ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ. Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma. Rapporto 2003

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1 ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma. Rapporto 2003 Liviana Catalano, Francesca Abbonizio, Adele Giampaolo, Hamisa Jane Hassan Dipartimento di Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare ISSN Rapporti ISTISAN 04/36

2 Istituto Superiore di Sanità Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma. Rapporto Liviana Catalano, Francesca Abbonizio, Adele Giampaolo, Hamisa Jane Hassan 2004, 130 p. Rapporti ISTISAN 04/36 Il Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma, istituito nel 1991, ha permesso la costituzione di un flusso informativo stabile tra le strutture periferiche e l Istituto Superiore di Sanità. Nell attività delle strutture trasfusionali italiane si riscontra un andamento decrescente dal nord al sud Italia che riguarda: il numero di donatori per abitanti (eccetto la Sardegna) e dei donatori periodici, il sangue e il plasma raccolto. I donatori periodici costituiscono l 86% dei donatori totali; le unità di sangue sono state L autosufficienza di sangue è stata virtualmente raggiunta a livello nazionale, ma non a livello regionale. L autosufficienza di plasma non è stata raggiunta. Parole chiave: Strutture Trasfusionali, Donatori, Donazioni di sangue, Emazie, Plasma, Autosufficienza Istituto Superiore di Sanità National and regional register of blood and plasma. Report Liviana Catalano, Francesca Abbonizio, Adele Giampaolo, Hamisa Jane Hassan 2004, 130 p. Rapporti ISTISAN 04/36 (in Italian) The National and regional register of blood and plasma, established in 1991, has allowed the realisation of a stable information flow between the peripheral health structures and the Istituto Superiore di Sanità (the Italian National Institute of Health). Data of the activity of the Italian transfusion services show a decreasing trend from Northern to Southern Italy concerning: the number of donors for 1,000 inhabitants (except Sardinia) and periodic donors, collected blood and plasma. Periodic donors represent 86% of total donors; blood donations were 2,178,771. Blood self-sufficiency has been virtually achieved at the national level, but not yet at local level. Plasma selfsufficiency has not been achieved. Key words: Transfusion services, Donors, Blood donations, Red cells, Plasma, Self-sufficiency Si ringraziano tutti i Centri Regionali di Coordinamento e Compensazione e gli Assessorati alla Sanità che hanno contribuito alla raccolta, all analisi e al controllo dei dati. Per informazioni su questo documento scrivere a: j.hassan@iss.it Il rapporto è accessibile online dal sito di questo Istituto: Presidente dell Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci Registro della Stampa - Tribunale di Roma n. 131/88 del 1 marzo 1988 Redazione: Paola De Castro, Sara Modigliani e Sandra Salinetti La responsabilità dei dati scientifici e tecnici è dei singoli autori. Istituto Superiore di Sanità 2004

3 Rapporti ISTISAN 04/36 INDICE Introduzione... 1 Metodi... 1 Risultati... 2 Strutture trasfusionali... 2 Donatori... 3 Classi di ampiezza... 3 Gestione dei donatori... 3 Donazioni... 4 Classi di ampiezza... 4 Gestione delle unità di sangue omologo... 4 Pazienti sottoposti a procedure di autotrasfusione... 4 Emocomponenti prodotti... 5 Lavorazioni... 5 Emoscambio... 5 Unità acquisite e distribuite... 5 Unità non utilizzate... 6 Bilancio degli emocomponenti... 6 Gestione delle unità di sangue autologo... 7 Gestione aferesi... 7 Plasma prodotto... 7 Classi di ampiezza... 7 Gestione del plasma prodotto... 8 Plasma acquisito... 8 Uso del plasma... 8 Classi di ampiezza... 8 Gestione dell uso del plasma... 9 Plasma non utilizzato... 9 Bilancio del plasma... 9 Altre attività trasfusionali Strutture trasfusionali militari Conclusioni Riferimenti bibliografici Appendice A Dati nazionali del Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma (2003) Appendice B Comparazione delle attività trasfusionali nelle singole regioni Appendice C Dati regionali del Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma (2003) i

4 Rapporti ISTISAN 04/36

5 Rapporti ISTISAN 04/36 Introduzione La conoscenza del consumo di sangue ed emoderivati è un requisito essenziale per definire i bisogni di una popolazione e per programmare una adeguata raccolta finalizzata al raggiungimento dell autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti che, peraltro, costituiscono il presupposto necessario e indispensabile per l effettiva attuazione di nuove tecniche trapiantologiche, oltre che per l esecuzione di numerosi interventi di chirurgia maggiore. Le principali problematiche connesse all uso del sangue e degli emocomponenti, oltre a riguardare il costante e sufficiente approvvigionamento delle scorte, interessano anche la sicurezza trasfusionale e l appropriatezza della richiesta trasfusionale. La continua attenzione a fornire al paziente sangue il più sicuro possibile comporta un accurata selezione del donatore, che determina una riduzione dell offerta. È pertanto necessario avere costantemente presente l importanza di promuovere un continuo e adeguato approvvigionamento e di verificare l appropriatezza della richiesta trasfusionale, aspetti che sono regolamentati sia a livello comunitario (1-3) che nazionale (4-7). In Italia, da oltre dieci anni (8-9), il Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma (RNRSP) costituisce lo strumento di comunicazione tra l Istituto Superiore di Sanità (ISS) e le Strutture trasfusionali italiane (ST) attraverso il quale è possibile conoscere i dati relativi alla raccolta, produzione, consumo e uso di sangue, emocomponenti e plasma. Tale Registro, il cui flusso di dati viene mediato dai Centri Regionali di Coordinamento e Compensazione (CRCC) e dagli Assessorati alla Sanità (AS) delle singole Regioni e Province autonome, consente di monitorare anche le altre attività effettuate presso le ST. Le principali informazioni contenute nel Registro sono presentate e discusse, prima della loro pubblicazione, con i rappresentanti dei CRCC, degli AS, delle Associazioni dei donatori e del Ministero della Salute (MS) durante la riunione annuale organizzata dall ISS. A seguito di tale riunione i dati del Registro vengono sottoposti ad ulteriore verifica e infine elaborati in un rapporto annuale che viene distribuito a tutte le ST presenti sul territorio, affinché abbiano un ritorno delle informazioni precedentemente fornite. I dati ricavati dal Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma hanno mostrato un costante incremento dei donatori nell ultimo decennio, con una maggiore conoscenza e consapevolezza dell importanza della donazione, evidenziata soprattutto dall aumento dei donatori periodici. Metodi Il rapporto del 2003, come anche i precedenti, è stato elaborato sulla base dei dati forniti dalle ST utilizzando il software che, già dal 1996 (10), permette l immissione dei dati in maniera uniforme e armonizzata. Per l anno 2003 sono stati analizzati 300 registri, relativi a tutte le ST presenti sul territorio nazionale. I dati, raccolti dalle singole ST, sono stati inviati ai responsabili dei CRCC (in alcuni casi agli AS che hanno predisposto apposite strutture quali le Agenzie per i servizi trasfusionali), con specifiche funzioni di coordinamento delle attività trasfusionali regionali; da questi le informazioni raccolte, dopo verifica, sono state inviate all ISS per l elaborazione finale e la preparazione del rapporto annuale. La popolazione considerata è quella fornita dall ISTAT aggiornata all anno 2002; per i calcoli relativi alla classe di popolazione compresa tra 18 e 65 anni è stato utilizzato il software messo a disposizione sul sito utilizzando 1

6 Rapporti ISTISAN 04/36 l ipotesi in cui i modelli adottati per sviluppare l evoluzione futura delle componenti demografiche (fecondità, mortalità, migrazioni interne e con l estero) sono stati mantenuti identici a quelli della precedente tornata di previsioni. Come nei precedenti rapporti (10-20) le strutture pubbliche sono comprese nella voce Ospedali o cliniche convenzionate, mentre sotto la voce Strutture regionali non convenzionate sono indicate le strutture private. Come nel 2002, i dati relativi ai donatori nuovi si riferiscono solo ai donatori che hanno effettuato una prima e unica donazione nell anno e pertanto sono stati calcolati sottraendo, dal totale dei nuovi, i donatori nuovi che hanno ridonato; quest ultima classe di donatori è stata conteggiata tra i periodici totali segnalati a fine anno. In alcune elaborazioni questa popolazione viene evidenziata. L indice di donazione è calcolato come rapporto tra numero di unità raccolte e numero di donatori salassati nell anno. Per quanto riguarda le strutture militari, i loro dati, quando possibile, sono stati inseriti nelle Figure insieme ai dati delle Regioni e Province autonome, ma sono stati analizzati in un paragrafo a loro dedicato. In particolare, secondo quanto convenuto con i responsabili militari, per unità distribuite o acquisite in regione si intendono le unità scambiate tra strutture trasfusionali militari, mentre le unità distribuite fuori regione includono le unità distribuite dalle strutture trasfusionali militari alle strutture civili. Nell Appendice A vengono presentati i dati nazionali confrontati con l anno precedente con le relative variazioni. Le variazioni, intese come incrementi e/o decrementi rispetto all anno precedente, vengono calcolate come [(a-b)/b x 100], dove: a = valore dell anno in esame e b = valore dell anno di confronto. Le attività trasfusionali delle singole regioni vengono presentate nell Appendice B attraverso Figure comprendenti tutte le regioni, le due Province autonome e, dove i dati sono confrontabili, anche le strutture trasfusionali militari. Nell Appendice C vengono riportate le schede riepilogative regionali e militari, elaborate per il triennio Prima della loro pubblicazione, tali schede sono state inviate a tutti i responsabili regionali del Registro per ulteriore verifica e conferma dei dati. Il bilancio complessivo del sangue e dei suoi prodotti (emazie, piastrine, plasma) è stato calcolato per differenza tra il totale dei prodotti comunque presenti nell anno (raccolti nel centro + acquisiti + giacenza dell anno precedente) e il totale dei prodotti usciti (unità distribuite + eliminate). Inoltre, come ulteriore controllo, il risultato viene posto a confronto con le giacenze dichiarate nell anno in esame e le differenze segnalate come errori. Risultati Strutture trasfusionali Nel rapporto 2003 l ISS ha analizzato 300 registri che corrispondono ai dati relativi alle attività di tutte le strutture trasfusionali operanti sul territorio nazionale (Tabella A1). L ultimo censimento, effettuato sulla base dei dati forniti dai CRCC, ha indicato la presenza di 309 strutture (21). La discrepanza tra il numero di registri e le strutture censite, evidenziata in Tabella A1, è dovuta principalmente alla dipartimentalizzazione avvenuta in Lombardia dove le ST esistenti sono state accorpate in 15 Dipartimenti di Medicina Trasfusionale (DMT) che, già dal 2000, trasmettono i dati del Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma secondo tale dipartimentalizzazione. La Puglia, pur censendo 13 strutture, invia i dati che si riferiscono a strutture precedentemente esistenti, inoltre, come già osservato nei precedenti rapporti, alcune strutture hanno inviato i loro dati accorpati. Alcune variazioni in positivo (Lazio +2) e in 2

7 Rapporti ISTISAN 04/36 negativo (Puglia 2) hanno mantenuto invariato il numero delle strutture rispondenti rispetto al Dalla Tabella A2 emerge che il 64% delle strutture trasfusionali appartiene ad Aziende Socio-Sanitarie, il 29% ad Aziende Ospedaliere e il rimanente 7% ad Università/Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) o altro (Istituti religiosi, CRI). Le unità di raccolta e i posti letto serviti dalla ST sono diminuiti rispettivamente del 5 e 10% rispetto alla precedente rilevazione. Donatori Classi di ampiezza Le classi di ampiezza, relative al numero di donatori per ST per regione, sono state analizzate in Tabella A3 così da avere un quadro generale della tipologia di strutture presenti nelle diverse regioni. Come negli anni passati risulta che la maggior parte delle ST accoglie un numero di donatori uguale o inferiore a (71%), mentre solo 7 strutture accolgono più di donatori/anno (3 DMT in Lombardia, 2 ST in Piemonte e 2 in Emilia Romagna). Rimane ancora elevato il numero di strutture che riferiscono un numero inferiore a donatori/anno, esse si trovano in Sicilia (7), Campania, Toscana e Puglia (4), Strutture militari, Sardegna, Calabria, Abruzzo e Liguria (2), Piemonte, Valle d Aosta, Lazio e Basilicata (1). Gestione dei donatori Il numero dei donatori totali segnalati è incrementato rispetto al 2002 (nel vs nel 2002 (Figura B1, Tabella A4) ed è pari al 4% circa della popolazione residente avente età compresa tra i 18 e i 65 anni ( ). L aumento dei donatori totali è prevalentemente a carico dei donatori periodici totali, in particolare dei nuovi periodici (+6%). I donatori nuovi, per la prima volta negli ultimi anni, mostrano un leggero decremento (-0,7%). Il numero dei donatori totali/1.000 abitanti (Figura B2) evidenzia una situazione di grande eterogeneità; si registra un minimo di 14 donatori/1.000 abitanti in Campania e un massimo di 37 donatori/1.000 abitanti in Friuli-Venezia Giulia. In sette regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia e Basilicata) non sono state registrate variazioni rispetto alla scorsa rilevazione, decrementi sono stati segnalati in Valle d Aosta, Molise (-20%) e Sardegna. Le regioni che hanno un elevato numero di donatori totali (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia), e che forniscono il 60% dei donatori nazionali, non segnalano un altrettanto elevato rapporto di donatori/popolazione (Sicilia 22 donatori/1.000 abitanti, Lombardia 25 donatori/1.000 abitanti, Veneto 27 donatori/1.000 abitanti), tale rapporto risulta migliore in Piemonte, Emilia Romagna e Toscana (30-32 donatori/1.000 abitanti). La percentuale dei donatori nuovi, che hanno effettuato una singola donazione nell anno, rispetto ai donatori totali risulta compresa tra 24-35% in Calabria, Puglia, Campania, Sardegna Lazio; presso le strutture militari tale percentuale risulta meno elevata rispetto alle precedenti rilevazioni (60% vs 70%) indicando che, nonostante la particolare tipologia di donatori, si tende a perseguire l obiettivo della ricerca del donatore periodico (Figura B3). Il 31% dei donatori nuovi è tornato a donare nel corso del 2003 (Figura B4), andando ad accrescere il numero dei donatori periodici totali che sono aumentati del 3% rispetto al 2002 (Tabella A4). A questa voce del questionario, che in passato risultava una delle più critiche dal punto di vista del reperimento del dato, nel 2003 ha risposto il 99% delle ST (296/300). La distribuzione regionale dei donatori nuovi che ha ridonato nel corso dell anno viene presentata in Figura B5; dall analisi di tali dati si osserva che la Campania è tra le regioni che superano la media nazionale (il 40% dei donatori 3

8 Rapporti ISTISAN 04/36 nuovi ha ridonato) insieme alla Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Marche. I donatori periodici totali (compresi i nuovi che nel corso dell anno hanno ridonato) rappresentano l 86% dei donatori totali. Nella distribuzione regionale dei donatori periodici totali/1.000 abitanti (Figura B6) si osservano incrementi nella maggior parte delle regioni. Il numero di donatori che donano anche in aferesi è sostanzialmente stabile (+1%), così come i donatori di sola aferesi ( 0,1%) (Figura B7, Tabella A4). Nel 2003 il 52% dei donatori di aferesi ha donato unicamente tramite questa modalità di prelievo; in Molise, Abruzzo e Valle d Aosta la percentuale dei donatori di sola aferesi rispetto ai donatori totali di aferesi risulta particolarmente incrementata (Figura B8). Donazioni Classi di ampiezza Nella Tabella A5 vengono riportate le classi di ampiezza relative al numero di donazioni per ST per regione così da avere, come per i donatori, un quadro generale della tipologia di strutture presenti nelle diverse regioni. In particolare risulta che la maggior parte delle ST (55%) raccoglie un numero di donazioni annuo inferiore a 5.000, mentre vi sono 12 centri che raccolgono tra e donazioni/anno. Le strutture che raccolgono più di unità anno si trovano in Lombardia (10 DMT), Emilia Romagna (4 ST) Piemonte e Veneto (2 ST), Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna (1 ST). Il numero delle ST che raccoglie da a unità/anno è pari al 26% del totale, tali strutture sono presenti in larga maggioranza in Veneto (10 ST), Toscana e Puglia (8 ST), Piemonte (7 ST). Gestione delle unità di sangue omologo Nel 2003 la raccolta delle unità di sangue intero è stata sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (+1,3%) (Tabella A6, Figura B9): in totale sono state raccolte unità di sangue intero. Il 50% circa delle unità, come anche nel 2002, è stato raccolto in solo 4 regioni: Lombardia nel 2003 vs nel 2002, Emilia Romagna vs , Piemonte vs e Veneto vs In quasi tutte le regioni si è verificato un incremento delle unità raccolte/1.000 abitanti eccetto in Puglia (-5%), Sardegna (- 4%) e Valle d Aosta (-2%) (Figura B10). Le segnalazioni delle unità raccolte/1.000 abitanti mostrano un andamento decrescente nord-sud, con un valore massimo di 58 donazioni/1.000 abitanti in Emilia Romagna e un minimo di 19 donazioni/1.000 abitanti in Campania. L indice medio di donazione, a livello nazionale, è stabile a 1,6. A livello regionale, Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Basilicata e Calabria hanno indici di donazione uguali o superiori alla media nazionale, sia quello calcolato sui donatori totali che sui periodici (Figura B11). L unica regione con un indice di donazione >2 è la Valle d Aosta. Il peso medio delle unità di sangue intero prelevate (Tabella A6) è di circa 436 grammi, in linea con le raccomandazioni sia europee che nazionali che indicano un range compreso tra 405 e 495 grammi. Pazienti sottoposti a procedure di autotrasfusione La Tabella A6 mostra anche il numero di pazienti sottoposti, nel 2003, alle diverse procedure di autotrasfusione: sono diminuite le segnalazioni pervenute relativamente ai pazienti sottoposti 4

9 Rapporti ISTISAN 04/36 a emodiluizione -23,2% (2.660 vs nel 2002 ), procedure miste -46,1% (1.647 vs nel 2002) e predeposito -3,6% ( vs ), le segnalazioni relative al recupero perioperatorio sono rimaste invariate. Emocomponenti prodotti Nel 2003 sono stati prodotti emocomponenti (Tabella A7), con una variazione negativa del 2% rispetto al È migliorata la segnalazione dei dati relativi alla voce altro in cui erano state inserite le unità di siero, le emazie concentrate da eritroaferesi ed eritroplasmaferesi, le emazie filtrate e irradiate, le unità pediatriche ed erroneamente le unità di plasma, inoltre alcuni centri non hanno indicato le unità di buffy-coat quando queste non venivano utilizzate per la preparazione di piastrine. La maggior parte dei prodotti ottenuti dalla scomposizione delle donazioni è rappresentata da emazie (57%), il 23% è rappresentato da buffy-coat e il 18% da piastrine (Figura B12). La percentuale di scomposizione, calcolata sulle emazie prodotte, risulta aumentata rispetto all anno precedente (99% vs 98%). Tale percentuale risulta leggermente più bassa (98%) se si calcola il sangue intero rimasto non scomposto nel centro; va comunque considerato che in alcune regioni il sangue viene distribuito intero ad altri centri che provvedono alla sua scomposizione. La Figura B13 mostra la distribuzione regionale delle emazie prodotte nel 2003 nelle ST confrontate con i consumi dell anno. La differenza segnalata in Figura evidenzia le regioni che sono state autosufficienti e quelle che hanno consumato più di quanto abbiano prodotto e che quindi hanno dovuto importare emazie da altre regioni per soddisfare il proprio fabbisogno. Il Lazio e la Sardegna hanno segnalato le più gravi carenze di emazie, rispettivamente di e unità. Lavorazioni Le lavorazioni effettuate all interno delle ST (Tabella A7) riguardano prevalentemente le filtrazioni in laboratorio, che rappresentano il 23% del totale delle lavorazioni effettuate; le filtrazioni a letto del paziente e le irradiazioni delle unità costituiscono rispettivamente il 15 e il 16% delle lavorazioni eseguite all interno delle ST. Circa il 40% delle attività viene incluso nella voce altro e necessita di ulteriore specifica. Tutte le lavorazioni effettuate nelle ST risultano aumentate rispetto al 2002, eccetto quelle relative alle filtrazioni a letto che risultano diminuite del 6,5%. Emoscambio Unità acquisite e distribuite Le unità acquisite in totale nel 2003 (Tabella A8, Figura B14) sono state complessivamente con un incremento del 10% circa rispetto al 2002; tale incremento è a carico prevalentemente del numero di unità di emazie e piastrine acquisite in regione, che sono incrementate rispettivamente del 12 e 36% rispetto alla precedente rilevazione. Le unità acquisite fuori regione (circa ) sono aumentate e sono costituite prevalentemente da emazie (99,4%). Anche le unità acquisite per altre vie (dall estero) riguardano prevalentemente le emazie: su un totale di unità (95%), quantitativo dimezzato rispetto alla precedente rilevazione. 5

10 Rapporti ISTISAN 04/36 In Figura B14 viene riportata la distribuzione regionale delle unità di sangue intero, emazie e piastrine acquisite (in regione + fuori regione + altro) da cui risulta evidente che lo scambio di unità riguarda prevalentemente le emazie. L acquisizione di piastrine riguarda essenzialmente due regioni: Lazio e Lombardia. Per quanto riguarda l emoscambio extraregionale relativo alle sole emazie, in Figura B15 è possibile osservare che nel 2003 le regioni maggiormente carenti in tal senso, sono state la Sardegna e il Lazio che hanno acquisito quantitativi di emazie > unità, come già evidenziato in Figura B13. Anche la Campania e la Sicilia risultano tra le regioni che hanno acquisito unità di emazie extra regione per soddisfare i propri fabbisogni interni. Relativamente alla distribuzione dei prodotti, nel 2003 sono state distribuite in totale unità di emocomponenti (Tabella A9), con una variazione positiva del 2,4% in confronto al 2002; tale distribuzione, in tutte le tipologie di strutture in cui è avvenuta la distribuzione di emocomponenti, ha riguardato prevalentemente le emazie ed è avvenuta, come per il passato, soprattutto in sede (70%). La distribuzione attraverso il CRCC, a cui spetta l 8% delle unità distribuite, ha evidenziato un incremento del 9,5%. L 1% delle unità distribuite è andato a strutture private (definite nella scheda strutture regionali non convenzionate ); il 2,5% delle unità è stato distribuito a strutture extra regionali, mentre sono state segnalate 382 unità inviate a strutture extra nazionali. Unità non utilizzate Le unità segnalate come non utilizzate nel 2003 sono state in totale con un incremento del 7,6% rispetto al 2002 (Tabella A10). Il 20% di esse non è stato utilizzato per cause tecniche, voce che include anche le unità utilizzate per i controlli di qualità, aumentate del 38% rispetto al Il 16% delle unità non è stato utilizzato per cause legate alla salute del donatore. Nel 2003 è stata segnalata una diminuzione del 9% delle unità rientrate dopo scadenza che ammontano a , pari al 2% del totale. Il numero delle unità scadute nel servizio rappresenta il 63% delle unità non utilizzate totali e risulta aumentato del 3% rispetto all anno precedente. Le piastrine a causa dei brevi tempi di conservazione costituiscono l emocomponente che risulta più frequentemente non utilizzato (Figura B16). Per quanto riguarda le emazie non utilizzate, è possibile osservare, in Figura B17, che lo scarto più elevato, circa unità di emazie pari al 41% delle emazie non utilizzate in totale, si è avuto per cause sanitarie, mentre il 33% delle emazie non usate è scaduto nel servizio trasfusionale. Bilancio degli emocomponenti Il bilancio degli emocomponenti consente di confrontare il risultato del bilancio con le giacenze dell anno in esame e di verificare il corretto inserimento di tali dati. A livello nazionale (Tabella A11) le giacenze totali relative all anno precedente sono aumentate del 30% ( vs ), quelle di sangue intero del 31% e quelle relative alle emazie del 33%. Le giacenze totali relative all anno in esame sono aumentate del 3,8% ( vs ); tale incremento è a carico del sangue intero e delle piastrine. Per quanto riguarda questa parte del Registro sono state segnalate alcune difficoltà, da parte delle regioni, nella compilazione di tale sezione (Tabella A12). 6

11 Rapporti ISTISAN 04/36 Gestione delle unità di sangue autologo Nel 2003 sono state predepositate unità, con un decremento del 4% rispetto al 2002 (Tabella A13). Il 67% delle unità di sangue autologo è stato effettivamente trasfuso, mentre il 33% non è stato utilizzato. Nell ambito delle singole regioni, dall analisi della percentuale delle unità trasfuse rispetto alle predepositate, risulta che nella Provincia autonoma di Trento, Toscana, Provincia autonoma di Bolzano, Puglia e Sardegna viene effettivamente trasfuso più dell 80% dei predepositi effettuati e più del 90% nelle Marche (Figura B18). Gestione aferesi La parte relativa alle procedure di aferesi produttive necessita di un aggiornamento poiché non sono contemplate le procedure di donazione multipla di emocomponenti previste dall ultimo decreto in vigore, relativo alle caratteristiche e modalità per la donazione di sangue e di emocomponenti (6). Per colmare tale carenza, nel presente registro le donazioni di eritrociti da aferesi sono state inserite tra le unità di sangue intero raccolte, mentre le unità di plasma e piastrine da aferesi sono state conteggiate rispettivamente nel plasma da aferesi e nelle piastrine prodotte. Nel 2003 il numero delle procedure di aferesi produttive (Tabella A14) sembra essere diminuito per quanto riguarda la produzione di plasma-piastrine (-6%) e piastrine (-17,3%), le procedure di plasmaferesi sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre sono aumentate le leucoaferesi (+4%). Anche i dati relativi alla raccolta di cellule staminali segnalano incrementi sia nella raccolta di cellule staminali periferiche (+32%) che da cordone (+12%). Le regioni che hanno segnalato il maggior numero di procedure di plasmaferesi sono la Lombardia (74.592), il Veneto (47.809), l Emilia Romagna (46.739) e la Toscana (38.200); tra le regioni del sud la Puglia e la Sicilia risultano le regioni che hanno eseguito il maggior numero di plasmaferesi, rispettivamente e (Tabella A15). Le informazioni inviate, relativamente alla raccolta di piastrine da aferesi, indicano che a livello nazionale il 62% è rappresentato da procedure di plasmapiastrinoaferesi, effettuate prevalentemente in Toscana (4.466), Veneto (4.235), Friuli-Venezia Giulia (3.146), Emilia Romagna (3.323) e Marche (2.941). La raccolta di cellule staminali da sangue di cordone avviene in poche regioni, in particolare in Sicilia (2.618), Lombardia (1.950) e Liguria (859). Il prelievo di cellule staminali da sangue periferico risulta diffuso in maniera più omogenea tra le regioni. Plasma prodotto Classi di ampiezza Nella Tabella A16 viene riportato un quadro generale della tipologia di strutture presenti nelle diverse regioni relativamente alla produzione di plasma. Le classi di ampiezza sono state definite in base ai litri di plasma prodotti per ST. In particolare risulta che il 40% delle ST raccoglie un quantitativo di plasma inferiore a litri e il 50% tra e litri/anno. Solo una struttura situata in Piemonte raccoglie più di litri di plasma/anno e 3 dipartimenti, in Lombardia, raccolgono tra e litri di plasma. 7

12 Rapporti ISTISAN 04/36 Gestione del plasma prodotto In Tabella A17 viene riportata la quantità media di plasma ottenuta da donazione ordinaria (235 ml), la quantità media di plasma da plasmaferesi (526 ml) e da plasmapiastrinoaferesi (356 ml). Le segnalazioni pervenute nel 2003 indicano che sono stati prodotti litri di plasma con un incremento pari al 2% rispetto al 2002 (Tabella A18) che conferma la sostanziale stabilizzazione della raccolta già osservata nei precedenti rapporti (10-20). La maggior parte del plasma (74%) è stato prodotto da donazione ordinaria, il rimanente 26% è stato prodotto da aferesi ( litri) (Figura B19), mantenendo grossolanamente stabile il rapporto tra le due modalità di prelievo. La distribuzione del plasma prodotto/1.000 abitanti (Figura B20) nel 2003 mostra l Emilia Romagna come la regione maggiormente produttiva (21 litri/1.000 abitanti), seguono il Friuli- Venezia Giulia (19 litri/1.000 abitanti), la Toscana e il Veneto (17 litri/1.000 abitanti), il Piemonte (16 litri/1.000 abitanti) e, tra le regioni meridionali, l Abruzzo (11 litri/1.000 abitanti). La Figura B21 mostra la distribuzione regionale della percentuale del plasma prodotto da aferesi e da donazione ordinaria nel La Toscana, il Veneto, le Marche, l Emilia Romagna e il Friuli-Venezia Giulia sono tra le regioni che impiegano maggiormente la plasmaferesi produttiva rispetto alla donazione ordinaria (>30%). Si osserva che, nel 2003, il fabbisogno teorico minimo, calcolato sulla base del quantitativo di plasma ceduto all industria, è soddisfatto e anche superato da tutte le regioni del nord e del centro (eccetto Umbria e Lazio), mentre le regioni dell Italia meridionale sono ancora lontane dal raggiungimento di tale obiettivo (Figura B22). Plasma acquisito Sono stati in totale acquisiti, all interno delle singole regioni (Tabella A19), litri di plasma da aferesi e litri da donazione ordinaria. Il quantitativo di plasma acquisito da aferesi da centri extraregionali è minimo (8 litri). In Figura B23 viene mostrata la distribuzione regionale della percentuale del plasma da aferesi acquisito rispetto al totale dei litri acquisiti. Da tale figura è possibile osservare che tutte le regioni che nel 2002 avevano segnalato un elevata percentuale di plasma da aferesi acquisito rispetto al totale dei litri acquisiti hanno segnalato una netta diminuzione di tale valore che in generale non supera il 20% in tutte le regioni italiane. Uso del plasma Classi di ampiezza La distribuzione per classi di ampiezza del quantitativo di plasma inviato all industria indica che l 89% dei centri che ha risposto al questionario su questo punto specifico ha inviato all industria quantitativi compresi tra 1 e litri di plasma (Tabella A20). Sul territorio nazionale solo tre dipartimenti in Lombardia inviano al frazionamento quantitativi di plasma compresi tra litri, mentre due strutture inviano all industria quantitativi compresi tra litri di plasma, una situata in Piemonte e l altra in Lombardia. 8

13 Rapporti ISTISAN 04/36 Gestione dell uso del plasma Le segnalazioni relative all uso complessivo del plasma, sia inviato all industria per il frazionamento che utilizzato in clinica, riguardano litri (pari al 95% del plasma prodotto) con un incremento del 2% rispetto alla precedente rilevazione (Tabella A22). Il 77% del plasma distribuito è stato ceduto alle aziende di frazionamento ( litri); tale percentuale di utilizzo, rispetto al totale del plasma distribuito, è sostanzialmente rimasta stabile rispetto al 2002 (77,2% nel 2003 vs 77,5% nel 2002). In particolare, l ulteriore analisi relativa al plasma inviato alle aziende di produzione di plasmaderivati ha mostrato che il 24% del totale distribuito alle aziende viene prodotto mediante plasmaferesi produttiva, il 65% viene congelato entro le 6 ore e l 11% viene congelato dopo le sei ore. Il 66% del totale del plasma distribuito all industria (Tabella A21) proviene da solo cinque regioni: Lombardia ( ), Emilia Romagna (65.112), Veneto (60.355), Piemonte (52.764) e Toscana (47.662). Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia e Sicilia contribuiscono con quantità comprese tra e litri. Nel Lazio solo poche strutture inviano il plasma per il frazionamento. La Figura B24 mostra che la distribuzione regionale del plasma avviato al frazionamento è compresa tra un minimo di 2 litri/1.000 abitanti (Lazio e Campania) e un massimo di 16 litri/1.000 abitanti (Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia). Il quantitativo di plasma avviato al frazionamento/1.000 abitanti è leggermente diminuito in alcune regioni del nord; nel Lazio e in Basilicata si è verificata una diminuzione rispettivamente del 22 e 40%. Le informazioni relative all utilizzo del plasma in clinica indicano un incremento del 3% nei valori assoluti ( nel 2003 vs nel 2002) anche se, in percentuale rispetto al totale del plasma distribuito, rimane una sostanziale stabilità (22,8% nel 2003 vs 22,5% nel 2002) (Tabella A22). L analisi dei litri di plasma utilizzati in clinica (Figura B25) indica che il Lazio, l Emilia Romagna, la Lombardia e la Sardegna sono le regioni che utilizzano i più alti quantitativi di plasma (>3 litri/1.000 abitanti), con una riduzione in Emilia Romagna del 10% rispetto alla rilevazione dell anno precedente. Plasma non utilizzato Nel 2003 la quantità di plasma non utilizzato in totale (Tabella A23) è leggermente aumentata ( litri nel 2003 vs nel 2002) e rappresenta il 5% del plasma prodotto totale. A livello nazionale il 49% del plasma non utilizzato è stato scartato per cause tecniche, voce in cui sono state conteggiate anche le sacche utilizzate per effettuare i controlli di qualità. Un altro grande quantitativo di plasma non è stato utilizzato per cause legate allo stato di salute del donatore (45%), la rimanente percentuale per scadenza dei termini di conservazione. A livello regionale, tutte le regioni del nord (eccetto il Friuli-Venezia Giulia), del centro (eccetto l Umbria), l Abruzzo e la Basilicata segnalano valori di plasma non utilizzato inferiori al 5%, mentre le altre regioni meridionali segnalano valori nettamente al di sopra di tale valore (Figura B26). Bilancio del plasma Il bilancio del plasma è stato calcolato sulla base delle giacenze di plasma sia dell anno precedente l anno di rilevazione che dell anno in esame (Tabella A24). Il bilancio è stato calcolato seguendo gli stessi criteri utilizzati per la gestione del sangue. Le giacenze di plasma relative all anno precedente sono complessivamente aumentate del 13%, quelle dell anno in esame del 33%. In particolare, per il 2003, solo alcune regioni hanno presentato i bilanci pari 9

14 Rapporti ISTISAN 04/36 alle giacenze dell anno in esame, sia per quanto riguarda il plasma da donazione ordinaria che da aferesi (Tabella A25). Altre attività trasfusionali L ultima parte del Registro prende in esame le altre attività svolte dalle ST, non direttamente correlate alla produzione di sangue e plasma; di particolare rilievo i dati relativi al Controllo di Qualità (CQ) e all operatività del Comitato Ospedaliero per il Buon Uso del Sangue (COBUS). Le attività ambulatoriali segnalate nel 2003 sono state in totale , con un incremento del 6,6% rispetto al 2002 (Tabella A26), la maggior parte di esse è rappresentata da trasfusioni ambulatoriali (63%). Le aferesi terapeutiche totali (13% delle attività totali) hanno subito in valore assoluto una variazione positiva dell 8%, in particolare il 51% di esse viene effettuato prevalentemente in regime ambulatoriale, il 39% in regime di ricovero e la rimanente percentuale in day hospital. I salassi per scopi terapeutici sono incrementati del 4%, il 90% di essi viene effettuato in regime ambulatoriale, il 10% in regime di ricovero. Le unità predepositate nel 2003 sono state , il 68% di esse viene prelevato in regime ambulatoriale e il 32% in regime di ricovero (Tabella A27). Le procedure di recupero segnalate indicano un incremento del 16,6%, mentre le procedure di emodiluizione sono aumentate del 3% rispetto al 2002 (2.020 nel 2003 vs nel 2002). Le segnalazioni pervenute relativamente ai trattamenti di midollo osseo indicano una diminuzione del 33% rispetto alla precedente rilevazione, mentre le procedure di congelamento, da cui sono escluse le emazie e il plasma, sono incrementate del 15%. Le consulenze di medicina trasfusionale ( ) sono aumentate del 3,7%, la maggior parte di esse (72%) sono consulenze interne. Anche nel 2003 sono stati segnalati circa di esami diagnostici (Tabella A28), in particolare sono incrementati gli esami di biologia molecolare (43%), citogenetica (40%), ematologia (8%), coagulazione (4%), immunoematologia piastrinica (3%), mentre sono state segnalate diminuzioni per i rimanenti esami. L aumento del 150% degli esami definiti altro è da addebitarsi per lo più alle diverse modalità di utilizzo dei software gestionali in uso. I Controlli di Qualità Interni (CQI) sono stati suddivisi nel Registro del sangue e del plasma in diverse sezioni in base alle tipologie di esami. Dalla Tabella A29 è possibile osservare una riduzione nella segnalazione del CQI in immunoematologia e ai controlli relativi alla ricerca dei marcatori epatitici e anti-hiv. I controlli di qualità AB0 Rh (D), anti-hiv, HbsAg, anti-hcv, che il DM prevede vengano effettuati dai centri e che consentono il monitoraggio dell attività di laboratorio, vengono eseguiti su campioni e successivamente su tutte le unità. A questi controlli si aggiungono quelli specifici di ogni emocomponente, effettuati generalmente secondo le norme internazionali. I programmi di Controllo di Qualità Esterno (CQE) vengono effettuati prevalentemente per la ricerca degli anticorpi anti-hiv, anti-hcv e per la ricerca dell antigene di superficie dell epatite B. Nel 2003 l 80% delle strutture che ha risposto al questionario ha partecipato a programmi di CQE, percentuale leggermente inferiore a quella segnalata nell anno precedente (83%). Questi centri corrispondono al numero di strutture che partecipano al programma di CQE proposto dall ISS e attivo dal Il 58% dei rispondenti dichiara di partecipare a programmi di CQE per l immunoematologia, percentuale leggermente maggiore rispetto al 2002 (56%). La Tabella A30 è relativa alla distribuzione regionale delle strutture che effettuano il CQ in immunoematologia sia interno sia esterno. È possibile osservare che soltanto in Valle d Aosta, Lombardia, Provincia autonoma di Trento e ST Militari tutte le strutture effettuano sia il CQI che il CQE, mentre il solo CQI viene effettuato da tutte le strutture in Piemonte, Friuli- Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Sardegna. 10

15 Rapporti ISTISAN 04/36 Il COBUS è stato costituito nel 95% delle strutture rispondenti, ma è dichiarato operativo solo nel 72% dei casi. A livello regionale la situazione si presenta alquanto eterogenea (Tabella A31): il COBUS è stato costituito in tutte le sedi ospedaliere che ospitano le ST in Piemonte, Valle d Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli- Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata e Calabria. L operatività di tale comitato è però effettiva in tutte le strutture solo in Piemonte, nelle Provincie autonome di Trento e Bolzano, in Umbria e Basilicata (Tabella A31). Il servizio di urgenza (Tabella A32) è garantito dalla guardia attiva in loco solo dal 31% dei rispondenti. Rimane costante la quota di coloro che non danno alcuna risposta a questa domanda del questionario (13%). La reperibilità è garantita dal solo personale medico nel 24% dei casi, mentre è garantita sia da medici che da tecnici nel 57% dei rispondenti. La gestione computerizzata delle attività trasfusionali è raggruppata in quattro classi di informatizzazione (Tabella A33). Si osserva una generale tendenza verso l informatizzazione, in particolare della gestione dei donatori (89%), dell attività di laboratorio (82%) e dei riceventi (79%). La gestione informatizzata del magazzino trasfusionale risulta ancora bassa (60%). I dati nazionali relativi al personale previsto in organico rispetto al personale in servizio (Tabella A34) indicano che tutti gli organici previsti risultano coperti. L indice di produttività dell attività del laboratorio della ST è stato calcolato valutando la quantità degli esami eseguiti rispetto al personale in servizio. In Figura B27 tale indice risulta particolarmente elevato in Lombardia, Veneto e Umbria e, tra le regioni del sud, in Abruzzo e Puglia. Per quanto riguarda l indice dell attività produttiva della ST nel 2003, ossia il rapporto tra le unità di emazie e di plasma prodotte e il totale del personale in servizio, le regioni che nel 2003 hanno segnalato il maggior valore sono state l Emilia Romagna, la Provincia autonoma di Bolzano, il Veneto e la Lombardia, con più di 700 emocomponenti prodotti per dipendente in servizio (Figura B28). La distribuzione regionale del rapporto tra le unità di sangue intero raccolte nel 2003 e il numero di personale in servizio nelle ST (Figura B29) mostra un valore di quasi 450 unità di sangue raccolte/dipendente in servizio in Emilia Romagna e di circa 350 unità di sangue raccolte/dipendente in servizio nelle Provincie autonome di Bolzano e Trento, in Veneto, Piemonte, Lombardia e Umbria. Il rapporto tra unità di sangue intero raccolte e personale in servizio è inferiore a 200 solo in Molise e Campania. Strutture Trasfusionali Militari Le quattro strutture trasfusionali militari (Tabella 1) sono situate in Liguria (La Spezia), Toscana (Firenze), Puglia (Taranto) e Lazio (Roma), dove ha sede il Centro di Coordinamento e Compensazione. Le strutture trasfusionali militari, le cui spese di funzionamento e gestione sono a carico del Ministero della Difesa, si prefiggono il compito di raggiungere una completa autonomia delle Forze Armate in campo trasfusionale e, soddisfatta tale esigenza, di collaborare anche nel settore trasfusionale civile (22). A tali strutture possono accedere anche donatori civili mentre i donatori volontari militari sono tenuti ad effettuare le loro donazioni presso le strutture trasfusionali militari. Nelle sedi sprovviste di strutture trasfusionali militari, i donatori volontari militari possono effettuare la loro donazione presso le locali strutture trasfusionali civili. Nel 2003, le quattro strutture militari hanno registrato in totale donatori, di cui il 60% è costituito da donatori nuovi, essenzialmente militari di leva (Figure B3). Il 16% dei donatori nuovi nel corso dell anno è tornato a donare (Figura B5), con un incremento del 25% rispetto all anno precedente. Quasi il 60% dei 49 donatori di aferesi ha donato esclusivamente tramite questa modalità di prelievo. L indice di donazione di sangue intero è pari a 1 (Figura B11). 11

16 Rapporti ISTISAN 04/36 L emoscambio effettuato dalle strutture trasfusionali militari è relativo a numeri di unità di emazie piuttosto esigui, circa 200 unità di emazie acquisite in totale nel 2003 (Figura B14), di cui il 58% tra strutture militari, mentre le emazie distribuite a strutture civili sono state circa (Figura B15), pari al 60% delle distribuite totali. Per quanto riguarda la gestione del sangue autologo, solo il 40% delle unità predepositate è stato effettivamente trasfuso (Figura B18). Sono stati prodotti litri di plasma, per la maggior parte da donazione ordinaria (Figura B21) e non ne sono stati utilizzati 213 litri, pari a 1/5 del plasma prodotto (Figura B26). I bilanci della gestione di sangue e piastrine (Tabella A12) sono stati segnalati in modo corretto, come anche quelli relativi al plasma da donazione ordinaria e da aferesi (Tabella A25). I dati relativi alle procedure di aferesi indicano che sono state effettuate solamente procedure di plasmaferesi e piastrinoaferesi (Tabella A15). Dalla sezione relativa ai CQI e CQE per l immunoematologia (Tabella A30), risulta che tali controlli vengono effettuati da tutte le strutture. Il COBUS è stato istituito ed è operativo solo in 1/3 degli ospedali militari sede delle ST (nel quarto caso la ST ha sede in uno stabilimento chimico farmaceutico militare) (Tabella A31). L indice di produttività del laboratorio (Figura B27), pari a nel 2003, risulta stabile rispetto al 2002, come anche rimane invariato l indice di produttività della struttura trasfusionale (Figura B28); entrambi questi valori, come anche quello indicato in Figura B29 (unità di sangue intero raccolte/personale in servizio) sono nettamente inferiori rispetto ai valori regionali. Conclusioni Il Registro nazionale e regionale del sangue e del plasma consente di avere un quadro generale della situazione relativa alle attività trasfusionali effettuate in Italia, permettendo di conoscere i dati relativi alla raccolta, produzione, distribuzione, acquisizione, consumo e utilizzo di sangue ed emocomponenti. Poiché il Registro viene utilizzato come strumento di riferimento per la valutazione dei fabbisogni regionali e nazionali di sangue e plasma, esso necessita di un aggiornamento in base alla evoluzione delle tecnologie trasfusionali e alle nuove modalità di prelievo. Anche quest anno i Registri, sebbene siano stati spediti con tempi di trasmissione più lunghi di quelli previsti dal decreto (entro la fine del mese di marzo) (9), sono comunque arrivati in tempi tali da consentirne un elaborazione e pubblicazione nell anno successivo a quello di rilevazione. In corso di stesura sono stati rilevate diverse incongruità nelle segnalazioni che hanno richiesto ulteriori analisi e controlli da parte dell ISS. Le nuove tecnologie di prelievo, che permettono di ottenere prodotti sempre più selezionati, sono ormai diffuse sul territorio e non trovano, nel software del Registro, voci specifiche in cui inserire i dati. In particolare, affinché le informazioni fornite dalle ST siano adeguate e non lasciate alla libera interpretazione o a una continua verifica tra ST e ISS che, nel raccogliere i dati, ne assicura la congruità, era stato predisposto per l anno 2003 un modulo aggiuntivo che non è stato possibile elaborare per la bassa partecipazione all indagine. Il numero dei donatori totali continua a mostrare, anche nell anno 2003, un leggero ma costante incremento; è interessante notare che anche quest anno il 31% circa dei donatori nuovi nel corso dell anno è tornato a donare, diventando periodico. Le difficoltà relative alla classificazione dei donatori nuovi, che nell arco dell anno in esame sono divenuti periodici, sono diminuite, infatti a questa voce del questionario ha risposto il 99% dei partecipanti. In Italia il numero medio di donatori per abitanti è 24, con grandi differenze tra le regioni. 12

17 Rapporti ISTISAN 04/36 I donatori di aferesi rispetto alla precedente rilevazione risultano sostanzialmente stabili, così come quelli di sola aferesi. La necessità di assicurare l afflusso dei donatori periodici durante tutto l anno e soprattutto in prossimità dei periodi critici (estate, epidemie influenzali) implica il coinvolgimento di tutti gli organi preposti affinché promuovano campagne di sensibilizzazione e di diffusione della cultura della donazione. Nel 2003 la raccolta di sangue, secondo quanto riportato nei registri regionali, è leggermente aumentata ( nel 2003 vs nel 2002), confermando un andamento in crescita già osservato negli anni precedenti. La media nazionale è di 38 unità per abitanti, con una grande variabilità tra le diverse regioni (59 in Emilia Romagna e 19 in Campania). Rimane ancora elevato il numero di ST che raccoglie meno di unità all anno; non si tratta solo di centri che hanno una posizione geografica più difficilmente raggiungibile da parte dei donatori o con bacini di utenza minori, ma anche di ST situate in grandi città o capoluoghi di provincia. In questo caso sarebbe importante conoscere se si tratta di strutture all interno di aziende che richiedono di rispondere ad urgenze, quali ad esempio strutture di oncoematologia. A livello nazionale l indice di donazione, calcolato sui donatori totali, è pari a 1,6, stabile rispetto alle precedenti rilevazioni. Considerando per la popolazione italiana, di circa di abitanti, un consumo teorico di 40 unità di emazie/1.000 abitanti, sarebbero necessarie unità per soddisfare il fabbisogno nazionale teorico. Sulla base dei dati pervenuti nel 2003, l indice di donazione aumentato di 0,1 porterebbe al raggiungimento del fabbisogno teorico. È quindi importante che ogni regione, e in particolare quelle con un numero di donatori/1.000 abitanti più basso e con un indice di donazione inferiore alla media, promuovano e incentivino costantemente la donazione di sangue. La produzione totale di emazie è leggermente aumentata rispetto alla precedente rilevazione; la percentuale di scomposizione ha ormai raggiunto la completezza (98%). A livello regionale, la produzione di emazie ha soddisfatto i fabbisogni interni in 2/3 delle regioni; il fabbisogno di emazie delle regioni carenti è stato soddisfatto, attraverso l emoscambio, grazie alla disponibilità di emazie da parte delle altre regioni, in particolare Piemonte, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Le emazie non utilizzate per scadenza rappresentano l 1,8% delle prodotte, insieme a quelle non utilizzate per rientro costituiscono il 2%. L informatizzazione del magazzino trasfusionale rimane limitata al 60% delle strutture; sicuramente la percentuale di emazie non utilizzate per scadenza potrebbe essere ridotta migliorando la gestione delle scorte e prevedendo una programmazione della raccolta, anche sulla base delle necessità di gruppo ematico. Le pratiche autotrasfusionali, sotto forma di predeposito e recupero perioperatorio, sono promosse e incentivate dall articolo 16 della Legge 107/1990; tali procedure devono però essere attuate attraverso le direttive tecniche emanate al fine di ottimizzare l utilizzo di tali predepositi (23). I dati del Registro relativi alla gestione del sangue autologo segnalano che in Italia solo il 70% dei predepositi effettuati viene effettivamente trasfuso, tale percentuale indica che si verifica uno spreco di sangue autologo pari a circa 1/3 del totale. Si rende quindi necessaria la definizione di un algoritmo aggiornato che consenta di stabilire, secondo opportuni parametri, le unità di predepositi da effettuare per ciascun tipo di intervento, con particolare attenzione alla chirurgia di tipo ortopedico e cardiovascolare. L indice medio di 1,6 indica che il numero minimo consigliato di predepositi per paziente (due unità) è un obiettivo ancora da raggiungere. Una più attenta valutazione dell appropriatezza delle unità di sangue autologo da utilizzare può ridurre la raccolta impropria di predepositi. Solo nella regione marche la percentuale di utilizzo è risultata maggiore del 90% 13

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