COMUNE DI CASALMAGGIORE R I R

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2 REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI CREMONA relativo ai Rischi di Incidente Rilevante R I R Ai sensi del Decreto Ministeriale 09/05/2001 n 151 (requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante) IL REDATTORE (POLARIS Studio Associato) Visto IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO

3 INDICE PREMESSA... 4 L R.I.R. SECONDO LA LEGISLAZIONE VIGENTE... 8 NORMATIVE DI RIFERIMENTO... 8 Campo di applicazione D.M. 09 maggio Scopo del decreto e modalità di applicazione... 9 DEFINIZIONI... 9 Elementi territoriali e ambientali vulnerabili... 9 Aree di danno... 9 Aree da sottoporre a specifica regolamentazione... 9 Compatibilità territoriale e ambientale... 9 Stabilimento... 9 Gestore... 9 Incidente rilevante Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori CONTENUTI DELL RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI (RIR) PIANIFICAZIONE URBANISTICA SISTEMA DI ANALISI E DI VALUTAZIONE PER L ORIENTAMENTO DELLE SCELTE E DELLE DECISIONI Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili Determinazione delle aree di danno Criteri per la valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale FASE DI ANALISI: IL CONTESTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOGRAFICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE/AMBIENTALE LOCALIZZAZIONE DELL IMPIANTO Descrizione del territorio circostante nel raggio di 5 km ELEMENTI AMBIENTALI VULNERABILI CARATTERISTICHE CLIMATICHE (RAPPORTO ARPA) ELEMENTI IDROGEOLOGICI GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA LINEAMENTI DI IDROGRAFIA DI SUPERFICIE Vulnerabilità degli acquiferi LINEAMENTI SISMICI INONDAZIONI TROMBE D ARIA CADUTA FULMINI MOBILITÀ FASE DI ANALISI: DEPOSITO E LAVORAZIONI DI AMMONIACA ANIDRA E DI SOLUZIONE AMMONIACALE DESCRIZIONE GENERALE DEL DEPOSITO Localizzazione dell impianto RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 2 di 51

4 Natura dei rischi Tipo di effetto per la popolazione e per l'ambiente Misure di prevenzione e sicurezza adottate Interazione con gli altri impianti Risultati dell analisi di rischio fornita dal gestore Correlazione tra incidenti ipotizzabili e aree di interesse degli effetti SINTESI DELL ANALISI DI VULNERABILITA CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ DEL TERRITORIO CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ AMBIENTALE VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE, TERRITORIALE ED INFRASTRUTTURALE ESISTENTE CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LO STABILIMENTO ALLEGATI 1. CARTA DI INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELLO STABILIMENTO SU CTR 1: CARTA DI INQUADRAMENTO TERRITORIALE SCALA SU CTR 1: CARTA DI INQUADRAMENTO TERRITORIALE TAV. P1 PGT (ESTRATTO DELLA TAVOLA DI AZZONAMENTO DEL P.G.T. CON RELATIVA LEGENDA CON INDIVIDUAZIONE DELLO STABILIMENTO CON AREA DI DANNO) 1: CARTA DI SINTESI CON INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI DANNO SU BASE CATASTALE AGGIORNATA 1: SCHEDA DI INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE (DOCUMENTAZIONE DEL GESTORE) POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 3 di 51

5 PREMESSA Il Comune di Casalmaggiore è interessato dalla presenza di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante: deposito e lavorazioni di ammoniaca anidra e di soluzione ammoniacale della ditta AZOTAL SpA, situato a sud della frazione di Vicomoscano. Le ipotesi di incidente rilevante, dichiarate dal gestore, sono relative a rilascio di tossico (ammoniaca). Esso è situato a circa 1 km ad est di Casalmaggiore ed 1 Km a sud di Vicomoscano. Il DM 9 maggio 2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante è stato emesso in attuazione dell'art. 14 del D.Lgs. 334/1999. La finalità del DM 9 maggio 2001 è quella di stabilire requisiti minimi di sicurezza da rispettare nella pianificazione d uso del territorio nei Comuni ove sono presenti stabilimenti pericolosi (soggetti agli obblighi di cui agli articoli 6, 7 e 8 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334). In particolare il DM 9 maggio 2001, con riferimento alla destinazione ed all'utilizzazione dei suoli, detta i criteri da seguire per mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le zone residenziali per: insediamenti di stabilimenti nuovi modifiche rilevanti di stabilimenti esistenti nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l'ubicazione o l'insediamento o l'infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante Il DM 9 maggio 2001 prevede inoltre che le Regioni assicurino il coordinamento delle norme in materia di pianificazione urbanistica, territoriale e di tutela ambientale con quelle derivanti dai decreti relativi alle industrie a rischio, prevedendo anche opportune forme di concertazione tra gli enti territoriali competenti e con gli altri soggetti interessati. Ai sensi del D.Lgs. 334/99, per Incidente Rilevante si intende un evento quale un emissione, un incendio o una esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l attività di uno Stabilimento di cui all art. 2 comma 1, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l ambiente, all interno o all esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose. Il rapporto interno / esterno degli impianti a rischio di incidente rilevante viene affrontato, grazie alla direttiva Seveso II 96/82/CE e al DM LLPP 9 maggio 2001 n 151, in modo diverso, con uno sguardo innovativo nei confronti sia dell industria che del suo intorno. La materia urbanistica diviene strumento grazie al quale è possibile interrogarsi sulla compatibilità dell urbanizzato rispetto all impianto a rischio. Riflessioni possono essere fatte sia nei confronti di un impianto già esistente che modifica i propri parametri di rischio a causa di mutamenti, ampliamenti ecc.., oppure nei confronti delle scelte localizzative di nuovi impianti a rischio. Con l elaborato tecnico RIR (Rischio di Incidente Rilevante) previsto dal DM LLPP 9 maggio 2001 n 151 vengono stabiliti requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti così detti a rischio di incidente rilevante. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 4 di 51

6 Il Decreto Ministeriale Lavori Pubblici 9 maggio 2001, n. 151, dà gli strumenti alle autorità competenti per una corretta pianificazione territoriale ed urbanistica, in relazione alle zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli articoli 6, 7 e 8 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n In particolare, in riferimento alla destinazione ed alla utilizzazione dei suoli, si crea la necessità di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le zone residenziali al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose ed a limitarne le conseguenze per l uomo e per l ambiente. Le norme contenute nel suddetto decreto sono finalizzate a fornire orientamenti comuni ai soggetti competenti in materia di pianificazione urbanistica, territoriale e di salvaguardia dell ambiente, per semplificare e riordinare i procedimenti, oltre che a raccordare le leggi ed i regolamenti in materia ambientale, con le norme di governo del territorio. Si applicano, inoltre, ai casi di variazione degli strumenti urbanistici vigenti, conseguenti all approvazione di progetti di opere di interesse statale, di cui al D.P.R. 18 aprile 1994, n. 383 e all approvazione di opere, interventi o programmi di interventi, di cui all articolo 34 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 5 di 51

7 Azienda a rischio di incidente rilevante AZOTAL Spa Stabilimento Azienda a rischio di incidente rilevante AZOTAL Spa Area di proprietà POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 6 di 51

8 Alle regioni è affidato il compito di assicurare il coordinamento delle norme in materia di pianificazione urbanistica, territoriale e di tutela ambientale, con quelle derivanti dal D.Lgs. 17 agosto 1999, n. 334 e quelli relativi alla pianificazione territoriale urbanistica. La disciplina regionale in materia di pianificazione urbanistica assicura il coordinamento delle procedure di individuazione delle aree da destinare agli stabilimenti, con quanto previsto dall art. 2 del D.P.R. 20 ottobre 1998, n Alla Provincia ed alle città metropolitane, nell ambito delle attribuzioni del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, spettano le funzioni di pianificazione d area vasta per indicare gli indirizzi generali di assetto del territorio. Il territorio provinciale, ovvero l area metropolitana, costituisce, rispetto al tema trattato, l unità di base per il coordinamento tra la politica di gestione del rischio ambientale e la pianificazione d area vasta, al fine di ricomporre le scelte locali rispetto ad un quadro coerente di livello territoriale più ampio. Alle Amministrazioni Comunali, sia tramite l applicazione del D.P.R. 20 ottobre 1998, n. 447, sia attraverso le competenze istituzionali di governo del territorio, derivanti dalla legge urbanistica e dalle leggi regionali, spetta il compito di adottare gli opportuni adeguamenti ai propri strumenti urbanistici, in un processo di verifica iterativa e continua, generato dalla variazione del rapporto tra attività produttiva a rischio e le modificazioni della struttura insediativa del comune stesso. Il Decreto Ministeriale Lavori Pubblici 9 maggio 2001, n. 151, infatti, in attuazione dell articolo 14 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334, stabilisce che si sviluppi un Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR) al fine di individuare e disciplinare le aree da sottoporre a specifica regolamentazione, tenendo conto delle problematiche territoriali ed infrastrutturali dell area. Attraverso questa programmazione vengono stabiliti dei requisiti minimi di sicurezza per le zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli articoli 6, 7 e 8 del Decreto Legislativo17 agosto 1999, n Al fine di prevenire gli incidenti rilevanti e di limitare le conseguenze per l uomo e per l ambiente, infatti, si stabilisce di mantenere opportune distanze di sicurezza dagli stabilimenti, individuando delle classi di compatibilità. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 7 di 51

9 L R.I.R. SECONDO LA LEGISLAZIONE VIGENTE NORMATIVE DI RIFERIMENTO Il Ministro dei Lavori Pubblici, di intesa con i Ministri dell Interno, dell Ambiente e dell Industria, del Commercio e dell Artigianato, stabilisce con il Decreto Ministeriale 9 maggio 2001, per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, in ottemperanza a quanto stabilito da: - La legge urbanistica 17 agosto 1942, n e la L.R. n 12 del 11/03/2005 e smi. - Il D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, attuazione della delega di cui all art. 1 della L. 22 luglio 1975, n. 382 Norme sull ordinamento regionale e sulla organizzazione della Pubblica Amministrazione. - Il D.P.R. 18 aprile 1994, n. 383 Regolamento recante disciplina dei procedimenti di localizzazione delle opere di interesse statale. - La legge delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa del 15 marzo 1997, n. 59, di cui al decreto attuativo 31 marzo 1998, n Il D.P.R. n. 447 del 20 ottobre 1998, regolamento recante norme di semplificazione dei procedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l ampliamento, la ristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l esecuzione di opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree destinate agli insediamenti produttivi, a norma dell articolo 20, comma 8, della legge 15 marzo 1997, n Il D.Lgs. del Governo n. 267 del 18 agosto 2000 Testo unico delle Leggi sull ordinamento degli enti locali. - Il D.Lgs. 17 agosto 1999, n. 334, attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, in particolare all art. 14 Controllo dell urbanizzazione. - Il D.M. 9 agosto 2000, relativo a linee guida per l attuazione del sistema di gestione della sicurezza, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, S.G. n. 195 del 22 agosto Campo di applicazione D.M. 09 maggio 2001 Il decreto interessa i Comuni sul cui territorio siano presenti aziende che rientrano nel campo di applicazione degli artt. 6 e 8 del D.Lgs. 17 agosto 1999, n L applicazione del D.M. è prevista nei casi di: - Insediamenti di stabilimenti nuovi. - Modifiche degli stabilimenti di cui all art. 10, comma 1, del D.Lgs. 17 agosto 1999, n Nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l ubicazione o l insediamento o l infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. - Variazione degli strumenti urbanistici vigenti conseguenti all approvazione di progetti di opere di interesse statale di cui al D.P.R. 18 aprile 1994, n. 383 e all approvazione di opere, interventi o programmi di intervento di cui all art. 34 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 8 di 51

10 Scopo del decreto e modalità di applicazione Il decreto, nei termini previsti dal D.Lgs. 18/08/2000, n. 267 e in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, ha come obiettivo la verifica e la ricerca della compatibilità tra l urbanizzazione e la presenza degli stabilimenti stessi. Ciò, anche in conformità a quanto disposto dalle indicazioni dell Unione Europea che richiede alle autorità competenti degli Stati europei di adottare politiche di controllo dell urbanizzazione, destinazione e utilizzazione dei suoli compatibili con la prevenzione e la limitazione delle conseguenze degli incidenti rilevanti. Il decreto prevede l introduzione di un Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (RIR), relativo al controllo dell urbanizzazione, da inserire tra gli strumenti urbanistici. Le informazioni contenute nell elaborato tecnico sono trasmesse agli altri enti locali territoriali eventualmente interessati dagli scenari incidentali, perché possano a loro volta attivare le procedure di adeguamento degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale di loro competenza. In sede di formazione degli strumenti urbanistici, quindi, si deve tenere conto, secondo principi di cautela, degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili 1 esistenti e di quelli previsti. DEFINIZIONI Elementi territoriali e ambientali vulnerabili Elementi del territorio che per la presenza di popolazione e infrastrutture oppure in termini di tutela dell'ambiente sono individuati come specificamente vulnerabili in condizioni di rischio di incidente rilevante. Aree di danno Aree generate dalle possibili tipologie incidentali tipiche dello stabilimento. Le aree di danno sono individuate sulla base di valori di soglia oltre i quali si manifestano letalità, lesioni o danni. Aree da sottoporre a specifica regolamentazione Aree individuate e normate dai piani territoriali e urbanistici, con il fine di governare l'urbanizzazione e in particolare di garantire il rispetto di distanze minime di sicurezza tra stabilimenti ed elementi territoriali e ambientali vulnerabili. Le aree da sottoporre a specifica regolamentazione coincidono, di norma, con le aree di danno. Compatibilità territoriale e ambientale Situazione in cui si ritiene che, sulla base dei criteri e dei metodi tecnicamente disponibili, la distanza tra stabilimenti ed elementi territoriali e ambientali vulnerabili garantisca condizioni di sicurezza. Stabilimento Tutta l area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose all interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse. Gestore La persona fisica o giuridica che gestisce o detiene lo stabilimento. 1 Elementi territoriali ed ambientali vulnerabili: elementi del territorio che, per la presenza di popolazione ed infrastrutture oppure in termini di tutela dell ambiente, sono individuati come specificatamente vulnerabili in condizioni di rischio di incidente rilevante. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 9 di 51

11 Incidente rilevante Un evento quale un emissione, un incendio o un esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l ambiente, all interno o all esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose. Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori Scheda di informazione predisposta secondo l Allegato V del D.Lgs. 334/99, composta di nove sezioni: - Sezione 1: Generalità - Sezione 2: Recapiti pubblici utili - Sezione 3: Descrizione dell attività dello Stabilimento - Sezione 4: Sostanze pericolose presenti - Sezione 5: Natura dei rischi di incidente rilevante - Sezione 6: Effetti e misure di prevenzione e protezione per gli incidenti - Sezione 7: Piano di emergenza esterno - Sezione 8: Informazioni alle autorità: sostanze pericolose - Sezione 9: Informazioni alle autorità: scenari incidentali previsti. Notifica La notifica, sottoscritta nelle forme dell autocertificazione, deve contenere le seguenti informazioni: a) il nome o la ragione sociale del gestore e l'indirizzo completo dello stabilimento b) la sede o il domicilio del gestore, con l'indirizzo completo c) il nome o la funzione della persona responsabile dello stabilimento, se diversa da quella di cui alla lettera a) d) le notizie che consentano di individuare le sostanze pericolose o la categoria di sostanze pericolose, la loro quantità e la loro forma fisica e) l'attività, in corso o prevista, dell'impianto o del deposito f) l'ambiente immediatamente circostante lo stabilimento e, in particolare, gli elementi che potrebbero causare un incidente rilevante o aggravarne le conseguenze CONTENUTI DELL RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI (RIR) L elaborato tecnico RIR dovrà contenere di norma 2 : 1. Le informazioni fornite dal gestore, di cui al punto 7 del medesimo decreto: - Inviluppo delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e secondo i vari valori di soglia di cui al paragrafo 6.2.1, su base cartografica. - Per i depositi di GPL e per i depositi di liquidi infiammabili e pericolosi, la categoria di deposito ricavata dall applicazione del metodo indicizzato di cui ai rispettivi decreti ministeriali 15 maggio 1996 e 20 ottobre Per tutti gli stabilimenti, la classe di probabilità di ogni singolo evento, espressa secondo le classi indicate al punto POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 10 di 51

12 - Per il pericolo di danno ambientale, le categorie di danno attese in relazione agli eventi incidentali che possono interessare gli elementi ambientali vulnerabili. 2. L individuazione e la rappresentazione su base cartografica degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili. 3. La rappresentazione su base cartografica dell inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e per ciascuna classe di probabilità. 4. Individuazione e disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione, risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili. 5. Gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello del C.T.R. 6. Eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali di opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dell emergenza e di protezione civile. PIANIFICAZIONE URBANISTICA L'art. 14 del D.Lgs. 334/1999 individua tre ipotesi: - insediamenti di stabilimenti nuovi - modifiche degli stabilimenti esistenti - nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l'ubicazione o l'insediamento o l'infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante Le prime due fattispecie (a, b) hanno origine da una proposta o comunque da un intervento posto in essere dal gestore dello stabilimento a rischio. In tal caso, l'amministrazione Comunale deve: - verificare la compatibilità territoriale e ambientale del nuovo stabilimento o della modifica dello stabilimento esistente rispetto alla strumentazione urbanistica vigente - promuovere la variante urbanistica, qualora tale compatibilità non sia verificata, nel rispetto dei criteri minimi di sicurezza per il controllo dell'urbanizzazione La terza fattispecie (c), viceversa, presuppone un processo inverso. In tal caso, infatti, l'amministrazione Comunale deve: - conoscere preventivamente la situazione di rischio dello stabilimento esistente - considerare, nelle ipotesi di sviluppo e di localizzazione delle infrastrutture e delle attività, la situazione di rischio presente e la possibilità o meno di rendere compatibile la predetta iniziativa Per quanto riguarda le fattispecie a) e b), è applicabile il procedimento di approvazione della variante allo strumento urbanistico di cui all'articolo 2 del D.P.R. 447/1998, mentre nel caso della fattispecie c), previa valutazione delle previsioni vigenti dello strumento urbanistico, il procedimento di approvazione della eventuale variazione al medesimo, ricade nella situazione generale, variamente normata dalle leggi regionali. 2 DM LL.PP. 09/05/2001, n. 151, punto 3.1 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 11 di 51

13 La valutazione della compatibilità territoriale e ambientale, per quanto attiene gli strumenti urbanistici, deve necessariamente condurre alla predisposizione di opportune prescrizioni normative e cartografiche riguardanti le aree da sottoporre a specifica regolamentazione. L'individuazione e la disciplina di tali aree si fonda su una valutazione di compatibilità tra stabilimenti ed elementi territoriali e ambientali vulnerabili. L'individuazione di una specifica regolamentazione non determina vincoli all'edificabilità dei suoli, ma distanze di sicurezza. Pertanto i suoli interessati dalla regolamentazione da parte del piano urbanistico, non perdono la possibilità di generare diritti edificatori, in analogia con altre fattispecie dell'ordinamento come, ad esempio, le distanze di rispetto cimiteriali. In altri termini, l'edificazione potrà essere trasferita oltre la distanza minima prescritta dal piano, su aree adiacenti, oppure, ove lo consentano le normative di piano, su altre aree del territorio comunale. Il riferimento all'obbligo di parere preventivo da parte dell'autorità competente ai sensi dell'art. 21 del D.Lgs. 334/1999, nel caso di rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica, si deve intendere esteso anche alle denuncie d'inizio attività, nel caso in cui le leggi regionali prevedano l'applicabilità di tale ultimo istituto. SISTEMA DI ANALISI E DI VALUTAZIONE PER L ORIENTAMENTO DELLE SCELTE E DELLE DECISIONI Le fasi di lavoro utili allo svolgimento delle analisi e delle valutazioni per l orientamento delle scelte e delle decisioni sono rappresentate da: 1. Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili. 2. Determinazione delle aree di danno. 3. Valutazione della compatibilità ambientale e territoriale. Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili Gli elementi tecnici utili ai fini di una valutazione di compatibilità territoriale e ambientale sono espressi in relazione all'esigenza di assicurare sia i requisiti minimi di sicurezza per la popolazione e le infrastrutture, sia un'adeguata protezione per gli elementi sensibili al danno ambientale. Elementi territoriali vulnerabili La valutazione della vulnerabilità del territorio attorno ad uno stabilimento va effettuata mediante una categorizzazione delle aree circostanti in base al valore dell'indice di edificazione e all'individuazione degli specifici elementi vulnerabili di natura puntuale in esse presenti, secondo quanto indicato nella successiva tabella. Occorre inoltre tenere conto delle infrastrutture di trasporto e tecnologiche lineari e puntuali. Qualora tali infrastrutture rientrino nelle aree di danno individuate, dovranno essere predisposti idonei interventi, da stabilire puntualmente, sia di protezione che gestionali, atti a ridurre l'entità delle conseguenze (ad esempio: elevazione del muro di cinta prospiciente l'infrastruttura, efficace coordinamento tra lo stabilimento e l'ente gestore dell'infrastruttura finalizzato alla rapida intercettazione del traffico, ecc.). Un analogo approccio va adottato nei confronti dei beni culturali individuati in base alla normativa nazionale (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e smi) e regionale o in base alle disposizioni di tutela e salvaguardia contenute nella pianificazione territoriale, urbanistica e di settore. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 12 di 51

14 Categoria A 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m 3 /m Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti). Categoria B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m 3 /m Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso). 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno). Categoria C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m 3 /m Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno). Categoria D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m 3 /m Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc.. Categoria E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m 3 /m Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici. Categoria F 1. Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. Elementi ambientali vulnerabili Con particolare riferimento al pericolo per l ambiente, che può essere causato dal rilascio incidentale di sostanze pericolose, si considerano gli elementi ambientali secondo la seguente suddivisione tematica delle diverse matrici ambientali vulnerabili potenzialmente interessate dal rilascio incidentale di sostanze pericolose per l ambiente: - Beni paesaggistici e ambientali (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e smi). - Aree naturali protette (es. parchi e altre aree definite in base a disposizioni normative). - Risorse idriche superficiali (es. acquifero superficiale; idrografia primaria e secondaria; corpi d acqua estesi in relazione al tempo di ricambio ed al volume del bacino). - Risorse idriche profonde (es. pozzi di captazione ad uso potabile o irriguo; acquifero profondo non protetto o protetto; zona di ricarica della falda acquifera). - Uso del suolo (es. aree coltivate di pregio, aree boscate). POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 13 di 51

15 La vulnerabilità di ognuno degli elementi considerati va valutata in relazione alla fenomenologia incidentale cui ci si riferisce. Su tale base, in via generale e a solo titolo di esempio, si potrà considerare trascurabile l'effetto prodotto da fenomeni energetici come l'esplosione e l'incendio nei confronti dell'acqua e del sottosuolo. In tutti gli altri casi, la valutazione della vulnerabilità dovrà tenere conto del danno specifico che può essere arrecato all'elemento ambientale, della rilevanza sociale ed ambientale della risorsa considerata, della possibilità di mettere in atto interventi di ripristino susseguentemente ad un eventuale rilascio. In sede di pianificazione territoriale e urbanistica, verrà effettuata una ricognizione della presenza degli elementi ambientali vulnerabili, come individuabili in base a specifiche declaratorie di tutela, ove esistenti, ovvero in base alla tutelabilità di legge, oppure, infine, in base alla individuazione e disciplina di specifici elementi ambientali da parte di piani territoriali, urbanistici e di settore. Determinazione delle aree di danno Aree di danno territoriali e valori di soglia L eventualità di un danno a persone o strutture è correlabile all effetto fisico di un evento incidentale, mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi, che stabiliscono un livello di soglia, al di sotto del quale si ritiene convenzionalmente che il danno non accada, al di sopra del quale, viceversa, si ritiene che il danno possa accadere. La necessità di utilizzo di valori di soglia definiti deriva non solo dall esigenza di assicurare l uniformità di trattamento per i diversi stabilimenti, ma anche per rendere congruenti i termini di sorgente utilizzati nel controllo dell urbanizzazione con quelli per la pianificazione di emergenza esterna e per l informazione alla popolazione. Tabella VALORI DI SOGLIA Scenario incidentale Incendio di pozza Bleve Fireball Flash fire UVCE Parametro di riferimento Radiazione termica stazionaria Radiazione termica variabile Radiazione terimca istantanea Sovrappressione di picco Elevata letalità Inizio letalità Lesioni Irreversibili Lesioni reversibili Danni strutture 12,5 kw/m 2 7,0 kw/m 2 5,0 kw/m 2 3,0 kw/m 2 12,5 kw/m 2 Riaggio fireball 350 kj/m kj/m kj/m m (*) LFL (spazi aperti) 0,3 bar 0,6 bar 1/2 LFL 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Concentrazione LC50 Rilascio tossico in atmosfera (30 min, hmm) Secondo la tipologia di serbatoio (*) IDLH POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 14 di 51

16 Le tipologie di effetti fisici da considerare sono le seguenti: - Radiazione termica stazionaria (POOL FIRE, JET FIRE) I valori di soglia sono espressi come potenza termica incidente per unità di superficie esposta (kw/mq). I valori numerici si riferiscono alla possibilità di danno a persone prive di specifica protezione individuale, inizialmente situate all aperto, in zona visibile alle fiamme, e tengono conto della possibilità dell individuo, in circostanze non sfavorevoli, di allontanarsi spontaneamente dal campo di irraggiamento. Il valore di soglia indicato per i possibili danni alle strutture rappresenta un limite minimo, applicabile ad obiettivi particolarmente vulnerabili, quali serbatoi atmosferici, pannellature in laminato plastico, ecc. e per esposizioni a lunga durata. Per obiettivi meno vulnerabili potrà essere necessario riferirsi a valori più appropriati alla situazione specifica, tenendo conto anche della effettiva possibile durata dell esposizione. - Radiazione termica variabile (BLEVE, Fireball) Il fenomeno, tipico dei recipienti e serbatoi di materiale infiammabile e pressurizzato, è caratterizzato da una radiazione termica variabile nel tempo e della durata dell ordine di secondi, secondo la quantità coinvolta. Poichè in questo caso la durata, a parità di intensità di irraggiamento, ha un influenza notevole sul danno atteso, è necessario esprimere l effetto fisico in termini di dose fisica assorbita (kj/mq). Ai fini del possibile effetto domino, vengono considerate le distanze massime per la proiezione di frammenti di dimensioni significative, riscontrate nel caso tipico del GPL. - Radiazione termica istantanea (FLASH FIRE) Considerata la breve durata dell esposizione ad una irraggiamento significativo (1 3 secondi, corrispondente al passaggio su di un obiettivo predeterminato del fronte fiamma che transita all interno della nube), si considera che effetti letali possano presentarsi solo entro i limiti di infiammabilità della nube (LFL). Eventi occasionali di letalità possono presentarsi in concomitanza con eventuali sacche isolate e locali di fiamma, eventualmente presenti anche oltre il limite inferiore di infiammabilità, a causa di possibili disuniformità della nube; a tal fine si può ritenere cautelativamente che la zona di inizio letalità si possa estendere fino al limite rappresentato da 1/2 LFL. - Onda di pressione (UVCE, VCE) Il valore di soglia preso a riferimento per i possibili effetti letali estesi si riferisce, in particolare, alla letalità indiretta causata da cadute, proiezioni del corpo su ostacoli, impatti di frammenti e, specialmente, crollo di edifici (0,3 bar); mentre in spazi aperti e privi di edifici o altri manufatti vulnerabili, potrebbe essere più appropriata la considerazione della sola letalità diretta, dovuta all onda d urto in quanto tale (0,6 bar). I limiti per lesioni irreversibili e reversibili sono stati correlati essenzialmente alle distanze a cui sono da attendersi rotture di vetri e proiezione di un numero significativo di frammenti, anche leggeri, generati dall onda d urto. Per quanto riguarda gli effetti domino, il valore di soglia (0,3 bar) è stato fissato per tenere conto della distanza media di proiezione di frammenti od oggetti, che possano provocare danneggiamento di serbatoi, apparecchiature, tubazioni, ecc. - Proiezione di frammenti (BLEVE) La proiezione del singolo frammento, eventualmente di grosse dimensioni, viene considerata essenzialmente per i possibili effetti di domino causati dal danneggiamento di strutture di sostegno o dallo sfondamento di serbatoi ed apparecchiature. Data l estrema ristrettezza dell area interessata dall impatto e, quindi, la bassa probabilità che in quell area si trovi, in quel preciso momento, un determinato individuo, si ritiene che la proiezione del singolo frammento di grosse dimensioni rappresenti un contribuente minore al rischio globale, rappresentato dallo stabilimento per il singolo individuo (in assenza di effetti domino). POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 15 di 51

17 - Rilascio tossico Ai fini della valutazione delle aree di danno relative alla dispersione di gas o vapori tossici, sono stati presi a riferimento i seguenti parametri tipici: IDLH: ( Immediately Dangerous to Life and Health : fonte HIOSH/OSHA) Concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce, per inalazione, danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l esecuzione delle appropriate azioni protettive. LC50: (30 min,hmn) concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti umani esposti per 30 minuti. Nel caso in cui siano disponibili solo valori di LC50 per specie non umana e/o per tempi di esposizione diversi da 30 minuti, deve essere effettuata una trasposizione ai detti termini di riferimento mediante il metodo TNO. Si rileva che il tempo di esposizione di 30 minuti viene fissato cautelativamente sulla base della massima durata presumibile di rilascio, evaporazione da pozza e/o passaggio della nube. Aree di danno ambientali Le tipologie di danno ambientale sono definite in modo più qualitativo: - Danno significativo Danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente nell'arco di due anni dall'inizio degli interventi stessi. - Danno grave Danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente in un periodo superiore a due anni dall'inizio degli interventi stessi. Criteri per la valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale Il parere di compatibilità motivata deve essere rilasciato, secondo criteri che variano in funzione della tipologia dell insediamento, per qualsiasi modifica del territorio comportante l autorizzazione di: - Insediamenti di stabilimenti nuovi. - Modifiche significative di stabilimenti esistenti. - Nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali per esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l'ubicazione o l'insediamento o l'infrastruttura possono aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. Compatibilità territoriale per i depositi di GPL ed i depositi di liquidi tossici e/o infiammabili La valutazione di compatibilità territoriale per i depositi di GPL ed i depositi di liquidi tossici e/o infiammabili viene definita da Decreti già emanati, tuttora in vigore, ovvero dal D.M. 15 maggio 1996 per i depositi di GPL e dal D.M. 20 ottobre 1998 per i depositi di liquidi tossici e/o infiammabili. L approccio in questo caso è prettamente deterministico, si basa sulla definizione della migliore tecnologia costruttiva dei depositi (quattro classi da I a IV in modo decrescente dal punto di vista dello standard tecnologico), e viene calcolato con un metodo indicizzato definito negli specifici decreti. Le tabelle di compatibilità territoriale sono di seguito riportate. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 16 di 51

18 Categorie territoriali compatibili per depositi esistenti Classe del Categoria di effetti Deposito Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili I DEF CDEF BCDEF ABCDEF II EF DEF CDEF BCDEF III F EF DEF CDEF IV F F EF DEF Categorie territoriali compatibili per depositi nuovi e per il rilascio di permessi di costruire e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica Classe del Categoria di effetti Deposito Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili I EF DEF CDEF ABCDEF II F EF DEF BCDEF III F EF EF CDEF Compatibilità territoriale per gli altri stabilimenti La valutazione di compatibilità territoriale per tutti gli altri stabilimenti a rischio di incidente rilevante (ovvero soggetti agli artt. 6 od 8 D.Lgs. 334/99, ma non compresi nella definizione di depositi di GPL e liquidi tossici e infiammabili) viene effettuata in modo semi probabilistico. La verifica tiene infatti conto degli eventi incidentali individuati per classi di probabilità (in realtà sarebbe corretto parlare di classi di frequenza), ma non prevede un analisi quantitativa del rischio estesa (metodologie di tipo QRA, ovvero Quantitative Risk Analysis). In base alle definizioni date, la compatibilità dello stabilimento con il territorio circostante va valutata in relazione alla sovrapposizione delle tipologie di insediamento, categorizzate in termini di vulnerabilità, con l'inviluppo delle aree di danno, come evidenziato dalle successive tabelle. Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti Classe di probabilità Categoria di effetti degli eventi Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili <10^ 6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF 10^ 4 10^ 6 EF DEF CDEF BCDEF 10^ 3 10^ 4 F EF DEF CDEF >10^ 3 F F EF DEF Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti per il rilascio di permessi di costruire ed autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica Classe di probabilità Categoria di effetti degli eventi Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili <10^ 6 EF DEF CDEF BCDEF 10^ 4 10^ 6 F EF DEF CDEF 10^ 3 10^ 4 F F EF DEF >10^ 3 F F EF EF POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 17 di 51

19 Compatibilità territoriale nelle aree ad elevata concentrazione di stabilimenti Nelle aree ad elevata concentrazione di stabilimenti, di cui all'articolo 13 decreto legislativo 17 agosto 1999 n. 334, le interazioni tra stabilimenti diversi e tra questi e certi elementi territoriali può essere particolarmente significativa. Di conseguenza il D.M. 9 maggio 2001 indica che, per la compiutezza delle valutazioni, risulta opportuno fare riferimento anche agli esiti dello studio integrato dell'area, necessariamente basato sulla ricomposizione dei rischi ingenerati dai vari soggetti e, quindi, su di un approccio più estesamente probabilistico. Compatibilità ambientale La definizione di compatibilità ambientale fornita dal decreto risulta essere molto più qualitativa di quella territoriale. Le categorie di danno ambientale sono così definite: - Danno significativo: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente nell'arco di due anni dall'inizio degli interventi stessi - Danno grave: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente in un periodo superiore a due anni dall'inizio degli interventi stessi. Al fine di valutare la compatibilità ambientale è da ritenere non compatibile l'ipotesi di danno grave. Per valutare gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, si deve fare riferimento al DM (Ambiente) 25 ottobre 1999, n. 471, "Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi dell'art. 17 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni", nonché del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152 "Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocata dai nitrati provenienti da fonte agricola". POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 18 di 51

20 FASE DI ANALISI: IL CONTESTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO GEOGRAFICO Il Comune di Casalmaggiore comprende le frazioni e le località di Agoiolo, Camminata, Cappella, Casalbellotto, Fossacaprare, Motta San Fermo, Quattrocase, Roncadello, Valle, Vicobellignano, Vicoboneghisio, Vicomoscano. Il comune si trova ad un altitudine di circa 26 m. sul livello del mare, con una minima di 17 m ed una massima di 35 m, si estende su una superficie territoriale di 63.7 Kmq. e vi risiedono abitanti (anno 2009). Il comune ha una densità di 244 ab/kmq. INQUADRAMENTO TERRITORIALE/AMBIENTALE Il territorio comunale di Casalmaggiore, che occupa una superficie di circa 63,7 km2, è ubicato nella posizione sudorientale del territorio cremonese e confinante con il comune di Martignana di Po (Cr) ad ovest, di Casteldidone (Cr) e Rivarolo del Re ed Uniti (Cr) a nord, con il territorio del comune di Sabbioneta (Mn) sul lato nord est e di Viadana (Mn) ad est. A fare da confine alla porzione meridionale dell'ambito comunale vi è l'asta fluviale del fiume Po, lungo la quale si sviluppa il confine con la regione Emilia Romagna, con i comuni di Colorno (PR) e Mezzani (PR). Accanto alla città da sempre il Po, uno dei suoi simboli ma anche fonte di terribili paure nelle piene del 1951, 1994 e Ancora non c è chiarezza sulla genesi esatta della città di Casalmaggiore. Il ritrovamento della Stazione di Enea nel 1970 al Santuario della Fontana, unitamente ai reparti rinvenuti nella frazione di Fossacaprara, confermano la presenza di insediamenti fino all età del bronzo, ma la disposizione della città e il ritrovamento di armi fanno pensare che Casalmaggiore sia stata fondata in epoca romana con il nome di Castra Majora, ovvero Accampamento Principale. Il primo documento scritto che citi Casalmaggiore è un iscrizione rinvenuta sotto un immagine della Beata Vergine nella chiesa di San Giovanni Battista (collocata un tempo nell area dell odierna Isolabella). Attorno al 1000 Casalmaggiore era un castello fortificato sotto il dominio estense e la solitaria rocca di via Vaghi ne è una traccia. L azienda a rischio d incidente rilevante è l AZOTAL spa. Lo stabilimento a rischio di incidente rilevante interessa il territorio comunale ed è situato in strada Salde a sud della ex S.S. 358 a circa 1 Km da Casalmaggiore e ad 1 Km da Vicomoscano. È distante circa 250 m dall argine sinistro del fiume Po. Le strade statali più vicine, distanti circa m dallo stabilimento, sono la S.S. n. 343 (Sabbionetana) e la S.S. n. 358 (Asolana). La stazione delle Ferrovie dello Stato di Casalmaggiore dista circa m. L autostrada più vicina è l A1, distante 22 Km. L Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore è distante circa 5 Km dallo stabilimento. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 19 di 51

21 AZOTAL Spa POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 20 di 51

22 AZOTAL Spa POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 21 di 51

23 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 22 di 51

24 LOCALIZZAZIONE DELL IMPIANTO L impianto in esame è collocato in un area prevalentemente produttiva, classificata dal P.G.T. in fase di approvazione quale Ambito consolidato a mix produttivo e, per la parte limitrofa della stessa proprietà, quale Ambito di trasformazione con mix produttivo. (CAS P2) L area a sud e sud est è quasi totalmente classificata quale Ambito rurale di valorizzazione paesaggisticoambientale e funzionale del sistema urbano ed Aree Agricole Ambiti agricoli Strategici. Ad ovest l area è prevalentemente classificata quale Ambito consolidato a mix produttivo. Ad est è previsto dal P.G.T. il passaggio di una futura ferrovia di servizio Casalmaggiore Viadana. A Sud è collegato il fiume Po con la fascia golenale, classificata quale Area di Valore Naturale ed Ambientale e costituente il Parco Locale d interesse sovra comunale riconosciuto ai sensi L.R. 86/83. A Nord è collocato il corridoio ecologico secondario, mentre sul Po è collocato il corridoio ecologico primario. A circa 450m di distanza è collocata la struttura del Sistema dei Servizi esistente Associazione Figli di Gesù sofferenti L area complessiva dello stabilimento attuale ha una superficie di circa mq, mentre l area complessiva di proprietà AZOTAL è pari a circa mq. Essa è così delimitata: NORD: area di proprietà / viabilità comunale Strada Salte ed oltre Ambito rurale di valorizzazione paesaggisticoambientale EST: area di proprietà / area mix produttivo OVEST: ditta Siderimpex / area mix produttivo: SUD: area di proprietà / area mix produttivo Per quanto concerne le distanze rispetto ad aree abitate, installazioni o strutture esterne allo stabilimento, si riportano di seguito i principali riferimenti: Officina meccanica SIDERIMPEX 30m Associazione Figli di Gesù sofferente 250m Cascina Salde 250m Azienda di edilizia Battistella 250m Campo nomadi 250m Officina meccanica CO.GE.ME. 300m Lattificio Padania 400m Porto fluviale Estrazione e trasporto sabbia 400m Casalmaggiore (parte sud) 500m Centro commerciale Padano 750m Vicomoscano (parte ovest) 1000m Strade statali n 343, n 420 e n m Stazione FF.SS. di Casalmaggiore 3000m Ospedale Oglio Po 5000m Autostrada A m POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 23 di 51

25 Descrizione del territorio circostante nel raggio di 5 km Lo stabilimento AZOTAL S.p.A. sorge in un area pianeggiante a sud dell abitato di Casalmaggiore (CR) in frazione Vicomoscano, a circa 250 m dall argine sinistro del fiume Po. Nel raggio di 5 Km dallo stabilimento è compreso quasi tutto l abitato del Comune di Casalmaggiore (che conta circa abitanti), nonché alcune frazioni dei Comuni di Sabbioneta (MN) e di Colorno (PR). Trattandosi di un area significativa sotto l aspetto residenziale/commerciale/produttivo, i ricettori sensibili possono essere indicati solo per categorie: Scuole materne, elementari, medie, superiori; Uffici pubblici e privati; Istituti di ricovero per anziani; Attività agricole, artigianali, industriali; Esercizi commerciali (ivi compresi ipermercati); Centri ricreativi e sportivi; Alberghi, ristoranti pizzerie, bar; Cinema e teatri. ELEMENTI AMBIENTALI VULNERABILI Con particolare riferimento al pericolo per l'ambiente che può essere causato dal rilascio incidentale di sostanze pericolose, si considerano gli elementi ambientali secondo la seguente suddivisione tematica delle diverse matrici ambientali vulnerabili potenzialmente interessate dal rilascio incidentale di sostanze pericolose per l'ambiente: Beni paesaggistici e ambientali (d.lgs 4/2004 e s.m.i.) Aree naturali protette (es. parchi e altre aree definite in base a disposizioni normative) Risorse idriche superficiali (es. acquifero superficiale; idrografia primaria e secondaria; corpi d'acqua estesi in relazione al tempo di ricambio ed al volume del bacino) Risorse idriche profonde (es. pozzi di captazione ad uso potabile o irriguo; acquifero profondo non protetto o protetto; zona di ricarica della falda acquifera) Uso del suolo (es. aree coltivate di pregio, aree boscate) La vulnerabilità di ognuno degli elementi considerati va valutata in relazione alla fenomenologia incidentale cui ci si riferisce. Nello specifico in prossimità della ditta Azotal si segnala la presenza del Fiume Po e delle relative fasce di rispetto, nonché la presenza del centro abitato di Casalmaggiore. Più precisamente si segnala la presenza dei seguenti beni paesistici/ambientali: Fasce di rispetto del reticolo idrografico; Beni paesistici; Bellezze naturali PLIS (parco locale di interesse sovralocale). POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 24 di 51

26 CARATTERISTICHE CLIMATICHE (RAPPORTO ARPA) Le principali caratteristiche fisiche del contesto lombardo sono la spiccata continentalità dell'area e il debole regime del vento. La situazione meteorologica della pianura padana, con la presenza delle Alpi e dell'appennino è particolarmente svantaggiata, la Lombardia si trova infatti nella parte centrale della Pianura Padana, in un contesto che presenta caratteristiche uniche, dal punto di vista climatologico, determinate in gran parte dalla conformazione orografica dell'area. Si tratta di una vasta pianura circondata a Nord, Ovest e Sud da catene montuose che si estendono fino a quote elevate, determinando così peculiarità climatologiche sia dal punto di vista fisico sia da quello dinamico. Le principali caratteristiche fisiche sono la spiccata continentalità dell'area, il debole regime del vento e la persistenza di condizioni di stabilità atmosferica. Dal punto di vista dinamico, la presenza della barriera alpina influenza in modo determinante l'evoluzione delle perturbazioni di origine atlantica, determinando la prevalenza di situazioni di occlusione e un generale disaccoppiamento tra le circolazioni nei bassissimi strati e quelle degli strati superiori. Tutti questi fattori influenzano in modo determinante le capacità dispersive dell'atmosfera, e quindi le condizioni di accumulo degli inquinanti, soprattutto nel periodo invernale, ma anche la presenza di fenomeni fotochimici nel periodo estivo. Il clima della pianura padana è, pertanto, di tipo continentale, ovvero caratterizzato da inverni piuttosto rigidi ed estati calde. Le precipitazioni di norma sono poco frequenti e concentrate in primavera ed autunno. La ventilazione è scarsa in tutti i mesi dell anno. La continentalità del clima è meno accentuata in prossimità delle grandi aree lacustri e in prossimità delle coste dell alto Adriatico. Durante l inverno il fenomeno di accumulo degli inquinanti è più accentuato, a causa della scarsa circolazione di masse d aria al suolo. La temperatura media è piuttosto bassa e l'umidità relativa è generalmente molto elevata. La presenza della nebbia è particolarmente accentuata durante i mesi più freddi. Lo strato d'aria fredda, che determina la nebbia, persiste spesso tutto il giorno nel cuore dell'inverno, ma di regola si assottiglia in modo evidente durante le ore pomeridiane. In generale, si ha il fenomeno dell'inversione termica quando la temperatura dell'aria diminuisce avvicinandosi al suolo oppure aumenta con la quota invece di diminuire: se l'aumento di temperatura parte dal suolo, per irraggiamento notturno in condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso e di calma di vento o di vento debole, si ha l'inversione da irraggiamento con base al suolo; se l'aumento di temperatura lo si incontra a partire da una certa quota sul suolo si ha l'inversione con base in quota, come nel caso di subsidenza anticiclonica. Nei mesi invernali si hanno spesso combinazioni di inversione con base al suolo con inversioni da subsidenza, in questo caso lo spessore totale può essere assai superiore a quello della semplice inversione da irraggiamento con base al suolo. Dopo l'alba, per effetto del riscaldamento del suolo da parte del sole, si creano dei moti turbolenti che tendono a distruggere l'inversione iniziando dalla sua parte inferiore, mentre al tramonto si riforma l'inversione al suolo. Relativamente a Cremona si riportano di seguito i principali parametri descritti nella relazione prodotta da ARPA. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 25 di 51

27 Il campo barico, rispetto alla media degli ultimi 8 anni, è stato significativamente inferiore in tutti i mesi dell anno, con le sole ad eccezioni di Aprile e Dicembre; in questi due mesi la media mensile risulta corrispondere a quelle calcolate sull intero periodo di osservazione. La velocità del vento presenta normalmente i valori più alti nei mesi primaverili ed estivi per poi diminuire fino ai minimi dei mesi autunnali ed invernali. Nel 2007 invece le velocità medie del vento più alte si sono registrate proprio nei mesi invernali, in particolare a gennaio a marzo, con valori ben superiori ai valori medi degli ultimi 8 anni; per il resto dell anno il vento è stato quasi sempre allineato alla media storica, con differenze sempre contenute tra ± 0,2 m/s. Dai dati elaborati nel rapporto di sicurezza interno, si rileva che le classi di stabilità più frequenti nella zona interessata sono la stabile (F) con il 40.6% e la neutrale (D) con il 36.2%. Per la classe stabile, che risulta prevalente, il campo di velocità del vento più frequente è <2 nodi (75.1%). Lo stesso valore si registra nella classe neutrale. Raggruppando i dati ai fini della scelta delle condizioni meteo più probabili per la dispersione di vapori, si ottiene la seguente tabella: classe di stabilità Frequenza % 2 m/s 2 4 m/s 4 m/s A B C D E F+G+N Per quanto attiene alle direzioni di provenienza del vento, escudendo le situazioni di calma o di notevole variabilità che assommano al 56.9%, risultano predominanti i venti provenienti dall arco Ovest Nord e quelli dall arco Est Sud. La nebbia risulta presente, con valori registrati in permanenza da un minimo di 6 ore (nel periodo giugno luglioagosto) ad un massimo di 144 ore (nel periodo dicembre gennaio febbraio). L umidità relativa dell aria risulta per oltre il 50% dell anno superiore all 80%. Il regime pluviometrico è stato di circa 187 mm inferiore rispetto a quello medio degli ultimi 8 anni, con rilevanti carenze di precipitazione in quasi tutti i mesi; precipitazioni molto prossime alle medie mensili sono state registrate solo nei mesi di gennaio ed agosto, mentre nei mesi di marzo e ancor più in giugno sono risultate superiori alle rispettive medie storiche. Il campo termico è stato, nel complesso, leggermente inferiore ( 0,3 C) rispetto alla media degli ultimi 8 anni. Tuttavia le medie mensili rivelano come tale dato sia stato determinato da situazioni molto diversificate nel corso dell anno e con un andamento abbastanza complicato. Infatti mentre nel primo quadrimestre, ad eccezione di marzo, si sono avute temperature significativamente superiori alle medie (+ 3,0 C a gennaio e + 2,3 C ad aprile), nei mesi successivi la temperatura media si è sempre mantenuta al di sotto dei valori di riferimento, con differenze negative minime a maggio e luglio e più significative nei restanti mesi (Es: 1,5 C a dicembre e 2,2 C ad agosto). POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 26 di 51

28 Nell anno 2007 si nota un primo quadrimestre con persistenti variazioni positive, nel resto dell anno invece prevalgono quelle negative, anche elevate. In questa seconda fase, tuttavia, non mancano variazioni di segno positivo, che risultano più brevi, rispetto alle precedenti, ma di intensità comunque non trascurabile. Si può pertanto concludere che il 2007, rispetto agli ultimi 8 anni, è stato un anno con sbalzi di temperatura, anche notevoli sia in positivo che in negativo. L andamento igrometrico mostra l andamento tipico stagionale, con valori più alti nei mesi invernali, primaverili ed autunnali e valori più bassi nei mesi estivi. Rispetto a quest andamento, nel 2007 si notano aumenti dell umidità nei primi tre mesi dell anno (febbraio +12%) ed a giugno (+9%), mentre nei restanti mesi l andamento ha carattere negativo con punte più significative rispetto alla media a luglio e novembre, rispettivamente 9% e 10%. La radiazione solare ha mostrato il tipico andamento annuale a campana, con valori tendenzialmente superiori alle medie tipiche mensili, specie nella seconda metà dell anno. E da rilevare un incremento del valore medio annuale rispetto a quella degli ultimi 8 anni (pari a 15 W/m2), mentre le differenze positive più elevate, ovvero maggiori di 25 W/m2, sono state registrate nei mesi di luglio, ottobre ed, in particolare, ad aprile, che registra un incremento di ben 42 W/m2. Evidente è la correlazione con l andamento della situazione atmosferica di generale: i mesi che hanno registrato i maggiori incrementi corrispondono a quelli con un deficit pluviometrico più evidente; per contro a marzo ( 1 W/m2) e giugno ( 24 W/m2) coincidono con i mesi aventi precipitazioni nettamente superiori alla media. ELEMENTI IDROGEOLOGICI La struttura idrogeologica del territorio comunale di Casalmaggiore può essere delineata facendo riferimento al quadro geologico e morfologico complessivo precedentemente espresso; si individua la presenza di una successione di orizzonti permeabili ed impermeabili per uno spessore complessivo di alcune centinaia di metri, cui corrisponde una successione di falde acquifere sovrapposte, compresa una falda a pelo libero. Quest ultima presenta uno spessore variabile in relazione alle diverse situazioni locali. Si ha testimonianza e nozione della natura litologica, e quindi delle caratteristiche litostratigrafiche ed idrodinamiche degli acquiferi, attraverso i dati forniti dalle terebrazioni realizzate per lo più a scopo idropotabile. In considerazione dell'assetto blandamente monoclinale della successione alluvionale, il flusso idrico sotterraneo risulta generalmente essere unidirezionale NNO SSE, con velocità dei flussi gradualmente decrescente in funzione della progressiva diminuzione della permeabilità dei depositi sedimentari attraversati. Dall'estrapolazione dei dati stratigrafico strutturali delle sezioni idrogeologiche può essere ricostruito, con buona attendibilità, il modello idrogeologico dell'area in esame. Si evidenziano tre gruppi di acquiferi separati fra loro da livelli impermeabili. Il primo livello di copertura con caratteristiche limose e limoso argillose e argillose fino a profondità di qualche metro dal p.c. al di sotto del quale sono presenti, fino a qualche decina di metri dal p.c., materiali sabbiosi, generalmente sciolti, interrotti da un livello più impermeabile di modesto spessore ma buona continuità laterale. I materiali sabbiosi, permeabili si poggiano alla profondità variabile fra m. 30 e m. 40 su un livello argilloso cui viene riconosciuta una continuità stratigrafica variabile fra m. 15 e m. 30. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 27 di 51

29 Le bancate di materiali sabbiosi prossimi alla superficie costituiscono il serbatoio freatico cui può essere riconosciuta una discreta produttività per tutti gli scopi alternativi all'approvvigionamento idropotabile. La continuità laterale del livello argilloso dianzi citato costituisce una netta separazione fra le acque freatiche e le falde profonde; infatti, in relazione al modello indicato, si rileva che gli attingimenti pubblici per scopo idropotabile vengono generalmente prodotti entro il livello sabbioso posto alla base del suddetto orizzonte di protezione. Al di sotto di tale profondità, risultano piuttosto scarsi e puntuali i dati litostratigrafici; i pochi disponibili sembrano evidenziare, fino a profondità rilevate (> m. 200), il prevalere di materiali a scarsa o nulla produttività, entro i quali la presenza di falde sfruttabili è legata esclusivamente ad alcune lenti di sabbie grossolane e/o sabbie e ghiaie che ne costituiscono i soli apparati produttivi. Per quanto riguarda la soggiagenza del livello fratico dell orizzonte acquifero superficiale le falde presenti sono di tipo freatico o a pelo libero in tutte quelle aree in cui risultano affioranti e/o subaffioranti i depositi permeabili di tipo sabbioso, sabbioso limoso, ma sono di tipo semiconfinato dove si trovano in superficie suoli a bassa permeabilità a litologia argillosa, limoso argillosa. I valori piezometrici all interno del territorio comunale variano fra 1,2 e 3,0/4,0 m. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA Il territorio del comune è posto in un bassopiano situato alla sinistra del fiume Po. L Autorità del Bacino del Fiume Po ha adottato il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico PAI con deliberazione n 18 del In base a tale strumento l area oggetto del presente studio e l intorno circostante rientrano nella fascia C del P.A.I. La tipica configurazione fluviale a meandri determina le caratteristiche del paesaggio del fiume costituendo gli aspetti tipici riconoscibili. Sul territorio comunale sono presenti i seguenti vincoli, che possono costituire anche aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico e idraulico: Vincoli idraulici derivanti dalla L. 183/1989 e D.G.R. 11 dicembre 2001 N. 7/7365: o Fascia A, Fascia B e Fascia C del fiume Po così come definite dal PAI. l AZOTAL è in fascia C o Vincoli di polizia idraulica ai sensi del R.D. 523/1904, secondo la L.R. 1/2000, la D.G.R. 25/01/2002 N. 7/7868 e la D.G.R N. 7/13950: o Reticolo idrico principale e Reticolo idrico di competenza dei Consorzi di Bonifica. Vincoli idrogeologici secondo il DPR 236/1988, il D.lvo 152/1999 e il D.lvo 258/2000: o Zona di tutela assoluta e zona di rispetto dei pozzi dell acquedotto pubblico. Vincoli Naturalistici: o Fiume Po Bellezze Naturali Art. 136 D. Lgs. 26/03/08; o Parco Locale di Interesse Sovraccomunale ai sensi dello L.R. 86/83. LINEAMENTI DI IDROGRAFIA DI SUPERFICIE Il territorio di Casalmaggiore si trova nel bacino idrografico del fiume Po, che ne costituisce l'elemento idrografico naturale principale. L'evoluzione morfologica di questa area è legata alla migrazione continua del Po in seguito anche alle blande deformazioni del piano campagna che l'evoluzione delle strutture del sottosuolo ha prodotto fino a tempi recenti. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 28 di 51

30 Sono rilevabili lanche nelle adiacenze del fiume isolate dal corso d'acqua principale. Le lanche e gli specchi d'acqua ad impronta planimetrica tondeggiante denominati "bodri". I bodri, che rappresentano alcuni lembi residui di zone umide a spiccato interesse naturalistico, sono costituiti da piccoli bacini idrici, generalmente privi di collegamenti con la rete idrica superficiale ed alimentati dalla falda superficiale che ne mantiene il ricambio. La loro distribuzione individua l area di influenza storica del fiume Po, segnalando gli effetti di rotte fluviali particolarmente intense, di cui rappresentano tracce residue, generalmente adiacenti agli argini golenali. Vengono definiti come laghi di rotta fluviale prodotti da un azione erosiva vorticosa dell acqua in seguito a tracimazione o sfondamento degli argini in occasione di piene eccezionali. Il reticolo idrografico secondario presenta un andamento naturale nei vasti ambiti di golena, dove è impostato su quello degli antichi corsi fluviali, mentre risulta difficilmente leggibile l'antico tracciato naturale nelle zone esterne alla golena, dove i tracciati dei corsi d'acqua sono stati nel tempo in parte o totalmente modificati a servizio dell'attività antropica. Nelle aree non golenali, i corsi d acqua secondari, gestiti dal Consorzio di Bonifica Navarolo, hanno un andamento allungato con direzione ovest est. Questi corsi d'acqua hanno in prevalenza funzione di raccolta e smaltimento delle acque. In particolare, il Canale principale di irrigazione, ad andamento NNO SSE, solleva le acque utilizzate per l'irrigazione a Isola Pescaroli e rifornisce, attraversandoli, i territori dei comuni di Scandolara Ravara, Gussola, Martignana di Po, Casalmaggiore e, proseguendo per Correggioverde, fino alla confluenza in Po. Altri corsi d'acqua con analogo andamento che si ritrovano nel territorio comunale sono il dugale Spinspesso, il colatore Cumula, il colatore Gambalone, il dugale Casumenta ed il canale Ceriana. Il fiume Po costituisce l'elemento idrografico naturale principale, a grande scala, in tempi remoti (dal Pleistocene all'inizio presumibilmente dell'olocene), si è collocato in posizioni anche molto distanti da quelle attuali, probabilmente toccando aree lontane diversi chilometri dall'alveo attuale; tale fenomeno ha comportato, nell'ambito perifluviale, la formazione di valli abbandonate, alvei relitti e depressioni nelle quali le rogge di più recente formazione hanno impostato il loro corso. Nel XII secolo alcune rotte deviarono il fiume verso la pianura veneta e produssero notevoli variazioni, determinando in linea generale l'attuale formazione del reticolo idrografico principale: tale fenomeno viene attribuito a movimenti tettonici, con ogni probabilità ancora in atto, ai quali sono collegate le "pieghe ferraresi" e l'andamento meandriforme del fiume Po a monte di Cremona, complicato dalla normale continua migrazione di anse e meandri fluviali verso valle. Dal XVI al XIX secolo l alveo del Po tende gradualmente a restringersi e rettificarsi. Nell ultimo secolo predomina l influenza antropica sull evoluzione naturale del fiume. Negli anni successivi al 1960, a seguito delle crescenti opere di rettificazione, bacinizzazione e dell'attività estrattiva in alveo, si è assistito ad estesi processi di abbassamento dell'alveo fluviale, con variazioni significative del profilo di fondo. Le esondazioni che hanno da sempre caratterizzato le zone golenali, e che si sono verificate negli ultimi decenni con una notevole frequenza, hanno contribuito al progressivo colmamento e delle aree di golena aperta; ciò tende a rendere sempre più importante il ruolo delle arginature, in quanto progressive trasformazioni hanno comportato nel tempo un crescente aumento dei colmi di piena. Vulnerabilità degli acquiferi La vulnerabilità naturale degli acquiferi all inquinamento rappresenta un indicatore ambientale di suscettibilità delle falde idriche al carico antropico esistente. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 29 di 51

31 Per l analisi della problematica relativa al territorio comunale in esame, si fa riferimento al Cap. 9 "Vulnerabilità degli acquiferi all'inquinamento" del "Quaderno di tecniche di protezione ambientale" a cura di A. Zavati, relativo allo "Studio idrogeologico della Provincia di Cremona". In riferimento alla valutazione sulla vulnerabilità delle acque sotterranee assumono particolare rilievo gli elementi concernenti le caratteristiche litologiche del serbatoio acquifero freatico e, principalmente, gli elementi pedologici della coltre superficiale. La litologia dei terreni, varia da termini prevalentemente sabbiosi a termini prevalentemente argilloso limosi e argillosi e deve essere attribuita ai materiali della formazione geologica olocenica; questa si estende in profondità dalla base della coltre pedogenetica e fino a qualche decina di metri (m 20 25) e costituisce il serbatoio acquifero freatico. Nelle aree poste all esterno dell arginatura maestra prevalgono i depositi argilloso limosi e limoso sabbiosi, con permeabilità da medio bassa a bassa, mediamente stimate intorno a 10 5/ 6 m/s; rientrano in questa classe anche i terreni posti nell area golenale protetta da argini. I terreni posti in golena aperta risultano essere costituiti in prevalenza da depositi sabbiosi a permeabilità medio alta con valori attorno a 10 4 m/s. Dal punto di vista pedologico, in ordine alla coltre più superficiale derivante dai processi pedogenetici che hanno determinato le trasformazioni chimico fisiche e la formazione del suolo, si fa espresso riferimento agli elementi oggettivi segnalati dalla Carta dei Suoli (ERSAL). Gli elementi analizzati permettono di definire come "medio alto" il grado di vulnerabilità del sottostante acquifero freatico, per le aree poste a tergo rispetto l arginatura maestra, e alto per le aree golenali. LINEAMENTI SISMICI Anche l analisi degli effetti sismici in sito con la valutazione dell amplificazione sismica locale del territorio comunale di Casalmaggiore è stata eseguita secondo quanto esposto dalla d.g.r. 22 dicembre 2005 n. 8/1566, i nuovi Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio e delle sue successive modifiche ed integrazioni, in riferimento alla d.g.r. del 28 Maggio 2008 n. 8/7374, ai sensi della l.r. 11 marzo 2005 n. 12 e s.m.i.. È stata redatta la carta di Pericolosità Sismica Locale (PSL) che costituisce il 1 livello di approfondimento della componente sismica territoriale. Tale carta è redatta a partire dalle informazioni di carattere litologico e geotecniche, integrate da dati di tipo morfologico e di alterazione antropica dei terreni. Attraverso lo schema fornito dalla Regione Lombardia è stato possibile perimetrare arealmente le varie situazioni tipo in grado di determinare diversi effetti sismici locali; questa perimetrazione costituisce il 1 livello di approfondimento, estesa a tutto il territorio comunale, e fornisce la base per l applicazione del 2 livello di approfondimento con la stima del valore di Fattore di Amplificazione (Fa) e la verifica della compatibilità con il valore di soglia previsto per il Comune in oggetto così come deliberato dalla normativa regionale vigente. Il Comune di Casalmaggiore ricade in zona sismica 4 ed è contraddistinto dalla presenza di due scenari a Pericolosità Sismica Locale (PLS) caratterizzati da effetti di amplificazione litologiche, rappresentati dalla sigla Z4a Zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio glaciali granulari e/o coesivi e da cedimenti e/o liquefazioni rappresentato dalla sigla Z2 zone di terreni di formazione particolarmente scadente (riporti poco addensati, terreni granulari fini con falda superficiale). POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 30 di 51

32 E pertanto stata individuata la classe di pericolosità sismica (tabella 2) rispettivamente di: o H2 livello di approfondimento 2 (scenario PSL: Z4a) o H2 livello di approfondimento 3 (scenario PSL: Z2) Si è proceduto ad una analisi di 2 livello per quelle aree destinate ad espansione residenziale e/o industriale. La caratterizzazione semiquantitativa degli effetti di amplificazione sismica è stata eseguita attraverso i risultati ottenuti dall esecuzione di n. 3 prove MASW. Dai risultati emersi dalle indagini di 2 Livello si può asserire che la caratterizzazione semiquantitativa degli effetti di amplificazione sismica ottenuta risulti inferiore a quella fornito dalla Regione, la normativa è da considerarsi sufficiente nel tenere in considerazione i possibili effetti di amplificazione litologica del sito. Pertanto lo scenario descritto dalla categoria C è ben rappresentato dallo spettro di norma. INONDAZIONI L area sulla quale sorge lo stabilimento è classificata in Fascia C del PAI TROMBE D ARIA L area sulla quale sorge il deposito non è stata interessata da trombe d aria. In generale sul territorio può accadere che alle situazioni temporalesche si associno intensificazioni locali del vento in grado di raggiungere temporaneamente velocità elevate. Eventi acuti quali le trombe d aria sono comunque relativamente rari. CADUTA FULMINI L attività temporalesca vede il suo apice nel periodo estivo, quando si registrano elevati accumuli di energia utile per innescarla e sostenerla. Essa risulta relativamente intensa con precipitazioni quantitativamente superiori a quelle invernali. I fulmini sono l elettrometeora caratteristica dei temporali. Le statistiche pluriennali disponibili indicano per la Lombardia un numero medio di 2 4 fulmini per km 2 (classificazione del territorio nazionale secondo le norme CEI 81 1). MOBILITÀ La viabilità strutturale del comune appoggia sul crocevia delle due statali storiche: quella che da Brescia/Montichiari S.S. 343 e Cremona attraversa il capoluogo e si dirige verso Parma e quella che da Casalmaggiore raggiunge Mantova (ex s.s. 420) incrociando la prima appena prima del Po, immediatamente ad est del capoluogo e da tale innesto la strada statale diretta a Viadana ed al ponte sul fiume Po per congiungersi con la S.S. 62. Mentre il primo asse, così come la sua deviazione a sud ovest (provinciale bassa per Cremona), ha costituito luogo storico degli insediamenti urbani e dello sviluppo anche recente, il secondo ha mantenuto nel tempo il carattere di collegamento extraurbano, diventando soltanto in epoca recente asse di supporto per i nuovi insediamenti che hanno rapidamente costituito l area industriale centrale del comune. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 31 di 51

33 Un altro collegamento, che ha accresciuto la sua importanza dopo la realizzazione dell ospedale intercomunale a Vicomoscano, è quello della provinciale per Sabbioneta che collega verso Mantova il sistema insediativo est di Casalmaggiore e parte di quello Viadanese. La viabilità locale costituisce un reticolo abbastanza diffuso, spesso tortuoso e scarsamente attrezzato, che collega i diversi centri tra loro e alla viabilità principale. La realizzazione e l apertura in questi giorni della variante di Vicomoscano rappresenta il primo tassello di un nuovo e moderno sistema infrastrutturale fondato sulla progettata e di prossima realizzazione autostrada Tirreno Brennero (Ti.Bre Parma Nogarole Rocca) che dimezzerà i tempi di O/D con i principali centri urbani della prima fascia e sul sistema infrastrutturale compensativo ad essa connesso e voluto dal Comune di Casalmaggiore. L autostrada infatti porta con sé, quale opera compensativa, il primo tronco della tangenziale di Casalmaggiore che connetterà il casello autostradale con la S.S. 420 in corrispondenza della realizzata variante di Vicomoscano di cui è già in previsione la realizzazione del proseguimento per Viadana. Il capoluogo è lambito dalla linea ferroviaria Parma Asola Brescia che, a Piadena, incrocia la Cremona Mantova. La stazione ferroviaria svolge oggi un ruolo logistico a servizio di insediamenti produttivi anche extra comunali comportando, nonostante il flusso relativamente contenuto, un certo disagio per l attraversamento del centro urbano da parte dei carrelli. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 32 di 51

34 FASE DI ANALISI: DEPOSITO E LAVORAZIONI DI AMMONIACA ANIDRA E DI SOLUZIONE AMMONIACALE Il Comune di Casalmaggiore è interessato dalla presenza di uno stabilimento a rischio di incidente rilevante: deposito e lavorazioni di ammoniaca anidra e di soluzione ammoniacale della ditta AZOTAL SpA, situato a sud della frazione di Vicomoscano. Le ipotesi di incidente rilevante, dichiarate dal gestore, sono relative a rilascio di tossico (ammoniaca). Le informazione ed i dati successivamente riportati sono tratti dalla documentazione fornita dal gestore dello stabilimento, in parte allegata al presente elaborato tecnico. DESCRIZIONE GENERALE DEL DEPOSITO Ragione sociale: AZOTAL S.p.A Denominazione ed ubicazione dell'impianto o deposito: AZOTAL S.p.A Via delle Salde snc, Casalmaggiore (CR) Descrizione dell attività Lo stabilimento rientra attualmente negli obblighi previsti dagli artt. 6 e 7 del D. Lgs. n. 334/99, in quanto sono superati i limiti di soglia previsti nell allegato 1 (parte 2 colonna 2 nota 4), ma inferiori ai limiti riportati nella colonna 3. Lo stabilimento presenta una superficie complessiva di circa m2, di cui 700 occupati dall impianto di produzione soluzione ammoniacale. Sono anche presenti le seguenti unità produttive: concimi liquidi, soluzioni ureiche, solfato ammonico/solubilizzazione sali. Lo stabilimento occupa in totale n. 12 dipendenti. Si riportano di seguito le attività svolte nell impianto interessato dalle lavorazioni dell ammoniaca. Le attività svolte consistono nella preparazione, mediante solubilizzazione di ammoniaca anidra in appositi recipienti in acciaio al carbonio, di miscele acquose di ammoniaca a concentrazione del 32% (soluzione ammoniacale). L impianto si articola nell area di scarico ammoniaca anidra da ferrocisterne e/o da autobotti e in tre serbatoi (dissolutori) cilindrici orizzontali in acciaio al carbonio nei quali l ammoniaca viene solubilizzata in acqua. Le operazioni di solubilizzazione si svolgono prelevando l ammoniaca dalle ferrocisterne/autobotti, inviandola nel dissolutore all interno del quale è stato precedentemente immesso il quantitativo d acqua necessario alla diluizione. Il trasferimento dell ammoniaca avviene per differenza di pressione. Non esiste stoccaggio separato del prodotto ottenuto, poiché le spedizioni hanno luogo caricando le autobotti direttamente dai serbatoi impiegati nella solubilizzazione. Gli sfiati dei serbatoi sono convogliati ad un sistema di trattamento. All interno dell impianto oggetto del presente documento le attività svolte riguardano: la ricezione di ammoniaca anidra tramite ferrocisterne e/o autobotti; il trasferimento dell ammoniaca dalle ferrocisterne/autobotti alla sezione di dissoluzione, per la produzione di soluzione ammoniacale; la spedizione di soluzione ammoniacale alla clientela mediante autobotti. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 33 di 51

35 Le sostanze suscettibili di causare un incidente rilevante sono: TABELLA 1 Nome comune generico Ammoniaca anidra Soluzione ammoniacale al 32 % Simboli di pericolo T tossico N pericoloso per l ambiente C corrosivo N pericoloso per l ambiente Principali caratteristiche Quantità Max in tonnellate fisiche Gas compresso e liquefatto 150 Liquido 190 Considerato che l ammoniaca anidra viene trasformata nella soluzione ammoniacale, le due sostanze non sono presenti contemporaneamente nelle quantità massime sopra indicate, perché ai valori di stoccaggio elevati della prima corrispondono di solito valori bassi della seconda e viceversa. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 34 di 51

36 Localizzazione dell impianto Azienda AZOTAL Spa POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 35 di 51

37 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 36 di 51

38 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 37 di 51

39 L area complessiva dello stabilimento attuale ha una superficie di circa mq, mentre l area complessiva di proprietà AZOTAL è pari a circa mq. Essa è così delimitata: - NORD: area di proprietà - EST: area di proprietà - OVEST: ditta Siderimpex - SUD: area di proprietà Per quanto concerne le distanze rispetto ad aree abitate, installazioni o strutture esterne allo stabilimento, si riportano di seguito i principali riferimenti: Officina meccanica SIDERIMPEX 30m Associazione Figli di Gesù sofferente 250m Cascina Salde 250m Azienda di edilizia Battistella 250m Campo nomadi 250m Officina meccanica CO.GE.ME. 300m Lattificio Padania 400m Porto fluviale Estrazione e trasporto sabbia 400m Casalmaggiore (parte sud) 500m Centro commerciale Padano 750m Vicomoscano (parte ovest) 1000m Strade statali n 343, n 420 e n m Stazione FF.SS. di Casalmaggiore 3000m Ospedale Oglio Po 5000m Autostrada A m Descrizione del territorio circostante nel raggio di 5 km Lo stabilimento AZOTAL S.p.A. sorge in un area pianeggiante a sud dell abitato di Casalmaggiore (CR) in frazione Vicomoscano, a circa 250 m dall argine sinistro del fiume Po. Nel raggio di 5 Km dallo stabilimento è compreso quasi tutto l abitato del Comune di Casalmaggiore (che conta circa abitanti), nonché alcune frazioni dei Comuni di Sabbioneta (MN) e di Colorno (PR). Trattandosi di un area significativa sotto l aspetto residenziale/commerciale/produttivo, i ricettori sensibili possono essere indicati solo per categorie: Scuole materne, elementari, medie, superiori; Uffici pubblici e privati; Istituti di ricovero per anziani; Attività agricole, artigianali, industriali; POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 38 di 51

40 Esercizi commerciali (ivi compresi ipermercati); Centri ricreativi e sportivi; Alberghi, ristoranti pizzerie, bar; Cinema e teatri; Ospedale. RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI Natura dei rischi L ammoniaca anidra è classificata come segue: R10 infiammabile, R23 tossico per inalazione, R34 provoca ustioni, R50 altamente tossica per gli organismi acquatici. La soluzione ammoniacale al 32% di ammoniaca è classificata come segue: R34 provoca ustioni, R50 altamente tossica per gli organismi acquatici. Nell analisi di rischio riportata nel Rapporto di Sicurezza (di seguito RdS) presentato dall azienda, l infiammabilità dell ammoniaca viene considerata come una caratteristica che non può dare luogo ad incendi e/o esplosioni nello stabilimento per una serie di motivi tra i quali vengono indicati i seguenti: impianto e depositi all aperto, assenza di fonti di innesco continue o di energia notevole, elevata energia di innesco necessaria all ammoniaca (680 mj), che risulta di gran lunga superiore a quella che serve per accendere i più comuni idrocarburi (ad es mj per il metano). Secondo il RdS redatto dall azienda, i problemi di sanità dello stabilimento sono connessi con le caratteristiche di tossicità delle sostanze classificate, ovvero dell ammoniaca anidra, per la quale sono state considerate le evenienze di fuoriuscita o di emissione nell ambito dell analisi di rischio. Gli eventi incidentali ipotizzabili sono costituiti in prevalenza da: TABELLA 2 Scenario Caratteristiche dell evento Rilascio di sostanza tossica ammoniaca A seguito di rottura o foratura accidentale su tubazione/manichetta di travaso ammoniaca anidra Rilascio di sostanza tossica ammoniaca A seguito di rottura accidentale su manichetta di travaso soluzione ammoniacale Tipo di effetto per la popolazione e per l'ambiente In base agli scenari incidentali ipotizzabili, le analisi condotte dal gestore hanno identificato gli effetti di seguito illustrati. Gli effetti dell incidente relativo all ammoniaca sono connessi alla dispersione dei vapori nell atmosfera e l estensione delle aree interessate varia in funzione delle condizioni meteorologiche. Nel caso di condizioni che si verificano prevalentemente di notte (F2) sono attese le maggiori estensioni: gli effetti di letalità sono contenuti all interno dello stabilimento; per una distanza massima di ca 85 m dal confine dello stabilimento, si possono avere effetti non reversibili con probabile necessità di spedalizzazione. Effetti reversibili, costituiti da malessere, irritazione agli occhi, al naso ed alla gola, possono interessare un area esterna di estensione maggiore che arriva a ca 450 m dallo stabilimento. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 39 di 51

41 Per quanto riguarda gli altri scenari di incidente, gli effetti significativi sono contenuti all interno dello stabilimento, pur se in caso di incendio (ipotesi molto remota) possono verificarsi disagi o malesseri per la presenza di fumi nelle vicinanze del sito. Misure di prevenzione e sicurezza adottate La documentazione fornita dal gestore individua le misure di prevenzione e di sicurezza di seguito illustrate. Nello stabilimento sono adottate le seguenti misure di sicurezza: Controllo e registrazione dei parametri di processo; Sorveglianza da parte del personale d impianto; Bacino di contenimento per i serbatoi di solubilizzazione; Sistema di rilevazione fughe ammoniaca con allarme e blocco delle operazioni. Il sistema è collegato alla Centrale operativa di ditta esterna di sorveglianza operante 24 h 365 gg/anno; Sistema di videosorveglianza del deposito ammoniaca e dell impianto di solubilizzazione della stessa, collegato alla centrale operativa di ditta esterna di sorveglianza operante 24h 365 gg/anno; Sistemi di raffreddamento/abbattimento ad acqua nebulizzata a protezione delle rampe di travaso, attivati automaticamente dal sistema di rilevazione fughe di ammoniaca; Addestramento del personale per l intervento di emergenza; Attuazione del sistema di Gestione della Sicurezza conforme ai requisiti esposti nell all. III del D.Lgs. 334/99, con procedure di esercizio e di emergenza, controlli e vigilanza assidua, specifiche e standard di progettazione, manutenzione e verifiche periodiche. Interazione con gli altri impianti Le altre attività presenti nell area dello stesso fabbricante non possono lavorazioni dell ammoniaca. interagire con quelle relative alle Risultati dell analisi di rischio fornita dal gestore Nella determinazione delle aree di danno, si è proceduto all esame dei dati forniti dalla azienda, che ha presentato agli enti di competenza, nello specifico al Comune di Casalmaggiore in data Prot. n , il Rapporto di Sicurezza e la Notifica, in ottemperanza a quanto contemplato dalla vigente normativa (D. Lgs. n. 334/99 e s.m.i). Allo scopo di poter presentare un quadro esauriente della situazione, si ritiene opportuno esporre un sintetico elenco cronologico degli atti principali attinenti alla materia in oggetto: 1. Ottobre 1999: presentazione agli enti di competenza da parte dell azienda, del Rapporto di Sicurezza con indicazione delle zone di danno nel caso di incidente rilevante; 2. Ottobre 2000: emanazione da parte dell Ufficio della Protezione Civile del PEE, nel quale le aree di danno riportate nel RdS di cui al punto 1, figurano ampliate; 3. Da ottobre 2000 a settembre 2006: presentazione agli enti di competenza, da parte dell azienda, della Notifica e di successive sue revisioni, ivi compreso l Allegato V (Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori). In nessuno di tali documenti l azienda riporta modifiche alle aree di danno rispetto a quelle citate nel documento di cui al punto 1; POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 40 di 51

42 4. Dicembre 2004: emanazione da parte dell Ufficio della Protezione Civile della revisione del PEE, nella quale figurano aggiornamenti di vario tipo, ma nessuno relativo alle aree di danno riportate nel precedente documento (di cui al punto 2); 5. Ottobre 2008: riunione presso l Ufficio di Protezione Civile del gruppo di lavoro per l aggiornamento del PEE dicembre Il gruppo di lavoro prende atto delle modifiche di miglioramento che saranno realizzate da Azotal SpA nel primo semestre 2009, alle quali corrisponderà il dimezzamento delle zone di impatto, nel caso di incidente rilevante. Viene deciso di rinviare l aggiornamento del PEE a data successiva a detta realizzazione; 6. Agosto 2009: presentazione agli enti di competenza, da parte dell azienda, del RdS, della Notifica e dell Allegato V. In tali documenti, a seguito di un intervento di miglioramento realizzato in conformità alla vigente normativa, sono riportate aree di danno significativamente ridotte (dimezzamento), rispetto alle precedenti dichiarate nel documento di cui al punto 1. Allo stato non sono ancora disponibili valutazioni da parte delle Autorità preposte ( CTR VVF e/o Ufficio della Protezione Civile), circa i dati riportati dall azienda nei documenti di cui al punto 5. Nella elaborazione del presente documento si è ritenuto opportuno riportare i dati aziendali desunti dall analisi di rischio riportata sul RdS di cui al punto 6, ritenendo in tal modo di interpretare correttamente il disposto del D.M.LL.PP. 9 maggio 2001, n.151. Nel momento in cui fossero avanzate osservazioni sul RdS e/o Notifica da parte degli enti di competenza, sarà eventualmente necessario provvedere ad un aggiornamento del presente Elaborato Tecnico RIR. Il gestore dello stabilimento, come riscontrabile dalla documentazione disponibile (v. RdS), ha sviluppato per ogni ipotizzabile evento incidentale l analisi della frequenza di accadimento, degli effetti e della stima delle distanze delle aree di influenza. RIEPILOGO DELLE FREQUENZE DI ACCADIMENTO, DESUNTA DAL RDS PRESENTATO DALL AZIENDA NELL AGOSTO U.S. AGLI ENTI DI COMPETENZA (I casi indicati seguono la stessa numerazione/sigla adottata nel RdS) TABELLA 3 Ipotesi incidentali Frequenze incidentali Occ/anno Evento atteso x anni Caso 1a Rottura flessibile di scarico 3.89E Caso 1b Rottura flessibile di scarico 3.89E Caso 2 Rottura tubazione 1.24E Caso 3a Rilascio da sfiato C1 2.31E 10 > Caso 3e Emissione da guardia idraulica 1.65E Caso 4 Rottura flessibile travaso 2.80E Caso 5 Rottura tubazione gas metano 4.99E POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 41 di 51

43 Correlazione tra incidenti ipotizzabili e aree di interesse degli effetti Su specifica analisi condotta dall azienda sono state definite le distanze di effetto degli ipotizzabili eventi incidentali, con riferimento al punto di localizzazione dell evento. Le distanze sono misurate dalla recinzione dello stabilimento. TABELLA 4 Incidente Caratteristiche dell evento Zona I Sicuro impatto (m) Zona II Danno (m) Zona III Attenzione (m) Rilascio tossico, caso 1a n. r Rilascio tossico, caso 1b n. r Dispersione gas tossico Rottura tubazione, caso 2 n. r Rilascio da sfiato C1, caso 3a n. r. n. r. n. r. Emissione da guardia idraulica, caso 3e n. r. n. r. 40 Evaporazione da pozza Incendio Jet fire Rottura flessibile travaso, caso 4 n. r Rottura tubazione gas metano, caso 5 n. r. n. r. n. r. n.r.: soglia non raggiunta Le soglie di riferimento sono definite dalla tabella individuata dalla normativa vigente, come illustrato nella sezione iniziale del presente elaborato tecnico, di seguito riportata, limitatamente al rischio tossico, non essendo emersi dall analisi di rischio eventi in grado di dare luogo a scenari di diverso tipo. Tabella VALORI DI SOGLIA (conforme alla tabella 2 del D.M. LL.PP. del 9 maggio 2001 n. 151) TABELLA 5 Scenario incidentale Parametro di riferimento Elevata letalità 1 Inizio letalità 2 Lesioni Irreversibili 3 Lesioni reversibili 4 Rischio tossico Concentrazione in atmosfera CL50 IDLH POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 42 di 51

44 SINTESI DELL ANALISI DI VULNERABILITA CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ DEL TERRITORIO L area di interesse dello stabilimento a rischio di incidente rilevante non è soggetta a vulnerabilità di ordine sismico, ed è classificato in fascia C del Piano Stralcio PAI. L impianto in esame, inoltre, sorge in un area classificata dal P.G.T. adottato ed in fase di approvazione da parte del Comune di Casalmaggiore come Ambito consolidato a mix produttivo, mentre le aree confinanti sono attualmente classificate come Ambito di trasformazione con mix produttivo e Ambito rurale di valorizzazione paesaggistico ambientale e funzionale al sistema urbano.il fabbricato civile più vicino si trova ad una distanza di circa 250 metri ed è classificato quale Area del Piano di Servizi, Sistema dei Servizi e delle Attrezzature esistenti e previste. CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ DELLE INFRASTRUTTURE Nelle vicinanze dello stabilimento si segnala la presenza della strada delle Salde direttamente prospicente, che potrebbe essere interessata (in casi estremi e assai poco probabili) dalla presenza di tossico nell atmosfera, limitatamente comunque alla Zona II. In tale ipotesi, sarebbe opportuno sospendere il transito in questa via. Il fiume Po, che dista a 400 metri, non sarebbe invece interessato dalla dispersione del gas tossico, se non in misura assai contenuta. Non esistono rischi per le reti di servizio. Il PGT recepisce il vincolo sovraordinato della proposta di ferrovia Casalmaggiore Viadana, la quale dovrà realizzare opere prevenzione idonea rispetto all Azienda AZOTAL. CARATTERISTICHE DI VULNERABILITÀ AMBIENTALE Nell intorno dello stabilimento si trovano siti di particolare vulnerabilità ambientale. Nel caso di incidente rilevante con fuga di ammoniaca, la stessa, sotto forma di nube, non potrebbe dare luogo a danni ambientali dovuti ad inquinamento dei corsi d acqua e del sottosuolo acquifero. In caso di incidente, le aree di sicuro impatto sono tutte comprese all interno del perimetro dello stabilimento. VALUTAZIONE DELLA COMPATIBILITÀ AMBIENTALE, TERRITORIALE ED INFRASTRUTTURALE ESISTENTE Considerate le caratteristiche fisiche dell ammoniaca (allo stato di gas, in condizioni normali), si possono ipotizzare, nei casi più gravi, danni limitati alla vegetazione ed alle colture, soprattutto nel caso di condizioni meteo con presenza di nebbia e/o pioggia per il conseguente abbattimento dell ammoniaca al suolo. Pertanto, in accordo con le analisi condotte dal gestore, l intorno appare dal punto di vista ambientale compatibile per quanto riguarda gli aspetti oggetto della presente relazione. La valutazione di compatibilità territoriale attorno ad uno stabilimento deve essere effettuata mediante la categorizzazione delle aree circostanti, in base al valore dell indice di edificazione ed all individuazione degli specifici elementi vulnerabili di natura puntuale in esse presenti, secondo quanto indicato nella tabella definita dal D.M. 9 maggio 2001, riportata nella specifica sezione di inquadramento normativo del presente elaborato. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 43 di 51

45 A tal fine si considera l indice di edificazione effettivo (indice fondiario mc/mq) calcolato come sommatoria dei volumi occupati dai fabbricati esistenti ad uso prevalentemente residenziale in rapporto alla superficie coperta dalle aree di danno, con esclusione dell area dello stabilimento. Tali dati potranno essere completati con i valori previsti dal PGT. CATEGORIE TERRITORIALI COMPATIBILI CON LO STABILIMENTO Si riportano nel presente paragrafo le tabelle di compatibilità territoriale, secondo quanto previsto dalla tabella 3a allegata al Decreto Ministeriale Lavori Pubblici 9 maggio 2001, n. 151 (tabella attinente agli stabilimenti esistenti). I dati sono riferiti ai soli casi cui corrispondono zone di danno all esterno dello stabilimento; non vengono pertanto riportati i dati relativi ai casi 3a e 5 precedentemente esaminati. In pratica, le tabelle si riferiscono al solo Rischio tossico. Secondo la tabella ministeriale, lo stabilimento è compatibile con le categorie territoriali sotto riportate. Probabilità di accadimento del Caso 1a Probabilità di accadimento Tab. 3a allegato D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 Zona I Elevata letalità LC50 Categorie di effetti/categorie territoriali Zona II Lesioni irreversibili IDLH Zona III Attenzione LOC 3.89E F DEF CDEF Distanze di danno (m) Interna allo stabilimento Indice di edificazione attuale (m3/m2) 0 < 0.01 Probabilità di accadimento del Caso 1b Probabilità di accadimento Tab. 3a allegato D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 Zona I Elevata letalità LC50 Categorie di effetti/categorie territoriali Zona II Lesioni irreversibili IDLH Zona III Attenzione LOC 3.89E EF CDEF BCDEF Distanze di danno (m) Interna allo stabilimento Indice di edificazione attuale (m3/m2) Probabilità di accadimento del Caso 2 Probabilità di accadimento Tab. 3a allegato D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 Zona I Elevata letalità LC50 Categorie di effetti/categorie territoriali Zona II Lesioni irreversibili IDLH Zona III Attenzione LOC 1.24E EF CDEF BCDEF Distanze di danno (m) Interna allo stabilimento Indice di edificazione attuale (m3/m2) 0 0 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 44 di 51

46 Probabilità di accadimento del Caso 3e Probabilità di accadimento Tab. 3a allegato D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 Zona I Elevata letalità LC50 Categorie di effetti/categorie territoriali Zona II Lesioni irreversibili IDLH Zona III Attenzione LOC 1.65E 03 > 10 3 F EF DEF Distanze di danno (m) Interna allo Interna allo 40 stabilimento stabilimento Indice di edificazione attuale (m3/m2) 0 Probabilità di accadimento del Caso 4 Probabilità di accadimento Tab. 3a allegato D.M. LL.PP. 9 maggio 2001 Zona I Elevata letalità LC50 Categorie di effetti/categorie territoriali Zona II Lesioni irreversibili IDLH Zona III Attenzione LOC 2.80E 3 > 10 3 F EF DEF Distanze di danno (m) Interna allo Interna allo 50 stabilimento stabilimento Indice di edificazione attuale (m3/m2) Si riportano le definizione delle soglie indicate nelle tabelle precedenti: LC50 (30 min, hmn): concentrazione di sostanza tossica letale per inalazione nel 50% dei soggetti umani esposti per 30 minuti; IDLH ( Immediately Dangerous to Life and Health, fonte NIOSH/OSHA): concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l individuo sano, in seguito all esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l esecuzione delle appropriate azioni protettive; LOC (Level Of Concern, fonte EPA, FEMA, USA): disagi o irritazioni senza effetti irreversibili. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 45 di 51

47 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 46 di 51

48 Sulla scorta dei dati riportati nelle precedenti tabelle, si può dedurre quanto segue: 1. nei casi esaminati, la Zona I (elevata letalità), quando presente, è limitata all area interna allo stabilimento; 2. soltanto in alcuni casi la Zona II interessa parzialmente l esterno dello stabilimento e comprende al suo interno un capannone industriale di una ditta confinante; 3. la Zona III, presente in alcuni casi, nella situazione più critica è caratterizzata da un raggio di 480 m dal punto di emissione. Al suo interno sono compresi alcuni capannoni industriali ed alcune residenze abitative, ivi compreso un istituto religioso di accoglienza; 4. all interno delle zone sopra indicate non sono presenti infrastrutture significative, né aree ambientali di particolare pregio. Nella Zona II si colloca il futuro tracciato della prevista ferrovia trasporto merci Casalmaggiore Viadana. In caso di un eventuale incidente rilevante sarebbe opportuno sospendere il transito sulla strada comunale delle Salde, al fine di evitare l esposizione delle persone agli effetti dell incidente. Esaminato il contesto territoriale, la documentazione prodotta dal Gestore, nelle more delle conclusioni del Comitato Tecnico Regionale CTR, ai sensi del D. Lgs 334/1999, ai fini della Pianificazione Territoriale ed Urbanistica si riporta la seguente tabella di sintesi della rappresentazione grafica delle aree di danno negli elaborati del PGT, nella quale, in relazione alle probabilità di accadimento degli incidenti, sono riportate le categorie territoriali annesse ai sensi del D.M. 9 maggio IMPIANTO ED ATTIVITÀ A AI SENSI DEL D.LGS. 344/99 E SMI DITTA AZOTAL SPA: AREE DI DANNO I Zona Zona di sicuro impatto II Zona Zona di danno III Zona Zona di attenzione Getto di fuoco (jet fire) N.R. N.R. N.R. Rilascio in fase di gas/vapore Dispersione per gravità 0 8 m N.R m m Categorie Territoriali C D E F B C D E F N.R. = soglia non raggiunta, evento interno alla recinzione dell azienda. Distanza rappresentata rispetto al centro POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 47 di 51

49 Pertanto gli strumenti urbanistici in un raggio di influenza distante 120 m dallo stabilimento dovranno limitare le previsioni alle seguenti categorie: Categoria C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1.5 e 1 mc/mq 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari, direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale) 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno) Categoria D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0.5 mc/mq 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. Categoria E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0.5 mc/mq 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli e zootecnici. Categoria F 1. Aree entro i confini dello stabilimento 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone mentre in un raggio d influenza tra 120 m e 480 m le previsioni sono estese alle seguenti categorie: Categoria B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4.5 e 1.5 mc/mq 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti) 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari, direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, oltre 1000 al chiuso) 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno) POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 48 di 51

50 Categoria C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1.5 e 1 mc/mq 2 Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari, direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3 Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale) 4 Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno) Categoria D 1 Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0.5 mc/mq 2 Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. Categoria E 1 Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0.5 mc/mq 2 Insediamenti industriali, artigianali, agricoli e zootecnici. Categoria F 1 Aree entro i confini dello stabilimento 2 Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 49 di 51

51 POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 50 di 51

52 Gli ambiti di limitazione alla pianificazione urbanistica e territoriale vengono individuati nelle planimetrie del PGT con opportuna rappresentazione grafica nel contesto territoriale ai sensi del D.M. LL.P. 9 maggio 2001 n 151. Nel complesso si può concludere che tra lo stabilimento ed il territorio circostante esiste compatibilità ambientale, territoriale ed infrastrutturale. POL RIS - Studio Associato Via Pietro Verri, Mantova Tel Fax e mail: polaris@polarisstudioassociato.com FOGLIO 51 di 51

53 ALLEGATO 1 Carta di inquadramento geografico dello stabilimento su CTR

54 Localizzazione dello stabilimento

55 ALLEGATO 2 Carta di inquadramento territoriale su CTR

56 Localizzazione dello stabilimento AREE DI DANNO I ZONA - Zona di sicuro impatto II ZONA - Zona di danno III ZONA - Zona di attenzione

57 ALLEGATO 3 Carta di inquadramento territoriale Tav. P1 PGT (estratto della tavola di azzonamento del PGT con relativa legenda con individuazione dello stabilimento con area di danno)

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