04/05/2009 DEFINIZIONE DIFFUSIONE E TRATTAMENTO. Corso di laurea in Biologia Indirizzo Biologia Sanitaria Corso di Igiene.

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO Corso di laurea in Biologia Indirizzo Biologia Sanitaria Corso di Igiene L influenza Prof. P. Cavallo 1 DEFINIZIONE Malattia prevalente dell apparato respiratorio (naso, gola, polmoni) prodotta da un virus. Non esclusivamente respiratoria perchè produce una ampia gamma di complicanze, sia respiratorie che extra-respiratorie (miocardite, encefalite, neurite, radicolite etc.). Inoltre, inducendo peggioramento delle condizioni generali, può produrre aggravamento delle condizioni in pazienti con pre-esistenti malattie cardiache, broncopolmonari e renali. 2 DIFFUSIONE E TRATTAMENTO Il virus è molto contagioso, diffondendosi facilmente con lo starnuto o la tosse, ed anche per via indiretta tramite le suppellettili. Non risponde agli antibiotici ma solo agli antivirali. La malattia è prevenibile, perché sia il vaccino che le forme di prevenzione respiratoria sono molto efficaci. 3 1

2 INFLUENZAVIRUS Esistono tre tipi di virus, A, B e C e tutti possono infettare l uomo. Solo il tipo A può infettare altri mammiferi e gli uccelli. Ogni tipo ha numerosi ceppi e varianti. A e B: 8 segmenti di RNA, sono responsabili di epidemie e pandemie C: 7 segmenti di RNA, produce solo infezioni di limitata gravità 4 STRUTTURA DEL VIRUS Famiglia Orthomyxoviridae, virus a RNA, nm. E composto da un NUCLEOCAPSIDE che contiene: Nucleoproteina Genoma frammentato (8 frammenti, 7 il tipo C) 3 polimerasi, 2 proteine non strutturali Esso è avvolto da un INVOLUCRO PERICAPSIDICO: Proteina M Emoagglutinina (H) Neuraminidasi (N) 5 SCHEMA DEL VIRUS HA - hemagglutinin NA - neuraminidase helical nucleocapsid (RNA plus NP protein) lipid bilayer membrane polymerase complex M1 protein 6 2

3 PROTEINE DI MEMBRANA Emoagglutinina: si lega ai recettori mucoproteici delle cellule epiteliali delle vie respiratorie (ed anche ai recettori mucoproteici delle emazie, da cui il nome) Neuraminidasi: stacca l acido neuraminico dalle mucine delle vie respiratorie. In tal modo le mucine non interferiscono con il virus per il legame ai recettori mucoproteici delle cellule epiteliali delle vie respiratorie. Inoltre facilita il rilascio dei virioni dalle cellule infette. 7 NOMENCLATURA E stato necessario ideare un sistema di nomenclatura per catalogare tipi, ceppi e varianti. A/Moscow/21/99/H3N2 Subtype Geographic Origin Strain Number Year of Isolation HA & NA Sub-strain 8 RIASSORTIMENTO GENICO I virus dell influenza sono in grado di modificare il proprio corredo genico e quindi il proprio aspetto immunologico (anche per questo è stato necessario definire il sistema di nomenclatura!). Le modificazioni sono due e si chiamano: Antigenic shift Antigenic drift 9 3

4 ANTIGENIC DRIFT Sono piccole modificazioni (puntiformi) del genoma virale, più frequenti in H che in N, che generano ceppi differenti di virus influenzale. Avvengono sia per il tipo A, in prevalenza, che per il tipo B. Quando due virioni infettano la stessa cellula ci sono 256 possibili combinazioni di RNA per la prole virale. 10 PERCHÉ IL DRIFT? Il virus manca di un qualunque sistema di controllo che corregga eventuali piccoli errori di trascrizione del genoma che avvengono quando il virus si duplica Questo permette una costante e continua produzione di copie sbagliate (!) che appariranno immunologicamente differenti, ingannando, almeno in parte, i linfociti. 11 ANTIGENIC SHIFT Sono modificazioni maggiori del genoma virale, una vera e propria evoluzione filogenetica, che danno origine a nuovi ceppi di virus influenzali, immunologicamente diversi da quelli circolanti in precedenza, con nuova combinazioni H/N. Questo processo avviene mediante riassortimento genetico tra ceppi umani ed animali circolanti, facilitato dal fatto che il genoma virale è segmentato, ed è osservabile solo nel tipo A. 12 4

5 SCHEMA DELLO SHIFT 13 PERCHÉ LO SHIFT? Un virus aviario proveniente da un uccello selvatico infetta una cellula di un ospite intermedio (es.: maiale o pollo); Un virus umano infetta la stessa cellula; I due genomi si ricombinano, dando origine ad un nuovo ceppo misto; Il nuovo ceppo ritorna dall ospite intermedio all uomo. 14 SHIFT CON PASSAGGIO UMANO 15 5

6 SHIFT CON PASSAGGIO SUINO 16 IGIENE DEGLI ALLEVAMENTI Allevamento di polli a Trinidad. Allevamento di polli in USA o in Europa TRASMISSIONE La trasmissione è diretta, per via aerea, attraverso gli aerosol prodotti dalla tosse e dagli starnuti dei soggetti infetti, e indiretta, mediante oggetti contaminati dalle particelle emesse (droplets) La massima trasmissione avviene in autunno-inverno, cioè nel periodo di maggiore attività in luoghi chiusi, contatto stretto e sovraffollamento. 18 6

7 GOCCIOLINE DI FLUGGE (DROPLETS) 19 PATOGENESI Adsorbimento e penetrazione nelle cellule dell epitelio colonnare ciliato, poi riproduzione del virus e necrosi. invasione di altre cellule. Anticorpi protettivi (risposta immune): Anti-emoagglutinina (anti-h) Anti-neuraminidasi (anti-n) La fase di incubazione dura 1-4 giorni. 20 SINTOMI Brividi e febbre (fino a 39 C e oltre). Bruciore alla gola, tosse secca. Malessere generale, astenia, anoressia (fino a giorni post guarigione). Dolori muscolari diffusi, cefalea. Diarrea. Il soggetto emette il virus nella fase di incubazione e fino a 3-4 giorni dopo l insorgenza dei sintomi. 21 7

8 SEGNI Volto arrossato, cute calda e secca. Iperemia del faringe. Lingua impaniata. Linfoadenopatia cervicale. Reperto toracico negativo. 22 RAFFREDDORE O INFLUENZA? Raffreddore Febbre rara Cefalea rara Dolori muscolari lievi Astenia lieve Catarro nasale presente Starnuti presenti Dolore toracico lieve Influenza Febbre presente Cefalea presente, forte Dolori muscolari intensi Astenia presente, forte Catarro nasale raro Starnuti rari Dolore toracico presente 23 COMPLICANZE Sovrainfezione batterica possibile quando il virus infetta anche il polmone. Batteri: in genere quelli presenti nelle alte vie respiratorie che riescono a colonizzare bronchi e polmoni. Soggetti a rischio: <50 anni, malati cronici, immunodepressi. Altre: bronchite, sinusite, otite. 24 8

9 POLMONITE DA VIRUS Febbre persistente oltre il 3-4 giorno Semeiologia fisica del torace negativa Opacità tenue ed irregolare alla Rx del torace Leucociti e VES normali Evoluzione benigna POLMONITE DA BATTERI Febbre >3-4 giorni, con tosse ed espettorato mucopurulento Segni di addensamento polmonare Opacità densa all Rx del torace Leucocitosi neutrofila ed aumento della VES Evoluzione sfavorevole senza antibiotici 26 DIAGNOSI Anamnesi Sintomi Esame obiettivo Tests di laboratorio: test rapido (anche presso lo studio del medico), ovvero coltura virale e/o ricerca degli anticorpi circolanti (solo in casi particolari!) 27 9

10 TESTS Test rapido: individua il 70% degli infetti, in essi individua il ceppo nel 90% dei casi. Coltura virale: da tampone nasale o faringeo, risposta in 3-10 giorni Anticorpi nel sangue: utile 2 prelievi, uno nella I settimana di malattia ed uno dopo 2-4 settimane 28 TEST RAPIDO 29 PROCEDURA DEL TEST 30 10

11 TERAPIA: I FARMACI Quelli che funzionano sono: Contro il virus A: amantadina e rimantadina Contro A e B: zanamivir e oseltamivir. Amantadina Rimantadina Zanamivir Oseltamivir Tipo di virus Influenza A Influenza A Influenza A Influenza B Influenza A Influenza B Somministrazione orale orale inalazione orale Fascia di età per terapia Facia di età per prevenzione 1 anno 14 anni 7 anni 18 anni 1 anno 1 anno Non approvato Non approvato 31 PREVENZIONE: IL VACCINO Rete di sorveglianza globale della WHO (200 laboratori, 4 centri di cooperazione) I centri ricevono i campioni virali dai laboratori, e prevedono quali ceppi circoleranno l anno dopo Le industrie preparano il vaccino (coltura su uova embrionate di pollo, 6 mesi per la immissione sul mercato) 32 EPIDEMIE INFLUENZALI Associate a clima freddo e quindi più comuni d inverno. Più probabili tra: individui che vivono assieme (famiglia, coabitazione); individui che si radunano in ambienti chiusi o confinati nel periodo invernale

12 EPIDEMIE NEI SECOLI 412 a.c.: epidemia di tosse descritta da Ippocrate in un accampamento militare nel odierna Turchia, all inizio dell autunno, con morti quotidiane; : epidemie a Roma, in Gran Bretagna, e poi in Nord e Sud America, Indie occidentali e New England, con termine dell episodio nel Prima pandemia nota!!! 34 EPIDEMIE NEL 19 SECOLO 1829 Asia 1830 Russia 1831 America ed Indonesia Episodi epidemici fino al pandemia di influenza russa: Russia, Cina, Nord America, parte dell Africa, paesi del Pacifico morti!!! 35 INFLUENZA SPAGNOLA Peggior pandemia della storia Primi casi in Kansas, marzo 1918 In una settimana tutti gli USA coinvolti Malati al mattino, morti la sera Sopravvissuti: alto rischio di complicanze batteriche Aprile 1918 Europa, Cina, Africa, Sud America, Giappone 36 12

13 AGOSTO 1918 Seconda forma virale morti a settimana Per ottobre 1919 la malattia era scomparsa In totale di morti in 18 mesi Letalità 2.5% (altre epidemie 0.1%) Ceppo H1N1 isolato (anni dopo) Probabile ruolo delle sovrainfezioni ASIATICA Compare in Cina e si diffonde nel Pacifico Virus H2N2 Mortalità 0.25% Virus prontamente identificato Entro maggio 1957 vaccino pronto Morti fino a marzo 1958, max rischio anziani AVIARIA Identificata a HK inizio 1969 Virus H5N1 Poche centinaia di infetti 18 ricoverati, 6 morti Nessun passaggio da persona a persona Maiali non ospiti intermedi 39 13

14 AVIARIA NELL UOMO I 6 LIVELLI DI ALLARME WHO 1. Nessun virus nuovo, basso rischio 2. Nuovi virus animali ma senza casi umani 3. Infezioni umane con nuovi virus ma senza passaggio uomo-uomo 4. Passaggio umano ma episodi localizzati 5. Grandi aree di passaggio umano ma non generalizzate 6. Trasmissione diffusa in tutto il mondo 41 14

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