RELAZIONE DI AIUTO II
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- Marcellina Annalisa Bertolini
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1 RELAZIONE DI AIUTO Si instaura tra OPERATORE e UTENTE in momenti particolarmente critici. Crea un legame significativo che coinvolge entrambi. Si attua un rapporto di scambio VERBALE e NON VERBALE in un clima di Fiducia e di Rispetto indispensabile al Paziente per: Soddisfare i suoi Bisogni e per rapportarsi meglio alla sua Realtà.
2 RELAZIONE DI AIUTO II E una risorsa Complementare per risolvere il problema dell utente Una soluzione che deve essere percepita in un ottica di Crescita e non solo di Risoluzione del Problema.
3 RELAZIONE DI AIUTO III Deve portare ad un CAMBIAMENTO Deve far sentire il Cliente a suo agio. Più coraggioso e sicuro nelle avversità
4 RELAZIONE DI AIUTO IV Un Aiuto è tale quando riesce ad azzerare problemi specifici ma lascia anche una traccia in profondità. Quando sviluppa nell altra persona una capacità o una Risorsa Psicologica Strutturale di ordine EMOZIONALE,COGNITIVO, COMPORTAMENTALE. L AIUTO deve lasciare nella persona che lo riceve una qualche eredità ossia una probabilità in più per risolvere i problemi, per vivere meglio le situazioni
5 Carl Ransom Rogers Nacque ad Oak Park Illinois,8 gennaio 1902 Specializzato in psicologia clinica alla Columbia University.
6 Carl Ransom ROGERS CONCEZIONE OTTIMISTICA DELL UOMO L Uomo è un prodotto di DIGNITA, FORZE INTERNE COSTRUTTIVE, INTENZIONI, RAZIONALITA,VALORI. Questi attributi combinati unicamente in ogni Persona rendono l Uomo potenzialmente Padrone di sé, capace di far fronte alla sua natura interna e al suo Ambiente.
7 ROGERS II Per Rogers, all interno di ogni persona, in condizioni adatte di sviluppo si attua una FORZA COSTRUTTIVA DI AUTOREALIZZAZIONE. Molteplici ostacoli possono bloccare questo sviluppo. L Operatore deve individuare tali Ostacoli e Rimuoverli insieme al cliente.
8 ROGERS III Egli mette a fuoco le disposizioni Personali del Counsellor quali: L EMPATIA-. La GENUINITA - La CONCRETEZZA. Il RISPETTO RECIPROCO Queste sono condizioni necessarie e sufficienti che rendono efficace colui che aiuta.
9 ROGERS IV Egli afferma che c è correlazione tra gli ATTEGGIAMENTI costruttivi del Terapeuta e la Ricomposizione delle Esperienze della Persona in difficoltà.
10 ROGERS V Il pensiero di Rogers è improntato sulla NON DIRETTIVITA. Chi aiuta deve PREPARARE ma non forzare la Persona ad Agire. Chi aiuta deve creare i Presupposti per la capacità di Azione. L AZIONE effettiva che la persona farà è Materia che attiene solo alla sua LIBERTA
11 ROBERT CARKHUFF Questo autore va oltre il pensiero di Rogers e identifica nella relazione di aiuto tre fasi ordinate. AUTOESPLORAZIONE AUTOCOMPRENSIONE AZIONE.
12 ROBERT CARKHUFF II Per Carkhuff ogni persona bloccata davanti ad un Problema per risolverlo: Deve AGIRE Deve MODIFICARE dei comportamenti O INTRODURNE dei nuovi. Aiutare la persona a vedere chiaro dentro di sé è un passaggio obbligato di ogni Relazione di Aiuto.
13 ROBERT CARKHUFF III L autore mette in evidenza tre fasi in ogni Relazione di Aiuto. I) Fase di Autoesplorazione. Un individuo per apprendere un Comportamento Nuovo dovrà ESPLORARE la sua situazione, Capire bene dove si trova, Esplorare se stesso in relazione a se stesso ed esplorare se stesso in relazione agli altri.
14 ROBERT CARKHUFF IV Rispondere appropriatamente ad una Persona permette L AUTOESPLORAZIONE Far attenzione ai suoi bisogni Dà sicurezza Permette alla persona di partecipare attivamente al processo di aiuto. Permette alla persona di Aprirsi all acquisizione di Nuovi Comportamenti
15 ROBERT CARKHUFF V II) Fase di AUTOCOMPRENSIONE. L Aiuto consiste nel rendere possibile la Chiarificazione delle Esperienze. La Persona che aiuta deve filtrare l esperienza dell altro attraverso la propria.quanto più un individuo conosce se stesso tanto meglio riuscirà ad Agire nei confronti suoi e degli altri.
16 ROBERT CARKHUFF VI III) Fase di AZIONE COSTRUTTIVA. Non vi è Autocomprensione finché l individuo non intraprende qualche tipo di AZIONE. Nella Fase di Azione la Persona AGISCE per passare da dove si trova a dove vuole arrivare. Quanto più efficace sarà il comportamento ATTIVO di chi aiuta, tanto maggiori saranno le possibilità che l altra persona modelli su di lui il proprio comportamento.
17 La catena dell aiuto Una persona che ha ricevuto un aiuto efficace, sarà a sua volta in grado di aiutare un suo simile. Grazie.
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