LE MALATTIE INFIAMMATORIE FOLLICOLARI DEL CANE E DEL GATTO
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1 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre LE MALATTIE INFIAMMATORIE FOLLICOLARI DEL CANE E DEL GATTO FABRIZIO FABBRINI Libero Professionista, Milano LUCA MECHELLI Istituto di Patologia Generale e Anatomia Patologica Veterinaria, Università di Perugia INTRODUZIONE I processi infiammatori che interessano il follicolo pilifero sono numerosi e frequenti sia nel cane che nel gatto, rappresentando circa il 40% delle malattie flogistiche cutanee 12,16,18,23. Oltre ad essere il bersaglio di malattie primarie, i follicoli sono spesso coinvolti secondariamente da malattie cutanee di varia natura 12,23 come dermatopatie pruriginose, anomalie del processo di cheratinizzazione, endocrinopatie e malattie immunologiche 7,17. Gli agenti eziologici coinvolti nelle malattie follicolari infiammatorie sono molteplici. Tra questi particolare interesse rivestono i batteri, i funghi, i parassiti e gli agenti fisici. 7,15 b) follicolite murale infiltrativa, quando la reazione infiammatoria linfo-istiocitaria è diretta contro antigeni posti all interno della guaina esterna follicolare e si localizza prevalentemente nella regione dell istmo. CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA L attuale classificazione delle follicoliti infiammatorie comprende la follicolite murale, la follicolite luminale e la bulbite 14. Follicolite murale È una reazione infiammatoria il cui bersaglio è rappresentato dalla parete del follicolo pilifero, con particolare riguardo alla guaina esterna della radice del pelo. La follicolite murale può essere suddivisa in: a) follicolite murale dell interfaccia, caratterizzata dalla presenza di necrosi di singole cellule appartenenti allo strato basale e allo strato spinoso, dalla degenerazione idropica delle cellule basali, da incontinenza pigmentaria nel derma perifollicolare ed infiltrato infiammatorio nella porzione media-superiore del follicolo (es. eritema multiforme, lupus eritematoso, demodicosi, dermatomiosite e dermatofitosi) (Fig. 1); FIGURA 1 - Follicolite murale dell interfaccia in un caso di demodicosi. Presenza di Demodex nel lume e di degenerazione vacuolare delle cellule basali della guaina follicolare esterna accompagnata da incontinenza pigmentaria.
2 8 Fabrizio Fabbrini, Luca Mechelli FIGURA 2 - Follicolite murale infiltrativa in un caso di adenite sebacea granulomatosa. Le ghiandole sebacee non sono facilmente evidenziabili a causa dell imponente infiltrato cellulare presente. FIGURA 3 - Follicolite murale necrosante in un caso di foruncolosi eosinofilica facciale. Si noti l infiltrato eosinofilico e le aree di degenerazione e necrosi del collagene. FIGURA 4 - Follicolite murale pustolosa in un pemfigo foliaceo. Presenza di cheratinociti acantolitici all interno della pustola. Assieme alla precedente sono considerate fasi diverse di una stessa reazione immunologica (es. adenite sebacea, follicolite murale idiopatica felina, follicolite granulomatosa idiopatica del cane) (Fig. 2); c) follicolite murale necrosante, dove le cellule predominanti sono rappresentate da granulociti eosinofili, i quali inducono fenomeni di necrosi a livello istmoinfundibulare (es. foruncolosi eosinofilica facciale del cane, ipersensibilità alla puntura di zanzara nel gatto) (Fig. 3); d) follicolite murale pustolosa, in cui si riscontrano pustole nella parete follicolare della regione istmoinfundibolare contenenti granulociti neutrofili o eosinofili e cellule epiteliali acantolitiche (es. pemfigo foliaceo, pemfigo eritematoso) (Fig. 4). Follicolite luminale La follicolite luminale rappresenta certamente il modello istopatologico prevalente ed è caratterizzata da una FIGURA 5 - Follicolite luminale di tipo neutrofilico in un caso di follicolite batterica. infiltrazione di cellule infiammatorie all interno del lume follicolare (Fig. 5). In questo caso gli elementi cellulari prevalenti sono rappresentati da granulociti neutrofili o eosinofili ed il processo può coinvolgere porzioni superficiali o profonde del lume follicolare.
3 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre Bulbite La bulbite, infine, indica una infiammazione del segmento follicolare profondo. L infiltrato è costituito da cellule prevalentemente linfocitarie le quali, circondando ed invadendo il bulbo pilifero in fase di anagen, inducono atrofia, displasia e telogenizzazione follicolare. CLASSIFICAZIONE CLINICA Da un punto di vista clinico le malattie follicolari si identificano per la presenza di lesioni quali eritema, papule, pustole, bolle emorragiche, alopecia, comedoni, collaretti epidermici, manicotti cherato-seborroici alla base dei peli, scaglie, croste, ulcere, fistole, noduli ed iperpigmentazione (Figg. 6-8). L alopecia focale, multifocale o diffusa è il quadro clinico più suggestivo delle malattie follicolari e suggerisce la presenza di Demodex, dermatofiti o infezioni batteriche a localizzazione follicolare. Segnalamento, anamnesi e visita clinica Alcune malattie a coinvolgimento follicolare come la demodicosi, l adenite sebacea, la dermatomiosite, il pemfigo foliaceo, la dermatite zinco-sensibile, presentano predisposizione di razza. Inoltre i soggetti giovani sono più colpiti da demodicosi e dermatofitosi. Le piodermiti invece, essendo secondarie ad altre dermatosi, possono interessare soggetti di qualsiasi età. Anche la distribuzione topografica delle lesioni può essere d aiuto nella formulazione delle diagnosi differenziali, così lesioni alopeciche focali o multifocali a localizzazione facciale o agli arti anteriori sono suggestive della demodicosi, mentre lesioni vescicolo-pustolose o crostose, localizzate ai padiglioni auricolari, dorso del naso, giunzioni muco cutanee, lo sono di malattie autoimmuni. Diagnosi L iter diagnostico da seguire prevede inizialmente l esecuzione di raschiati cutanei multipli, di esami microscopici e/o colturali del pelo e di esami citologici. Una volta escluse le cause più frequenti di follicolopatie, si eseguono altri esami in base alle diagnosi differenziali e/o ai risultati degli esami citologici. Ad esempio esami colturali batteriologici e/o micologici, se si sospettano infezioni batteriche atipiche o fungine profonde, o esami istopatologici da prelievi bioptici multipli, se si sospettano malattie come il pemfigo, l adenite sebacea o la foruncolosi eosinofilica. In questo lavoro saranno prese in esame a titolo d esempio, sia da un punto di vista clinico che istopatologico, solo alcune delle malattie flogistiche ad interessamento follicolare del cane. Demodicosi La demodicosi è causata da Demodex canis, acaro commensale endofollicolare. Questa malattia è relativamente frequente nei cani sotto l anno d età, ed è rara nei soggetti anziani dove rappresenta un marker cutaneo di malattie sistemiche gravi sottostanti 6. FIGURA 6 - Ipersensibilità alla puntura di zanzara. Presenza di papule, ulcere e piccole croste sul tartufo, dorso del naso e palpebra destra. FIGURA 7 - Alopecia e comedoni ad un arto in un caso di demodicosi localizzata. FIGURA 8 - Manicotti cherato-seborroici alla base dei peli in un caso di adenite sebacea. L eziopatogenesi proposta coinvolge un possibile deficit specifico dei linfociti T verso il Demodex che, moltiplicandosi, induce ulteriore depressione linfocitaria (tramite la produzione di fattori umorali 2 ). Le razze predisposte sono il Dalmata, il Carlino, l Alano, lo Shar-pei, il Dobermann, i
4 10 Fabrizio Fabbrini, Luca Mechelli FIGURA 9 - Demodicosi pustolosa generalizzata in un giovane incrocio Pinscher. FIGURA 10 - Adenite sebacea in un Akita-inu. Eritema ed alopecia al tronco. Bulldog Inglese e Francese, il Boxer, il Bobtail, il Pastore Tedesco, il Pinscher ed in generale tutti i Terrier. La demodicosi si classifica clinicamente in localizzata e generalizzata, squamosa o pustolosa. La forma localizzata si caratterizza per la presenza di alopecia focale o multifocale, eritema, comedoni, scaglie ed iperpigmentazione agli arti anteriori (Fig. 7) e/o al muso (forma squamosa). Se complicata da batteri compaiono prurito, papule, pustole e croste (forma pustolosa). La guarigione avviene spontaneamente nel 90% dei casi. Il 10% dei casi, che progrediscono verso la forma generalizzata, si caratterizza per la presenza di alopecia multifocale (lesioni coalescenti) o diffusa con eritema, comedoni, scaglie, detriti seborroici alla base dei peli e iperpigmentazione (f. squamosa). Quando complicata da piodermite profonda, (f. pustolosa) compaiono pustole, bolle emorragiche, ulcere, fistole, croste e linfoadenopatia generalizzata (Fig. 9). La diagnosi si ottiene tramite esame microscopico del pelo, raschiati cutanei profondi e biopsie (talvolta necessarie nelle pododemodicosi ed in alcune razze come lo Shar-pei.). Istologicamente la demodicosi è caratterizzata dalla presenza di una follicolite linfocitaria murale dell interfaccia (Fig. 1), spesso associata ad una follicolite luminale e ad una foruncolosi 3. L infiltrato linfocitario è associato alla degenerazione vacuolare dello strato basale della guaina esterna della radice del pelo e alla incontinenza pigmentaria 4. Adenite sebacea granulomatosa Si tratta di una malattia rara, caratterizzata dalla distruzione progressiva delle ghiandole sebacee, osservata in cani giovani o di media età. Sono state proposte ben quattro diverse ipotesi riguardo all eziopatogenesi. Si potrebbe trattare di una distruzione geneticamente programmata della ghiandola, una malattia immunomediata, un difetto primario della cheratinizzazione o un anomalia metabolica dei lipidi prodotti dalla ghiandola 8,22. Le razze predisposte sono soprattutto il Barbone standard (dove sembrerebbe esserci un modo di trasmissione autosomico recessivo), il Vizla, l Akita-inu e il Samoiedo. Sono comunque segnalati casi sporadici in molte altre razze. Clinicamente si distinguono due forme di adenite sebacea. La prima si riscontra nelle razze a pelo lungo (Barbone, Akita e Samoiedo) ed è caratterizzata dalla presenza nella regione dorsale del collo, sul tronco e sulla coda di scaglie, manicotti cherato-seborroici attorno alla base dei peli (Fig. 8), alopecia parziale e presenza di pelo opaco e fragile (Fig. 10). Spesso vi è interessamento del dorso del naso, della fronte e dei padiglioni auricolari, dove si osservano scaglie biancastre (Fig. 11). L odore di rancido e il prurito sono spesso causati dalla presenza di una piodermite secondaria. La seconda forma di adenite sebacea è meno grave ed interessa le razze a pelo corto come il Vizla. Si presenta lungo il tronco con alopecia multifocale (mantello tarmato ) e scaglie a mimare una follicolite batterica. La piodermite e il prurito, in questi casi, sono complicanze rare. La diagnosi si ottiene tramite l esame istopatologico di più campioni bioptici. Istologicamente si evidenzia la presenza di una grave ipercheratosi epidermica e follicolare accompagnata da una follicolite murale infiltrativa linfocitaria/macrofagica nella regione dell istmo e da un infiltrato linfo-istiocitario o da una reazione piogranulomatosa che coinvolge le ghiandole sebacee (Fig. 2). Nelle forme avanzate, in particolare nel Barbone e nell Akita, si osserva l assenza di ghiandole sebacee, la fibrosi perifollicolare e l atrofia dei follicoli piliferi 8,14.
5 Quaderni di dermatologia, Anno 3, n. 2, Novembre FIGURA 11 - Adenite sebacea. Scaglie biancastre adese al padiglione auricolare. FIGURA 12 - Foruncolosi eosinofilica facciale in un giovane Golden retriever. Presenza di placche e noduli ulcerati. Foruncolosi eosinofilica facciale Si tratta di una malattia rara che colpisce cani giovani adulti di taglia media o grande (esordio sotto i 2 anni di età in circa il 50% dei casi e sotto i 4 anni in circa l 80% dei casi). Non sembra esserci predisposizione sessuale o stagionalità 11. Il meccanismo eziopatogenetico di questa malattia resta ancora sconosciuto ma si sospetta possa trattarsi di un ipersensibilità alla puntura/morsi di insetti e/o artropodi (api, vespe, mosche, ragni, ecc.) sia per la frequente segnalazione da parte dei proprietari dell animale di una passeggiata poche ore prima dell esordio, sia per le similitudini clinico-patologiche di questa dermatopatia con l ipersensibilità alla puntura di zanzara descritta nella specie felina (Fig. 6). Inoltre la rapida e completa risposta terapeutica (in 2-3 settimane) utilizzando dosi antinfiammatorie di corticosteroidi tenderebbe ad avvalorare questa ipotesi. Clinicamente è caratterizzata dalla repentina comparsa di lesioni pruriginose facciali quali eritema, edema, papule/placche e noduli, che rapidamente si ulcerano ed esitano in croste emorragiche (Fig. 12). Le sedi preferenziali sono il dorso del naso, le palpebre, le labbra, e i padiglioni auricolari ma si possono osservare lesioni anche a livello di ascelle, arti e addome 9. Talvolta si osserva interessamento generale con piressia, letargia ed anoressia. La diagnosi si basa sui dati clinici e sulla presenza massiva di eosinofili nelle aree lesionate, rilevabile citologicamente ed istologicamente. Le biopsie eseguite da lesioni recenti non ulcerate permettono di evidenziare quadri di follicolite murale necrotizzante e foruncolosi eosinofilica. Nel derma è possibile osservare notevole edema e mucinosi, infiltrato eosinofilico nodulare e/o diffuso e spesso aree focali di degenerazione e necrosi del collagene 5,9,11 (Fig. 3). Pemfigo foliaceo e pemfigo eritematoso Il pemfigo foliaceo rappresenta la forma più frequentemente diagnosticata di malattia cutanea autoimmune nel cane e nel gatto. Resta comunque una malattia rara (0,6% delle dermatosi del cane), senza predilezione di sesso o età 19,20. Le razze predisposte sono l Akita, il Chow-Chow, il Bassotto, il Bearded Collie, il Terranova e il Dobermann. FIGURA 13 - Pemfigo foliaceo in uno Schnauzer. Presenza di una dermatite crostosa facciale. Il meccanismo patogenetico prevede l attacco da parte di auto-anticorpi della desmogleina-1, componente strutturale glicoproteica dei desmosomi. A questo consegue il distacco (acantolisi) dei cheratinociti e formazione di lesioni vescicolo-pustolose intraepidermiche o sottocorneali 24. Clinicamente, nel cane, si riconoscono tre forme di pemfigo foliaceo 10, 23 :
6 12 Fabrizio Fabbrini, Luca Mechelli Istologicamente la caratteristica principale del pemfigo foliaceo e di quello eritematoso è la presenza di pustole intra epidermiche e/o intrafollicolari, contenenti neutrofili ben conservati e numerosi cheratinociti acantolitici 13,25. Nelle lesioni facciali si possono evidenziare anche quadri di follicolite murale pustolosa dove l acantolisi coinvolge la struttura follicolare infundibolare, solitamente al di sotto della guaina esterna della radice del pelo. Nel pemfigo eritematoso si riscontra inoltre una dermatite lichenoide e/o idropica dell interfaccia. Bibliografia FIGURA 14 - Citologia eseguita da una pustola in un caso di pemfigo foliaceo in un gatto. Presenza di molti cheratinociti acantolitici, neutrofili e assenza di batteri. a) una forma spontanea, autoimmune, frequente negli Akita e Chow-chow b) una forma farmacoindotta, immunomediata, segnalata per lo più in Labrador e Dobermann c) una forma associata a dermatiti croniche, vista soprattutto in cani anziani. La distinzione tra queste forme di pemfigo si basa sui dati anamnestici e sulla risposta terapeutica. Per quanto riguarda l anamnesi, la correlazione tra insorgenza della sintomatologia e somministrazione di farmaci, quali ad esempio antibiotici, antielmintici o vaccini, è suggestiva di pemfigo farmacoindotto e la remissione clinica dopo la sospensione del farmaco incriminato rafforza l ipotesi diagnostica. Il pemfigo foliaceo è caratterizzato da un quadro di dermatite pustolosa/crostosa simmetrica a localizzazione facciale (Fig. 13), auricolare e podale (ipercheratosi dei cuscinetti), talvolta con interessamento ventrale (addome/inguine) o generalizzato (gradualmente in più mesi), oppure associato ad alopecia multifocale (in particolare nel Bassotto). La malattia presenta classicamente un andamento ciclico, con nuove lesioni primarie (eritema e pustole) che si alternano a fasi di quiescenza, in cui sono presenti solo lesioni secondarie (croste, collaretti). Nel pemfigo eritematoso si hanno lesioni simili a quelle viste nel pemfigo foliaceo, solitamente confinate al capo ma fotosensibili (si aggravano in estate) 21. Alcuni Autori suggeriscono che questa malattia sia una via di mezzo tra un pemfigo ed un lupus a causa delle sue caratteristiche cliniche, istopatologiche ed immunopatologiche 25. Il pemfigo eritematoso è caratterizzato da una dermatite eritematoso/pustolosa a localizzazione facciale, auricolare e talvolta mucocutanea a livello dei genitali. Esita frequentemente in croste ed ulcere. Il tartufo diventa spesso depigmentato, in particolare nel Collie e nel Pastore Tedesco. Il sospetto diagnostico di queste malattie è suggerito dai dati anamnestici, clinici e citologici (Fig. 14) mentre la diagnosi definitiva si basa prevalentemente sulle caratteristiche istopatologiche (Fig. 4) ed immunologiche delle biopsie. 1. Ackerman, A.B.: Histologic Diagnosis of Inflammatory Skin Diseases. Lea & Fabinger, Philadelphia, Barriga, O.O., et al.: Evidence of immunosupression by Demodex canis. Vet. Immunol. Immunopathol. 32: 37, Caswell, J.L.: Canine demodicosi: A retrospective histopathologic study. Proc. Am. Acad. Vet. Dermatol. 9: 93, Cayatte, S.M., et al.: Perifollicular melanosis in the dog. Vet. 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