PRASSI OPERATIVE A SOSTEGNO DEI LEGAMI FAMILIARI
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- Leo Porta
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1 Il percorso del Tavolo di Coordinamento provinciale dei Servizi pubblici di Consulenza e Mediazione Familiare allargato alle altre Province piemontesi ( ) PREMESSA La Provincia di Torino, nell ambito delle politiche di sostegno alle famiglie, con deliberazione del Consiglio Provinciale del 15 ottobre 1996, Proposte per una politica della Provincia a favore della famiglia, ha introdotto la mediazione familiare impegnando la Giunta Provinciale a promuovere e ad istituire, in collaborazione con i Comuni e nell ambito dei Centri famiglia, servizi di mediazione familiare. Quanto deliberato nel campo della mediazione familiare e la successiva emanazione della legge nazionale 285/97, hanno consentito l istituzione di un Servizio pubblico provinciale per genitori separati, avviato (1998) con l intento di prevenire e/o ridurre i danni derivanti ai minori da una separazione conflittuale o dall indebolimento dei legami con il genitore non più convivente. Come è noto, la Provincia di Torino ha gestito per quasi un decennio questo servizio, denominato Genitori Ancora, che, accanto alla proposta rivolta a genitori e figli alle prese con la transizione separativa, ha sviluppato iniziative per gli operatori del territorio e ha promosso un Coordinamento dei Mediatori Familiari operanti nel territorio piemontese. In linea con il ruolo di Ente intermedio, attraverso la funzione di coordinamento, la Provincia si è impegnata nel raccogliere e diffondere le esperienze del settore, aggiornare gli operatori e contribuire alla costruzione di un sistema di servizi capace di sviluppare una rete territoriale in grado di sostenere la comunità e i suoi cittadini che affrontano la riorganizzazione post separativa e di raccordarsi con gli operatori del diritto. Questo impegno si è declinato in molteplici interventi per sensibilizzare ed inscrivere la proposta concreta della mediazione familiare all interno di una più ampia offerta a sostegno delle risorse e competenze genitoriali. Negli ultimi anni, nonostante i tagli e le incertezze sul futuro, il Servizio Politiche sociali e di parità ha mantenuto alto l impegno di supporto ai territori volto a sostenere la continuità dei legami familiari e ad introdurre nuove strategie per fronteggiare la complessità delle famiglie in separazione, favorire l ascolto di bambini e adolescenti che vivono situazioni di rottura dei legami, subiscono elevate conflittualità, assistono a violenze nelle relazioni familiari, incontrano un genitore in Luogo Neutro. Questo sintetico excursus ha l obiettivo di far conoscere le prassi operative a sostegno dei legami familiari, il ruolo del coordinamento e le attività svolte dallo stesso per oltre un decennio, lasciandone una traccia perché gli Enti possono cambiare o riconvertirsi, ma ciò che è stato realizzato occorre venga messo a disposizione per dovere di conoscenza e, se possibile, per poter continuare il percorso intrapreso. PRASSI OPERATIVE A SOSTEGNO DEI LEGAMI FAMILIARI Nel cercare di accogliere bisogni sempre più diversificati e complessi, hanno preso forma e si sono strutturati specifici ambiti di intervento per offrire una sponda ai tumultuosi passaggi che accompagnano le trasformazioni familiari. Nel panorama dei sostegni alla transizione separativa si è inizialmente affermata la Mediazione familiare 1 con l obiettivo di incoraggiare il dialogo e la 1 La pratica della Mediazione familiare si è imposta in Canada e negli Stati Uniti tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso e si è diffusa in Europa fin dai primi anni Ottanta. A partire dagli anni Novanta in Inghilterra, Francia, Germania, Norvegia e in altri Stati del Nord Europa è diventata un intervento obbligatorio per le controversie relative a separazione e divorzio. In Italia non è ancora entrata a pieno titolo nelle procedure di separazione e di divorzio. Il legislatore la cita nella legge n. 54/06 recante disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli. L art. 155-sexies c.c. al 2 comma, recita: Qualora ne ravvisi l'opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 155 per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale dei figli. Quindi il giudice, previo il consenso delle 1
2 cooperazione tra genitori in separazione, offrendo uno spazio ed un percorso extragiudiziale, riservato e confidenziale. Quasi in contemporanea hanno preso avvio le prime esperienze dei Luoghi per il diritto di visita e di relazione (c.d. Luoghi Neutri 2 ), con l intento di affrontare il problema della rottura o dell affievolirsi dei rapporti tra figlio e genitore non più convivente a seguito di conflittualità separative. E ben evidente che oggi la Mediazione familiare incontra maggiori difficoltà ad imporsi rispetto ai Luoghi Neutri, nei quali sono diventati preponderanti gli invii disposti dai giudici. Il consistente numero di fruitori di Luoghi Neutri 3 è dunque ricollegabile anche alla necessità di esecuzione dei provvedimenti delle Autorità Giudiziarie per salvaguardare la continuità dei rapporti con genitori, (nei confronti dei quali sovente sono in corso procedimenti limitativi o ablativi della potestà 4 ) o con altri adulti significativi. Ciò ha determinato conseguenze importanti sulla percezione di questa prassi operativa da parte dell utenza e degli operatori stessi, distanziandola dalla Mediazione familiare. Per contro si sta affermando la risorsa, sinergica alla Mediazione familiare, dei Gruppi di Parola 5 specificamente pensati per i figli di coppie divise. Un intervento in cui è sottesa l idea di favorire una ristrutturazione delle relazioni del nucleo familiare diviso, permettendo ai figli di esprimersi su quello che vivono nella famiglia divisa. Il gruppo si pone come intermediario per il mantenimento di un legame divenuto fragile e permette ai figli di comunicare meglio, incoraggiando il dialogo e il continuum affettivo con ciascun genitore. Esperienze favorevoli in tal senso portano a ritenere che proporre un Gruppo di Parola ai figli di genitori separati che frequentano un genitore solo in Luogo Neutro, potrebbe favorevolmente incidere sullo sblocco della situazione e, dunque, sulla durata di questo intervento che, notoriamente, ha la negativa tendenza di protrarsi nel tempo. I Gruppi che si stanno diffondendo nella realtà piemontese hanno mosso i primi passi nei Centri per le Famiglie dei territori di Vercelli e di Biella. La loro esperienza è stata raccolta dai mediatori familiari piemontesi del Tavolo interprovinciale di coordinamento promosso dalla Provincia di Torino, già impegnato nel cercare di implementare e connettere, laddove possibile, le differenti prassi operative di cui oggi si dispone a sostegno dei legami familiari in trasformazione. ANCORA UN CENNO SULLA MEDIAZIONE FAMILIARE La mediazione familiare rappresenta un significativo strumento di protezione e di tutela indiretta dell infanzia volto a prevenire o ridurre il danno derivante dal protrarsi delle ostilità tra genitori separati o non più conviventi. Va detto che la mediazione ha ottenuto vari riconoscimenti legislativi, sia a livello nazionale che europeo, ed è stata definita uno strumento utile e positivo in ambito sociale, familiare e nella tutela dei diritti dell infanzia. Oltre che nella crisi separativa, la mediazione può, dunque, rappresentare un utile strumento di intervento in altri ambiti in cui si esprimono tensioni e conflitti. parti, può allentare l iter giudiziario affinché, innanzi a esperti, i genitori si accordino per regolamentare la loro riorganizzazione post separativa. 2 Sul tema dei Luoghi neutri nella realtà della Provincia di Torino vedasi il percorso di ricerca al seguente link: a cura di Laura Gaiotti, Monica Terzago Lavorare con il conflitto: dare continuità ai legami familiari Percorso di ricerca sulle pratiche per il diritto-dovere di visita e di relazione (c.d. Luoghi Neutri) della provincia di Torino dicembre Tale incidenza non si riferisce solamente alla quantità dei casi in carico nella nostra regione (1.200 minori al 30 settembre 2011) ma alla complessità intrinseca a questo specifico tipo di attività nonché agli oneri economici sostenuti dagli enti gestori (nel 2011 pari ad ) euro. Tratto da :DGR n del 15 aprile 2014 Approvazione di indicazioni operative per i servizi inerenti i Luoghi neutri per il diritto-dovere di visita e di relazione (cosiddetti Luoghi neutri). 4 Nel luglio 2013 è stata introdotta dal Dlgs attuativo della L 219/2012 la dizione responsabilità genitoriale al posto di potestà genitoriale 5 I Gruppi di parola seguono un originale modello di intervento messo a punto nel Servizio di Mediazione del distretto giudiziario di Montréal in Canada agli inizi degli anni novanta. Successivamente in Francia Marie Simon ha sperimentato le potenzialità di questa risorsa e progettato un apposito percorso formativo. In Italia, a partire dal 2005, questa metodologia di lavoro è stata introdotta dall équipe del Centro Studi dell Università Cattolica di Milano, dove hanno preso avvio le prime sperimentazioni e ricerche. Cfr. su questi gruppi C. Marzotto (a cura di), I gruppi di parola per i figli di genitori separati, Vita e Pensiero, Milano
3 Essa fonda il suo presupposto nella convinzione che sia necessario considerare il conflitto non come un equivalente di distruttività, bensì come una occasione per confrontarsi e riconoscere nell altro un portatore di bisogni diversi, anziché un nemico da fronteggiare. La negatività, quindi, non risiede nel conflitto in sé, ma nella modalità con cui lo si affronta e lo si gestisce. Questa pratica di regolazione del conflitto cerca di far emergere il bisogno e la valenza costruttiva, racchiusa in ogni conflitto, di trasformazione positiva della relazione, facilitando la ripresa della comunicazione per arrivare autonomamente ad una intesa che superi la logica del vincitore/vinto. Promuovere una diversa cultura dei conflitti significa introdurre modelli comportamentali ed educativi in grado di ridurre tensioni sociali e prevenire relazioni violente. Diffondere cultura e pratica della mediazione implica aumentare nelle persone la capacità di comprendere e riconoscere l altro da sé, con risultati positivi non solo per i singoli, ma per l intera comunità.. In ambito familiare la comunità scientifica è concorde nel ritenere che la trasformazione dei legami rappresenta un passaggio critico nella vita degli adulti e ancor di più dei loro figli poiché induce la ridefinizione della precedente organizzazione, la rivisitazione dei propri ruoli, la ricerca di nuovi riferimenti e di identità personale. Queste considerazioni sono state il comune presupposto da cui hanno preso avvio le esperienze di mediazione familiare che sono maturate nelle Province del Piemonte i cui operatori si sono messi in rete. Superata la fase iniziale di assestamento, costruzione di identità e consolidamento della pratica, si è via via delineata un'immagine sempre più chiara di cosa si propone, in quali contesti si attiva, con quali finalità, come funziona, con quali risultati, quali sono le sue potenzialità, cosa altrettanto non può fare e dunque le opportunità ed i limiti di questo strumento. Si è così sedimentato un bagaglio di esperienze e riflessioni che evidenzia la maturazione della mediazione familiare in Piemonte, sebbene la realtà sia multiforme, e, ad esperienze già consolidate, se ne affiancano di più recenti o che ancora si muovono con fatica. Questo processo di crescita dei singoli mediatori e delle loro realtà territoriali ha trovato una sponda anche nei momenti di Coordinamento. IL FARE RETE DEI MEDIATORI FAMILIARI PIEMONTESI Il Coordinamento, oggi Tavolo interprovinciale, ha preso avvio sulla base dell esigenza degli operatori dei Servizi Pubblici che, ultimata la formazione alla Mediazione Familiare, affidata nel 1999 dalla Provincia di Torino alla Società Italiana di Mediazione Familiare (SIMe.F), iniziavano a cimentarsi per offrire un intervento allora sicuramente innovativo, non solo per contenuti e prassi, ma anche perché si trattava di una offerta promossa dalla Pubblica Amministrazione. Un offerta intenzionata a sviluppare metodologie di lavoro che tengano conto e che possano incontrare l insieme complesso dei bisogni e delle istanze sottese alla trasformazione separativa. Dal 2001 è dunque attivo il Coordinamento interprovinciale dei Servizi di Mediazione Familiare promosso da questa Provincia che, salvaguardando le specificità dei diversi ambiti territoriali, ha funzionato da raccordo tra le diverse iniziative, consentito uno scambio di esperienze, promosso una costante riflessione e rielaborazione del lavoro svolto, nonché iniziative specifiche di aggiornamento periodico di formazione e di autoformazione, quando ad esempio alcuni mediatori, che avevano avuto contatti di studio con esperienze di mediazione in Europa, hanno messo in comune la loro conoscenza consentendo il confronto sui differenti approcci metodologici di tre Servizi di mediazione rispettivamente in Francia, Inghilterra e Svezia nonché sulla loro legislazione in materia.. Il lavoro del Coordinamento è proseguito negli anni e, solo nel 2010, è stato ufficialmente formalizzato con l approvazione da parte della Giunta Provinciale della deliberazione n che istituiva il Tavolo di Coordinamento dei Servizi pubblici di Consulenza e Mediazione familiare allargato alle altre Province piemontesi. Una formalizzazione avvenuta a quasi dieci anni 3
4 dall avvio del suddetto Coordinamento, presumibilmente rallentata dall indeterminatezza delle leggi che nel nostro Paese citano la Mediazione Familiare. Nel corso del tempo hanno progressivamente aderito al Coordinamento Mediatori familiari dei Servizi pubblici delle Province di Alessandria, Biella, Cuneo (che ha un proprio coordinamento), Novara e Vercelli, con i quali si è condivisa la necessità di: - lavorare insieme per promuovere la cultura mediativa e fronteggiare i problemi che ostacolano la diffusione e sviluppo della Mediazione Familiare e per il riconoscimento della stessa all interno delle politiche sociali della Regione Piemonte; - stabilire connessioni con operatori del diritto, della scuola, dei servizi sanitari di base, con i luoghi della normalità dove intercettare la crisi separativa; - condividere momenti di formazione e di aggiornamento periodico. La formalizzazione ha pertanto preso atto dell avvenuto allargamento del Tavolo ai mediatori familiari delle altre province piemontesi, riconoscendo in tal modo il proficuo e spontaneo apporto di operatori provenienti da svariati territori della nostra regione. La portata dello sforzo di questi anni ha attinto dalla competenza di operatori del territorio che hanno raccolto la sfida concettuale e metodologica della mediazione familiare avviando Servizi, tutti da inventare, destreggiandosi con la fragilità di una professione che, ancora oggi, non è stata legittimata. Operatori che hanno colto fin da subito l esigenza di fare rete e non disperdersi e che hanno trovato nelle Politiche sociali della Provincia di Torino una solida base di ancoraggio. Fino ad oggi il Tavolo si è proposto come un laboratorio di riflessione, sperimentazione, realizzazione e documentazione di interventi sui temi delle conflittualità separative in presenza di minori di età e continua a tenere in rete i Servizi di mediazione familiare sparsi sui territori di sei Province piemontesi che stanno lavorando in tempi difficili nei quali è diventato sempre più raro poter mettere in campo azioni di prevenzione primaria dei legami familiari. Molte e importanti le iniziative conoscitive e formative sono state realizzate dal Coordinamento nel corso degli anni, a partire dagli incontri annuali (dai quattro ai sei incontri) e da quelli organizzati in collaborazione con esperti psicologi e/o forensi, fino all organizzazione di vere e proprie giornate formative in occasione di particolari eventi che hanno richiesto specifici momenti di aggiornamento realizzati in collaborazione con l Ufficio di Servizio Sociale presso il Tribunale di Torino, quali, ad esempio la riforma legislativa sull affidamento condiviso (L.54/06) che ha ovviamente assorbito l impegno ed il lavoro del coordinamento che oltre ad aver redatto una sintesi commentata del testo di legge, ha promosso iniziative di informazione, sensibilizzazione, aggiornamento e di confronto. Una di queste, realizzata nel 2007 e rivolta anche agli operatori dei Servizi territoriali, ha visto una 4
5 consistente partecipazione di operatori psico-sociali (230) che, attraverso un questionario, hanno manifestato interesse per proseguire con iniziative analoghe. Inoltre, nel 2008, a ridosso dalla chiusura del Servizio Genitori Ancora, le riflessioni ed il dibattito del coordinamento è culminato in un documento su La mediazione familiare nell ambito delle politiche di Solidarietà Sociale che è stato presentato ai partecipanti al tavolo Interistituzionale ed ai tavoli tematici Politiche per le Famiglie e Genitorialità infanzia e minori riuniti per l elaborazione del Piano Sociale della Regione Piemonte. Nel documento si è cercato di fare un bilancio provvisorio sulle pratiche di mediazione familiare, di guardarne l evoluzione e che cosa abbia insegnato l esperienza di un decennio, cosa andrebbe cambiato, aggiornato e rimesso a punto, consegnando alle scelte di politica regionale il tema della mediazione familiare, una risorsa che richiede di venire riconosciuta, opportunamente definita ed inserita all interno del Piano Sociale della nostra Regione come una opportunità al passo con le trasformazioni delle famiglie. All esito del proficuo lavoro di raccordo con le Autorità Giudiziarie nell anno 2008 la modulistica dei Tribunali è stata significativamente integrata con una sintetica informazione sul percorso di mediazione familiare offerto dai Servizi territoriali a sostegno della bigenitorialità unitamente all indicazione dei recapiti dei Centri. e del numero verde dello sportello di informazione sociale a cui i cittadini avrebbero potuto fare riferimento. Nell anno 2009, dopo un approfondito e impegnativo lavoro di progettazione, ha preso avvio il percorso formativo Lavorare con il conflitto, volto alla diffusione della cultura mediativa nella gestione dei conflitti familiari, elaborato ed organizzato dal Servizio Solidarietà Sociale nell ambito delle sue competenze, in cui sono stati previsti specifici interventi di approfondimento/aggiornamento aperti ai mediatori familiari del Coordinamento provenienti anche da altre province piemontesi. I lavori del 2010 hanno visto il neo costituito Tavolo provinciale di Coordinamento permanente dei Servizi pubblici di Consulenza e Mediazione Familiare, allargato alla partecipazione delle altre Province piemontesi concentrarsi sulla inaspettata emanazione, nell ultimo scorcio della legislatura, della legge regionale n. 37 del 30 dicembre 2009: Norme per il sostegno dei genitori separati e divorziati in situazioni di difficoltà, che ha introdotto novità nelle politiche per le famiglie della nostra Regione, promuovendo, tra gli altri interventi, anche la mediazione familiare, pratica che, da tempo, attendeva un riconoscimento normativo a vari livelli. Il pensiero della comunità professionale dei mediatori familiari è stato condensato in un documento discusso ed approvato dal Tavolo il quale resta disponibile a contribuire alla discussione sulla materia. Nel 2011 è decollato il Percorso di ricerca sulle pratiche per il diritto dovere di visita e di relazione (c.d. Luoghi Neutri) nel territorio della Provincia di Torino. Il percorso è stato progettato e coordinato dal Tavolo con l obiettivo di sviluppare ambiti di raccordo tra le pratiche di mediazione familiare e quelle dei Luoghi Neutri, analogamente impegnati al mantenimento della continuità genitoriale indebolita dalla rottura dei legami familiari 6. Lo studio ha potuto contare sulla collaborazione degli Enti Gestori dei Servizi Socio assistenziali del territorio provinciale e sul contributo dei loro operatori direttamente impegnati nella gestione delle attività di Luogo Neutro e, successivamente, dei Giudici minorili e di Famiglia in qualità di osservatori privilegiati e principali committenti dell oggetto di studio. La fattiva presenza di Tirocinanti del 6 DGP n del 2010 istitutiva del Tavolo di Coordinamento dei Servizi pubblici di Consulenza e Mediazione familiare allargato alle altre Province piemontesi. 5
6 Corso di Laurea Magistrale in Politiche e Servizi Sociali della Facoltà di Scienze Politiche dell Università degli Studi di Torino ne ha favorito la realizzazione. Il lavoro è stato altresì corredato dai contributi di esperti del settore nonché di professionisti del territorio e della Regione Piemonte. Analizzare e fotografare i Luoghi per il diritto-dovere di visita e di relazione attivati nei Consorzi Socio assistenziali della provincia di Torino ha fatto emergere dati, riflessioni ed interrogativi su come affrontare, con rinnovata energia, la sfida che comporta il sostegno alla continuità dei legami familiari. Il lavoro, raccolto in un volume nel dicembre 2012 è stato pubblicato sul sito della Provincia di Torino 7. Esso ha inteso porsi come uno strumento per favorire una cultura comune, in un ambito non ancora sufficientemente esplorato nel contesto italiano e per mettere in circolo informazioni tra addetti ai lavori. Come emerge dalla pubblicazione, lo scopo del Luogo Neutro, molto chiaro e all apparenza semplice, si sta rivelando ben più complesso di quanto ci si potesse prefigurare quando, intorno alla fine degli anni 90, gli Enti Gestori hanno iniziato a dotarsi di questa nuova prassi operativa. Nel corso del tempo, infatti, gli interventi di Luogo Neutro si sono arricchiti di contenuti e finalità diversificate, trovandosi ad affrontare nodi critici e questioni controverse, nell incontro tra provvedimenti giudiziari e metodologie operative messe in atto quotidianamente dagli operatori. È indubbio che tale intervento può funzionare adeguatamente solo se connesso ed in sinergia con la rete degli altri Servizi sul territorio. Si tratta di un intervento delicato, che necessita di attenzioni e cura, di aggiornamento formativo e di una sistematica supervisione delle pratiche, così come di essere supportato da momenti di confronto, di riflessione e di dibattito. Su questo tema la Direzione Regionale Politiche Sociali e Politiche per la Famiglia nel maggio 2012 ha attivato un tavolo di lavoro composto dai rappresentanti dei soggetti gestori delle funzioni socio assistenziali e della Provincia di Torino, conclusosi nel maggio I lavori del tavolo, coordinato dalla Regione, si sono condensati in un documento contenente Indicazioni operative per i servizi inerenti i Luoghi per il diritto-dovere di visita e di relazione (cosiddetti di luogo neutro) nella Regione Piemonte che è stato approvato dalla Giunta Regionale in data 15 aprile 2014, diventando parte integrante della DGR n Nella premessa di questo provvedimento è stato espresso un significativo riconoscimento per l impegno sviluppato dalla Provincia di Torino nel settore, di seguito integralmente riportato: Si è inoltre valutato importante la partecipazione della Provincia di Torino, la quale ha maturato negli anni una lunga e significativa esperienza nell ambito dell attività dei Luoghi neutri e della mediazione familiare, attraverso la costituzione di un tavolo di coordinamento interprovinciale e la realizzazione di percorsi di ricerca ed approfondimento i cui esiti sono peraltro citati in alcuni passaggi del presente allegato. Nel 2012 è stato organizzato e realizzato un altro importante momento formativo, che ha richiesto un impegnativo coordinamento organizzativo e scientifico, per la formazione di Conduttori di Gruppi di Parola per figli di genitori separati. Il percorso, aperto anche a due operatori per ogni altra Provincia aderente al Tavolo, ha riscosso notevole interesse ma, per motivi didattici, l accesso è stato limitato a 32 professionisti di ambito psicosociale. Espressamente richiesto da un Tavolo attento alla valenza sociale dei legami familiari ed impegnato in momenti di studio ed aggiornamento su tematiche relative alla salvaguardia ed al sostegno dei minori esposti ai conflitti familiari, questo primo corso per conduttori di Gruppi di Parola promosso da un Ente pubblico ha avuto l intento di offrire la possibilità di apprendere una nuova prassi operativa da inscrivere tra gli interventi volti al sostegno della cogenitorialità e dei legami familiari. Nello specifico la formazione alla conduzione di Gruppi di parola 8, si è avvalsa di una esperta francese 9, ed è stata realizzata con Cfr. su questa esperienza la Provincia di Torino ha realizzato il video "Si può dire! I Gruppi di parola per figli di genitori separati" curato dal Tavolo interprovinciale dei mediatori familiari e visionabile al seguente link 6
7 l intento di attrezzare professionalmente coloro che operano nel vivo delle conflittualità separative, di curarne il coordinamento, lo scambio di esperienze e l analisi delle pratiche. L esito operativo di questa esperienza di aggiornamento formativo è stato documentato attraverso un apposito monitoraggio effettuato su due anni a partire da aprile 2012, quando si è entrati nella fase sperimentale del progetto. I dati raccolti, pubblicati on line sul sito della Provincia di Torino 10, oltre ad offrire risultati incoraggianti permettono di rilevare possibili intersezioni evolutive con le attività di Luogo Neutro per figli di genitori separati. Un ulteriore notevole impegno è stato dedicato al perfezionamento delle competenze professionali già acquisite nei suddetti moduli formativi, programmando, al fine di consolidare le esperienze in corso, due moduli di analisi della pratica e di supervisione sulla conduzione dei Gruppi di parola che sono stati realizzati tra la fine del 2013 ed il Va detto che la Provincia di Torino, nella logica di un fattivo supporto ai territori, dal 2012 sta mettendo a disposizione degli Enti Gestori Socio assitenziali l esperienza e la formazione di propri operatori per la conduzione di Gruppi di sostegno e scambio tra pari nei territori che lo richiedono. Si sono così realizzate esperienze che hanno riguardato i Consorzi CISA di Rivoli e CONISA Valle di Susa e se ne stanno programmando in altri Enti Gestori del territorio provinciale. Le esperienze avviate stanno insegnando ad inserire nel lavoro di gestione della conflittualità separativa la variabile nuova ed inusuale della parola e del pensiero dei figli che, loro malgrado, sono protagonisti della separazione. I Gruppi di parola si stanno proponendo come una valida opportunità perché i bambini superino il momento difficile della separazione attraverso un percorso volto a rinforzare l autostima, restituire fiducia in se stessi e nei genitori, migliorare la comunicazione nel nucleo familiare diviso. Trattandosi di un esperienza giovane si pone il problema di continuare a promuovere le condizioni che ne favoriscano la continuità. In gioco non c è solo l intento e la capacità di innovare pratiche e interventi, ma anche di inscrivere questa nuova prassi operativa in una logica sistemica e di rete, mettendola in stretta connessione con l ambito psicosociale e quello del diritto. Nel 2013 presso l Auditorium della Provincia di Torino, la Società italiana dei mediatori familiari (S.I.Me.F.), in collaborazione con i mediatori familiari piemontesi, ha organizzato una giornata di studio nazionale dedicata al confronto sulle esperienze dei Coordinamenti dei mediatori familiari attivi sul territorio nazionale. Il convegno Mettiamoci intorno ad un Tavolo : esperienza e innovazione nella Mediazione Familiare ha rappresentato la prima occasione di dialogo tra le 9 Marie Simon, è dottore in Psicologia Clinica e Psicopatologia dell'infanzia e della Famiglia, Ricercatrice e Docente, specializzata in problematiche infantili nelle transizioni familiari. Ha avviato gruppi di parola per figli di genitori separati nell ambito dell Associazione Ecole des Parents et des Educateurs a Lyon (Francia) e ha sviluppato e consolidato la sua competenza con diversi professionisti canadesi all interno del Tribunale civile di Montréal (Canada) in un Service de la Jeunesse. 10 7
8 diverse realtà regionali, in cui sono stati analizzati storia, metodologie, obiettivi e risultati dei diversi Coordinamenti di mediatori familiari. Si è trattato di una significativa opportunità che ha dato voce allo scambio di esperienze dei Coordinamenti che si sono maggiormente strutturati nel corso dell ultimo decennio in cui ha destato interesse ed apprezzamento la presentazione del Tavolo piemontese e delle sue peculiarità, presentazione che è stata corredata dalla proiezione della prima visione del video Si può dire! I gruppi di parola per figli di genitori separati realizzato dal Servizio Comunicazione della Provincia di Torino, un video 11 che vuole essere uno strumento a disposizione degli operatori per informare e sensibilizzare sui gruppi di parola e su altri percorsi utili a genitori e figli nel momento della separazione. Le questioni più significative su cui si è dibattuto nel corso dei suddetti lavori hanno evidenziato la necessità di : - Affinare metodologie di intervento e allargare il campo di azione per costruire efficaci raccordi tra le pratiche di Mediazione Familiare e i Gruppi di Parola ad essa sinergici, ricercando possibili intersezioni evolutive con i Luoghi Neutri specificamente rivolti ai figli di genitori ad alta conflittualità separativa. - Affrontare questioni deontologiche e formulare linee guida analoghe per Mediatori Familiari e Conduttori di Gruppi di Parola, i cui interventi sono accomunati da assoluta volontarietà dell accesso, autonomia dall ambito giudiziario, riservatezza, assenza di valutazione e giudizio. - Assicurare continuità e radicamento degli interventi attraverso analisi delle pratiche e azioni formative di Area Vasta. - Rilanciare il lavoro sulla rete degli invii, stante la necessità di far conoscere lo strumento dei Gruppi di Parola. - Dimostrare sostenibilità e vantaggi, non solo relazionali ma anche economici, di servizi e prassi innovative a sostegno e cura dei legami familiari su cui, in tempi di crisi, si rischia di disinvestire. - Mantenere contatti attivi con il mondo forense I mediatori sanno bene quanto l avvocato possa assumere un ruolo cruciale nei confronti dei genitori in conflitto, i quali necessitano di informazioni e di un accompagnamento attento durante tutto il percorso giudiziario. La figura del difensore è, infatti, fondamentale nell aiutare a prendere decisioni informate, nell incoraggiare i genitori a tenere conto dei bisogni dei loro bambini e prospettare le risorse a loro disposizione per affrontare gli aspetti emotivi e relazionali della transizione separativa. Fondamentale è altresì la collaborazione tra operatori psicosociali e del diritto fondata sulla conoscenza reciproca, su valori condivisi, sull autonomia e il rispetto delle differenti competenze e prerogative, nella consapevolezza che la prevenzione del disagio dei figli nelle separazioni necessita di un approccio interdisciplinare e sinergico. In linea con obiettivo di mantenere contatti attivi con il mondo forense, nel 2014 la Provincia di Torino, attraverso il Tavolo, ha collaborato alla realizzazione del convegno Oltre la separazione: strumenti per sostenere la continuità dei legami ideato ed organizzato insieme alla Commissione Distrettuale Famiglia e Minori del Consiglio dell Ordine degli Avvocati del Piemonte e Valle D Aosta. L iniziativa, realizzata il 25 marzo 2014 nell aula magna del Palagiustizia, ha visto la partecipazione di quasi una ottantina di operatori psicosociali e di oltre seicento operatori del diritto ed è stata una significativa occasione per lavorare sulla rete degli invii, stante la necessità di far conoscere lo strumento dei Gruppi di Parola e altri interventi a sostegno e cura dei legami familiari. A tal fine è stata fornito il riferimento dello Sportello di informazione sociale della Provincia di Torino sportellosociale@provincia.torino.it ; Numero Verde: dove, grazie all inoltro e all aggiornamento del materiale effettuato in vista di questo Convegno, che successivamente verrà curato dagli stessi operatori del territorio, i legali potranno, in tempo reale, reperire informazioni utili da dare ai loro clienti. 11 Si può dire! Gruppi di parola per figli di genitori separati visionabile al seguente link 8
9 Oggi il Tavolo ha raggiunto la consapevolezza e la capacità di porsi come punto di aggregazione di professionisti che offrono supporti specifici a genitori, bambini e adolescenti in situazioni di rottura dei legami quali la Mediazione Familiare ed i Gruppi di Parola per figli di coppie divise, i cui interventi hanno in comune l autonomia dal contesto giudiziario, l assenza di caratteristiche valutative e l assoluta volontarietà dell accesso. Sul piano della cornice istituzionale la base di ancoraggio di questa aggregazione fornita dalla Provincia di Torino è in fase di profonde e irreversibili trasformazioni che porteranno ad un nuovo assetto istituzionale a cui si consegna, affinché non venga disperso, questo patrimonio di lavoro ad alta funzione preventiva nei confronti delle nuove generazioni. a cura di Laura Gaiotti Referente Tavolo di Coordinamento provinciale dei Servizi pubblici di Consulenza e Mediazione Familiare allargato alle altre Province piemontesi 15 Luglio
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