CORSO DI MACROECONOMIA
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1 CORSO DI MACROECONOMIA Prof. Giuseppe Travaglini Dott.ssa Elisa Lenti Anno accademico
2 TEMI DI RIFLESSIONE MACROECONOMICA L Offerta: Il Pil, la Spesa Aggregata, la struttura produttiva delle imprese La Domanda: i consumi, gli investimenti, la bilancia dei pagamenti, Il Mercato del lavoro, la disoccupazione La dinamica salariale e la distribuzione Il Settore Pubblico: la tassazione, la spesa pubblica Il Sistema Finanziario: banche, intermediari, i mercati finanziari, la moneta, i titoli azionari e obbligazionari, il tasso di cambio Il futuro dell economia italiana: Produttività, Crescita, l accumulazione La Crisi Finanziaria-Reale attuale
3 CAMBIAMENTI ISTITUZIONALI E CAMBIAMENTI ECONOMICI. Cambiamenti mercato del lavoro (offerta e domanda, contrattazione e relazioni industriali) Flessibilità (esterna e interna) Nuova competizione internazionale (Globalizzazione) Unione Monetaria Europea (Euro, tassi di cambio fisso) Finanziarizzazione dell economia, liberalizzazione movimenti di capitale Vincoli di finanza pubblica (Welfare) Da Bretton Woods a Washington Consensus
4 QUADRO MACROECONOMICO ATTUALE 3 Crisi Mondiale (finanziaria) Europea (Euro) Italiana (crescita, produttività, politica) Dinamica occupazione, Pil, Salari
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7 TASSO DI DISOCCUPAZIONE IN EU4 E USA
8 REDDITO PRO CAPITE (=REDDITO/POPOLAZIONE)
9 LE REGOLE MONDIALI: REGIMI INTERNAZIONALI DEGLI SCAMBI COMMERCIALI E DEL SISTEMA DEI PAGAMENTI INTERNAZIONALI
10 Bretton Woods ( ) Obiettivi Strumenti Autorità Piena occupazione Domanda Aggregata (politiche fiscali) Governi nazionali Equilibrio bilancia dei pagamenti Tassi di cambio fissi ma aggiustabili e controllo movimenti dei capitali finanziari FMI Promozione Commercio internazionale Abbattimento Tariffe e dazi GATT Sviluppo economico Finanziamenti a lungo termine su progetti specifici Banca Mondiale
11 Washington Consensus System (1990) Obiettivi Strumenti Autorità Stabilità prezzi Polica dei tassi di interesse Banche centrali Equilibrio bilancia dei pagamenti Tassi di cambio fluttuanti e libertà dei movimenti dei capitali finanziari Promozione Commercio internazionale Abbattimento Tariffe e dazi WTO (1995) Sil Sviluppo economico Prestiti e crediti internazionali Banca Mondiale e Banche private
12 LA DIMENSIONE DELL ECONOMIA MISURATA DAL PIL
13 DEFINIZIONE PIL Il Prodotto Interno Lordo è il valore dei beni e servizi prodotti in una economia su un arco di tempo determinato, solitamente un anno. Pil Nominale Pil reale Deflatore Pil = Pil Nominale / Pil Reale
14 IL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL) PIL = Consumi famiglie + + Consumi pubblici (pensioni, sanità, scuola, università, esercito..) + + Investimenti (privati e pubblic1) + + Esportazioni Importazioni PIL = C + G + I + Ex Imp = Dom. Aggregata C = consumi privati G = Consumi pubblici I = Investimenti Ex = esportazioni Imp = Importazioni
15 LE COMPONENTI DELLA SPESA AGGREGATA IN % DEL PIL ANNO % 50% 40% 30% 20% 10% 0%
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19 PIL NOMINALE IN PPA 2012 (DOLLARI). FONTE FMI
20 LA DINAMICA RELATIVA DEL PIL (1999=0) 25,00 20,00 Belgium 15,00 10,00 5,00 Germany Ireland Greece Spain France Italy Netherlands Austria Portugal Finland 0, ,00 500
21 Tasso di crescita del Pil reale Italia 9% 6% 3% 0% % -6%
22 IL PIL PRO CAPITE: PIL / POPOLAZIONE
23 PIL PRO CAPITE NOMINALE IN PPA (DOLLARI). FONTE FMI
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25 DISTRIBUZIONE DEL REDDITO DELLA RICCHEZZA E POVERTÀ
26 REDDITI DA LAVORO SUL PIL (TOTALE ECONOMIA) Germany Spain France Italy Greece
27 LA DINAMICA DELLA RETRIBUZIONE REALE PER OCCUPATO (INDICI) Retribuzione media per occupato comparata con i 23 paesi più industrializzati Retribuzione reale per occupato
28 DIMENSIONE FENOMENO DELLA POVERTÀ Il 24% della popolazione di UE27 è pari a circa119 milioni di individui 4 milioni in più rispetto all anno precedente Il 28.2% in Italia è pari a circa 18 milioni di individui. Nella UE27, la povertà assoluta calcolata in base al reddito disponibile equivalente delle famiglie coinvolgeva nel 2011 il 16.9 per cento delle persone (era 16.4 per cento nel 2010) Particolarmente esposte sono le famiglie monoreddito, le famiglie con malati a carico, gli anziani, i pensionati, i minorenni, i disoccupati (i cassa integrati). Fonte: dati EUROSTAT 2013
29 DIMENSIONE POVERTÀ RELATIVA E ASSOLUTA IN ITALIA (ISTAT) Famiglie: In Italia (2013) il 12.6 delle famiglie è risultata essere in condizioni di Povertà relativa stimata sui consumi (pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti) 3 milioni e 230 mila famiglie e il 7,9% lo è in termini di povertà assoluta (2 milioni i 28 mila famiglie) Fonte: dati Istat 2014 Persone: Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone) quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila). L'incidenza della povertà assoluta è aumentata, tra il 2012 e il 2013, dal 6,8% al 7,9%, coinvolgendo circa 303 mila famiglie, e 1 milione 206 mila persone in più3.
30 DISUGUAGLIANZA Indice di Gini: è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. ib i È spesso usato come indice di concentrazione per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza. Èunnumero compresotra0ed1. Valori bassi del coefficiente indicano una distribuzione abbastanza omogenea, con il valore 0 che corrisponde alla pura equidistribuzione, ad esempio la situazione in cui tutti percepiscono esattamente lo stesso reddito. Valori alti del coefficiente indicano una distribuzione più diseguale, con il valore 1 che corrisponde alla massima concentrazione, ovvero la situazione dove una persona percepisca tutto il reddito del paese mentre tutti gli altri hanno un reddito nullo.
31 DISUGUAGLIANZA NEI REDDITI 1. Indice di Gini per l Italia tra i più alti tra i paesi OCSE (17 su 30 paesi) 2. In Italia valore di 31.9 (2013) calcolato sui redditi disponibili è in crescita rispetto agli anni precedenti 3. Svezia 27, Danimarca 25, Germania 28, Francia 30, Usa 38, UK 34, Messico 46, Turchia Più simili a paesi con limitato sistema di welfare. Fonte: Elaborazioni nostre su dati EUROSTAT indagine EU-SILC 2011
32 INDICE DI GINI PER REGIONE Fonte: Elaborazioni su dati EU SILC 2012
33 Figura 3. Distribuzione della ricchezza netta in Italia ( ) Fonte: Banca d Italia, 2013
34 A ASCESA E DECLINO DEL PIL PRO CAPITE E DELLA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO P
35 TASSO DI CRESCITA CUMULATO DEL PIL
36 CONFRONTO TRA PIL PROCAPITE. DATI AMECO-EUROSTAT 2012
37 LA SCOMPOSIZIONE DEL PIL PRO CAPITE
38 LA CONTABILITÀ DELLA CRESCITA: COSA DETERMINA LA CRESCITA E LA PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
39 prodotto per occupato y y 2 A y 1 k y 0 k 0 k 1 k capitale per occupato
40 PERCHÉ LA PRODUTTIVITÀ RALLENTA? Dagli esercizi di contabilità della crescita: 1. Il contributo dell intensità di capitale alla crescita si è ridotto; 2. Molto più consistente appare il contributo del progresso tecnico
41 FORMALMENTE Y = A * F(K,L) Funzione aggregata di produzione Y= Output K = Stock di capitale L = Numero occupati A = Livello Tecnologico Y/L = F(K/L, 1) y = A * F(k) dove: k = rapporto capitale/lavoro anche detto intensità di capitale y = output per occupato ossia produttività del lavoro
42 TASSI DI CRESCITA La funzione y = A*F(k) può essere trasformata in tassi di crescita divenendo: gy = ga + *gk Ossia il tasso di variazione della produttività Gy è influenzata dal progresso tecnologico (Ga) e dalla variazione del rapporto capitale-lavoro lavoro (Gk).
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46 IL PROGRESSO TECNOLOGICO (PTF) IN ITALIA
47 RIASSUMENDO: Tasso di crescita medio annuo differenza Produttività lavoro 1,65 0,39-1,26 Capitale 2,61 1,5-1,11 intensità di capitale 2,1 0,96-1,14 progresso tecnologico 0,88 0,07-0,81
48 DUNQUE?
49 Gli effetti della maggiore flessibilità Rallentamento rapporto K/L Flessibilità lavoro e moderazione salariale Stagnazione produttività del lavoro Deterioramen to PTF
50 E GLI ALTRI PAESI? ALCUNE DINAMICHE A CONFRONTO.
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52 Fonte: Elaborazioni su dati Ameco (2013)
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