Graziano Vittone Luca Nari

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1 [Digitare il testo] 2016 Graziano Vittone Luca Nari Venerdì 11 novembre 2016 AVVISO BIO N 31 TRATTAMENTI e PRATICHE AGRONOMICHE DI FINE STAGIONE Nel presente aggiornamento si riportano i principali interventi da realizzare in autunno prima del riposo vegetativo su: 1. Drupacee 2. Pomacee 3. Actinidia

2 INTERVENTI DI FINE STAGIONE 1. POMACEE MELO Cancri rameali (Nectria galligena) Negli impianti colpiti è necessario seguire con attenzione la profilassi autunnale al fine di limitare l inoculo per la stagione successiva. La difesa contro la patologia è di tipo preventivo: 1. In presenza di branche colpite risanare la pianta cercando di eliminare, con spazzole di metallo, i cancri presenti e in seguito coprire le ferite con sali di rame liquido oppure mastici idonei. 2. Alla caduta foglie intervenire, con prodotti rameici in occasione di periodi piovosi e umidi: rame metallo alla dose di 80 g/hl (Es. 400 g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). Successivamente alla completa caduta foglie elevare la dose di rame a g/hl (Es g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). Scopazzi del melo (Apple Proliferation Phytoplasma) In questo periodo, come in quello corrispondente alla ripresa vegetativa, si rendono ben visibili i sintomi delle piante affette da questo patogeno. Poiché come è noto non esistono mezzi di cura, bensì si può ottenere un contenimento della diffusione della malattia esclusivamente attraverso l eliminazione tempestiva dei soggetti infetti, si raccomanda di effettuare attenti controlli attraverso l osservazione degli eventuali sintomi: arrossamenti fogliari, internodi ravvicinati, stipole ingrandite, clorosi, scopette, in alcuni casi ritorni a fiore tardivi. Deperimento del melo Questo fenomeno, che si osserva in modo particolare sulla piante in allevamento, è determinato da una serie di fattori quali: Terreni sciolti ricchi di scheletro Suoli poveri di nutrienti in particolare di sostanza organica Successioni melo dopo melo (reimpianti) Condizioni climatiche avverse (freddo invernale preceduto da autunno piovoso) Azioni preventive: 1. Gestione attenta ed oculata degli impianti in fase di allevamento; le giovani piante (sino ai 3 anni), come già detto, risultano le più interessate da questo fenomeno, risulta quindi doveroso focalizzare l attenzione su alcuni punti: Favorire al meglio lo sviluppo radicale delle giovani piante evitando carichi produttivi troppo elevati nei primi 2 anni Corretta gestione della potatura nelle fasi di allevamento con l eliminazione di branche troppo vigorose e mantenimento di un numero di rami adeguati alla vigoria della pianta Mantenimento di un buon livello nutrizionale ed idrico In autunno, al fine di favorire la caduta delle foglie ovvero un anticipo del riposo vegetativo, si consiglia di effettuare un ciclo di 3 trattamenti con rame metallo alle seguenti dosi: g/hl. Negli areali particolarmente freddi e in tutti quei casi in cui vi sono presenti i fattori predisponenti sopra elencati procedere in autunno con l'imbiancatura del tronco.

3 Protezione dalle lepri Negli areali in cui vi è una presenza di questo roditore si ricorda la necessità di proteggere gli impianti in allevamento dalle loro attività di erosione della corteccia. Si consiglia di adottare reti metalliche o di plastica con le quali proteggere il tronco delle piante. Lotta alle arvicole Le misure preventive elencate di seguito rappresentano gli unici accorgimenti da mettere in campo al fine di contenere la presenza delle arvicole: Mantenere in autunno il sotto filare pulito dalle infestanti Dopo la raccolta eliminare completamente le mele cascolate dal frutteto Provvedere a lavorazioni leggere dell interfila (scalzature) al fine di distruggere le gallerie e le tane presenti Durante la distribuzione di letame, habitat ottimale per le arvicole, procedere al mescolamento di questo con il terreno PERO Necrosi batterica delle gemme e dei fiori del pero Contro questa avversità si consiglia di intervenire ad inizio caduta foglie con un ciclo di 2 3 trattamenti con prodotti rameici (dose di rame metallo compresa tra g/hl). Eriofide vescicoloso Contro questo eriofide si consiglia un ciclo d interventi a base zolfo a partire da dopo la raccolta. Pertanto, si consiglia in tutti i pereti colpiti, terminato lo stacco dei frutti, di programmare la strategia d interventi da concordare con il tecnico. Colpo di fuoco batterico La profilassi autunnale contro questa patologia è importante e non deve essere trascurata. Pertanto, laddove siano riscontrati sintomi ascrivibili a questa patologia, procedere con l eliminazione del materiale infetto e nei casi più gravi, con presenza di essudato batterico sul tronco, estirpare immediatamente la pianta.

4 2. DRUPACEE PESCO Cancri rameali Negli impianti colpiti si consiglia di mantenere una copertura autunnale con rame metallo a dosaggi di 80 g/hl (Es. Poltiglia bordolese 20 % ecc: 400 g/hl, almeno 2 applicazioni nel periodo autunnale). Si ricorda che l ultimo intervento con rame metallo deve essere effettuato alla completa caduta foglie alla dose di g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese ecc: g/hl). ATTENZIONE: verificare che l etichetta dei prodotti rameici impiegati indichi espressamente come epoca d impiego autunno inverno. Bolla - Corineo del pesco La strategia di difesa contro questi patogeni verrà affrontata a completa caduta foglie programmando il necessario intervento rameico a dosaggio pieno: g/hl di p.a. (Es. Poltiglia bordolese ecc: g/hl). PESCO E SUSINO Batteriosi del pesco e susino (Xanthomonas arboricola pv. pruni) Negli impianti colpiti si consiglia di procedere con un adeguata profilassi autunnale come indicato di seguito: 1 intervento da eseguire con rame metallo a dosaggi contenuti 50 g/hl (Es g di Poltiglia Bordolese 20 % ecc). 2 intervento da eseguirsi 10 giorni dopo il primo allo stesso dosaggio 3 intervento da eseguire a caduta foglie raddoppiando il dosaggio sopra indicato. Si ricorda che essendo il rame un prodotto preventivo risulta molto importante garantire una copertura costante in base al dilavamento subito dal prodotto. In concomitanza con periodi molto piovosi è consigliabile eseguire più interventi ravvicinati a basso dosaggio garantendo alla pianta la dovuta protezione. Inoltre, va da sé che in presenza di periodi secchi, meno favorevoli al patogeno che è termofilo ma necessita di un UR elevata per insidiarsi, la difesa potrà essere meno incisiva. ATTENZIONE: verificare che l etichetta dei prodotti rameici impiegati indichi espressamente come epoca d impiego autunno inverno. SUSINO E ALBICOCCO Fitoplasmi (Susino e Albicocco) Per questa patologia non esistono interventi chimici atti a controllarne lo sviluppo, infatti, la modesta presenza dell unico vettore noto, Cacopsylla pruni, riduce la possibilità del contenimento della malattia attraverso il controllo dell insetto. L unica possibile misura è l identificazione dei soggetti colpiti con il conseguente loro immediato estirpo. A tale proposito si ricorda che l eliminazione delle piante infette è fondamentale nell impedire la diffusione della malattia in quanto la semplice capitozzatura non serve a risanare la pianta.

5 ALBICOCCO Batteriosi dell albicocco (Pseudomonas syringae pv. syringae) Anche contro questa patologia ci si affida alla prevenzione con l applicazione di prodotti rameici e l eradicazione delle piante gravemente colpite. Fattori predisponenti la malattia: Basse temperature; il batterio si comporta come patogeno solo a temperature al di sotto dei 20 C. Il freddo non solo facilita l ingresso del batterio, ma ne amplifica il danno mediante un effetto spugna nella fase di gelo e disgelo: la maggiore idratazione dei tessuti dell albero nei mesi autunno - invernali predispone ad un aumento della gravità della patologia Terreni a reazione acida: si è osservato che l impianto di questa specie in terreni con ph inferiore a predispone maggiormente la pianta al deperimento. Un adeguata somministrazione di calcio all impianto e nei primi anni di vita è comunque consigliabile A parità di apporti idrici si ha una maggiore idratazione dei tessuti in autunno - inverno nei terreni sciolti sabbiosi e ricchi di scheletro dove la malattia si insedia più facilmente Una pianta potata in inverno risulta più sensibile in quanto le ferite originate dai tagli facilitano l ingresso del batterio in attività. Pertanto si consiglia di eseguire la potatura nel tardo periodo estivo con condizioni climatiche calde e secche. Azioni preventive Provvedere alla protezione delle piante effettuando imbiancature del tronco o utilizzando protezioni che riducano gli sbalzi termici (fondamentale per impianti dal primo anno fino al quarto/quinto anno) Scelta appropriata dei portinnesti con punto d innesto il più alto possibile ( cm) Correzione attraverso calcitazioni dei terreni acidi Misure preventive Effettuare interventi rameici a partire dal periodo di pre-caduta foglie con rame metallo a dosaggi di 70 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 350 g/hl) per arrivare a 150 g/hl (rame metallo) nell ultimo trattamento. Come già detto in precedenza, in presenza di periodi secchi, poco favorevoli al patogeno, non risulta necessario intervenire. Diversamente, con piogge abbondanti e frequenti è essenziale mantenere una costante copertura con prodotti rameici. 3. ACTINIDIA Batteriosi dell actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae) Come noto il post raccolta risulta cruciale per la protezione delle ferite derivanti dalla raccolta e dalla caduta foglie. Pertanto, terminato lo stacco dei frutti è necessario un primo intervento rameico (si ricorda che la deroga dei 120 giorni per l utilizzo di alcuni formulati rameici in vegetazione è terminata il 16 settembre).

6 TABELLA DEGLI INTERVENTI PREVENTIVI PERIODO DI APPLICAZIONE DOPO LA RACCOLTA PRODOTTO Prodotti rameici vari (Attenzione alla registrazione!) DOSE g/hl RAME METALLO 100 g/hl META CADUTA FOGLIE Prodotti rameici vari g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: g/hl) COMPLETA CADUTA FOGLIE Solfato o Ossido di Rame 1 (In quanto più persistenti) 200 g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: 1000 g/hl) 1 leggere attentamente l etichetta allo scopo di accertare il campo applicativo del formulato (Actinidia, Batteriosi) Moria dell actinidia Quest anno, numerose sono state le segnalazioni di casi di moria del kiwi nel nostro areale di produzione. Dopo la raccolta è importante, in particolare nelle situazioni più a rischio, provvedere ad effettuare quelle operazioni volte a migliorare le condizioni agronomiche del terreno e precisamente: 1. Impianti colpiti Innanzitutto valutare con attenzione la gravità della situazione. In presenza di numerose piante colpite con evidente compromissione dell attività radicale purtroppo non è più possibile intervenire. L attenzione va quindi focalizzata sugli actinidieti che manifestano al momento solo alcune piante in genere localizzate in zone più vulnerabili e soggette a ristagni. In tali situazioni è fondamentale intervenire tempestivamente in questo modo: Dopo la raccolta: Lavorazioni superficiali del terreno in condizioni di tempera; Apporti di sostanza organica; Semina di sovesci con grande biodiversità; Potature equilibrate rapportate al reale potenziale produttivo; Primavera/estate Dotazione di sistemi di monitoraggio del suolo (Tensiometri) per apportare le corrette quantità di acqua; DA EVITARE: effettuare importanti o peggio totali sostituzioni delle piante morte con altre senza effettuare preventivamente le operazioni di risanamento del terreno di seguito riportate. 2. Nuovi impianti Realizzazioni di apposite baulature: questa tecnica dispone una parte del profilo del terreno a condizioni ottimali per le radici e facilita lo sgrondo delle acque. Da tenere in considerazione che la baulatura porta in superficie i sali e quindi bisogna irrigare di più per dilavarli; Apporti di sostanza organica (compost) possibilmente arricchiti con microrganismi rizosferici opportunamente selezionati; Dotazione di sistemi di monitoraggio del suolo (Tensiometri) per apportare le corrette quantità di acqua.

7 Protezione delle giovani piante dalle gelate Nel periodo precedente l arrivo delle prime gelate autunnali è bene proteggere le piante di actinidia in fase di allevamento (fino almeno al 3-4 anno) onde evitare danni derivanti da gelate precoci quando l attività linfatica delle piante non risulta ancora del tutto cessata. Dalle esperienze passate, si è visto che non vanno trascurate anche quelle con qualche anno in più, 5 6 anno. La sensibilità al freddo dipende dalla dimensione del tronco e dallo spessore della corteccia, ma soprattutto dal periodo in cui esso si verifica e dello stato vegetativo della pianta; infatti non costituiscono un grosso pericolo i rigori invernali a pianta ferma se non superano i -13, -14 C, ma piuttosto le gelate autunnali, anche di pochi gradi sotto lo zero, con flusso di linfa ancora attivo e così pure le gelate di fine inverno, specie se precedute da un inverno relativamente mite. Per questo motivo si raccomanda di provvedere alla copertura del tronco delle giovani piante utilizzando i vari materiali a disposizione, per un'altezza dalla base non inferiore ai cm. Dai risultati ottenuti dalla sperimentazione è stato dimostrato come paglia e polistirene (Polistirolo - EPS) siano i materiali più performanti. Altri materiali testati, dalla semplice carta dei sacchi a quelli utilizzati come isolanti in termoidraulica forniscono una protezione blanda, sufficiente solo nei casi di modesti abbassamenti termici; inoltre, con alcuni materiali, come la juta, si può favorire l insediamento di patogeni agenti di marciumi. ATTENZIONE: in questo periodo si raccomanda di evitare la distribuzione anticipata di letame tantomeno localizzandolo al piede della pianta: ciò provocherebbe un ritardo nelle messa a riposo della pianta, rendendola più sensibile ai primi freddi.

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