REGIONE LAZIO ASSESSORATO CULTURA SPETTACOLO E SPORT DIREZIONE BENI E ATTIVITA CULTURALI, SPORT

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1 REGIONE LAZIO ASSESSORATO CULTURA SPETTACOLO E SPORT DIREZIONE BENI E ATTIVITA CULTURALI, SPORT Attuazione e sviluppo delle Aree di Programmazione Integrata istituite ai sensi della L.R. 40/99 VADEMECUM PER L ELABORAZIONE E LA PRESENTAZIONE DEI PIANI OPERATIVI D AREA

2 Vademecum per l elaborazione e la presentazione dei Piani operativi d area ASSESSORATO CULTURA SPETTACOLO E SPORT Assessore Giulia Rodano DIREZIONE REGIONALE BENI E ATTIVITA CULTURALI, SPORT Direttore Enzo Ciarravano Area Valorizzazione del Territorio e del Patrimonio culturale Dirigente Flaminia Santarelli I testi sui Tematismi sono a cura dei funzionari regionali Maria Carla Cuggiani Cinzia Forniz Maria Vincenza Zongoli Realizzato con il Supporto metodologico del Nucleo di valutazione e Verifica degli investimenti pubblici della Regione Lazio (NUVV) con la collaborazione di Anna Misiani 2

3 INDICE PREMESSA 1. INTRODUZIONE 2. MODALITÀ OPERATIVE PER LA ELABORAZIONE, PRESENTAZIONE ED APPROVAZIONE DEL PIANO OPERATIVO 3. LA STRATEGIA ALLA BASE DEL PIANO: TERRITORI E TEMATISMI 4. L ARTICOLAZIONE DEL PIANO 5 VALUTAZIONE DEI PIANI OPERATIVI D AREA Allegato 1 I TEMATISMI 3

4 PREMESSA Il presente documento contiene indicazioni metodologiche attuative delle deliberazioni di giunta regionale nn. 717 e 718 dell ottobre 2006, che introducono nuove prospettive per la programmazione integrata ex LR 40/99. Il decennio di esperienza 1 trascorso dall avvio delle prime sperimentazioni di valorizzazione culturale, ambientale e turistica del territorio attraverso aree omogenee, accanto a nuovi orientamenti di politica culturale regionale, ha creato infatti le condizioni per una ridefinizione di metodi e contenuti della programmazione integrata. La legge 40 ha suscitato un diffuso e capillare processo di aggregazione e cooperazione locale, evidente nell attuale articolazione del territorio in 24 aree integrate, inoltre ha sostenuto con notevoli risorse finanziarie una vasta progettualità di riqualificazione del patrimonio e dei servizi culturali e turistici e accompagnato la sperimentazione di modelli sistemici di promozione e sviluppo locale. La fitta rete di collaborazioni, progetti, idee ed iniziative che ne è derivata ha positivamente arricchito e animato il territorio, elevato e qualificato gli standard di progettazione, sia a livello puntuale che di sistema, creato insomma molti dei presupposti necessari ad una politica efficace di valorizzazione del patrimonio. In considerazione del fatto che un contesto territoriale così frammentato possa rappresentare un punto di debolezza per un efficace politica di promozione culturale del territorio, si è ravvisata la necessità di ricondurre entro logiche aggregative di maggiore ampiezza, coerenza e flessibilità il processo di formazione e gestione delle aree integrate. I nuovi orientamenti regionali (oltre alle summenzionate DGR 717 e 718/2006 vanno citati gli Atti integrativi dell APQ 2 Beni e Attività Culturali e il POR competitività e occupazione Lazio ), derivati dalle priorità strategiche in materia di valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, puntano all individuazione di elementi di sintesi e di una gerarchia nella lettura dei valori del territorio attraverso, fondamentalmente, due modalità: i Tematismi e i Grandi Attrattori culturali (GAC). I tematismi individuati (cfr. D.G.R. n 717/2006) quali nuovi orientamenti di programmazione integrata delle aree, in esito ad un ampio confronto tra i settori Cultura Turismo Ambiente e Programmazione economica avviato nell ambito di una specifica cabina di regia 4, rappresentano chiavi di lettura multidisciplinare del patrimonio diffuso del territorio. I Grandi Attrattori Culturali (GAC), introdotti dall art. 56 della L.R. 4/06, sono poli di eccellenza individuati quali elementi strategici di attrazione e promozione turistico-culturale del Lazio. Il disegno complessivo prevede 5 attrattori di rilevanza provinciale interessati dagli interventi previsti con l Accordo di programma quadro con il Ministero dei Beni e Attività culturali: l area archeologica di Vulci e l itinerario Etrusco, l abbazia di Fossanova, il polo tiburtino delle Ville di Tivoli, il percorso della "Via del Sale", e le Mura Poligonali dell area del frusinate. Si è dunque configurato un sistema reticolare all interno del quale i GAC rappresentano i poli di riferimento e i vertici del sistema e i tematismi il tessuto territoriale di supporto e interrelazione tra le diverse aree integrate. 1 La programmazione integrata venne introdotta a livello sperimentale in alcune aree sovracomunali del Lazio con la delibera consiliare n. 357 del Il consolidamento normativo si deve alla LR 40/99. 2 DGR n. 622 del 26/09/2006 di approvazione dello schema del III Atto Integrativo dell Accordo di Programma Quadro Beni e Attività culturali (APQ1) e la DGR n. 984 del 29/11/2007 di approvazione dello schema del IV Atto Integrativo dell Accordo di Programma Quadro Beni e Attività culturali (APQ1) tra la Regione Lazio e il Ministero per i Beni e le Attività culturali: 3 Asse II Ambiente e prevenzione dei rischi Obiettivo operativo 3. Creare nuovi modelli di gestione e promozione integrata per la valorizzazione del patrimonio nelle aree di particolare pregio dal punto di vista naturale, culturale e artistico. 4 La cabina di regia, istituita con Decreto del P.d.G. n T0456 del 12 settembre 2006, è composta dal Direttore della Direzione regionale Cultura,che la coordina, nonché dai Direttori delle Direzioni regionali competenti in materia di Turismo, Ambiente e Programmazione economica. 4

5 Un ulteriore articolazione della rete di cui tener conto, nella prospettiva di integrare maggiormente le politiche di valorizzazione del patrimonio e quelle di sviluppo dei servizi culturali, è rappresentata dai sistemi museali territoriali costituiti ai sensi della LR 42/97. Il presente documento contiene alcune linee guida relative ai metodi e ai principali contenuti attesi per i Piani operativi che le aree istituite più recentemente (con DGR 1300/2004) si apprestano a realizzare, ma non ha la pretesa di esaurire i molteplici e diversi aspetti che potranno comunque fare l oggetto di analisi che si riterrà opportuno effettuare a livello locale, anche allo scopo di rafforzare la base informativa e documentaria dei Piani. 5

6 1. INTRODUZIONE Attualmente le aree di programmazione integrata riconosciute dalla Regione sono complessivamente 24 di cui una parte ha un Piano già approvato e in fase di attuazione concreta da alcuni anni, una parte è nella fase di avvio dell attuazione e l ultima parte è nella delicata fase di avvio della progettazione d area (cfr. tabella n.1). Le aree integrate con un piano già approvato non devono formulare nuovi piani, ma sono invitate a sviluppare la futura progettualità nel rispetto e coerentemente con le prospettive indicate sia nel presente documento (in particolare cfr. par. nn 2.2 e 2.3), sia in altri atti che potranno essere allo scopo predisposti dalla Regione. Tabella n. 1: Le 24 Aree di Programmazione Integrata Area di programmazione 1) Media Valle del Tevere (VA.TE.) Comuni Cantalupo in Sabina, Capena, Casperia, Castelnuovo di Farfa, Castelnuovo di Porto, Civitella San Paolo, Collevecchio, Configni, Cottanello, Fara in Sabina, Fiano Romano, Filacciano, Forano, Magliano Sabina, Mompeo, Montasola, Montebuono Sabino, Montopoli di Sabina, Morlupo, Nazzano, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Riano, Rignano Flaminio, Roccantica, Salisano, Sant Oreste, Selci, Stimigliano, Torrita Tiberina, Torri in Sabina, Vacone. 2) Monti Lepini Artena, Bassiano, Carpineto Romano, Cori, Gorga, Maenza, Montelanico, Norma, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Roccamassima, Roccasecca dei Volsci, Segni, Sermoneta, Sezze, Sonnino, XIII e XVIII Comunità Montana. 3) Sistema Alta Tuscia (SAT) Acquapendente, Bagnoregio, Bassano in Teverina, Bolsena, Bomarzo, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Celleno, Cellere, Civitella d Agliano, Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montefiascone, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Valentano, Vitorchiano. 4) Valle del Liri Aquino, Arce, Arpino, Castelliri, Castrocielo, Castro dei Volsci, Ceprano, Cervaro, Colfelice, Colle San Magno, Esperia, Falvaterra, Isola del Liri, Pastena, Pico, Pignataro Interamna, Pofi, Pontecorvo, Rocca d Arce, Roccasecca, Sant Ambrogio sul Garigliano, Sant Apollinare, San Giovanni Incarico, Santopadre, Sora, Terelle, Villa Santa Lucia. 5) Comprensorio della Via Amerina e delle forre 6) Golfo di Gaeta, Monti Aurunci, Isole Pontine Calcata, Castel Sant Elia, Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte, Vasanello. Castelforte, Formia, Gaeta, Itri, Minturno, Ponza, Santi Cosma e Damiano, Spigno Saturnia, Ventotene, XVII Comunità Montana. 7) Monti Ausoni Campodimele, Fondi, Lenola, Monte San Biagio, Sperlonga, Terracina, XXII Comunità Montana. 8) Valle dell Aniene Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Bellegra, Camerata Nuova, Canterano, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Cineto Romano, Gerano, Jenne, Licenza, Mandela, Marano Equo, Olevano Romano, Percile, Riofreddo, Rocca Canterano, Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Roiate, Roviano, Sambuci, Saracinesco, Subiaco, Vallepietra, Vallinfreda, Vicovaro, Vivaro Romano. X Comunità Montana. Atti approvazione del Programma D.G.R n. 228 del e n. 867 del D.G.R. n. 229 del e n. 660 del D.G.R. n del D.G.R. n del D.G.R. n. 866 del n. 368 del e n. 216 del D.G.R. n. 868 del e n. 367 del D.G.R. n. 869 del e n. 366 del D.G.R. n. 217 del ; (segue) 6

7 Area di Comuni programmazione 9) Litorale Nord Allumiere, Cerveteri, Civitavecchia, Ladispoli, Santa Marinella, Tolfa. 10) Valle di Comino Acquafondata, Alvito, Atina, Belmonte Castello, Campoli Appennino, Casalattico, Casalvieri, Fontechiari, Gallinaro, Pescosolido, Picinisco, Posta Fibreno, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, Settefrati, Vallerotonda, Vicalvi, Villa Latina, Viticuso. 11) Monti Prenestini Capranica Prenestina, Castel San Pietro Romano, Cave, Gallicano nel Lazio, Genazzano, Palestrina, Paliano, Piglio, Rocca di Cave, San Cesareo, San Vito Romano, Serrone, Zagarolo. 12) Alta Sabina e Valle dell Olio Casaprota, Frasso Sabino, Monteleone Sabino, Orvinio, Poggio Moiano, Poggio Nativo, Poggio San Lorenzo, Pozzaglia Sabino, Scandriglia, Toffia, Torricella in Sabina. 13) Territori Ciociari Acuto, Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Ceccano, Collepardo, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Fontana Liri, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma, Guarcino, Monte San Giovanni Campano, Morolo, Patrica, Ripi, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torre Cajetani, Torrice, Trevi nel Lazio, Trivigliano, Veroli, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano. 14) Salto Cicolano Borgorose, Concerviano, Marcetelli, Pescorocchiano, Petrella Salto, Varco Sabino, VII Comunità Montana. 15) Castelli Romani Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Marino, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. 16) Terre di Veio Campagnano, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Sacrofano, XX Municipio di Roma, Parco di Veio. 17) Latina Tellus Anzio, Aprilia, Ardea, Cisterna di Latina, Latina, Nettuno, Pomezia, Pontinia, Sabaudia, San Felice Circeo, Parco Nazionale del Circeo. 18) Tuscia Romana Anguillara Sabazia, Barbarano Romano, Bassano Romano, Blera, Bracciano, Canale Monterano, Manziana, Oriolo Romano, Trevignano Romano, Vejano, Villa San Giovanni in Tuscia. 19) Maremma Laziale Arlena di Castro, Canino, Montalto di Castro, Piansano, Tarquinia, Tessennano, Tuscania, Monteromano 20) SEC-Sistema Etrusco Cimino 21) La Terra di S. Benedetto 22) Agro Tiburtino- Prenestino 23) Montepiano Reatino 24) Velino Canepina, Capranica, Caprarola, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Sutri, Vallerano, Vetralla, Vignanello, Carbognano, II Comunità Montana dei Monti Cimini Ausonia, Cassino, Castelnuovo Parano, Coreno Ausonio, Piedimonte S. Germano, S. Andrea del Garigliano, S. Giorgio a Liri, S. Vittore del Lazio, Vallemaio, Associazione Terre del Lazio, Consorzio C.O.S.I.L.A.M. Casape, Castel Madama, Poli, S. Gregorio da Sassoia, Tivoli, Roma VIII Municipio, Provincia di Roma Rieti, Monte S. Giovanni in Sabina, Montenero Sabino Contigliano, Colli sul Velino, Labro, Morro Reatino, Greccio, Cittaducale, Rivodutri, Poggio Bustone, Cantalice, Leonessa, Riserva Nat. Laghi Lungo e Ripasottile, V Comunità Montana, Provincia di Rieti Castel S. Angelo, Borgovelino, Antrodoco, Posta, Borbona, Micigliano, Cittareale, Amatrice, Accumuli, VI Comunità Montana del Velino Atti regionali DGR n 378 del 25/03/05 (che approva il programma preliminare) DGR 1300/2004 di riconoscimento quale area integrata DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 1300/2004 DGR 543/2008 DGR 543/2008 DGR 543/2008 DGR 543/2008 DGR 543/2008 DGR 543/2008 Allo scopo di garantire la massima efficacia ed il rispetto di standard minimi di qualità nella pianificazione operativa delle aree, la Regione ha deciso di fornire assistenza e accompagnamento tecnico ai soggetti impegnati nella identificazione delle strategie di valorizzazione delle aree di programmazione integrata. 7

8 Si sono pertanto predisposti appositi strumenti a carattere metodologico, presentati in questa sede, quali: Vademecum per l elaborazione e la presentazione dei Piani operativi delle nuove aree (elaborato con il supporto metodologico del Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Lazio) con lo scopo di supportare il processo relativo alla programmazione delle nuove aree; Manuale di qualità per la progettazione d area (predisposto con il supporto tecnico di BIC Lazio SpA), è frutto di un percorso di capitalizzazione delle migliori esperienze in atto. Contiene indicazioni operative per l impostazione e produzione degli strumenti di comunicazione e promozione (immagine coordinata e supporti di comunicazione), che in tal modo saranno riconoscibili come parte di un disegno regionale complessivo di valorizzazione del patrimonio culturale. Parallelamente la Regione ha attivato una specifica linea di azione di assistenza tecnica e accompagnamento ai soggetti capofila delle singole aree, realizzata anche per il tramite di Bic Lazio SpA, società della rete regionale che ha tra i propri compiti istituzionali quello di favorire i processi di sviluppo locale. L assistenza tecnica regionale, che non sostituisce le professionalità che potranno essere attivate localmente dalle singole aree per la redazione del piano, consiste in un accompagnamento del lavoro su due livelli operativi: il primo a livello di singola area, consiste nell assistenza fornita al soggetto capofila per la progettazione del Piano operativo d area, a partire dalla individuazione delle competenze/professionalità necessarie alle attività di progettazione; il secondo, che riguarda invece il supporto per progettazioni tematiche che riguardino più aree accomunate da un medesimo tematismo, fa riferimento all attività di più soggetti capofila e dei relativi gruppi di progettazione nelle diverse aree coinvolte. 2. MODALITÀ OPERATIVE PER LA ELABORAZIONE, PRESENTAZIONE ED APPROVAZIONE DEL PIANO OPERATIVO Quale sede di coordinamento e condivisione, a livello locale, dei processi e delle strategie di definizione del Piano operativo per ogni singola area di nuova programmazione, la Regione ha individuato lo strumento del Tavolo tecnico. I tavoli tecnici sono composti da: rappresentanti del soggetto capofila, gruppi di progettazione incaricati in ciascuna area, assistenza tecnica regionale (esperti di BIC Lazio), funzionari regionali e funzionari della Provincia di competenza, ed eventualmente da altri partner locali a seconda dei progetti e del contesto (GAC, Sistemi Museali, Enti parco, Camere di commercio, GAL, ecc). Il gruppo si riunisce periodicamente per impostare e accompagnare le diverse fasi progettuali e gli step procedurali. Il tavolo tecnico ha in primo luogo il compito di accompagnare le varie fasi di predisposizione e quindi di attuazione dei piani d area, rappresentando altresì la ineludibile occasione di raccordo e sinergia tra i diversi strumenti di programmazione che insistono su un medesimo territorio, allo scopo di evitare sovrapposizioni di interventi e possibili dispersioni di risorse. Sotto questo profilo è pertanto aperto e flessibile alla partecipazione di diversi soggetti impegnati a diverso titolo in processi di valorizzazione del territorio. Il percorso per l elaborazione, l approvazione e l implementazione del piano operativo, uno per ciascuna area, è così sintetizzabile: 8

9 Tabella n. 2: Le modalità operative Fase del processo 1. Individuazione, da parte dei rappresentanti degli enti locali inclusi in ciascuna area, del soggetto capofila amministrativo e del soggetto beneficiario dei cofinanziamenti regionali e provinciali. 2. Costituzione del tavolo tecnico composto da rappresentanti del soggetto capofila, gruppi di progettazione incaricati in ciascuna area, assistenza tecnica regionale (esperti di BIC Lazio), funzionari regionali e funzionari della Provincia di competenza. altri partner locali a seconda dei progetti e del contesto (GAC, Sistemi museali, Enti parco, Camere di commercio, GAL, ecc). 3. Definizione delle linee strategiche per la elaborazione del piano operativo a partire dagli indirizzi regionali e avvalendosi dell assistenza tecnica regionale, assicurata da BIC Lazio. 4. Comunicazione alla Regione del responsabile del procedimento e degli incarichi di progettazione assegnati. Per l assegnazione dei suddetti incarichi va tenuto conto che tra le competenze necessarie vanno previste le seguenti: Esperto in comunicazione e marketing; Grafico pubblicitario; Esperto in beni culturali di pertinenza dei tematismi individuati (storico, storico dell arte, archeologo, antropologo, ecc.); Informatico con esperienza nella realizzazione dei siti web. Soggetto responsabile Ciascuna nuova area integrata Regione: Direzione regionale Beni e Attività culturali, Sport Tavolo tecnico Soggetto capofila e/o beneficiario 5. Elaborazione del Piano Operativo. Soggetto capofila e tecnici incaricati con l assistenza di BIC Lazio 6. Eventuale costituzione di gruppi di lavoro misti composti dai soggetti capofila e dai relativi tecnici di più aree integrate accomunate da un medesimo tematismo strategico. 7. Verifica periodica degli stati di avanzamento nell elaborazione del piano, assicurando il contestuale avvio di forme di raccordo e/o sinergia con altri progetti in corso nello stesso territorio o in altri. 8. Adozione, per il tramite dei necessari atti amministrativi, del Piano Operativo da parte degli enti locali interessati. Soggetti capofila e Tecnici incaricati con l assistenza di BIC Lazio Tavolo tecnico Soggetto capofila ed Enti locali interessati 9. Invio formale del Piano Operativo alla Regione. Soggetto capofila 10. Istruttoria tecnico-formale e valutazione, del Piano Operativo. 11. Parere dei settori Turismo Ambiente e Programmazione economica. 12. Approvazione formale del Piano operativo con atto regionale. 13. Erogazione finanziamento per progettazione del piano operativo. Commissione di valutazione della Direzione regionale Beni e Attività culturali, Sport Cabina di Regia Delibera di Giunta regionale Regione: Direzione regionale Beni e Attività culturali, Sport 9

10 3. LA STRATEGIA ALLA BASE DEL PIANO: TERRITORI E TEMATISMI La scelta di rimodulare la filosofia alla base della programmazione integrata sulla leva progettuale tematismo si inserisce nel quadro degli orientamenti strategici regionali summenzionati ed indica sostanzialmente la necessità di giungere ad una visione comune di sviluppo culturale del territorio riconoscendo elementi di trasversalità nella lettura del patrimonio. Indicazione programmatica quella del tematismo che rappresenta una logica estensione e un naturale sviluppo del concetto di omogeneità geografica e storicoantropologica, e dunque di vocazione culturale locale, prescritto dalla legge 40 quale requisito indispensabile per il riconoscimento di territori sovracomunali quali aree di programmazione integrata. Le potenzialità espresse sotto questo profilo dalla regione Lazio sono teoricamente illimitate, considerate le varietà geografiche, antropologiche, storiche, nonché economicoproduttive che caratterizzano il territorio nel suo insieme. Il lavoro svolto per l identificazione dei tematismi, ha tenuto conto in primo luogo del valore identitario per la collettività e della possibilità di declinare gli stessi in altrettanti fattori di attrazione per una fruizione anche turistica 5. Sulla base dei tematismi proposti si dovrà costruire sul territorio un articolata rete di itinerari tematici che potranno riguardare, a seconda dei casi, le singole aree integrate come territori più ampi e trasversali. Sono 9 i tematismi individuati quali chiavi di lettura preferenziali del patrimonio, su questi le Aree dovranno rivolgere prioritariamente l attenzione in fase di identificazione delle strategie locali onde pervenire alla redazione del Piano operativo. Gli Etruschi nel Lazio Vie del sacro Vie d acqua zone umide e termali Vie storiche del Lazio Recupero di antichi percorsi ferroviari Ville palazzi e residenze storiche Mondo agropastorale Il mare e le isole Archeologia industriale Per una descrizione esemplificativa dei singoli tematismi e del loro radicamento territoriale si rimanda all allegato n. 1 del presente documento 6. Lo schema seguente esplicita le possibili articolazioni dei tematismi individuati nelle diverse aree di programmazione. 5 Per Indicazioni metodologiche di programmazione attraverso la leva Tematismi si veda anche il documento Bic Lazio, La valorizzazione del patrimonio culturale periferico per lo sviluppo del territorio - Bic Notes Marzo Per una definizione e articolazione più approfondita e documentata dei Tematismi individuati la Regione avvierà studi specifici per la realizzazione di documenti di analisi interdisciplinare del territorio. 10

11 Tabella n. 3: Tematismi e sottotematismi delle Aree di Programmazione Integrata API TEMATISMI SOTTOTEMATISMI Vie d acqua zone umide e termali Fiume Tevere Antiche vie del Lazio La Via Flaminia Media Valle del Il mondo agropastorale Il fiume e i sapori Tevere (VA.TE.) Monti Lepini Vie del sacro Mondo agropastorale Nella terra di San Benedetto (Abbazie benedettine) Via Carolingia La montagna Le vie d erba Architetture montane Le vie dei mestieri Vie del sacro Abbazie cistercensi Via Francigena Etruschi nel Lazio Vie d acqua zone umide e termali Lago di Bolsena Sistema Alta Vie del sacro Via Francigena Tuscia (SAT) Ville palazzi e residenze storiche Residenze farnesiane Mondo agropastorale Il sentiero dei briganti Vie del sacro Via Francigena Antiche Vie del Lazio Via Latina Valle del Liri Vie d acqua zone umide e termali Fiume Liri Fiume Garigliano Archeologia industriale Le cartiere Antiche Vie del Lazio Via Amerina Comprensorio della Etruschi nel Lazio Antichi popoli: i Falisci Via Amerina e delle forre Vie del sacro Via Francigena Recupero di antichi percorsi ferroviari Ferrovia Civitavecchia - Capranica -Orte Il mare e le isole Il Mare dei Miti (Litorale sud) Arcipelago Pontino: dimensione isola Golfo di Gaeta Vie del sacro Via Francigena Monti Aurunci e Antiche Vie del Lazio Via Appia Isole Pontine Vie d acqua zone umide e termali Fiume Garigliano Il mondo agropastorale L'arco montano e collinare Recupero di antichi percorsi ferroviari Gaeta-Formia Il mare e le isole Il Mare dei Miti (Litorale sud) Vie del sacro Via Francigena Monti Ausoni Antiche Vie del Lazio Via Appia Il mondo agropastorale Agro, bonifica e borghi L'arco montano e collinare Laghi costieri, zone umide residuali Sorgenti pedemontane Recupero di antichi percorsi ferroviari Mandela-Subiaco Vie d acqua zone umide e termali Fiume Aniene Valle dell Aniene Vie del sacro Nella terra di San Benedetto (Abbazie benedettine) Ville, palazzi e residenza storiche Le ville degli imperatori Recupero di antichi percorsi ferroviari Ferrovia Civitavecchia-Orte Litorale Nord Etruschi nel Lazio Gli Etruschi: le miniere, l allevamento. Le città marinare Il mare e le isole Il mare degli Etruschi Archeologia industriale Le miniere di allume (segue) 11

12 API TEMATISMI SOTTOTEMATISMI Val di Comino Mondo Agropastorale La montagna Il paesaggio musicale: la zampogna Architetture montane Le vie d erba Vie del Sacro Via Francigena Vie del sacro Via Francigena La via Benedicti Monti Prenestini Antiche Vie del lazio Via Latina Vie d'acqua, zone umide e termali Fiume Sacco Il Parco degli Acquedotti Recupero di antichi percorsi ferroviari Ferrovia Fiuggi Paliano Antiche Vie del Lazio Via Carolingia Alta Sabina e Valle Via Salaria dell olio Vie del sacro La Francigena di S. Francesco Archeologia industriale Produzione olearia Vie del sacro Via Francigena La via Benedicti Le vie delle abazie, degli eremi e delle chiese rupestri Territori Ciociari Antiche Vie del Lazio Via Latina Le città fortificate Itineranza papale Le ville rustiche Vie d'acqua, zone umide e termali I fiumi e i laghi La via dei mulini Le terme e le sorgenti Mondo agropastorale Le grandi vie della transumanza Le vie del brigantaggio Archeologia industriale Le strutture dell'area di Frosinone Salto Cicolano Mondo agropastorale Le vie di alta quota Alla scoperta delle origini I percorsi blu Le terre di confine Vie del sacro I percorsi delle sante I luoghi della santità Ville palazzi e residenze storiche Ville Tuscolane Palazzi Storici Residenze Medievali Castelli Romani Vie del sacro Via Francigena I sentieri del prodigio Religiosità latina Antiche Vie del lazio Via Appia La via Tuscolana Vie d acqua zone umide e termali Laghi di Albano e Nemi Parco dei Castelli Romani Terre di Veio Etruschi nel Lazio La città diffusa: l'antica città di Veio e l'agro Veientano L acqua e il tufo Vie del sacro Via Francigena Vie d acqua zone umide e termali Borghi e città di Fondazione Agro e bonifica Sorgenti pedemontane Latina Tellus Vie del sacro Via Francigena Il mare e le isole Il Mare dei Miti (Litorale sud) Antiche Vie del Lazio Via Appia La via Severiana (segue) 12

13 API TEMATISMI SOTTOTEMATISMI Etruschi nel Lazio Il paesaggio vulcanico Il paesaggio etrusco Tuscia Romana Vie d acqua zone umide e termali Lago di Bracciano Bacino fiume Mignone Vie d acqua etrusche, Sorgenti termali Recupero di antichi percorsi ferroviari Ferrovia Civitavecchia-Orte Maremma Laziale SEC-Sistema Etrusco Cimino La Terra di S. Benedetto Agro Tiburtino- Prenestino Gli etruschi nel Lazio Antiche vie del Lazio Ville, palazzi e residenze storiche Gli etruschi nel Lazio Vie del sacro Vie d'acqua, zone umide e termali Ville, palazzi e residenze storiche Vie del sacro Vie d'acqua, zone umide e termali Vie del sacro Vie d'acqua, zone umide e termali Ville, palazzi e residenze storiche Montepiano Vie del sacro Reatino Antiche vie del Lazio La via Salaria Antiche vie del Lazio La via del Sale Velino Le vie d'erba Il mondo agropastorale Le vie dei borghi Via etrusca del sale Via della vaccareccia Via della dogana per Vulci Il sentiero dei briganti Le colline etrusche La via Clodia Il sentiero delle due Regine La via Clodia Itinerario farnesiano La via Clodia - Norchia e grotta Porcina Etruschi e Falisci Sutri La via Francigena (variante cimina) Il lago di Vico Itinerario geologico Circuito farnesiano e della tuscia rinascimentale La via Francigena Il cammino dei monaci Lungo le vie d'acqua La via Francigena del sud - direz. Prenestina Verso il santuario della Mentorella Il corso dell'aniene Le forre e gli acquedotti Gli acquedotti in collina Tivoli e le ville La collina di Castelmadama I borghi collinari prenestini - tiburtini Gabi e le tenute dell'agro romano Il cammino di Francesco E importante segnalare che i sottotemi indicati fanno riferimento perlopiù a progetti tematici già in corso e non esauriscono le possibili declinazioni del tema generale di volta in volta dato. Ciascuna area potrà, pertanto, sviluppare e proporre ulteriori articolazioni del tematismo. Nell ambito dei tematismi indicati, la Regione sta attualmente concentrando azioni di promozione e valorizzazione che riguardano, da un lato, lo straordinario patrimonio riferibile alla storia e alla cultura etrusca del Lazio e, dall altro, alcuni itinerari storico-culturali di valenza europea (come ad esempio la Via Francigena e la Via Carolingia). 13

14 Si tratta di interventi che interessano trasversalmente ampie porzioni del territorio del Lazio anche al di fuori delle aree integrate ad oggi riconosciute, per la cui realizzazione si avvieranno pertanto, con l assistenza della Regione, nuove forme di collaborazione e partenariato tra i diversi territori e soggetti locali coinvolti. Lo schema che segue sintetizza le possibili connessioni territoriali ad oggi esistenti tra gli ambiti interessati dai Grandi Attrattori Culturali gli ambiti delle aree integrate e quelli dei Sistemi Museali territoriali (istituiti ai sensi della LR 42/97): Tabella n. 4: Interrelazione tra GAC e Aree di Programmazione Integrata Aree integrate potenzialmente interessate dai GAC S.A.T. Litorale Nord Via Amerina Tuscia romana Terre di Veio Maremma Laziale SEC Valle dell Aniene Castelli Romani Monti Prenestini Agro Tiburtino Prenestino STILE Monti Ausoni Golfo di Gaeta e Monti Aurunci Latina Tellus Velino Montepiano Reatino Salto Cicolano Alta Sabina e Valle dell'olio VATE Territori Ciociari Liri Terre di San Benedetto Val di Comino Denominazione GAC L area archeologica di Vulci e l itinerario etrusco Le ville di Tivoli L Abbazia di Fossanova La Via del Sale Le Mura Poligonali Tematismi afferenti al GAC ETRUSCHI VILLE PALAZZI E RESIDENZE STORICHE ANTICHE VIE DEL LAZIO VIE D'ACQUA VILLE PALAZZI E RESIDENZE STORICHE VIE DEL SACRO VIE DEL SACRO (Via Francigena direzione Appia) ANTICHE VIE DEL Lazio VIE D'ACQUA MONDO AGROPASTORALE IL MARE E LE ISOLE ANTICHE VIE DEL Lazio VIE DEL SACRO MONDO AGROPASTORALE VIE D'ACQUA VIE DEL SACRO (Via Francigena direzione Prenestina) ANTICHE VIE DEL Lazio VIE D'ACQUA MONDO AGROPASTORALE Sistemi museali territoriali Sistema museale del lago di Bolsena Sistema museale Medaniene Sistema museale dei Castelli Romani e Prenestini Sistema museale dei Monti Lepini 14

15 1. ARTICOLAZIONE DEL PIANO Il piano operativo d area è un documento strategico che va concepito come sviluppo esecutivo della dettagliata relazione tecnica richiesta dalla legge 40 7 come allegato alla candidatura quale area integrata. Il censimento delle risorse culturali, ambientali e turistiche del territorio è pertanto, un dato già acquisito all atto della candidatura e rappresenta la base documentaria su cui impostare l attuale, e più avanzata, fase di lavoro. La finalità principale del Piano è quella di costruire una strategia efficace e coerente di promozione, comunicazione e fruizione del patrimonio culturale e naturale dell area integrata ravvisandone i tratti caratterizzanti. Per raggiungere questo obiettivo può essere opportuno operare delle scelte nel vasto insieme di beni, tradizioni, vocazioni e valori che ogni territorio è in grado di esprimere, senza avere l intenzione di esaurirne tutti gli aspetti e le emergenze. La strategia alla base del Piano operativo deve quindi puntare all individuazione di identità riconoscibili, e su un numero contenuto di valori sui quali sia possibile costruire azioni mirate di valorizzazione. Il Piano deve quindi avere forte coerenza sui valori prioritari identificati, in modo da promuovere una particolare e peculiare identità/vocazione territoriale in chiave tematica, ravvisata come quella più rappresentativa dell area. Obiettivo minimo/primario per ciascuna area è infatti la realizzazione, in un arco temporale di breve periodo (da 1 a 3 anni), di circuiti e sistemi di fruizione del proprio patrimonio di risorse, e del relativo piano di promozione e marketing a partire dall elaborazione di una immagine coordinata. Come sopra anticipato, la strategia viene definita in base a linee ed orientamenti elaborati in seno al tavolo tecnico in coerenza con gli indirizzi regionali. Il piano operativo si dovrà articolare sostanzialmente su due livelli di elaborazione. A) LIVELLO STRATEGICO Il primo livello è quello strategico in cui a partire dall analisi delle risorse e delle potenzialità espresse dal contesto si operano le scelte dei tematismi, si individuano le risorse materiali e immateriali accomunate da uno stesso concetto/tema e si elaborano le connessioni e le relazioni storico-spaziali definendo i possibili itinerari di collegamento, in altre parole si individuano le linee portanti di valorizzazione integrata. Questo livello dà conto della coerenza complessiva del piano. A.1 Individuazione, interpretazione e presentazione dei tematismi-territoriali, individuati come portanti per la strategia di valorizzazione integrata d area. La costruzione dell identità/vocazione territoriale da promuovere e valorizzare per il tramite del Piano deve partire dalla identificazione, nell area interessata, di uno o più tematismi caratterizzanti, a partire da quelli individuati dalla cabina di regia (cfr. par. 2.2) in quanto possibili letture programmatiche del territorio in chiave di fruizione turistico-culturale. Lo strumento interpretativo tematismo permette infatti l organizzazione e la strutturazione di relazioni significative tra le diverse risorse del territorio, in modo che queste esprimano tutti i potenziali fattori di attrattività delle aree interessate, anche in relazione agli altri sistemi di offerta delle altre aree della regione. 7 L art 2 della legge specifica che la candidatura deve essere accompagnata tra gli altri documenti, da una dettagliata relazione tecnica che illustri i valori e la situazione dell area, con riferimento agli aspetti culturali, ambientali e turistici, evidenziandone il carattere di omogeneità territoriale. 15

16 In altre parole con gli strumenti della comunicazione e attraverso l adeguamento, la riorganizzazione, e/o la creazione ex novo dei servizi accessori e di fruizione si deve lavorare affinché il patrimonio diffuso sul territorio divenga maggiormente visibile e fruibile, al pari di una mostra o di un racconto. I tematismi in questo senso vanno intesi come altrettanti criteri per selezionare e aggregare le risorse in specifici itinerari di lettura guidata. La scelta dei tematismi tra quelli suindicati e/o la definizione di specificazioni locali degli stessi, va orientata in base ai seguenti fattori: coerenza con progetti a carattere tematico, già in corso, e con i Grandi attrattori culturali individuati (cfr. DGR 622/2006 di approvazione dell APQ1); elevato carattere identitario e radicamento storico, sociale, economico con il territorio; capacità di riportare a un sistema di relazioni e ricondurre ad un prodotto riconoscibile tramite un concept unificante le diverse risorse culturali (materiali, immateriali), paesaggistiche, ambientali, ecc. di un dato territorio; compatibilità e coerenza con la presenza di specie e habitat naturali protetti, capaci cioè di garantire la conservazione della biodiversità e di valorizzare l identità anche ambientale dei siti; collegamento esistente o potenziale (purché fattibile) con nodi della filiera turisticoculturale dei servizi (accoglienza, ospitalità, ristorazione, ecc.), e dei prodotti legati alle risorse del territorio (artigianato, prodotti eno-gastronomici, ecc.). A.2. Analisi delle risorse materiali ed immateriali relative ai tematismi individuati e accomunate da un concetto unificante. Dopo aver operato una scelta dei tematismi territoriali, si dovrà procedere alla selezione dei beni da mettere in relazione nei vari itinerari e sistemi territoriali. In altre parole si dovrà procedere all identificazione delle componenti del sistema in grado di contribuire maggiormente al concetto definito, e di integrare le diverse risorse del territorio. L analisi dovrà riguardare almeno le seguenti tipologie di risorse: - Risorse culturali materiali (monumenti, siti archeologici, musei, centri espositivi, luoghi di rilevanza culturale, ecc. accomunati da un tematismo comune); - Risorse culturali immateriali (feste, sagre, tradizioni, musica, saperi, manifestazioni, eventi, ecc.); - Risorse naturalistiche e paesaggistiche (riserve, parchi, sic, zps, ecc.); - Servizi di accoglienza, servizi aggiuntivi, servizi turistici di informazione. In ciascun contesto si dovrà pertanto esaminare il tipo, livello e standard offerti dai servizi di prima accoglienza e orientamento del visitatore, dai servizi accessori (caffetteria, bookshop, degustazione di prodotti tipici locali ecc.) e infine da quelli di informazione turistica (Pro-loco, IAT, ecc.) presenti sul territorio. Particolare attenzione andrà prestata ai servizi esistenti presso le principali strutture del tematismo individuato o con queste comunque relazionabili. - Infrastrutture e servizi per la Ricettività/ospitalità. Per ogni singola emergenza o servizio individuato andrà redatta una sintetica scheda descrittiva nella quale andrà indicato almeno: Nome e localizzazione del Bene/Servizio Tematismo di riferimento Stato di accessibilità/fruibilità Interventi ritenuti necessari/prioritari per adeguamento, miglioramento della accessibilità/fruibilità (che saranno descritti al punto B2). 16

17 A.3. Analisi della domanda effettiva e potenziale e dei fabbisogni locali con particolare riferimento alla domanda culturale e turistica locale, alla fruizione ed al consumo culturale per tipologia di visitatore, ai flussi di visita ed al trend degli arrivi e delle presenze di italiani e stranieri negli esercizi ricettivi, alla provenienza della spesa turistica, valutazione dei fabbisogni professionali, ecc. A.4. Elaborazione degli itinerari tematici territoriali Questo aspetto del Piano riveste un ruolo centrale, perché alla validità progettuale dell itinerario tematico è legata in sostanza l efficacia valorizzativa e promozionale dell offerta di fruizione integrata che si vuole proporre. L itinerario tematico è da intendersi come prodotto complesso e non solo come identificazione di connessioni funzionali tra emergenze monumentali e naturalistiche. Ciò sta a significare che lo stesso va concepito e progettato non solo come asse fisico e lineare di collegamento tra le risorse inerenti un determinato tematismo, ma piuttosto, come un sistema di offerta per fruizione delle risorse e dei servizi del territorio di lata accezione culturale e spaziale. Un tematismo, infatti, o una sua particolare articolazione di scala locale, è tanto più valido come chiave di lettura tento più è in grado di integrare e mettere a sistema un consistente numero di risorse e aspetti del patrimonio e della vita sociale e culturale locale. Il concetto di patrimonio va pertanto inteso, nella sua più ampia accezione antropologica, di insieme, materiale e immateriale, comprendente le forme del paesaggio, le produzioni tipiche, soprattutto quando queste sottintendono mestieri e saperi locali di pregio, le tradizioni orali e musicali, le feste, sagre e cerimonie del ciclo religioso e civile dell anno, i beni di archeologia industriale, come gli spettacoli e gli eventi teatrali e musicali di qualità. Ciascun itinerario tematico andrà graficizzato su apposita base cartografica con adeguata scala di dettaglio segnalando almeno: Porte/punti di accesso; Strade, sentieri, percorsi di collegamento; Modalità di percorrenza (pedonale, automobilistico, ciclistico, equestre, ecc.); Risorse storiche, artistiche, archeologiche, monumentali, naturalistiche, paesaggistiche, artigianali, museali, espressive selezionate in riferimento al tema; Servizi accessori, di fruibilità e di accoglienza individuati o da realizzare (aree sosta, punti sosta. punti di informazione, guide, ecc.); Legenda dei servizi e tipologie delle risorse individuate. Per ciascun itinerario inoltre in base ai target di utenza individuati andranno elaborati specifici strumenti comunicativi dotati di una grafica e di una immagine coordinata (vedi il successivo par. B. 1.1). Per la realizzazione in particolare della cartellonistica, del materiale editoriale didatticodivulgativo (a stampa o su supporto informatico) e del Sito Web si dovrà far riferimento alle indicazioni tecnico-qualitative fornite nel Manuale di Qualità (allegato 1), prestando particolare cura, nella progettazione, alla qualità grafica, testuale ed editoriale dei diversi strumenti di comunicazione. A.5. Fattibilità gestionale dei sistemi territoriali di offerta turistico-culturale In questa sezione del Piano si dovranno indicare i possibili modelli organizzativogestionali applicabili, a regime, agli itinerari tematico-territoriali proposti per la valorizzazione e promozione integrata del patrimonio locale. L avvio dell analisi del tema gestionale è essenziale per le finalità di sviluppo locale attese dalla valorizzazione integrata delle risorse. L integrazione sistemica tra beni culturali e servizi di fruizione per il visitatore, è infatti uno dei presupposti per la valorizzazione anche 17

18 economica delle risorse locali, poiché ha tra i suoi obiettivi anche l incremento della domanda turistica e dunque la capacità del prodotto itinerario tematico di essere sostenibile e competitivo anche rispetto ad altri sistemi di offerta locale. In questa fase è perciò necessario avviare attraverso il Piano la riflessione sul tema gestionale e in particolare sulla sua fattibilità operativa in termini di economicità di gestione. Le problematiche relative alla gestione di rete di insiemi diffusi di risorse e servizi rivestono una particolare complessità in considerazione: dell eterogeneità di risorse e servizi da mettere a sistema, dell articolazione frammentata del territorio in numerosi sistemi e subsistemi, e dell insieme di soggetti istituzionali e attori locali coinvolti nei processi di valorizzazione. L analisi va pertanto impostata affrontando preliminarmente alcune questioni: determinazione della scala territoriale e/o delle categorie di beni culturali e di servizi di fruizione su cui impostare forme e strumenti di gestione integrata degli stessi, allo scopo di individuare le soglie in grado di massimizzare l efficienza gestionale anche a livello economico e finanziario. Sotto questo profilo la Regione valuterà positivamente ed incoraggerà soluzioni che puntino alla integrazione dei servizi culturali e turistici su vasta area, attraverso la collaborazione stabile e strutturata o temporanea, su progetti specifici, tra diverse aree integrate e i diversi poli di eccellenza. E infatti possibile disegnare vari sistemi di gestione complessi che combinino servizi a livello di sistema o di area (marketing, servizi di mostre ed eventi, editoria, segnaletica, comunicazione, ecc.) e servizi culturali locali (custodia, biglietteria, didattica, ecc.) 8 ; individuazione dei diversi soggetti, istituzionali e non, a vario titolo interessati dal processo di creazione di itinerari tematici e dalla conseguente messa a sistema di un insieme composito di risorse (parchi naturalistici, archeologici, musei locali e statali, ecc.), la cui proprietà/gestione/competenza può far capo a diversi attori; individuazione delle forme e degli strumenti di concertazione, cooperazione, sinergie e complementarità tra gli attori a vario titolo coinvolti (Regione, Stato, Comuni, ecc.) nei processi di creazione e promozione dei sistemi di offerta turistico-culturale (itinerari, ecc.) e che devono essere presi in considerazione dalle fasi iniziali di definizione delle strategie di valorizzazione e gestione; individuazione dei soggetti privati potenzialmente coinvolti nella erogazione dei servizi della filiera turistico-culturale (ospitalità: ristorazione, ricettività; produzioni locali, ecc.), e delle conseguenti forme e strumenti di cooperazione e partenariato pubblico-privato nell ambito della gestione. Sulla base di tali elementi si dovrà così procedere ad ipotizzare le possibili forme e strumenti per la gestione della rete di beni e servizi (itinerari, ecc.), anche in base alla loro fattibilità amministrativa ed istituzionale, con particolare riferimento a: Modello organizzativo e articolazione della/e struttura gestionale, specificando caso per caso se interna al soggetto proprietario o esternalizzata (e nel caso, a che tipo di soggetti e con quali modalità), relativamente alle funzioni e servizi in oggetto, quali: amministrazione, conservazione, servizi scientifici, custodia, manutenzione ordinaria, servizio di accoglienza, servizio informativo, biglietteria, visite guidate, attività didattiche, merchandising, promozione e comunicazione, organizzazione di mostre ed eventi, ristorazione, editoria e bookshop, ecc.; 8 Ministero per i beni e le attività culturali, Linee guida per la gestione innovativa dei beni culturali. Analisi dei Piani di gestione, secondo rapporto, dicembre

19 Tipologia del soggetto/i gestore/i coinvolto e articolazione dei relativi compiti nell ambito della rete di beni e servizi in oggetto; Forma giuridica più idonea in base alla tipologia, quantità, qualità, ecc. di beni e servizi inclusi nel sistema, quale ad esempio gestione diretta, ente/società di diritto pubblico a partecipazione mista (pubblico privati), fondazione, associazione, società di capitali di diritto privato, ecc. B) LINEE DI INTERVENTO Il secondo livello del Piano, quale conseguenza del primo, sarà dedicato allo sviluppo dell articolazione progettuale relativa a due grandi linee di intervento: B.1. Azioni di promozione dell offerta d area Questa sezione riguarda la promozione degli itinerari tematici prima delineati, sotto due profili: diffusione di una immagine coordinata del sistema territoriale e promozione culturale tramite lo sviluppo di una rete di eventi, manifestazioni culturali, di spettacolo e sportivi in chiave di valorizzazione del territorio. Per quanto riguarda gli interventi più specifici di promozione turistica e commercializzazione sul mercato dell offerta e dei prodotti d area si rimanda a fasi successive di intervento che potranno essere oggetto di specifici piani e/o programmi sia su scala locale che su scala regionale. B. 1.1 Progetto di immagine coordinata e di marketing La progettazione di questa sezione riveste particolare importanza ai fini dell efficacia attesa del Piano. La costruzione e diffusione di una specifica immagine di sistema, legata alla sua offerta culturale e ambientale, costituisce infatti l obiettivo specifico di breve periodo fissato per ciascun Piano d area. Il livello di progettazione dovrà essere almeno di livello definitivo e contenere pertanto: il quadro economico di massima riferito ai diversi interventi (come sotto specificato); il cronoprogramma di realizzazione degli stessi. Gli interventi e le attività da prevedersi al minimo per l elaborazione del progetto di immagine coordinata possono essere: Codifica formale del concept La prima fase del processo di identificazione dei tematismi-territoriali è la codifica formale degli stessi in altrettanti concept. Questa fase progettuale è importante anche ai fini delle successive specifiche progettazioni di marketing. La codifica ha infatti il compito di enfatizzare gli aspetti distintivi del territorio e di farne emergere la carica attrattiva ed evocativa intrinseca. Partendo dai più rappresentativi elementi della dotazione territoriale (per esempio l acqua, i monasteri, le strade, gli eremi, il paesaggio etrusco, ecc.) vanno individuate delle suggestioni utili a chi dovrà sviluppare esecutivamente un marchio del territorio ed uno o più loghi distintivi. Identificazione di un marchio o brand territoriale inteso come segno distintivo da porre alla base di tutte le attività di comunicazione per migliorare la percezione da parte dei potenziali fruitori e veicolare il/i concept dell offerta. Il marchio territoriale, che dovrà essere oggetto di uno studio specifico sarà tanto più efficace quanto più in grado di sintetizzare aspetti diversi e di rappresentare ampi contesti territoriali. E infatti preferibile che il brand rimanga unico con eventuali declinazioni in funzione dei diversi tematismi. 19

20 Progettazione degli strumenti di comunicazione e divulgazione degli itinerari tematici e sistemi territoriali individuati tramite l elaborazione di un immagine coordinata dell offerta locale. Questo tipo di progettazione dovrà essere di livello definitivo Le azioni propedeutiche alla realizzazione del progetto definitivo in questione sono: censimento della cartellonistica esistente sul territorio interessato dagli itinerari, individuazione e rilievo dei luoghi di collocazione dei cartelli e della relativa tipologia, ricognizione dei pareri e delle autorizzazioni necessarie, redazione di testi sia per pannelli puntuali che per la brochure di illustrazione delle singole attrattive. La metodologia che viene proposta per la progettazione è il risultato delle esperienze di progetti analoghi già realizzati in alcune aree integrate, sulla cui base si sono messi a punto alcuni standard tecnici e qualitativi riportati nel Manuale di qualità per la progettazione d area, e di seguito sinteticamente riportati. Sistema di Cartellonistica articolato principalmente in due tipologie di pannello: di orientamento generale agli itinerari del territorio e di prossimità al singolo bene; Materiale didattico/ divulgativo per l illustrazione gli itinerari tematici individuati sul territorio; Realizzazione di un sito web specifico collegato ai principali motori di ricerca e ai portali istituzionali. B Promozione culturale e sviluppo di eventi culturali, spettacolari e sportivi in chiave di valorizzazione del territorio Per quanto riguarda la promozione del territorio in chiave più specificamente culturale questa va interpretata e collegata all ideazione e organizzazione di eventi culturali, spettacolari e sportivi in grado di rappresentare un richiamo per fruitori esterni e di animare, con un elevato spessore qualitativo, la vita culturale e sociale locale. I festival musicali e teatrali ideati e organizzati dalla Regione per la prossima estate nelle località individuate quali Grandi Attrattori Culturali del Lazio (Festival Pontino, Festival di Vulci, e Metamorfosi) sono degli esempi di come spettacoli dal vivo di spessore qualitativo possano rappresentare un elemento di costruzione della comunità e dell identificazione dei cittadini nella propria realtà, ma anche un ottima chiave di promozione e richiamo rivolto ad un pubblico esterno. Sotto questo profilo in relazione all analisi delle risorse immateriali, di cui al punto A.2, si dovrà tener conto anche dell insieme vasto ed eterogeneo di manifestazioni che caratterizzano già in modo diffuso la vita culturale del territorio per creare occasioni di valorizzazione e promozione di sistema delle stesse. Calendari unici e accomunati da una chiave di lettura unificante possono qualificare questa tipologia di offerta locale che altrimenti rischia di apparire ripetitiva e scoordinata. Un buon esempio di questo modello di promozione culturale è rappresentato dall iniziativa Passioni i Lepini e la settimana Santa organizzato di recente nei comuni dell area dei Monti Lepini. La manifestazione ha raccolto in una unica proposta sia le diverse iniziative tradizionali di canto e teatro sacro popolare che le singole comunità realizzano nel periodo pasquale, sia eventi culturali costruiti per l occasione, dando vita ad un originale e interessante festival. B.2. Interventi prioritari per la accessibilità e fruibilità delle risorse e dei servizi inseriti negli itinerari tematici individuati. Questa linea di intervento andrà programmata ponendo grande attenzione alla sinergia delle iniziative già in atto e mirando alla massima concentrazione delle risorse. La fruibilità concreta di un itinerario tematico del patrimonio di risorse materiali e immateriali ha bisogno di alcune condizioni fondamentali relative a: 20

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