Modalità e limiti nella protezione del Software

Transcript

1 Modalità e limiti nella protezione del Software Università degli Studi di Verona 14 Maggio, 2012 Dr. Reniero & Associati s.r.l. Verona - Milano Dipl. Ing. C.Silvano Reniero

2 Brevi Considerazioni introduttive Il termine Software, come tutti sappiamo, sta ad indicare uno o più programmi in grado di funzionare su un elaboratore di dati, quale un computer, uno smartphone, un navigatore satellitare, ecc. ecc.. E comune conoscenza ai nostri giorni che, oltre che in base: - alla funzione (videoscrittura, grafica, foglio elettronico, ecc.), - al sistema operativo su cui è utilizzabile (Windows, Unix, Mac OS, ecc.), - al tipo di interfaccia utente ed - al fatto che sia installabile o portabile, il software viene classificato anche in base al suo grado di libertà di utilizzo, per cui distinguiamo: a) il software libero dal b) software di proprietà (per il suo utilizzo si richiede la sottoscrizione di una apposita licenza d uso).

3 Una licenza d uso di un software è un vero e proprio contratto (giuridicamente vincolante), nel quale sono specificati i diritti e gli obblighi assunti sia dal proprietario del software o di chi diffonde (con il suo consenso) il software, che dall utilizzatore del software stesso. In generale, le licenze d uso sono basate sulle norme di legge sul diritto d autore, detto anche COPYRIGHT con terminologia inglese, che anzi precisa meglio la vera natura del diritto d autore in quanto specifica che si tratta di diritti sulla copia(e).-

4 Esistono varie leggi territoriali (statali o regionali, come ha fatto anche l Unione Europea con la Direttiva sul diritto d autore del 1993) tutte basate sulla Convenzione di Berna del 1886 (sul diritto d autore) e successive revisioni. Alla Convenzione di Berna attualmente aderiscono circa 164 Stati od enti firmatari.

5 Oltre che secondo la legge sul diritto d autore, in alcuni importanti Stati o Federazione di Stati, il software, almeno a partire da una trentina d anni, può essere protetto anche ai sensi della legge sui brevetti d invenzione (di alcuni Stati o aree regionali - in particolare gli Stati Uniti d America ed il Giappone). Dopo i primi anni pionieri per il software, la cui protezione era già stata demandata (a partire dagli Stati Uniti d America) alla legge sul diritto d autore, ci si è gradualmente resi conto, infatti, che, da una parte, - la protezione con la legge sul copyright era insoddisfacente per l industria del software e, dall altra, - la natura del software non era, o non era soltanto, una mera «forma espressiva» di un qualche cosa rientrante nel campo di esclusiva protezione del copyright), ma che costituiva in certi (anche numerosi) casi la soluzione a problemi tecnici concreti

6 Gli Stati Uniti d America in effetti procedettero per primi a modificare la propria legge federale sui brevetti, così da consentire la protezione anche del software come invenzione industriale. Quasi subito fece altrettanto il Giappone. L unione Europea è rimasta, invece, titubante ed incerta sul da farsi per alcuni anni, finché la Commissione propose una direttiva sulla Brevettabilità delle invenzioni implementabili con computer, che il 6 luglio 2005 il Parlamento Europeo ha peraltro respinto con una maggioranza bulgara (648 voti contrari vs. 32 favorevoli). Inutile dire che è assai improbabile che la Commissione ritorni presto ad occuparsi della questione.

7 E venuta quindi a crearsi una situazione incresciosa, per cui il software negli USA ed in Giappone, a certe condizioni, è proteggibile con brevetto, mentre in Europa no. Fortunatamente, si è venuta col tempo sviluppando una prassi presso l Ufficio Brevetti Europeo (EPO) e presso gli Uffici Brevetti nazionali degli Stati dell Unione, secondo la quale, anche forse forzando un po la lettera della legge brevetti in vigore, si ammisero alla protezione brevettuale certi tipi di software, di cui Vi dirà meglio in seguito l Ing. Valentina Bovo. Anche i Tribunali nell Unione Europea hanno accolto con favore la prassi dell EPO, ragion per cui ora in Europa ci troviamo nella curiosa situazione, in cui la legge brevetti (Convenzione sul brevetto europeo) esclude espressamente la brevettabilità del software (come tale), ma in pratica si possono, a certe condizioni, ottenere validi brevetti che hanno ad oggetto e proteggono il software.

8 Vorrei attirare per un attimo la Vostra attenzione su quali possano essere oggigiorno gli ordini di grandezza degli interessi economici che sottostanno alla protezione del software solo negli U.S.A.. Mi rifaccio ad alcuni dati di cronaca recenti riportati sulla rivista TIME del 23 aprile scorso. La Microsoft ha sborsato 1.1 miliardi di US$ alla AOL per 800 brevetti riguardanti: advertising, search, mapping e multimedia. La Apple a pagato 4.5 miliardi di US$ alla Nortel per brevetti riguardanti mobile, design, wireless, data networking ed altro. La Google ha versato alla Motorola 12.5 miliardi di US$ per l acquisto di Motorola Mobility e dei suoi brevetti riguardanti mobile devices, wireless networking e security.

9 Sono state recentemente iniziate negli USA anche cause plurimiliardarie di contraffazione di brevetto riguardante il software tra: - Yahoo vs. Facebook - Oracle vs. Google ed - Apple vs. Motorola e Samsung. Ben pochi possono dubitare che la protezione del software sia quindi una questione non solo di attualità, ma che deve diventare di interesse strategico per lo sviluppo economico, e non solo, dell Italia, i cui punti nevralgici di inventiva nel software potrebbero essere costituiti, appunto, dalle nostre università, compresa l Università di Verona.

10 GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!