Il differenziale retributivo in Europa

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1 Il differenziale retributivo in Europa Il differenziale retributivo di genere gender pay gap, misura la differenza relativa alle retribuzioni delle donne e degli uomini, ovvero il risultato delle discriminazioni e delle disuguaglianze nel mercato del lavoro dovute al genere. L Eurostat misura questo differenziale retributivo grazie all indagine SES (Structure of Earnings Survey), predisposta in modo omogeneo per tutti i paesi dell UE, attraverso un indicatore in forma grezza (non viene aggiustato tenendo conto delle caratteristiche individuali che potrebbe spiegare una parte del divario) che misura la differenza che esiste in media tra il salario orario lordo di un lavoratore e quello di una lavoratrice. Questa banca dati considera i dipendenti nell industria, costruzioni e servizi (ad eccezione della pubblica amministrazione, della difesa, assicurazione sociale obbligatoria) nelle aziende con almeno 10 dipendenti. Il differenziale retributivo per EU27 è pari a 16,2%, in altre parole in media le donne guadagnano a livello orario il 16% in meno degli uomini. In Italia il valore si abbassa al 5,8%, mentre nei paesi in cui da sempre vi è una battaglia attiva verso le differenze di genere (Finlandia, Danimarca e Svezia) il differenziale retributivo è molto ampio. Questa anomalia viene in parte spiegata considerando anche i tassi di occupazione femminile di questi paesi, man mano che l occupazione femminile cresce crescono anche i differenziali retributivi. Estonia Grecia Rep. Ceca Austria Germania Differenziale retributivo Malta Romania Ungheria Slovacchia Spagna Irlanda Belgio Unione Europea 27 Bulgaria Lussemburgo Francia Cipro Portogallo Lettonia Lituania Gran Bretagna Finlandia Olanda Danimarca Svezia Italia Polonia Slovenia Tasso di occupazione femminile 1

2 Il tasso di occupazione femminile in Italia è tra i più bassi d Europa, oltre il 50% delle donne italiane (15-64 anni) non ha un lavoro retribuito (inattive o disoccupate), il differenziale retributivo non tiene conto di questa problematica. Infatti, nei paesi in cui l occupazione femminile non è molto elevata, le donne che lavorano sono selezionate, vi è quindi una quota inferiore di donne che effettuano lavori manuali e poco qualificati e una quota maggiore di occupate in posizioni più redditizie e questo si traduce in differenziali molto bassi. Con l aumento dell occupazione femminile questa selezione viene meno ed entrano nel mercato del lavoro anche lavoratrici meno qualificate o maggiormente occupate a tempo parziale. Quindi se a prima vista sembra che l Italia abbia risultati migliori per quel che riguarda il GPG, questo effetto viene ridimensionato se si considera il basso tasso di occupazione femminile. Il differenziale retributivo grezzo di genere nei paesi dell Unione Europea confrontato con il tasso di occupazione. Anno 2011 Differenziale retributivo grezzo Tasso di occupazione femminile anni LAVORO IN PIÙ Svezia 15,8 71,3 57 Danimarca 16,4 70,4 60 Paesi bassi 17,9 69,9 66 Finlandia ** 18,2 67,4 68 Austria **** 23,7 66,5 94 Germania ** 22,2 67,7 87 Gran Bretagna 20,1 64,5 76 Cipro ** 16,4 62,1 60 Slovenia 2,3 60,9 7 Portogallo 12,5 60,4 43 Estonia 27,3 62,8 114 Francia ** 14,7 59,7 52 Lettonia 13,6 60,2 48 Lituania 11,9 60,2 41 EU27 Unione Europea 27 ** 16,2 58,5 59 Lussemburgo ** 8,7 56,9 29 Belgio 10,2 56,7 35 Bulgaria 13,0 55,6 45 Repubblica Ceca 21,0 57,2 81 Irlanda *** 13,9 55,1 49 Polonia 4,5 53,1 14 Spagna ** 16,2 52,0 59 Slovacchia 20,5 52,7 78 Romania 12,1 52,0 42 Ungheria 18,0 50,6 67 Grecia * 22,0 45,1 86 Italia 5,8 46,5 19 Malta 12,9 40,9 45 Per il differenziale retributivo: * dato riferito al 2008; ** dati provvisori; *** dato riferito al 2010; **** valore stimato al 2011 Elaborazioni RED- Sintesi su dati Eurostat 2

3 Differenziali retributivi in Italia In base alla banca dati utilizzata e all indicatore scelto cambiano i risultati del differenziale retributivo, anche se si arriva comunque alla stessa conclusione gli uomini guadagnano più delle donne. Il differenziale tra uomini e donne misurato nell indagine Istat Reddito e condizioni di vita è pari al 27%, infatti, il reddito medio annuo del principale percettore è di per le donne e di per gli uomini (dati 2010). Il salario orario è una misura migliore per determinare il GPG in quanto permette di confrontare le retribuzioni indipendentemente dal numero di ore (normalmente gli uomini lavorano più delle donne), ma risulta informativa anche la per genere perché evidenzia come le donne abbiano minori redditi che si tradurranno in pensioni più basse e quindi in maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale. In questo lavoro si analizzerà la oraria netta e le ore utilizzando la rilevazione sulle forze lavoro dell Istat, che permette di conoscere queste variabili per i dipendenti, quindi non sono inclusi nelle elaborazioni i collaboratori e gli autonomi. La paga oraria deriva dalla mensile media netta percepita escludendo altre mensilità (tredicesima, quattordicesima, ecc.) e voci accessorie non percepite regolarmente tutti i mesi (premi di produttività annuali, arretrati, indennità per missioni, straordinari non abituali, ecc.).. ne mensile per genere dei dipendenti e differenze % mensili tra donne e uomini ne mensile mediana ( )* mensile tra genere Donne ,4% Uomini ni mensile nette dei lavoratori dipendenti L analisi delle retribuzioni mensili porta ad individuare una differenza del 15,4%, che viene ridimensionata al 3,0% a livello di paga oraria, le donne lavorano 36 ore contro le 40 degli uomini, per arrivare alla piena parità retributiva le donne dovrebbero lavorare 9 giorni in più. È stata utilizzata come media il valore mediano delle variabili (valore centrale della distribuzione) in quanto non viene influenzata dai valori estremi, per il calcolo dei giorni lavorativi sono stati considerati i giorni lavorativi complesso il sabato ed escluse le domeniche ed i giorni festivi. 3

4 , oraria per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini ne oraria oraria tra genere Donne 36 8,1 Uomini 40 8,4 3,0% 9 Fermo restando che il GPG è una misura grezza del differenziale retributivo tra genere, in quanto non tiene conto della storia lavorativa dell individuo che potrebbe spiegare il divario, è un indicatore importante per individuare alcune caratteristiche del mondo del lavoro. A livello legislativo la parità retributiva tra uomini e donne è sancita (stessa per stesso lavoro) ma si innescano altri meccanismi che portano le donne a guadagnare meno dell uomo. LE DONNE E GLI UOMINI FANNO LAVORO DIVERSI, questa segregazione del mercato del lavoro da una parte ha protetto l occupazione femminile (sono ambiti in cui la crisi si è avvertita meno), ma dall altra le ha relegate a retribuzioni più basse; Distribuzione degli occupati dipendenti per attività economica Agricoltura 3,1% 1,7% Industria 31,2% 13,9% Costruzioni 10,4% 1,1% Commercio 11,2% 12,6% Alberghi e ristoranti 4,1% 6,4% Trasporti e magazzino 7,6% 2,5% Servizi 32,4% 61,7% Di cui Servizi di informazione 2,9% 1,9% Attività finanziaria ed assicurativa 2,9% 3,2% Attività immobiliari, servizi alle imprese 5,8% 10,0% Amministrazione pubblica 9,5% 6,0% Istruzione, sanità e altri servizi sociali 8,0% 27,9% Altri servizi collettivi e personali 3,4% 12,7% Le donne lavorano nei servizi alle persone, nella sanità e nell istruzione, in questi ambiti trova impiego oltre il 40% delle occupate dipendenti contro l 11,4% degli uomini. 4

5 Gli uomini sono impiegati principalmente nell industria, nel commercio e nelle costruzioni, ma indipendentemente da dove si trova impiego i divari retributivi orari sono molto ampi in tutti settori. Fa solo eccezione il comparto dell edilizia dove a causa dell effetto selezione le donne guadagnano più dei maschi, infatti solo l 1,1% delle donne dipendenti lavorano in questo settore, probabilmente in ruoli impiegatizi con paga superiore al semplice manovale tipicamente di genere maschile. La maggior parte dei differenziali è superiore al dato medio (3,0%), questo perché il valore totale mitiga molti effetti dell occupazione per sesso e per posizione professionale, proprio per effetto della selezione occupazionale femminile che vede occupata principalmente la componente femminile in posizioni intermedie professionale. Mentre gli uomini occupati sono distribuiti in tutte le posizioni lavorative quindi anche in quelle a bassa qualifica con minori retribuzioni., oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Settore economico Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti e magazzino Servizi Di cui Servizi di informazione maschi 40 6,1 femmine 40 5,1 maschi 40 8,3 femmine 40 7,5 maschi 40 7,5 femmine 40 8,1 maschi 40 7,8 femmine 38 7,5 maschi 40 7,1 femmine 30 6,9 maschi 40 8,7 femmine 36 8,3 maschi 36 9,7 femmine 36 8,7 maschi 40 9,7 femmine 40 8,8 Attività finanziaria ed maschi 40 12,4 assicurativa femmine 38 10,4 Attività immobiliari, maschi 40 7,8 servizi alle imprese femmine 35 7,5 Amministrazione maschi 36 10,4 pubblica femmine 36 9,2 Istruzione, sanità e maschi 36 10,8 altri servizi sociali femmine 35 10,1 Altri servizi collettivi e maschi 40 7,5 personali femmine 30 6,4 oraria tra genere 16,8% 61 9,8% 33-8,3% -23 3,2% 10 2,6% 8 4,0% 13 10,6% 36 9,7% 33 16,2% 59 3,7% 12 11,3% 39 6,4% 21 15,2% 54 5

6 Le donne sono concentrate in settori diversi da quelli maschili, ma anche all interno dello stesso settore le donne sono occupate nelle posizioni lavorative meno valutate e meno retribuite. POCHE DONNE NEI RUOLI DIRIGENZIALI dove il GPG è meno presente e molte di più nei ruoli intermedi (lavori impiegatizi, assistenza, insegnamento). Questo porta da una parte ad avere poche donne ben retribuite dall altra ad avere un GPG contenuto, vista la maggior presenza di uomini nei lavori di bassa qualifica. Ma bisogna anche tenere presente che il GPG è calcolato solo sulle donne che lavorano, buona parte della popolazione femminile è inattiva e quindi a pari a zero. In Italia molte donne sono inattive oltre per la difficoltà di trovare lavoro, anche perché il guadagno economico è troppo basso per permettere una perfetta conciliazione tra famiglia e lavoro. Distribuzione degli occupati dipendenti per professione Legislatori, imprenditori, alta dirigenza 1,8% 0,7% Prof intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione 8,6% 16,1% Prof. tecniche 18,3% 17,4% Prof. esecutive nel lavoro d ufficio 10,5% 21,0% Prof. qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 11,4% 22,3% Artigiani, operai specializzati ed agricoltori 22,6% 3,8% Conduttori impianti, operai di macchinari fissi e mobili, conducenti di veicoli 15,1% 3,9% Prof. non qualificate 11,8% 14,8% Non sono state considerate le Forze Armate Le donne sono impiegate principalmente nel lavoro d ufficio (21%) e nelle attività commerciali/servizi (22%), una buona percentuale trova collocazione nelle professioni tecniche (17% tecnici contabili e sanitari) e nelle prof. intellettuali (16% comprende docenti, ricercatori, professori, architetti, medici ed ingegneri). Gli uomini sono più equidistribuiti ed una buona parte trova collocazione nelle professioni meno qualificate. Anche la distribuzione dei dipendenti per posizione professionale riporta la stessa situazione: le donne sono occupate come impiegate (55%) e gli uomini come operai (55%). 6

7 Distribuzione degli occupati dipendenti per posizione professionale Dirigente 3,0% 1,5% Quadro 6,7% 6,5% Impiegato 34,1% 55,4% Operaio 55,2% 35,7% Apprendista 1,0% 0,9% Per l esiguità non sono stati considerati i lavoratori dipendenti presso il proprio domicilio per conto dell impresa, oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Professione settimana li Legislatori, imprenditori, alta maschi 40 15,0 dirigenza femmine 40 15,0 Prof intellettuali, scientifiche e di maschi 40 12,8 elevata specializzazione femmine 25 13,2 Prof. tecniche Prof. esecutive nel lavoro d ufficio maschi 40 10,0 femmine 36 9,2 maschi 40 8,8 femmine 36 8,3 Prof. qualificate nelle attività maschi 40 7,7 commerciali e nei servizi femmine 36 6,9 Artigiani, operai specializzati ed maschi 40 7,5 agricoltori femmine 40 6,9 Conduttori impianti, operai di maschi 40 8,1 macchinari fissi e mobili, conducenti di veicoli femmine 40 6,9 Prof. non qualificate maschi 40 6,9 femmine 25 6,7 oraria tra genere LAVORO IN PIÙ PER ARRIVARE 0,0% 0-2,6% -8 8,3% 28 5,6% 18 9,9% 33 8,3% 28 15,4% 55 4,0% 13 Il differenziale retributivo è minore nelle professioni elevate e qualificate, cresce nell ambito impiegatizio ed operaio. 7

8 , oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Posizione professionale Dirigente maschi 40 16,1 femmine 38 16,7 maschi 40 12,9 Quadro femmine 36 13,3 Impiegato Operaio maschi 40 9,4 femmine 36 8,8 maschi 40 7,5 femmine 36 6,8 maschi 40 5,9 Apprendista femmine 40 6,1 oraria tra genere -3,4% -10-3,1% -9 6,7% 22 9,1% 30-2,9% -9 LE DONNE DEDICANO AL LAVORO MENO TEMPO, sono meno presenti nel campo professionale per essere più presenti in quello familiare. Le donne scelgono lavori con orari ridotti, sono maggiormente occupate nel lavoro part time e sono meno disponibili al lavoro straordinario. E sempre per motivi di cura la loro carriera professionale è più discontinua, infatti vi è un numero maggiore di donne nei contratti a termine come il tempo determinato. Si innesca un circolo vizioso i datori di lavoro investono meno in una lavoratrice perché si attendono una minore dedizione nel lavoro, il che si traduce in una carriera più difficoltosa e paghe più basse, la lavoratrice non trova interesse economico ad investire sul proprio lavoro e conferma le aspettative del datore di lavoro; Distribuzione degli occupati dipendenti per tipologia di orario di lavoro Tempo pieno 93,2% 68,1% Tempo parziale 6,8% 31,9% Elaborazioni su dati Istat (Rcfl) 8

9 Distribuzione degli occupati dipendenti per tipologia di contratto dipendente Tempo determinato 12,9% 14,9% Tempo indeterminato 87,1% 85,1% Elaborazioni su dati Istat (Rcfl), oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Tipologia di orario di lavoro Tempo pieno maschi 40 8,4 femmine 39 8,1 maschi 22 7,8 Tempo parziale femmine 20 7,9 oraria tra genere 3,7% 12-2,2% -7 Le donne che lavorano a tempo pieno hanno un divario di maggiore di quelle a tempo parziale, ed il divario è maggiore anche per il tempo indeterminato rispetto al determinato. Gli uomini che lavorano a tempo parziale o a tempo determinato fanno evidentemente lavori meno qualificati, mentre per le donne è un modo per conciliare lavoro e famiglia., oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Tipologia di contratto dipendente Tempo determinato maschi 40 6,9 femmine 30 6,9 maschi 40 8,8 Tempo indeterminato femmine 36 8,3 oraria tra genere 0,0% 0 4,8% 15 LA CURA DEI FIGLI. Il GPG aumenta nell età fertile ovvero quando la cura dei figli non consente di dare la massima priorità al lavoro. I salari bassi femminili e le difficoltà carriera portano le donne ad investire meno nel lavoro e quindi a dedicare sempre meno tempo al lavoro. 9

10 Distribuzione degli occupati dipendenti per classi d età Da 15 a 24 anni 6,0% 4,9% Da 25 a 34 anni 21,6% 21,6% Da 35 a 44 anni 31,0% 31,3% Da 45 a 54 anni 28,7% 29,4% 55 anni e oltre 12,6% 12,8% Non si riscontrano particolari differenze d età tra gli occupati dipendenti, mentre vengono evidenziate differenze retributive, soprattutto nell età più fertile delle donne (dai 35 ai 44 anni) in cui le donne dedicano meno tempo al lavoro per gestire la famiglia. Il mettere in secondo piano il lavoro porta inevitabilmente a guadagnare meno., oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Per classi d età Da 15 a 24 anni Da 25 a 34 anni Da 35 a 44 anni Da 45 a 54 anni 55 anni e oltre maschi 40 6,3 femmine 36 6,3 maschi 40 7,5 femmine 37 7,5 maschi 40 8,6 femmine 36 8,2 maschi 40 9,1 femmine 36 8,5 maschi 40 9,4 femmine 36 9,2 oraria tra genere 0,0% 0 0,0% 0 5,1% 16 6,5% 21 1,8% 6 PIÙ ISTRUITE, MA NON NEI SETTORI CHE CONTANO. Le donne occupate in lavori dipendenti sono maggiormente istruite, ma le loro scelte scolastiche vengono indirizzate verso ambiti femminili che permettano una certa conciliazione tra famiglia e lavoro e meno nell ambito scientifico e tecnologico. 10

11 Distribuzione degli occupati dipendenti per titolo di studio Elementari 4,9% 3,2% Licenza medie inferiori 34,5% 23,4% Qualifica professionale 8,6% 8,5% Diploma superiore 38,2% 42,6% Laurea e post laurea 13,8% 22,4% Le donne dipendenti sono maggiormente istruite degli uomini e questo porta alla riconferma che le donne occupate sono una popolazione selezionata; tutti gli uomini lavorano, mentre trovano maggiormente occupazione le donne più preparate. Ma indipendentemente dal titolo di studio i differenziali restano alti, e superiori al dato aggregato (3%). Questo perché il valore medio confronta tutte le donne (mediamente più istruite ed occupate in posizioni intermedie) con tutti gli uomini distribuiti in tutte le professioni e quindi il campione selezionato femminile mitiga l effetto del divario retributivo, che è in realtà fortemente presente in tutti i livelli di istruzione., oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Per titolo di studio Elementari Licenza medie inferiori Qualifica professionale Diploma superiore Laurea e post laurea maschi 40 7,4 femmine 30 6,4 maschi 40 7,8 femmine 36 7,0 maschi 40 8,1 femmine 36 7,6 maschi 40 8,8 femmine 36 8,1 maschi 40 11,3 femmine 36 10,3 oraria tra genere LAVORO IN PIÙ PER ARRIVARE 13,6% 48 10,4% 35 6,0% 19 7,0% 23 8,3% 28 Le aspettative culturali, la possibilità di conciliare lavoro e famiglia tendono ad influenzare anche le scelte scolastiche delle donne, infatti le laureate dipendenti si concentrano nelle aree 11

12 educative e legate all insegnamento o nelle scienze sociali. Solo una minima parte è laureata in ingegneria ed in architettura. Distribuzione degli occupati dipendenti laureati per tipologia di laurea Distr. % maschi Distr. % femmine Materie umanistiche (educazione, insegnamento, arte, musica, scienze umanistiche e lingue straniere) 10,6% 31,7% Ingegneria e architettura 26,8% 6,0% Scienze mediche (salute, farmacia e servizi sociali) 14,9% 19,2% Scienze naturali (scienze biologiche, fisica, chimica, matematica, statistica ed informatica) 11,9% 11,4% Scienze socio/economiche (scienze sociali, psicologia, scienze economiche, giurisprudenza) 32,7% 29,5% Altro (agricoltura, sport, ambiente e sicurezza) 3,1% 2,2%, oraria netta per genere dei dipendenti e differenze % tra donne e uomini. Tipo di laurea Materie umanistiche (educazione, maschi 36 10,8 insegnamento, arte, musica, scienze umanistiche e lingue straniere) femmine 25 11,5 maschi 40 11,3 Ingegneria e architettura femmine 38 9,1 Scienze mediche (salute, farmacia e maschi 38 12,6 servizi sociali) femmine 36 10,4 Scienze naturali (scienze biologiche, maschi 40 11,1 fisica, chimica, matematica, statistica ed informatica) femmine 36 11,6 Scienze socio/economiche (scienze maschi 40 11,1 sociali, psicologia, scienze economiche, giurisprudenza) femmine 36 9,4 Altro (agricoltura, sport, ambiente e maschi 36 11,0 sicurezza) femmine 25 11,8 oraria tra genere -6,1% ,1% 72 17,9% 66-4,6% ,6% 56-6,4%

13 Nota metodologica IL DIFFERENZIALE SALARIALE PER SESSO GREZZO EUROSTAT Il differenziale salariale per sesso grezzo ( unadjusted GPG) misura la differenza che esiste in media tra il salario orario lordo di un lavoratore e quello di una lavoratrice dipendente in un determinato contesto (paese, regione, impresa, ecc.). E una misura semplice da calcolare e comunemente utilizzata nelle statistiche nazionali e internazionali. Dati i salari orari lordi per tutti i lavoratori dipendenti, si calcola il salario medio maschile (WM) e il salario medio femminile (WF). Il differenziale salariale è quindi così determinato: (WM - WF) * 100 Il differenziale salariale grezzo misura, in termini percentuali, la differenza nel salario orario percepito in media da una lavoratrice dipendente rispetto a un lavoratore dipendente. WM 13

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