ARCHEOCLUB D'ITALIA SEDE DI SAN SEVERO NAZIONALE. sulla. Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia. San Severo 1995 A T T I
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1 ARCHEOCLUB D'ITALIA SEDE DI SAN SEVERO 16 CONVEGNO NAZIONALE sulla Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia San Severo 1995 A T T I a cura di Armando Gravina - Giuseppe Clemente con gli auspici della Società di Storia Patria per la Puglia SAN SEVERO 1998 Stampa: Centro Grafico S.r.l. - Tel
2 ORONZO SIMONE Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo provenienti dall Ipogeo 2 in località Terra di Corte (San Ferdinando di Puglia) Collaboratore Soprintendenza Archeologica della Puglia Introduzione In questa breve relazione vengono esposti i risultati dell analisi di un ridotto campione di reperti faunistici provenienti da un ipogeo dell età del Bronzo (ipogeo 2), sito in località Terra di Corte, nei pressi dell abitato di S. Ferdinando di Puglia. I lavori di scavo sono stati effettuati dalla Soprintendenza Archeologica della Puglia nella primavera del 1994, sotto la direzione della Dott.ssa A. M. Tunzi. Questo studio, condotto su un campione di 330 frammenti, non può essere esaustivo, data la gran copia di materiale osseo recuperato durante lo scavo; tuttavia da questo si può tentare di trarre alcune indicazioni sulla composizione dell associazione faunistica presente in origine. L analisi del materiale osseo ha permesso il riconoscimento delle specie: Sus scrofa, Bos sp., Canis sp., Testudo hermanni, Ovis vel Capra, cervidi. Il gruppo presente con un maggior numero minimo di individui e un maggior numero di reperti è quello degli ovicaprini. Breve inquadramento geologico I terreni che affiorano nell area studiata appartengono ad una delle numerose superfici terrazzate (gli Autori ne contano fino ad otto) individuatesi durante il Quaternario a seguito di oscillazioni del livello del mare, dovute a cause tettoniche e glacioeustatiche. La continuità di questi corpi sedimentari, dolcemente digradanti verso mare a partire da quota 350 m, è interrotta dai corsi d acqua che li incidono e ne rielaborano i sedimenti. Questi depositi sono generalmente sabbiosi, sabbioso - ciottolosi, localmente sabbioso - limosi. I terrazzi marini e i depositi alluvionali sono interessati dalla presenza di una
3 58 Oronzo Simone crosta calcarea di origine pedogenetica, localmente spessa alcuni metri. La formazione di questa crosta è stata più volte oggetto di studio da parte di numerosi ricercatori. Secondo gli Autori l acqua meteorica, leggermente acida, si infiltra nel suolo portando in soluzione il carbonato di calcio ivi presente. In seguito l evaporazione richiama l acqua dal basso verso gli strati più superficiali del suolo. Questa, passando allo stato aeriforme, lascia precipitare i sali disciolti in precedenza. I prodotti di questo processo sono presenti diffusamente in vaste aree del Mediterraneo, laddove ad un breve periodo piovoso si contrappone una stagione secca caratterizzata da forti evaporazioni. L ipogeo 2, in località Terra di Corte, è situato ad una decina di chilometri dalla costa, su un terrazzo che raggiunge una quota di circa 40 m sul livello del mare. I sedimenti di origine marina che costituiscono il substrato sono essenzialmente sabbie calcaree giallastre, mediamente o poco cementate. I resti fossili presenti, non molto numerosi, sono molluschi appartenenti ai generi Chlamys, Pecten, Ostrea. Nella loro parte più superficiale, e per uno spessore di circa due metri, le sabbie sono interessate da una crosta calcarea. Questa è ben cementata in superficie, meno in profondità. La presenza di questa spessa crosta ha verosimilmente condizionato la scelta della tipologia e delle modalità di realizzazione dei numerosi ipogei presenti nell area di Terra di Corte (Francescangeli & Simone, 1996). Materiali e metodi In generale il materiale osteologico studiato si presenta in buono stato; su pochi campioni sono state osservate corrosioni dovute alla presenza di soluzioni aggressive circolanti nel sottosuolo. Le poche concrezioni presenti sono state eliminate con aghi e bisturi, dopo una breve immersione in acqua. Il riconoscimento specifico è stato effettuato con l ausilio delle pubblicazioni di PALES & LAMBERT (1971), SCHMID (1972) e BARONE (1974); molto utile è stata la consultazione di una collezione di confronto. Le età di morte degli animali sono state dedotte seguendo le indicazioni di BARONE (1974), DUCOS (1968) e SCHMID (1972). La fauna Composizione della fauna Lo studio è stato effettuato su un campione di 330 reperti; tra questi ne sono stati identificati 87, circa il 67%. L analisi del materiale osseo ha permesso la constatazione della presenza di cervidi, Bos sp., Sus scrofa, Ovis vel Capra, Canis sp. e Testudo hermanni. Per ogni specie riconosciuta è stato calcolato il numero minimo di individui, contando le singole ossa che compaiono più volte, distinte per lato e tenendo conto dell età di morte degli organismi. Il numero di frammenti ossei e il numero minimo di individui riconducibili a ciascuna specie sono riportati nelle tabelle 1 e 2.
4 Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo 59 Da queste si evince che il gruppo rappresentato da un maggior numero minimo di individui (NMI) e un maggior numero di frammenti è quello degli ovicaprini (7 individui minimi e 41 frammenti). Tra i frammenti non attribuibili ad alcuna specie ve ne sono alcuni per i quali si è potuto procedere ad una classificazione di tipo dimensionale; questi sono stati descritti come appartenenti a grandi ruminanti. Caratteristiche della fauna I resti faunistici provenienti dall ipogeo 2 appartengono per buona parte ad animali domestici: ovicaprini, maiale, bovini e cane rappresentano circa il 83% degli individui minimi riconosciuti. Tra gli ovicaprini compare sicuramente la capra; a questa specie infatti vengono riferiti due campioni, uno è un frammento di corno, l altro è un frammento di cranio. I bovini, rappresentati soprattutto da metapodiali, paiono appartenere ad una varietà di taglia ridotta. Gli altri organismi domestici sono rappresentati da un numero troppo esiguo di frammenti per poter trarre delle conclusioni; tuttavia il suino, date le ridotte dimensioni del frammento mandibolare, può essere riferito alla specie domestica. Inoltre la presenza di Sus scrofa è verosimilmente sottostimata, data la maggior deperibilità degli elementi
5 60 Oronzo Simone scheletrici di questa specie rispetto alle altre riconosciute. Gli organismi selvatici sono rappresentati quasi esclusivamente dal cervo (24 frammenti su 28). Non è stato possibile stabilire a quale delle due specie, cervo nobile o daino, appartengano gli elementi ossei riferiti a questo erbivoro. Comunque si può affermare che i resti di cervo sono da attribuire ad una popolazione di piccola taglia. Della testuggine sono stati raccolti solo frammenti di carapace; da questi è stato possibile riconoscere la specie Testudo hermanni. Una visione globale delle età di morte degli organismi è riportata in tabella 3; queste sono state calcolate in base allo stato di saldatura delle epifisi o allo stato di eruzione dei molari, perciò risultano alquanto approssimative. Questa tabella mostra come le età di abbattimento degli ovicaprini si aggirano intorno ai 2 anni, poco si può dire invece degli altri organismi presenti. I resti ossei Dei resti analizzati, 59 (circa il 17.8 %) risultano esposti al fuoco, tra questi sono state riconosciute ossa di cervo, ovicaprini e grandi ruminanti (tabella 4). Alcune ossa lunghe risultano intenzionalmente fratturate, solo due recano sottili tracce di scarnificazione.
6 Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo 61 Non sono stati osservati frammenti ossei lavorati, a parte una punta (campione F1 - F2 - F3 100). Conclusioni Una spessa crosta carbonatica superficiale, presente diffusamente nel territorio circostante l abitato di S. Ferdinando di Puglia, ha favorito, durante l Età del Bronzo, la realizzazione di strutture ipogee dedicate al culto. Da uno di questi ipogei (ipogeo 2), in località Terra di Corte, è stata raccolta una gran copia di materiale osseo; oggetto di questo studio è un campione ridotto, costituito da 330 frammenti. Il gruppo degli ovicaprini rappresenta quasi la metà dei frammenti identificati e il 58% degli individui minimi calcolati; contemporaneamente gli animali domestici (ovicaprini, bovini, suini e cane) rappresentano l 83% degli individui minimi. Ciò contrasta con i risultati di un precedente studio effettuato su 3585 frammenti recuperati dall ipogeo 3 durante lo scavo del In quel campione, senza dubbio più indicativo, la specie rappresentata da un maggior numero minimo di individui (NMI) e un maggior numero di frammenti risulta Cervus elaphus (330 frammenti riconosciuti e 14 individui minimi, 50.3% dei frammenti identificati e 30.4% degli individui calcolati). In sostanza, la fauna dell ipogeo 3 risulta rappresentata in prevalenza da animali selvatici (cervo e cinghiale). Una revisione delle misure osteometriche relative ai frammenti attribuiti al cervo nobile dell ipogeo 3 induce a ritenere che non tutti i reperti siano da riferire alla specie Cervus elaphus (come scritto in precedenza). Infatti alcuni elementi ossei, date le dimensioni, potrebbero essere attribuite al daino.
7 62 Oronzo Simone Appendice A NUMERO MINIMO DI ELEMENTI ANATOMICI PER OGNI SPECIE RICONOSCIUTA
8 Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo 63 * i frammenti di mandibola con denti sono stati contati come singoli testuggine, frammenti di carapace: 4
9 64 Oronzo Simone Appendice B GRAFICI Numero minimo di individui per ogni specie identificata Percentuali realtive alla totalità degli individui minimi calcolati
10 Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo 65 Numero di frammenti identificati per ciascuna specie Percentuali relative al totale dei frammenti identificati
11 66 Oronzo Simone BIBLIOGRAFIA BARONE R. (1974) - Anatomia comparata dei mammiferi domestici Vol. 1, osteologia. Edagricole, Bologna. BOENZI F., CALDARA M. & PENNETTA L. (1991) - Osservazioni stratigrafiche e geomorfologiche nel tratto meridionale della piana costiera del Tavoliere delle Puglie. Geogr. Fis. e Din. Quat., Vol. 14 (1), Torino. DI STEFANO G., LEONARDI G. & PETRONIO C. (1991) - New biometric data on Cervus elaphus acoronatus (Beninde, 1937). Proceedings of the International Symposium Ongulés / Ungulates 91 Tuoluose - France, September DUCOS P. (1968) - L origine des animaux domestiques en Palestine. Publication de l Institut de Prehistoire de l Université de Bordeaux. FERRARA B. (1965) - La determinazione dell età degli animali. Edizioni Scientifiche Italiane. FRANCESCANGELI R. & SIMONE O. (1996) - Considerazioni geoambientali su alcuni siti archeologici dell Età del Bronzo. Trinitapoli e S. Ferdinando di Puglia. c.s. in Atti del Convegno Territorio e Società nelle Aree Meridionali, Bari ottobre PALES L. & LAMBERT C. (1971) - Atlas ostéologique: Mammiférés du Quaternaire. Les membres Herbivores. Editons du Centre National de la Recherche Scientifique. Paris. PALES L. & LAMBERT C. (1971) - Atlas ostéologique: Mammiférés du Quaternaire. Les membres Carnivores. Editons du Centre National de la Recherche Scientifique. Paris. SCHMID E. (I972) - Atlas of animal bones. Elsiever Publishing Company. Amsterdam, London, New York.
12 Raffaele Crispino: il patriota, il galeotto politico, l esule 281 INDICE Apertura del convegno pag. 5 ARTURO PALMA DI CESNOLA Il Gravettiano antico della Grotta Paglicci (Promontorio del Gargano) » 7 ANNA MARIA TUNZI SISTO Terra di Corte (San Ferdinando di Puglia, Foggia): l ipogeo n » 21 ORONZO SIMONE Analisi di un campione di resti faunistici dell Età del Bronzo provenienti dall Ipogeo 2 in località Terra di Corte (San Ferdinando di Puglia)» 57 ARMANDO GRAVINA I materiali ceramici dell insediamento appenninico di Calcara (Anzano di Puglia - FG) » 67 MICHELE AUCIELLO La presenza della civiltà del Bronzo nel territorio di Anzano di Puglia » 95 ALBERTO CAZZELLA - MAURIZIO MOSCOLONI Strutture abitative e difensive a Coppa Nevigata: il panorama scaturito dalle ultime ricerche » 97
13 282 Giuseppe Clemente PIERFRANCESCO RESCIO Materiali postclassici dagli scavi di Salapia......» 109 NINO CASIGLIO Domus e Castra del giustizierato di Capitanata in età svevo-angioina » 131 MARIO SPEDICATO La riforma tradita. Vescovi e attività pastorale nelle diocesi garganiche in età post-tridentina » 155 MARIA C. NARDELLA Tra pascolo e coltura: le terre ultra decennium della Dogana delle pecore di Puglia » 175 NEVILL COLCLOUGH Famiglia e parentela nell Ascoli del Settecento......» 183 LORENZO PALUMBO Il catasto onciario di San Severo I risultati di un primo approccio » 197 GIUSEPPE POLI Economia e società in un centro della Daunia piana: Casal Trinità a metà » 205 GIANNI IACOVELLI Medicina e società in Capitanata dal 700 all unità d Italia..» 231 MARIA ROSARIA TRITTO Il conservatorio delle orfane di San Severo » 249 GIUSEPPE CLEMENTE Raffaele Crispino: il patriota, il galeotto politico, l esule...» 259
ARCHEOCLUB D'ITALIA SEDE DI SAN SEVERO NAZIONALE. sulla. Preistoria - Protostoria - Storia della Daunia. San Severo 1995 A T T I
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