La liquidazione dell attivo e le azioni di ripristino del patrimonio
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1 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO INTRODUZIONE AL FALLIMENTO La liquidazione dell attivo e le azioni di ripristino del patrimonio Roberta Zorloni 17 marzo 2014 Auditorium San Fedele
2 S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO Normativa: Capo IV - Della custodia e dell amministrazione delle attività fallimentari (artt. dal 84 al 90) Capo VI - Dell esercizio provvisorio e della liquidazione dell attivo (artt. Dal 104 al 109) Capo III, Sezione III Degli effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai creditori (artt. Dal 64 al 70)
3 Inventario dei beni del fallito Il curatore appena nominato deve: - Individuare i beni - Fare sopralluogo - Redigere il verbale di inventario - Trascrivere sentenza nei pubblici registri - Nominare eventuale perito - Apprendere cassa, c/c attivi, crediti. 3
4 Il Programma di liquidazione Entro 60 gg dalla redazione dell inventario l art. 104-ter prescrive la predisposizione del programma di liquidazione a cura del curatore da sottoporre, qualora costituito, all approvazione del comitato dei creditori. Il programma di liquidazione deve prevedere le modalità e i termini per la realizzazione dell attivo: è il documento di pianificazione della procedura. 4
5 Programma di liquidazione Deve specificare: a)l'opportunità di disporre l'esercizio provvisorio dell'impresa, o di singoli rami di azienda, ai sensi dell'articolo 104, ovvero l'opportunità di autorizzare l'affitto dell'azienda, o di rami, a terzi ai sensi dell'articolo 104 bis; b)la sussistenza di proposte di concordato ed il loro contenuto; 5
6 Programma di liquidazione c)le azioni risarcitorie, recuperatorie o revocatorie da esercitare ed il loro possibile esito; d)le possibilità di cessione unitaria dell'azienda, di singoli rami, di beni o di rapporti giuridici individuabili in blocco; e)le condizioni della vendita dei singoli cespiti. 6
7 Azioni recuperatorie o revocatorie - Premessa Uno dei tratti distintivi della procedura fallimentare è la cosiddetta par condicio creditorum, ovvero il principio in base al quale tutti i creditori dell imprenditore fallito al momento della dichiarazione di fallimento sono soggetti alle medesime condizioni se desiderano vedere soddisfatte le proprie pretese creditorie. Corollario di questo principio è che, nel caso in cui il debitore insolvente o terzi abbiano posto in essere, prima del fallimento, atti di disposizione che hanno inciso sul patrimonio, depauperandolo, 7
8 tali atti possono essere colpiti e privati di effetto, attraverso l azione revocatoria fallimentare. L'azione revocatoria è dunque lo strumento posto a vantaggio del curatore fallimentare allo scopo di ricostituire il patrimonio del fallito destinato alla soddisfazione dei suoi creditori, facendovi rientrare quanto ne era uscito nel periodo antecedente al fallimento in violazione del principio della par condicio creditorum. 8
9 Azioni recuperatorie o revocatorie Gli atti del fallito suscettibili di essere revocati possono distinguersi: 1) atti a titolo gratuito se compiuti nel biennio 2) atti anomali o anormali, in quanto non riconducibili alla fisiologica attività d impresa e senz altro causa di un pregiudizio al patrimonio del fallito, e quindi dei suoi creditori. Affinché l azione revocatoria avente a oggetto tale categoria di atti possa essere efficacemente attuata, necessitano due presupposti: 9
10 Art comma - l atto impugnato deve essere stato posto in essere nell anno anteriore alla data della sentenza di fallimento (il cosiddetto periodo sospetto ); - il terzo beneficiario dell atto soggetto a revocatoria non deve essere riuscito a provare che ignorava lo stato di insolvenza dell imprenditore fallito. La conoscenza dello stato di insolvenza è presunta dalla legge, cosicché spetta al terzo fornire la difficile prova che al momento in cui ha stipulato l atto pregiudizievole con l imprenditore poi fallito non era a conoscenza dello stato di insolvenza di quest ultimo. 10
11 Art comma 3)I pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, gli atti a titolo oneroso e quelli costitutivi di un diritto di prelazione per debiti, anche di terzi contestualmente creati, se compiuti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento. La revocabilità di questa categoria di atti di per sé leciti è sottoposta a requisiti più rigorosi: spetta infatti al curatore fallimentare dimostrare che il terzo beneficiario conosceva lo stato di insolvenza dell imprenditore poi fallito, quindi in queste ipotesi si presume la buona fede del terzo. 11
12 Art comma Altri atti suscettibili di essere revocati sono: 1) pegni, anticresi e ipoteche volontarie costituiti nell anno anteriore alla dichiarazione di fallimento per debiti preesistenti non scaduti; 2) pegni, anticresi e ipoteche giudiziali o volontarie costituiti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento per debiti scaduti. Anche qui la conoscenza dello stato di insolvenza è presunta dalla legge, spetta al terzo la prova che non era a conoscenza. 12
13 Esenzioni alla revocatoria (art comma) Sono esenti all azione revocatoria per previsione normativa: - I pagamenti di beni e servizi effettuati nell esercizio dell impresa nei termini d uso; - Le rimesse effettuate su c/c bancario, purchè non abbiano ridotto considerevolmente l esposizione; - Le vendite o preliminari trascritti per l acquisto dell abitazione principale o della sede principale dell attività d impresa; - Le prestazioni di lavoro dipendente e di collaborazione; - Pagamenti in funzione dell accesso ad altre procedure. 13
14 Azioni risarcitorie 1) Azioni di responsabilità contro gli amministratori, gli organi di controllo, i direttori generali e i liquidatori; 2) Azione di responsabilità contro i soci della società a responsabilità limitata, nei casi previsti dall art. 2476, comma settimo, codice civile. L azione è esercitata dal curatore previa autorizzazione del giudice delegato e sentito il parere del comitato dei creditori. 14
15 Atti che possono originare azioni di responsabilità Atti di distrazione Atti di occultamento o dissipazione Atti di Mala gestio Proseguimento dell attività nonostante la perdita del capitale sociale 15
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