INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE
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- Gianluca Ferrario
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2 INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE
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4 INDICE PREMESSA... 1 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E TERRITORIALE IN PRESENZA DI STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 334 DEL 1999 E S.M.I LE INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RIELVANTE IN PROVINCIA DI LUCCA... 4 Stabilimenti tenuti alla presentazione di notifica (art. 6, comma 2 del D.Lgs. 334/1999)... 4 Stabilimenti tenuti alla presentazione di rapporto di sicurezza (art. 8, comma 2 del D.Lgs. 334/1999)... 5 NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 6 ALLEGATI... 8
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6 PREMESSA Negli anni '70 il verificarsi di gravi incidenti in particolari attività industriali portò gli Stati membri della Comunità Europea ad affrontare il problema della prevenzione e della mitigazione dei rischi connessi alle Aziende che trattano determinate sostanze pericolose. La necessità di norme e misure di controllo atte a prevenire e/o fronteggiare le conseguenze dovute al verificarsi di un incidente rilevante ha dato origine alla così detta normativa SEVESO (dal nome del luogo dell'evento incidentale accaduto in Italia nel 1976 quando una nube di diossina si sviluppò nello stabilimento Icmesa di Seveso causando uno dei più gravi incidenti ambientali della storia italiana). In Provincia di Lucca sono presenti 6 industrie a rischio di incidente rilevante. Quattro industrie sono soggette alla procedura di notifica di cui all art. 6 del D. Lgs. 334/1999 mentre due industrie (Butangas e Toscogas sono soggette alla presentazione del Rapporto di Sicurezza di cui all art. 8 del D.Lgs. 334/1999. Le aziende di cui agli art. 6 e 8, diversamente da quelle di cui all art. 5 (solo comunicazione alla regione Toscana), presentano un grado di rischio potenzialmente maggiore e quindi i gestori sono chiamati ad adottare una vera e propria politica di prevenzione di incidenti rilevanti (art. 7) e ad inviare una notifica (art. 6) e una dichiarazione (per quelle a maggior rischio, art. 8) alle autorità competenti. Ogni azienda è classificata in base alla pericolosità delle sostanze che tratta. Per ogni possibile pericolo sono previsti interventi di prevenzione e piani di emergenza. I lavoratori e i cittadini inoltre devono essere messi a conoscenza del cosa fare in caso di incendi, esplosioni, fughe di sostanze tossiche qualora risiedono vicino o svolgono attività in una industria a rischio. L'analisi dei rischi che le aziende soggette al D.Lgs. 334/1999 devono effettuare comporta, in particolare, lo studio dei possibili scenari incidentali. I possibili eventi, previsti e studiati, sono divisi in tre tipologie: incendio, esplosione e rilascio di sostanze pericolose. 1
7 LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E TERRITORIALE IN PRESENZA DI STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 334 DEL 1999 E S.M.I. La direttiva c.d. Seveso II, all art. 12, stabilisce che gli Stati membri provvedono affinché nelle rispettive politiche in materia di controllo dell urbanizzazione, destinazione e utilizzazione dei suoli e/o in altre politiche pertinenti si tenga conto degli obiettivi di prevenire gli incidenti rilevanti e limitarne le conseguenze. Tali obiettivi debbono essere perseguiti tramite un controllo: a) dell insediamento degli stabilimenti nuovi; b) delle modifiche degli stabilimenti con aggravio del preesistente livello di rischio; c) dei nuovi insediamenti attorno agli stabilimenti esistenti, quali vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l ubicazione o gli insediamenti possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante. La direttiva c.d. Seveso III, all art. 1, comma 7, lettera a), stabilisce che gli Stati membri provvedono affinché la loro politica in materia di assetto del territorio e/o le altre politiche pertinenti, tengano conto della necessità, a lungo termine, di mantenere opportune distanze tra gli stabilimenti a rischio da un lato e le zone residenziali, gli edifici e le zone frequentate dal pubblico, le vie di trasporto principali, per quanto possibile, le aree ricreative le aree di particolare interesse naturale o particolarmente sensibili dal punto di vista naturale, dall altro. Il decreto legislativo n. 334 del 1999, recepisce la direttiva SEVESO II e rende obbligatorie le attività di identificazione e valutazione dei pericoli rilevanti, condotte dal Gestore nell ambito dell analisi di sicurezza, devono rendere disponibili le informazioni necessarie per la verifica del rispetto dei requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale. Lo stesso decreto legislativo 334/99, all art. 20, stabilisce che il piano di emergenza esterno di uno stabilimento a rischio deve essere elaborato anche al fine di mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere l uomo e l ambiente dalle conseguenze di un incidente rilevante mediante la cooperazione rafforzata, negli interventi di soccorso, con l organizzazione di Protezione Civile. Dette linee guida, quindi, devono stabilire i criteri generali per la pianificazione territoriale ed urbanistica relativa agli immobili interessati dal rischio di incidente rilevante per: a) garantire la sicurezza delle persone presenti negli immobili potenzialmente interessati da effetti di incidenti rilevanti; b) garantire la tutela e la valorizzazione dell ambiente e dei beni culturali e paesistici presenti nelle aree adiacenti agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante; c) garantire le condizioni territoriali, ambientali e di sicurezza dei contesti produttivi, al fine di mantenere e potenziare i livelli occupazionali e incentivare il miglioramento della qualità ecologica delle imprese. 2
8 Il decreto 9 maggio 2001 stabilisce i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi del decreto legislativo n. 334/99, al fine di fornire orientamenti comuni ai soggetti competenti in materia di pianificazione urbanistica e territoriale e di salvaguardia dell ambiente, per semplificare e riordinare i procedimenti, oltre che per raccordare le leggi e i regolamenti in materia ambientale con le norme del governo del territorio. Le Regioni assicurano il coordinamento tra i criteri e le modalità stabiliti per l acquisizione e la valutazione delle informazioni di cui agli articoli 6,7 e 8 del decreto legislativo 334 e quelli relativi alla pianificazione territoriale e urbanistica e assicurano, altresì, il coordinamento delle nome in materia di pianificazione urbanistica, territoriale e di tutela ambientale con quelle derivanti dal medesimo decreto legislativo n. 334/99, prevedendo anche opportune forme di concertazione tra gli enti territoriali competenti, nonché con gli altri soggetti interessati. Ai sensi dello stesso articolo 2, il piano territoriale di coordinamento di cui all articolo 20 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nell ambito della determinazione degli assetti generali de territorio, deve disciplinare, tra l altro, la relazione degli stabilimenti con gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, con le reti e i nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici ed energetici, esistenti e previsti, tenendo conto delle aree di criticità relativamente alle diverse ipotesi di rischio naturale individuate nel piano di protezione civile. Il decreto del 9 maggio 2001, inoltre, prevede che: * per quanto riguarda la pianificazione territoriale, le province e le città metropolitane, ove costituite, nell ambito dei propri strumenti di pianificazione territoriale con il concorso dei comuni interessati, individuano le aree sulle quali ricadono gli effetti prodotti dagli stabilimenti soggetti alla disciplina di cui al decreto legislativo 334, acquisendo, ove disponibili, le informazioni relative alla pianificazione urbanistica; * per la pianificazione urbanistica, gli strumenti urbanistici debbono individuare e disciplinare, anche in relazione ai contenuti del suddetto Piano territoriale di coordinamento, le aree da sottoporre a specifica regolamentazione, tenendo conto anche di tutte le problematiche territoriali e infrastrutturali relative nell area vasta. A tal fine, gli strumenti urbanistici comprendono un Elaborato Tecnico Rischio di incidenti rilevanti (RIR) relativo al controllo dell urbanizzazione; * ai fini del controllo dell urbanizzazione, le autorità competenti in materia di pianificazione territoriale e urbanistica, nell ambito delle rispettive attribuzioni e finalità, debbano utilizzare: a) per gli stabilimenti soggetti all articolo 8 del decreto legislativo 334, le valutazioni effettuate dall Autorità competente di cui all articolo 21 del medesimo decreto legislativo; b) per gli stabilimenti soggetti agli articoli 6 e 7 del decreto legislativo 334, le informazioni fornite dal gestore. 3
9 LE INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RIELVANTE IN PROVINCIA DI LUCCA Stabilimenti tenuti alla presentazione di notifica (art. 6, comma 2 del D.Lgs. 334/1999) BERTI COMBUSTIBILI S.R.L Indirizzo :VIA SOTTOMONTE 197 MASSA MACINAIA Capannori Descrizione attività: Deposito prodotti chimici e petrolchimici Categorie Seveso: Tipologia documento: Notifica Anno presentazione documento: 2008 Articolo di riferimento: Art.6 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi CIRES S.P.A. Indirizzo : VIA CARLOTTI 16 Porcari Descrizione attività: Industria chimica Categorie Seveso: 1 Tipologia documento: Rapporto di Sicurezza Anno presentazione documento: 2008 Articolo di riferimento: Art.6 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi Sostanza detenuta: Dimetiletanolamina - DMEA Poliuretani TDI Toluendiisocianato TDI ELGAS SRL Indirizzo : VIA PIERACCINI LUNATA Capannori Descrizione attività: Deposito G.P.L. Categorie Seveso: Tipologia documento: Notifica Anno presentazione documento: 2007 Articolo di riferimento: Art.6 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi 4
10 LAZZERI SNC DI LAZZERI & C. Indirizzo : VIA DON I.LAZZERI 67 PONTESTAZZEMESE - LOC. AL PIASTRONE Stazzema Descrizione attività: Deposito esplosivi Categorie Seveso: Tipologia documento: Notifica Anno presentazione documento: 2006 Articolo di riferimento: Art.6 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi Stabilimenti tenuti alla presentazione di rapporto di sicurezza (art. 8, comma 2 del D.Lgs. 334/1999) BUTANGAS S.P.A. Indirizzo : VIA FOSSANUOVA 3 Porcari Descrizione attività: Deposito di G.P.L. Categorie Seveso: Tipologia documento: Rapporto di Sicurezza Anno presentazione documento: 2006 Articolo di riferimento: Art.8 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi Sostanza detenuta: G.P.L. - Gas liquefatti estremamente infiammabili e gas naturale TOSCOGAS S.P.A. Indirizzo : PONTE ALLA CILIEGIA MARGINONE Altopascio Descrizione attività: Deposito di G.P.L. Categorie Seveso: 9ii Tipologia documento: Rapporto di Sicurezza Anno presentazione documento: 2005 Articolo di riferimento: Art.8 Prefettura competente per territorio: Lucca Comando Provinciale Vigili del Fuoco competente per territorio: Lucca Dipartimento ISPESL competente per territorio: Lucca Dipartimento ARPAT competente per territorio: PISA - UO Impatti e tecnologie dei sistemi produttivi Sostanza detenuta: G.P.L. - Gasolio per riscaldamento e autotrazione - Kerosene 5
11 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Unione Europea Direttiva CEE/CEEA/CE n 61 del 24/09/ Direttiva del Consiglio sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (pubblicata in Gazzetta Ufficiale Comunità Europea n L257 del 10/10/1996) Direttiva CEE/CEEA/CE n 82 del 09/12/ Direttiva del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (pubblicata in Gazzetta Ufficiale Comunità Europea n L10 del 14/01/1997) detta anche SEVESO II Direttiva CE n 105 del 16/12/2003 modifiche alla Direttiva 96/62/CE sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. detta anche SEVESO III Italia Decreto Legislativo n. 238 del 21/09/2005. Attuazione della direttiva 2003/105/CE Decreto Ministeriale del 9/5/2001. Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante (pubblicato nel S.O. n. 151 alla G.U. n. 138 del 16/1/2002) Decreto Ministeriale del 9/8/2000. Individuazione delle modificazioni di impianti e di depositi, di processi industriali, della natura o dei quantitativi di sostanze pericolose che potrebbero costituire aggravio del preesistente livello di rischio. (pubblicato in G.U. n. 196 del 23/8/2000) Decreto Ministeriale del 9/8/2000. Linee guida per l'attuazione del sistema di gestione della sicurezza (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.155 del22/8/2000) Decreto Legislativo n 334 del 17/08/1999. Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n 228 del 28/09/1999) Decreto Legislativo n 372 del 04/08/1999. Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento (pubblicata in Gazzetta Ufficiale n 252 del 26/10/1999) Decreto Ministeriale del 20/10/1998. Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n 262 del 09/11/1998) Legge ordinaria n 137 del 19/05/1997. Sanatoria dei decreti legge recanti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n. 175, relativo ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali (pubblicata in Gazzetta Ufficiale Italiana n 120 del 26/05/1997) Decreto Ministeriale del 15/05/1996. Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto (GPL) (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n 159 del 09/07/1996) Decreto Ministeriale del 13/10/1994. Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione, l'installazione e l'esercizio dei depositi di G.P.L. in serbatoi fissi di capacità complessiva superiore a 5 m3 e/o in recipienti mobili di capacità complessiva superiore a kg (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n 265 del 12/11/1994) 6
12 Decreto Ministeriale del 20/05/1991. Modificazioni ed integrazioni al D.P.R. 17 maggio 1988, n. 175, in recepimento della direttiva CEE n. 88/610 che modifica la direttiva CEE n. 82/501 sui rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali. (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Italiana n 126 del 31/05/1991) Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31/03/1989. Applicazione dell'art. 12 del decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, n. 175, concernente rischi rilevanti connessi a determinate attività industriali (pubblicato in Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n 93 del 21/04/1989) Regione Toscana La Regione Toscana, in attuazione del trasferimento di competenze operato con la legge "Bassanini", è stata la prima regione ad approvare una legge specifica nel settore delle industrie "a rischio di incidente rilevante". L'efficacia della legge (LTR 30/2000) decorre comunque dalla data della stipula dell'accordo di programma fra Stato e Regione previsto dall'art. 72 della legge "Bassanini" che ad oggi non è ancora stato sottoscritto. Decreto dirigenziale R.T. n.1986 del 3 maggio Approvazione proposta di ARPAT sulle modalità di effettuazione delle misure di controllo previste dal D.Lgs. 334/99 per gli stabilimenti rientranti nell'ambito di applicazione dell'art.6 del D.Lgs. 334/99. Deliberazione GRT n.367 del 15/04/2002. Verifiche ispettive dei sistemi di gestione della sicurezza presso stabilimenti a rischio di incidente rilevante di cui all'art.6 del D.Lgs. 334/99 effettuate da ARPAT. Legge Regionale n 30 del 20/03/2000 Nuove norme in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti (pubblicata in Bollettino Ufficiale Regione Toscana n 13 del 30/03/2000). Modificata con L.R. n 67 del 29/12/
13 ALLEGATI Elaborati Cartografici Allegato 1 inquadramento generale (scala 1: ) Allegato 2 Soc. TOSCOGAS Altopascio (dettaglio scala 1:10.000) Allegato 3 Soc. BUTANGAS e Soc. CIRES Porcari (dettaglio scala 1:10.000) Allegato 4 Soc. ELGAS Capannori (dettaglio scala 1:10.000) Allegato 5 Soc. BERTI COMBUSTIBILI Capannori (dettaglio scala 1:10.000) Allegato 6 Soc. LAZZERI Stazzema (dettaglio scala 1:10.000) 8
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