CASI CLINICI. situazioni di grave atrofia ossea usando tecniche chirurgiche che sfruttano l anatomia

Transcript

1 73 CASI CLINICI Sono stati scelti tre casi clinici di riabilitazione impianto protesica postestrattiva. Due casi sono esempi didattici per dimostrare come spesso sia possibile risolvere situazioni di grave atrofia ossea usando tecniche chirurgiche che sfruttano l anatomia dell osso residuo in alternativa alle più impegnative tecniche ricostruttive dei tessuti di sostegno. È consuetudine dell Autore (Dott. M.E. Pasqualini e coll.) applicare, immediatamente dopo la sutura dei lembi mucoperiosteii, provvisori chirurgici (1, 2). Viene definito provvisorio chirurgico la corona in policarbonato ribasata con resina e cementata definitivamente sul moncone implantare (dopo controllo occlusale), che ha funzione estetica, di guida nella riparazione gengivale modellandone un neo solco epiteliale e plastico ricostruttivo della gengiva propria. Il provvisorio deve supportare e trasmettere all impianto le forze occlusali dell elemento naturale mancante. Si induce così un rimaneggiamento osseo fisiologico. Ultimata la guarigione dei tessuti (il tempo dipende dalla morfologia dell impianto) si passa al taglio del provvisorio stesso, alla presa dell impronta e quindi alla protesi definitiva (3). Materiali e metodi Per la risoluzione dei casi sono stati utilizzati impianti monofasici in titanio (viti coniche, viti cilindriche ed aghi) inseriti fino al raggiungimento delle corticali profonde e di diametri compresi tra 1,2 mm e 3,5 mm (3, 4, 5, 6, 7, 8). L uso della saldatrice endorale di Mondani (9, 10, 11) ha permesso in alcuni settori gravemente atrofici di ottenere dei tripodi e dei bipodi con appoggio corticale altamente ritentivi.

2 74 Il primo caso riguarda un paziente che ha subito l avulsione dei denti 1.2, 1.1, 2.1, per trauma da caduta (fig1). All apertura del lembo muco periostio nella zona del trauma ci si trova di fronte ad una grave perdita di tessuto osseo lungo la juga alveolaria del dente perduto (fig.2). Fig.1: Espianto traumatico dei denti frontali superiori in uomo di 60 anni. Fig.2: Apertura del lembo, la freccia indica una grave perdita di tessuto osseo. Fig.4 Fig.3: Viti rapide Pasqualini e relativa fresa autocentrante Fig.5 Fig. 4 Fig. 5 Fig.4-7: Alcuni momenti dell intervento chirurgico d inserzione degli impianti monofasici. fig.7 Fig. 6 Fig.7 Fig.8 Fig.9

3 75 Fig.8-9: Particolare a maggior ingrandimento. Vengono posizionate 4 viti esattamente lungo gli alveoli dei denti naturali, nella zona della grave perdita di tessuto osseo (2.1) si riempie con idrossiapatite il difetto osseo affinché non si verifichi un danno estetico per collasso della mucosa all interno del difetto stesso (fig.10-11). Fig.10: Posizionamento delle 4 viti. Fig.11: Zeppatura con idrossiapatite. Si sutura e si adatta il provvisorio immediato curandone l armonia occlusale. Le frecce indicano la mobilità degli incisivi inferiori (fig.12,13). Fig.12: Mobilità degli incisivi (vedi frecce). Fig.13: Sutura e provvisori.

4 76 Fig.14: Il sorriso voluto del paziente. A dieci giorni dal primo intervento inizio della guarigione del mascellare (fig15) e l intervento alla mandibola con l inserzione di due viti bicorticali di garbaccio due monconi naturali e un ponte tradizionale (fig15-17). Fug.15: A 10 giorni dall intervento Fig16: Inserzione di 2 viti di Garbaccio. Fig.17: Monconi tradizionali e impianti. La guarigione dei tessuti molli si presenta ottima a 40 giorni dall intervento (fig.18-20). Fig18 Fig.19 Fig.19 Fig20

5 77 Si procede con la preparazione dei monconi per l impronta come se fossero denti naturali, tramite fresatura (1985); viene preparato anche il canino, già protesizzato in oro porcellana, fratturato dal trauma e presa l impronta con filo retrattore (fig.21-22). Fig.21 Fig Preparazione per l impronta. Fig.22 Fig.23: La cementazione delle corone divise in oro porcellana. Fig.24: Controllo radiografico Fig26 Fig 25-26: Il sorriso finale del paziente e la situazione di partenza a confronto

6 78 Si può apprezzare l aspetto macroscopico delle mucose e della protesi a intervento ultimato nel 1985 (fig.27). Il comportamento del così détto Attacco epiteliale intorno ai monconi di impianti monofasici segue esattamente l anatomia degli stessi epiteli intorno a monconi naturali di denti sani (fig.28,29) come da pubblicazione eseguita nel 1972 nell Università di Modena (fig.30-32) (12). Fig.27: Aspetto delle mucose dopo l intervento Fig.28-29: Prelievo biottico del cercine fibro mucoso attorno al moncone di una vite tramonte che ha lavorato per tre anni. Fig.30 Fig.31 Fig.32 Fig.30-32: Sezioni istologiche su piani sia orizzontali sia sagittali, l aspetto dell ultimo strato delle cellule basali che segue esattamente ciò che avviene in natura. Non vi è alcun segno di infiammazione intorno a tutti i preparati anatomici. La pubblicazione del 1972 (12).

7 79 Fig.33-34: Il controllo della medesima bocca nel Marzo Fig.3-36: Controllo radiografico a distanza di venti anni del trofismo del tessuto osseo di questo caso