Si confermano più di 9 contratti a tempo indeterminato su 10. Part-time al 6,9% dei dipendenti, con una netta prevalenza femminile.

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1 MARZO 2017 INDAGINE CONFINDUSTRIA SUL LAVORO NEL 2015 (E TENDENZE 2016). I RISULTATI DELLE AZIENDE CON CCNL GRAFICO-EDITORIALE. Alessandro Rigo Responsabile Centro Studi Assografici SINTESI DELLE EVIDENZE Si confermano più di 9 contratti a tempo indeterminato su 10. Part-time al 6,9% dei dipendenti, con una netta prevalenza femminile. Occupazione solo in lieve diminuzione nel Leggero aumento del tempo indeterminato e flessione del tempo determinato. Assunzioni a tempo indeterminato in quasi 6 aziende su 10. Nel 65,5% dei casi si tratta di nuove assunzioni (il resto sono soprattutto trasformazioni di contratti a tempo determinato). Coinvolto il 5,6% della base di forza lavoro 2014 del comparto. Il 75% delle aziende motiva le assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 con gli sgravi contributivi (soprattutto) o l introduzione del contratto a tutele crescenti. Ore lavorabili e ore di assenza: assenteismo in calo. Tra le causali di assenza la principale resta la malattia non professionale. Tasso d assenza più alto per le donne. In calo anche le ore di straordinario. Contratti aziendali in circa 1 azienda su 3. Welfare aziendale in circa 1 azienda su 10. Il 22% delle aziende vuole negoziare premi legati ai risultati. Il sistema di Gestione delle risorse umane in circa 1 azienda su 3.

2 PREMESSA 1.1 L INDAGINE NAZIONALE Il mese scorso, il Centro Studi Confindustria ha restituito alle diverse Associazioni nazionali (fra cui Assografici) e territoriali che hanno collaborato all Indagine sul lavoro nel 2015 (e tendenze 2016), i risultati della rilevazione sulla base del CCNL applicato. Risultati che vengono qui da noi presentati alle aziende del settore. I dati sono stati raccolti nella primavera 2016 presso aziende iscritte a Confindustria, di molteplici settori dell industria e dei servizi. L indagine include domande sulla struttura e dinamica della manodopera occupata con diverse tipologie contrattuali e, limitatamente al personale a tempo indeterminato full-time, anche sugli orari, le assenze dal lavoro e le politiche aziendali. Quest anno l indagine si caratterizza per nuovi approfondimenti su due temi di grande attualità e interesse: - gli effetti degli sgravi contributivi per le assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato e del Jobs Act sull occupazione 2015 e sulle prospettive le politiche aziendali in tema di contrattazione aziendale, welfare aziendale, sistema di gestione delle risorse umane. 1.2 LO SCENARIO ECONOMICO Dopo il leggero aumento dello 0,1% nel 2014, nel 2015 il Pil italiano cresce moderatamente dello 0,7%. Prosegue invece nel 2015 la recessione più specificamente settoriale grafica, in termini di produzione (-6,2%) e fatturato (-3,1%), per la limitata spesa delle famiglie in prodotti editoriali, la prolungata e intensa crisi della pubblicità sulla stampa e l incremento della digitalizzazione. Continua, di pari passo, nel 2015 l intensa razionalizzazione del comparto grafico, caratterizzata da riduzione del numero complessivo di imprese (anche storiche) per chiusure e fallimenti, oppure da ridimensionamenti; numerosi anche gli accordi, le acquisizioni e integrazioni aziendali. Riguardo al ricorso alla CIG totale, nelle diverse fattispecie, vi è un calo significativo delle ore autorizzate (-26%) nel 2015 rispetto al 2014, che scendono a 14,7 milioni di ore circa (fonte INPS). 1.3 IL CAMPIONE Il campione, autoselezionatosi, è composto da 59 aziende grafiche e produttrici di imballaggi stampati, che applicano il CCNL grafico-editoriale e occupano lavoratori dipendenti al 31/12/

3 2. FLUSSI E STRUTTURA DELL OCCUPAZIONE. 2.1 LA STRUTTURA Si confermano più di 9 contratti a tempo indeterminato su 10. Part-time al 6,9% dei dipendenti, con una netta prevalenza femminile (vedi Tab. 1). Il 95,5% degli occupati sul totale ha un contratto a tempo indeterminato (90% full-time, 5,5% parttime), in crescita dello 0,4% rispetto al Stabile l apprendistato, la crescita dei contratti a tempo indeterminato si sviluppa prevalentemente nella formula part-time, mentre il quasi speculare calo nei contratti a tempo determinato coinvolge prevalentemente chi era impiegato full time. Il contratto a tempo indeterminato è più diffuso fra gli uomini (96,8%), rispetto alle donne (91,2%), più impiegate con il contratto a tempo determinato e con quello di apprendistato. Complessivamente i dipendenti con contratto part-time rappresentano il 6,9% del totale, ma in termini di genere è impiegata part-time quasi una donna su quattro (24%), mentre sono solo il 2% gli uomini. Tab. 1 - Distribuzione dipendenti per tipologia contrattuale al 31/12/2015 Indeterminato full-time Indeterminato part-time Indeterminato Determinato full-time Determinato part-time Determinato Apprendistato Apprendistato Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale 94,6% 73,5% 89,9% 95,1% 72,3% 90,0% 1,7% 17,2% 5,1% 1,6% 19,0% 5,5% 96,3% 90,7% 95,1% 96,8% 91,2% 95,5% 2,1% 2,2% 2,1% 1,7% 1,6% 1,7% 0,3% 5,4% 1,5% 0,4% 5,0% 1,4% 2,4% 7,6% 3,6% 2,1% 6,6% 3,1% 1,3% 1,8% 1,4% 1,1% 2,2% 1,4% 1,3% 1,8% 1,4% 1,1% 2,2% 1,4% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Part-time 2,0% 22,6% 6,6% 2,0% 24,0% 6,9% Osservando la distribuzione dei dipendenti a tempo indeterminato per inquadramento professionale (Tab. 2), si nota come l incidenza di dirigenti tra i maschi sia quasi quatto volte quella delle donne, percentualmente meno impiegate anche come quadri. Il comparto si conferma caratterizzato da una prevalenza di addetti operai e maschi. Tab. 2 - Distribuzione dipendenti a tempo indeterminato per inquadramento professionale al 31/12/ Maschi di cui parttime Femmine di cui parttime Totale di cui parttime Dirigenti Quadri Impiegati Intermedi Operai Indeterminato 1,5% 0,0% 0,4% 0,0% 1,3% 0,0% 3,2% 2,8% 2,8% 7,7% 3,1% 3,7% 23,8% 2,1% 62,9% 22,2% 32,1% 10,4% 0,1% 0,0% 0,0% n.d. 0,0% 0,0% 71,5% 1,5% 33,9% 19,5% 63,5% 3,6% 100,0% 1,7% 100,0% 20,8% 100,0% 5,7% 3

4 2.2 I FLUSSI Occupazione solo in lieve diminuzione nel Leggero aumento del tempo indeterminato e flessione del tempo determinato. La Tab. 3 mette in evidenza come rispetto al 2014 si rilevi una flessione lieve (-0,3%) degli occupati complessivi, a fronte però di un incremento degli occupati a tempo indeterminato (+0,3%) e a un calo di quelli a tempo determinato (-14%). Non si registra però un concreto rimbalzo negativo, anzi continua forse una sorta di onda lunga generata dal Decreto Poletti, dopo i già ottimi risultati del 2014 (+27,3% nella precedente indagine). L analisi della variazione occupazionale per sesso nel 2015 evidenzia una flessione lievemente più intensa dell occupazione delle donne (-0,5%), rispetto a quella degli uomini (-0,2%). Tab. 3 - Variazione dell'occupazione dipendente tra il 31/12/2014 e il 31/12/2015 Indeterminato full-time Indeterminato part-time Indeterminato Determinato full-time Determinato part-time Determinato Apprendistato Apprendistato Part-time Maschi Femmine Totale 0,4% -2,1% -0,1% -3,3% 9,7% 6,4% 0,3% 0,1% 0,3% -21,3% -27,3% -22,7% 25,0% -7,3% -1,5% -14,9% -13,0% -14,0% -8,9% 22,2% 0,0% -8,9% 22,2% 0,0% -0,2% -0,5% -0,3% 1,4% 5,7% 4,6% 2.3 EFFETTI DEGLI SGRAVI CONTRIBUTIVI PER LE ASSUNZIONI/TRASFORMAZIONI A TEMPO INDETERMINATO E DEL JOBS ACT SULL OCCUPAZIONE 2015 E PROSPETTIVE 2016 Assunzioni a tempo indeterminato in quasi 6 aziende su 10. Nel 65,5% dei casi si tratta di nuove assunzioni (il resto sono soprattutto trasformazioni di contratti a tempo determinato). Coinvolto il 5,6% della base di forza lavoro 2014 del comparto. Il 75% delle aziende motiva le assunzioni a tempo indeterminato nel 2015 con gli sgravi contributivi (soprattutto) o l introduzione del contratto a tutele crescenti. Nel 2015 quasi 6 aziende su 10 (il 55,9%) del campione con CCNL grafico-editoriale hanno effettuato nuove assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato e di fatto hanno coinvolto il 5,6% del totale dei lavoratori a tempo indeterminato Fatto 100 il totale di queste assunzioni del 2015, il 65,5% sono nuove assunzioni, mentre il 32,5% sono trasformazioni da precedente contratto a tempo determinato e solo il 2% trasformazioni da precedente contratto di collaborazione. 4

5 Alla domanda se sulla decisione di effettuare nuove assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato nel 2015 hanno influito in qualche modo gli sgravi contributivi per le assunzioni e/o il contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, il 74,2% dei rispondenti, quindi ben 3 aziende con CCNL grafico-editoriale su 4, ha espresso parere positivo, contro un 25,8% che ha espresso parere negativo. Si osserva (Tab. 4) in particolare che hanno influito (somma di molto e abbastanza ) sulla decisione di nuove assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato nel 2015 gli sgravi contributivi nel 91,3% delle aziende e l introduzione del contratto a tutele crescenti del Jobs Act nel 75% delle imprese. Tab. 4 - Impatto degli sgravi contributivi e del contratto a tutele crescenti sulle assunzioni effettuate nel 2015 % Per niente Poco Abbastanza Molto Sgravi contributivi per le assunzioni effettuate nel ,0 8,7 39,1 52,2 Introduzione del contratto a tutele crescenti 12,5 12,5 37,5 37,5 Nello specifico le aziende hanno usufruito degli sgravi contributivi previsti dalla Legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015) sull 80% delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato effettuate nel PROSPETTIVE 2016 Venendo alle prospettive 2016, in cui gli sgravi contributivi sulle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato sono stati confermati dal Governo, seppure per importi e durata inferiori al 2015, l indagine analizza l impatto prospettico sulle politiche di assunzione delle aziende con CCNL grafico-editoriale: il 70,9% delle imprese dichiara che non ci saranno impatti sulle politiche di assunzione, il 18,2% che valuterà altre forme contrattuali e solo il 10,9% che assumerà di meno. Alla luce delle nuove regole, se dovesse assumere un lavoratore Under 29 nel corso del 2016, il 49% delle imprese dichiara che utilizzerebbe un contratto a tempo determinato, il 35% un contratto di apprendistato e il restante 16% un contratto a tempo indeterminato. 5

6 3. ORARI E ASSENZE DAL LAVORO Ore lavorabili e ore di assenza: assenteismo in calo. Tra le causali di assenza la principale resta la malattia non professionale. Tasso d assenza più alto per le donne. In calo anche le ore di straordinario. La Tab. 5 evidenzia che nel corso del 2015 le ore lavorabili pro-capite, al netto delle ore di Cassa Integrazione Guadagni, nel campione di aziende con CCNL grafico-editoriale, risultano pari a 1.618, mentre le ore lavorate ammontano a Il tasso d assenteismo (calcolato come rapporto tra le 90 ore di assenza e le ore lavorabili) si attesta al 5,6%, in netto calo rispetto ai valori medi settoriali degli anni precedenti. Tab. 5 - Ore lavorabili, lavorate e di assenza, CIG e straordinario nel 2015 (per qualifica e per genere) Quadri Impiegati/I ntermedi Operai Maschi Femmine ORE LAVORABILI ORE LAVORATE ORE EFFETTIVAMENTE LAVORATE (+straord.) ORE DI ASSENZA TASSO DI GRAVITA' (assenze in % ore lavorabili) 1. Infortuni sul lavoro e malattie professionali 2. Malattie non professionali 3. Congedi retribuiti 4. Altri permessi retribuiti 5. Assenze per sciopero 6. Altre assenze non retribuite 7. Ore di assemblea 8. CIG (ordinaria + straordinaria) 9. Ore di lavoro straordinario 1.679, , , , , , , , , , , , , , , , , ,5 36,0 90,6 92,3 84,3 114,5 90,0 2,1% 5,4% 5,8% 5,2% 7,0% 5,6% 3,8 1,5 3,5 2,9 2,7 2,9 26,5 47,3 67,3 60,9 53,8 59,6 3,0 27,2 4,9 6,3 36,7 12,0 2,5 4,0 5,7 4,6 6,9 5,1 0,0 0,1 0,2 0,2 0,0 0,2 0,1 10,1 8,1 7,3 13,8 8,5 0,0 0,4 2,5 2,0 0,7 1,7 23,5 47,9 110,3 92,0 67,8 87,5 31,5 84,0 72,8 39,2 66,5 Tab. 6 - Tassi di gravità delle assenze per causale (e incidenza CIG e straordinario) in % delle ore lavorabili annue Quadri Impiegati/ Intermedi Operai Maschi Femmine 1. Infortuni sul lavoro e malattie professionali 2. Malattie non professionali 3. Congedi retribuiti 4. Altri permessi retribuiti 5. Assenze per sciopero 6. Altre assenze non retribuite 7. Ore di assemblea 8. CIG (ordinaria + straordinaria) 9. Ore di lavoro straordinario 0,2% 0,1% 0,2% 0,2% 0,2% 0,2% 1,6% 2,8% 4,2% 3,8% 3,3% 3,8% 0,2% 1,6% 0,3% 0,4% 2,2% 0,7% 0,2% 0,2% 0,4% 0,3% 0,4% 0,3% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,0% 0,6% 0,5% 0,5% 0,8% 0,5% 0,0% 0,0% 0,2% 0,1% 0,0% 0,1% 1,4% 2,9% 6,9% 5,7% 4,1% 5,4% 1,9% 5,3% 4,5% 2,4% 4,1% 6

7 La Tab. 6 mostra che la causale più frequente di assenza nel 2015 è, come nelle indagini precedenti, la malattia non professionale (3,8% delle ore lavorabili), seguita a distanza dai congedi parentali/matrimoniali retribuiti (0,7%), dalle altre assenze non retribuite (0,5%) e dai permessi retribuiti (0,3%) che includono i permessi sindacali, per visite mediche e accompagnamento parentale. Minori le percentuali delle assenze, sulle ore lavorabili, per infortuni sul lavoro/malattie professionali (0,2%), e le ore di assemblea (0,1%). Non si registrano ore di sciopero (0%). In termini di sesso, il tasso d assenteismo 2015 è risultato pari al 7% tra le donne e al 5,2% tra gli uomini; le donne hanno nel 2015 una maggiore assenza per congedi retribuiti e altre assenze non retribuite rispetto ai colleghi uomini. Dalla Tab. 5 e 6 si evince che le ore di CIG nel 2015 sono mediamente 88, corrispondenti al 5,4% delle ore lavorabili; le ore di straordinario sono invece 67, pari al 4,1% delle ore lavorabili, un valore più basso di quello della precedente rilevazione. 4. POLITICHE AZIENDALI: CONTRATTAZIONE AZIENDALE, WELFARE AZIENDALE, SISTEMA DI GESTIONE DELLE RISORSE UMANE. 4.1 I CONTRATTI AZIENDALI Contratti aziendali in circa 1 azienda su 3. Nel 2015 il 30,4% delle imprese del campione con CCNL grafico-editoriale applica un contratto aziendale che prevede l erogazione di un premio variabile collettivo, un dato allineato a quello della precedente rilevazione sul 2014, interessando il 68,4% dei lavoratori. In termini di incidenza % del premio variabile collettivo sulla retribuzione annua lorda (comprensiva dei premi) 2015 (Tab.7) prevalgono gli operai, seguiti da impiegati e quadri. Tab. 7 - Incidenza % del premio variabile collettivo per categoria di lavoratori nel 2015 % Operai Impiegati Quadri Incidenza % del premio variabile collettivo sulla retribuzione annua lorda (comprensiva dei premi) ,8 2,8 0,8 7

8 4.2 IL WELFARE AZIENDALE Welfare aziendale in circa 1 azienda su 10. Il 22% delle aziende vuole negoziare premi legati ai risultati. Per la seconda volta l indagine Confindustria sul lavoro rileva la presenza di programmi di welfare aziendale nelle aziende associate al Sistema, sotto forma di servizi forniti ai dipendenti. Considerando il campione di aziende con CCNL grafico-editoriale, risulta che solo un azienda su 10, ovvero il 10,9% del campione, ha programmi di welfare aziendale nel 2015: una percentuale più bassa dell indagine precedente; vengono interessati il 21,1% dei lavoratori. Con la Legge di Stabilità per il 2016 è stata resa strutturale la defiscalizzazione (entro certi limiti) dei premi di risultato; è stata inoltre introdotta una forte incentivazione fiscale e contributiva all'erogazione di beni e servizi di welfare aziendale, fruibili anche come trasformazione parziale/totale del premio di risultato. Alla luce di queste innovazioni, l indagine Confindustria sul Lavoro 2015 ha monitorato i programmi aziendali in tema di welfare per il 2016 (Tab. 8). Tab. 8 - Welfare aziendale: programmi 2016 delle aziende Programma % aziende Iniziare a negoziare premi variabili collettivi legati ai risultati 22,0 Proporre unilateralmente nuove forme di welfare aziendale o ampliare quelle esistenti 10,4 Negoziare nuove forme di welfare aziendale o ampliare quelle esistenti 10,0 Negoziare la trasformazione di quote di premio di risultato in pacchetti di welfare aziendale 10,0 Negoziare la trasformazione di quote di retribuzione in pacchetti di welfare aziendale 4,1 La maggioranza delle aziende con CCNL grafico-editoriale (22%) nel 2016 intende iniziare a negoziare premi variabili collettivi legati ai risultati. Segue il 10,4% di aziende che intende proporre unilateralmente nuove forme di welfare aziendale o ampliare quelle esistenti. Su percentuali simili (10%) la prospettiva di negoziare nuove forme di welfare aziendale (o ampliare quelle esistenti) e quella di trasformare quote di premio di risultato in pacchetti di welfare aziendale (Tab. 8). 8

9 4.3 SISTEMA DI GESTIONE DELLE RISORSE UMANE Il sistema di Gestione delle risorse umane in circa 1 azienda su 3. Per la prima volta l indagine Confindustria sul lavoro rileva la presenza nelle aziende associate a Confindustria di un sistema di Gestione delle risorse umane (Tab. 9). Considerando il campione di aziende con CCNL grafico-editoriale, risulta che tale sistema di Gestione delle risorse umane è presente nel 28,6% delle imprese (in cui però vi sono ben il 65,9% dei dipendenti). Tab. 9 - Sistema di gestione delle risorse umane: processi in uso nell'impresa % Processo % aziende dipendenti coinvolti Formazione 26,8 65,4 Valutazione delle prestazioni 19,6 62,3 Comunicazione interna 16,1 53,0 Valutazione del potenziale 8,9 31,3 Coaching 7,1 26,8 Indagini sul clima 7,1 11,0 Meccanismi di incentivazione 5,4 7,4 Altro 28,6 65,9 Fra i processi in uso nelle imprese, nell ambito del Sistema di gestione delle risorse umane, prevale la Formazione, presente nel 26,8% delle imprese (interessando il 65,4% dei dipendenti), seguita dalla Valutazione delle prestazioni (19,6% delle imprese e 62,3% dei dipendenti) e dalla Comunicazione interna (16,1% delle imprese, 53% dei dipendenti). Su percentuali inferiori gli altri processi indicati in Tab. 9. 9

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