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1 Procedimento di Consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici promosso dall AEEG con il documento 204/2012 del Osservazioni e proposte dell AATO 2 CT Indice 1. Introduzione 2. Generalità sull ATO 2 CT 3. Risposte agli Spunti per la consultazione 4. Conclusioni Figure 1. Livelli di abbassamento nelle falde acquifere dell Etna 2. Gestioni provvisorie preesistenti nell ambito di Catania 3. Ripartizione dei volumi idrici per gestore presenti nel comune di Catania (popolazione residente pari a abitanti) 4. Schema per la determinazione dei costi finanziari dell acqua di Siciliacque s.p.a. (rif. Piano di gestione del Distretto idrografico della Sicilia, edizione marzo 2010) 5. Rendimento fondi assegnati ex Piano Stralcio 2003 a. Procedura di infrazione 2004/2037 numero comuni con pop.sup in infrazione per regione b. Procedura di infrazione 2004/2037 numero comuni con pop.sup in infrazione per provincia regionale siciliana c. Procedura di infrazione 2004/2037 Confronto tra popolazione residente e volume di investimento previsto Tabelle 1 Aggiornamento preliminare del Piano degli Investimenti di BT ATO 2 CT 2 - Gestioni esistenti nell ambito di Catania - dettaglio 3 Gestioni e servizi a livello comunale Allegati A Note Consorzio Sintesi ed Acoset s.p.a. del giugno 2012 B - Nota AcqueSud srl del marzo 2012 C Nota Acque Carcaci del Fasano s.p.a. 1

2 1. Introduzione Il presente documento viene redatto nell ambito del procedimento di consultazione pubblica per l adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici avviato dall AEEG con il documento 204/2012 del , nel condividere la gran parte delle osservazioni contenute nel documento trasmesso dall ANEA, si ritiene indispensabile fornire un ulteriore contributo integrativo di conoscenza di dettaglio, al fine di meglio delineare le problematiche che interessano la realtà siciliana. In coerenza con la pressante e preminente esigenza di dover ancora incoraggiare lo sviluppo della cultura della gestione unitaria dei servizi a scala sovra comunale, presupposto indispensabile per favorire il raggiungimento delle economie di scala d ambito, verticali ed orizzontali, a garanzia della sostenibilità del piano economico finanziario e della copertura finanziaria degli investimenti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi ambientali e di servizio (sia in fase di realizzazione che di gestione), nel seguito verranno esposte le specificità ed i condizionamenti che caratterizzano il contesto regionale siciliano ed, in particolare, l ambito territoriale catanese in materia di S.I.I. delineando un quadro generale, ma rappresentativo, delle peculiarità che contraddistinguono e limitano lo sviluppo del S.I.I. in un ambito territoriale ottimale rappresentativo di molte realtà del meridione d Italia. In particolare, obiettivo del presente documento è porre ad oggetto di valutazione l impatto (incentivante/limitante) determinato dalla eventuale attuazione delle proposte metodologiche, anche transitorie, contenute nel documento AEEG. Per la complessità dello scenario delineato potrebbero rivelarsi utili specifiche audizioni o istituzioni di tavoli tecnici permanenti, iniziative nei confronti delle quali attestiamo, sin da subito, la nostra piena disponibilità. 2. Generalità sull ATO 2 CT Il territorio dell ambito territoriale ottimale di Catania coincide con quello della provincia regionale di Catania, i comuni ricadenti al suo interno sono 58; la relativa Autorità d Ambito è stata istituita nel 2004 in forma di Consorzio di funzioni tra i 58 comuni e la Provincia regionale. L ambito di Catania, con una popolazione residente pari a circa abitanti ed una superficie pari a Kmq, rappresenta (escludendo l ATO Unico Puglia e l ATO Unico Sardegna) il decimo ambito a livello nazionale per popolosità ed il diciassettesimo per superficie sottesa. Dal punto di vista della copertura dei servizi, viene riportata nel seguito la percentuale ricavate da recenti rilevazioni eseguite, in via preliminare, dagli Uffici dell AATO: - Acquedotto 98% - Fognatura 32% - Depurazione 13% E da evidenziare sin da subito che: a) L'elevata percentuale di copertura indicata per il servizio acquedottistico è un dato apparente. Infatti, delle risorse idriche vincolate e da vincolare relative all'ambito di Catania, pari a circa 262 milioni di mc, meno del 10% non rientra tra quelle definite particolari o scadenti nel Piano di Tutela (dicembre 2008), cioè solo per il 10% si rileva la conformità dei parametri qualitativi con quelli imposti dalla norma. Da ciò emerge la necessità di 2

3 reinterpretare il dato di copertura del servizio idropotabile, apparentemente rassicurante nel caso Catania, in un ottica di effettiva copertura del servizio sia in termini quantitative che qualitativi. Pur non rientrando nelle competenze specifiche dell Autorità, riteniamo, ed è opinione condivisa, che lo sviluppo della nuova metodologia di regolazione sui servizi debba procedere di pari passo con lo sviluppo e con la promozione delle procedure e degli strumenti di base per una razionale regolazione della risorsa. Più volte, l AATO 2 CT, di concerto con gli Uffici del genio civile di Catania, ha stimolato e promosso, in sede di tavoli tecnici regionali, la necessità di dover assicurare il necessario rilievo agli strumenti di pianificazione ed ai programmi di investimento a livello sovracomunale, che già oggi confermano l esigenza di dover identificare strategie di vettoriamento razionale della risorsa idrica concretamente suscettibili all uso idropotabile e, parallelamente, ridurre drasticamente le elevatissime dispersioni oggi presenti; b) Per il servizio fognario e depurativo, invece, la percentuale indicata denota, con maggior chiarezza, una situazione molto grave. Per l ambito territoriale catanese: - il carico generato (civile e industriale) risulta pari a a.e.; - il carico servito pari a a.e.; - il carico trattato da impianti in esercizio pari a a.e.; - il carico trattato da impianti con vigente autorizzazione allo scarico apri a a.e. Da questi dati discende un grado di copertura attuale della rete fognaria pari al 32%, del servizio depurativo pari al 26%, del servizio depurativo con scarico autorizzato 13% ed un deficit depurativo pari a a.e. (elementi di dettaglio possono essere reperiti sul sito dell AATO 2 CT Ulteriore elemento critico risiede nella sottovalutazione, per Catania, dell emergenza ambientale determinata dalla categoria di scarico prodotta da abitazioni che non sono dotate di fognatura dinamica e di idoneo depuratore, di cui tuttavia è prevista la realizzazione, (tale categoria è molto diffusa infatti oltre il 70% della popolazione dell'area metropolitana di Catania scarica i reflui direttamente nella falda dell'etna). Quanto sopra produce un elevatissimo impatto su falde utilizzate anche a e soprattutto a fini idropotabili, in progressivo deterioramento qualitativo senza che tale circostanza determini, con l attuale cornice normativa, il riconoscimento del relativo costo ambientale. Come verrà meglio descritto nel seguito, l insufficiente livello di infrastrutturazione ha determinato una stima del fabbisogno di investimenti complessivo particolarmente oneroso, circa 1,6 miliardi di euro nel trentennio che, nel breve periodo, ammonterebbero a circa 950 milioni di euro, come rappresentato in tab.1, necessari soprattutto per la risoluzione delle procedure di infrazione comunitaria ex direttiva 91/271/CEE, il cui impatto in Sicilia è delineato nelle figg.a, b e c seguenti. Tabella 1 Aggiornamento preliminare del Piano degli Investimenti di BT ATO 2 CT M (moneta 2010) 1 α Progetto speciale conoscenza 9,50 2 β - Progetto telecontrollo 5,20 3 Rete idrica di Catania 61,25 4 Sistemi F + D intercomunali (Catania, Misterbianco, Acireale, Mascali), depuratori e reti fognarie vari comuni 450,00 5 Opere adduzione idrica sistema intercomunale di Catania 96,20 6 Opere adduzione idrica versante est dell Etna 37,50 Totale 659,65 7 Studio idrogeologico particolare su acquiferi 4,00 8 Interventi per messa in sicurezza fonti 20,00 Aggiornamento prezzi di interventi già presenti in APQ II Atto integrativo del testo coordinato ed integrato del APQ Tutela delle acque a valere sulla delibera CIPE 17/03 sottoscritto nel

4 9 Piano di vettoriamento per risoluzione non conformità parametri qualitativi particolari (vanadio,boro) 20,00 10 Anticipazioni interventi di recupero dispersioni 50,00 11 Risoluzione procedura di infrazione ex artt. 3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE invarianti (ad integrazione del 160,00 punto 4) 12 Manutenzioni straordinarie e rinnovi 35,00 Totale 289,00 Totale complessivo 948,65 Le superiori stime, valutate per difetto, sono da considerarsi preliminari e potranno essere confermate nell ambito del processo di aggiornamento e revisione del piano d Ambito, avviato dall AATO 2 CT mediante il Progetto conoscenza finalizzato all aggiornamento del piano d Ambito, oggi non previsto negli strumenti di programmazione nazionali e regionali, varati di recente, nonostante la richiesta di concessione di finanziamento sia stata inoltrata dall AATO agli enti sovraordinati, ministeriali e regionali, a far data dal maggio Con riferimento al modello gestorio, l AATO di Catania ha già eseguito, negli anni , un primo esperimento di gara per la selezione del socio privato di minoranza della SIE s.p.a. Il processo di gara però è stato oggetto di ricorso da parte di alcuni comuni dell ambito e, oggi, diverse sentenze emesse degli organi amministrativi regionali ( TAR Catania e CGA Palermo) hanno attestato l illegittimità del procedimento di gara. In atto assemblea consortile dell AATO ha dovuto deliberare la caducazione del contratto di gestione, delibera nei cui confronti è ancora pendente il ricorso, sia della S.I.E. s.p.a. che del socio operativo di minoranza vincitore della gara (hydrocatania s.p.a.), presso il TAR Catania. Oggi l AATO di Catania ha varato un nuovo Piano d Azione che prevede l aggiornamento e la revisione del PEF, del piano degli investimenti e del piano d Ambito di Catania finalizzati alla verifica della fattibilità della costituzione di una società in house. Le risorse finanziarie che il CIPE e la Regione siciliana stanno stanziando al fine di risolvere la procedura di infrazione 2004/2034, renderebbero sostenibile il PEF di cui sopra e, gli ulteriori apporti garantiti dalla finanza di progetto, consentirebbero l avvio di tutti gli interventi, anche quelli del settore idrico, non coperti dai fondi pubblici, fondamentali anche ai fini della risoluzione complessiva delle criticità sia di servizio che ambientali. Risulta pertanto prioritario presidiare il processo di costituzione del gestore unico, che consentirà al territorio catanese di beneficiare delle economia di scala, orizzontali e verticali nell ottica del raggiungimento di livelli di servizio adeguati e di livelli tariffari sostenibili per la popolazione catanese. Figura a 4

5 Figura b Figura c 3. Risposte agli Spunti per la consultazione 5

6 3. Risposte agli Spunti per la consultazione Q1 - Si ritengono esaustive le criticità sopra evidenziate? In caso contrario quali altri elementi di criticità si ritiene esistano nel settore? Nel condividere le criticità espresse nel documento AEEG e le considerazioni espresse dall ANEA, si ritiene utile integrare l elencazione fornita con ulteriori specificità descritte nel prosieguo: 1) Pur non essendo di stretta competenza dell Autorità, la regolazione delle risorse idriche risulta strettamente correlata alla regolazione dei servizi idrici, gli stessi principi emanati con la direttiva quadro (2000/60/CEE) identificano nel Piano di gestione di distretto lo strumento con il quale condurre lo studio dell analisi dei costi del sistema idrico mediante l analisi economica di piano che, considerando anche strumenti economici diversi dalla tariffa, potrebbe/dovrebbe costituire il sistema di pilotaggio del distretto di supporto alla assunzione di scelte da parte del decisore pubblico (ad esempio, sulla corretta allocazione delle risorse pubbliche per i diversi settori di uso della risorsa (potabile. Irriguo, industriale, ecc.) ed all interno di un settore sulla corretta distribuzione delle stesse), con evidenti ripercussioni decisive anche sul livello tariffario finale del singolo settore e con la possibilità di mettere a fuoco ed attenuare i conflitti interni del sistema. In tale contesto, l Autorità potrebbe svolgere un ruolo propositivo nei confronti di quelle regioni, quasi tutte ricadenti nella aree meridionali e, per la maggior parte, in procedura di infrazione comunitaria (vedi figg.a, b e c), che non hanno provveduto alla redazione e/o al concreto aggiornamento degli strumenti di pianificazione di distretto. La regione siciliana, non percependo quanto una revisione complessiva dell intero sistema regionale, alla luce dei nuovi indirizzi emanati dalle direttive comunitarie e nazionali, potesse costituire un imperdibile opportunità, ha invece avviato la redazione del Piano di gestione del distretto idrografico (l ultima versione è del marzo 2010) sulla base dei precedenti, ormai datati ed obsoleti, strumenti di pianificazione (PRGA, PdT, ecc.), non più coerenti con le criticità territoriali e pertanto non idonei allo sviluppo di strategie concretamente risolutive; 2) Esempio emblematico della necessità di correlare regolazione delle risorse e regolazione dei servizi è proprio l ambito territoriale di Catania, il cui sistema di produzione idrica si fonda su un sistema di approvvigionamento costituito da gallerie, inizialmente drenanti, che oggi invece prelevano la risorsa quote profonde (maggiori di 240 m s.m.m.) dagli acquiferi vulcanici dell Etna, le cui falde, con il passare degli anni, stanno subendo un grave abbassamento di livello (circa 60 metri in trenta anni, fig.1) con gravi conseguenze come ad esempio il deterioramento qualitativo delle acque erogate ed il forte dispendio di costi per acquisiti di energia elettrica. Gli indirizzi regionali di settore (rif. delibera di giunta regionale n.140/2011) prevedono, in maniera espressa, la posticipazione degli apporti di finanziamento nel settore idrico alla futura normalizzazione del S.I.I. e destinano, prioritariamente, tutte le risorse pubbliche disponibili alla realizzazione di opere di fognatura e depurazione, necessarie per la risoluzione della procedure di infrazione comunitaria. Le linee di indirizzo regionali non prevedono contestuali azioni e misure volte alla promozione dell integrazione dei servizi, con la conseguenza che la collettività dovrà rinunciare alla quota di co-finanziamento in capo al gestore, che garantirebbe la copertura complessiva di tutti gli interventi prioritari, come meglio descritto nel punto che segue. 3) Per quanto sopra, pur concordando con la necessità di dover fronteggiare l inadeguatezza dei sistemi di fognatura e depurazione, si ritiene che occorra tenere ben presente che, allo stato dell arte, il CIPE ha già stanziato ingenti somme finalizzandole alla risoluzione delle procedure di infrazione (per la Sicilia si 6

7 prevede di destinare circa milioni di euro di cui 610 milioni di euro assegnati al ambito di Catania), a nostro avviso risulta necessario presidiare le procedure e le condizioni per la assegnazione dei fondi dato che il loro apporto concorrerà, insieme allo sviluppo del nuovo metodo tariffario, al raggiungimento degli obiettivi espressamente elencati nel documento AEEG. Una programmazione, come quella che la regione siciliana intende promuovere, che prevede la destinazione di fondi pubblici per singoli progetti ed a beneficio delle gestioni esistenti, con posticipo a data da destinarsi degli interventi nel settore idrico, mal si coniuga con i principi istitutori del S.I.I. che mirano al raggiungimento dell autonomia gestionale del servizio mediante i proventi da tariffa. Nel caso dell ambito i Catania, negli anni passati, la sostenibilità e l equilibrio del PEF di Catania è stata preclusa dalla indisponibilità di fondi, anche per gli effetti della nota sentenza CC335/2008, oggi essi coincidono con circa il 64% del fabbisogno complessivo di investimento nel breve periodo: in tale contesto tali risorse, se non disperse in rivoli improduttivi, potrebbero costituire il volano per la copertura del restante 36%, garantita in sede di redazione del nuovo PEF in un ottica di finanza di progetto; 4) Con riferimento alla problematiche attinenti i gestori preesistenti, si segnala che nell ambito di Catania esistono numerosi gestori transitori (fig.2 e tabb.2 e 3) rappresentati da società ex municipalizzate, società private erogatrici di acqua sia all ingrosso che al dettaglio, società regionali in liquidazione, società partecipate da organismi pubblici (anch esse in liquidazione) che gestiscono il servizio di depurazione oltre ad una miriade di gestioni in economia, meglio dettagliate nella figura e nelle tabelle richiamate. Tali enti gestiscono in forma non integrata i singoli servizi. Nella maggior parte dei casi la Carta del servizio è stata recepita solo pro forma, ed i regolamenti del servizio, qualora istituiti e rispettati, non hanno mai avuto una approvazione da parte di un ente pubblico di riferimento. Ad es. nella città di Catania (fig.3), il servizio idrico è fornito da 6 gestori che erogano il servizio in totale difformità, con regolamenti, piani tariffari tra loro non omogenei ed in assenza di qualsiasi forma di controllo da parte dell ente locale di riferimento. Riguardo alla metodologia tariffaria in uso, la gran parte delle gestioni preesistenti si riferisce al metodo CIPE, non sempre però sono stati attuati gli incrementi concessi nel tempo dal metodo, in nessuno dei gestori pubblici presenti nell ambito si è ottenuta l eliminazione del minimo impegnato ed in alcuni casi esistono ancora utenze a bocca tarata, cioè utenze non dotate di misuratore. In attesa che venisse attuata la legge Galli, gli enti di cui sopra hanno notevolmente ridotto le spese rivolte ad interventi di manutenzione straordinaria, con conseguente degrado delle opere ed incrementi dei costi gestionali del servizio (principalmente acquedotto in quanto il servizio fognario e depurativo è presente solo in piccole percentuali di territorio, vedi tab.3). La principale fonte di approvvigionamento, come detto, è l acquifero dell Etna le cui acque vengono oggi sollevate da falde molto profonde in conseguenza del progressivo abbassamento dei livelli di falda, elevate sono le perdite in rete con percentuali superiori al 60%, grande incidenza riveste, nel territorio, per tale motivo, la spesa per acquisto di EE e di acqua all ingrosso. I bilanci delle società ex municipalizzate sono quasi sempre in perdita e, le stesse, in assenza di enti di controllo di riferimento e di una normativa stringente, tendono ad attuare aumenti tariffari, non autorizzati, in assenza di piani di recupero di efficienza. Sulle modalità di servizio e di rapporto con l utenza, si potrebbero segnalare diversi comportamenti anomali da parte di alcuni gestori preesistenti, rilevati dall AATO. Solo per fornire un esempio la società Acque Carcaci s.p.a., soggetto privato che eroga il servizio al dettaglio, al fine di garantire l efficienza degli impianti di distribuzione e le opportune condizioni di potabilità, in via urgente ed indifferibile, pretende dalle utenze, per la manutenzione degli stessi l erogazione, in via esclusiva, di ingenti corrispettivi forfetari. Tali richieste di pagamento, come già segnalato, da un lato identificano una attività imprenditoriale svolta in regime di monopolio da un 7

8 soggetto privato che gestisce la fornitura idrica e, dall altro, sono destinate a rinnovare gli impianti di un gestore privato, aumentandone il valore patrimoniale, a discrezione di quest ultimo e senza alcun controllo pubblico, a spese degli utenti. Nel corso delle attività di rilievo e ricognizione preliminare condotta dall AATO, scarsa ed, in alcuni casi, quasi nulla è stata la disponibilità a fornire dati, quando conosciuti. Gli allegati A, B e C contengono alcune note pervenute, di recente, presso gli uffici dell AATO, a testimonianza dei comportamenti sopra indicati. 5) Con riferimento alle gestioni esistenti private che, come detto, sono in gran parte costituite da fornitori di risorsa idrica all ingrosso, il Piano d Ambito vigente prevede che, in ragione dell entrata in servizio di opere acquedottistiche strategiche, realizzate ma non ancora funzionanti, si potrebbe otterre una significativa riduzione della richiesta lorda di risorsa idrica (riduzione ottenibile anche per effetto delle ristrutturazioni delle reti) con una conseguente diminuzione degli acquisti già nell ottavo anno a partire dall avvio del PEF, ed il completo azzeramento nel tredicesimo anno. Valutazioni che, nell ottica di favorire il risparmio e la salvaguardia della risorsa ed il contenimento dei costi, meriterebbero di essere oggetto di attenta valutazione da parte degli enti sovraordinati. 6) Come accennato in precedenza, sono inoltre da attenzionarsi gli scarichi diretti degli utenti che non usufruiscono del servizio di fognatura e depurazione, che, per la maggior parte, scaricano direttamente nel sottosuolo i reflui. Tale tipologia di scarico sta diventando una vera e propria emergenza ambientale in quanto causa dell inquinamento delle falde acquifere, al contempo principale fonte di approvvigionamento dell ambito. 7) Anche la materia del rilascio delle concessioni idriche è oggi fortemente critica in Sicilia, da ricognizioni eseguite dall AATO, è emerso un bassissimo numero di concessioni idriche assentite (per lo più nei confronti di ditte private), infatti pur in presenza di erogazione di acqua di buona qualità, esistono condizionamenti strutturali (es. presenza di fabbricati entro i limiti imposti per l area di rispetto, ecc.) che non consentono il rilascio delle autorizzazioni sanitarie e/o il rinnovo delle stesse e, pertanto, risulta compromesso anche il buon esito dell iter per il rilascio del titolo di concessione. Per quanto sopra risulta evidente che, ad oggi, il sistema di approvvigionamento idrico potabile dell Ambito ottimale di Catania poggia su un sistema di produzione per molti aspetti inaffidabile e, comunque, non identificabile come assetto definitivo di medio lungo-termine, ne deriva che il raggiungimento di una condizione di conformità a regime di tutto l ambito non potrà essere conseguito attraverso una mera previsione di interventi per la messa in sicurezza sanitaria ed ambientale delle fonti oggi utilizzate ma, piuttosto, con una più ampia e approfondita attività di revisione del piano di utilizzo delle risorse idriche presenti, già avviata, finalizzata al razionale impiego della risorsa in ragione delle sue caratteristiche qualitative e all ottimizzazione dei costi di esercizio, anche ambientali, nel rispetto della direttiva quadro sulle acque. (2000/60/CE). Solo in sequenza potrà ottenersi una stima più accurata degli interventi da eseguirsi, dei costi conseguenti e dei tempi necessari. Emerge soprattutto l esigenza, improcrastinabile, di attuare una revisione dei criteri e dei dettami normativi che sovrintendono il processo di rilascio dei titoli concessori che prevedano soluzioni rispettose del principio di pubblicità di tutte le acque, superficiali e sotterranee, e di priorità degli usi destinati al consumo umano. 8

9 Figura 1 andamento medio del livello di falda acquifero etneo nord-orientale (gallerie Turchio e Tavolone) m s.m Figura 2 - Gestioni provvisorie preesistenti nell ambito di Catania 1 ACOSET S.p.A. ex Azienda Speciale consortile 2 AMA S.p.A. ex Azienda Speciale del Comune di Paternò 3 SIDRA S.p.A. ex Azienda Speciale del Comune di Catania 4 SOGIP S.r.l. unipersonale Società a responsabilità limitata costituita dal Comune nel Acque Aurora s.r.l. Società privata proprietaria degli impianti 6 Acque Carcaci del Fasano S.p.A. Società privata proprietaria degli impianti 7 Acque di Casalotto S.p.A. Società privata proprietaria degli impianti 8 Acquedotti UCC s.r.l. Società privata proprietaria degli impianti 9 SO.GE.A. S.r.l. Società di Gestione Acque Manganelli di Valcorrente Società privata proprietaria degli impianti Consorzio per il servizio di depurazione dei 10 liquami tra i comuni di Giarre Riposto Consorzio di Comuni costituito per il solo servizio di depurazione Mascali Fiumefreddo di Sicilia Sant Alfio 11 GIA s.p.a. Società mista a maggioranza pubblica partecipata al 51% da ASI calatino in liquidazione ex legge regionale 12 EAS ex Ente regionale in liquidazione ex legge regionale 13 Consorzio di bonifica CT Consorzio in fase di soppressione 14 S.I.E. s.p.a. n. 32 gestioni comunali in economia Società mista a maggioranza pubblica partecipata al 51% dai comuni e dalla provincia, convenzione di gestione caducata per effetto di sentenze da parte degli organi amministrativi n.24 società private che svolgono il servizio di captazione ed adduzione di acqua all ingrosso 9

10 Figura 3 Gestioni presenti nel comune di Catania (popolazione residente pari a abitanti) Volumi di acqua immessi in rete nell'anno 2011 città di Catania 13% 1% 5% 10% 4% SOGEA s.r.l. SIDRA s.p.a. ACOSET s.p.a. Consorzio di Bonifica 9 Acque Carcaci s.p.a. Acquedotti UCC s.r.l. 67% Q2 Quali altre o diverse informazioni e/o considerazioni si ritiene di dover evidenziare per suffragare o meno le criticità evidenziate? Nessun commento Q3 Con riferimento agli investimenti necessari, si condividono le stime sopra riportate? E quali priorità si ritiene di dover indicare con riferimento ai medesimi investimenti? Le stime relative agli investimenti potranno essere ritenute condivisibili in ragione dell adeguatezza degli strumenti di pianificazione disponibili (a livello di distretto e d ambito), in Sicilia ancora in un elevato stato di arretratezza come sopra già delineato. Le gravi sottostime contenute nelle rilevazioni eseguite dalla Sogesid negli anni 1999/2000 riguardo al fabbisogno di investimenti e la correlata sovrastime sulla capacità di autofinanziamento mediante la tariffa dell ambito hanno, nel passato, condizionato negativamente le scelte di pianificazione strategica d ambito, rimaste pertanto inattuabili. Q4 Con riferimento alla pianificazione degli investimenti già effettuate, si ritengono adeguate o, a prescindere dagli aspetti finanziari, necessitano di una revisione? Motivare la propria risposta. Vedi sopra Q5 Se si dovesse individuare un pacchetto di interventi specifici, ben georeferenziati, per i quali definire una specifica strategia di promozione, quali potrebbero essere indicati? E di quale entità sarebbe il loro costo? Motivare la scelta. 10

11 Vedi sopra Q6 Si ritiene che potrebbe essere utile adottare anche in Italia qualche formula di sostegno agli investimenti sul modello di quelle già adottate all estero? Q7 Si ritiene che i modelli di questo tipo possano essere sostenuti attraverso opportune componenti tariffarie? Nessun commento Q8 Quali altri modelli ritenente che possano essere adottati nel caso italiano, con la finalità di favorire gli investimenti nel settore, tenendo conto degli esiti del referendum che ha abrogato il riferimento all adeguatezza della remunerazione del capitale investito? Q9 Quali sono gli aspetti di maggiore criticità del rapporto utente-gestore? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte Pur condividendo la necessità di dover adottare una regolazione uniforme e stabile che superi l autodisciplina, basata su indicatori tecnici e commerciali verificabili e che preveda necessari meccanismi in grado di dare rappresentanza agli interessi diffusi dei consumatori, a nostro avviso, non può non prendersi atto delle diversità che caratterizzano le realtà di settore nelle diverse zone del Paese. Nel caso dell ambito di Catania, così come all interno della stessa città di Catania, esistono numerose gestioni (tabb.2 e 3 e fig.1) totalmente diversificate dal punto di vista delle modalità di erogazione del servizio, dell emissione di regolamenti e carte di servizio (quando esistenti), di applicazione di tariffe e di certificazione dei costi correlati all espletamento del servizio, prive di ente di controllo pubblico che tuteli il cittadino/utente; le società di consumatori a volte invocano l intervento dell antitrust ma spesso rimangono inascoltate. Si ritiene auspicabile un intervento immediato, a tutela del consumatore, che assicuri, già nel periodo transitorio, la presenza di un ente di controllo che vigili sulle prestazioni, sulla qualità del servizio e certifichi i ricavi ammessi in tariffa ma si ritiene parimenti auspicabile che tale organismo venga dotato di idonei strumenti rivolti ad incentivare/sviluppare il traghettamento delle gestioni esistenti verso la gestione unica. Una volta avviata la gestione unitaria, bisognerà prevedere step di avvicinamento del servizio agli standard di livello europeo/nazionale. Q10 Con riferimento all applicazione della carta dei servizi, quali sino gli aspetti di maggiore criticità riscontrati? E quali sono gli interventi a tutela del consumatore che si ritengono prioritari? Motivare le proprie risposte Q11 Si condivide l analisi relativa alla metodologia tariffaria esistente? Motivare la propria posizione Q12 Si ritiene che l eterogeneità del territorio servito possa essere compatibile con un unica metodologia tariffaria comune a tutte le gestioni? Motivare la propria posizione 11

12 Si condivide l impostazione di un'unica metodologia nella fase di regime anche in virtù del le motivazioni espresse dall ANEA; a nostro avviso, nella fase transitoria non può non tenersi conto delle diverse specificità che le autorità d ambito si trovano ad affrontare, ivi inclusa la necessità che tale periodo abbia la durata più limitata possibile, a vantaggio della sostenibilità della tariffa ed a garanzia della qualità del servizio. Una prima differenziazione potrebbe riguardare, ad esempio, le diverse esigenze manifestate dagli ambiti con forte carenza infrastrutturale (nuove opere) rispetto a quelle manifestate dagli ambiti rivolti verso obiettivi di miglioramento e di ammodernamento degli assets (interventi cosiddetti sostitutivi). Se pertanto si condivide la presenza di una unica metodologia di riferimento nella fase di regime, nelle more bisognerà calibrare un metodo tariffario transitorio con la consapevolezza che, ad esempio, per le regioni in procedura di infrazione, esiste una scarsa possibilità per i gestori di migliorare la qualità dei servizi esistenti nei primi anni, in cui le realizzazioni saranno ancora in corso e, per contro, sarà necessario sopportare notevoli costi di gestione in conseguenza della realizzazione delle nuove opere. Nel seguito saranno esposte altre peculiarità che potrebbero caratterizzare il metodo tariffario transitorio. Q13 quali sono gli aspetti critici dell attuale MTN che, si ritiene, sia necessario risolvere prioritariamente e, a nostro avviso, è da superarsi l inesattezza tecnica introdotta nella normativa nazionale, fin dalla ben nota Legge 319/1977, nella quale il servizio di fognatura (F) e quello di depurazione (D) vengono trattati come se fossero indipendenti tra loro, mentre è da evidenziare che il secondo non può sussistere in assenza del primo. Pertanto esso non è un vero e proprio servizio (termine che presuppone un rapporto tecnico/commerciale indipendente con l utente servito : il servizio elettrico è realmente indipendente dal servizio telefonico, ma il subservizio di potabilizzazione dell acqua fornita non è indipendente dal servizio di acquedotto). Tecnicamente, la depurazione si può correttamente definire come un completamento dovuto del servizio F, da retribuire con tariffa integrativa. In sostanza, l assenza di F provoca automaticamente l assenza di D. Non vi può essere depurazione senza fognatura è l assioma tecnico che dovrebbe guidare ogni corretta interpretazione delle norme esistenti, tanto più in una regione nella quale la carenza di F è molto più rilevante e grave dell assenza di D, l equiparazione tra utenze non allacciate alla rete fognante ed utenze allacciate a reti fognanti non addotte al depuratore, effettuata dalla sentenza 96/2005, ripristinava in qualche modo, indirettamente, questo principio. Nel caso di Catania lo stato di funzionalità dell agglomerato risulta tale che il carico generato (civile ed industriale) in termini di abitanti equivalenti risulta pari a , mentre il carico trattato risulta pari a , con un deficit depurativo pari a ed una percentuale carico trattato/carico generato pari al 22%, in tale situazione il principio dell isoricavo per singolo segmento regolato potrebbe produrre iniquità inaccettabili, in quanto la rigorosa applicazione della separazione tra i tre servizi (A, F e D) condurrebbe l esiguo numero di utenze che usufruiscono del servizio a dover sopportare gli onerosi costi di depurazione. Q14 Si concorda con gli obiettivi a cui tendere e con la struttura generale del modello tariffario? Evidenziare eventuali ulteriori considerazioni in merito? Si concorda con gli obiettivi indicati Q15 Si concorda con le linee generali proposte per la nuova regolazione tariffaria? Motivare la propria posizione 12

13 Q16 Si concorda con una eventuale durata del periodo regolatorio di 4 anni? Q17 Quali dei capisaldi regolatori sopra descritti si ritengono prioritari? Q18 Quanto tempo si ritiene necessario prima che la nuova regolazione possa trovare piena applicazione con riferimento a tutte le gestioni, ivi comprese quelle che gestiscono in modo non integrato solo alcuni dei servizi cui il SII fa riferimento? Con riferimento alla regolazione da identificarsi nei confronti delle gestioni di tipo transitorio, nell Ambito di Catania si evidenzia, come detto, la presenza di numerosi gestori preesistenti (vedi tabb.2 e 3, fig.1), inclusi soggetti privati, proprietari di impianti, che erogano acqua all ingrosso e/o al dettaglio per diverse tipologie di uso (uso irriguo, industriale, potabile) in assenza di titoli/contratti di concessione e/o di servizio. Come in parte già rilevato dall AEEG, la mancanza di una visione regolatoria e di controllo integrato e unitario di tutta la filiera dei soggetti che concorrono alla gestione unitaria d ambito (ivi inclusi i produttori di acqua all ingrosso) determina, oggi, comportamenti coerenti con la massimizzazione della funzione utilità di ciascun soggetto e, nel contempo, criticità e inefficienze che condizionano il processo stesso di gestione unitaria nonché inefficienze e maggiori costi. Da rilevazioni eseguite dall ATO, con non poche difficoltà stante la reticenza dei superiori soggetti a fornire dati ed informazioni, si è potuto appurare, ad esempio, che nella maggior parte degli enti fornitori all ingrosso la tariffa di vendita applicata risulta unica, cioè non differenziata per i diversi usi (potabile, irriguo, industriale), in ragione del fatto che i citati soggetti, di contenute dimensioni, non attuano una separazione contabile tra le subaree di attività, non ribaltando i costi operativi in ragione delle singole categorie di ricavo. La tariffa applicata è, di norma, quella risultante da graduali incrementi annui, secondo coefficienti ISTAT, sulla primitiva approvazione tariffaria operata dalla CC.I.AA. negli anni passati (ai fini esplicativi si veda la nota contenuta in Allegato B). Pertanto, soprattutto, i produttori d acqua all ingrosso applicano unilateralmente e senza controllo continui aumenti tariffari (peraltro con progressioni spesso non coerenti tra loro) per vendita di acqua all ingrosso alle società distributrici la dettaglio, forti del regime, pressoché monopolistico, che caratterizza il rapporto di fornitura. Ne consegue, ai fini della determinazione dell evoluzione tariffaria d ambito, la presenza di una variabile di costo incontrollata e con ampio margine di imprevedibilità. Ne consegue che, stante la rilevanza dei volumi idrici in gioco, le società distributrici al dettaglio (es. Sidra s.p.a., Acoset s.p.a., ecc), subiscono i continui aumenti di prezzo annuali senza che, per questo, riescano a programmare investimenti mirati al contenimento dei costi ed alla salvaguardia delle falde idriche sotterranee dell Etna, operando anche una adeguata pianificazione strategica sui prelievi di risorsa idrica. D altro canto le società pubbliche ex municipalizzate ed i comuni che ancora oggi gestiscono il servizio in economia non hanno in generale inteso perseguire una evoluzione tariffaria coerente con le esigenza di completa copertura dei costi operativi. Il dilatarsi dei tempi per il concreto avvio della gestione unitaria ha prodotto e produce un progressivo aumento dello scompenso negativo derivante dalla differente dinamica di crescita dei costi unitari per la realizzazione degli investimenti e dei costi operativi, rispetto al più contenuto incremento medio della tariffa realmente attuato nel medesimo periodo presso le gestioni preesistenti, spesso per effetto anche della mancata copertura con tariffa di tutti i costi del servizio. A ciò si aggiunga la propensione delle gestioni esistenti a ridurre i costi di manutenzione, in previsione di consegnare gli impianti ad altro gestore. Questi crescenti scompensi contribuiscono alla determinazione, almeno nei primi cinque anni di gestione, di una tariffa applicabile per la copertura dei costi 13

14 sensibilmente superiore rispetto alla Tariffa massima ammissibile consentita dal metodo normalizzato, circostanza che, come già detto in precedenza, impone una revisione delle scelte di investimento e di apporto di risorse pubbliche. Già i modelli di comportamento appena descritti, conseguenza della mancanza di regole certe che identifichino l ente deputato al controllo e consentano la certificazione dei ricavi ammessi per gli enti che compongono la filiera del S.I.I., nonché il dovere di perseguire un evoluzione tariffaria coerente con i costi operativi, determina forti condizionamenti alla possibilità di organizzare una gestione unitaria d ambito (nel caso di specie al modello gestionale in house, ipotesi, come detto, oggi oggetto di valutazione da parte dell ATO di CT). Sono evidenti almeno tre livelli di criticità: a) Un elevato squilibrio iniziale tra costi operativi d ambito, intesi come sommatoria dei singoli costi operativi di ciascun gestore esistente, e tariffa media d ambito attualmente esistente, intesa come media delle tariffe praticate da ciascun gestore esistente. Tale circostanza comporta l identificazione e applicazione di una tariffa di partenza della gestione unitaria t 0 (a copertura dei costi relativi all anno 0) superiore a quella effettivamente praticata dagli attuali gestori alimentando l errata percezione di maggiore onerosità della gestione unitaria del SII rispetto a quella attuale svolta prevalentemente a livello comunale. b) Un elevato spread tra le tariffe oggi applicate dai gestori esistenti, legate più alle estemporanee e marginali iniziative di aumento da parte di taluni gestori che ad una reale e diffusa e coerente propensione, a livello di ambito, a coprire l evoluzione dei costi operativi e/o a co-finanziare investimenti di miglioramento. c) Compromessa possibilità che la tariffa reale media, nei limiti del metodo normalizzato, generi ricavi tali da consentire la copertura dei costi reali, quanto meno dei costi operativi, e ciò per assicurare il rispetto della garanzia di chiusura dei bilanci in utile, escludendosi a tal fine qualsiasi trasferimento non riferito a spese per investimenti. A seguito di alcune rilevazioni preliminari, eseguite nel corso degli ultimi anni, si è ricavata applicando il MTN una tariffa t 0 di partenza molto bassa e si è dedotta una TRM di partenza inferiore alla media nazionale (1,27 /mc). Pur prevedendo nei primi anni il mantenimento costante dei costi per acquisto acqua all ingrosso e gli incrementi massimi consentiti dal metodo, giungendo ad una tariffa di 1,54 /mc, non sarebbe possibile assicurare la copertura dei costi operativi e co-finanziare gli investimenti, anche per l immediata e contemporanea necessità di dover eseguire opere urgenti ed indifferibili nel campo della depurazione, ai fini della risoluzione delle procedure di infrazione (vedi tab.1), rendendosi necessari apporti economici in conto esercizio, per giungere all equilibrio economico, di oltre 50 milioni di euro. Più volte questa Autorità, pur non disponendo di poteri impositivi verso le gestioni preesistenti in tema di adeguamento tariffario, si è fatta promotrice, con scarsi risultati, di iniziative che tendessero ad incoraggiare le azioni volte alla strutturazione di un strategia interna di gestione, all interno della quale venisse stimata l evoluzione tariffaria a copertura dei costi del servizio, promuovendo azioni volte ad anticipare la convergenza verso una tariffa media d ambito. Per quanto sopra, l identificazione di regolamentazioni da applicarsi nei confronti dei gestori che esplicano il servizio in forma non integrata risulterebbe producente in quanto, nel caso specifico di Catania, concorrerebbe al procedimento di identificazione del modello gestorio d ambito; per contro tali regolamentazioni, se non correttamente incardinate all interno del, fisiologico, processo che deve tendere alla gestione unica, potrebbero determinare la grave conseguenza di vedere cristallizzare, in forma definitiva, il quadro già delineato nella fig.2 a tutto svantaggio del perseguimento delle economie di scala, orizzontali e verticali, e del contenimento dei costi. Per quanto sopra, il modello tariffario transitorio da promuovere nei confronti dei gestori transitori deve prevedere, a nostro avviso, meccanismi incentivanti il processo costitutivo del gestore d ambito (es. incrementi 14

15 tariffari condizionati dalla sottoscrizione di precisi impegni al trasferimento della gestione secondo tempistiche e modalità previste nel Piano d Ambito). Tra l altro, nell ambito di Catania le principali società ex municipalizzate - Sidra s.p.a., Acoset s.p.a., AMA s.p.a., Sogip s.r.l. - rappresentano già da sole una grande parte della popolazione ricadente nel territorio di riferimento, pari a circa il 62% della popolazione della provincia di Catania. Per quanto sopra, una metodologia transitoria da applicarsi alle gestioni dei servizi, non integrati, dovrebbe applicarsi per lo stretto periodo necessario all avvio operativo della gestione d ambito, e dovrebbe prevedere: a) modalità e procedure volte alla verifica di costi ammissibili (ivi inclusi quelli dei produttori di acqua all ingrosso); b) l applicazione del principio chi inquina paga nei confronti delle numerose utenze i cui reflui non vengono depurati in correlazione con l inquinamento prodotto; c) l individuazione di idonee di misure che obblighino/incentivino i gestori transitori alla consegna del servizio al nuovo gestore. Q19 Quali si ritiene siano le maggiori difficoltà per adeguarsi a un sistema regolatorio come quello descritto in precedenza? Motivare la propria posizione L impostazione di una metodologia specifica di controllo di gestione e di una contabilità regolatoria richiederà tempi, anche l implementazione da parte dei gestori indicati in tabb.2 e 3 richiederà tempi e costi notevoli. Q20 Quali altre attività, rispetto a quelle elencate, non attualmente interessate dalle metodologie tariffarie MTN o CIPE sono svolte o potrebbero essere svolte dalle imprese? Si concorda con le osservazioni dell ANEA ed, in aggiunta, tra le attività potrebbero inserirsi la vendita di acqua per fini irrigui (sia all ingrosso che al dettaglio). Particolare attenzione merita la problematica, che andrebbe risolta contemporaneamente alle altre, delle fognature miste, che convogliano acque meteoriche (bianche) e reflue urbane (nere) mescolate tra loro, chi pagherà il costo attribuibile alle acque bianche? In teoria, dovrebbero essere i comuni, come ha ribadito la Corte dei Conti in una nota relazione in data ; ma con quali proventi? Si tratta di un problema posto per la prima volta, lucidamente, dalla L. 319/1977, ma purtroppo rimasto insoluto, e che la normativa nazionale continua ad ignorare, anche se più volte sollecitata. In Sicilia, esso interferisce pesantemente, dal momento che la maggior parte dei sistemi di fognatura/depurazione esistenti o da realizzare sono di tipo misto; pertanto i gestori del SII debbono anticipare per le acque bianche spese per conto dei comuni, i quali non sono in grado di rimborsarli. E questo un ulteriore rischio di dissesto finanziario. E possibile valersi, in proposito, di accurati studi compiuti nel 2006/2007 dalla Associazione Idrotecnica Italiana (AII), la quale propose, finora inascoltata, un semplice intervento normativo a livello nazionale, il cui contenuto potrebbe essere ora ripreso ed aggiornato. Il drenaggio delle acque meteoriche urbane (o bianche ) nei sistemi misti è un serio problema urbanistico e del SII, in particolare per le acque di prima pioggia, che presentano forti carichi inquinanti, dovuti sostanzialmente al traffico, e possono nuocere al depuratore. Si è già detto che il corrispondente costo non può essere caricato sul SII (come ribadito dalla citata relazione della Corte dei Conti fin dal 2003). Si tenga presente che è opinione concorde degli esperti che non solo nei sistemi fognanti misti, ma addirittura in quelli separati, è opportuno che la gestione dei servizi di smaltimento di acque meteoriche sia unificata con quella del SII, con evidenti economie di scala e razionalizzazione complessiva del drenaggio urbano, dando così certezza che detto servizio collaterale venga realmente effettuato. E quindi necessario, a nostro avviso, che anche in questa sede di consultazione l AEEG provveda a fornire indirizzi specifici che tendano verso l unificazione dei servizi citati, e soprattutto risolva le difficoltà che tutti i comuni siciliani incontrerebbero nel sostenere i costi di un corretto servizio di smaltimento delle acque meteoriche con le proprie usuali entrate, difficoltà che stanno già ricadendo, ingiustamente, sui gestori del SII che debbano occuparsi di sistemi misti. Q21 Si concorda con le tre tipologie di valorizzazione del servizio proposte? Come potrebbero essere distinte le diverse attività? Quali aspetti critici si ritiene esistano? Motivare le proprie risposte 15

16 Q22 Quale delle due ipotesi di regolazione appena descritte si ritiene preferibile? Per quali motivi? Q23 In un contesto di rapporti reciproci tra Autorità e Nuove AATO, quali si ritiene possano essere i compiti che le AATO possono svolgere con maggior efficacia a livello locale? Motivare la propria risposta Q24 Si concorda con le ipotesi proposte in relazione agli scostamenti tra costo effettivo e costo pianificato degli investimenti? Motivare eventuali proposte alternative Q25 - Quale difficoltà le AATO potrebbero incontrare in riferimento alle diverse gestioni e alle diverse convenzioni, previgenti nei rispettivi ambiti? Dalle motivazioni appena esposte, appare più che mai necessario porre le AATO come l istituzione di riferimento in grado di intercettare tutte le iniziative promosse dai gestori preesistenti per affrontare le criticità che stanno emergendo, governandole ed orientandole secondo una visione di area vasta. Il ruolo catalizzatore e di riferimento svolto dall AATO potrà infatti assicurare sia la rilevazione, l analisi e l interpretazione delle problematiche in gioco, anche con riferimento ai gestori preesistenti che, su aree diverse, ma con criteri e metodiche condivise che conducano all identificazione nel dettaglio ed in maniera organica, ma a scala di ambito, delle scelte strategiche più idonee alla loro soluzione. Si concorda, pertanto, con l assegnazione alle AATO delle attività di verifica, segnalazione ed, eventualmente, autoritativa, anche se é doveroso evidenziare l estrema onerosità che tale funzione comporterebbe nel caso di Catania in conseguenza della elevata frammentazione e numerosità delle gestioni presenti, attività difficilmente sostenibile dall attuale struttura organizzativa (già sottodimensionata per l espletamento dei compiti statutari) anche in virtù dell impatto delle norme finanziarie, sopravvenute a partire dal D.L. n.78/10, convertito nella L. n.122/10, sul quadro dei vincoli finanziari in materia di assunzioni per gli enti non sottoposti al patto di stabilità (quali i consorzi di funzioni tra enti locali) che rende complicata una previsione assuntiva nella programmazione del fabbisogno di personale per gli uffici dell AATO. A meno di non prevedere, nel nuovo metodo tariffario, forme di copertura mediante tariffa dei nuovi costi di funzionamento delle Autorità d Ambito commisurati, in forma parametrica, all entità delle attività che gli Uffici dovranno svolgere (in termini di caratteristiche dell ambito - km rete, volumi idrici in gioco ma anche di numerosità delle gestioni transitorie sulle quali esercitare l attività di verifica e controllo). A tale fine si richiamano gli studi eseguiti dal CSEI Catania negli anni Q26 Quali azioni potrebbero mettere in atto le rispettive AATO per controllare che le infrastrutture realizzate, per le quali è richiesta la copertura in tariffa dei costi di ammortamento, siano effettivamente operative e utilizzate ai fini del SII? Q27 Si ritiene che, in mancanza di una indicazione specifica, il riferimento agli ambiti tariffari definiti ai sensi della legge Galli per l applicazione di un unica tariffa sia condivisibile? Qual è il soggetto più titolato a definire gli ambiti tariffari? Motivare le proprie risposte 16

17 Si ritiene che il Piano d ambito sia lo strumento con il quale identificare gli ambiti tariffari in funzione delle specificità delle aree di riferimento, si condividono pertanto le osservazioni dell ANEA inclusa la necessità di dover formulare linee guida vincolanti di riferimento. Al fine di scongiurare procedimenti rivolti al mantenimento e/o la salvaguardia di enti preesistenti ed alla creazione di subambiti con criteri avulsi dagli obiettivi di integrazione territoriale e di ottimizzazione dei costi presenti nello spirito della legge Galli, come indicato ad esempio nel disegno di legge n.461 Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia oggi all attenzione dell Assemblea Regionale Siciliana. Q28 Si condivide l obbligatorietà di applicare la medesima tariffa per la medesima tipologia di cliente finale, all interno dello stesso ambito, a prescindere dalle convenzioni e dalle metodologie tariffarie applicate in passato? Motivare la risposta e Q29 Si condivide l impostazione di distinguere una tariffa obbligatoria da applicare ai clienti finali e una tariffa di riferimento che definisce il ricavo del gestore? Motivare le proprie risposte Per le ragioni sovra esposte, nell ambito territoriale di Catania, appare di complessa attuazione l obbligatorietà di applicare la medesima tariffa per la medesima tipologia di cliente finale, all interno dello stesso ambito, a prescindere dalle convenzioni e dalle metodologie tariffarie applicate in passato in virtù dell eccessiva frammentazione (orizzontale e verticale) delle gestioni esistenti e delle differenti performances di servizio rilevate. Tanto più che la tariffa obbligatoria, identificata nel documento come la tariffa da applicare senza discriminazione a tutti i clienti appartenenti all ambito, commisurata ai costi complessivi sostenuti dai gestori nello specifico ambito, per l ambito di Catania è ancora da definirsi in quanto strettamente correlata, come detto, al processo di aggiornamento e revisione del Piano d Ambito, condizionato dalla necessità di disporre di un finanziamento per la redazione del Progetto conoscenza e, anche, di un modello di simulazioni tariffaria, a sostegno del PEF, attendibile e vincolante ai fini della bancabilità dello stesso. Una priorità per l ATO di Catania è poter disporre di una metodologia tariffaria che, sebbene transitoria, supporti autorevolmente il processo di redazione del Piano d Ambito per come sopra accennato. Si condividono, pertanto, le osservazioni dell ANEA con particolare riferimento alla necessità che siano le AATO a decidere sull opportunità della applicazione di un unica tariffa d ambito, ad esempio non potrebbe escludersi per Catania la preferenza verso forme di perequazione verticali che, nelle more della costituzione del nuovo gestore che accorperebbe l insieme delle attività, potrebbero differenziarsi in servizi retail (assegnate alle gestioni preesistenti) ed esecuzione di opere, da assegnarsi, con una visione unitaria, ad un organismo partecipato dagli enti locali, deputato all avvio della realizzazione degli investimenti ed all utilizzo dei finanziamenti pro tempore. Quanto sopra, permetterebbe di beneficiare delle economie di scala di ambito pur in un contesto gestionale ancora estremamente frammentato (le procedure di assegnazione dei fondi potrebbero prevedere tale vincolo condizionante l assegnazione dei finanziamenti per gli ambiti senza gestore). Q30 Quali eventuali difficoltà esistono per garantire una contabilità che individui con sufficiente affidabilità i costi afferenti un determinato ambito? Anche nella prospettiva di modificare i riferimenti territoriali degli ambiti già definiti ai sensi della legge galli? Vedi punto Q19 Q31 Le AATO sono il soggetto più indicato per gestire gli eventuali meccanismi perequativi locali? Quale altra soluzione potrebbe essere possibile? In attesa che le nuove AATO si organizzino al riguardo, le perequazioni potrebbero essere transitoriamente gestite da una istituzione centralizzata come la Cassa Conguaglio del Settore Elettrico? 17

18 Q32 Si ritiene che esistano costi con valenza pluri-ambito? Di che natura? E come a da chi potrebbero essere gestiti i flussi perequativi corrispondenti alle componenti tariffarie destinate alla copertura di tali costi? Oppure, da un altro punto di vista, in base a quale criterio potrebbero essere ripartiti, ex ante, tali oneri tra i diversi ambiti tariffari interessati?, in tale ambito si segnala la specificità del modello organizzativo regionale siciliano del S.I.I. che prevede un servizio sovrambito di distribuzione all ingrosso da parte della società Siciliacque s.p.a. mediante un contratto stipulato nel 2004, di durata quarantennale. In sede di gara, l amministrazione regionale fissò la tariffa della fornitura di acqua potabilizzata (all ingrosso) applicata dall ente gestore sovrambito pari a quella applicata precedentemente dall Ente Acquedotti Siciliani (che però era relativa alla fornitura al dettaglio); l offerta migliorativa da presentare, inoltre, era da esprimersi non in termini di ribasso della tariffa da applicare alle utenze (i gestori del SII d ambito e per essi gli utenti del S.I.I.) ma in termini di aumento di un canone da versarsi annualmente alla Regione. Il modello sovrambito regionale vigente prevede, quindi, un soggetto deputato alla consegna della risorsa idrica all ingrosso, escluso dalle regole del Servizio idrico integrato, in grado di esercitare un effetto dominante sui gestori d Ambito nel definire prezzo e condizioni (compresa la durata della convenzione e l obbligo di acquistare volumi costanti nel tempo anche in caso di riduzione della domanda per effetto di riduzione delle dispersioni ecc.) tale che i maggiori costi e rischi imprenditoriali sono trasferiti sul settore di valle, cioè sui gestori del servizio idrico integrato, che si vedono costretti a modulare le proprie tariffe nel rispetto del metodo normalizzato ma applicando i costi per acquisto acqua da terzi non ottimizzate, non soggette a controllo e non negoziabili. Pertanto, mentre il calcolo della tariffa per il servizio idrico alle utenze è il risultato della applicazione del Metodo Normalizzato, funzione dei costi operativi, degli investimenti (componente ammortamento) e della remunerazione del capitale investito (componente oggi soppressa dal referendum del giugno) la tariffa vendita dell acqua all ingrosso risulta fissata a monte dalla Regione con criteri diversi, ed il costo complessivo della fornitura (tariffa per metri cubi del volume venduto) grava per intero sulla tariffa all utente come acquisto di acqua (fig.4). Ne deriva ancora che, la grande capacità di generare utili e l elevato margine lordo di autofinanziamento consente a Sicilia Acque di mettere in atto una strategia di investimenti per l acquisizione e l utilizzo di ulteriori fonti di produzione a basso costo di gestione, perseguendo strategie di monopolio della fornitura d acqua all ingrosso proprie del libero mercato e generando così ulteriori margini derivanti dallo squilibrio positivo tra costi bassi di produzione e tariffa di vendita predeterminata e molto alta. Per contro, tale fenomeno, e altre misure a protezione dei ricavi di Sicilia Acque, il modello contribuisce non poco a determinare condizionamenti all avvio delle gestioni d ambito, contribuendo ad innalzare le tariffe d ambito oltre la soglia di sostenibilità senza che ciò determini un reale miglioramento della qualità del servizio, ampliando, progressivamente le fasce di utenti costretti a pagare l acqua ad un prezzo più elevato di quello realmente necessario per equilibrare i costi. Il modello è talmente squilibrato da costituire un boomerang anche per Sicilia Acque che, se da un lato registra utili considerevoli dall altro subisce i riflessi delle difficoltà finanziarie che incontrano i gestori d ambito, ove esistenti. La Convenzione di Gestione che regola il contratto fra Siciliacque e Regione, stabilisce fra l altro la scadenza della verifica delle condizioni di equilibrio economico-finanziario del Piano Industriale ogni 5 anni, sulla base delle mutate condizioni di offerta e domanda e delle eventuali conseguenti modifiche al piano degli investimenti. Di norma per i gestori del SII le rimodulazioni avvengono ogni due anni e, in casi particolari, ogni anno, circostanza che assicura l equilibrio economico-finanziario della gestione pressoché continuativamente. La previsione di un intervallo così ampio (5 anni) consente a S.A di fare utili negli anni non rimodulati (2, anno), anche ingenti, senza che per questo il regolatore (la Regione stessa) possa chiedere di ridurre le tariffe. Inoltre all atto del riconoscimento del finanziamento privato (nel 2005) gli Istituti finanziatori hanno preteso modifiche della 18

19 convenzione che mettessero al riparo da imprevisti i ricavi e il fatturato di S.A. (ad esempio, fino alla messa a regime dei gestori ATO la Regione garantisce la solvibilità dei Comuni morosi e nei contratti di fornitura sono previsti corrispettivi su volumi impegnati, anche se poi non effettivamente venduti, per periodi molto lunghi - anche oltre un decennio - circostanza che vanifica gli effetti positivi di eventuali recuperi di dispersioni idriche da parte dei gestori d Ambito che richiedono minori volumi idrici). In tale caso bisognerà incidere sia sulle clausole previste nel contratto di concessione e sulla metodologia di valutazione dei costi ammissibili e sulla loro distribuzione pluriambito. Figura 4 Schema per la determinazione dei costi finanziari dell acqua di Siciliacque s.p.a. (rif. Piano di gestione del Distretto idrografico della Sicilia, edizione marzo 2010) Q33 Si condivide l impostazione dell Autorità in relazione alla previsione di commisurare una quota parte della copertura del VRG ai volumi trattati? Come potrebbe essere individuata questa quota parte? 19

20 Q34 Qual è l indicatore di perdita che potrebbe essere individuato inizialmente? Quali sono le variabili esogene per individuare i diversi livelli di perdite standard (per esempio la lunghezza delle reti)? Un valore medio iniziale di perdita del 30-35% è un valore condivisibile? Motivare le risposte Q35 Si condivide l impostazione proposta con riferimento al trattamento delle interconnessioni tra reti? Motivare la propria risposta Con riferimento alla proposte indicate nel documento AEEG circa i costi (ed i ricavi) ammessi per i gestori di acqua all ingrosso, si condivide, innanzitutto, la necessità, ben esplicitata nel documento AEEG, di dover attestare, in modo univoco ed inconfutabile, l inclusione nella filiera del S.I.I. (captazione, adduzione, distribuzione di risorsa idrica e smaltimento e depurazione della acque reflue) dei soggetti che assicurano la fornitura di acqua all ingrosso, sia come fornitura assicurata da concessioni di sfruttamento private che, attraverso propri impianti di adduzione, assicurano la fornitura degli acquedotti sia con riferimento ad infrastrutture multi-ambito (pag.39 del documento), tale che i livelli tariffari da applicare ai clienti dell ambito debbano essere determinati così da dare copertura anche ai ricavi ammessi per queste gestioni Di conseguenza i costi di tali strutture, valutati con la medesima metodologia delle altre strutture, dovrebbero concorrere a definire la tariffa applicata ai clienti finali dell ambito. Già da sola, tale assunzione concorrerebbe alla rimozione di importanti condizionamenti pregressi che, in atto, limitano lo sviluppo del S.I.I. sia a livello regionale che a livello di ambito territoriale di Catania, per come già descritto in precedenza (Siciliacque s.p.a. nel contesto regionale e produttori privati fornitori di acqua all ingrosso nel contesto di Catania). Q36 Si condivide il principio appena enunciato? Motivare le risposte e le eventuali alternative Q37 si concorda con la metodologia appena descritta per la valorizzazione delle immobilizzazioni? Motivare eventuali posizioni alternative Q38 Quali difficoltà si riscontrano nel reperire i dati di investimento sopra evidenziati? E quali alternative possono essere suggerite rispetto al riferimento ai libri contabili per evidenziare il valore delle immobilizzazioni? Q39 Riconoscere una quota forfetaria dell 1% delle immobilizzazioni, per tener conto del capitale circolante è una metodologia adeguata? Motivare la propria risposta. Q40 Come si ritiene possa essere dimostrato un comportamento efficiente da parte delle imprese in relazione alla ottimizzazione degli oneri finanziari relativi ad un determinato investimento? Questa verifica potrebbe essere svolta efficacemente dalle nuove AATO? nei limiti in cui l assegnazione dei finanziamenti venga assegnata a cofinanziamento del Piano d Ambito. Solo a fini esplicativi, risultano estremamente eloquenti gli esiti prodotti dalla precedente assegnazione di fondi nell ambito dell A.P.Q. siglato il , anch essi destinati 20

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