COMUNE DI CASTENASO PROVINCIA DI BOLOGNA

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1 COMUNE DI CASTENASO PROVINCIA DI BOLOGNA PIANO URBANISTICO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA COMPARTO ANS_C2.1 "FRULLO NORD" PROGETTO ARCHITETTONICO: SOGGETTI ATTUATORI: Ing. Luca Magri Arch. William Berti Castenaso Immobiliare s.r.l. Futura Costruzioni s.r.l. PROGETTO OPERE URBANIZZAZIONE: Ing. Arch. Nicola Zanni DATA: SCALA: 10 luglio 2018 ELABORATO: C.21 OGGETTO: disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche Via Nasica, Castenaso (BO) tel./fax info@architstudio.it

2 PREMESSA il concetto di barriere architettoniche è l espressione tangibile del concetto di handicap, ovvero una caratteristica (presenza di un ostacolo o mancanza di un indicazione) dell ambiente che impedisca a chiunque di poter entrare in relazione con esso. L handicap, quindi, è una caratteristica non ascrivibile alla persona, ma è espressione antropologica e sociologica dell ambiente. La definizione, la concettualizzazione, la simbolizzazione e l'attribuzione di accezione del fenomeno delle barriere architettoniche è allora, così come per ogni altro fenomeno di carattere sociale, un processo derivate da mutamenti sociali; il concetto di barriere architettoniche è - assieme alla società circostante - destinato a cambiare: cambierà quindi la sua definizione, la sua accezione, la sua simbolicità. Pertanto le esigenze a cui il progetto deve soddisfare sono moltissime divenendo praticamente infinite se il concetto di disabilità viene esteso ed ampliato a tutti smitizzando il binomio persona disabile - barriere architettonica, ovvero pensando che un costruito senza ostacoli restituisce comfort e sicurezza a tutti offrendo più opzioni per essere vissuto ed interpretato. Secondo l ultima Classificazione Internazionale sul funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, Disability and Health ICF) elaborata nel 2001 dall Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha sostituito le ormai datate classificazioni di disabilità e handicap (ICIDH) proposte dalla stessa OMS negli anni 80, possiamo elencare i principi che il piano deve soddisfare: equità d uso: il progetto prevede spazi ed attrezzature utilizzabili da tutte le persone, indipendentemente dallo stato di salute; flessibilità d uso: il progetto prevede spazi ed attrezzature adatti ad un ampia gamma di abilità e preferenze individuali; uso semplice ed intuitivo: l uso degli spazi ed attrezzature deve risultare di facile comprensione; informazioni accessibili: le informazioni sulla dislocazione degli spazi e sulle modalità d uso delle attrezzature devono essere facilmente raggiungibili ed interpretabili dalle persone, indipendentemente dallo stato di salute; sicurezza: gli standard di sicurezza devono essere previsti in modo tale da ridurre al minimo i rischi derivanti da eventuale uso improprio o azione accidentale da parte delle persone, indipendentemente dallo stato di salute; sforzo fisico: il comfort d uso deve prevedere un utilizzo efficace ed agevole, con un minimum di fatica, per tutte le persone, indipendentemente dallo stato di salute; dimensioni e spazio per l uso: gli spazi e le dimensioni previsti per l avvicinamento, l accessibilità, la manovrabilità e l uso sicuro devono essere calcolati secondo persone con stature, posture e mobilità diverse.

3 NORMATIVA DI RIFERIMENTO Costituzione della Repubblica art.2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale ; Costituzione della Repubblica art.3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ; Legge 9 gennaio 1989, n. 13 Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati ; Decreto Ministeriale - Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche. Circolare Ministeriale - Ministero dei Lavori Pubblici 22 giugno 1989 n Circolare esplicativa della legge 9 gennaio 1989, n. 13 ; Legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate - art. 23 (Rimozione di ostacoli per l esercizio di attività sportive, turistiche e ricreative), art. 24 (Eliminazione o superamento delle barriere architettoniche); Decreto 28 marzo 2008, Linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale ; Legge 3 marzo 2009, n. 18, "Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e istituzione dell'osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità

4 SCHEDA 01 ATTRAVERSAMENTI PEDONALI RIALZATI Rappresentano una modifica plano-altimetrica della sede stradale mediante un rialzo con rampe di raccordo (con pendenza, in genere, del 5-10%) in corrispondenza di attraversamenti pedonali, dando continuità ai marciapiedi. La pendenza della rampa è del 6% (Normativa di riferimento CNR Norme tecniche n. 60/78). Materiali differenziati permettono di evidenziare la presenza degli scivoli, aumentandone la percepibilità. La sopraelevazione della pavimentazione stradale evidenzia l uso promiscuo della zona sopraelevata, inducendo il conducente a mantenere una velocità compatibile con la sicurezza degli altri utenti della strada. Viene favorito l attraversamento pedonale, che risulta più sicuro, perché maggiormente evidente. La rampa deve essere adeguatamente segnalata, anche per i mezzi spalaneve p = 6% p = 6% SEZIONE TRASVERSALE

5 SCHEDA 02 ATTRAVERSAMENTI PEDONALI RIBASSATI Rappresentano una modifica plano-altimetrica del marciapiedi mediante rampe di raccordo in corrispondenza degli ingressi ai lotti edificatori. La pendenza delle rampe è del 7.5% < p.max 8% (L. n.13 del gennaio 1989 D.M. n. 236 del 14 giugno 1989 ). Materiali differenziati permettono di evidenziare la presenza degli scivoli, aumentandone la percepibilità. La pavimentazione deve essere antisdrucciolevole ( D.M. 236/89 - art ). Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a 0,40. ( art D.M. 236/89 ). fascia in granito conglomerato bituminoso strato di usura 0/12 sede stradale marciapiedi p=7.5% p=7.5% p = 7.5% p = 7.5%

6 SCHEDA 03 ACCESSO PEDONALE AL PARCO L accesso al parco avviene con attraversamento pedonale rialzato e/o con un percorso in quota che collega la pista ciclabile con il parco. Alla pista ciclabile si può accedere con rampe (piano inclinato) che collegano due livelli differenti. La pendenza massima deve essere intesa come inclinazione massima del tratto inclinato. La pendenza della rampa è del 6% (Normativa di riferimento CNR Norme tecniche n. 60/78). La pavimentazione deve essere antisdrucciolevole ( D.M. 236/89 - art ). Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a 0,40. ( art D.M. 236/89 ). La pavimentazione deve essere ad alto contrasto cromatico e basso contrasto di luminanza

7 SCHEDA 04 PRESCRIZIONI SULLE ATTREZZATURE DEL PARCO Il gioco è un diritto universalmente riconosciuto a tutti i bambini ed è sancito dagli art.23 e art.31 convenzione sui diritti dell infanzia UNICEF, pertanto il parco giochi deve avere tutti i requisiti di accessibilità. Per parco giochi accessibile si intende lo spazio di gioco che può essere usufruito anche dai bambini con disabilità tenendo conto non solo delle disabilità motorie ma anche delle disabilità neuro-sensoriali. La progettazione dovrà prevedere un parco inclusivo, inteso come area attrezzata dove i bambini con disabilità fisiche o sensoriali o con problemi di movimento possono giocare e divertirsi in sicurezza, insieme a tutti gli altri. Per gioco inclusivo si intende un attrezzatura che può essere utilizzata da una vasta gamma di utenti aventi diverse abilità, senza adattamenti particolari, senza progettazioni speciali. Molte persone detengono un livello di piccola o media disabilità che non richiede una progettazione radicale come quella per utenti su sedia a rotelle. La differenza tra un gioco inclusivo ed un gioco per disabili parte quindi dalla progettazione, studiata per consentire ai bambini di divertirsi assieme, senza barriere e senza divisioni. Le attrezzature dovranno avere colore e grande visibilità. I percorsi sono dotati di aree di riposo dotate di panchine ombreggiate.

8 SCHEDA 05 PARCHEGGI RISERVATI I parcheggi riservati sono del tipo a pettine, ortogonali alla corsia di accesso. Lo stallo ha una larghezza di cm. 320 (di cui cm 190 per il veicolo e cm. 130 destinato alla spazio per garantire la massima mobilità della sedia a ruote, nelle fasi di ingresso- uscita dal veicolo - (Art. 40 C.d.S. e Art. 149 del Regolamento.) I parcheggi sono dotati di una segnaletica orizzontale con strisce diagonali di colore giallo ed una segnaletica verticale ( palina ), posta in testa allo stallo, recante i pittogrammi conformi a quanto previsto dall'art. 120 C.d.S. PIANTA PROSPETTO segnaletica verticale

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