Sorgenti Artificiali UV: Caratteristiche, normative, utilizzo

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1 Sorgenti Artificiali UV: Caratteristiche, normative, utilizzo Dott.ssa Iole Pinto A.U.S.L. 7 di Siena Laboratorio di Sanità Pubblica Area Vasta Toscana Sud Est Laboratorio Agenti Fisici Centro SIT Acustica n.164 Strada di Ruffolo, Siena i.pinto@usl7.toscana.it 1

2 Radiazioni Ottiche Artificiali Naturali Coerenti (LASER) Incoerenti 2

3 Elenco degli apparecchi elettromeccanici per uso estetico Legge 1/90 LEGGE REGIONALE 31 maggio 2004 n. 28 (.) Apparecchi per massaggi meccanici solo a livello cutaneo e non in profondità. Apparecchi per massaggi elettrici solo con oscillazione orizzontale o rotazione,et Lampade abbronzanti UV-A. Lampade di quarzo con applicazioni combinate o indipendenti di raggi ultravioletti (UV) ed infrarossi (IR). Apparecchi per massaggio ad aria con pressione non superiore ad una atmosfera. ( ) Laser estetico. (non consentito in Regione Toscana come Luce Pulsata) Saune. 3

4 .20 anni dopo(15 luglio 2011) DECRETO Ministero Sviluppo Economico n. 110/2011 SCHEDE TECNICO INFORMATIVE RECANTI LE CARATTERISTICHE TECNICO DINAMICHE, I MECCANISMI DI REGOLAZIONE, LE MODALITA DI ESERCIZIO E DI APPLICAZIONE E LE CAUTELE D USO DEGLI APPARECCHI ELETTROMECCANICI PER USO ESTETICO 4

5 Art. 3 ( Livello di sicurezza ) Gli apparecchi elettromeccanici di cui all'elenco allegato alla legge 4 gennaio 1990, n. 1, anche successivamente aggiornato, possono essere utilizzati in Italia purché assicurino il livello di sicurezza prescritto dalle direttive comunitarie e dalle norme armonizzate europee. Per gli apparecchi per i quali non esistono norme armonizzate di riferimento possono essere utilizzate norme nazionali emanate dagli organismi nazionali di normalizzazione. 5

6 in corso di recepimento LEGGE REGIONALE 31 maggio 2004, n. 28 Disciplina delle attività di estetica e di tatuaggio e piercing. 6

7 Lampade abbronzanti: esiste specifica norma di prodotto 7

8 CLASSIFICAZIONE DEI LETTINI ABBRONZANTI E LAMPADE UV PER USO ESTETICO CEI EN CEI TIPO 1 Effetto biologico prodotto dalle radiazioni con lunghezza d onda superiore a 320 nm. (UVA) Irradianza relativamente elevata da 320 a 400 nm. Sono destinati ad essere usati nei centri di abbronzatura, sotto la supervisione di persone adeguatamente addestrate. Tipo 2 Effetto biologico prodotto dalle radiazioni con lunghezza d onda sia inferiori che superiori a 320 nm (UVA + UVB). Irradianza relativamente elevata da 320 a 400 nm. Sono destinati ad essere usati nei centri di abbronzatura, sotto la supervisione di persone adeguatamente addestrate. Tipo 3 Effetto biologico prodotto dalle radiazioni con lunghezze d onda sia inferiori che superiori a 320 nm. Irradianza limitata nell intera banda nell intera banda UV. Possono essere usate da persone non specializzate. Tipo 4 Effetto biologico prodotto dalle radiazioni con lunghezze d onda inferiori a 320 nm. (UVB) Da usare solo seguendo le avvertenze mediche. 8

9 Specifiche costruttive Le apparecchiature UV devono essere tali da non emettere radiazioni UV che abbiano un irradiazione efficace totale superiore a 0.3 W/m2, ponderata conformemente allo spettro d azione dell eritema eritema. Le ditte costruttrici e i rivenditori devono fornire le tabelle sui tempi di esposizione basate sulle caratteristiche delle lampade delle apparecchiature abbronzanti. Le apparecchiature abbronzanti devono essere munite di un interruttore programmabile a tempo. N.B.: Importante richiedere sempre certificato di irradiazione efficace UV in fase di: installazione/collaudo/sostituzione lampade 9

10 RADIAZIONE UV : PARERI OMS IARC (recepiti scheda 7) Esposizioni alle radiazioni ultraviolette solari o degli apparecchi UV possono portare a un invecchiamento prematuro della cute così come inducono un aumento del rischio di sviluppo di neoplasie cutanee (l Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha infatti classificato nel 2009 i dispositivi che emettono radiazione UV per l abbronzatura artificiale come cancerogeni per l uomo, Gruppo 1). Per questi motivi l Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia l uso delle apparecchiature per l abbronzatura artificiale a chiunque. 10

11 Parere consiglio Sanitario Regionale Indirizzi per un corretto impiego di lampade e lettini solari 11

12 Lampade abbronzanti: scheda n. 7 D.M. n. 110/2011 Soggetti con controindicazione assoluta all esposizione DIVIETO DI ESPOSIZIONE Minori di 18 anni, donne in gravidanza, albini, soggetti che soffrono o hanno sofferto di neoplasie della cute; soggetti che non si abbronzano o che si scottano facilmente all esposizione al sole. 12

13 Controindicazioni (impiego sconsigliato) Soggetti con un elevato numero di nevi (> 25). Soggetti che tendono a produrre lentiggini. Individui con una storia personale di frequenti ustioni solari in età infantile e nell'adolescenza. Persone che assumono farmaci. In questo caso, si dovrebbe chiedere il parere del medico curante per appurare se essi possano aumentare la propria fotosensibilità agli UV. 13

14 È responsabilità degli operatori professionali fornire al cliente informazioni e istruzioni su come usare in modo sicuro le apparecchiature abbronzanti e prevenire che soggetti con controindicazioni vengano esposti L utilizzo delle apparecchiature è esclusivo per fini estetici e non terapeutici. Non devono essere pertanto vantati effetti benefici.. L operatore consiglia l apparecchiatura e i tempi di esposizione più idonei, in base al fototipo dell utilizzatore e secondo le indicazioni fornite dal costruttore. 14

15 15

16 Risultati delle misurazioni Su un campione 30 lampade UV valutate circa il 50% non è risultato conforme ai valori di emissione Richiesta sostituzione lampade con certificato di emissione UV Controlli a campione 16

17 Solarium: verifica requisiti strutturali La riflessione della radiazione UV sulle pareti interne dei locali è un fattore di incremento del rischio per l utilizzatore l in quanto potrebbe comportare un sovra dosaggio di raggi UV,, pertanto la normativa richiede che le pareti dei locali di installazione non siano riflettenti 17

18 Solarium: requisiti strutturali I locali al cui interno sono posizionate le apparecchiature UV hanno talvolta le pareti riflettenti Talvolta le porte dei locali sono in vetro satinato Necessaria l'applicazione di pellicole per bloccare i raggi UV trasmessi dalle porte in vetro satinato. 18

19 Possiamo ridurre o eliminare il rischio? 19

20 Risultati fototerapia neonatale 20

21 1) Caratterizzazione della sorgente Classificazione della sorgente in base alla sua pericolosità: viene fatta a distanza standard 2) Caratterizzazione dell'esposizione Misurazione dell'esposizione delle persone che si muovono intorno alla sorgente: si cerca di ricostruire la geometria tipica in cui viene utilizzata la sorgente 3) Caratterizzazione del trattamento 3) Caratterizzazione del trattamento Caratterizzazione irradiazione neonato in ottimizzazione dose/efficacia trattamento 21

22 La norma CEI/IEC/EN prescrive: Emissione radiazione tra 400 nm-550 nm La irradianza efficace UV sull area irradiata non superi w/m 2 Per prevenire esposizioni UV del neonato/prematuro maggiori del limite ICNIRP per ESPOSIZIONI OCCUPAZIONALI ( 30 J/m 2 ) (in 3 giorni di esposizione!!!) 22

23 Geometria del fascio non ottimizzata Emissione nella regione UVA (esposizione indebita) 23

24 24

25 Confronto spettri di emissione 25

26 26

27 LIGHT AMPLIFICATION by STIMULATED EMISSION of RADIATION 27

28 28

29 CEI EN

30 Sono sicuri nelle condizioni di funziona- mento ragionevol- mente prevedibili, Descri- zione classe Tabella riassuntiva dei requisiti di sicurezza per diverse tipologie ogie di Laser Classe 1 Classe 1M Sono sicuri nelle condizioni di funzio- namento ragionevol- mente prevedibili, ma possono essere pericolosi se l'operatore impiega ottiche Classe 2 Sicuro per breve esposizioni agli occhi; Classe 2M Sicuri per breve esposizioni a occhio nudo; possono essere pericolosi se l'utente impiega ottiche Classe 3R Rischio di lesioni è relativamen te bassa, ma può essere pericoloso per uso improprio da parte di personale inesperto Classe 3B Sono normal- mente pericolosi nel caso di esposizione diretta del fascio Classe 4 Sono pericolosi per l'occhio e la pelle; rischio di incendio Area control- lata Non richiesta Localiz-zata zata o delimitata (chiusa) Non richiesta Localiz-zata zata o delimitata (chiusa) delimitata (chiusa) Delimitato e protetto da interblocco Delimitato e protetto da interblocco Coman-do a chiave Non richiesto Non richiesto Non richiesto Non richiesto Non richiesto Richiesto Richiesto 30

31 Tabella riassuntiva dei requisiti di sicurezza per diverse tipologie ogie di Laser Classe 1 Classe 1M Classe 2 Classe 2M Classe 3R Classe 3B Classe 4 Racco- mandata Forma- zione all utilizzo Seguire le istruzioni del produttore Racco- mandata Seguire le istruzioni del produttore Richiesta Richiesta Richiesta DPI (occhiali) Non richiesti Non richiesti Non richiesti Non richiesti Possono essere necessari a seguito di valutazione del rischio Richiesti (per operatore e paziente eventuale accom- pagnatore) Richiesti (per operatore e paziente eventuale accom- pagnatore) Misure di preven- zione Non necessarie per il normale utilizzo Evitare di modificare la messa a fuoco o la collima- zione ottica del fascio Evitare di fissare il fascio Evitare di fissare il fascio e evitare di modificare la messa a fuoco o la collimazion e ottica del fascio Evitare l esposizion e diretta dell occhio Evitare l esposizion e diretta dell occhio e della pelle. Evitare riflessioni accidentali del fascio Evitare l esposizion e diretta e diffusa dell occhio e della pelle. Evitare riflessioni accidentali del fascio 31

32 SCHEDA TECNICO-INFORMATIVA INFORMATIVA n. 21b LASER ESTETICO DEFOCALIZZATO PER LA DEPILAZIONE opportunamente defocalizzato esclusivamente per i trattamenti di depilazione. Densità di energia: non deve superare 40 J/cm2, Durata di impulso max T=300 msec Lunghezza d onda: d deve essere compresa nell intervallo fra 800 e 1200 nanometri. Sistema defocalizzazione non deve essere rimovibile da parte dell operatore 32

33 SCHEDA TECNICO-INFORMATIVA INFORMATIVA n. 16 depilatori Elettrici ed elettronici: Apparecchiatura elettronica ad impulsi luminosi per foto depilazione (IPL) La densità di energia non deve superare i 26 J/cm2, le lunghezze d onda d emesse devono essere comprese nell intervallo fra 600 e 1100 nanometri,,, le durate di impulso fra 2 e 50ms, l area l di trattamento deve essere maggiore di 5 cm2. 33

34 Esempi danni causati da epilazione Laser 1,064 nm Nd:YAG (100 J/cm 2 /durata impulso: 50 ms) Eritema 48 ore dopo Cicatrici persistenti 4 4 anni dopo il trattamento Laser Lasers in Surgery and Medicine 38:1 15 (2006) 34

35 Laser 3B e 4 : Delimitazione ZLC ZONA LASER CONTROLLATA CEI EN

36 DPI: occhiali di protezione LASER EN 207 EN

37 Controllo funzionamento spia all accensione dell apparecchio Laser Laser spento Laser acceso 37

38 38

39 Densità ottica (OD) e Trasmittanza (T) occhiali Laser T = 10 OD Es.: se OD (densità ottica = 2 T= (10) -2 = 0,01 L occhiale trasmette l 1% della radiazione emessa dal Laser a quella specifica lunghezza d onda 39

40 40

41 Esempi di danni oculari da laser 41

42 Principali cause degli incidenti laser Occhiali protettivi (disponibili) non usati Scorretta scelta degli occhiali Occhiali danneggiati Malfunzionamento/scorretto uso strumentario 42

43 Cosa non fare mai Non usare mai occhiali di protezione Laser (singola lunghezza d onda) d per sistemi a luce pulsata!!! (occorrono occhiali specifici per lunghezza d onda d multipla) 43

44 OTTICHE ARTIFICIALI OTTICHE NATURALI 44

45 e in conclusione qualsiasi misura di prevenzione non ha efficacia se non è condivisa e compresa da ciascun operatore 45

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