la gelosia dipende dall attaccamento, l avarizia dipende dalla gelosia, la difesa dipende dall avarizia e a causa della difesa hanno origine vari
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- Gilda Valsecchi
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1 Mahānidāna Sutta Il discorso sulla Grande Causalità, Dīgha Nikāya 15 Così ho udito. In quella occasione l Onorato nel mondo si trovava tra i Kuru, in quella città dei Kuru chiamata Kammāsadhamma. Allora il Venerabile Ānanda raggiunse l Onorato nel mondo, gli rese omaggio e si sedette al suo fianco. Dopo essersi seduto disse all Onorato nel mondo: È meraviglioso e stupefacente, Venerabile, come questa origine dipendente sia così profonda ed appaia così profonda, eppure a me sembra così chiara. Non dire così, Ānanda! Non dire così, Ānanda! Ānanda, questa origine dipendente è profonda e appare profonda. Ānanda, questa generazione è come una matassa aggrovigliata, come un rotolo di filo ingarbugliato, come un cespuglio di rovi e bambù, poiché non comprende e non penetra questo Dhamma e non riesce a superare il samsāra con la sua miseria, le sue destinazioni sfortunate ed i suoi regni inferiori. Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per la vecchiaia e la morte?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione ci sono la vecchiaia e la morte?" si dovrebbe rispondere: "Con la nascita come condizione ci sono la vecchiaia e la morte". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per la nascita?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è la nascita?" si dovrebbe rispondere: "Con il divenire 1 come condizione c è la nascita". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per il divenire?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è il divenire?" si dovrebbe rispondere: "Con l attaccamento come condizione c è il divenire". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per l attaccamento?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è l attaccamento?" si dovrebbe rispondere: "Con il desiderio come condizione c è l attaccamento". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per il desiderio?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è il desiderio?" si dovrebbe rispondere: "Con la sensazione 2 come condizione c è il desiderio". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per la sensazione?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è la sensazione?" si dovrebbe rispondere: "Con il contatto 3 come condizione c è la sensazione". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per il contatto?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è il contatto?" si dovrebbe rispondere: "Con il nome-e-forma come condizione c è il contatto". 1 divenire (bhava in pāli): anche esistenza ma non nel senso di una categoria ontologica universale condivisa da tutte le cose. È il processo attraverso il quale la mente crea il senso psicologico di un luogo per sé stessa, nel divenire all interno di questo intervallo di vita, che è lo stesso processo che stabilisce un luogo per sé stesso in un altro mondo dopo la morte (Thanissaro). È in relazione con l oggetto dell attaccamento, è un essere sempre condizionato. 2 Sensazione (vedanā in Pāli): può essere piacevole, spiacevole o neutra. È la prima porta dell esperienza. 3 Phassa: consiste nella cooperazione tra un oggetto, un organo di senso e la coscienza ad esso associata, l insieme dei tre è chiamato contatto perciò s intende una mera funzione non un qualcosa di separato dai tre. 1
2 Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per il nome-e-forma?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è il nome-e-forma?" si dovrebbe rispondere: "Con la coscienza come condizione c è il nome-e-forma". Ānanda, se qualcuno dovesse chiedere: "C è una condizione specifica per la coscienza?" si dovrebbe dire: "Si, c è". Se qualcuno chiedesse: "A causa di quale condizione c è la coscienza?" si dovrebbe rispondere: "Con il nome-e-forma come condizione c è la coscienza". Così, Ānanda, con il nome-e-forma come condizione c è la coscienza, con la coscienza come condizione c è il nome-e-forma, con il nome-e-forma come condizione c è il contatto, con il contatto come condizione c è la sensazione, con la sensazione come condizione c è il desiderio, con il desiderio come condizione c è l attaccamento, con l attaccamento come condizione c è il divenire, con il divenire come condizione c è la nascita, con la nascita come condizione ci sono la vecchiaia e la morte, la tristezza, il lamento, il dolore, l afflizione e la disperazione. Questa è l origine di questa intera massa di sofferenza. Vecchiaia e morte. È stato detto: "Con la nascita come condizione ci sono la vecchiaia e la morte". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente nessuna nascita di ogni tipo in ogni dove cioè dei deva nella condizione di deva, degli esseri celesti nella condizione di esseri celesti, degli spiriti nella condizione degli spiriti, nei demoni nella condizione dei demoni, degli esseri umani nella condizione umana, dei quadrupedi nella condizione di quadrupedi, degli uccelli nella condizione di uccelli, dei serpenti nella condizione di serpenti o di qualunque essere nella propria condizione nella totale assenza di nascita, data la fine della nascita si potrebbero distinguere la vecchiaia e la morte? la vecchiaia e la morte cioè la nascita. Nascita. È stato detto: "Con il divenire come condizione c è la nascita". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente nessun divenire di qualunque tipo, ovunque ovvero nessun divenire nella sfera dei sensi, nella sfera della forma sottile o nella sfera immateriale 4 nella totale assenza del divenire, con la fine del divenire, si potrebbe distinguere la nascita? la nascita ovvero il divenire. 4 Queste sono le tre sfere nelle quali si trovano gli esseri descritti nella cosmologia Buddhista. Gli esseri umani appartengono alla sfera dei sensi ovvero il loro raggio d azione è circoscritto alla sfera dei sensi benché durante la meditazione sia possibile raggiungere le altre sfere. Il punto è che l origine dipendente vale in tutte le sfere dell esistenza e quindi in tutte e tre vi è sofferenza perché essendo la vita in queste sfere condizionata è impermanente. 2
3 divenire. È stato detto: "Con l attaccamento come condizione c è il divenire". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente nessun tipo di attaccamento di qualunque tipo, ovunque ovvero nessun attaccamento al piacere dei sensi, nessun attaccamento ai pregiudizi, nessun attaccamento ai precetti e ai rituali o alla dottrina di un sé 5 allora, nella completa assenza dell attaccamento, con la fine dell attaccamento, sarebbe possibile distinguere il divenire? il divenire ovvero l attaccamento. Attaccamento. È stato detto: "Con il desiderio come condizione c è l attaccamento". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente nessun tipo di desiderio di qualunque genere, ovunque ovvero nessun desiderio per le forme visibili, nessun desiderio per i suoni, nessun desiderio per gli odori, nessun desiderio per i sapori, nessun desiderio per gli oggetti tangibili o nessun desiderio per gli oggetti mentali allora, nella completa assenza di desiderio, con la fine del desiderio, sarebbe possibile distinguere l attaccamento? l attaccamento ovvero il desiderio. Desiderio. È stato detto: "Con la sensazione come condizione c è il desiderio". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente nessun tipo di sensazione di qualunque genere, ovunque ovvero nessuna sensazione nata dal contatto visivo, dal contatto uditivo, dal contatto olfattivo, dal contatto gustativo, dal contatto corporeo o dal contatto mentale allora, nella completa assenza di sensazione, con la fine della sensazione, sarebbe possibile distinguere il desiderio? il desiderio ovvero la sensazione. Dipendente dal desiderio. Così, Ānanda, il desiderio dipende dalla sensazione, la ricerca dipende dal desiderio, il guadagno dipende dalla ricerca, la decisione dipende dal guadagno, la brama e la passione dipendono dalla decisione, l attaccamento dipende dalla brama e dalla passione, 5 Con attaccamento ai pregiudizi si intendono le opinioni riguardo a sé stessi ad es.: io sono, io non sono, sarò così, ero così, ecc. e con attaccamento alla dottrina di un sé si intende l idea che esista un sé o una sostanza o un anima immortale. 3
4 la gelosia dipende dall attaccamento, l avarizia dipende dalla gelosia, la difesa dipende dall avarizia e a causa della difesa hanno origine vari fenomeni immorali e malvagi: l uso di armi e bastoni, conflitti, litigi e dispute, gli insulti, le diffamazioni e le falsità. È stato detto: "Con la difesa come condizione ci sono vari fenomeni immorali e malvagi: l uso di armi e bastoni, conflitti, litigi e dispute, gli insulti, le diffamazioni e le falsità". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessuna difesa di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza della difesa, con la fine della difesa avrebbero origine quei vari fenomeni immorali? l emergere dei vari fenomeni immorali ovvero la difesa. È stato detto: "Con l avarizia come condizione c è la difesa". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessuna avarizia di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza dell avarizia, con la fine dell avarizia avrebbe origine la difesa? l emergere della difesa ovvero l avarizia. È stato detto: "Con la gelosia come condizione c è l avarizia". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessuna gelosia di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza di gelosia, con la fine della gelosia avrebbe origine l avarizia? l emergere dell avarizia ovvero la gelosia. È stato detto: "Con l attaccamento come condizione c è la gelosia". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di attaccamento di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza di attaccamento, con la fine dell attaccamento avrebbe origine la gelosia? l emergere della gelosia ovvero l attaccamento. È stato detto: "Con il desiderio e la passione come condizioni c è l attaccamento". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di desiderio e di passione di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza di desiderio e passione, con la fine del desiderio e della passione avrebbe origine l attaccamento? l emergere dell attaccamento ovvero il desiderio e la passione. 4
5 È stato detto: "Con la decisione come condizione ci sono la brama e la passione". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di decisione di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza della decisione, con la fine della decisione avrebbero origine la brama e la passione? l emergere della brama e della passione ovvero la decisione. È stato detto: "Con il guadagno come condizione c è la decisione". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di guadagno di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza del guadagno, con la fine del guadagno avrebbe origine la decisione? l emergere della decisione ovvero il guadagno. È stato detto: "Con la ricerca come condizione c è il guadagno". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di ricerca di qualunque tipo ovunque, nella completa assenza della ricerca, con la fine della ricerca avrebbe origine il guadagno? l emergere del guadagno ovvero la ricerca. È stato detto: "Con il desiderio come condizione c è la ricerca". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse completamente e totalmente nessun tipo di desiderio di qualunque tipo ovunque cioè nessun desiderio per il piacere dei sensi, nessun desiderio per il divenire, nessuna avversione - nella completa assenza di desiderio, con la fine del desiderio avrebbe origine la ricerca? l emergere della ricerca ovvero il desiderio. Cosi, Ānanda, questi due fenomeni 6, essendo una dualità, convergono in un unità nella sensazione. Sensazione. È stato detto: "Con il contatto come condizione c è la sensazione". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se non ci fosse assolutamente e totalmente alcun tipo di contatto ovunque ovvero nessun contatto con l occhio, nessun contatto con l orecchio, nessun contatto con il naso, nessun contatto con la lingua, nessun contatto con il corpo o nessun contatto con la mente allora nella completa assenza di contatto, si potrebbe distinguere una sensazione? 6 Questi due fenomeni: i due aspetti del desiderio, il primo come radice della ruota ed il secondo come l ossessione. 5
6 Perciò Ānanda, questa è la causa, la ragione, questa è l origine, questa è la condizione necessaria per la sensazione ovvero il contatto. Contatto. È stato detto: "Con il Nome-e-Forma come condizione c è il contatto". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se quelle caratteristiche, quei tratti, quei segni e quelle qualità attraverso le quali è descritto il gruppo del Nome fossero assenti, sarebbe possibile distinguere questo contatto, questa impressione verbale riguardo al gruppo della Forma? Se quelle caratteristiche, quei tratti, quei segni e quelle qualità attraverso le quali è descritto il gruppo della Forma fossero assenti, sarebbe possibile distinguere questo contatto, questa impressione sensoriale lasciata sul gruppo del Nome? Se quelle caratteristiche, quei tratti, quei segni e quelle qualità che descrivono il gruppo del Nome e della Forma fossero completamente assenti sarebbe possibile distinguere questo contatto verbale o sensoriale? Perciò Ānanda, questa è la causa, la ragione, questa è l origine, questa è la condizione necessaria per il contatto ovvero il Nome-e-Forma. Nome-e-Forma. È stato detto: "Con la coscienza come condizione c è il Nome-e-Forma". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se la coscienza non scendesse nel ventre della madre, potrebbe il Nome-e-Forma prendere forma nel ventre? Se, dopo essere discesa nel ventre, la coscienza dovesse andarsene, potrebbe svilupparsi il Nomee-Forma in questa esistenza? Se la coscienza di un giovane ragazzo o di una giovane ragazza dovesse essere recisa in qualche modo, potrebbe il Nome-e-Forma crescere, evolvere e raggiungere la maturità? Perciò Ānanda, questa è la causa, la ragione, questa è l origine, questa è la condizione necessaria per il Nome-e-Forma ovvero la coscienza. Coscienza. È stato detto: "Con il Nome-e-Forma come condizione c è la coscienza". Ānanda, come questo avviene si dovrebbe comprendere in questo modo: se la coscienza non si appoggiasse al Nome-e- Forma si potrebbe distinguere l origine della massa di sofferenza, della nascita futura, della vecchiaia e della morte? Perciò Ānanda, questa è la causa, la ragione, questa è l origine, questa è la condizione necessaria per la coscienza ovvero il Nome-e-Forma. 6
7 Ānanda, è solo in questo ambito che si può nascere o invecchiare o morire o scomparire o riapparire, è solo in questo ambito che c è un qualsiasi modo per l espressione verbale, è solo in questo ambito che c è un qualsiasi modo per il linguaggio, è solo in questo ambito che c è un qualsiasi modo per la descrizione, è solo in questo ambito che c è una qualsiasi sfera della saggezza, è solo in questo ambito che c è un vortice che provoca questo stato dell esserci, vale a dire l ambito del Nome-e-Forma assieme alla coscienza. Descrivere un Sé. Ānanda, in che modo chi descrive un sé lo descrive? Descrivendo un sé come se avesse una forma materiale e fosse limitato lo descrive così: "il mio sé ha una forma materiale ed è limitato". O descrivendo un sé come se avesse una forma materiale e fosse infinito, lo descrive in questo modo: "il mio sé ha una forma materiale ed è infinito". O descrivendo il sé come immateriale e limitato lo descrive così: "il mio sé è immateriale e limitato". O descrivendo un sé come immateriale ed infinito lo descrive così: "il mio sé è immateriale e infinito". Quindi Ānanda, chi descrive il sé come se avesse una forma materiale e fosse limitato lo descrive o come se questo sé fosse così nel presente o come se questo sé sarà così nel futuro o pensa: "anche se al momento non è così farò in modo che diventi così". In questo caso si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma materiale e sia limitato si implicita in questa presunzione. Chi descrive il sé come se avesse una forma materiale e fosse infinito lo descrive o come se questo sé fosse così nel presente o come se questo sé sarà così nel futuro o pensa: "anche se al momento non è così farò in modo che diventi così". In questo caso, si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma materiale e sia infinito si implicita in questa presunzione. Chi descrive il sé come se fosse immateriale e limitato lo descrive o come se questo sé fosse così nel presente o come se questo sé sarà così nel futuro o pensa: "anche se al momento non è così farò in modo che diventi così". In questo caso si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma immateriale e sia limitato si implicita in questa presunzione. Chi descrive il sé come se fosse immateriale e infinito lo descrive o come se questo sé fosse così nel presente o come se questo sé sarà così nel futuro o pensa: "anche se al momento non è così farò in modo che diventi così". In questo caso si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma immateriale e sia infinito si implicita in questa presunzione. Ānanda, questi sono i modi in cui chi descrive un sé lo descrive. Non descrivere un sé. Ānanda, in che modo chi non descrive un sé non lo descrive? Non descrivendo un sé come se avesse una forma materiale e fosse limitato non lo descrive così: "il mio sé ha una forma materiale ed è limitato". Non descrivendo un sé come se avesse una forma materiale e fosse infinito, non lo descrive in questo modo: "il mio sé ha una forma materiale ed è infinito". Non descrivendo il sé come immateriale e limitato non lo descrive così: "il mio sé è immateriale e limitato". Non descrivendo un sé come immateriale ed infinito non lo descrive così: "il mio sé è immateriale e infinito". Quindi Ānanda, chi non descrive il sé come se avesse una forma materiale e fosse limitato non lo descrive come se questo sé fosse così nel presente né come se questo sé sarà così nel futuro, non 7
8 pensa: "anche se al momento non è così farò in modo che diventi così". In questo caso si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma materiale e sia limitato non è implicita in questa presunzione. Quindi Ānanda, chi non descrive il sé come se avesse una forma materiale e fosse infinito non lo descrive... Quindi Ānanda, chi non descrive il sé come se avesse una forma immateriale e fosse limitato non lo descrive... Quindi Ānanda, chi non descrive il sé come se avesse una forma immateriale e fosse infinito non lo descrive In questo caso si può senz altro dire che l opinione che il sé abbia una forma immateriale e sia infinito non è implicita in questa presunzione. Considerazioni sul Sé. Ānanda, in che modo chi considera il sé lo considera? Chi considera il sé considera anche la sensazione come il sé dicendo: "la sensazione è il mio sé". O considera: "la sensazione non è il mio sé, il mio sé non fa esperienza della sensazione". O considera: "la sensazione non è il mio sé ma il mio sé fa esperienza della sensazione. Il mio sé prova una sensazione perché il mio sé è affetto dalla sensazione". Quindi, Ānanda, a chi dice: "la sensazione è il mio sé" bisognerebbe chiedere: "Amico, ci sono questi tre tipi di sensazione: piacevole, dolorosa e né piacevole né dolorosa. Quale di queste tre sensazioni pensi che sia il sé?" Ānanda, quando si prova una sensazione piacevole non si prova nello stesso momento una sensazione dolorosa o una sensazione né piacevole né dolorosa, quando si prova una sensazione piacevole si prova solo una sensazione piacevole. Quando si prova una sensazione dolorosa non si prova nello stesso momento una sensazione piacevole o una sensazione né piacevole né dolorosa, quando si prova una sensazione dolorosa si prova solo una sensazione dolorosa. Quando si prova una sensazione né piacevole né dolorosa non si prova nello stesso momento una sensazione piacevole o una sensazione dolorosa, quando si prova una sensazione né piacevole né dolorosa si prova solo una sensazione né piacevole né dolorosa. Ānanda, la sensazione piacevole è impermanente, è condizionata, dipende, è soggetta alla distruzione, decade, sfuma e finisce. La sensazione dolorosa è impermanente, è condizionata, dipende, è soggetta alla distruzione, decade, sfuma e finisce. La sensazione né piacevole né dolorosa è impermanente, è condizionata, dipende, è soggetta alla distruzione, decade, sfuma e finisce. Se provando una sensazione piacevole si pensa: "questo è il mio sé", allora con la fine di quella sensazione piacevole si pensa: "il mio sé è scomparso". Se provando una sensazione dolorosa si pensa: "questo è il mio sé", allora con la fine di quella sensazione dolorosa si pensa: "il mio sé è scomparso". Se provando una sensazione né piacevole né dolorosa si pensa: "questo è il mio sé", allora con la fine di quella sensazione né piacevole né dolorosa si pensa: "il mio sé è scomparso". Perciò chi dice: "la sensazione è il mio sé" considera come sé qualcosa che, anche qui in questo momento, è impermanente, è un insieme di piacere e dolore ed è soggetto ad emergere e decadere. Quindi Ānanda, per questa ragione non è accettabile dire: "la sensazione è il mio sé". 8
9 Ānanda, a chi dice: "la sensazione non è il mio sé, il mio sé non fa esperienza della sensazione" bisognerebbe chiedere: "Amico, dove non c è nulla che si possa provare potrebbe esserci il pensiero Io sono?" Quindi Ānanda, per questa ragione non è accettabile dire: "la sensazione non è il mio sé, il mio sé non fa esperienza della sensazione". Ānanda, a chi dice: "la sensazione non è il mio sé ma il mio sé fa esperienza della sensazione. Il mio sé prova una sensazione perché il mio sé è affetto dalla sensazione" bisognerebbe chiedere: "Amico, se la sensazione finisse completamente senza ritornare, allora, nella completa assenza della sensazione, con la fine della sensazione, potrebbe esserci il pensiero Io sono questo?" Quindi Ānanda, per questa ragione non è accettabile dire: "la sensazione non è il mio sé ma il mio sé fa esperienza della sensazione. Il mio sé prova una sensazione perché il mio sé è affetto dalla sensazione". Ānanda, quando un bhikkhu non considera la sensazione come il sé, non considera il sé come se non provasse una sensazione e non pensa: "il mio sé prova una sensazione perché il mio sé è affetto alla sensazione", allora non facendo queste considerazioni non si aggrappa a nulla nel mondo. Non aggrappandosi non si agita. Non essendo agitato ottiene personalmente il Nibbāna. Egli comprende: "la nascita è distrutta, la vita santa è stata vissuta, quello che doveva essere fatto è stato fatto, non c è più ritorno a questa condizione dell essere". Ānanda, se qualcuno dovesse dire di un bhikkhu la cui mente è stata liberata in questo modo che è dell opinione che "un Tathāgata esiste dopo la morte" questo non sarebbe appropriato. O che è dell opinione che "un Tathāgata non esiste dopo la morte" questo non sarebbe appropriato. O che è dell opinione che "un Tathāgata esiste e non esiste dopo la morte" questo non sarebbe appropriato. O che è dell opinione che "un Tathāgata né esiste né non esiste dopo la morte" questo non sarebbe appropriato. Per quale ragione? Perché quel bhikkhu è libero grazie a questa conoscenza diretta: dell'ambito di un qualsiasi modo per l espressione verbale, dell'ambito di un qualsiasi modo per il linguaggio, dell'ambito che di un qualsiasi modo per la descrizione, dell'ambito di una qualsiasi sfera della saggezza, dell'ambito del vortice che provoca questo stato dell esserci. Dire che: "un bhikkhu la cui mente è stata liberata in questo modo non vede e non conosce" non sarebbe appropriato. Le sette stazioni della coscienza. Ānanda, ci sono queste sette stazioni della coscienza e due basi. Quali sono le sette stazioni? Ci sono esseri che hanno corpi diversi e percezioni diverse, come gli esseri umani, alcuni dei ed alcuni esseri dei regni inferiori. Questa è la prima stazione della coscienza. Ci sono esseri che hanno corpi diversi ma percezioni identiche, come gli dei dell ordine di Brahma che sono generati attraverso il primo jhāna. Questa è la seconda stazione della coscienza. Ci sono esseri che hanno corpi identici ma percezioni diverse, come gli dei della luce radiosa. Questa è la terza stazione della coscienza. 9
10 Ci sono esseri che hanno corpi e percezioni identiche, come gli dei della bellezza gloriosa. Questa è la quarta stazione della coscienza. Ci sono esseri che, avendo trasceso completamente le percezioni della forma materiale, attraverso la fine delle impressioni sensoriali e la non-attenzione verso la percezione delle diversità, contemplando "lo Spazio è Infinito" arrivano alla base dell infinità dello spazio. Questa è la quinta stazione della coscienza. Ci sono esseri che, avendo trasceso completamente la base dell infinità dello spazio, contemplando "la coscienza è infinita" arrivano alla base dell infinità della coscienza. Questa è la sesta stazione della coscienza. Ci sono esseri che, avendo trasceso completamente trasceso la base dell infinità della coscienza, contemplando "non c è nulla" arrivano alla base del nulla. Questa è la settima stazione della coscienza. La base degli esseri che non percepiscono e la base detta né percezione né non percezione. Queste sono le due basi. Quindi Ānanda, se si comprende la prima stazione della coscienza, quella degli esseri che hanno corpi diversi e percezioni diverse, e si comprende la sua origine, la sua fine, la sua soddisfazione, la sua insoddisfazione e la fuga da essa, è appropriato cercare il piacere in essa? Se si comprendono le altre stazioni della coscienza le basi e si comprende la loro origine, la loro fine, la loro soddisfazione, la loro insoddisfazione e la fuga da esse, è appropriato cercare il piacere in esse? Ānanda, quando un bhikkhu, avendo compreso come è veramente l origine, la fine, la soddisfazione, l insoddisfazione e la fuga da queste sette stazioni della coscienza e da queste basi, è libero grazie al distacco allora è chiamato "bhikkhu liberato attraverso la saggezza". Otto emancipazioni. Ānanda, ci sono queste otto emancipazioni. Quali sono? Chi possiede la forma materiale vede le forme materiali. Questa è la prima emancipazione. Chi non percepisce le forme materiali internamente vede le forme materiali esternamente. Questa è la seconda emancipazione. C è chi è libero dopo aver contemplato la bellezza. Questa è la terza emancipazione. Avendo trasceso completamente le percezioni della forma materiale, attraverso la fine delle impressioni sensoriali e la non-attenzione verso la percezione delle diversità, contemplando "lo Spazio è Infinito" egli dimora nella base dell infinità dello spazio. Questa è la quarta emancipazione. Avendo trasceso completamente la base dell infinità dello spazio, contemplando "la coscienza è infinita" egli dimora nella base dell infinità della coscienza. Questa è la quinta emancipazione. Avendo trasceso completamente trasceso la base dell infinità della coscienza, contemplando "non c è nulla" egli dimora nella base del nulla. Questa è la sesta emancipazione. Avendo trasceso completamente trasceso la base del nulla, entra e dimora nella base detta né percezione né non percezione. Questa è la settima emancipazione. 10
11 Avendo trasceso completamente trasceso la base detta né percezione né non percezione, entra e dimora nella fine della percezione e della sensazione. Questa è l ottava emancipazione. Ānanda, quando un bhikkhu ottiene queste otto emancipazioni in quest ordine diretto e nell ordine inverso ed in entrambi gli ordini; quando gli ottiene ed emerge da essi quando vuole, in qualunque modo voglia e per tutto il tempo che vuole e quando, attraverso la distruzione delle afflizioni, qui ed ora entra e dimora nella liberazione della mente dalle afflizioni, libera grazie alla saggezza, avendola realizzata da se stesso con la diretta conoscenza, allora è chiamato "bhikkhu liberato in entrambi i modi". Ānanda non c è nessun altra liberazione in entrambi i modi più alta e sublime di questa. Così parlò l Onorato nel mondo. Il Venerabile Ānanda, essendone compiaciuto, gioì delle parole dell Onorato nel mondo. 11
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