trivialis A337 Oriolus oriolus A257 Anthus pratensis A340 Lanius excubitor A260 Motacilla flava A342 Garrulus glandarius A261 Motacilla cinerea A343 Pica pica A262 Motacilla alba A348 Corvus frugilegus A265 Troglodytes troglodytes A349 Corvus corone cornix A266 Prunella modularis A351 Sturnus vulgaris A269 Erithacus rubecula A359 Fringilla coelebs A271 Luscinia megarhynchos A360 Fringilla montifringilla A274 Phoenicurus phoenicurus A361 Serinus serinus 35

36 A276 Saxicola torquata A363 Carduelis chloris A283 Turdus merula A365 Carduelis spinus A284 Turdus pilaris A366 Carduelis cannabina A285 Turdus philomelos A373 Coccothraustes coccothraustes A286 Turdus iliacus A376 Emberiza citrinella A288 Cettia cetti A381 Emberiza schoeniclus A296 Acrocephalus palustris A383 Miliaria calandra d. Mammiferi All interno del SIC/ZPS, non è stata segnalata la presenza di mammiferi compresi nell Allegato II della Direttiva Habitat. Sono presenti, tuttavia, alcune specie di interesse conservazionistico. Nonostante l inclusione delle specie di Chirotteri all interno di diverse convezioni internazionali e le misure di protezione nazionali, la loro particolare biologia e lo scarso rispetto della legge hanno portato ad una drastica diminuzione delle popolazioni: delle 30 specie censite in Europa ben 8 rischiano l estinzione, 4 sono ritenute vulnerabili e 15 rare (Fornasari et al. 1997). Le cause principali della contrazione numerica delle popolazioni di chirotteri non sono ancora state chiarite con precisione, ma sono tutte di origine antropica (distruzione dei siti riproduttivi e di svernamento, utilizzo di pesticidi e altre sostanze chimiche, scomparsa di foreste e aree umide, alterazione dell habitat, persecuzione diretta o involontaria). Durante l indagine di monitoraggio del 2005, sono state censite all interno del SIC/ZPS Garzaia di Porta Chiossa le seguenti specie di Chirotteri inserite nell Allegato IV della Direttiva Habitat che richiedono, quindi, una protezione rigorosa: Vespertilio (Myotis spp.) Pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus) Pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhli) Pipistrello di Savi (Hypsugo savii) È necessario specificare che, all interno del genere Myotis, la distinzione tra le varie specie spesso non può essere effettuata con certezza dalla sola analisi dei sonogrammi: per questo motivo, in mancanza di altre informazioni, nel formulario standard viene segnato Myotis spp. Le relazioni tecniche di monitoraggio sottolineano, comunque, la possibile presenza di una o più specie di questo genere e l appartenenza di alcune di esse all Allegato II della Direttiva 92/43/CEE. La possibile presenza di diverse specie appartenenti a questo genere, se ribadita da ricerche più approfondite, attribuirebbe un notevole valore conservazionistico all area in oggetto, data la rarità delle specie a livello europeo e nazionale. Le altre specie censite, al contrario, sono comuni su gran parte del territorio italiano, con abitudini spiccatamente antropofile, e non presentano problemi di conservazione in Lombardia (Prigioni et al. 2001). Il pipistrello nano è specie generalmente sedentaria, comune nei boschi di latifoglie più o meno maturi, così come negli ambienti urbani. La presenza di zone umide, dove può svilupparsi una ricca entomofauna, assume particolare importanza dal punto di vista alimentare. Diffusa in tutta la Regione, con densità maggiori nelle aree suburbane e agricole (Prigioni et al. 2001), questa specie, la cui principale 36

37 minaccia è rappresentata dalla distruzione dei rifugi, è considerata vulnerabile in gran parte del suo areale europeo. Molto comune in tutt Italia, il pipistrello albolimbato ama cacciare lungo le zone di confine tra bosco e zone aperte, soprattutto Lepidotteri, Ditteri e Coleotteri, ad altezze medio basse (al di sotto dei 5 metri) (Prigioni et al. 2001). Minacciata soprattutto dalla distruzione dei rifugi e dall utilizzo di sostanze tossiche per l agricoltura e l edilizia, questa specie, grazie alla sua antropofilia, è meno sensibile alle modifiche dell habitat rispetto ad altre specie di Chirotteri (AA VV 2003). Anche il pipistrello di Savi è una specie nota sull intero territorio nazionale ed è in grado di colonizzare una grande varietà di ambienti. Grazie a questa capacità, ha uno status di specie meno minacciata rispetto alle altre, sebbene rimanga, comunque, sensibile all alterazione dell habitat e alla perdita di siti di rifugio, riproduzione e svernamento BIODIVERSITÀ La porzione occidentale del territorio del Comune di Sant Alessio con Vialone ricade in una delle aree individuate come prioritarie per la biodiversità dal recente studio condotto dalla Regione Lombardia e dalla Fondazione Lombardia per l Ambiente per la redazione della Rete ecologica della pianura padana lombarda. La Regione Lombardia ha approvato gli elaborati relativi a tale studio con il Ddg n.3376 del 3 aprile Il territorio comunale compreso all interno di tale area, classificata come AP 30, denominata Risaie, fontanili e garzaie del Pavese e del Milanese, risulta di particolare importanza per la conservazione di flora e vegetazione, uccelli e per i processi ecologici che hanno luogo al suo interno. Figura Aree prioritarie per la biodiversità (in rosso) Fonte: da All.XII alla relazione di sintesi Rete ecologica della pianura padana lombarda fase 1: aree prioritarie per la Biodiversità Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l Ambiente (2007) 37

38 Vulnerabilità Il SIC/ZPS si colloca in un contesto di intenso sfruttamento agricolo che caratterizza la pianura padana e che ha determinato fenomeni di banalizzazione del paesaggio, inquinamento diffuso di acque e suolo, frammentazione degli habitat e riduzione della biodiversità. Sono, pertanto, da evidenziare come fenomeni fortemente impattanti la fertilizzazione e l impiego di fitofarmaci. Una valutazione positiva si può, invece, attribuire alle modalità di irrigazione per quanto riguarda la porzione di territorio coltivata a riso. Gran parte della rete irrigua interna ed esterna al sito è sottoposta ad un regime di gestione che la sottopone a marcate oscillazioni dei livelli idrici e prolungati periodi di secca (autunno e inverno), penalizzandone, unitamente alle frequenti azioni di spurgo, le potenzialità dal punto di vista botanico e faunistico. L area in oggetto è interessata da fenomeni di evoluzione biocenotica che, insieme all abbassamento della falda, portano alla progressiva contrazione degli habitat presenti. Questo fenomeno, accentuato dalla presenza di canaletti di drenaggio scavati in passato a scopo di bonifica, comporta la scomparsa delle piccole aree a canneto e cariceto e l invasione dell area a salicone da parte di rovo (Rubus ulmifolius Schott), luppolo (Humulus lupulus L.), brionia (Bryonia dioica Jacq.), ecc. Anche il bosco tende a perdere lentamente quelle caratteristiche di spiccata igrofilia che svolgono un ruolo essenziale anche dal punto di vista faunistico. L interramento di eventuali pozze nei punti di affioramento della falda o di ristagno delle acque di drenaggio comprometterebbe la vocazione del sito ad ospitare anfibi quali, per esempio, il tritone punteggiato (Triturus vulgaris), il tritone crestato (Triturus carnifex) o la rana agile (Rana dalmatina). La mancanza di processi di rinnovamento spontaneo nell ontaneto determina, nel breve periodo, la perdita delle condizioni di idoneità per la nidificazione degli Ardeidi e, nel lungo periodo, la scomparsa della tipologia vegetazionale stessa, che rientra tra gli habitat prioritari. Ulteriore elemento di perturbazione dell ambiente è dato dalla presenza di specie alloctone invasive, la cui presenza comporta l insorgere di fenomeni di competizione che si risolvono a sfavore delle componenti autoctone e determinano la banalizzazione degli ambienti. A questo si aggiungano i rischi di diffusione di agenti patogeni e di rimaneggiamento del patrimonio genetico autoctono in seguito ad ibridazione. Dal punto di vista floristico la principale minaccia è rappresentata da specie quali solidago (Solidago gigantea Aiton), ailanto (Ailanthus altissima (Miller) Swingle) e robinia (Robinia pseudoacacia L.), la cui diffusione viene favorita dalla diminuzione della quantità di acqua nel terreno. Dal punto di vista faunistico, è stata accertata la presenza della minilepre (Sylvilagus floridianus) e della nutria (Myocastor coypus). Data la suddivisione della porzione a vegetazione naturale in due piccoli nuclei ( 3,4 ha e 5 ha), l area si caratterizza per la presenza di habitat frammentati e di ridotte dimensioni. Viene, inoltre, segnalata la presenza di una linea per l alta tensione che, pur interessando in modo diretto solo la porzione coltivata del sito, rappresenta, tuttavia, un elemento di minaccia per la colonia di aironi, una delle componenti faunistiche di maggior pregio dell area. 38

39 La tendenza diffusa ad una sempre maggiore urbanizzazione e la localizzazione dell abitato (tra Pavia e Milano), infine, fanno verosimilmente prevedere la futura espansione dell area edificata. 39

40 5 LE INTERFERENZE INDOTTE DAL PIANO SUL SISTEMA AMBIENTALE IN RELAZIONE A RETE NATURA L incidenza delle azioni e previsioni di piano Le aree di trasformazione A1, A2, A3, A4, riportate nella figura seguente non hanno diretta interferenza sul Sito di Importanza Comunitaria/Zona di protezione Speciale IT Garzaia di Porta Chiossa. essendo localizzate tutte esternamente alla stessa e lontano dai confini del sito. Le aree sono inoltre contigue a zone del territorio già urbanizzate e non vi è alcuna modifica della destinazione d uso dei suoli nelle aree circostanti il Sito. Figura 5.1 Localizzazione delle Aree di trasformazione Area 3 Area 1 Area 2 Area 4 Fonte: TAV.17 del DDP del PGT di Sant Alessio 40

41 Per quanto riguarda le interferenze tra le aree di trasformazione e la struttura ecosistemica più ampia che concorre al mantenimento della funzionalità della Rete ecologica europea, si possono fare alcune considerazioni. Il disegno di assetto del territorio previsto dal PGT (Fig.5.2) mantiene la necessaria permeabilità dei territori per il collegamento funzionale del Sito sia rispetto agli agro ecosistemi sia rispetto al corridoio ecologico fondamentale dell area di Sant Alessio costituito dall ambito del fiume Olona. Figura Il disegno di Piano Fonte: Comune di Sant Alessio con Vialone Le previsioni di piano possono conseguire inoltre un arricchimento delle strutture ecosistemiche lineari della campagna oltre al potenziamento delle fascie ripariali delle Roggie Grande e Speziana; un incremento della superficie con soprassuoli naturali ed una riduzione delle pressioni attuali potrebbero inoltre essere conseguiti attraverso la formazione del Parco Agricolo in fregio all Olona. 41

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