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2 Il presente documento elaborato tecnico Rischio Incidente Rilevante (ERIR) è stato redatto dallo Studio Idrogeotecnico Associato Milano in nome e per conto del Centro Studi PIM.

3 INDICE 1 PREMESSA 3 2 LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO Il D.M. 9 maggio Fasi del processo di adeguamento degli strumenti urbanistici Individuazione e disciplina delle aree da sottoporre a specifica regolamentazione Determinazione delle aree (o zone) di danno Criteri per la valutazione della compatibilità territoriale e ambientale 12 3 IL QUADRO PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Monza e Brianza La pianificazione comunale 22 4 L ANALISI DEI SISTEMI TERRITORIALI E AMBIENTALI Inquadramento generale Caratteristiche ambientali generali Regime anemologico Elementi geoterritoriali Aspetti naturalistici 38 5 INSEDIAMENTI PRODUTTIVI SOGGETTI AL D.LGS. 334/ Indagine territoriale BASF Italia S.r.l Dati Identificativi dell Azienda Struttura aziendale Descrizione dell attività svolta Natura dei rischi di incidente rilevante Descrizione del sito e dell'area circostante Analisi incidentale Effetto domino Misure poste in essere per contenere le conseguenze Piani di emergenza Valutazione della compatibilità ambientale e territoriale SICO S.p.A Dati Identificativi dell Azienda Descrizione dell attività svolta Struttura aziendale Descrizione del territorio circostante lo stabilimento Principali sostanze, classificazione ed etichettatura Natura dei rischi di incidente rilevante Ipotesi incidentali ragionevolmente prevedibili Stima delle distanze a cui potrebbero manifestarsi effetti pericolosi per la salute e per l ambiente Misure di prevenzione e sicurezza adottate Effetto domino Piani di emergenza Valutazione della compatibilità ambientale e territoriale 64 6 VALUTAZIONE A SINTESI 68 1

4 ALLEGATI: 1 Stabilimenti RIR sul territorio comunale 2 Individuazione delle potenziali zone di danno 3 Individuazione delle potenziali zone di danno in relazione agli effetti e alle probabilità di accadimento 4 Compatibilità tra stabilimenti RIR e territorio circostante 5 Disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione 2

5 1 PREMESSA La materia degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (stabilimenti RIR) è normata a livello nazionale dal D.lgs. 334/1999, così come aggiornato e modificato dal D.lgs. 238/2005 (vedi capitolo 2). In attuazione dell art. 14 del D.lgs. 334/1999, il D.M stabilisce che si sviluppi un apposito Elaborato Tecnico "Rischio di incidenti rilevanti (RIR)" (di seguito denominato ERIR) al fine di individuare e disciplinare le aree da sottoporre a specifica regolamentazione, adeguando gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale a vario livello. Nel territorio comunale di Cesano Maderno sono presenti due stabilimenti a rischio di incidente rilevante classificati sulla base dei criteri stabiliti dal D.lgs. 334/1999; essi sono: - BASF Italia S.r.l: lo stabilimento è dedito allo stoccaggio di prodotti chimici e si trova in via G. Marconato e ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 8 - SICO S.p.A., Società Italiana Carburo Ossigeno: lo stabilimento è dedito alla produzione e stoccaggio di gas tecnici, medicali, alimentari ed industriali e si trova in Via G. Marconato; ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 6 Nel territorio limitrofo sono inoltre presenti gli stabilimenti che rientrano nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 5.2: - BRACCO IMAGING S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto al confine con Cesano Maderno): lo stabilimento, dedito alla produzione e stoccaggio con generazione di prodotti intermedi relativamente a sostanze chimiche, ha ingresso in via A. Martinelli, Cesano Maderno - TRIFARMA (ex ALCHYMARS) S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto): lo stabilimento, dedito alla attività di produzione e stoccaggio sostanze chimiche, ha ingresso in Via Industria 6, Ceriano Laghetto 3

6 2 LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO ENTO Si riporta di seguito il principale quadro normativo di riferimento a cui si rifà il presente Elaborato: D.lgs. 238/2005 Attuazione della direttiva 2003/105/CE, che modifica la direttiva 96/82/CE, sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose D.lgs. 334/1999, recante attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose D.M.LL.PP. in data , recante requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, pubblicato nel supplemento ordinario n. 151 alla Gazzetta Ufficiale n. 138 del D.P.C.M relativo all applicazione dell'art. 12 del D.P.R , n. 175, concernente rischi rilevanti connessi a determinate attività industriali D.M , Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto G.P.L pubblicato nel supplemento ordinario n. 113 alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del D.M Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici pubblicato nel supplemento ordinario n. 188 alla Gazzetta Ufficiale n. 262 del In particolare il D.M , in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio d'incidente rilevante, ha come obiettivo la verifica e la ricerca della compatibilità tra l'urbanizzazione del territorio e la presenza degli stabilimenti stessi, mediante la predisposizione dell ERIR. Quanto sopra risponde ad una precisa indicazione della Comunità Europea che richiede esplicitamente alle Autorità competenti dei diversi Stati europei di adottare politiche in materia di controllo dell urbanizzazione, destinazione e utilizzazione dei suoli e/o altre politiche pertinenti compatibili con la prevenzione e la limitazione delle conseguenze degli incidenti rilevanti. L ERIR deve essere coerente con la pianificazione sovracomunale nell'ambito della determinazione degli assetti generali del territorio. Le informazioni contenute nell'erir sono trasmesse agli altri enti locali territoriali eventualmente interessati dagli scenari incidentali perché possano a loro volta, se del caso, attivare le procedure di adeguamento degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale di loro competenza. In sede di formazione degli strumenti urbanistici, nonché di perfezionamento e rilascio dei titoli edilizi comunque denominati, si deve in ogni caso tenere conto, secondo principi di cautela, degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili esistenti e di quelli previsti. Gli enti territoriali tengono conto, nell elaborazione degli strumenti di pianificazione dell assetto del territorio, della necessità di prevedere e mantenere opportune distanze tra gli stabilimenti e le zone residenziali, gli edifici e le zone frequentate dal pubblico, le vie di trasporto principali, le aree ricreative e le aree di particolare interesse naturale o particolarmente sensibili dal punto di vista naturale, nonché tra gli stabilimenti e gli istituti, i luoghi e le aree tutelati ai sensi del D.lgs , n. 42. In caso di stabilimenti esistenti ubicati vicino a zone residenziali, ad edifici e zone frequentate dal pubblico, a vie di trasporto principali, ad aree ricreative e ad aree di particolare interesse naturale o particolarmente sensibili dal punto di vista naturale, il gestore deve altresì adottare misure tecniche complementari per contenere i rischi per le persone e per l ambiente, utilizzando le migliori tecniche disponibili. 4

7 La Regione Lombardia ha recentemente approvato con D.G.R. IX/3753 dell le Linee guida per la predisposizione e l approvazione dell elaborato tecnico Rischio di incidenti rilevanti (ERIR) Revoca della D.G.R. N. 7/19794 del 10 dicembre Le linee guida regionali definiscono, in particolare: - le informazioni necessarie ed il formato attraverso cui tali informazioni devono essere trasmesse dai gestori degli stabilimenti alle amministrazioni comunali - le procedure per l elaborazione dell ERIR - la cartografia minima da allegare all ERIR - l iter di approvazione dell ERIR all interno della pianificazione comunale 2.1 Il D.M. 9 maggio 2001 Le disposizioni del D.M si applicano nei seguenti casi: 1. insediamento di nuovi stabilimenti 2. modifiche degli stabilimenti esistenti (di cui all'art. 10, comma 1, del D.lgs. 334/1999) 3. presenza di nuovi insediamenti o di infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti (quali ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali) qualora essi possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante 4. variazione degli strumenti urbanistici vigenti in seguito all'approvazione di progetti di opere di interesse statale di cui al D.P.R , n. 383 e all'approvazione di opere, interventi o programmi di intervento di cui all'art. 34 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 Le fasi processuali da attivare per l aggiornamento degli strumenti urbanistici comunali sono sintetizzabili, sia nel caso di stabilimenti esistenti che di nuove previsioni, nel seguente modo: 1. approfondimento della situazione territoriale ed ambientale del contesto territoriale in cui ricade lo stabilimento esistente o in progetto 2. identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili ricadenti in un adeguato intorno 3. determinazione delle aree di danno generate dalla presenza dello stabilimento 4. valutazione della compatibilità territoriale, infrastrutturale ed ambientale secondo la metodologia indicata nei successivi paragrafi 5. determinazione delle conseguenti scelte urbanistiche, in termini cartografici e normativi, che assicurino il requisito della compatibilità nell ambito dei contesti interessati, anche attraverso l attivazione di specifici programmi integrati di intervento (o altri strumenti equivalenti) ai sensi dell art. 4 del D.M definizione di norme che disciplinino l insediamento di nuovi stabilimenti a rischio di incidente rilevante Le valutazioni e le metodologie indicate dall Allegato al D.M hanno lo scopo di fornire, nell'ambito della procedura individuata dalle Regioni, requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, ed elementi tecnici utili alle Autorità competenti sul controllo dell'urbanizzazione, per i compiti previsti dall'articolo 14 del D.lgs. 334/1999. La norma prevede che i contenuti dell allegato possano essere integrati dalla disciplina regionale attuativa di cui all'art. 2 del decreto. Ai fini dell'applicazione dei criteri e delle metodologie indicate dall allegato al D.M. citato, si riporta, di seguito, un glossario dei termini utilizzati, ferme restando comunque le definizioni contenute e rubricate dal D.lgs. 334/1999: Elementi territoriali e ambientali vulnerabili: elementi del territorio che - per la presenza di popolazione e infrastrutture oppure in termini di tutela dell'ambiente - 5

8 sono individuati come specificamente vulnerabili in condizioni di rischio di incidente rilevante Aree (o zone) di danno: aree generate dalle possibili tipologie incidentali tipiche dello stabilimento. Le aree di danno sono individuate sulla base di valori di soglia oltre i quali si manifestano letalità, lesioni o danni Aree (o zone) da sottoporre a specifica regolamentazione: aree individuate e normate dai piani territoriali e urbanistici, con il fine di governare l'urbanizzazione e in particolare di garantire il rispetto di distanze minime di sicurezza tra stabilimenti ed elementi territoriali e ambientali vulnerabili. Le aree da sottoporre a specifica regolamentazione coincidono, di norma, con le aree di danno Compatibilità territoriale e ambientale: situazione in cui si ritiene che, sulla base dei criteri e dei metodi tecnicamente disponibili, la distanza tra stabilimenti ed elementi territoriali e ambientali vulnerabili garantisca condizioni di sicurezza L ERIR consente una maggiore leggibilità e una più chiara definizione dei problemi, delle valutazioni, delle prescrizioni cartografiche, utili sia nelle fasi di formazione e approvazione sia in quelle di attuazione. L ERIR potrà infine essere utilizzato nell'ambito delle procedure di consultazione della popolazione previste dall'art. 23 del D.lgs. 334/1999. L'ERIR, che costituisce parte integrante e sostanziale dello strumento urbanistico, contiene ai sensi dell allegato al D.M. in questione: - le informazioni fornite dal gestore - l'individuazione e la rappresentazione su base cartografica tecnica e catastale aggiornate degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili - la rappresentazione su base cartografica tecnica e catastale aggiornate dell'inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e, per i casi previsti, per ciascuna classe di probabilità - l individuazione e la disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili - gli eventuali pareri delle autorità competenti ed in particolare quello dell'autorità di cui all'art. 21, comma 1, del D.lgs. 334/1999 (Comitato Tecnico Regionale presso l Ispettorato Regionale dei Vigili del Fuoco, Regione o Provincia autonoma competente) - le eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dell'emergenza (Piano di Emergenza Esterno PEE - della Prefettura) e di protezione civile (comunali/provinciali) 2.2 Fasi del processo di adeguamento degli strumenti urbanistici In relazione a quanto si espone dettagliatamente in seguito circa gli elementi di valutazione della interazione degli stabilimenti di cui al D.lgs. 334/1999 con la pianificazione esistente, si riporta la sintesi delle fasi logiche del processo di aggiornamento della strumentazione urbanistica. Fase 1: identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili in una area di osservazione coerente con lo strumento urbanistico da aggiornare. Questa fase è il risultato della integrazione delle informazioni fornite dal gestore ai sensi dell'allegato V, sezione III del D.lgs. 334/1999 (scheda informativa), con i dati già in possesso dell'amministrazione comunale, ovvero reperiti in sede della analisi preventiva del territorio che, di norma, viene effettuata per la predisposizione di uno strumento urbanistico. In particolare, l'analisi preventiva dovrà tenere conto dello 6

9 stato di fatto e di diritto delle costruzioni esistenti, nonché delle previsioni di modificazione del territorio. È opportuno che le suddette informazioni siano rese disponibili al gestore Fase 2: determinazione delle aree di danno. Questa fase è il prodotto della attività di rappresentazione cartografica, su base tecnica e catastale aggiornate, delle aree di danno, come identificate in base alle informazioni fomite dal gestore e le valutazioni dell'autorità regionale competente per l istruttoria tecnica, e la sovrapposizione delle medesime sulla stessa cartografia, sulla quale sono rappresentati gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili Fase 3: valutazione della compatibilità territoriale e ambientale. Questa fase consente di determinare le destinazioni d'uso compatibili con la presenza dello stabilimento ed in funzione delle quali viene predisposta la specifica regolamentazione Esaurito il processo su esposto, è possibile procedere alla adozione dello strumento urbanistico in base alla procedure previste dall apparato legislativo nazionale e regionale vigente. 2.3 Individuazione e disciplina delle aree da sottoporre a specifica regolamentazione Gli elementi tecnici utili ai fini di una valutazione di compatibilità territoriale e ambientale sono espressi in relazione all'esigenza di assicurare sia i requisiti minimi di sicurezza per la popolazione e le infrastrutture, sia un'adeguata protezione per gli elementi sensibili al danno ambientale. Elementi territoriali vulnerabili La valutazione della vulnerabilità del territorio attorno ad uno stabilimento viene effettuata mediante una categorizzazione delle aree circostanti in base al valore dell'indice di edificazione e all'individuazione degli specifici elementi vulnerabili di natura puntuale in esse presenti, secondo quanto indicato nella Tabella 1 di cui all allegato del D.M

10 Tabella 1 D.M categorie territoriali (in grassetto gli elementi introdotti dalle linee guida Regione Lombardia del luglio 2012) Categorie territoriali Grado di urbanizzazione - Tipologie insediative ammesse CATEGORIA A - Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m 3 /m 2 - Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti) - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti) - Luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, strutture fieristiche con oltre 5000 posti, con utilizzo della struttura almeno mensile CATEGORIA B - Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m 3 /m 2 - Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti) - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all aperto ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti) - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, oltre 1000 al chiuso) - Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno) CATEGORIA C - Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m 3 /m 2 - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti) - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all aperto, fino a 1000 al chiuso: di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). - Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno - Autostrade e tangenziali sprovviste di sistemi di allertamento e deviazione del traffico in caso d incidente - Aeroporti CATEGORIA D - Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m 3 /m 2 - Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc. - Autostrade e tangenziali provviste di sistemi di allertamento e deviazione del traffico in caso d incidente - Strade statali ad alto transito veicolare CATEGORIA E - Area con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m 3 /m 2 - Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici, aree tecnico produttive CATEGORIA F - Area entro i confini dello stabilimento. - Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone Occorre inoltre tenere conto delle infrastrutture di trasporto e tecnologiche lineari e puntuali. Qualora tali infrastrutture rientrino nelle aree di danno individuate, 8

11 dovranno essere predisposti idonei interventi, da stabilire puntualmente, sia di protezione che gestionali, atti a ridurre l'entità delle conseguenze (ad esempio: elevazione del muro di cinta prospiciente l'infrastruttura, efficace coordinamento tra lo stabilimento e l'ente gestore dell'infrastruttura finalizzato alla rapida intercettazione del traffico, ecc.). Un analogo approccio va adottato nei confronti dei beni culturali individuati in base alla normativa nazionale (D.lgs. 42/2004) e regionale o in base alle disposizioni di tutela e salvaguardia contenute nella pianificazione territoriale, urbanistica e di settore. La categorizzazione del territorio esposta nella tabella 1 dell allegato al D.M tiene conto di alcune valutazioni dei possibili scenari incidentali e, in sintesi, dei seguenti criteri: - la difficoltà di allontanare soggetti deboli e bisognosi di aiuto, quali bambini, anziani e malati, e il personale che li assiste - la difficoltà di allontanare i soggetti residenti in edifici a più di cinque piani e grandi aggregazioni di persone in luoghi pubblici - la generale maggiore vulnerabilità delle attività all'aperto rispetto a quelle al chiuso Sulla base di questi stessi criteri, integrati dalle valutazioni che riguardano i singoli casi specifici, è possibile ricondurre alle categorie della tabella tutti gli elementi territoriali eventualmente presenti e non esplicitamente citati dalla tabella stessa. Elementi ambientali vulnerabili Con particolare riferimento al pericolo per l'ambiente che può essere causato dal rilascio incidentale di sostanze pericolose, si considerano gli elementi ambientali secondo la seguente suddivisione tematica delle diverse matrici ambientali vulnerabili potenzialmente interessate dal rilascio incidentale di sostanze pericolose per l'ambiente: - beni paesaggistici e ambientali (D.lgs. 42/2004) - aree naturali protette (es. parchi e altre aree definite in base a disposizioni normative) - risorse idriche superficiali (es. acquifero superficiale; idrografia primaria e secondaria; corpi d'acqua estesi in relazione al tempo di ricambio ed al volume del bacino) - risorse idriche profonde (es. pozzi di captazione ad uso potabile o irriguo; acquifero profondo non protetto o protetto; zona di ricarica della falda acquifera) - uso del suolo (es. aree coltivate di pregio, aree boscate) - La vulnerabilità di ognuno degli elementi considerati viene valutata in relazione alla fenomenologia incidentale cui ci si riferisce. Su tale base, in via generale e a solo titolo di esempio, si potrà considerare trascurabile l'effetto prodotto da fenomeni energetici come l'esplosione e l'incendio nei confronti dell'acqua e del sottosuolo. In tutti gli altri casi, la valutazione della vulnerabilità dovrà tenere conto del danno specifico che può essere arrecato all'elemento ambientale, della rilevanza sociale ed ambientale della risorsa considerata, della possibilità di mettere in atto interventi di ripristino susseguentemente ad un eventuale rilascio. 9

12 2.4 Determinazione delle aree (o zone) di danno no Valori di soglia Il danno a persone o strutture è correlabile all'effetto fisico di un evento incidentale mediante modelli di vulnerabilità più o meno complessi. Ai fini del controllo dell'urbanizzazione, è da ritenere sufficientemente accurata una trattazione semplificata, basata sul superamento di un valore di soglia, al di sotto del quale si ritiene convenzionalmente che il danno non accada, al di sopra del quale viceversa si ritiene che il danno possa accadere. In particolare, per le valutazioni in oggetto, la possibilità di danni a persone o a strutture è definita sulla base del superamento dei valori di soglia espressi nella Tabella 2 dell allegato al D.M La necessità di utilizzo dei valori di soglia definiti deriva non solo dall'esigenza di assicurare la necessaria uniformità di trattamento per i diversi stabilimenti, ma anche per rendere congruenti i termini di sorgente utilizzati nel controllo dell'urbanizzazione con quelli per la pianificazione di emergenza esterna e per l'informazione alla popolazione. Per la corretta applicazione dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale, il gestore esprime le aree di danno con riferimento ai valori di soglia della sopra citata Tabella 2. In generale, gli effetti fisici derivati dagli scenari incidentali ipotizzabili possono determinare danni a persone o strutture, in funzione della specifica tipologia, della loro intensità e della durata. Le soglie di danno a persone e strutture coerenti con gli indirizzi normativi (Tab. 2 D.M ), sono le seguenti: Scenario incidentale Incendio (pool fire e jet fire) (radiazione termica stazionaria) BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) Nube di vapori infiammabili (Flash-Fire) (radiazione termica istantanea) Esplosione (VCE) (sovrapressione di picco) Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili Danni alle strutture, effetti domino 12,5 kw/m² 7kW/m² 5 kw/m² 3 kw/m² 12,5 kw/m² Raggio fireball 350 kj/m kj/m kj/m m(*) LFL ½ LFL ,6 bar (spazi aperti) (0,3 bar)** 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio vapori tossici LC50 (concentrazione in (30min,hmn) atmosfera) - IDLH LOC - * secondo la tipologia del serbatoio ** da assumere in presenza di edifici o altre strutture il cui collasso possa determinare letalità indiretta Con le seguenti definizioni tratte dalla normativa di riferimento: Radiazione termica stazionaria (POOL FIRE JET FIRE) I valori di soglia sono in questo caso espressi come potenza termica incidente per unità di superficie esposta (kw/m 2 ). I valori numerici si riferiscono alla possibilità di danno a persone prive di specifica protezione individuale, inizialmente situate all'aperto in zona visibile alle fiamme, e tengono conto della possibilità dell'individuo, in circostanze non sfavorevoli, di allontanarsi spontaneamente dal campo di irraggiamento. Il valore di soglia indicato per i possibili danni alle strutture rappresenta un limite minimo, applicabile ad obiettivi particolarmente vulnerabili quali serbatoi atmosferici, pannellature in laminato plastico, ecc. e per esposizioni di lunga durata. Per obiettivi meno vulnerabili, particolarmente in presenza di protezioni coibenti, potrà essere necessario riferirsi a valori più appropriati alla situazione specifica, tenendo conto anche della effettiva possibile durata dell'esposizione. Radiazione termica variabile (BLEVE/Fireball) 10

13 Il fenomeno, tipico dei recipienti e serbatoi di materiale infiammabile pressurizzato, è caratterizzato da una radiazione termica variabile nel tempo e della durata dell'ordine di secondi, dipendentemente dalla quantità coinvolta. Poiché in questo caso la durata, a parità di intensità di irraggiamento, ha un'influenza notevole sul danno atteso, è necessario esprimere l'effetto fisico in termini di dose termica assorbita (kj/m 2 ) 3. Ai fini del possibile effetto domino, vengono considerate le distanze massime per la proiezione di frammenti di dimensioni significative, riscontrate nel caso tipico del GPL. Radiazione termica istantanea (FLASH-FIRE) Considerata la breve durata di esposizione ad un irraggiamento significativo (1-3 sec, corrispondente al tempo di passaggio su di un obiettivo predeterminato del fronte fiamma che transita all'interno della nube), si considera che effetti letali possano presentarsi solo nell'area di sviluppo fisico della fiamma. Pertanto è da attendersi una letalità estesa solo entro i limiti di infiammabilità della nube (LFL). Eventi occasionali di letalità possono presentarsi in concomitanza con eventuali sacche isolate e locali di fiamma che possono essere presenti anche oltre il limite inferiore di infiammabilità, a causa di possibili disuniformità nella nube; a tal fine si può ritenere cautelativamente che la zona di inizio letalità si possa estendere fino al limite rappresentato da 1/2 LFL. Onda di pressione (VCE) Il valore di soglia preso a riferimento per i possibili effetti letali estesi si riferisce non solo alla letalità diretta, dovuta all'onda d'urto in quanto tale (0,6 bar), ma anche alla letalità indiretta, causata da cadute, proiezioni del corpo su ostacoli, impatto di frammenti e, specialmente, crollo di edifici (0,3 bar). I limiti per lesioni irreversibili e reversibili sono stati correlati essenzialmente alle distanze a cui sono da attendersi rotture di vetri e proiezione di un numero significativo di frammenti, anche leggeri, generati dall'onda d'urto. Per quanto riguarda gli effetti domino, il valore di soglia (0,3 bar) è stato fissato per tenere conto della distanza media di proiezione di frammenti od oggetti che possano provocare danneggiamento di serbatoi, apparecchiature, tubazioni, ecc. Proiezione di frammenti (VCE) La proiezione del singolo frammento, eventualmente di grosse dimensioni, viene considerato essenzialmente per i possibili effetti domino causati dal danneggiamento di strutture di sostegno o dallo sfondamento di serbatoi ed apparecchiature. Data l'estrema ristrettezza dell'area interessata dall'impatto e quindi la bassa probabilità che in quell'area si trovi in quel preciso momento un determinato individuo, si ritiene che la proiezione del singolo frammento di grosse dimensioni rappresenti un contribuente minore al rischio globale rappresentato dal deposito per il singolo individuo (in assenza di effetti domino). Rilascio Tossico In seguito al rilascio, il liquido si spande fino a quando non raggiunge i bordi dell'eventuale bacino di contenimento, o fino a che la pozza non raggiunge uno spessore minimo. La vaporizzazione del liquido dalla pozza è dovuta essenzialmente a fenomeni di diffusione in aria ed è legata alla tensione di vapore del liquido alla temperatura ambiente. La quantità vaporizzata si disperde in atmosfera. Ai fini della valutazione dell'estensione delle aree di danno relative alla dispersione di vapori tossici sono stati presi a riferimento i seguenti parametri: - IDLH ("Immediately Dangerous to Life and Health": fonte NIOSH/OSHA): concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l'individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l'esecuzione delle appropriate azioni protettive - LC 50 : concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti esposti per 30 minuti. Il valore di LC 50 da utilizzarsi è quello relativo all'uomo per esposizione di 30 minuti. Nel caso in cui sia disponibile il valore di LC 50 per specie non umana e per tempo di esposizione diverso da 30 minuti, la trasposizione va effettuata secondo il metodo TNO, come da "Methods for Determination of Possible Damage" (Green Book), TNO, Dec

14 - LOC: level of concern (livello di guardia): concentrazione in aria di una sostanza pericolosa in presenza della quale un generico individuo disponga di un tempo massimo di 30 minuti, senza che si producano effetti gravi e irreversibili per la salute o il decesso. Soglia corrispondente al campo lesioni reversibili non prevista dal D.M Nel caso in cui siano disponibili solo valori di LC50 per specie non umana e/o per tempi di esposizione diversi da 30 minuti, deve essere effettuata una trasposizione ai detti termini di riferimento mediante il metodo TNO. Si rileva che il tempo di esposizione di 30 minuti viene fissato cautelativamente sulla base della massima durata presumibile di rilascio, evaporazione da pozza e/o passaggio della nube. In condizioni impiantistiche favorevoli (ad esempio, sistema di rilevamento di fluidi pericolosi con operazioni presidiate in continuo, allarme e pulsanti di emergenza per chiusura valvole, ecc.) e a seguito dell'adozione di appropriati sistemi di gestione della sicurezza, come definiti nella normativa vigente, il gestore dello stabilimento può responsabilmente assumere, nelle proprie valutazioni, tempi di esposizione significativamente diversi; ne consegue la possibilità di adottare valori di soglia corrispondentemente diversi da quelli di Tabella 2. Il danno ambientale, con riferimento agli elementi vulnerabili è invece correlato alla dispersione di sostanze pericolose i cui effetti sull'ambiente sono difficilmente determinabili a priori mediante l'uso di modelli di vulnerabilità. L'attuale stato dell'arte in merito alla valutazione dei rischi per l'ambiente derivanti da incidenti rilevanti non permette infatti l'adozione di un approccio analitico efficace che conduca a risultati esenti da cospicue incertezze. Si procede pertanto secondo le indicazioni qualitative di seguito riportate. Aree (o zone) di danno La determinazione delle aree di danno deve essere eseguita dal gestore nella considerazione delle specificità della propria situazione, in corrispondenza alle tipologie di danno e secondo i livelli di soglia indicate in Tabella 2 del D.M Per gli stabilimenti soggetti alla presentazione del Rapporto di sicurezza, la determinazione delle aree di danno deve essere condotta dal gestore nei termini analitici richiesti per la stesura di questo ed eventualmente rivalutata a seguito delle conclusioni dell'istruttoria per la valutazione del Rapporto di sicurezza. Per gli altri stabilimenti, il gestore deve effettuare le necessarie valutazioni e analisi di sicurezza nell'ambito dell'attuazione del proprio sistema di gestione di sicurezza, come previsto dall'allegato III al D.lgs. 334/1999 e dall'art. 7 del D.M , concernente disposizioni sui sistemi di gestione della sicurezza, fornendo le informazioni e gli elementi tecnici conformemente alle definizioni ed alle soglie di cui alla Tabella 2 già citata. Il gestore deve indicare, per ognuna delle ipotesi incidentali significative individuate, la classe di probabilità degli eventi secondo la suddivisione indicata nelle Tabelle 3a e 3b dell allegato al D.M In relazione a ciascuna soglia di danno di cui alla Tabella 2 si introducono le relative zone di danno: - elevata letalità = I zona di danno - inizio letalità = II zona di danno - lesioni irreversibili = III zona di danno - lesioni reversibili = IV zona di danno 2.5 Criteri per la valutazione della compatibilità territoriale e ambientale La valutazione della compatibilità da parte delle autorità competenti, in sede di pianificazione territoriale e urbanistica, deve essere formulata sulla base delle informazioni acquisite dal gestore e, ove previsto, sulla base delle valutazioni 12

15 dell'autorità competente di cui all'art. 21 del D.lgs. 334/1999, opportunamente rielaborate ed integrate con altre informazioni pertinenti. Gli elementi tecnici, così determinati, non vanno interpretati in termini rigidi e compiuti, bensì utilizzati nell'ambito del processo di valutazione, che deve necessariamente essere articolato, prendendo in considerazione anche i possibili impatti diretti o indiretti connessi all'esercizio dello stabilimento industriale o allo specifico uso del territorio. Il processo di valutazione tiene conto dell'eventuale impegno del gestore ad adottare misure tecniche complementari, ai sensi dell'art. 14, comma 6, del D.lgs. 334/1999. Gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica potranno prevedere opportuni accorgimenti ambientali o edilizi che, in base allo specifico scenario incidentale ipotizzato, riducano la vulnerabilità delle costruzioni ammesse nelle diverse aree di pianificazione interessate dalle aree di danno. Compatibilità territoriale In base alle definizioni date, la compatibilità dello stabilimento con il territorio circostante va valutata in relazione alla sovrapposizione delle tipologie di insediamento, categorizzate in termini di vulnerabilità di cui alla Tabella 1 dell allegato al D.M , con l'inviluppo delle aree di danno, come evidenziato dalle successive Tabelle 3a e 3b del medesimo allegato. Le aree di danno corrispondenti alle categorie di effetti considerate individuano quindi le distanze misurate dal centro di pericolo interno allo stabilimento, entro le quali sono ammessi gli elementi territoriali vulnerabili appartenenti alle categorie risultanti dall'incrocio delle righe e delle colonne rispettivamente considerate. Per la predisposizione degli strumenti di pianificazione urbanistica, le categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti sono definite dalla Tabella 3a del decreto ministeriale. Per il perfezionamento ed il rilascio dei titoli edilizi abilitativi in assenza della variante urbanistica si utilizza la Tabella 3b. Ad integrazione dei criteri sopra evidenziati, le autorità preposte alla pianificazione territoriale e urbanistica, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, tengono conto della presenza o della previsione di elementi aventi particolare rilevanza sotto il profilo sociale, economico, culturale e storico tra cui, a titolo di esempio, reti tecnologiche, infrastrutture di trasporto, beni culturali storico architettonici. Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti: Tabella 3a D.M (per la predisposizione degli strumenti di pianificazione urbanistica) Classe di Categoria di effetti probabilità degli Lesioni Elevata letalità Inizio letalità eventi irreversibili Lesioni reversibili <10-6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF >10-3 F F EF DEF Tabella 3b D.M (per il perfezionamento ed il rilascio dei titoli edilizi abilitativi valida anche in caso di assenza dell ERIR approvato, condizione introdotta dalle Linee guida regionali del luglio 2012) Classe di Categoria di effetti probabilità degli Lesioni Elevata letalità Inizio letalità eventi irreversibili Lesioni reversibili <10-6 EF DEF CDEF BCDEF F EF DEF CDEF F F EF DEF >10-3 F F F EF 13

16 Nel caso di depositi di GPL e depositi di liquidi infiammabili e/o tossici soggetti all'art. 8 del D.lgs. 334/1999 ci si avvale dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti nell'ambito della normativa vigente e delle eventuali successive modifiche: - D.M. dell'ambiente "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto GPL, pubblicato nel S.O. n.113 alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del D.M. dell'ambiente "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti sicurezza relativi ai depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici, pubblicato nel S.O. n. 188 alla Gazzetta Ufficiale n. 262 del In questo caso l approccio è prettamente deterministico; esso si basa sulla definizione della migliore tecnologia costruttiva dei depositi (tre o quattro classi se trattasi di depositi nuovi o esistenti, in modo decrescente dal punto di vista dello standard tecnologico) e viene calcolato con un metodo indicizzato definito negli specifici decreti. Di seguito si riportano le tabelle di compatibilità territoriale per i depositi esistenti e per i nuovi (ex D.M ). Tabella IV/1 categorie territoriali compatibili per depositi nuovi Categoria di effetti Classe del Lesioni deposito Elevata letalità Inizio letalità Lesioni reversibili ersibili irreversibili I EF DEF CDEF ABCDEF II F EF DEF BCDEF III F F EF CDEF Tabella IV/2 categorie territoriali compatibili per i depositi esistenti Categoria di effetti Classe del Lesioni deposito Elevata letalità Inizio letalità Lesioni reversibili ili irreversibili I DEF CDEF BCDEF ABCDEF II EF DEF CDEF BCDEF III F EF DEF CDEF IV F F EF DEF Compatibilità ambientale Nei casi di nuovi stabilimenti o di modifiche agli stabilimenti che possano aggravare il rischio di incidenti rilevanti, le autorità preposte alla pianificazione territoriale ed urbanistica, ciascuna nell'ambito delle proprie competenze, devono tenere conto della specifica situazione del contesto ambientale. Al fine di valutare la compatibilità ambientale, si devono prendere in esame, secondo principi precauzionali, anche i fattori che possono influire negativamente sugli scenari incidentali, quali, ad esempio, la presenza di zone sismiche o di aree a rischio idrogeologico individuate in base alla normativa nazionale e regionale o da parte di strumenti di pianificazione territoriale, urbanistica e di settore. Va tenuto presente, inoltre, che, ai sensi dell'art. 18 del D.lgs. 334/1999, le Regioni disciplinano il raccordo tra istruttoria tecnica e procedimenti di valutazione di impatto ambientale. Per definire una categoria di danno ambientale, si tiene conto dei possibili rilasci incidentali di sostanze pericolose. La definizione della categoria di danno avviene, per gli elementi ambientali vulnerabili, a seguito di una valutazione effettuata dal gestore sulla base delle quantità e delle caratteristiche delle sostanze, nonché delle specifiche misure tecniche adottate per ridurre o mitigare gli impatti ambientali dello scenario incidentale. Le categorie di danno ambientale sono così definite: - Danno significativo: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere 14

17 portati a conclusione presumibilmente nell'arco di due anni dall'inizio degli interventi stessi - Danno grave: danno per il quale gli interventi di bonifica e di ripristino ambientale dei siti inquinati, a seguito dell'evento incidentale, possono essere portati a conclusione presumibilmente in un periodo superiore a due anni dall'inizio degli interventi stessi Al fine di valutare la compatibilità ambientale, nei casi previsti dal D.M , si deve ritenere non compatibile l'ipotesi di danno grave. Nei casi di incompatibilità ambientale (danno grave) di stabilimenti esistenti con gli elementi ambientali vulnerabili, il Comune può procedere, ai sensi dell'art. 14, comma 6 del D.lgs. 334/1999, invitando il gestore a trasmettere all'autorità competente, di cui all'art. 21, comma 1 dello stesso D.lgs. 334/1999, le misure complementari atte a ridurre il rischio di danno ambientale. Nel caso di potenziali impatti sugli elementi ambientali vulnerabili (danno significativo) devono essere introdotte nello strumento urbanistico prescrizioni edilizie ed urbanistiche, ovvero misure di prevenzione e di mitigazione, nonché interventi di tipo territoriale, infrastrutturale e gestionale, per la protezione dell'ambiente circostante, definite in funzione della fattibilità e delle caratteristiche dei siti e degli impianti e finalizzate alla riduzione della categoria di danno. Per valutare gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati a seguito dell'evento incidentale si deve fare riferimento al D.lgs. 152/2006. Si precisa che, per gli stabilimenti esistenti, il Comune può invitare il gestore a trasmettere all'autorità competente le misure complementari atte a ridurre il rischio di danno ambientale. 15

18 3 IL QUADRO PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO 3.1 Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano Elementi riconducibili al sistema insediativo pertinente agli stabilimenti RIR Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Milano approvato con deliberazione consiliare n. 55 del , assume come obiettivi generali la sostenibilità ambientale dello sviluppo e la valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse territoriali, ambientali, sociali ed economiche e come macro obiettivi la ricostruzione di una rete ecologica; riduzione dei carichi inquinanti; razionalizzazione del sistema infrastrutturale e dei trasporti; tutela e valorizzazione del sistema paesistico - ambientale; valorizzazione delle potenzialità economiche. Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante sono normati dal PTCP all art. 49 delle NdA che rimanda alla Tav. 2 per la mappatura nell area di Cesano Maderno degli stabilimenti RIR. Alle aree interessate dagli stabilimenti si applicano le disposizioni di cui agli artt. 90 e 91 delle NdA. Il primo, al comma 9, specifica come l insediamento di nuovi stabilimenti a rischio di incidente rilevante classificati ai sensi del D.lgs. 334/1999 e le modifiche di quelli esistenti di cui al comma 1 dell art. 10 dello stesso decreto sia da prevedere preferibilmente all interno di aree ecologicamente attrezzate: aree cioè dotate delle infrastrutture e dei servizi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell ambiente 1. All art. 91, comma 4, le NdA prevedono che ai sensi del D.M nel disciplinare le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante i Comuni prevedano adeguate forme di partecipazione dei Comuni contermini eventualmente interessati. Il PTCP alla data della sua approvazione mappa stabilimenti RIR sul territorio di Cesano Maderno e nel territorio circostante. Elementi riconducibili al sistema ambientale di riferimento Il PTCP mappa sul territorio gli elementi paesistico ambientali riportati negli stralci cartografici seguenti. L analisi del tematismo Difesa del suolo, preso in esame nelle NdA, Parte II, Titolo I, Capo II del piano stesso e illustrato nella Tav. 2 (Difesa del suolo), evidenzia i tematismi pertinenti l ambito comunale. Emerge in particolare la presenza di stabilimenti soggetti alla normativa sui rischi di incidente rilevante. 1 Definizione ex art. 26 del D.lgs. 112/

19 Figura 3.1 Stralcio planimetrico Tav. 2 Difesa del suolo (PTCP vigente 2003) 17

20 Nella Tavola Sistema paesistico ambientale e nella Tavola Rete ecologica il PTCP individua gli elementi di interesse ambientale e paesistico. Figura 3.2 Stralcio planimetrico Tav.3 Sistema paesistico ambientale (PTCP vigente 2003) Il progetto di rete ecologica contenuta nel PTCP si propone di connettere funzionalmente le aree più interessanti dal punto di vista naturalistico mediante la riqualificazione di ambiti territoriali individuati quali corridoi ecologici. 18

21 Figura 3.3 Stralcio Tav. 4 Rete ecologica (PTCP vigente 2003) 19

22 Figura 3.4 Stralcio Tav.5 Sistema dei vincoli (PTCP vigente 2003) 20

23 3.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Monza e Brianza Il Comune di Cesano Maderno ha aderito alla Provincia di Monza e Brianza la quale, al momento della redazione del presente documento, ha in corso la procedura di predisposizione del proprio PTCP. La Provincia di Monza e Brianza, a pochi mesi dal suo insediamento, con delibera n. 93/2009, ha dato avvio al procedimento per la redazione del PTCP ultimando nel mese di luglio 2011 la proposta di Piano, resa disponibile alla consultazione di tutti i soggetti interessati. Fino al termine del percorso di approvazione del nuovo piano, lo strumento vigente è il PTCP della Provincia di Milano. In data , con deliberazione consiliare n. 31/2011, è stato adottato il PTC della Provincia di Monza e Brianza. Per quanto attiene le tematiche in oggetto si riporta uno stralcio della Tav. 9 in cui sono evidenziati gli stabilimenti a rischio mappati dal piano. Il PTCP non detta norme specifiche, rimandando ai PGT comunali la verifica di compatibilità (urbanistica, logistica, ambientale, infrastrutturale) degli insediamenti produttivi ai sensi dell art. 43 delle Norme del piano. Figura 3.5 Stralcio Tav.9 Sistema geologico ed idrogeologico (PTCP adottato 2011) 21

24 3.3 La pianificazione comunale Si riportano le previsioni urbanistiche dei due Comuni confinanti di Cesano Maderno e di Ceriano Laghetto in quanto su ambedue insiste lo stabilimento BASF Italia S.r.l. Per quanto riguarda lo stabilimento SICO S.p.A. esso insiste unicamente sul territorio di Cesano Maderno. Cesano Maderno Gli stabilimenti RIR (a rischio di incidente rilevante, individuati in giallo negli stralci cartografici che seguono) ricadono nella zona produttiva di interesse strategico secondo il PRG comunale, approvato in Giunta Regionale con delibera n. VII/12662 del ; le NTA non riportano indicazioni specifiche in merito agli stabilimenti RIR. 22

25 Figura 3.6 Stralcio tavola azzonamento PRG (Tav.7 azzonamento legenda parziale) E in fase di predisposizione il Piano di Governo del Territorio (PGT) ex L.R. 12/2005 da parte dell Amministrazione comunale. Nel seguito si riportano le previsioni al gennaio Per quanto riguarda le funzioni insediabili nelle aree interessate dagli stabilimenti RIR esistenti e delle aree limitrofe, allo stato attuale vi è la conferma delle previsioni del PRG. Le NTA del Piano delle Regole, all art. 31 prevedono l esclusione di insediamento di nuovi stabilimenti RIR nell ambito del sistema secondario (aree a destinazione produttiva); ne prevedono altresì l esclusione negli ambiti dei sistemi residenziale e terziario. 23

26 Figura 3.7 Stralcio tavola azzonamento PGT (Piano delle Regole gennaio 2013 legenda parziale) Ceriano Laghetto Le varianti, generale e parziale, al PGT comunale sono state approvate con DCC nn. 52 e 53 del 20 dicembre 2011, ed individuano l area dello stabilimento BASF Italia S.r.l. (vedi estratti planimetrici seguenti in cui l azienda è perimetrata in giallo) 24

27 all interno degli Ambiti produttivi esistenti di rilievo sovracomunale (APS e). Gli stabilimenti RIR sono normati dall art. 18 delle NTA del Documento di Piano Impianti ad elevato impatto ambientale ed all art. 20 delle NTA del Piano delle Regole. La norma prevede che la localizzazione di eventuali nuovi insediamenti RIR sia consentita: - nelle aree appartenenti al polo tecnologico - nel rispetto delle prescrizioni di cui alla legislazione vigente - a condizione che le relative aree di danno, individuate ai sensi dell Allegato al D.M siano interamente contenute nelle aree di pertinenza dell insediamento o in aree esterne limitrofe costituenti unica proprietà con l area di insediamento RIR; per tali aree esterne dovrà essere sottoscritto atto unilaterale d obbligo al fine del rispetto della legislazione vigente; - a condizione di intervento di compensazione ambientale nell ambito dei corridoi ecologici definiti dal DP e dal PR Figura PGT Ceriano Laghetto Documento di Piano Variante parziale - Estratto tavola 2a Assetto di piano individuazione varianti (2011 legenda parziale) 25

28 26

29 4. L ANALISI DEI SISTEMI I TERRITORIALI E AMBIENTALI Le considerazioni che seguono rappresentano una sintesi della documentazione tecnica disponibile a livello istituzionale. Nel testo si cercherà di rimandare il più possibile ai documenti originali per il completamento dell informazione riportata nei suoi tratti essenziali. 4.1 Inquadramento generale L ambito territoriale in oggetto si colloca nella zona ad ovest della Provincia di Monza e Brianza caratterizzata dalla presenza di una rete stradale storica dalla direttrice stradale Bustese, dalla Comasina, dall asse della superstrada Milano- Meda e dalla rete ferroviaria facente capo alle Ferrovie Nord con due linee: la Milano-Asso e la Saronno-Seregno. Nello stralcio planimetrico che segue, estratto dal PTCP Monza e Brianza, sono evidenziati i principali sistemi insediativi del territorio, in particolare in giallo vi è l ambito produttivo sovracomunale di Cesano Maderno e Ceriano Laghetto in cui si inseriscono gli stabilimenti RIR oggetto del presente studio. Figura 4.1 Caratteristiche del sistema insediativo e interventi di trasformazione urbana di rilevanza sovracomunale (PTC Provincia MB, adottato) 4.2 Caratteristiche ambientali generali Il territorio appartiene all ambito geografico del Milanese, che comprende una larga fascia tra Ticino e Adda, con tratti più incerti a nord (come ad esempio la Brianza) che a sud. E in sostanza un territorio che è sempre stato sotto la diretta influenza della grande città lombarda e ne ha tratto il necessario rapporto economico, basti pensare ai sistemi delle residenze nobiliari e ai vasti possedimenti fondiari di enti religiosi o alla rete infrastrutturale (stradale e ferroviaria) sulla quale si è ancorato il sistema produttivo industriale. La classica distinzione fra alta pianura asciutta (cui appartiene Cesano Maderno) e la bassa irrigua aveva determinato in passato il vero assetto del paesaggio e le forme insediative (accentrate e lineari nella pianura asciutta), oggi non molto 27

30 leggibile anche per la scarsa identità del paesaggio urbano e per il paesaggio industriale in via di trasformazione. La superficie di Cesano Maderno è caratterizzata morfologicamente da deboli ondulazioni, separata dalla pianura sottostante da scarpate di 5-10 m e incise da un reticolo drenante con una quota altimetrica che arriva a 233 m s.l.m. Inoltre, la morfologia dei terrazzi è stata profondamente segnata dall attività estrattiva per la produzione di laterizi. Il centro urbanizzato si sviluppa quasi completamente in un ambito di pianura fluviale, attraversato da un corso d'acqua "canalizzato". Il paesaggio dell alta pianura è stato quello più intensamente coinvolto nei processi evolutivi del territorio lombardo. E un paesaggio costruito, edificato per larga misura soprattutto lungo i principali assi di comunicazione. Il sistema insediativo ha seguito lo sviluppo in particolare lungo la strada Comasina; l espansione a macchia d olio attorno ai nuclei storici ha provocato una progressiva saldatura fra i diversi centri, permanendo tuttavia nel vissuto locale gli antichi nuclei storici e le chiese parrocchiali, generatori della trama urbana. La geografia fisica è imperniata sui corsi fluviali e sui terrazzi, il cui attraversamento, da un lato fonte di difficoltà, può diventare oggi elemento di valorizzazione e fruizione dei corsi stessi, esprimendo quindi uno stile di paesaggio. Il paesaggio agrario ha conservato solo residualmente i connotati di un tempo, anche a causa del ruolo secondario dell attività rispetto a quella legata all industria e alle botteghe artigiane. Un tempo il paesaggio era ben disegnato dai filari di alberi (tra cui aveva molta importanza la coltivazione del gelso per la bachicoltura molto florida nell 800). Oggi gli ambiti agricoli residuali hanno caratteristiche ambientali e paesaggistiche tipiche in quanto caratterizzate dalla presenza di macchie boscate, riconosciute anche di importanza comunitaria (SIC Boschi delle Groane ). Le aree naturali nell alta pianura asciutta sono ormai esigue e comprendono tutto il sistema delle groane (Parco regionale delle Groane). L urbanizzazione, infatti, attestata lungo la scarpata delle Groane ne ha salvato alcuni tratti mantenendo sostanzialmente libere le aree che da Cesano Maderno sino a Bollate costituiscono una forte occasione di salvaguardia. 4.3 Regime anemologico Per comprendere le dinamiche degli inquinanti emessi in atmosfera e la loro influenza sulla qualità dell aria nella zona di interesse, è importante avere una base di conoscenza riguardante i venti e la circolazione dell aria della zona di interesse. La maggior parte delle aree pedemontane sono soggette ad un regime di brezze di monte e di valle (specialmente da marzo ad ottobre), che avviene con una frequenza superiore al 50%. Alla scala regionale, a nord del fiume Po, e quindi lontano dall influenza dell Appennino, i settori maggiormente interessati dai fenomeni di brezze sono rispettivamente quelli da nord, durante la notte, e da sud durante le ore del giorno (tarda mattinata e pomeriggio), mentre nelle zone a sud del fiume Po l andamento si inverte, con un massimo notturno da ovest-sud ovest ed un massimo pomeridiano da est-sud est. L effetto della circolazione di brezza è rilevabile solo al suolo, poiché più in alto la corrente di ritorno ha valori trascurabili rispetto all intensità del vento sinottico, e comunque si esaurisce entro i primi 1000 metri dal suolo. Questo flusso laminare converge verso la bassa pianura, dove l aria si accumula e si raffredda fino alla saturazione, formando uno strato di aria umida dello spessore di oltre 200 m. 28

31 Per quanto riguarda la direzione prevalente, dato il debole regime anemologico della pianura lombarda, tranne poche eccezioni legate all orografia locale, non esiste una direzione predominante di provenienza del vento, essendo la calma la situazione predominante. Nel corso dell anno, tuttavia, anche la circolazione locale risulta influenzata dai cambiamenti stagionali delle condizioni bariche medie che si instaurano nella parte nord-occidentale della Pianura Padana: nei mesi di novembre, dicembre e gennaio il vento tende a provenire da nord ovest, nei mesi di febbraio, marzo ed aprile si rafforza la componente da est, nei mesi di maggio, giugno e luglio si ha una prevalenza da sud ovest ed infine, nei mesi di agosto, settembre ed ottobre si rinforza di nuovo la componente da est. In generale, su tutto il territorio regionale nel semestre invernale domina la componente da ovest, mentre durante il semestre estivo prevale la componente da est. Nella zona pedemontana nord è molto frequente il foëhn, che scende a raffiche intermittenti dai crinali alpini e s incanala lungo le valli, con una certa preferenza per quelle del Ticino e dell Adda, anche se non è trascurabile lungo le valli dell Oglio e del Mincio. Al fine di caratterizzare in modo più specifico la condizione anemologica dell area interessata dagli stabilimenti in oggetto, si riportano i dati di direzione ed intensità del vento rilevati alla stazione di Malpensa, nel periodo Nella figura seguente viene presentata la rosa dei venti totale, su 16 settori di direzione, costruita sulla base dei valori di direzione del vento. Come si può vedere dalla tabella che segue, la frequenza maggiore è rappresentata dalla calma di vento (< 1 nodo) con 606 millesimi; per ciò che riguarda le direzioni di provenienza le maggiori frequenze si registrano nei settori nord e nord-nord ovest rispettivamente con 60,38 e 54,56 millesimi. 29

32 Nella figura successiva viene presentata la rosa dei venti su 16 settori di direzione e per 5 classi di velocità, oltre la calma, costruita sulla base dei valori di direzione del vento. Dallo studio anemologico si può, quindi, rilevare come la preponderanza di calme di vento nella zona di interesse influisca negativamente sul ricircolo delle masse d aria. In generale gli inquinanti emessi in atmosfera sul territorio interessato tendono, perciò, a stanziare sulla zona influendo sulla qualità dell aria a livello del suolo. 30

33 4.4 Elementi geoterritoriali Suolo Dal punto di vista geo-morfologico, il territorio in oggetto si estende in quella zona della Pianura Padana denominata pianalto o alta pianura, costituita da un sistema di terrazzi fluvioglaciali che si dipartono dagli anfiteatri morenici pedemontani degradando verso la pianura con la quale si raccordano più o meno bruscamente. Le principali formazioni geologiche dei pianalti lombardi, rinvenibili nel territorio del Parco delle Groane sono, dal basso verso l alto: - il Ceppo : conglomerato poligenico a cemento calcareo. Costituisce la più antica formazione continentale del Quaternario che affiora nel territorio e rappresenta il basamento su cui poggiano le formazioni fluvioglaciali dei terrazzi - Diluvium antico: (Fluvioglaciale del Mindel): ghiaie poligeniche, con strato di alterazione superficiale argilloso-ocraceo (Ferretto) - Diluvium medio: (Fluvioglaciale del Riss): ghiaie poligeniche con strato limosoargilloso (loess) superficiale di colore giallo-arancio - Diluvium recente: (Fluvioglaciale del Wurm): è un deposito di materiale fluvioglaciale che costituisce il livello principale della pianura (o piano generale diluviale) su cui poggia anche la città di Milano - Alluvium: costituisce i depositi delle valli (o alvei) fluviali e torrentizie che incidono le unità geologiche precedentemente descritte L alta pianura lombarda è costituita da formazioni geologiche di età diversa, ed anche da un punto di vista pedologico risulta tutt altro che uniforme. In generale, questi suoli sono tipologicamente inquadrabili nel complesso dei suoli bruni acidi, più o meno lisciviati ed oligotrofi (Ugolini ed Orombelli, 1968). L inquadramento geologico e geomorfologico a livello locale è riportato nella figura che segue. 31

34 Figura 4.2 Estratto da Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Cesano Maderno Tav. DP_d1.2 Inquadramento geologico e geomorfologico (Studio Idrogeotecnico Associato, marzo 2013) 32

35 Rete idrografica Sono numerosi i corsi d acqua, a regime sostanzialmente torrentizio, che attraversano il territorio in esame ed in particolare quello del Parco delle Groane, in direzione prevalente nord-sud, come: il Torrente Guisa, Nirone, Cisnara, Lombra, Pudica e Garbogera. Il suolo compatto ed impermeabile e le abbondanti precipitazioni soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale, hanno favorito nel territorio la presenza di numerosi stagni di origine naturale o artificiale, alcuni dei quali piuttosto ampi. Il Lombra ed il Cisnara Sono i due corsi d acqua con posizione maggiormente baricentrica all interno del Parco, che viene attraversato quasi interamente da nord a sud e che per quanto riguarda il primo lambisce il sito industriale ad ovest di Cesano Maderno. Il primo ha le sorgenti nella zona nord, mentre il Cisnara, nasce nella porzione più meridionale del SIC Boschi delle Groane. Il Lombra scorre all interno del Parco ed in alcuni tratti ne segna il confine, per circa 12 km, conservando evidenze di naturalità maggiori rispetto agli altri corsi d acqua vicini: attraversa poche zone urbanizzate e non è tombinato: sia questo che il Cisnara presentano il tipico andamento a meandri dei torrenti di pianura non antropizzati. Il Cisnara scorre per circa 7 km totalmente all interno del Parco, per poi confluire nel Lombra appena a sud di Senago. Dall unione di questi due torrenti prende vita il torrente Pudiga. Il Garbogera È il corso d acqua più orientale del Parco e per alcuni tratti ne segna anche il confine. Le sue sorgenti sono localizzate all interno del Parco, nel Comune di Barlassina. In molti tratti, all interno delle aree urbanizzate, scorre intubato. La sua lunghezza, per la porzione che interessa il Parco, è di circa 19 km, mentre il bacino imbrifero risulta limitato dalla presenza del Seveso a est e del Lombra a ovest. 33

36 Figura 4.3 Elementi principali del reticolo idrografico all interno del Parco delle Groane interessanti per l area di studio (fonte PG 2009) Caratteristiche delle acque sotterranee Per quanto riguarda le acque di falda nei Comuni del Parco si ha una quota piezometrica che oscilla tra i 135 ed i 180 metri s.l.m. Come si può vedere dalla figura che segue, riferita alle misure della rete provinciale al marzo 2010, per l area corrispondente al sito industriale ad ovest di Cesano Maderno ciò corrisponde ad una soggiacenza superiore a 35 metri dal piano campagna. E interessante rilevare l incidenza sulla risorsa idrica sotterranea (IRIS) dei Comuni facenti parte del Parco. L incidenza sulla risorsa idrica sotterranea (IRIS) è un indicatore che rappresenta qualitativamente l impatto dei fenomeni inquinanti che incidono sulle falde, considerando i parametri relativi alla tipologia di contaminante, la gravità del fenomeno, l impatto sui pozzi, l impatto sulle falde, le aree coinvolte, l evoluzione temporale, la sorgente inquinante. L incidenza per alcuni Comuni del Parco, tra cui Cesano Maderno e Bovisio Masciago, è debole, per Ceriano Laghetto media e per Cogliate nulla. E interessante notare la distribuzione spaziale di tale indice: questo tende ad aumentare spostandosi da nord verso sud, con incidenze nulle per Comuni come Lentate sul Seveso, Seveso e Barlassina, deboli per Lazzate, fino ad incidenze molto elevate per i due Comuni più meridionali, Arese e Bollate, passando per incidenze medie a Ceriano Laghetto e Limbiate. Questa distribuzione di criticità è sicuramente connessa con la distanza dalla città di Milano e dalle aree più urbanizzate ed industrializzate. Di seguito si riportano le informazioni sull assetto idrogeologico a livello locale. 34

37 Figura 4.4 Estratto da Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Cesano Maderno Tav. DP_d1.3 Inquadramento idrogeologico (Studio idrogeotecnico associato, marzo 2013) Sulla base degli esiti delle elaborazioni (condotte a cura dello Studio Idrogeotecnico Associato, marzo 2013) delle analisi di qualità delle acque emunte dai pozzi pubblici di Cesano Maderno, è possibile pervenire ad una classificazione dello stato chimico di base delle acque sotterranee in riferimento alle specifiche indicate dal D.lgs. n. 152/2006 e dal D.M Rimandando allo studio completo, in questa sede si riportano gli esiti qualitativi di tali elaborazioni. Acquifero superiore Lo stato chimico delle acque dei pozzi considerati indica un impatto antropico da significativo a rilevante con giudizio di qualità da generalmente buono ma con segnali di compromissione scadente. I parametri che determinano tale classificazione si riferiscono ai nitrati presenti con concentrazioni attuali elevate (25-50 mg/l). 35

38 Acquiferi miscelati e intermedi/profondi Gli acquiferi intermedi/profondi si caratterizzano invece per la loro ridotta mineralizzazione e le minori concentrazioni di quei parametri connessi alla presenza di contaminazioni di origine agricola, civile e industriale (cloruri, nitrati, solventi clorurati), ad indicare la minore pressione antropica sulle acque di tali falde. In riferimento alla Tabella 2 dell Allegato 3, Parte A del D.lgs. 30/2009, lo standard di qualità prevede il limite dei nitrati a 50 mg/l e quello dei pesticidi a 0,5 mcg/l (totale). Le acque dei pozzi di Cesano Maderno presentano, nell ultima determinazione disponibile, valori di nitrati inferiori (anche se di poco) al limite previsto dal D.lgs. 30/2009, ad eccezione del pozzo 5 con 50 mg/l nel 2011, e concentrazioni di pesticidi conformi al rispettivo limite previsto. In riferimento ai valori soglia degli inquinanti previsti dalla Tabella 3 dell Allegato 3, Parte A del D.lgs. 30/2009, i parametri analizzati nelle acque dei pozzi di Cesano Maderno, (ultima determinazione analitica disponibile), risultano conformi ai valori soglia ai fini del buono stato chimico, ad eccezione dei singoli parametri tricloroetilene (valore soglia a 1,5 mcg/l) e tetracloroetilene (valore soglia a 1,1 mcg/l) che presentano superamenti su 10 dei 12 pozzi di cui dispone l acquedotto comunale. Vulnerabilità delle acque sotterranee La vulnerabilità intrinseca di un'area viene definita principalmente in base alle caratteristiche ed allo spessore dei terreni attraversati dalle acque di infiltrazione (e quindi dagli eventuali inquinanti idroveicolati) prima di raggiungere la falda acquifera, nonché dalle caratteristiche della zona satura. Essa dipende sostanzialmente da quattro fattori che, per il territorio considerato, sono così definiti: - caratteristiche litologiche e di permeabilità del non saturo - soggiacenza della falda libera - caratteristiche di permeabilità dell unità acquifera e modalità di circolazione delle acque sotterranee in falda - presenza di corpi idrici superficiali In particolare, per quanto riguarda il settore qui analizzato, in presenza dell area di affioramento del Supersintema del Bozzente e Sintema della Specola l acquifero è di tipo libero, in materiale alluvionale con copertura superficiale limoso-argillosa di spessore superiore a 3 m, in corrispondenza di depositi fluvioglaciali e glaciali profondamente alterati; la soggiacenza della falda è maggiore di 35 m rispetto al piano campagna; il grado di vulnerabilità intrinseco dell acquifero è classificato molto basso. 36

39 Figura 4.5 Estratto da Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Cesano Maderno - Tav. DP_d1.5 Vulnerabilità integrata degli acquiferi (Studio Idrogeotecnico Associato, marzo 2013) 37

40 4.5 Aspetti naturalistici Il Parco regionale delle Groane Il Parco costituisce un ganglio primario all interno della rete ecologica del PTC della Provincia di Milano e rappresenta una delle poche aree di naturalità rimaste nella zona del nord Milano. Inoltre la presenza di due siti d importanza comunitaria è indice di un non banale valore naturalistico ed ambientale, in conseguenza della presenza di habitat e specie vegetali ed animali da salvaguardare con particolare attenzione. I boschi sono uno degli elementi di pregio del Parco, costituendone circa il 50%, ed essendo caratterizzati da specie rare per diffusione, sia perché legate ad ambienti del tutto particolari, sia perché ai limiti altitudinali della loro distribuzione; a ciò si aggiunge la particolarità dovuta alla presenza di zone di brughiera, probabilmente le più meridionali d Europa. Trattandosi tuttavia di un Parco di cintura metropolitana, vi sono presenti molte delle attività umane che potrebbero rappresentare un rischio per gli obiettivi di protezione e salvaguardia; al medesimo tempo alcune di queste stesse attività hanno raggiunto un equilibrio nel tempo con gli elementi di naturalità e possono essere considerate parte integrante dell ambiente in cui si collocano. La maggiore criticità è costituita proprio dalla localizzazione del Parco, all interno di un area estremamente antropizzata: le pressioni ambientali provengono quindi dai diversi aspetti delle attività umane, dall urbanizzazione all edilizia, dalle attività produttive alle infrastrutture di trasporto e tecnologiche. Nello specifico si possono individuare i seguenti principali elementi critici: - confini del Parco frastagliati ed irregolari, con aree urbanizzate a ridosso degli stessi - presenza di attraversamenti di importanti infrastrutture viarie (SS 527) e ferroviarie (linee Milano Saronno e Saronno-Seregno) - rischio di saldatura tra ambiti urbanizzati, con conseguente perdita di continuità del Parco Figura 4.6 Estratto confini del Parco regionale delle Groane da L.R. 7/

41 Rete natura 2000 Come anticipato, nel territorio del Parco delle Groane sono presenti due siti di importanza comunitaria. Il SIC Pineta di Cesate Cod. IT ha una superficie complessiva di ha 181,80 ed è localizzato secondo le seguenti coordinate: longitudine e latitudine N ; il sito si trova ad una quota variabile tra 184 e 201 m s.l.m. Figura 4.7 Area del SIC Pineta di Cesate (PG 2009) L area è compresa nel territorio amministrativo dei Comuni di Solaro, Cesate, Garbagnate Milanese e Limbiate ed è inserita totalmente nel Parco regionale, costituito nel L area è normata dal PTC approvato con L.R. 43/1988 e dalla Variante Generale al Piano approvata con deliberazione della Giunta regionale n. VII/18476 del Lungo il confine est, il territorio, sotto il profilo paesaggistico, è di tipo agricolo, mentre nei restanti lati il SIC è delimitato da un ambiente prettamente urbano, con destinazione sia di tipo residenziale che di tipo produttivo. La zona interessata dal SIC è stata inclusa all interno della Rete Natura 2000 in virtù della presenza di due habitat, tra quelli indicati nell allegato I alla Direttiva comunitaria 92/43: - bosco meso-acidofilo (habitat 9190) - brughiera (habitat 4030) Il SIC Boschi delle Groane Cod. IT ha una superficie complessiva di ha 727,30 ed è localizzato secondo le seguenti coordinate: longitudine E e Latitudine N ; il sito si trova ad una quota variabile tra 205 e 261 m s.l.m. L area è compresa nel territorio amministrativo dei Comuni di Solaro, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Seveso, Cogliate, Misinto, Lazzate, Lentate sul Seveso e Barlassina ed è inserita totalmente nel Parco regionale delle Groane istituito nel

42 Da un punto di vista normativo vale quanto già detto per il SIC Pineta di Cesate. L intero sito è inserito in un contesto urbanistico secondo un mosaico di unità paesaggistiche interamente frammentato e complesso in cui aree urbanizzate si alternano ad aree agricole attraversate ed interessate da strade o infrastrutture o corridoi tecnologici che interrompono la continuità dei corridoi ecologici. La zona interessata dal SIC è stata inclusa all interno della Rete Natura 2000 in virtù della presenza di habitat, tra quelli indicati dalla Direttiva comunitaria 92/43: - bosco meso-acidofilo (habitat 9190) - brughiera (habitat 4030) - boschi di farnia e carpino bianco (habitat 9160) - acque stagnanti da oligotrofe e mesotrofe (habitat 3130) Figura 4.8 Area del SIC Boschi delle Groane (PG 2009) 40

43 5. INSEDIAMENTI PRODUTTIVI I SOGGETTI AL D.LGS. 334/ Nel territorio comunale di Cesano Maderno sono presenti due stabilimenti a rischio di incidente rilevante classificati sulla base dei criteri stabiliti dal D.lgs. 334/1999; essi sono: - BASF Italia S.r.l: lo stabilimento, dedito allo stoccaggio di prodotti chimici, si trova in via G. Marconato, ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 8 - SICO S.p.A., Società Italiana Carburo Ossigeno: lo stabilimento, dedito alla produzione e stoccaggio di gas tecnici, medicali, alimentari ed industriali, si trova in via G. Marconato, ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 6 Nel territorio limitrofo sono inoltre ubicati i seguenti stabilimenti, ricadenti nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 5.2: - BRACCO IMAGING S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto al confine con Cesano Maderno): lo stabilimento, dedito alla produzione e stoccaggio con generazione di prodotti intermedi relativamente a sostanze chimiche, ha ingresso da Cesano Maderno, in via A. Martinelli - TRIFARMA (ex ALCHYMARS) S.p.A (in Comune di Ceriano Laghetto): lo stabilimento, dedito alla attività di produzione e stoccaggio sostanze chimiche, sito in via Industria 6 I gestori degli stabilimenti interessati con comunicazioni separate del dicembre 2012, hanno dichiarato che eventuali zone di danno conseguenti ad eventi incidentali restano confinate all interno del perimetro aziendale. 5.1 Indagine territoriale L indagine territoriale, condotta per appurare la presenza di stabilimenti RIR nel territorio circostante con eventuale interessamento di parte del territorio comunale in caso di evento incidentale, ha dato esito negativo. 5.2 BASF Italia S.r.l. Si riportano le principali informazioni trasmesse dalla BASF Italia S.r.l., contenute in particolare nei seguenti documenti: - Notifica del febbraio 2011 ex art. 6 D.lgs. 334/ Scheda informativa sui rischi di incidente rilevante del febbraio 2011, predisposta ai sensi del D.lgs. 334/1999 All. V - Rapporto di sicurezza ex art. 8 D.lgs. 334/1999 del luglio 2011 disponibili presso gli uffici comunali Dati Identificativi dell Azienda Azienda: BASF Italia S.r.l. Sede legale: Cesano Maderno (MB) V. Marconato 8 Stabilimento: Cesano Maderno (MB) V. Marconato 8 Telefono: Fax: Settore attività: Stoccaggio e movimentazione prodotti chimici Operatività: Deposito dedito allo stoccaggio e movimentazione di prodotti finiti confezionati, senza processi di trasformazione 41

44 Gestore dello stabilimento: Responsabile stabilimento: Portavoce società + RSPP Dott. Virginio Sarto Dott. Virginio Sarto Dott. Virginio Sarto Struttura aziendale L insediamento BASF Italia S.r.l. di Cesano Maderno occupa complessivamente circa 500 dipendenti distribuiti nelle diverse palazzine uffici e il magazzino, ma gli addetti all area di deposito sono 29 di cui 0 dirigenti, 4 quadri e 5 impiegati, e 20 operai. L attività dello stabilimento avviene su 5 giorni a settimana su turno unico a meno di particolari esigenze derivanti dalle commesse esterne Descrizione dell attività svolta L attività soggetta a RIR svolta da BASF Italia S.r.l. di Cesano Maderno consiste nello stoccaggio e movimentazione di prodotti finiti confezionati fra cui anche prodotti fitofarmaci classificati pericolosi, prodotti infiammabili, prodotti comburenti o reattivi con acqua, senza processi di trasformazione. Le materie prime arrivano già confezionate o, in alcuni casi, sfuse. Sono quindi riconfezionati in cisternette e fusti prima della spedizione. Alcune operazioni di riconfezionamento in fusti e cisternette che riguardano prodotti pericolosi sono svolte in area dedicata con separazione REI dal resto dello stabilimento (Blocco A101). Analoghe operazioni di riconfezionamento riguardanti prodotti non pericolosi sono svolti nell area B305 in corrispondenza dell ingresso allo stabilimento. L'area dello stabilimento ha una superficie attualmente occupata di circa metri quadrati, dei quali circa coperti. L aera è suddivisa in diversi corpi di fabbrica, separati da strade carraie che consentono l accesso da più lati. L ingresso allo stabilimento avviene da Via Marconato in Comune di Cesano Maderno, mentre lo stoccaggio delle merci pericolose (oggetto di notifica) avviene nei magazzini in area appartenente al Comune di Ceriano Laghetto. Dal punto di vista logistico l attività viene svolta in 3 edifici A101 e A102 fra loro comunicanti e B101 in posizione distinta e distante, con annessi servizi tecnici e uffici di supporto. In base ai posti-pallets disponibili nelle scaffalature in ogni area di magazzino si può stimare uno stoccaggio massimo complessivo di prodotti pari a circa tonnellate, ripartito in funzione delle caratteristiche di pericolosità fra le varie aree di magazzino in base alla loro destinazione d uso come riportato nel prospetto della tabella seguente (i valori di giacenza indicati sono quelli massimi), ma la capacità operativa media del deposito è pari a circa l 80% di quella massima teorica. 42

45 Figura 5.1 Dislocazione depositi interni allo stabilimento (BASF Italia S.r.l. Scheda informativa sui rischi di incidente rilevante) L azienda precisa che il riempimento quasi completo del deposito può avvenire solo nel periodo di massima richiesta (picco annuale nei mesi di novembre/maggio) e per un tempo relativamente breve, corrispondente allo smistamento dei prodotti, mentre, negli altri periodi dell'anno, i quantitativi medi dei prodotti presenti in deposito possono essere anche decisamente inferiori a quelli massimi. *Dati presunti sulla base della attuale esigenza di mercato e della capacità di stoccaggio, assumendo un peso medio per pallet variabile da area ad area pari a circa 500 kg Per ciascuna area in rosso sono indicate le sostanze pericolose non ammesse allo stoccaggio, in verde quelle ammesse Natura dei rischi di incidente rilevante Lo stabilimento è rientrato negli obblighi di cui agli artt. 6, 7 e 8 del D.lgs. 334/1999 in quanto risultano presenti sostanze o categorie di sostanze pericolose in quantità superiori a quelle indicate nell Allegato 1, parte 2^, colonna 3 al D.lgs. 334/1999 come riportate nella tabella sottostante. 43

46 Nome Classificazione Soglia (t) Q.max presente (t) Frase R / S corrispondente art.6 art.8 Sostanze tossiche T 5 20 <500 Sostanze molto tossiche T <500 Sostanze comburenti O <300 Sostanze infiammabili R <1000 Sostanze estremamente Infiammabili F <1 Sostanze facilmente infiammabili F <1000 Sostanze pericolose per l ambiente N (R 50) <7000 Sostanze pericolose per l ambiente N (R 51) <3000 Altre categorie (reagisce violentemente con l acqua) compresi R 14 e R Descrizione del sito e dell'area circostante L insediamento sorge sul territorio dei due Comuni confinanti di Cesano Maderno e Ceriano Laghetto, con portineria principale in via Marconato n. 8 a Cesano Maderno. La zona circostante è parzialmente interessata da altre installazioni industriali e/o da terreni agricoli; insediamenti di tipo abitativo più vicini sono le villette di Via Martinelli. - Le coordinate del sito riferite al centro dell insediamento sono: - latitudine (N) longitudine (E) L altezza sul livello del mare è: - minima 194 m - massima 228 m Lo stabilimento confina sul lato sud con la ferrovia Saronno-Seregno, ad est con il PIP ex ACNA (entro cui è collocata SICO), a nord con Bracco Imaging, sul lato ovest con il Torrente Lombra ed il Parco regionale delle Groane. Rispetto allo stabilimento si individuano le seguenti aree urbane più significative: - a nord-est l abitato di Seveso (circa m) - ad est gli abitati di Cesano Maderno (via Martinelli a circa 300 m, via Marconato a circa 500 m, Villaggio SNIA a circa 900 m) - a sud-est abitato di Limbiate loc. Mombello (a circa m) - a sud abitato di Bovisio Masciago (a circa m) - a sud-ovest abitato di Solaro loc. Villaggio Brollo (a circa 500 m) - a ovest abitato di Ceriano Laghetto - loc. Villaggio Brollo (a circa 500 m) - a nord-ovest abitato di Cogliate - loc. Villaggio ACNA (a circa 300 m) Si segnalano le seguenti infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e di servizio: autostrada A9 Lainate-Chiasso ad oltre 4 km in linea d aria verso <20 44

47 ovest, superstrada Milano-Meda a circa 8 km ad est, S.S 527 Bustese a circa 1 km, linea delle Ferrovie Nord a 20 m. L aeroporto più vicino è quello di Malpensa distante dallo stabilimento circa 30 km in linea d aria in direzione nord ovest; i corridoi di atterraggio e decollo non interessano l area dello stabilimento. L Ospedale più vicino è quello di Saronno distante circa 4,5 km. Il più vicino distaccamento operativo dei VVF è quello di Desio distante circa 8 km. La più vicina Stazione dei Carabinieri e/o Polizia è quella di Cesano Maderno distante circa 1,5 km. Ricettori sensibili più vicini sono di seguito riepilogati: - abitazioni residenziali, villette di via Martinelli (Cesano Maderno) distanza 300 m - centro sportivo Martinelli di via Martinelli (Cesano Maderno) distanza 500 m - crossodromo ad ovest del torrente Lombra (Ceriano Laghetto) a circa 300 m - scuola primaria Don A. Mauri, via Sardegna 14 (Cesano Maderno) distanza m - chiesa di S.S. Ambrogio e Carlo in piazza San Carlo Borromeo (Cesano Maderno) 900 m - a meno di 100 m dall entrata dello stabilimento è ubicato un albergoristorante, frequentato dalle maestranze e dagli ospiti di aziende produttive della zona Figura 5.2 Principali ricettori territoriali (elaborazione su base PEC dicembre 2012) L insediamento occupa parti di territorio classificate dagli strumenti urbanistici comunali come: 45

48 Ceriano Laghetto classificazione da PGT: - APS e - Ambiti produttivi esistenti di rilievo sovracomunale Cesano Maderno classificazione da PRG: - D2 produttiva di interesse strategico - F3 standard per insediamenti produttivi classificazione da PGT (in fase di redazione): - Sistema secondario zona produttiva di interesse strategico (PS) - Sistema dei servizi zona per servizi locali (SL) Si segnala la presenza di attività produttive limitrofe tra cui si evidenzia ad est la presenza della SICO S.p.A. (produzione di gas tecnici, ossigeno ed azoto), azienda soggetta agli obblighi di cui agli artt. 6 e 7 del D.lgs. 334/1999 nel raggio di 800 m dai magazzini di stoccaggio BASF Italia S.r.l. Nel territorio limitrofo sono inoltre ubicate le seguenti aziende, ricadenti nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 5.2.: - a confine nord la BRACCO IMAGING S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto al confine con Cesano Maderno): lo stabilimento, dedito alla produzione e stoccaggio con generazione di prodotti intermedi relativamente a sostanze chimiche, che si trova a Cesano Maderno, in via A. Martinelli - TRIFARMA (ex ALCHYMARS) S.p.A. in Comune di Ceriano Laghetto: lo stabilimento, dedito alla attività di produzione e stoccaggio sostanze chimiche, sito in via Industria 6, Ceriano Laghetto L estratto ortofotografico che segue individua il contesto territoriale con il perimetro aziendale, disegnato sulla base della planimetria dello stabilimento allegato alla Scheda informativa di cui all all. V del D.lgs. 334/1999. Elementi ambientali di interesse per il presente studio sono riconducibili a: - la presenza dei pozzi di emungimento pubblico comunque a distanza significativa; pozzi privati sono presenti nell ambito produttivo - la soggiacenza della falda posta a circa -35 m da piano campagna - caratteristiche protettive dei suoli nei confronti della falda (ad elevata capacità protettiva dystrict planosols fragipan ph.) - la presenza di reticolo idrografico (torrente Lombra) e relativa fascia di rispetto al confine ovest dello stabilimento - presenza di aree naturali protette ad ovest (Parco regionale delle Groane e SIC Boschi delle Groane ); si segnala la previsione di un corridoio ecologico degli ambiti produttivi limitrofo al confine ovest dello stabilimento che segue lo sviluppo del torrente Lombra; queste aree sono soggette a vincolo ex D.lgs. 42/2004 boschi e foreste Sismicità Secondo la normativa nazionale e tenuto conto dei valori di sollecitazione sismica di base a g attesi all interno del territorio comunale di Cesano Maderno, così come definiti nella tabella 1 allegata al D.M Norme tecniche per le costruzioni per eventi con tempo di ritorno di

49 anni e probabilità di superamento del 10% in 50 anni, compresi tra g e g, l intero territorio comunale è attribuibile alla zona sismica 4 ai sensi dei criteri generali di classificazione di cui al Voto n. 36 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del Pericolosità sismica e criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e della O.P.C.M , n Criteri generali per l individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l aggiornamento delle medesime zone. Anche in base alla classificazione attualmente vigente in Regione Lombardia, derivante dalla O.P.C.M , n Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica, recepita con D.G.R. n del , il territorio comunale di Cesano Maderno è inserito in zona sismica 4. Tale classificazione, secondo quanto riportato al punto della D.G.R. n. IX/2616/2011, definisce unicamente l ambito di applicazione dei vari livelli di approfondimento in fase pianificatoria. In accordo alla D.G.R. n. IX/2616/2011, su tutto il territorio comunale gli edifici il cui uso prevede affollamenti significativi, gli edifici industriali con attività pericolose per l ambiente, le reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza e le costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti e con funzioni sociali essenziali di cui al D.D.U.O n Approvazione elenco tipologie degli edifici e opere infrastrutturali e programma temporale delle verifiche di cui all art. 2, commi 3 e 4 dell ordinanza p.c.m. n del 20 marzo 2003, in attuazione della d.g.r. n del 7 novembre 2003 in sede di progettazione devono adottare i criteri antisismici di cui al D.M Nuove Norme tecniche per le costruzioni, definendo le azioni sismiche di progetto a mezzo di analisi di approfondimento di 3 livello, indipendentemente dalla presenza o meno di possibili scenari di amplificazione locale (cfr. Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT di Cesano Maderno - Studio Idrogeotecnico Associato, marzo 2013). Inondazioni, trombe d aria e fulmini L area non è interessata da un rischio idrologico rilevante. Il torrente Lombra si trova all'esterno del perimetro del sito, scorre in direzione nord-sud, parallelo ai depositi, ad una distanza media di circa 40 m dal perimetro ovest dei depositi, con minimo 20 m dall edificio A101, fino agli 80 m circa del deposito B101. Tra i depositi ed il perimetro esterno vi è una zona asfaltata di min 20 m, fino agli 80 m del magazzino infiammabili. Dal livello del sito fino al livello dei torrente vi e una scarpata di parecchi metri e storicamente, nessun evento piovoso, anche eccezionale, ha mai portato ad una inondazione nel sito. Relativamente alla eventualità di formazione di trombe d'aria, la Regione Lombardia, su base storica, è statisticamente associata ad una frequenza attesa di 0,9 x 10-3 occ/anno * km 2. Il numero di fulminazioni a terra è pari a 4 fulminazioni/anno*km 2 secondo la classificazione del territorio nazionale (Norme CEI 81-1). 47

50 Figura 5.3 Ortofoto area stabilimento (Google 2011) Analisi incidentale In questo paragrafo e nei successivi si riassumono gli esiti derivanti dall analisi di rischio condotta dall azienda. L analisi dell'attività oggetto dello studio consente di pervenire alla individuazione delle modalità incidentali di riferimento, alla stima della frequenza di accadimento e alla valutazione delle conseguenze in termini di possibili danni per le persone e l'ambiente. Si richiamano alcuni principi base che possono consentire una migliore interpretazione delle simulazioni condotte dall azienda e contenute nei paragrafi che seguono. Per sequenza incidentale si intende l'accadimento di una successione di eventi che, a partire da una situazione anomala, porta ad una prima situazione potenzialmente pericolosa (scenario iniziale). Lo sviluppo dello scenario considera invece come, a partire dallo scenario iniziale, la situazione possa evolvere tenendo conto delle caratteristiche fisiche e di rischio della sostanza in gioco e delle possibili misure preventive e protettive presenti. La situazione finale che si viene a determinare viene chiamata scenario incidentale. Gli scenari incidentali sono relativi alle manifestazioni fisiche pericolose degli incidenti. Infine le conseguenze riguardano gli effetti dello scenario incidentale sull'intorno del luogo dell'incidente prendendo in considerazione quei dettagli che non sono direttamente correlabili con lo sviluppo dello scenario, ma dipendono dalla situazione al contorno (ad esempio in termini di condizioni meteorologiche: condizioni classe di stabilità atmosferica D e 48

51 velocità media del vento pari a 5m/s e classe di stabilità F con velocità del vento pari a 2m/s). Sono questi gli eventi identificati come incidenti rilevanti. Frequenza attesa degli eventi incidentali In generale le frequenze di accadimento vengono espresse in occasioni/anno e ad esse viene associata una classe di probabilità secondo le indicazioni fornite da organismi internazionali: Classe dell eventod Frequenza attesa di accadimento (occ/anno) Probabile >10-1 Abbastanza probabile 10-2 //10-1 Abbastanza improbabile 10-3 //10-2 Piuttosto improbabile 10-4 //10-3 Improbabile 10-5 //10-4 Molto improbabile 10-6 //10-5 Estremamente improbabile <10-6 Pertanto ad ogni scenario incidentale previsto dall azienda è associata una classe di probabilità ricavata dal confronto della frequenza di accadimento calcolata per l evento con la tabella precedente. Analisi incidentale condotta dall azienda A seguito dell analisi di sicurezza del deposito in oggetto e sulla base dei dati storici di incidenti accaduti in realtà simili sono stati identificati i seguenti possibili eventi incidentali (Top Event): Top Descrizione 1a Incidente nella movimentazione interna mezzi vettori (autocisterne, ATB)* 1b Incidente nella movimentazione interna mezzi vettori (carri ferroviari) 2 Rilascio di liquidi pericolosi nella movimentazione di fusti 3 Rilascio di liquidi pericolosi nella movimentazione di cisternette 4 Rilascio di liquidi pericolosi per l ambiente acquatico ed inquinamento del terreno 5 Incendio (incontrollato) nel magazzino *Nota bene: i prodotti che sono movimentati in autocisterna (ATB) NON sono prodotti pericolosi ai sensi del D.lgs. 334/1999. Le conseguenze degli eventi considerati sono riportate nella tabella di sintesi alla fine del paragrafo. TOP 1/2/3 Incendio per rilascio di prodotti liquidi infiammabili in fusti/cisternette E stata ipotizzata la fuoriuscita totale di liquido da un fusto da 220 litri (Top 2) o da una cisternetta da 1000 litri (Top 3) durante la movimentazione. Nella valutazione delle conseguenze l azienda ha fatto riferimento ai solventi maggiormente rappresentativi nella composizione dei prodotti liquidi infiammabili detenuti e movimentati nelle aree di magazzino B101 A e B (xilene e propanolo). L analisi ha tenuto conto di due possibili fenomeni: - innesco immediato dei vapori sulla superficie liquida della pozza (pool fire) 49

52 - dispersione di vapori infiammabili da pozza con innesco ritardato e incendio della nube (flash-fire) che tuttavia non si distanzia molto dalla superficie della pozza liquida, dando origine quindi ad un incendio del liquido (pool fire) Considerata la durata del fenomeno e la estensione delle zone soggette a irraggiamento termico di medio/alta intensità, sono tuttavia possibili effetti ustionanti sul personale presente, con effetti rilevanti sulle strutture e/o apparecchi adiacenti solo nell'improbabile caso di mancato o ritardato intervento degli impianti fissi antincendio automatici a diluvio schiuma a protezione di entrambe le aree del magazzino infiammabili B101. Secondo le valutazioni dell azienda NON è ragionevole attendersi un effetto domino con propagazione dell incendio; la zona di pericolo è comunque interna all area di pertinenza del deposito ed è comunque possibile intervenire agevolmente con gli idranti in dotazione per lo spegnimento dell incendio. TOP 4 Rilascio di liquidi pericolosi per l ambiente acquatico ed inquinamento del terreno Le ipotesi incidentali coinvolgono i chemicals presenti in deposito ai quali si associa una classificazione N(R o loro combinazioni). Per quanto attiene i prodotti imballati possono verificarsi in fase di movimentazione esterna al magazzino degli eventi incidentali assimilabili per cause a quelle identificate per il TOP 2/3; l eventuale sversamento si verificherebbe per cisternette di volume non superiore ai 1000 litri su superfici impermeabili e drenate verso la vasca di raccolta e da qui recuperate per lo smaltimento. Per i prodotti sfusi detenuti in serbatoi sono adottate procedure di travaso, di controllo e manutentivo e tecniche di progettazione e realizzazione delle strutture e linee di trasferimento tali da escludere potenziale contaminazione del suolo in caso di incidente. Il sistema fognario è stato dimensionato per contenere la massima portata prevista per l uso dei sistemi di spegnimento ad acqua o schiuma. Il drenaggio avviene con recapito in vasca di raccolta dedicata. In considerazione della natura tossica o nociva dei prodotti stoccati nel magazzino sono state adottate tutte le misure per impedire che in qualunque condizione incidentale, per sversamento di prodotto liquido o per incendio e conseguente utilizzo di acqua come mezzo estinguente, si abbia un rilascio inquinante sul terreno e nella falda che potrebbe dar luogo ad un inquinamento generalizzato dell area circostante. Le ricadute di prodotti di combustione in caso di incendio non è tale, secondo l azienda, da richiedere interventi di bonifica. Con queste premesse l azienda stima un danno ambientale LIEVE. TOP 5 incendio incontrollato di prodotti fitofarmaci in un area critica di magazzino L analisi ha ipotizzato un incendio incontrollato nell area A101-D compartimentata REI 120 del deposito destinata a prodotti fitofarmaci tossici con la conseguente diffusione di fumi tossici prodotti dalla loro combustione. L analisi ha considerato l ipotesi che tutto il materiale stoccato (con le peggiori caratteristiche di pericolosità) nell area compartimentata sia interessato dalla combustione. In considerazione del carico di incendio presente, anche se l incendio non venisse estinto o contenuto all interno dall impianto sprinkler esistente (a soffitto e scaffali), la struttura portante e separata non cederebbe evitando la propagazione dell incendio alle aree vicine. 50

53 Potendo cedere le vetrate degli shed di copertura la superficie di emissione dei fumi verrebbe a coincidere con quella dei lucernari pari a 90 m2 in copertura a 7 metri di altezza in cui sono inseriti anche gli evacuatori automatici di fumo e calore. Nell analisi e nella rappresentazione dei suoi effetti l azienda ha fatto riferimento ad un solo gas tossico rappresentativo della nube di fumi tossici nel suo complesso (acido cloridrico HCl), in quanto è quello che determina la maggiore estensione delle aree di impatto; ad esso l azienda ha ricondotto, mediante una somma pesata rispetto ai relativi limiti di tossicità acuta, anche le portate degli altri inquinanti emessi coi fumi di combustione Le aree di danno per tutti gli scenari incidentali ipotizzati risultano essere le seguenti: Scenario incident Top 1 Top 2 Top 3 Top 4 Top 5 Descrizione evento Incidente stradale con rilascio di prodotto da fusto e cisternetta Vedi Top 2 e 3 Rilascio di Xilene per rottura fusto da 220 litri durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Rilascio di Xilene per rottura cisternetta da 1000 litri durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Rilascio di prodotto pericoloso per l ambiente per: incidente stradale e durante la movimentazione di fusto o cisternetta; perdita durante le operazioni di scarico da autobotte in cisternetta; acque inquinate da spegnimento incendio Incendio in un area magazzino con prodotti fitofarmaci tossici (A101-D) Frequenza del top event (eventi/anno) 5,7*10-4 Rilascio 4*10-1 Rilascio 2,7*10-2 Rilascio Vedi Top 2/3 4,4*10-3 Principio di incendio Cond. meteo Tipologia e frequenza dello scenario (eventi/anno) Vedi Top 2/3/4 12,5 kw/m2 Aree coinvolte (distanze espresse in m) Pool fire Flash fire Dispersione Aree di danno 7 kw/m2 5 kw/m2 3 kw/m2 1^ zona LFL 2^ zona ½ LFL 1^ 2^ 3^ zona zona zona LC50 IDLH LOC Vedi Top 2/3 Vedi Top 2/3 Vapori non tossici D5 16,9 19,4 20,9 23,9 0 1,3 Vapori non tossici 4*10-3 Incendio F2 13,7 17,1 19,6 23,8 0 2,0 Vapori non tossici D5 26, ,5 39,8 0 1,8 Vapori non tossici 2,7*10-4 Incendio F2 17, ,9 35,1 0 7,0 Vapori non tossici 2,3*10-7 Rilascio accidentale con perdita della fognatura - - Nessun rischio di inquinamento: acque inquinate intercettate prima dell arrivo all impianto di trattamento Bracco Imaging D5 1,9* Incendio - - F2 incontrollato In sintesi: - in caso di incendio per rilascio da un fusto o cisternetta (TOP 2 e 3) la massima estensione delle aree di danno è pari a circa 40 m - in caso di incendio incontrollato nel magazzino (TOP 5) i valori soglia riferiti alla 1^ e 2^ zona di danno, nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari, non vengono mai raggiunti ad altezza d uomo, in nessuna delle condizioni meteo esaminate - sempre con riferimento al punto che precede, il valore soglia riferito alla 3^ zona di danno LOC HCL = 7,5 mg/m 3 (corrispondente alla soglia di allerta per la popolazione senza danni immediati, ma con possibili effetti su soggetti più deboli e suscettibili), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari viene raggiunto alla massima distanza di 300 m in condizioni atmosferiche stabili con velocità del vento medio alte (D-5, D-1), al diminuire della velocità del vento la soglia non viene più raggiunta 51

54 Nella 1^, 2^ e 3^ zona di danno determinata dai TOP 2 e 3 rientra una porzione molto limitata di ex insediamenti industriali attualmente non utilizzati e non frequentati, confinanti a sud del magazzino B101, oltre i confini dello stabilimento. Nella 3^ zona di danno determinata dal TOP 5 rientrano: - l intera area del deposito BASF - buona parte dello stabilimento BRACCO IMAGING Spa confinante a nord est - una piccola porzione di un insediamento industriale ed un crossodromo a ovest - il terreno boschivo a nord ed ovest nessun altro elemento sensibile e vulnerabile, né alcun centro abitato. Queste aree di danno non sono comunque di interesse ai fini della verifica di compatibilità territoriale in quanto il D.M non prevede la 3^ zona di danno per le dispersioni tossiche, limitandosi a riportare solo le condizioni di vincolo per la 1^ e 2^ zona che non vengono mai raggiunte Effetto domino Considerata la configurazione delle diverse aree di stoccaggio della logistica e della dislocazione dei prodotti pericolosi ai sensi del D.lgs. 334/1999, l azienda ritiene che qualora si manifestino degli eventi incidentali iniziali, seppure si estendano fino ad interessare un area di maggiore significatività, non possono in alcun modo comportare dei coinvolgimenti delle aree limitrofe. Per ciò che riguarda gli effetti di incendi (irraggiamenti termici) e la diffusione dei fumi tossici derivanti dall'incendio si rimanda ai risultati dell'analisi delle conseguenze riportati nel Rapporto di Sicurezza, da cui si evidenzia che non esistono rischi di possibili effetti domino se non il rischio intrinseco di propagazione di incendio ad una intera area compartimentata di magazzino in caso di mancato intervento degli impianti antincendio automatici esistenti Misure poste in essere per contenere le conseguenze Ai fini di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l uomo e l ambiente la società ha predisposto una serie di misure tecniche ed impiantistiche (presidi di sicurezza antincendio, impianti fissi di spegnimento comandati da sistemi di rilevazione automatici con restituzione dei segnali di allarme alla portineria ed agli uffici operativi), operative (compartimentazione dei prodotti tossici, protezione degli edifici dalle fulminazioni) e gestionali (sistema di gestione della sicurezza, Piano di Emergenza Interno, presenza della squadra di pronto intervento, formazione ed informazione del personale). Certificato Prevenzione Incendi e Autorizzazioni Nel maggio del 2009 è stata redatta una relazione tecnica di prevenzione incendi al fine dell'ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi e di stabilire lo stato di fatto del sito, il quale è stato oggetto, dal anno di presentazione della pratica NOP - di numerose varianti, sempre regolarmente approvate dal Comando dei Vigili del Fuoco. 52

55 5.2.9 Piani di emergenza Riguardo il PEE (Piano di Emergenza Esterno), è stato predisposto dalla Prefettura di Milano nel Il Comune ha elaborato nel 2012 un proprio Piano di Emergenza Comunale comprendente il rischio industriale attualmente in fase di approvazione. Il Piano di Emergenza Interno, è stato predisposto in conformità ai dettami dell Allegato IV del D.lgs. 334/1999. La Scheda informativa sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e per i lavoratori del 2011, riporta le tipologie di effetti per la popolazione e per l ambiente Valutazione della compatibilità ambientale e territoriale Compatibilità territoriale La rappresentazione grafica delle aree (o zone) di danno viene condotta per gli scenari incidentali che comportano aree di danno sia interne che esterne al perimetro del deposito. Per la definizione delle categorie territoriali teoricamente compatibili è stata presa a riferimento la Tabella 3a del D.M (categorizzazione di tipo probabilistico) secondo le indicazioni della Regione Lombardia. Sulla base delle elaborazioni condotte si perviene alla seguente rappresentazione: Evento 3^ zona 4^ zona TOP 2 Incendio per r rilascio infiammabili 1^ zona 2^ zona (lesioni (lesioni (Xilene) da fusto (elevata letalità) (inizio letalità) (4*10-3 irreversibili) reversibili) eventi/anno) Distanze di danno scenario pool fire (metri) Categorie territoriali (ex Tab. 3a D.M ) F F EF DEF Evento 3^ zona 4^ zona TOP 3 Incendio per rilascio infiammabili da 1^ zona 2^ zona (lesioni (lesioni cisternetta (elevata letalità) (inizio letalità) (2,7*10-4 irreversibili) reversibili) eventi/anno) Distanze di danno scenario pool fire (metri) Categorie territoriali (ex Tab. 3a D.M ) F EF DEF CDEF Le zone di danno derivanti dai potenziali scenari incidentali considerati dall azienda interessano le aree interne dello stabilimento e immediatamente limitrofe che insistono sul confinante territorio comunale di Ceriano Laghetto. Per queste zone le categorie territoriali ammissibili (grado di urbanizzazione e tipologie insediative ammesse) (in carattere grassetto) derivano dalla sovrapposizione delle previsioni urbanistiche comunali per l ambito (vedi precedente capitolo 3 e art. 21 NTA del Piano delle Regole del Comune di Ceriano Laghetto) con le ulteriori limitazioni poste dal D.M (vedi Tabella 1 al capitolo 2) per le categorie individuate nelle tabelle che precedono. 53

56 Le figure che seguono riportano l inviluppo delle zone di danno in riferimento alle tabelle che precedono, su base cartografica tecnica comunale. Figura 5.4 Aree di danno conseguenti allo scenario incidentale pool fire TOP 2 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili) 54

57 Figura 5.5 aree di danno conseguenti allo scenario incidentale pool fire TOP 3 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili) Per quanto riguarda il Top event 5 il valore soglia riferito alla 3^ zona di danno LOC HCL = 7,5 mg/m 3 (corrispondente alla soglia di allerta per la popolazione senza danni immediati, ma con possibili effetti su soggetti più deboli e suscettibili), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari viene raggiunto alla massima distanza di 300 m in condizioni atmosferiche stabili con velocità del vento medio alte (D-5, D-1), al diminuire della velocità del vento la soglia non viene più raggiunta. Queste aree di danno non sono di interesse ai fini della verifica di compatibilità territoriale in quanto il D.M non prevede la 3^ zona di danno per le dispersioni tossiche, limitandosi a riportare solo le condizioni di vincolo per la 2^ zona che non viene mai raggiunta. A scopo cautelativo, seguendo i suggerimenti delle linee guida regionali, si propone di estendere le valutazioni anche a questo scenario ed alle relative aree di danno al fine di una verifica della compatibilità territoriale. 55

58 Per la definizione delle categorie territoriali teoricamente compatibili è stata presa a riferimento la Tabella 3a del D.M (categorizzazione di tipo probabilistico) secondo le indicazioni della Regione Lombardia. Evento 2^ zona 3^ zona 1^ zona zona TOP 5 Dispersione a seguito di incendio (lesioni (lesioni (1,9 1,9*10 (elevata letalità) (inizio letalità) eventi/anno) irreversibili) reversibili) Distanze di danno (metri) Non raggiunta Non prevista Non raggiunta 300 Categorie territoriali (ex Tab.3a D.M ) BCDEF Figura 5.6 Aree di danno conseguenti allo scenario incidentale diffusione fumi tossici a seguito incendio TOP 5 Scenario incidentale inviluppo zona di danno (valore soglia: lesioni reversibili) In questo caso le zone di danno derivanti dai potenziali scenari incidentali considerati dalla azienda interessano aree interne dello stabilimento ma anche più estese che insistono esclusivamente sul territorio comunale di Ceriano Laghetto. Per queste zone le categorie territoriali ammissibili (grado di urbanizzazione e tipologie insediative ammesse) derivano dalla sovrapposizione delle previsioni urbanistiche comunali per l ambito (vedi precedente capitolo 3 e artt. 21, 23, 27, 31 NTA del Piano delle Regole del Comune di Ceriano Laghetto) con le ulteriori limitazioni poste dal D.M (vedi tabella 1 al precedente capitolo 2) per le categorie individuate nelle tabelle che precedono. Analisi delle eventuali criticità sul sistema viabilistico Stante le analisi condotte sinora dall azienda e stante le caratteristiche locali, in caso di evento incidentale non risulta coinvolta direttamente la viabilità principale posta a contorno dello stabilimento per la quale dovranno essere valutate eventuali limitazioni di transito e accesso 56

59 5.3 SICO S.p.A. nell ipotesi si verifichino gli scenari conseguenti agli eventi incidentali considerati. Eventualità già considerata dal Piano di Emergenza Comunale di Cesano Maderno e dal Piano di Emergenza Esterno predisposto dalla Prefettura. Compatibilità ambientale Il rilascio di prodotti tossici o di acque inquinate è contenuto all interno del deposito, nella vasca di emergenza e nella rete fognaria per rilasci all esterno. Le ricadute di prodotti di combustione in caso di incendio non è tale, secondo l azienda, da richiedere interventi di bonifica. Il gestore classifica come LIEVE la potenziale incidenza degli eventi incidentali considerati sulle componenti ambientali. Si riportano le principali informazioni trasmesse dalla SICO S.p.A., contenute in particolare nei seguenti documenti: - Notifica del maggio 2000 ex art. 6 D.lgs. 334/1999, confermata nel marzo Scheda informativa sui rischi di incidente rilevante del gennaio 2011, predisposta ai sensi del D.lgs. 334/ Rapporto conclusivo ultima verifica SGS (Sistema di Gestione della Sicurezza) dell ottobre Scheda di sintesi dell analisi di sicurezza del settembre NAR (Non Aggravio di Rischio) con conseguenze sulle aree di danno del novembre 2003 disponibili presso gli uffici comunali. Per la parte relativa agli elementi territoriali ed ambientali di particolare significato ai fini del presente studio si fa riferimento a quanto riportato nel capitolo precedente per la ditta BASF Italia S.r.l. stante la vicinanza tra i due siti Dati Identificativi dell Azienda Azienda: SICO S.p.A. Sede legale: Saronno (VA) Via Morandi 10 Stabilimento: Cesano Maderno (MB) Via Marconato snc Telefono: 0362 / Fax: 0362 / Settore attività: Principali prodotti: Gestore dello stabilimento: Responsabile impianto: Portavoce della società: Descrizione dell attività svolta Produzione e distribuzione gas tecnici liquidi e gassosi produzione e stoccaggio gas tecnici medicali, alimentari ed industriali Giovanni Grigato Domenico Patera Giovanni Grigato L attività svolta nel sito produttivo SICO S.p.A. consiste nella produzione, stoccaggio e commercializzazione di gas tecnici, medicali, alimentari ed industriali. 57

60 L azienda produce ossigeno, azoto ed argon mediante processo di frazionamento dell aria e produzione di idrogeno mediante processo di tipo steam reforming da gas naturale. Produzione di ossigeno, azoto ed argon: mediante frazionamento dell aria in n. 2 colonne Due impianti per la produzione, tecnologicamente identici, operano la produzione di gas tecnici mediante un processo di tipo fisico di frazionamento (distillazione) dell aria atmosferica effettuato in colonne a due stadi. Il frazionamento dell aria nei suoi tre componenti principali (ossigeno, azoto ed argon), consiste in un processo di compressione e raffreddamento dell aria stessa fino ad arrivare al punto di liquefazione; l aria liquida ottenuta viene così inviata alle torri di distillazione, composte di due stadi, uno a media e l altro a bassa pressione, in cui avviene il frazionamento vero e proprio dell aria nei tre gas suddetti. I prodotti finiti ottenuti, debitamente raffreddati vengono inviati, in fase liquida, ai relativi serbatoi di stoccaggio da dove con pompe sono trasferiti con autocisterne alle utenze. Produzione di Idrogeno: produzione con processo steam reforming da gas metano L'impianto produce 250 Nm 3 /h di idrogeno, con purezza 99,995% vol., partendo da gas naturale alla pressione di circa 18,5 barg, attraverso le seguenti operazioni: - desolforazione gas naturale - miscelazione del gas naturale con vapore d'acqua - preriscaldo della miscela gas naturale - vapore d'acqua - reforming della miscela gas naturale - vapore d'acqua - conversione dell'ossido di carbonio con vapore d acqua - condensazione e separazione del vapore d'acqua recupero condense - purificazione del gas mediante assorbimento su setacci molecolari (sezione PSA) - compressione idrogeno - stoccaggio idrogeno II gas naturale dal limite di batteria dell'impianto, proviene da una cabina di decompressione a circa barg, e viene miscelato con una corrente di idrogeno e quindi inviato nella zona convettiva dove inizierà la fase di produzione con un pre-riscaldamento. Stoccaggi I prodotti finiti attualmente vengono stoccati in serbatoi verticali fuori terra e carri bombolai di diversa capacità (ossigeno, azoto ed argon idrogeno), e vengono trasferiti a seconda delle necessità in ATB e/o ATK con movimentazione su strada; alcuni clienti vengono riforniti in continuo mediante ossigenodotti (ospedali) Struttura aziendale Lo stabilimento occupa una superficie complessiva di circa m² di cui circa m² coperti da edifici in muratura e circa m² dedicati ad installazioni industriali costruite all aperto. 58

61 Figura 5.7 Layout impianto (Scheda informativa SICO S.p.A.) Descrizione del territorio circostante lo stabilimento Lo stabilimento è all interno dell area industriale di interesse sovracomunale di Cesano Maderno e confina sul lato sud con la ferrovia Saronno-Seregno, ad ovest con la PIP ex ACNA (entro cui è collocato lo stabilimento BASF Italia s.r.l.), ad est con capannoni artigianali e a nord con area consortile (parcheggio automezzi). Rispetto allo stabilimento si individuano le seguenti aree urbane più significative: - a nord-est l abitato di Seveso (circa m) - ad est gli abitati di Cesano Maderno (via Martinelli a circa 300 m, via Marconato a circa 500 m, Villaggio SNIA a circa 900 m) - a sud-est abitato di Limbiate loc. Mombello (a circa m) - a sud abitato di Bovisio Masciago (a circa m) - a sud-ovest abitato di Solaro loc. Villaggio Brollo (a circa 500 m) - a ovest abitato di Ceriano Laghetto - loc. Villaggio Brollo (a circa 500 m) - a nord-ovest abitato di Cogliate - loc. Villaggio ACNA (a circa 300 m) Le coordinate del sito sono: - latitudine (N) ,9 - longitudine (E) ,02 L insediamento occupa parti di territorio classificate dagli strumenti urbanistici come: classificazione da PRG: - zona D2 produttiva di interesse strategico - zona F3 standard per insediamenti produttivi classificazione da PGT (in fase di redazione): - Sistema secondario zona produttiva di interesse strategico (PS) - Sistema dei servizi zona per servizi locali (SL) L estratto ortofografico che segue individua il contesto territoriale con il perimetro aziendale, disegnato sulla base della planimetria dello stabilimento allegato alla Scheda informativa di cui all all. V del D.lgs. 334/

62 Elementi territoriali vulnerabili: - nelle vicinanze di Sico S.p.A. sono ubicati gli stabilimenti BASF Italia S.r.l. (art. 8 D.lgs. 334/1999), Bracco Imaging e Trifarma (ex Alchymars) (art. 5.2 D.lgs. 334/1999) - a circa 100 m dall entrata di SICO S.p.A. è ubicato un albergoristorante, frequentato dalle maestranze e dagli ospiti di aziende produttive della zona - la scuola primaria Don A. Mauri di via Sardegna è ubicata ad una distanza di m nell intorno dello stabilimento - la chiesa SS. Ambrogio e Carlo in piazza San Carlo Borromeo è ubicata ad una distanza di 900 m nell intorno dello stabilimento Figura 5.8 Ortofoto area stabilimento (Google 2011) Principali sostanze, classificazione ed etichettatura In SICO S.p.A. sono presenti le seguenti sostanze che, a termini di legge, sono giudicate suscettibili di causare un incidente rilevante. N CAS SOSTANZA DESCRIZIONE CLASSE PERICOLO CARATTERISTICH E PERICOLOSITA Max. Q.tà Presente Ossigeno R8 Comburente m Idrogeno R12 Altamente Infiammabile m 3 60

63 5.3.6 Natura dei rischi di incidente rilevante La natura dei rischi di incidente rilevante presenti presso lo stabilimento di produzione primaria di SICO S.p.A. è correlata alla presenza di sostanze pericolose, così come identificate dal D.lgs. 334/1999, elencate al punto precedente, in particolare ossigeno e idrogeno, rispettivamente per la loro natura comburente ed altamente infiammabile. Dall analisi svolta dall azienda risultano esservi 6 Top Event, di cui il Top 1 (rilascio ossigeno per rottura serbatoio da m 3 ) in grado di provocare conseguenze all esterno dello stabilimento. Si fa presente che i 6 Top Event incidentali evidenziati nel seguito sono estratti da bibliografia ufficiale, così come la valutazione delle classi di frequenza (n eventi/anno) Ipotesi incidentali ragionevolmente prevedibili In questo paragrafo e nei successivi si riassumono gli esiti derivanti dall analisi di rischio condotta dall azienda. L analisi dell'attività oggetto dello studio consente di pervenire alla individuazione delle modalità incidentali di riferimento, alla stima della frequenza di accadimento e alla valutazione delle conseguenze in termini di possibili danni per le persone e l'ambiente. Come già anticipato per sequenza incidentale si intende l'accadimento di una successione di eventi che, a partire da una situazione anomala, porta ad una prima situazione potenzialmente pericolosa (scenario iniziale). Lo sviluppo dello scenario considera invece come, a partire dallo scenario iniziale, la situazione possa evolvere tenendo conto delle caratteristiche fisiche e di rischio della sostanza in gioco e delle possibili misure preventive e protettive presenti. La situazione finale che si viene a determinare viene chiamata scenario incidentale. Gli scenari incidentali sono relativi alle manifestazioni fisiche pericolose degli incidenti. Infine le conseguenze riguardano gli effetti dello scenario incidentale sull'intorno del luogo dell'incidente prendendo in considerazione quei dettagli che non sono direttamente correlabili con lo sviluppo dello scenario, ma dipendono dalla situazione al contorno (ad esempio in termini di condizioni meteorologiche). Sono questi gli eventi identificati come incidenti rilevanti. Ad ogni scenario incidentale è associata una classe di probabilità e la relativa frequenza di accadimento espressa in occasioni/anno Stima delle distanze a cui potrebbero manifestarsi effetti pericolosi per la salute e per l ambiente Le ipotesi incidentali e le relative aree di danno vengono analizzate facendo riferimento alle produzioni presenti nello stabilimento. Vedi tabella riepilogativa riportata di seguito. 61

64 Ipotesi incidentale Area/impianto n. Descrizione coinvolto Impianto produzione ossigeno Sulla base della letteratura tecnica per tale sostanza sono state ipotizzate le aree di danno riferite a differenti valori di concentrazione in atmosfera come di seguito riportato: - concentrazione di ossigeno in aria pari al 41%: tutti i materiali bruciano ad eccezione del vetro e del ptfe (Bretherick s handbook of reactive chemical hazards, vol. 2, pagg ) - concentrazione di ossigeno in aria pari al 32%: i materiali ritardanti di fiamma risultano inefficaci (Bretherick s handbook of reactive chemical hazards, vol. 2, pagg ) - concentrazione di ossigeno in aria pari al 24%: condizione di pericolo (Hazardous chemical handbook, P.A. Carson & C.J. Mumford, pag. 283), aumenta il rischio di incendio (Hazardous in the chemical laboratory, 5th edition, S.G. Luxon, pag. 516) Vengono analizzate e valutate le conseguenze relative a Top Event relativi a rottura serbatoi di contenimento (Top 1), rilascio per rottura manichetta (Top 2) e rottura tubazione impianto (Top 3). I calcoli effettuati dall azienda si riferiscono alle concentrazioni di ossigeno pari a 41%, 32%, 24%. Dall analisi del documento (Scheda informazione per i lavoratori e la popolazione) e della planimetria delle aree di danno fornita dal gestore e sulla base delle valutazioni condotte nel PEC, si interpreta quindi che queste rappresentino, ai fini della gestione delle emergenze di protezione civile, rispettivamente la prima, la seconda e la terza zona di danno. Tali assunzioni vengono riprese nel presente elaborato considerando gli esiti delle simulazioni condotte dall azienda in relazione alle diverse condizioni meteorogiche (condizione più sfavorevole=f1, vedi tabella che segue). Le ipotesi incidentali relative a rilascio di ossigeno ed incendio NON possono provocare effetti sulla popolazione in quanto la mappatura delle aree di danno evidenzia che per le stesse vi è un raggio di azione massimo di 65,5 m (rilascio di ossigeno) che non coinvolge le aree residenziali. Frequenza ipotesi (eventi/anno) Scenario incidentale Frequenza scenario (eventi/anno) Elevata letalità Distanze di danno (m) Inizio Lesioni letalità irreversibili Lesioni reversibili Dispersione Rilascio 15,5 20,5 16,5 26,5 O 2 41% ossigeno Serbatoio Dispersione Top 1* per rottura 2,0*10 15, ,4 33 ossigeno AA -5 2,0*10-5 O 2 32% serbatoio da 1000 m3 Dispersione 35,54 56,6 50,5 65,5 O 2 24% Dispersione O 2 41% Rilascio per Impianto Dispersione Top 2* rottura riempimento 5,7*10-4 5,7*10-4 3,5 4,5 3 3,5 O 2 32% manichetta ossigeno Dispersione O 2 24% Dispersione ,5 Rilascio per O 2 41% Impianto rottura Dispersione Top 3* frazionamento 8,1*10-6 8,1*10-6 3,5 4,5 3,5 5 tubazione O 2 32% aria impianto Dispersione 8 9,5 8 9,5 O 2 24% *le distanze di danno indicate in corsivo fanno riferimento a diverse condizioni meteorologiche (nell ordine D2, D1, F2, F1) considerate dall azienda nelle proprie valutazioni (vedi Scheda di valutazione tecnica e Scheda informativa) Impianto produzione idrogeno Vengono analizzate e valutate le conseguenze relative a Top Event relativi a rottura tubazione gas naturale e desolforatore (Top 4), rottura tubazione 62

65 gas di processo uscita reforming (Top 5), rottura tubazione idrogeno e stoccaggio (Top 6). Ipotesi incidentale n. Descrizione Area/impiant o coinvolto Rottura Top 4 tubazione gas Desolforatore naturale area desolforatore idrogeno tubazione DN 80 Top 5 Top 6 Rottura tubazione gas di processo uscita reforming Rottura tubazione idrogeno a stoccaggio a.f. = adicenze fiamma Impianto steam reforming Area riempimento idrogeno Frequenza ipotesi (eventi/anno) 2,7*10-7 Scenario incidentale Dispersione di idrogeno Jet fire Frequenza scenario (eventi/anno) 2,4 *10-7 Elevata letalità Distanze di danno (m) Inizio Lesioni letalità irreversibili Lesioni reversibili 2,5 4,5 2,5 4,5 a.f. a.f. 2,5 4,5 4,8*10-7 Jet fire 2,4*10-7 a.f ,3*10-6 Jet fire 2,4*10-7 a.f. a.f. a.f. 3 Nell aggiornamento della Scheda informativa per i lavoratori e la popolazione del gennaio 2011 (vedi allegato 1) l azienda produce la planimetria con le zone di danno conseguenti agli eventi incidentali in cui, in particolare per il Top 1, si tiene conto della presenza delle strutture esistenti (edifici in cui sono collocati impianti e stoccaggi) che possono limitare la dispersione dell ossigeno in caso di fuoriuscita verso il lato sud dello stabilimento. Le considerazioni che seguono faranno comunque riferimento alle ipotesi più conservative prodotte dall azienda nel tempo Misure di prevenzione e sicurezza adottate Ai fini di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l uomo e l ambiente la società ha predisposto una serie di misure tecniche ed impiantistiche (presidi di sicurezza antincendio, impianti fissi di spegnimento comandati da sistemi di rilevazione automatici con restituzione dei segnali di allarme alla portineria ed agli uffici operativi), operative e gestionali (sistema di gestione della sicurezza, piano di emergenza interno, presenza della squadra di pronto intervento, formazione ed informazione del personale). Lo stabilimento SICO S.p.A. si trova all interno di un area esclusivamente industriale nella quale possono essere coinvolti mezzi ed operatori in transito, i quali sono informati su tale tipologia di rischio e sulle relative misure di tutela. Per il rischio di incendio l azienda è dotata si apposito impianto costituito da: - rete antincendio fissa ad anello chiuso con prelievo di acqua da vasche di accumulo dedicate - gruppo elettrogeno per impianto antincendio area idrogeno - impianto automatico antincendio con sensori di gas in area idrogeno - estintori portatili e carrellati - pulsanti di emergenza, avvisatori acustici ed ottici Il sistema antincendio viene sottoposto periodicamente a verifiche di funzionalità da parte di aziende esterne e di personale interno. 63

66 La SICO S.p.A. è inoltre dotata di una squadra di emergenza che effettua periodiche prove di emergenza ed evacuazione. Certificato Prevenzione Incendi e Autorizzazioni Attualmente SICO S.p.A. dispone di specifico CPI rilasciato in data dai Vigili del Fuoco di Milano Effetto domino Sulla base delle valutazioni dell azienda, gli unici eventi incidentali, che potrebbero comportare eventuali effetti domino, sono rappresentati dai getti incendiati. Dall analisi di questi eventi e più in particolare dei getti incendiati di idrogeno e delle protezioni presenti nei locali ove si possono verificare gli incidenti, si rileva che sia la limitata durata degli eventi sia l attuazione dei sistemi di prevenzione/protezione, rappresentati da rilevatori di gas e da impianti fissi ad acqua frazionata o da impianti fissi di spegnimento a gas inerte, rendono estremamente remota la possibilità che possano verificarsi effetti domino all interno dei locali di produzione e di condizionamento Piani di emergenza Riguardo il PEE (Piano di Emergenza Esterno), non è stato predisposto dall Autorità competente (Prefetto) ai sensi dell art. 20 del D.lgs. 238/2005. Il Comune di Cesano Maderno ha elaborato nel 2012 un proprio Piano di Emergenza Comunale comprendente il rischio industriale, attualmente in fase di approvazione. Il Piano di Emergenza Interno, è stato predisposto in conformità ai dettami dell Allegato IV del D.lgs. 334/1999. La Scheda informativa sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e per i lavoratori del 2011, riporta le tipologie di effetti per la popolazione e per l ambiente Valutazione della compatibilità ambientale e territoriale Compatibilità territoriale La rappresentazione grafica delle aree (o zone) di danno viene condotta per gli scenari incidentali che comportano aree di danno sia interne che esterne al perimetro del deposito. Per la definizione delle categorie territoriali teoricamente compatibili è stata presa a riferimento la Tabella 3a del D.M (categorizzazione di tipo probabilistico) secondo le indicazioni della Regione Lombardia. Con le assunzioni viste si perviene alla seguente rappresentazione: 64

67 Evento TOP 1 Rilascio di ossigeno per rottura serbatoio (2*10-5 eventi/anno) (ricomprende i TOP 2 e 3) Distanze di danno scenario dispersione ossigeno (metri) Categorie territoriali (ex Tab. 3a D.M ) Evento TOP 5 Rilascio di idrogeno per rottura tubazione (2,4*10-7 eventi/anno) Distanze di danno scenario jet fire (metri) Categorie territoriali (ex Tab. 3a D.M ) a.f.= adiacenze fiamma 1^ zona (elevata letalità) 26,5 (Interna stabilimento) 2^ zona (inizio letalità) n.d. 3^ zona (lesioni irreversibili) 33 (Interna stabilimento) 4^ zona (lesioni reversibili) 65,5 EF - CDEF BCDEF 1^ zona (elevata letalità) a.f. (Interna stabilimento) 2^ zona (inizio letalità) 6 (Interna stabilimento) 3^ zona (lesioni irreversibili) 9 (Interna stabilimento) 4^ zona (lesioni reversibili) 15 (Interna stabilimento) DEF CDEF BCDEF ABCDEF Le zone di danno derivanti dai potenziali scenari incidentali considerati dalla azienda interessano le aree interne dello stabilimento e nel caso del TOP 1 quelle immediatamente limitrofe che insistono sul territorio comunale di Cesano Maderno. Nelle tabelle le categorie territoriali teoricamente compatibili sono riportate in corsivo in quanto nell ambito delle attività ispettive condotte da ARPA ai sensi del D.M e dell art. 25 del D.lgs. 334/1999 sul Sistema di gestione della sicurezza aziendale, è stata data la seguente indicazione (Rapporto finale di ispezione del ): In base alla documentazione esaminata ed ai sopralluoghi effettuati, il gruppo di lavoro ritiene che, in base al DM 9 maggio 2001, gli elementi territoriali interessati dall unico top event che interessa l esterno dello stabilimento (Top 1, concentrazioni di ossigeno al 24%), fermo restando che la formale identificazione è di competenza del Comune di Cesano Maderno, siano verosimilmente da individuarsi nella categoria F, ovvero aree entro le quali non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l ordinaria presenza di gruppi di persone.. Per queste zone le categorie territoriali ammissibili (grado di urbanizzazione e tipologie insediative ammesse) (in grassetto) derivano dalla sovrapposizione delle previsioni urbanistiche comunali per l ambito (vedi precedente capitolo 3 e artt. 31, 48 NTA del redigendo Piano delle Regole) con le ulteriori limitazioni poste dal D.M (vedi Tabella 1 al capitolo 2) per le categorie individuate nelle tabelle che precedono. 65

68 Figura - Aree di danno a seguito degli eventi incidentali TOP 1 e TOP 5 Scenario incidentale inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili) Analisi delle eventuali criticità sul sistema viabilistico Stante le analisi condotte sinora dall azienda e stante le caratteristiche locali, in caso di evento incidentale non risulta coinvolta direttamente la viabilità principale posta a contorno dello stabilimento per la quale dovranno essere valutate eventuali limitazioni di transito e accesso nell ipotesi si verifichino gli scenari conseguenti agli eventi incidentali considerati. E invece interessato il sedime della linea ferroviaria Seregno-Saronno che passa al confine sud dello stabilimento per la quale il Piano di Emergenza Comunale prevede le opportune procedure di intervento. Compatibilità ambientale All interno dello Stabilimento SICO S.p.A. non sono presenti sostanze, intermedi o prodotti classificati pericolosi per l ambiente. 66

69 L azienda aderisce all iniziativa consortile per il trattamento delle acque al quale conferisce i reflui provenienti dalle operazioni di raffreddamento (troppo pieno per condensazione dell evaporato) e quelle di accumulo di prima pioggia. Eventuali rilasci di sostanza sono tuttavia contenuti in apposito bacino di contenimento e/o in aree cordolate dalle quali il prodotto raggiungerebbe il sistema fognario di fabbrica. La progettazione del sistema di drenaggio è stata realizzata tenendo conto dell'aumentato flusso di acqua conseguente all'eventuale intervento del Vigili del Fuoco. 67

70 6. VALUTAZIONI A SINTESI La materia degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (stabilimenti RIR) è normata a livello nazionale dal D.lgs. 334/1999, così come aggiornato e modificato dal D.lgs. 238/2005 (vedi precedente capitolo 2). In attuazione dell art. 14 del D.lgs. 334/1999, il D.M stabilisce che si sviluppi un apposito Elaborato Tecnico "Rischio di incidenti rilevanti (RIR)" (sinteticamente denominato ERIR) al fine di individuare e disciplinare le aree da sottoporre a specifica regolamentazione, adeguando gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale a vario livello. Nel territorio comunale di Cesano Maderno sono presenti due stabilimenti a rischio di incidente rilevante classificati sulla base dei criteri stabiliti dal D.lgs. 334/1999; essi sono: - BASF Italia S.r.l.: lo stabilimento è dedito allo stoccaggio di prodotti chimici e si trova in via G. Marconato e ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 8 - SICO S.p.A., Società Italiana Carburo Ossigeno: lo stabilimento è dedito alla produzione e stoccaggio di gas tecnici, medicali, alimentari ed industriali e si trova in Via G. Marconato; ricade nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 6 Nel territorio limitrofo sono inoltre presenti gli stabilimenti che rientrano nell applicazione del D.lgs. 334/1999 art. 5.2: - BRACCO IMAGING S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto al confine con Cesano Maderno): lo stabilimento, dedito alla produzione e stoccaggio con generazione di prodotti intermedi relativamente a sostanze chimiche, ha ingresso da Cesano Maderno, in via A. Martinelli - TRIFARMA (ex ALCHYMARS) S.p.A. (in Comune di Ceriano Laghetto): lo stabilimento, dedito alla attività di produzione e stoccaggio sostanze chimiche, ha ingresso in via Industria 6 I gestori degli stabilimenti interessati con comunicazioni separate del dicembre 2012, hanno dichiarato che eventuali zone di danno conseguenti ad eventi incidentali restano confinate all interno del perimetro aziendale. Per quanto riguarda gli esiti dell analisi dei rischi condotti dalla Basf Italia S.r.l., le valutazioni effettuate in merito a possibili scenari incidentali contemplano il superamento di soglie di danno per la salute ma non per l ambiente. Per le considerazioni svolte in precedenza, l azienda individua zone di danno (così come definite dal D.M ) interne ed esterne al perimetro del proprio stabilimento. Le zone di danno derivanti dai potenziali scenari incidentali considerati dall azienda interessano aree che insistono esclusivamente sul territorio comunale di Ceriano Laghetto. Le valutazioni effettuate dalla SICO S.p.A. portano a ricostruire scenari incidentali che possono raggiungere le soglie di danno per la salute ma non per l ambiente considerate nel caso di rilascio di sostanze comburenti e incendio di sostanze infiammabili. L azienda ricostruisce le possibili zone di danno che sono tuttavia contenute all interno del perimetro aziendale e limitate all intorno dello stabilimento coinvolgendo solo marginalmente un area posta all esterno della recinzione, a nord limitata alla viabilità di accesso allo stabilimento in corrispondenza della vasca deposito acqua antincendio ed a sud al sedime della linea ferroviaria Seregno-Saronno, in Comune di Cesano Maderno. Per queste zone le categorie territoriali ammissibili (grado di urbanizzazione e tipologie insediative ammesse) derivano dalla sovrapposizione delle previsioni urbanistiche comunali per l ambito (vedi precedente capitolo 3 e NTA del Piano delle Regole facente parte del redigendo PGT) con le ulteriori limitazioni poste dal D.M (vedi Tabella 68

71 1 al capitolo 2) individuate nel presente studio sulla base degli esiti dell analisi di rischio condotte dalle aziende. 69

72 70

73 Allegato 1: Stabilimenti RIR sul territorio comunale - BASF Italia S.r.l. Scheda informativa - SICO S.p.A. Scheda informativa - Mappatura territoriale stabilimenti RIR

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75 BASF Italia S.r.l. Scheda informativa

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78 BASF ITALIA S.R.L. DEPOSITO DI CESANO MADERNO SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI Febbraio 2011

79 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CITTADINI ED I LAVORATORI SEZIONE 1 Nome della Società BASF Italia S.r.l. Stabilimento di Portavoce della Società (se diverso dal responsabile) La Società ha presentato: NOTIFICA prescritta dall Art. 6, con RAPPORTO DI SICUREZZA ai sensi dell Art. 8 del DLgs 334/99 per: CESANO MADERNO (MB) Via Marconato, CESANO MADERNO (MB) Dott. Virginio Sarto Deposito Prodotti Chimici Quantitativo massimo di sostanze pericolose pari a: Molto Tossici (T+) <500 t Tossici (T) <500 t Comburenti (O) <300 t Infiammabili (R10 p.i. > 55 C) <1000 t Facilmente infiammabili (R11) <1000t Estremamente infiammabili <1t Pericolosi per l ambiente (N): R50 <7.000 t R51&53 <3.000 t Totale < t Altre categorie (reagisce violentemente <20 t a contatto con l'acqua), compreso R14/15 Direttore dello Stabilimento e GESTORE Dott. Virginio Sarto SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 1 di 32

80 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SEZIONE 2 AMMINISTRAZIONI, ENTI, ISTITUTI ED UFFICI A CUI E STATA COMUNICATA LA ASSOGGETTABILITA ALLA PRESENTE NORMATIVA O A CUI E POSSIBILE RICHIEDERE INFORMAZIONI IN MERITO MINISTERO DELL'AMBIENTE Servizio SIAR Via Cristoforo Colombo, ROMA COMITATO TECNICO REGIONALE ISPETTORATO REGIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO Via Ansperto, MILANO REGIONE LOMBARDIA Direzione Generale Ambiente, Energia e Reti Unità Organizzativa Prevenzione Inquinamento Atmosferico Struttura Prevenzione Rischio Industriale 6 piano Lotto Arancione Piazza Citta di Lombardia MILANO PREFETTURA DI MONZA via Prina, Monza PROVINCIA MONZA E BRIANZA Settore Ambiente e Agricoltura Uff. Rischio Industriale Via Napoleone Bonaparte Limbiate Mombello COMANDO PROVINCIALE VVF Via Messina MILANO Sindaco del Comune di Cesano Maderno Piazza Arese n CESANO MADERNO (MB) Sindaco del Comune di Ceriano Laghetto Via Roma, CERIANO LAGHETTO (MB) SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 2 di 32

81 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Descrizione dello stabilimento SEZIONE 3 Nello sito BASF Italia Srl, che si estende su una superficie di circa mq, una ampia porzione è destinata ad l'attività di Deposito di prodotti e preparati chimici di diverse tipologie e natura, nonché di logistica per il Gruppo BASF e per conto terzi, in particolare, per la confinante azienda farmaceutica confinante Bracco Imaging S.r.l. Dal punto di vista logistico, l'attività viene svolta in 3 edifici: A101 e A102, fra loro comunicanti e B101 in posizione distinta e distante, con annessi servizi tecnici e uffici di supporto. In base ai posti-pallets disponibili nelle scaffalature in ogni area di magazzino si può stimare uno stoccaggio massimo complessivo di prodotti pari a c.a t, ripartito in funzione delle caratteristiche di pericolosità fra le varie aree di magazzino in base alla loro destinazione d uso come riportato nel prospetto di Tab. 2 seguente (i valori di giacenza indicati sono quelli massimi), ma la capacità operativa media del deposito è pari a circa l 80% di quella massima teorica. Va comunque precisato che, poiché per molti di questi prodotti dipende fortemente dal periodo stagionale, il riempimento quasi completo del deposito può avvenire solo nel periodo di massima richiesta (picco annuale nel mese di Novembre/Maggio) e per un tempo relativamente breve, corrispondente allo smistamento dei prodotti, mentre, negli altri periodi dell'anno, i quantitativi medi dei prodotti presenti in deposito possono essere anche decisamente inferiori a quelli massimi. NOTA BENE In rosso sono indicate le sostanze pericolose NON ammesse. In giallo sono indicate le sostanze pericolose di cui si ammette lo stoccaggio in condizioni di necessità In verde sono indicate le sostanze pericolose di cui si ammette lo stoccaggio SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 3 di 32

82 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Tab. 2 CAPACITA NOMINALE (*) DI STOCCAGGIO NELLE VARIE AREE DI DEPOSITO Aree [mq] Posti Pallets disponibili Quantità massima stoccabile in ogni area (*) [t] A101-A A101-B A101-C A101-D A101-E A101-F A B101-A B101-B Tot Molto Tossici (T+) Ubicazione ammessa delle Sostanze Pericolose nelle varie Aree Allegato I Parte 2^, DLgs 334/99 Tossici (T) R14, R15 Infiammabili R10 R11, R12 Comburenti (O) Pericolosi per l Ambiente acquatico (N) R50 R51/53 (*) Dati presunti sulla base dell attuale esigenza del mercato e della massima capacità di stoccaggio, assumendo un peso medio per pallet variabile da area ad area pari a circa 500 kg DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ Il ciclo operativo è schematicamente articolato come segue: approvvigionamento, stoccaggio e rivendita ai clienti dei prodotti confezionati; approvvigionamento e stoccaggio in serbatoi di preparati chimici in dispersione acquosa, eventuale riconfezionamento e spedizione alla clientela (si tratta comunque di prodotti non rientranti nel campo di applicazione del DLgs 334/99 e s.m.i.). Il Deposito è destinato unicamente allo stoccaggio e movimentazione di prodotti finiti confezionati fra cui anche prodotti fitofarmaci classificati pericolosi, prodotti infiammabili e prodotti comburenti o reattivi con acqua, in aree specifiche ad esse dedicate, nel rispetto delle norme vigenti. Nel Deposito non avvengono processi di trasformazione ma, unicamente, attività di stoccaggio ed eventuale imballaggio secondario e/o picking. Le confezioni di prodotti non sono quindi aperte. L'attività all'interno del Deposito consiste semplicemente nell immagazzinamento dei prodotti e nella loro movimentazione per il ricevimento e la spedizione ai clienti, con eventuale attività di picking per la ricomposizione dei pallets. I prodotti giungono dagli stabilimenti di produzione al Deposito per mezzo di camion, confezionati su pallets e sono scaricati (e caricati per la spedizione al Cliente o verso altri magazzini di distribuzione) su ribalte ribassate, con piattaforme oleodinamiche di raccordo al pianale. Per alcune sostanze/preparati sfusi che pervengono al sito in autobotte, viene eventualmente effettuato il riconfezionamento in fusti e cisternette per la spedizione alla clientela in un area dedicata nel Blocco A101 separata con muri REI dal deposito. In apposita area separata dagli edifici di Deposito, denominata B305 (Parco Dispersioni), ubicata in prossimità del cancello presso la portineria industriale di accesso al Sito, sono effettuate delle analoghe operazioni di scarico e carico di autocisterne con prodotti non infiammabili e non pericolosi ai sensi del DLgs 334/99 e s.m.i. (dispersioni acquose di polimeri) e/o confezionamento in cisternette o fusti sotto tettoia In particolare, il ciclo prevede sostanzialmente l'ingresso in sito di prodotti chimici in dispersione acquosa confezionati, il loro stoccaggio in zone dedicate e predefinite e la successiva rivendita alla clientela. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 4 di 32

83 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Nell'ambito dell'area del Deposito non sono svolte altre attività che non quella di deposito e logistica, oltre, evidentemente, alla movimentazione in ingresso ed uscita delle merci, mediante autocarri idonei per il trasporto di merci pericolose su strada. STRUTTURA ORGANIZZATIVA ED ADDETTI AL DEPOSITO La struttura organizzativa del sito è sinteticamente riportata nell' organigramma Allegato nel quale viene indicato il rapporto intercorrente fra le varie Funzioni. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 5 di 32

84 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Reparto Logistica RESP. LOGISTICA BC EUS GARCIA-RIBERA EUROLOGISTICA Alesci ( ), Galli, Lamagna ( ) SPECIALISTA DI SETTORE Peverelli RESP LOG LOCALE Guarnieri UFF. LOGISTICA AMMINISTRAZIONE Volpi UFF. SPEDIZIONI Pizzi RESP. UFFICIO UTF/DOGANA Franzolin RESP. DISTR. (SITE LOGISTICS) Mariani part time tempo determinato CAPOSQUADRA MAGAZZINO Scampini, Bissoli MAGAZZINO Ariganello, Banga, Botton, Congiusti, D Addario, Drusian, Pecorella, Pinel, Policella, Sardu, Spadafora, Spiriticchio, Cirillo All'interno del sito BASF Italia Srl di Cesano Maderno sono presenti circa 500 persone, dislocate tra le varie palazzine uffici e il magazzino, ma l organico del sito del personale che opera, o può operare, nell'area di Deposito dei prodotti considerati, si sintetizza nello schema seguente: Inquadramento Totale Operai 20 Impiegati 5 Quadri 4 Dirigenti 0 Totale 29 Il ciclo lavorativo si articola nelle normali ore di lavoro in turno unico per 5 gg alla settimana, salvo le esigenze dettate dalla Clientela in alcuni periodi dell anno. Descrizione dell area circostante Il sito è insediato sul territorio dei comuni di Cesano Maderno (dove insiste la Portineria d'ingresso di Via Marconato, 8) e di Ceriano Laghetto (dove invece si trovano i magazzini nei quali sono stoccate le sostanze pericolose, oggetti di Notifica). L intero sito impegna una superficie complessiva di m2 dei quali ca coperti con una quota restante costituita da aree di circolazione, stoccaggio o parcheggio all aperto e aree a prato. E' suddiviso in diversi corpi di fabbrica circondati da strade carrabili e accessibili da almeno due lati che consentono eventuali interventi in buone condizioni di sicurezza. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 6 di 32

85 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Nel seguito sono riassunti solo alcuni elementi di sintesi non tecnica, ai fini della descrizione della realtà circostante l insediamento del Deposito per quanto attiene gli elementi di interesse per la valutazione di compatibilità, la pianificazione dell uso del territorio e la gestione delle emergenze esterne potenzialmente vulnerabili in caso di incidente. Esso risulta agevolmente facilmente raggiungibile da eventuali mezzi di soccorso. Destinazione d uso La superficie impegnata dello sito è classificata industriale dal locale P.R.G.; la zona circostante è parzialmente interessata da altre installazioni industriali e/o da terreni boschivi o agricoli e non comprende insediamenti di tipo residenziale installati nelle immediate adiacenze (gli edifici civili più vicini a ca. 200m). Il sito confina con altri insediamenti produttivi e con il parco delle Groane. Centri abitati Di seguito si riportano la direzione e la distanza rispetto allo sito delle aree urbane più significative: N/E- Abitato di Seveso: m circa E - Abitati di Cesano Maderno: Via Martinelli 300 m circa, Via Marconato CAAM 500 m circa, Villaggio SNIA 900 m circa S/E - Abitato di Limbiate (Mombello): m circa S - Abitato di Bovisio Masciago: m circa S/O - Abitato di Solaro: Villaggio Brollo 500 m circa O - Abitato di Ceriano Laghetto: Villaggio Brollo 500 m ca., Via Milano 400 m circa N/O - Abitato di Cogliate: Villaggio Acna 300 m circa Distanze dei Comuni limitrofi: COMUNE Cesano Maderno (Est) DISTANZA MINIMA (m) 300 (Via Martinelli) (Via Marconato - CAAM) DISTANZA MEDIA (in linea d'aria dal centro del Comune)(m) Seveso (Nord Est) Cogliate (Nord Ovest) 300 (Villaggio ACNA) Ceriano Laghetto (Ovest)300 (Villaggio Brolio) 400 (Via Milano) Solaro (Sud Ovest) 300 (Villaggio Brolio) Bovisio Masciago (Sud) Limbiate (Sud Est) (Mombello) SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 7 di 32

86 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Attività ed insediamenti produttivi Nella stessa area, sono presenti altre società con attività sostanzialmente di tipo amministrativo e commerciale. Nel raggio di 800 m dai magazzini dello sito BASF Italia S.r.l., è presente un altro sito a rischio di incidente rilevante, referenziato nella tabella seguente: Ragione sociale Indirizzo Attività S.I.C.O. S.r.L. Via Marconato, 160 Cesano Maderno (MI) Produzione gas tecnici (ossigeno e azoto liquidi) Lo sito di cui sopra è soggetto agli obblighi previsti dall'art. 6 del D.Lgs 334/99 e s.m.i. per la detenzione di sostanze pericolose (Ossigeno) in quantità superiori alle quantità limite indicate nell'allegato I, Parte 1, colonna 2, dello stesso decreto. Elementi vulnerabili A meno di 100 m dall'ingresso del sito esiste inoltre un Albergo con annesso ristorante, frequentato dalle maestranze e dagli ospiti degli insediamenti produttivi della zona. In caso di emergenza, le vie interessate da eventuale provvedimento di interdizione alla circolazione stradale sono: Via Marconato, Via Martinelli, Via Groane, Via Magenta (tratto da Via Marconato a Via Martinelli). Viabilità L'autostrada A9 Lainate Chiasso corre ad oltre 4 Km di distanza in linea d'aria ad Ovest dello sito, mentre la superstrada Milano-Meda è a circa 8km a Est. L'aeroporto civile più vicino è quello di Malpensa, che si trova a circa 30 Km di distanza in linea d'aria in direzione NO e la zona in esame non è interessata da rotte aeree di decollo o atterraggio. L Ospedale più vicino è quello di Saronno distante ca. 4,5km. Il più vicino distaccamento operativo dei VVF è quello di Desio distante ca. 8 km. La più vicina Stazione dei Carabinieri e/o Polizia è quella di Cesano Maderno distante ca. 1,5km. La linea ferroviaria Seregno-Novara delle Ferrovie Nord Milano, con diramazione che entra nel sito, corre alla distanza di circa 20 m dal perimetro dello stesso. Elementi ambientali Sul lato ovest, immediatamente adiacente alla recinzione del confine del sito, scorre il corso d'acqua superficiale - Torrente Lombra, affluente dell Olona. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 8 di 32

87 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 9 di 32

88 SEZIONE 4 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Sono di seguito riportati i principali prodotti per i quali lo stabilimento è assoggettato al DLgs 334/99 e s.m.i. con la loro Classificazione di pericolo e caratteristiche fisiche e tossicologiche. - continua - CARATTERISTICHE CHIMICO/FISICHE E TOSSICOLOGICHE DELLE SOSTANZE PERICOLOSE Tossici (T) Prodotti detenuti a magazzino Etichett. di legge Frase di rischio Componente principale Solvente o supporto Punto di infiamm. [ C] DL 50 orale [mg/kg] Valori di tossicità DL 50 cutanea [mg/kg] CL 50 inalat. [mg/l] GOLPANOL BOZ C,T R21, R23/25, R34, R43, R48/22 but-2-in-1,4-diolo 100% ,69 PROTECTOL GA T, N R23/25, R34, R42/R43, R50 Glutarale 51% >2000 0,48 DITHIANON T, N R22, R23, R41, R43, R50/53 Dithianon >92% >2000 0,33 LAROMIN T, C, N R22, R23/24, R35, R51/53 2,2'-dimetil-4,4'- metilenbis(cicloesilammin a) ,42 TORQUE SC T, N R26, R36/38, R43, R50/53 hexakis(2-methyl-2- phenylpropyl)distannoxan e 48% etan-1,2-diolo (etilenglicole) 9,1% - >5000 >2000 0,29 - segue - SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 10 di 32

89 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio continua - CARATTERISTICHE CHIMICO/FISICHE E TOSSICOLOGICHE DI ALTRE SOSTANZE PERICOLOSE Infiammabili (R10- R11) Prodotti detenuti a magazzino Etichett. di legge Frase di rischio Componente principale Solvente o supporto Punto di infiamm. [ C] DL 50 orale [mg/kg] Valori di tossicità DL 50 cutanea [mg/kg] BASONAT Xn R10, R20, R43 Esan-1,6- diisocianato,omopolimero Xilene 10% 39 > % COILBACK Xi R10, R52/53, R36/38 2-butossietanolo 25% Xilene 10% COLLACRAL PU - R10 Propan-2-olo, acqua distillata 35 > EFKA 2720 Xi R10, R66, R67, R37, R52/53 - Nafta solvente 40% 26 > EVERGLOSS - R10, R52/53, R66, R67 - solventi organici volatili HYDROSULFITE F Xn R7, R22, R31 Sodio idrosolfito 88% IRAGASPERSE YW Xi, N R10, R36, R43, R50/53 Cobalto complesso - 33, CL 50 inalat. [mg/l] MORFOLINA C R10, R34, R20/21/22 Morfolina PLASTOPHAL RH Xi R10, R37, R67, R52/53 Formaldeide 0,6%, n- butanolo 26% Xilene 10% 36 > ACRONAL 700 F, Xi R11, R36, R66, R67 - Etilacetato 50% -5 > segue - SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 11 di 32

90 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio continua - CARATTERISTICHE CHIMICO/FISICHE E TOSSICOLOGICHE DI ALTRE SOSTANZE PERICOLOSE Pericolose per l ambiente acquatico (N) Prodotti detenuti a magazzino Etichett. di legge Frase di rischio KAUROPAL930 Xi, N R51/53, R36/38 ORASOLYELLOW N R51/53 PERGASOL YELLOW C, N R35, R50/53 Componente principale Polimero a base di: alchilfenolo(i) etossilato(i) 1:2 Cromo complesso, dye C.I. solvent yellow 88 Solvente o supporto Punto di infiamm. [ C] DL 50 orale [mg/kg] Valori di tossicità DL 50 cutanea [mg/kg] CL 50 inalat. [mg/l] > > Acido formico 15%, acido acetico 50% >100 >2000 > CATIOFAST PL Xn, N R22, R43, R51/53 Polietilenimmina 27% acqua >100 > CYCLOSULFAMUR ON N R50/53 Cyclosulfamuron 100% - - >5000 >4000 >5,2 DIMETOMORPH N R51/53 Dimetomorph 100% - - 3,900 >5000 >4,2 DITHIANON T, N R22, R23, R41, R43, R50/53 Dithianon >92% >2000 0,33 FOLPET Xn, N R20, R36, R40, R43, R50 Folpet 92% - - >9000 >2000 1,89 IODIO Xn, N R50, R20/21 Iodio IRAGASPERSE YW Xi, N R10, R36, R43, R50/53 Cobalto complesso - 33,9 - - KIERALON MFB Xi, N R38,R41,R50 - Alcoli alifatici >100 > LACA LAROMIN Xn, N T, C, N R19, R20/21/22, R36, R43, R51/53 R22, R23/24, R35, R51/53 2,2'-dimetil-4,4'-metilenbis (cicloesilammina) Solventi organici volatili 48% ,42 LUGALVAN P N R51/53 composto d ammonio acqua >100 > SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 12 di 32

91 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio segue - - continua - Prodotti detenuti a magazzino Etichett. di legge Frase di rischio Componente principale Solvente o supporto Punto di infiamm. [ C] DL 50 orale [mg/kg] Valori di tossicità DL 50 cutanea [mg/kg] CL 50 inalat. [mg/l] METCONAZALE Xn, N R22, R63, R51/53 PROCHLORAZ Xn, N R22, R50/53 PROTECTOL GA TORQUE SC T, N T, N R23/25, R34, R42/R43, R50 R26, R36/38, R43, R50/53 Metconazale 97% >2000 >5,6 N-propil-N-[2-(2,4,6- triclorofenossi)etil]-1 H- imidazolo-1- carbossamide; procloraz (contenuto (W/W): >= 95 %) >2100 >2,16 Glutarale 51% >2000 0,48 hexakis(2-methyl-2- phenylpropyl)distannoxan e 48% etan-1,2-diolo (etilenglicole) 9,1% - >5000 >2000 0,29 SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 13 di 32

92 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SEZIONE 5 Natura dei rischi di Incidenti rilevanti - Informazioni generali A seguito dell'analisi di sicurezza del Deposito in oggetto e sulla base dei dati storici di incidenti accaduti in realtà simili sono stati identificati i seguenti possibili eventi incidentali (TOP Event): Top Descrizione 1a Incidente nella movimentazione interna Mezzi vettori [autocisterne, ATB] * 1b Incidente nella movimentazione interna Mezzi vettori [Carri ferroviari] 2 Rilascio di liquidi pericolosi nella movimentazione di fusti 3 Rilascio di liquidi pericolosi nella movimentazione di cisternette 4 Rilascio di liquidi pericolosi per l ambiente acquatico ed inquinamento del terreno 5 Incendio (incontrollato) nel magazzino * NOTA BENE: I prodotti che sono movimentati in autocisterne (ATB) NON sono prodotti pericolosi ai sensi del DLgs 334/99 e s.m.i. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 14 di 32

93 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SEZIONE 6 Tipo di effetti per la popolazione e per l ambiente TOP 1/2/3 Incendio per rilascio di prodotti liquidi infiammabili in fusti/ cisternette E stata ipotizzata la fuoriuscita totale di liquido da un fusto da 220 l (TOP 2) o da una cisternetta da lt (TOP 3) durante la movimentazione (magazzino - piazzale - area lavorazione o carico mezzi vettori). Lo scenario risulta rappresentativo di un'ampia casistica incidentale (inforcamento con carrello elevatore, ribaltamento e/o caduta per errato impilaggio dei pallets o dei fusti, trafilamento da tappi o guarnizioni con successivi sgocciolamenti,... ecc.). L'evento incidentale è per gran parte riconducibile all'errore umano che potrebbe consistere, ad esempio, in una manovra scorretta dell'addetto alla guida del carrello, od in qualche manchevolezza o negligenza rispetto alle disposizioni vigenti nell'azienda (ad esempio una velocità eccessiva del mezzo, pedana mantenuta nella fase di movimentazione troppo sollevata da terra,... ecc.) od un incidente stradale. Nella valutazione delle conseguenze si è fatto riferimento ai solventi maggiormente rappresentativi nella composizione dei prodotti liquidi infiammabili detenuti e movimentati nelle aree di Magazzino B101 A e B (Xilene e Propanolo). L analisi ha tenuto conto di due possibili fenomeni: Innesco immediato dei vapori sulla superficie liquida della pozza (pool fire) dispersione di vapori infiammabili da pozza con innesco ritardato e incendio delle nube (flash-fire) che tuttavia non si distanzia molto dalla superficie della pozza liquida, dando origine quindi ad un incendio del liquido (pool fire) Le distanze alle quali si può ipotizzare un effetto domino con propagazione di incendio a materiale in legno o plastica (corrispondenti a 12,5 KW/mq) coincidente numericamente con la 1^ soglia di danno letale per esposizioni brevi, la distanze di sicurezza per operatore protetto (corrispondente alla 2^ soglia di danno irreversibile per ustioni = 5 kw/mq) e la distanza di attenzione (3^ zona di danno = 3 kw/mq), nonché la distanza di sicurezza per operatore non protetto (corrispondente a 1.6 kw/mq) vengono qui riportate: Le conclusioni ottenute da questo studio per il TOP 2 e 3 (incendio per rilascio di infiammabili, rispettivamente da fusti o cisternette, nell ara di movimentazione del magazzino B101) sono qui di seguito riassunte: L irraggiamento termico determinato dall incendio, nella condizione estrema di un incendio sviluppato che coinvolga tutto il contenuto di una cisternetta ed idealizzato come un incendio da pozza di Xilolo con dimensioni e geometria pari a quella della pozza liquida, determina un area massima di danno letale (1^ zona di danno = 12,5 kw/mq) e di potenziale estensione dell incendio a materiale plastico e di carta pari a circa 26 m La 2^ zona di danno irreversibile = 5 kw/mq pari alla distanza di pericolo per ustioni per operatore non protetto è inferiore a 35 m La 3^ zona di danno reversibile = 40 kw/mq è inferiore a 12 m La distanza di rispetto per operatori non protetti è pari a oltre 40 m. Considerata la durata del fenomeno e la estensione delle zone soggette a irraggiamento termico di medioalta intensità, sono tuttavia possibili effetti ustionanti sul personale presente, con effetti rilevanti sulle strutture e/o apparecchi adiacenti solo nell'improbabile caso di mancato o ritardato intervento degli impianti fissi antincendio automatici a diluvio schiuma a protezione di entrambe le aree del Magazzino infiammabili B101. Questo significa che NON è ragionevole attendersi un effetto domino con propagazione dell incendio e che la zona di pericolo è comunque interna all area di pertinenza del Deposito e che è comunque possibile intervenire agevolmente con gli idranti in dotazione per lo spegnimento dell incendio. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 15 di 32

94 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 TOP 2b Incendio della pozza di liquido rilasciato da fusto da 220 lt (Pool Fire) Distanze di danno [m] Sostanza Xilene Propanolo Condizioni Danni alle Inizio Effetti Effetti Elevata letalità meteo strutture letalità irreversibili reversibili 37.5 kw/m kw/m 2 7 kw/m 2 5 kw/m 2 3 kw/m 2 D F D F SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 16 di 32

95 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 TOP 3b Incendio della pozza di liquido rilasciato da cisternetta da lt (Pool Fire) Distanze di danno [m] Sostanza Xilene Condizioni Danni alle Inizio Effetti Effetti Elevata letalità meteo strutture letalità irreversibili reversibili 37.5 kw/m kw/m 2 7 kw/m 2 5 kw/m 2 3 kw/m 2 D , ,5 39,8 F , ,9 35,1 SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 17 di 32

96 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 TOP 4 Rilascio di liquidi pericolosi per l ambiente acquatico ed Inquinamento del terreno Le ipotesi incidentali di riferimento coinvolgono i chemicals presenti in Deposito, ai quali si associa una classificazione N [R , o loro combinazioni]. Per quanto attiene i prodotti imballati possono verificarsi, in fase di movimentazione esterna al magazzino (scarico/carico automezzo) degli eventi incidentali assimilabili per cause a quelle identificate per il TOP Event N 2 e 3 precedente con ribaltamento, danneggiamento e rottura di contenitori di prodotti pericolosi per l ambiente liquidi; in tutti i casi, lo sversamento - peraltro di modesta entità (non superiore a l) - si verificherebbe su superfici impermeabili drenate, verso vasca di raccolta e da qui recuperate per lo smaltimento. Per quanto attiene i prodotti sfusi detenuti in serbatoi (rammentato che non sono presenti serbatoi interrati), si precisa quanto segue: il traffico veicolare è regolamentato da apposita procedura che minimizza il pericolo di incidente e i travasi di coloranti in nafta solvente avvengono in zone dedicate e attrezzate; i serbatoi f.t. e le pompe sono alloggiati in bacini o cordoli a tenuta con vasca di raccolta dedicata, o permanentemente chiusi. le linee di trasferimento sono fuori terra e sono state realizzate in funzione delle previste condizioni di esercizio (materiali, giunzioni, pressioni, controllo portate,... ecc.) e sono soggette a controllo periodico manutentivo; in tutti i casi, in corrispondenza del percorso tubazioni, non sussistono aree sottostanti non asfaltate e/o facilmente permeabili. Per quanto attiene eventuali situazioni di incendio generalizzato con impiego di rilevanti quantitativi di acqua o schiuma di spegnimento che potrebbe trascinare tracce di contaminanti, il sistema fognario stato realizzato per contenere la massima portata prevista ed drenato a gravità verso una vasca di raccolta dedicata. In considerazione della natura tossica o nociva dei prodotti stoccati nel magazzino, sono state adottate tutte le misure più efficaci per impedire che, in qualunque condizione incidentale, per sversamento di prodotto liquido o per incendio e conseguente utilizzo di acqua come mezzo estinguente, si abbia un rilascio inquinante sul terreno e nella falda, che potrebbe dar luogo ad un inquinamento generalizzato dell area circostante. Ciò premesso e tenuto conto che comunque di tratterebbe di un inquinamento di modesta entità, pari cioè ad una frazione della massima quantità rilasciabile da una cisternetta, << lt, si ritiene che l evento comporti un rischio trascurabile e che come tale non ne sono state analizzate le conseguenze. Con riferimento agli scenari incidentali ipotizzati ed alle misure di prevenzione dei danni di inquinamento ambientale adottati, anche in caso di accadimento del massimo incidente credibile, si stima un Danno ambientale LIEVE in quanto il rilascio di prodotti tossici o di acque inquinate è contenuto all interno del deposito e nella vasca di emergenza e nella rete fognaria per rilasci all esterno. La ricaduta di prodotti di combustione in caso di incendio non è tale di richiedere interventi di bonifica. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 18 di 32

97 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 TOP 5 Incendio incontrollato di prodotti fitofarmaci in un area critica di magazzino L analisi ha ipotizzato un incendio incontrollato nell area A101-D compartimentata REI 120 del deposito destinata a prodotti fitofarmaci tossici avente una superficie di circa 850 mq con capacità massima di stoccaggio di circa 450 mq e la conseguente diffusione di fumi tossici prodotti dalla combustione dei prodotti fitofarmaci immagazzinati, per valutare l'estensione dell area interessata da ricadute di gas tossici in concentrazioni tali da poter comportare problemi alla salute delle persone esposte. Nell analisi si è considerato che, ad incendio completamente sviluppato, tutto il materiale stoccato nell'area compartimentata in oggetto sia interessato dalla combustione, in quanto i pallet dei prodotti sono sufficientemente vicini per permettere la propagazione dell'incendio, per quanto si tratti di prodotti prevalentemente solidi in polvere, granulari, paste o liquidi non infiammabili. Ai fini dell'analisi delle conseguenze, per quanto riguarda la valutazione della dispersione dei fumi nell'atmosfera, si assume quindi un incendio completamente sviluppato, con la partecipazione alla combustione di tutto il materiale stoccato nell'area in esame del deposito. In considerazione del carico di incendio, anche se l incendio non venisse estinto o contenuto dall intervento dell impianto sprinkler, la struttura portante e separante non cede (classe di resistenza al fuoco 120) e quindi l incendio non si propaga alle aree vicine. Tuttavia, possono cedere le vetrate degli shed in copertura, per cui, in condizioni estreme di incendio incontrollato, la superficie di emissione dei fumi viene pertanto a coincidere con quella dei lucernari in copertura, pari a 90 mq, a 7 m di altezza, in cui sono peraltro inseriti anche degli evacuatori automatici di fumo e calore. Nell analisi si è tenuto conto di una ipotetica miscela di prodotti fitofarmaci presenti nell Area A101-D, costituita da materie prime (principi attivi premiscelati) o prodotti finiti già formulati con prodotti inerti, classificati tossici per l uomo, combustibili ma non infiammabili, per cui ciò che brucia in effetti è in primo luogo il materiale di imballo (carta, cartone e politene) ed il legno dei pallet e la frazione organica contenuta nella formulazione del prodotto, come meglio descritto nel seguito, con modalità diversa a seconda che si tratti di un liquido o di un solido. Nell analisi e nella rappresentazione dei suoi risultati si è fatto riferimento ad un solo gas tossico rappresentativo della nube di fumi tossici nel suo complesso (Acido cloridrico HCl), in quanto è quello che determina la maggiore estensione delle aree di impatto; tuttavia, ad esso sono state ricondotte, mediante una somma pesata rispetto ai relativi limiti di tossicità acuta, anche le portate degli altri inquinanti emessi coi fumi di combustione. Nel prospetto seguente, per le varie condizioni meteo analizzate, sono riassunte le distanze massime raggiunte, ad altezza d'uomo (1,7 m da terra), dell'area interessata nella direzione sottovento da concentrazioni pari ai valori di soglia di interesse, corrispondenti a quanto stabilito dalle norme vigenti in materia di rischi di incidente rilevante per la pianificazione delle emergenze esterne (DPCM 25 febbraio 2005) e per la verifica di compatibilità territoriale (DM 9 maggio 2001). Occorre inoltre ribadire il concetto che le ipotesi di sviluppo dell'incendio a tutta l'area del comparto del deposito e di emissione di sostanze tossiche nei fumi presuppongono una presenza dei prodotti con le peggiori caratteristiche di pericolosità, il che evidentemente si configura come un caso limite di massimo incidente credibile, utile solo per la predisposizione del piano di emergenza esterno, ma non per giudicare la reale pericolosità del deposito in esame che è sicuramente inferiore a quanto pessimisticamente valutato in questa sede. Il deposito è comunque dotato di un impianto automatico di rilevazione e di spegnimento ad acqua (soffitto e scaffali) proprio per eliminare tale ipotesi incidentale. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 19 di 32

98 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Tabella 4 - Distanza massima raggiunta da concentrazioni pericolose ad altezza uomo in caso di incendio incontrollato nelle aree di magazzino Climatizzato A101-D con riferimento all inquinate di riferimento HCl. DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA (m) CONDIZIONI METEO LC 50 2^ Zona [3978 mg/mc] IDLH 2^ Zona [75 mg/mc] LoC 3^ Zona [7,5 mg/mc] TLV-TWA - [7 mg/mc] A-3 D-2 D-5 D-10 F-2 Distanza (m) non raggiunta non raggiunta Ampiezza (m) Distanza (m) non raggiunta non raggiunta n.r. n.r. Ampiezza (m) Distanza (m) non raggiunta non raggiunta Ampiezza (m) Distanza (m) non raggiunta non raggiunta Ampiezza (m) Distanza (m) non raggiunta non raggiunta n.r. n.r. Ampiezza (m) Legenda: LC50 Limite di concentrazione per effetti letali per un'esposizione di 30 minuti. corrisponde alla 1^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze IDLH Limite di concentrazione immediatamente pericolosa per la salute per un'esposizione di 30 minuti. corrisponde alla 2^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze LoC Limite di attenzione per la popolazione per un esposizione di 30, pari al 10% del valore IDLH come suggerito da EPA. corrisponde alla 3^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze: non è di interesse per la verifica di compatibilità territoriale TLV-TWA Limite per esposizioni professionali continue di 8 h al giorno per 5 giorni alla settimana senza effetti rilevabili non è di interesse per la pianificazione delle emergenze e per la verifica di compatibilità territoriale Come commento finale ai risultati ottenuti si può riassumere quanto segue: Il valore di soglia riferito alla 1^ e 2^ zona di danno IDLHHCl = 75 mg/mc, (corrispondente al limite di concentrazione immediatamente pericolosa per la salute per un'esposizione di 30 minuti), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari, non viene mai raggiunto ad altezza uomo, in nessuna delle condizioni meteo esaminate. Il valore di soglia riferito alla 3^ zona di danno LoCHCl = 7,5 mg/mc (corrispondente alla soglia di allerta per la popolazione senza danni immediati, ma con possibili effetti su soggetti più deboli e suscettibili), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari, viene raggiunto alla massima distanza massima di 300 m in condizioni atmosferiche stabili con velocità di vento medio-alte (D-5 e D-10), al diminuire della velocità del vento la soglia non viene più raggiunta. In condizioni atmosferiche instabili con basse velocità del vento (A-3) la distanza scende a 260 m, mentre in condizioni stabili (F-2) non viene mai raggiunta. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 20 di 32

99 Tab. 5 - Sintesi dei risultati dell analisi delle conseguenze per ogni scenario incidentale identificato Scenario incidentale TOP 1 TOP 2 TOP 3 TOP 4 Descrizione evento Incidente stradale con rilascio di prodotto da fusto o cisternetta Vedi TOP 2 e 3 Rilascio di Xilene per rottura fusto da 220 lt durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Diametro rilascio: 50 mm Quantità liquido: 200 lt Tempo di mitigazione: 15 Diametro equivalente di pozza: 5,0 m Portata evaporante: 0,7 kg/min Durata evaporazione: 4 ore Rilascio di Xilene per rottura cisternetta da lt durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Diametro rilascio: 50 mm Quantità liquido: lt Tempo di mitigazione: 15 Diametro equivalente di pozza: 11,3 m Portata evaporante: 3,3 kg/min Durata evaporazione: 4,5 ore Rilascio di prodotto pericoloso per l ambiente per: Incidente stradale e durante la movimentazione con da fusto o cisternetta (vedi TOP 1/2/3) Perdita nelle operazioni di scarico autobotte in cisternette Acque inquinate spegnimento incendio Frequenza del Top Event (eventi/anno ) 5, Rilascio 4, Rilascio 2, Rilascio Vedi TOP 2/3/4 Condiz. Meteo Tipologia e Frequenza dello scenario (eventi/anno ) Vedi TOP2/3/4 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio kw/m 2 Aree coinvolte (distanze espresse in m) Pool fire Flash Fire Dispersione Aree di danno (*) 1 a zona 2 a zona 1 a zona 2 a zona 3 a zona kw/m 2 kw/m 2 2 kw/m LFL ½ LFL LC50 IDLH LoC Vedi TOP 2 / 3 Vedi TOP 2 / 3 Vapori non tossici D5 16,9 19,4 20,9 23,9 0 1,3 Vapori non tossici 4,0 *10-3 Incendio F ,1 19,6 23,8 0 2,0 Vapori non tossici D5 26, ,5 39,8 0 1,8 Vapori non tossici 2,7 *10-4 Incendio F2 2,3*10-7 Rilascio accidenta le con perdita della rete fognaria 17, ,9 35,1 0 7,0 Vapori non tossici Nessun rischio di inquinamento: acque inquinate intercettate prima dell arrivo all impianto di trattamento BRACCO Imaging TOP 5 Incendio in un area di magazzino con prodotti fitofarmaci tossici (A101-D) Superficie incendiata: 850 m 2 Quantità di prodotto coinvolta: 450 t Superficie di rilascio fumi tossici: 90 m 2 Portata gas tossici nei fumi (HCl equivalenti ): 10,5 kg/min Durata incendio: alcune ore 4, Principio di incendio D5 1,9 * Incendio incontrollato F SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 21 di 32

100 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Fig. 6 - Rappresentazione della massima estensione dell area di impatto per dispersione di fumi tossici di combustione in caso di incendio incontrollato in Area A101-D nell ipotesi meteorologica peggiore (Classe D, vento = 5 m/s) Inquinante di riferimento HCl 3^ Zona di danno: LoC = 300 m SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 22 di 32

101 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Sintesi dei risultati per le diverse ipotesi incidentali ed informazioni utili ai fini della pianificazione delle emergenze A seguito dei risultati della analisi di rischio di incidente rilevante di cui al paragrafo precedente, riassunti in Tabella 5, ai fini della pianificazione delle emergenze e della verifica di compatibilità territoriale, le aree di danno corrispondenti alle zone di potenziale coinvolgimento dell area esterna al deposito, per tutti gli scenari incidentali ipotizzati, sia interni che esterni alle aree di magazzino, risultano essere ora le seguenti: Tabella 7-Sintesi dei risultati dell analisi delle conseguenze degli Scenari incidentali identificati Soglie di TOP 2 Incendio per rilascio TOP 3 Incendio per rilascio ZONE DI DANNO riferiment infiammabili infiammabili o da fusto da cisternetta (HCl) (Area B101) 4.0 x 10-3 ev/anno (Area B101) 2.7 x 10-4 ev/anno 1^ Zona PERICOLO IMMEDIATO CON EFFETTI LETALI: INIZIO LETALITA 2^ Zona PERICOLO DI DANNO ALLA SALUTE: 3^ Zona ATTENZIONE SENZA DANNO IMMEDIATO ALLA SALUTE: TOP 5 Incendio incontrollato in un area di magazzino prodotti fitofarmaci tossici (Area A101-D) 1.9 x 10-5 ev/anno LC m 26 m non raggiunta - 19 m 28 m non raggiunta IDLH 21 m 35 m non raggiunta LoC 24 m 40 m max 300 m in condizioni meteo D5 (<6% dei casi su base statistica) Il commento conclusivo, per quanto attiene la massima estensione delle aree di danno è il seguente: In caso di incendio per rilascio da un fusto o cisternetta (TOP 2 e 3), la massima estensione delle aree di danno è pari a 40 m In caso di incendio incontrollato nel magazzino A101 D (TOP 5), il valore di soglia riferito alla 1^ e 2^ zona di danno IDLH HCl = 75 mg/mc, (corrispondente al limite di concentrazione immediatamente pericolosa per la salute per un'esposizione di 30 minuti), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari, non viene mai raggiunto ad altezza uomo, in nessuna delle condizioni meteo esaminate. Il valore di soglia riferito alla 3^ zona di danno LoC HCl = 7,5 mg/mc (corrispondente alla soglia di allerta per la popolazione senza danni immediati, ma con possibili effetti su soggetti più deboli e suscettibili), nel caso ipotizzato di emissione dei fumi dai lucernari, viene raggiunto alla massima distanza di 300 m in condizioni atmosferiche stabili con velocità di vento medioalte (D-5 e D-10), al diminuire della velocità del vento la soglia non viene più raggiunta. La massima estensione delle zone di danno che coinvolgono l area esterna al deposito risultano quindi essere le seguenti e sono mappate nella Fig. 6: 1^ Zona PERICOLO IMMEDIATO CON EFFETTI LETALI: 26 m 2^ Zona PERICOLO DI DANNO ALLA SALUTE: 35 m 3^ Zona ATTENZIONE SENZA DANNO IMMEDIATO ALLA SALUTE: 300 m Nella 1^, 2^ e 3^ zona di danno determinata dai TOP 2 e 3 rientra un porzione molto limitata di ex insediamenti industriali attualmente non utilizzati e non frequentati, confinanti a sud del magazzino B101, oltre i confini dello stabilimento. Nella 3^ zona di danno determinata dal TOP 5 rientrano: - l intera area del Deposito BASF - buona parte dello Stabilimento BRACCO IMAGING Spa confinate a Nord-Est SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 23 di 32

102 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio una piccola porzione di un insediamento industriale ed un crossodromo a Ovest - il terreno boschivo a Nord ed Ovest, - ma nessun altro elemento sensibile e vulnerabile, né alcun centro abitato. L'area di attenzione (3^ Zona: LoC HCl ) entro la quale è necessaria un informazione della popolazione sull evoluzione del fenomeno per prevenire l esposizione dei soggetti più deboli, può estendersi fino a una distanza di 300 m dal Deposito prodotti fitofarmaci tossici (A101-D) per il TOP 5 ; entro questa area, entro la quale non esistono i centri abitati, né altri elementi vulnerabili, ma solo insediamenti industriali o terreno boschivo. Le aree di impatto così determinate NON sono comunque di interesse ai fini della verifica di compatibilità territoriale, in quanto il DM 9 maggio 2001 non prevede la 3^ zona di danno per le dispersioni tossiche, limitandosi a riportare solo le condizioni di vincolo per la 2^ zona che non viene mai raggiunta. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 24 di 32

103 Misure di prevenzione e sicurezza adottate BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SEZIONE 6 - Continua Le misure di precauzione e prevenzione adottate, allo scopo di minimizzare gli effetti, sono principalmente di carattere operativo e gestionale del deposito; tali misure possono essere così riassunte: compartimentazione REI 120 delle aree e strutture portanti resistenti al fuoco R120; impianti elettrici nelle aree adibite allo stoccaggio dei prodotti finiti in esecuzione idonea alla classificazione ATEX delle aree riportata in Allegato 6; impianto di rilevazione incendio in tutte le aree; impianto di spegnimento automatico ad acqua (sprinkler nei Blocchi A101 e A102) e schiuma (nei blocchi B101-a e B101-B), ad eccezione dell area A-101 E destinata a idrosolfiti; verifica periodica con obbligo di annotazione su apposito registro dell'impianto antincendio da parte di personale appositamente istruito e/o da Ditte esterne qualificate; verifica periodica dello stato di conservazione delle scaffalature, dei colli e dei pallets; aggiornamento del personale sulle caratteristiche dei prodotti movimentati ed addestramento alla loro manipolazione; addestramento del personale a far fronte a situazioni di potenziale pericolo (principi di incendio, rilascio di sostanze liquide o polveri e modalità di pronto intervento e raccolta). Al fine di ridurre ulteriormente le probabilità di innesco di un incendio, vengono attuate e mantenute le seguenti precauzioni: gli impianti elettrici che sono realizzati a regola d'arte, sono sottoposti a verifica e manutenzione periodici durante le ore lavorative sono controllati gli accessi gli stabili risultano essere protetti rispetto alla fulminazione con conformità alle norme CEI. il personale viene opportunamente formato ed informato come previsto dalla legislazione vigente, in funzione dei rischi sono in essere procedure interne organizzative per la gestione delle imprese esterne, degli ingressi, lavori di manutenzione e quant'altro necessario. Tutti gli impianti elettrici sono realizzati secondo norme CEI e certificati, mentre le apparecchiature sono di tipo idoneo e correttamente collegate. Il sito è dotato di rete di messa a terra la cui efficienza è periodicamente verificata ed alla quale sono collegati gli impianti di captazione scariche atmosferiche posti a protezione di quegli edifici che ne richiedevano l'impiego (magazzino Infiammabili, deposito bombole). Misure per la prevenzione dei rischi dovuti ad errore umano Il personale addetto alla movimentazione delle merci con carrello elevatore è specificatamente formato ed addestrato sull uso del mezzo e sulle misure di sicurezza e di prevenzione da adottare. Inoltre, il personale addetto alla ricezione e movimentazione merci, prima di prenderle in consegna, controlla lo stato di integrità dei pallet, in modo da scartare quelli che presentano eventuali difetti. Il personale che opera in deposito è comunque tenuto costantemente informato sul tipo di sostanze movimentate e la loro pericolosità, in accordo a quanto previsto dalle procedure del Sistema di Gestione della Sicurezza. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 25 di 32

104 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Sistemi per la rilevazione di incendi, gas infiammabili e prodotti tossici L'impianto di rivelazione fumi nei Blocchi A101 e A102 è di tipo automatico ed è composto da rivelatori ottici di fumo che inviano le segnalazioni di allarme fumo (e/o di guasto) ad una centralina elettronica a schede posizionata negli uffici operativi. L'impianto di rivelazione fumi ha la sola funzione di segnalazione di allarme o direttamente sulla centralina elettronica posta negli uffici operativi o sul pannello di segnalazione posto in portineria. Ogni altro intervento di antincendio è automatico. In tutti i locali sono presenti pulsanti di allarme ad attivazione manuale. Tutte le aree di deposito del Blocco B101 sono protette da impianto fisso di spegnimento a schiuma ad attivazione automatica a seguito di segnale confermato proveniente da un impianto di rivelazione incendi (calore) costituito da cavi termosensibili in doppio. Sono presenti, inoltre, due pulsanti sul muro divisorio delle due aree (A e B) per attivare manualmente il preallarme. Impianti di rilevazione gas Nelle aree ove è presente gas metano (es. centrale termica) sono installati impianti automatici di rilevazione gas che intervengono direttamente sull elettrovalvola principale di alimentazione gas, ubicata all esterno del relativo fabbricato. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 26 di 32

105 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 SEZIONE 7 Mezzi di segnalazione incidenti Tutti i segnali di allarme incendio sono riportati sul PC e con segnalazione sonora alla Portineria Industriale sempre presidiata 24h24, Centrale termica, Ufficio tecnico e Officina manutenzione elettrica, oltre che ad una Centralina, presente nell Ufficio del Magazzino (solo segnalazione acustica). L emergenza generale (evacuazione) è azionata dalla portineria Industriale. Comportamento da seguire Il Sito BASF di Cesano Maderno è dotato di Piano di Emergenza Interno (PEI), redatto sulla base degli eventi incidentali identificati dall'analisi di Rischio che costituisce un insieme organico di disposizioni, informazioni, procedure e modalità organizzative attraverso le quali l Azienda intende pianificare la gestione di eventuali situazioni di Emergenza all'interno del proprio sito. Il PEI è costituito da documenti organizzati secondo una logica modulare al fine di facilitarne l'aggiornamento a seguito delle modifiche e delle revisioni in funzione dei cambiamenti organizzativi o dell'evoluzione tecnologica, le cui caratteristiche essenziali sono le seguenti: prevenire o limitare i danni alla persone, all'ambiente, alla proprietà affrontare l'emergenza fin da primo insorgere per contenere gli effetti e riportare rapidamente la situazione alla normalità soccorrere le persone coinvolte e organizzare un presidio medico per gli infortunati prevenire ulteriori incidenti che potrebbero derivare dall'incidente iniziale pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone all'interno ed all'esterno del sito attuare provvedimenti tecnici ed organizzativi per isolare e bonificare l'area interessata assicurare il coordinamento con tutti i servizi e le funzioni aziendali assicurare, nei più breve tempo possibile, la continuità delle attività. La strategia organizzativa antincendio e dell emergenza in generale, prevede: 1. Formazione di personale addetto ad eventuali interventi (squadra di emergenza) 2. Formazione ed informazione di tutto il personale 3. Adozione del piano di emergenza interno che prevede: le procedure di allarme l'identificazione degli addetti a compiti particolari le procedure di evacuazione e raccolta del personale le procedure di intervento le misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi particolari le specifiche misure per le aree a maggior rischio le procedure di informazione del personale e delle prove del piano stesso Per situazioni od eventi prevedibili che potrebbero avere un ruolo determinante nel causare l'incidente rilevante, il PEI include: la descrizione delle misure da adottare per fare fronte a tale situazioni o eventi e per limitarne le conseguenze; la descrizione comprende le apparecchiature di sicurezza e le risorse disponibili le misure atte a limitare i pericoli per le persone presenti nel sito, compresi i sistemi di allarme e le norme di comportamento che le persone devono osservare al momento dell'allarme le disposizioni per avvisare tempestivamente, in caso di incidente, l'autorità incaricata di attivare il Piano d Emergenza Esterno; il tipo di informazione da fornire immediatamente e le misure per la comunicazione di informazioni più dettagliate non appena disponibili le disposizioni adottate per formare il personale ai compiti che sarà chiamato a svolgere e, se del caso, coordinamento di tale azione con i servizi di emergenza esterni le disposizioni per coadiuvare l'esecuzione delle misure di intervento adottate all'esterno del sito. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 27 di 32

106 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Più in dettaglio, il Piano di Emergenza Interno, che considera le diverse situazioni temporali, prevede diversi tipi di emergenza e conseguenti modalità di azione: - Emergenza locale con origine nell'area per eventi di dimensioni limitate, quando non sussiste una condizione di rischio che possa interessare altre zone del sito; per questa situazione la procedura prevede l'allertamento di tutte le Funzioni preposte alla gestione dell'emergenza e limita Io sfollamento solo all'area interessata. - Emergenza Generale con origine all'interno dell'area per incidenti i cui effetti possono interessare anche l'area esterna al sito. AI verificarsi di un qualsiasi fatto anomalo che possa comportare pericolo per l'incolumità del personale o un rischio di danni alle cose, scattano tempestivamente le misure e le azioni che sinteticamente possono essere così riassunte: - segnalazione dello stato di allarme da parte del personale in emergenza (per avvertire i lavoratori potenzialmente esposti) - a seguito del messaggio, il personale non addetto alle manovre di emergenza, si porta nel luogo sicuro previsto, attendendo ulteriori istruzioni sul comportamento da seguire - il personale preposto alle manovre di emergenza, dopo aver indossato indumenti e mezzi protettivi individuali, si adopera per la messa in sicurezza dell'area (ad es. intercettazione linee gas metano, sezionamento linee elettriche, ecc.), collabora al soccorso di eventuali infortunati e per il contenimento dell'evento, secondo le istruzioni ricevute e si pone a disposizione dei VVF, qualora intervenuti su chiamata, al loro arrivo per l'assistenza tecnica del caso. Un estratto del Piano di Emergenza Interno, con le indicazioni minimali di chi, cosa, come e quando deve operare, è sintetizzato in un poster sinottico ubicato in diverse posizioni strategiche dell'insediamento. A corredo del PEI è riportato lo schema di flusso per il collegamento con le Autorità in caso di incidente. ll PEI viene periodicamente verificato con prove simulate. Mezzi di comunicazione previsti L organismo preposto alla sicurezza del deposito all attuazione delle procedure di emergenza e ad allertare le Autorità competenti è il SIMT (Site Incident Management Team) secondo specifica procedura BCI/08. La persona abilitata a mantenere i contatti con le Autorità esterne è il Gestore del Deposito, o un suo delegato autorizzato. I compiti e le funzioni dei vari soggetti responsabili in emergenza ed i compartimenti a cui attenersi sono specificati nel PEI Presidi di pronto soccorso Il sito ha una infermeria con personale presente durante l orario di lavoro ordinario. Sono presenti cassette di pronto soccorso in Deposito ed in portineria centrale. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 28 di 32

107 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 All ingresso di ogni comparto e nella zona di carico/scarico sono installate docce di emergenza con lavaocchi. Sono esposti in posizione ben visibile ed a disposizione del responsabile del deposito e del personale addetto alla movimentazione merce i numeri telefonici di emergenza collocati negli Uffici di gestione magazzino. Il personale addetto alla squadre di emergenza è dotato di: ELENCO DPI SQUADRA ANTINCENDIO Maschera pieno Facciale Filtro universale Casco Cinturone Giacconi Nomex Guanti pelle/kevlar Sovrapantalone Nomex Stivali Per quanto riguarda i presidi di Pronto Soccorso esterni si fa presente che: L Ospedale più vicino è quello di Saronno distante ca. 4,5km. Il più vicino distaccamento operativo dei VVF è quello di Desio distante ca. 8 km. Maggiori dettagli saranno forniti dalle Autorità competenti in applicazione del Piano di Emergenza Esterno. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 29 di 32

108 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 INFORMAZIONI PER LE AUTORITA COMPETENTI SULLE SOSTANZE ELENCATE NELLA SEZIONE 4 SEZIONE 8 Le informazioni richieste in questa sezione sono desumibili dalla Sezione 4 e dalle Schede di Sicurezza disponibili in Deposito. SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 30 di 32

109 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 INFORMAZIONI PER LE AUTORITA COMPETENTI SUGLI SCENARI INCIDENTALI PREVISTI NEI RAPPORTI DI SICUREZZA E NEL PIANO DI EMERGENZA ESTERNO SEZIONE 9 Coordinate del baricentro dello Stabilimento: Latitudine Nord Longitudine Est di Greenwich Altitudine: 225 m s.l.m. EVENTO INIZIALE CONDIZIONI DI SVILUPPO MODALITÀ DI RILASCIO MODELLO SORGENTE INCENDIO SI ESPLOSIONE NO LOCALIZZATO SI (all interno di un area di deposito) IN ARIA NO CONFINATA NO IN FASE LIQUIDA/SOLIDA SI IN FASE GAS/VAPORE AD ALTA VELOCITÀ NO IN FASE GAS/VAPORE NO Incendio di recipiente (Tank fire) Incendio da pozza (Pool fire) Top 1 Rilascio di liquidi Top 2 infiammabili da fusto Top 3 o cisternetta Getto di fuoco (Jet fire) Incendio di nube (Flash fire) Sfera di fuoco (Fireball) Reazione sfuggente (Run away reaction) Miscela di gas/vapori infiammabili DISTANZE DI EMERGENZA m 1^ ZONA 2^ ZONA 3^ ZONA Polveri infiammabili NON CONFINATA NO TRANSIZIONE RAPIDA DI FASE NO Miscela di gas/vapori Infiammabili (U.V.C.E.) Esplosione fisica - segue SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 31 di 32

110 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio continua EVENTO INIZIALE CONDIZIONI DI SVILUPPO MODALITÀ DI RILASCIO MODELLO SORGENTE RILASCIO DI SOSTANZE PERICOLOSE SI IN FASE LIQUIDA NO IN ACQUA NO Dispersione liquido/liquido (fluidi solubili) Emulsioni liquido/liquido (fluidi insolubili) DISTANZE DI EMERGENZA m 1^ ZONA 2^ ZONA 3^ ZONA SUL SUOLO NO Evaporazione da liquido (fluidi insolubili) Dispersione da liquido (fluidi insolubili) Dispersione Evaporazione da pozza IN FASE GASSOSA SI Fumi tossici di combustione e decomposizione per incendio incontrollato in un area compartimentata di magazzino (TOP 5) A BASSA VELOCITÀ DI RILASCIO Rilascio e dispersione di fumi caldi con ricaduta al suolo del pennacchio di fumi Dispersione per turbolenza (densità nube < aria) Dispersione per gravità (densità della nube > aria) SYRECO s.r.l. via al Lido, 5 - I Gavirate (VA) tel: fax: mail@syreco.it web: 32 di 32

111 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Allegato 1 Cartografia dell area circostante il Deposito

112 BASF Italia S.r.l. - Deposito di Cesano Maderno (MB) DLgs 334/99, Allegato V - Scheda di Informazione sui Rischi di Incidente Rilevante Febbraio 2011 Allegato 2 Planimetria generale dell insediamento con l identificazione degli edifici principali e delle aree di Magazzino.

113 SICO S.p.A. Scheda informativa

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115 SEDE AMMINISTRATIVA SARONNO (VA) VIA MORANDI N.10 TEL (r.a.) FAX Web: VS.RIF. NS. RIF. Cesano Maderno, Spett.le CITTA DI CESANO MADERNO (MB) Area Servizi al Territorio Ambiente e Imprese Programmazione urbanistica Piazza Arese, CESANO MADERNO (MB) c/a Enrico Galeazzi urbanistica@comune.cesano-maderno.mb.it Oggetto : Definizione Elaborato tecnico Rischio Incidenti Rilevanti ( ERIR ) Aziende soggette alle disposizioni dell art.6 del D.Lgs.334/99 e s.m.i. Vs. protocollo nr /11/2012-CMNO-S_TE-P In relazione a quanto in oggetto ed alla Vs. richiesta di informazioni secondo quanto riportato in Allegato A della check list Regione Lombardia allegata siamo a comunicarvi quanto segue : ART. 6 DOCUMENTI Prima Notifica Conferma Notifica SI/NO SI DATA ULTIMO AGGIORNAMENTO NOTE Allegato 1 Allegato 1a Allegato V SI Gennaio 2011 Allegato 2 Rapporto Conclusivo ultima verifica SGS SI Allegato 3 Scheda di sintesi dell analisi sicurezza SI Allegato 4 Pianificazione Urbanistica e Territorio NA / Art. 14 NAR con conseguenze sulle aree di danno SI Allegato 5 PEE NA / Art. 20 Eventuali altre note rilevanti / / / SICO Società Italiana Carburo Ossigeno SpA Il Gestore Dott. Giovanni Grigato SICO SOCIETÁ ITALIANA CARBURO OSSIGENOSPA CAP.SOC ,00 INT. VERS. SEDE LEGALE : Via Parini, MILANO TRIBUNALE DI MILANO N /3580 C.C.I.A.A. MILANO N CODICE FISCALE E PARTITA IVA N

116 ALLEGATO V - D.Lgs. 334/99 Rev.Ol SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE P_SGS_02_04 PER I CU ladini,1 LAVORATORI ED I TERZI COINVOLTI INFORMAZIONI GENERALI Nome della società : SICO Società Italiana Carburo Ossigeno S.p.A Stabilimento/deposito di : Cesano Maderno - Via Marconato snc Portavoce della Società: GESTORE : Dott. Giovanni Grigato RESP. IMPIANTO : Domenico Patera RSPP : Dott. Stefano Scanavìno Tel / Fax / La Società ha ottenuto la Notifica prescritta dall'art. 5 del D.Lgs 334/99 da parte della Regione Lombardia in data 31/01/2000 Protocollo n DESCRIZIONE ATTIVITÀ' SVOLTE Lo stabilimento occupa una superficie complessiva di circa m^ di cui circa 1300 m^ coperti da edifici in muratura e circa m^ dedicati ad installazioni industriali costruite all'aperto. Nella planimetria riportata in seguito, sono individuabili i vari luoghi dell'insediamento che sono destinati alle attività produttive. Nell'insediamento SICO Spa vengono prodotti: Ossigeno, azoto ed argon mediante frazionamento dell'aria in n 2 colonne specifiche e stoccaggio in serbatoi criogenici dedicati Idrogeno attraverso processo steam reforming da gas metano. L'impianto produce 250 Nm3/h di idrogeno, con purezza 99,995 % voi., partendo da gas naturale alla pressione di circa 18,5 barg. I prodotti finiti attualmente vengono stoccati in serbatoi verticali fuori terra e carri bombolai di diversa capacità (ossigeno azoto ed argon - idrogeno), e vengono trasferiti a seconda delle necessità in ATB e/o ATK con movimentazione su strada; alcuni clienti vengono riforniti in continuo mediante tubazione ( azoto dotto ). Le quantità presenti possono essere così riassunte; SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI PRESENTI N CAS SOSTANZA DESCRIZIONE CLASSE PERICOLO CARATTERISTICHE PERICOLOSITÀ' Max. Q.tà Ossigeno R8 Comburente Idrogeno R12 Altamente infiammabile Presente NATURA DEI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR La natura dei rischi di incidente rilevante ( RIR) presenti c/o lo stabilimento di produzione primaria di SICO Cesano Maderno è correlata alla presenza di sostanze pericolose, così come identificate dal D.Lgs. 334/99 coordinato con il D.Lgs. 238/05, elencate al punto precedente in particolare Ossigeno e Idrogeno, rispettivamente per la loro natura comburente ed altamente infiammabile. Allo scopo di evidenziare le ipotesi di rischio rilevante la SICO spa informa dipendenti, terzi e popolazione circa i TOP EVENT incidentali e le relative misure di tutela messe in atto. P_SGS_02_04

117 ALLEGATO V - D.Lgs. 334/99 SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE PER I CU 1ADINI,1 LAVORATORI ED I TERZI COINVOLTI Rev.Ol P_SGS_02_04 Si fa presente che i 6 TOP EVENT incidentali evidenziati nel seguito sono estratti da bibliografia ufficiale, così come la valutazione delle classi di frequenza ( n eventi / anno). N Descrizione Area/Impianto coinvolto Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili 1 Rilascio ossigeno per rottura serbatoio Serbatoio Ossigeno AA 2,0 E-5 Dispersioni O2 41 % Dispersioni di O2 32% 2,0 E-5 15,5 20,5 16,5 26,5 15, ,4 33 Da 1000 m3 Dispersioni di O2 24 % 35,54 56,5 50,5 65,5 2 Rilascio per rottura manichetta Impianto Riempimento ossigeno 5,7 E-4 Dispersioni O2 41 % Dispersioni di O2 32% Dispersioni di O2 24% ,7 E-4 3,5 4,5 3 3, Rilascio per rottura tubazione impianto Impianto Frazionamento aria 8,1 E-6 Dispersioni O2 41 % Dispersioni di O2 32% Dispersioni di 02 24% ,5 8,1 E-6 3,5 4,5 3, ,5 8 9,5 4 Rottura Tubazione gas naturale desolforatore Tubazione DN 80 Desolforatore Area Idrogeno 2,4 E-7 Dispersione di Idrogeno Jet fire 2,4 E-7 2,5 4,5 2,5 4,5 a.f. a.f. 2,5 4,5 5 Rottura Tubazione gas di processo uscita reforming Impianto Steam reforming Idrogeno 4,9 E-7 Jet fire 2,4 E-7 a.f Rottura Tubazione Area 6 Idrogeno a Riempimento 3,3 E-6 Jet fire 2,4 E-7 a.f. a.f. a.f. 3 stoccaggio Idrogeno MISURE DI TUTELA DEI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE (RIR) Esame Pianificato del Sistemi Tecnici A fronte delie ipotesi incidentali sopra descritte, ed in ottica di prevenzione dei rischi, la SICO spa ha adottato le seguenti misure di tutela dei rischi di incidente rilevante le quali devono essere rispettate da tutti coloro effettuato attività operative sull'impianto e/o su parti di esso, sia in condizioni di normale marcia, sia in condizioni di sicurezza. P SGS 02 04

118 ALLEGATO V - D.Lgs. 334/99 Rev.Ol SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE P_SGS_02_04 PER I CU ladini,1 LAVORATORI ED I TERZI COINVOLTI Misure adottate Eventi incidentali ipotizzati nel Rapporto di Sicurezza per prevenire l'evento ipotizzato Sistemi organizzativi e Sistemi tecnici gestionali per mitigare l'evento ipotizzato Mezzi di intervento dedicati in caso di emergenza per seguire l'evoluzione dell'evento ipotizzato Sistemi finalizzati alla raccolta di elementi / dati utili per la ricostruzione dell'evento 1 Rilascio di ossigeno per rottura serbatoio Bacino di contenimento Serbatoio a doppia parete Valvole di sicurezza per sovrapressioni Controlli periodici Manutenzioni IVIonitoraggio parametri di processo da sala controllo Misure di emergenza e primo soccorso Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione E' prevista l'analisi approfondita dell'incidente in caso esso si manifesti. Rif P_SGS_14 Adozione di cavo di Formazione autisti addetti Misure di emergenza e primo E' prevista l'analisi approfondita 2 Rilascio di ossigeno per rottura manichetta Ossigeno sicurezza antibrandeggio Controllo periodico flessibile criogenico Valvola di sicurezza a monte manictietta al carico Procedure per gli addetti al carico soccorso Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione dell'incidente in caso esso si manifesti. Rif P_SGS_14 Adozione di cunei ferma ruota. Valvole di sicurezza per Monitoraggio parametri di Misure di emergenza e primo E' prevista l'analisi approfondita 3 Rilascio di ossigeno per rottura tubazione impianto sovrapressioni e relativi controlli Certificazione iniziale tubazioni processo da sala controllo Manutenzione impiantistica soccorso Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione dell'incidente in caso esso si manifesti. Rif P_SGS_14 Controlli periodici Valvole di sicurezza per Monitoraggio parametri di Misure di emergenza e primo E' prevista l'analisi approfondita 4 Rottura tubazione gas naturale impianto di desolforazione sovrapressioni Certificazione iniziale tubazioni Controlli periodici processo da sala controllo Manutenzione impiantistica Verifica funzionalità / soccorso Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione dell'incidente in caso esso si manifesti. Rif. P_SGS_14 Integrità su tubazioni Valvole di sicurezza per Monitoraggio parametri di Misure di emergenza e primo E' prevista l'analisi approfondita 5 Rottura tubazione gas di processo uscita reforming sovrapressioni Certificazione iniziale tubazioni Controlli periodici processo da sala controllo Manutenzione Impiantistica Verifica funzionalità / soccorso Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione dell'incidente in caso esso si manifesti. Rif. P_SGS_14 integrità su tubazioni Adozione di cavo di Formazione autisti addetti Misure dì emergenza e primo E' prevista l'analisi approfondita sicurezza antibrandeggio al carico soccorso dell'incidente in caso esso si 6 Rottura tubazione Idrogeno a stoccaggio Certificazione iniziale Controllo periodico Sistemi di rilevamento Procedure per gli addetti al carico Manutenzione e controllo Utilizzo di autorespiratori Procedura di evacuazione manifesti. Rif. P_SGS_14 Idrogeno periodico sistemi di rilevamento EFFETTI PER LA POPOLAZIONE E PER L'AMBIENTE P_SGS_02_04

119 ALLEGATO V - D.Lgs. 334/99 Rev.Ol SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE P_SGS_02_04 PER I CITTADINI,1 LAVORATORI ED I TERZI COINVOLTI A fronte delle ipotesi incidentali sopra indicate gli effetti per la popolazione e per l'ambiente sono cosi individuati : EFFETTI SULLA POPOLAZIONE : Le ipotesi incidentali relative a rilascio di Ossigeno ed Incendio NON possono provocare effetti sulla popolazione in quanto la mappatura delle aree di danno evidenzia che per le stesse vi è un raggio di azione massimo di 65 metri ( rilascio di Ossigeno ) che, come si evince dalla planimetria sotto riportata, non coinvolge aree residenziali popolate. Lo stabilimento SICO spa si trova all'interno di un'area esclusivamente industriale nella quale possono essere coinvolti mezzi ed operatori in transito, i quali sono informati su tale tipologia di rischio e sulle relative misure di tutela. Per il rischio di Incendio l'azienda è dotata si apposito impianto costituito da : Rete antincendio fissa ad anello chiuso con prelievo di acqua da vasche di accumulo dedicate Gruppo di pompaggio e gruppo elettrogeno per impianto antincendio area Idrogeno impianto automatico antincendio con sensori di gas in area Idrogeno Estintori portatili e carrellati Pulsanti di emergenza, avvisatori acustici ed ottici. Il sistema antincendio viene sottoposto periodicamente a verifiche di funzionalità da parte di aziende esterne e di personale interno. La SICO spa è inoltre dotata di una squadra di emergenza che effettua periodiche prove di emergenza ed evacuazione. Attualmente la SICO spa dispone di specifico CPI rilasciato in data 10/02/2009 dai WF di Milano, Pratica n" con validità fino al 10/02/2017 per le seguenti attività : Attività l.l.c 2.2.C 3.3.C 3.4.C 5.2.C 49.1.A Descrizione Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h. Impianti di compressione o di decompressione dei gas infiammabili e/o comburenti con potenzialità > 50 Nmc/h. Depositi di gas infiammabili compressi in recipienti mobili con capacità geometrica complessiva > 10 me. Impianti di riempimento di gas infiammabili compressi in recipienti mobili con capacità geometrica complessiva > 0,75 me. Depositi di gas comburenti compressi e/o liquefatti in serbatoi fissi e/o recipienti mobili per capacità geometrica complessiva da > 10 me. Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori endotermici ed impianti di cogenerazione di potenza complessiva da 25 a 350 kw Attività di cui ai punti precedenti ricadenti tra quelle a rischio di incidente rilevante P SGS 02 04

120 ALLEGATO V - D.Lgs. 334/99 Rev.Ol SCHEDA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI DI INCIDENTE RILEVANTE P_SGS_02_04 PER I CITTADINI,1 LAVORATORI ED I TERZI COINVOLTI PLANIMETRIA GENERALE DELLO STABILIMENTO SICO CESANO MADERNO Il Gestore II Resp. Impianto II RSPP G.GRIGATO D.PATERA S.SCANAVINO P_SGS_02_04

121 Mappatura territoriale stabilimenti RIR

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123 BASF Italia S.r.l. SICO S.p.a. Comune di CESANO MADERNO (MB) ELABORATO RISCHIO DI INCIDENTI RILEVANTI (ex D.M. 9 MAGGIO 2001) Mappatura territoriale stabilimenti RIR (ex D.LGS. 334/1999) Allegato 1 (ex Linee guida regionali del luglio 2012) Scala 1:10000

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125 Allegato 2: Individuazione delle potenziali zone di danno

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127 Allegato 2 Basf Italia S.r.l. Scenario incidentale Top 1 Tipologia scenario Incendio Descrizione evento Incidente stradale con rilascio di prodotto da fusto e cisternetta Punto sorgente (centro impianto) latitudine (N) longitudine (E) Sostanze coinvolte Vedi Top 2/3/4 Quantità sostanze coinvolte Vedi Top 2/3/4 Durata evento Vedi Top 2/3/4 Probabilità di accadimento (eventi/anno) Vedi Top 2/3/4 Classe di probabilità di accadimento* Vedi Top 2/3/4 Vedi Top 2 e 3 Top 2 Incendio Rilascio di Xilene per rottura fusto da 220 litri durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Xilene 220 litri 4 ore 4*10-3 Incendio Top 3 Incendio Rilascio di Xilene per rottura cisternetta da 1000 litri durante la movimentazione nel piazzale del magazzino B101 Xilene 1000 litri 4,5 ore 2,7*10-4 Incendio Top 4 Top 5 Dispersione Incendio Rilascio di prodotto pericoloso per l ambiente per: incidente stradale e durante la movimentazione di fusto o cisternetta; perdita durante le operazioni di scarico da autobotte in cisternetta; acque inquinate da spegnimento incendio Incendio in un area magazzino con prodotti fitofarmaci tossici (A101-D) n.d. n.d. n.d. Fitofarmaci 450t Alcune ore 2,3*10-7 Rilascio accidentale con perdita della fognatura 4,4*10-3 Principio Incendio < * Le classi di probabilità di accadimento sono quelle presenti nelle Tabelle 3a e 3b del D.M n.d. dato non disponibile Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) TOP 1 Vedi top 2/3/4 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP

128 Codice scenario TOP 4 Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 1 elevata letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) Nessuna dispersione 4 lesioni reversibili (metri) Codice scenario TOP 5 Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 1 elevata letalità (metri) Soglia non raggiunta Soglia non prevista 3 lesioni irreversibili (metri) Soglia non raggiunta 4 lesioni reversibili (metri) 300

129 SICO S.p.A. Scenario incidentale Top 1 Tipologia scenario Dispersione Descrizione evento Rilascio ossigeno per rottura serbatoio AA da 1000 m3 Punto sorgente (centro impianto) latitudine (N) ,9 longitudine (E) ,02 Sostanze coinvolte Quantità sostanze coinvolte Durata evento Probabilità di accadimento (eventi/anno) Classe di probabilità di accadimento* Ossigeno 1000 m3 n.d. 2* Top 2 Dispersione Rilascio per rottura manichetta da impianto riempimento ossigeno Ossigeno n.d. n.d. 5,7* Top 3 Dispersione Rilascio per rottura tubazione impianto frazionamento aria Ossigeno n.d. n.d. 8,1* Top 4 Dispersione / incendio Rilascio per rottura tubazione gas naturale desolforatore tubazione DN 80 Idrogeno 0,21 kg/s n.d. 2,4*10-7 <10-6 Top 5 Incendio (jet fire) Rilascio per rottura tubazione gas di processo uscita reforming Idrogeno 0,97 kg/s ,4*10-7 <10-6 Top 6 Incendio (jet fire) Rilascio per rottura tubazione idrogeno area riempimento idrogeno Idrogeno 0,39 kg/s ,4*10-7 <10-6 * Le classi di probabilità di accadimento sono quelle presenti nelle Tabelle 3a e 3b del D.M n.d. dato non disponibile Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 1 26,5 n.d ,5 Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 2 3 n.d. 3,5 6 Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 3 2,5 n.d. 5 9,5

130 Codice scenario Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) dispersione 1 2 elevata letalità inizio letalità (metri) (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 4 2,5 4,5 2,5 4,5 Codice scenario Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) incendio jet fire 1 2 elevata letalità inizio letalità (metri) (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 4 a.f a.f 2,5 4,5 a.f.=adiacenze fiamma; Codice scenario 1 elevata letalità (metri) Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 5 a.f a.f.=adiacenze fiamma; dalla simulazione effettuata dalla ditta non è da escludere la possibilità che apparecchi posti in prossimità del punto di rottura della tubazione possano essere colpiti o lambiti dal dardo di fuoco; i materiali utilizzati ed il ridotto tempo di contatto consentono di escludere danni agli apparecchi per il jet fire. Codice scenario Aree di danno (distanze di sicurezza dal punto sorgente) 2 inizio letalità (metri) 1 elevata letalità (metri) 3 lesioni irreversibili (metri) 4 lesioni reversibili (metri) TOP 6 a.f. a.f. a.f. 3 a.f.=adiacenze fiamma; l area che può essere interessata da effetti diretti di danno si estende, pertanto per qualche metro dalla sorgente e si configura come l area di fiamma, cioè lo spazio in cui si sviluppa la fiamma che, lambendo o colpendo altri apparecchi o tubazioni, può dar luogo a danni in caso di mancato intervento tempestivo con i sistemi di irrorazione o con getti d acqua.

131 Le Tavole che seguono riportano l inviluppo delle aree (o zone) di danno in riferimento alle tabelle che precedono. BASF Italia S.r.l. Aree di danno conseguenti allo scenario incidentale pool fire TOP 2 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili)

132 Aree di danno conseguenti allo scenario incidentale pool fire TOP 3 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili)

133 Aree di danno conseguenti allo scenario incidentale: diffusione fumi tossici a seguito incendio TOP 5 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: lesioni reversibili)

134 SICO S.p.A. Aree di danno a seguito dell evento incidentale TOP 1 (ricomprende TOP 2 e3) e TOP 5 (ricomprende TOP 4 e 6) TOP5 TOP1 Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: I zona, letalità elevata) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: II zona, inizio letalità) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: III zona, lesioni irreversibili) Scenario incidentale Inviluppo zona di danno (valore soglia: IV zona, lesioni reversibili)

135 Allegato 3: Individuazione delle potenziali zone di danno in relazione agli effetti e alle probabilità di accadimento

136

137 Le Tavole che seguono riportano l inviluppo delle zone di danno con riferimento agli effetti attesi. BASF Italia S.r.l. Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = elevata letalità (e relativa probabilità di accadimento) Elevata letalità: TOP2 probabilità accadimento=4*10-3 (m 17) Elevata letalità: TOP3 probabilità accadimento=2,7*10-4 (m 26)

138 Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = inizio letalità (e relativa probabilità di accadimento) Inizio letalità: TOP2 probabilità accadimento=4*10-3 (m 19) Inizio letalità: TOP3 probabilità accadimento=2,7*10-4 (m 28)

139 Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = lesioni irreversibili (e relativa probabilità di accadimento) Lesioni irreversibili: TOP2 probabilità accadimento=4*10-3 (m 21) Lesioni irreversibili: TOP3 probabilità accadimento=2,7*10-4 (m 35)

140 Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = lesioni reversibili (e relativa probabilità di accadimento) Lesioni reversibili: TOP5 probabilità accadimento=1,9*10-5 (m 300) Lesioni reversibili: TOP2 probabilità accadimento=4*10-3 (m 24) Lesioni reversibili: TOP3 probabilità accadimento=2,7*10-4 (m 40)

141 SICO S.p.A. Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = lesioni reversibili (e relativa probabilità di accadimento) Lesioni reversibili: TOP5 probabilità accadimento=2,4*10-7 (m 15) Lesioni reversibili: TOP1 probabilità accadimento=2*10-5 (m 65,5)

142 Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = lesioni irreversibili (e relativa probabilità di accadimento) Lesioni irreversibili: TOP5 probabilità accadimento=2,4*10-7 (m 9) Lesioni irreversibili: TOP1 probabilità accadimento=2*10-5 (m 33)

143 Rappresentazione aree (o zone) di danno con effetto = letalità inizio/elevata (e relativa probabilità di accadimento) Inizio letalità: TOP5 probabilità accadimento=2,4*10-7 (m 6) Elevata letalità: TOP1 probabilità accadimento=2*10-5 (m 26,5)

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