L EDUCAZIONE INTERCULTURALE ALLA PROVA DEL CORPO
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- Emilio Villani
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1 L EDUCAZIONE INTERCULTURALE ALLA PROVA DEL CORPO
2 Quali parti del corpo maschile, femminile si possono mostrare in pubblico: occhi, volto, mani? Cosa vuol dire «in pubblico»? Dove passa il confine che separa lo spazio pubblico da quello privato? Come cambiano lo spazio pubblico e privato a seconda che siano presenti solo uomini, solo donne, uomini e donne insieme? Cosa accade a quei corpi e a quelle relazioni che non si riconoscono nelle definizioni accettate, «normali», di maschile e femminile?
3 La socializzazione dei nuove generazioni passa anche attraverso una certa idea del corpo, un etichetta quotidiana su come va gestito, soprattutto in pubblico. Il modo in cui camminiamo, sediamo, guardiamo il nostro corpo e altrui, in pubblico e privato, non dipende da una caratteristica universale ma dai modelli di corpo che impariamo ad imitare fin da piccoli.
4 Di conseguenza, il modo in cui viviamo i nostri corpi dipende dal contesto sociale e culturale in cui si è immersi.
5 In particolare, l idea del corpo è condizionata dal sesso, maschile o femminile. Quindi imparare a gestire il corpo significa anche gestire il rapporto tra sessi. Gender= modi in cui le caratteristiche fisiche di corpi maschili e femminili entrano poi nella rappresentazione culturale, nella performance di cosa voglia dire essere uomini e donne nella vita di ogni giorno.
6 L IMPORTANZA DELLO SPORT Giocando, facendo sport, impariamo a essere uomini e donne in modo culturalmente appropriato, impariamo a relazionarci in modo culturalmente appropriato tra donne, tra uomini e tra uomini e donne. Giochi, sport, educazione fisica e motoria hanno una funzione educativa e socializzante fondamentale, anche per la costruzione dell idea del corpo.
7 CORPO MASCHILE Il corpo maschile è sempre stato accompagnato dall idea di virilismo. Anche nei totalitarismi, lo sport veniva usato con un fine propagandistico per creare futuri cittadini «virili, forti, audaci, pronti sia alle battaglie sportive che guerresche». Il fascismo investiva nello sport sia in contesti scolastici che extra (Opera Nazionale Balilla) Fin dall Ottocento, lo sport aveva il fine di formare il carattere, insegnare virtù, lealtà, resistenza fisica, autostima. Inizialmente, esso era praticato soltanto da maschi di classi sociali superiori per trasmettere le virtù necessarie per un futuro ruolo di guida e di prestigio sociale.
8 Nelle società occidentali, lo spogliatoio, il campo sportivo possono essere scenari ideali per mettere in scena performance «virili» che riflettono quello che sembra essere il modo culturalmente adeguato di comportarsi «da uomini». Questo talvolta presenta tratti omofobici e contrari a contatti fisici prolungati tra uomini. Totalmente opposta, nella cultura indiana, dove i ragazzi sono soliti tenersi «mano nella mano»
9 CORPI FEMMINILI Nell Ottocento si proibiva o riduceva al minimo lo sport per le donne a causa di pseudo teorie scientifiche che consideravano il corpo femminile debole e inadatto allo sport, o comunque imputavano alla pratica sportiva il rischio di pregiudicare il buon funzionamento del corpo femminile in quanto deputato alla procreazione e all accudimento dei figli. La visione ideale del corpo femminile risente dell influsso culturale in modo notevole, tuttora.
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16 «PORTO IL VELO, ADORO I QUEEN» DI S. A. QADER In palestra: «Non avete paura di soffocare?» chiede l insegnante di aerobica ad alcune ragazze musulmane che indossano sia la tuta sia il velo. E rispondono «Se dovesse accadere glielo faremo presente.» Nello spogliatoio tutto femminile, dopo che le ragazze musulmane hanno provato a spigare le ragioni morali, religiose e di pudore che impediscono loro di rimanere svestite anche davanti ad altre ragazze «E allora noi saremmo delle svergognate?» chiede una delle italiane non musulmane. «Veramente no, ni, si, cioè no, voi fate come vi pare e noi pure» ribatte di nuovo una ragazza musulmana.
17 DISUGUAGLIANZE DI GENERE NELLO SPORT La diversa visione del corpo maschile e femminile all intero delle varie culture ha connotato sport più maschilisti e altri più riservati alle femmine.
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20 LO SPORT COME SCUOLA DI VALORI. QUALI? La scuola si sta attivando per promuovere lo sport e il gioco nella formazione personale e interculturale di ragazzi e ragazze, di italiani e stranieri attraverso diversi progetti. Questi sono più o meno coprogettati con le realtà sportive del territorio e riletti in chiave interculturale e territoriale, contro tendenze stereotipate e culture rigide. I cortili scolastiche, benché appaiano così caotici, sono contesti educativi non formali ma ben orientati verso un integrazione sempre maggiore anche attraverso l uso del proprio corpo.
21 E giusto o meno che un migrante si adatti alla cultura del paese accogliente o può mantenere le proprie tradizioni? Quali attività sportive e multiculturali potrebbero essere realizzate a scuola?
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