FORUM PER I BENI COMUNI E L ECONOMIA SOLDALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
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1 FORUM PER I BENI COMUNI E L ECONOMIA SOLDALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Promuovere Comunità di economia solidale in Friuli Venezia Giulia (Perché una legge a sostegno dell economia solidale) Scommettere sull economia sociale e solidale. Palazzo Provincia di Bergamo sabato 19 maggio 2018
2 LA STRUTTURA DELLA LR 4/ PRINCIPI 2. FINALITA 3. DEFINIZIONI 4. ASSEMBLEE DI COMUNITA (18). Ogni comunità promuove le proprie FILIERE PRODUTTIVE (art. 3) 5. FORUM REGIONALE DEI RAPPRESENTANTI DELLE 18 COMUNITA 6. TAVOLO REGIONALE DI CONCERTAZIONE DELL ECONOMIA SOLIDALE Compiti: proposte all AR, sviluppo filiere, regole ecosol Componenti: Regione, ANCI, Propr. Collett., Forum 7. MISURE DI SOSTEGNO Formazione, Portale, Sedi 8. POTESTA REGOLAMENTARE Assemblee, Forum, Tavolo, Formazione 9. CLAUSOLA VALUTATIVAVerifich e attuazione legge
3 PERCHE UNA LEGGE? Siamo tutti consapevoli (più o meno) che questo sistema socio-economico è insostenibile e i tempi per il cambiamento si riducono sempre di più. Abbiamo quindi bisogno di accelerare i tempi della conversione sociale, economica, politica ed ambientale. Per questo, anche alla nostra scala, una legge può essere un fattore di accelerazione del cambiamento.
4 I TRE PILASTRI DELLA LEGGE REGIONALE 1. Promuovere Comunità di economia solidale 2. Promuovere Filiere di economia solidale 3. Ruolo attivo della Pubblica amministrazione
5 COMUNITA DI ECONOMIA SOLIDALE Insieme di persone fisiche residenti in un determinato territorio che, nella rete dei reciproci legami sociali e delle attività volte a soddisfare il ben vivere dei suoi membri, persegue attivamente l attuazione dei principi della solidarietà, della reciprocità, del dono, del rispetto dell ambiente; Fattore unificante: cura del bene comune
6 FILIERE DI ECONOMIA SOLIDALE (1) sistema integrato di attività in grado di soddisfare una data categoria di bisogni e che privilegia, in via prioritaria, le risorse locali, il risparmio di materia ed energia, il rispetto dell ambiente e del paesaggio, la tutela dei diritti dei lavoratori e dei consumatori, la salute e la partecipazione attiva dei cittadini
7 FILIERE DI ECONOMIA SOLIDALE (2) Le filiere dell economia solidale, in quanto finalizzate a soddisfare i bisogni essenziali di una comunità secondo una logica sistemica, vanno distinte dai settori merceologici dell economia di mercato e sono prioritariamente le seguenti: a) filiera dell alimentazione; b) filiera dell abitare; c) filiera del vestire; d) filiera dei servizi di comunità.
8 FILIERE DI ECONOMIA SOLIDALE (3) Concorrono alla costituzione delle filiere: a) le pratiche di autoproduzione e consumo; b) le pratiche di produzione e scambio di vicinato, basati sui principi del volontariato, della solidarietà, del dono e senza l intermediazione del denaro o di altre forme di contabilizzazione del valore dei beni e servizi offerti o scambiati; c) le attività di produzione, trasformazione, vendita e consumo di beni e servizi, dove tutti i soggetti della filiera si accordano tra di loro attraverso specifici patti.
9 IL PATTO DI FILIERA si intende l accordo teso a realizzare l integrazione fra tutte le fasi di produzione, trasformazione e consumo di beni e servizi che compongono ogni singola filiera o segmenti di essa, utilizzando al massimo grado consentito le risorse materiali e umane locali; il patto di filiera può anche comprendere beni e servizi funzionali alla sua realizzazione, come ad esempio l energia, la ricerca, le attività di promozione, le attività di manutenzione, i servizi finanziari e assicurativi
10 RUOLO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (tramite il Tavolo regionale di concertazione) Il Tavolo regionale è lo strumento deputato a formulare pareri e proposte alla Giunta regionale relativi a interventi di sostegno dell economia solidale e, in particolare per: a) attivare percorsi condivisi per la promozione dei programmi, delle azioni e delle misure di sostegno per lo sviluppo dell economia solidale previsti dalla presente legge; b) promuovere lo sviluppo delle filiere e dei relativi patti di filiera anche attraverso provvedimenti di semplificazione amministrativa; c) verificare che le modalità gestionali assicurino il rispetto e l implementazione, lungo tutte le filiere produttive, dei principi e delle modalità organizzative dell economia solidale.
11 IL MONDO ECOSOL SOGGETTI PROMOTORI Teorie critiche Buone pratiche di altra economia (produttori e consumatori critici) Movimenti sociali (difesa dei beni comuni, dell ambiente, ecc.) Mondo del volontariato Punti di debolezza: Autoreferenzialità, settorialità, immaginario, frammentazione teorie e pratiche, rapporto fra democrazia rappresentativa e dem. partecipativa/deliberativa, mancanza di istituzioni di sostegno, fragilità economica, ecc.
12 Alto Isontino filiera del pane e della farina Inizia nel 2015 con un percorso attivato dal basso. Ruolo importante del forum dei beni comuni e del mulino Firma di un patto tra produttori e consumatori con impegni reciproci Adesione di più di 200 cittadini e di una ventina di esercizi commerciali Attivazione di un percorso di garanzia partecipata attraverso la formazione dei cittadini. Biologico non certificato Territorio non circoscritto territorialmente ma aperto nella parte più orientale della regione
13 Pane e farina di Muzzana inizio nel 2015 con un processo che prende avvio dalla gestione di un uso civico (90 ha) coordinato dalla amministrazione comunale in primis Conversione dei terreni a biologico certificato Attivazione di una filiera della farina e del pane coinvolgendo una cooperativa sociale. Attività di molitura e di gestione della filiera. Vendita a negozi, GAS, panifici e ristoranti, tutti della zona.
14 Pane e farina del Friuli di Mezzo Prende avvio nel 2012 da un processo di gestione di terreni di proprietà collettiva della frazione di San Marco (comune di Mereto di Tomba) con la scrittura delle regole pane e farina di San Marco Allargamento ad altri agricoltori attraverso un percorso di partecipazione coordinato dai comuni (incontri e formazione) Patto sottoscritto tra i sindaci di 4 comuni limitrofi per una politica agricola in comune Attivazione della filiera del pane attraverso la conversione di terreni a biologico (certificato e non) Alla filiera partecipano produttori trasformatori e panificatori
15 Consorzio delle valli e delle Dolomiti Friulane Progetto multifiliere Il Consorzio agro-silvo-pastorale nasce nel 2017 dalla volontà di riorganizzare le risorse produttive del territorio in una visione multi-fattoriale capace di creare nuovo valore economico e sociale. Ciò attraverso la costruzione di cooperazioni e sistemi a rete, nei quali siano inclusi non solo i produttori ma anche gli stessi residenti mettendo in gioco capacità, risorse e conoscenze personali. Ad oggi le aziende che hanno costituito il Consorzio sono 21 e sono 10 i comuni coinvolti. Il Consorzio collabora inoltre con l Ambito Distrettuale e il Distretto Sanitario per realizzare progetti di inclusione socio-lavorativa, nonché ad azioni di supporto ritenute utili allo sviluppo di un nuovo welfare di comunità in area montana.
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