Non basta un selfie per fare un se : la necessità dell altro nella costruzione del sé
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- Linda Beretta
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1 Non basta un selfie per fare un se : la necessità dell altro nella costruzione del sé ELENA FAINI Riva del Garda, 4 ottobre 2014
2 Il primo selfie conosciuto risale al 1839, quando Robert Cornelius, un pioniere della fotografia statunitense, realizzò uno scatto di sé stesso. Ritratto e autoritratto praticati da sempre per indagare ed esprimere la personalità degli individui
3 Tra i diversi studi che sono stati fatti del selfie come mezzo di espressione personale oggi vi segnaliamo Selfiecity: -Hairstyle selfie: HELFIE - Bum selfie: BELFIE - Workout selfie: WELFIE - Drunken selfie: DRELFIE SELFIE come tentativo reso possibile dalla tecnologia- di prendere nelle proprie mani l immagine di sé, il controllo di come ci si presenta agli altri (Bent Fausing Docente del dipartimento di Studi Linguistici Università di Copenhagen)
4 STRUMENTO DIMENSIONE TEMPORALE TEMPO DELL ATTESA TEMPO DELL IMMEDIATO DIMENSIONE RELAZIONALE IO E TU CHE ATTENDONO INSIEME E INSIEME RICORDERANNO L ESPERIENZA (Continuità) IO E TU CHE GODONO INSIEME NELL IMMEDIATEZZA DELL ESPERIENZA (Puntualita ) TEMPO DELL IMMEDIATO E OVUNQUE IO SENZA TU REALE, CHE GODE NELL IMMEDIATO, CONNESSO A TU VIRTUALI (Virtualità)
5 Tempo e spazio come categorie fondanti l umano esistere
6 Selfie come metafora di un modo di funzionare: essere stranieri dell altro
7 Malessere e insoddisfazione generica Non manca nulla eppure Impossibilità di essere sempre al top Richiesta di intervento rapido e risolutivo Scarso contatto con sé Alto ideale del sé Sintomi o esperienze di rottura
8 ELIMINAMI L ANSIA DA PALCOSCENICO PERCHE IO POSSA CONTINUARE A STARE SUL SET ELIMINAMI LA RABBIA ESPLOSIVA CHE MI PORTA UN PO DI GUAI ELIMINAMI IL RUMORE DETERMINATO DALLA PRESENZA DEGLI ALTRI
9 Dal punto di vista psicologico la realtà è fondamentalmente il mondo privato delle percezioni personali mentre dal punto di vista sociale la realtà è data dalle percezioni condivise (Rogers 1951) La parzialità di percezione, condizionata da costrutti rigidi, da schemi relazionali troppo selettivi, riduce la possibilità di acquisire informazioni complete e riduce l autonomia di giudizio e le possibilità di valutazione e crescita.
10 li terapeuta accoglie e rimanda le idee guida del cliente, i costrutti del sé.
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14 Questo desiderio di fedeltà all immagine di noi stessi è così intenso che pur di non violarlo siamo disposti a tutto, o quasi. Siamo disposti a distorcere alcuni elementi, sminuirne altri, manipolare informazioni per poterci autogiustificare
15 DIALOGO INTERIORE: permette ai molteplici lati di sé di coesistere Lascia spazio e diritto di cittadinanza a tutte le variegate sfumature interiori permette di connettere tra loro le varie parti attraverso la narrazione individua un senso, di livello superiore, più ampio che permetta di tenere insieme anche le contraddizioni.
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17 La terapia richiede un insistenza particolare sulla disponibilità, da parte del terapeuta, a costruire un dialogo intersoggettivo, capace di restituire valore alla relazione e all impegno nel conoscere e costruire delle guide per il proprio agire
18 AUTENTICITA RESPONSABILITA
19 L autenticità del terapeuta diventa strumento cruciale
20 LE COSE DETTE MI SONO RIMASTE DENTRO VORREI IMPARARE A COSTRUIRE ALTRE RELAZIONI IN CUI MI SENTO COSì NON INVESTENDO NON POSSO PERDERE MA NEPPURE AVERE
21 ACCETTAZIONE POSITIVA INCONDIZIONATA (il coraggio della fiducia) CONGRUENZA (la solidità del porsi) EMPATIA (la curiosità dell ascolto)
22 Il cuore della terapia è etico, si propone di combattere la menzogna, prima di tutto quella che raccontiamo a noi stessi (Zoja 2005 )
23 NON BASTA UN SELFIE PER FARE UN SE le trappole dell incongruenza: - identificarsi con un sé ideale - eliminare/distorcere dati esperienziali - giustificazioni interiori (che attenuino valore negativo del comportamento) - eliminazione emozioni scomode - attribuzione di responsabilità a fattori esterni - proiezione della colpa - ambiguità
24 NON BASTA UN SELFIE PER FARE UN SE Spazio terapeutico come strumento elettivo per recuperare dialogo interiore: costringe un io di fronte ad un tu
25 io tu: NON BASTA UN SELFIE PER FARE UN SE - mettere limiti per favorire la differenziazione fra sé e l altro e fra le diverse parti di sé in conflitto - favorire il contatto con le parti di sé ferite e coi propri bisogni narcisistici (che se accolti si indeboliscono) - aiutare ad operare delle scelte e quindi ad assumersi responsabilità - rottura di schemi (apre spiragli su nuove verità) e ristrutturazione - Confronto nel qui e ora - Ricercare il senso - Dare speranza
26 «Ero un piccolo pollo che non aveva neppure la forza di piangere, ma sono arrivata fin qui perché ho incontrato un uomo che aveva voglia di scommettere sulla vita» Mario Calabresi
27 A me le foto interessano come collante delle relazioni umane Non è che a me le persone interessino per fotografarle, mi interessano perché esistono.
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