RAPPORTO SULLO STATO ATTUALE E FABBISOGNI DI OPERE PER LA PROTEZIONE DELLE ACQUE ITALO SVIZZERE

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1 RAPPORTO SULLO STATO ATTUALE E FABBISOGNI DI OPERE PER LA PROTEZIONE DELLE ACQUE ITALO SVIZZERE Image courtesy of Earth Sciences and Image Analysis Laboratory, NASA Johnson Space Center Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere Ottobre 03

2 Indice Prefazione Introduzione Inquadramento geografico, quadro socioeconomico e legislativo Quadro legislativo di riferimento: LA SITUAZIONE ITALIANA La tutela qualitativa delle acque a livello nazionale La normativa della Regione Piemonte La normativa della Regione Lombardia Il servizio idrico integrato Quadro legislativo di riferimento: LA SITUAZIONE SVIZZERA Stato di fatto delle opere di risanamento Risanamento Politica di intervento nei diversi bacini Tipologia di depurazione Livelli di depurazione... 2 Situazione del Lago Maggiore Dati amministrativi, territoriali e demografici Stato di fatto delle opere di risanamento Impianti di depurazione - Bacini Piemontesi Impianti di depurazione - Bacini Lombardi Impianti di depurazione - Bacini Elvetici Carichi di fosforo a lago Fabbisogno per il completamento delle opere di risanamento Stato delle acque Situazioni di criticità... 3 Situazione del Lago di Lugano Dati amministrativi, territoriali e demografici Stato di fatto delle opere di risanamento Carichi di fosforo a lago Fabbisogni per il completamento delle opere di risanamento Stato delle acque Situazione dei bacini secondari Dati amministrativi, territoriali e demografici Stato di fatto delle opere di risanamento Fabbisogni per il completamento delle opere di risanamento... 5 Appendice: metodologia Note riguardanti la regione Piemonte Note riguardanti il Cantone Ticino Terminologia utilizzata... 6 Contributi all'allestimento del rapporto Ottobre

3 Indice delle tabelle Tab 1.1: Estensione percentuale complessiva del servizio di fognatura Tab 1.2: Estensione percentuale complessiva del servizio di depurazione Tab 1.3: Distribuzione territoriale su base comunale dei servizi di fognatura e depurazione Tab 1.4: Lago Maggiore Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione)... Tab 1.5: Lago di Lugano Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione)... Tab 1.6: Bacini secondari gravitanti sull Adda, sull Olona, sull Adige e sull Inn Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione)... Tab 2.1: Inquadramento del bacino... Tab 2.2: Dati generali di popolazione... Tab 2.3: Estensione del servizio di fognatura... Tab 2.4: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante piemontese Tab 2.5: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante lombardo... Tab 2.6: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante svizzero.... Tab 2.7: Tabella riassuntiva degli impianti di depurazione afferenti al Lago Maggiore attualmente in esercizio... Tab 2.8: Bacino del Lago Maggiore. Carichi di fosforo in uscita dagli impianti di depurazione a confronto con carichi rilevati sulle sezioni di chiusura dei singoli sottobacini (valori espressi in t/a)... Tab 2.9: Fabbisogni per il completamento delle fognature municipali nel bacino del Lago Maggiore... Tab 2.10: Impianti di depurazione da realizzare o ampliare nel bacino del Verbano: fabbisogni per il completamento Tab 3.1: Inquadramento del bacino Tab 3.2: Dati generali di popolazione Tab 3.3: Estensione del servizio di fognatura... Tab 3.4: Impianti di depurazione esistenti nella parte lombarda del bacino... Tab 3.5: Impianti di depurazione esistenti nella parte svizzera del bacino Tab 3.6: Sintesi degli impianti esistenti, in costruzione o finanziati Tab 3.7: Bacino del Lago di Lugano. Carichi di fosforo in uscita dagli impianti di depurazione a confronto con carichi rilevati sulle sezioni di chiusura dei singoli sottobacini (valori espressi in t/a) Tab 3.8: Fognature municipali Tab 3.9: Impianti di depurazione da realizzare o da ampliare Tab 3.10: Impianti di depurazione previsti a completamento del risanamento Tab 4.1: Inquadramento del bacino e dati generali di popolazione Tab 4.2: Fognature municipali... Tab 4.3: Impianti di depurazione esistenti, in costruzione o finanziati... Tab 4.4: Fabbisogni per la realizzazione e l ampliamento delle opere di raccolta e convogliamento... Tab 4.5: Fabbisogni per la realizzazione e l ampliamento delle opere di depurazione... Ottobre

4 Prefazione Il presente rapporto illustra lo stato di fatto e le previsioni di intervento formulate dai piani di risanamento relativi ai bacini comuni italo-svizzeri. Questo documento riprende la struttura e i contenuti del "Rapporto su stato attuale e fabbisogni di opere per la protezione delle acque italo-svizzere" pubblicato nel giugno 85 (di seguito R85) che sarà utilizzato come linea guida. Tutti i dati utilizzati sono stati forniti alla Commissione dagli Uffici regionali e cantonali competenti e nella loro quasi totalità sono stati desunti dai documenti ufficiali disponibili presso le relative amministrazioni oppure dal rapporto precedente. I dati demografici e quelli statistico-tecnici relativi alle opere di risanamento riportati in questo rapporto sono riferiti alle sole componenti civili (popolazione residente e afflussi turistici). Poiché infatti lo stato delle conoscenze riguardanti la componente produttiva (industriale) attualmente non permette di ottenere il medesimo grado di dettaglio e completezza nelle differenti entità amministrative coinvolte, si è deciso di non trattare quest ultima componente, rimandando ad aggiornamenti futuri la elaborazione dei relativi dati, una volta completi. La metodologia impiegata per l elaborazione del presente documento ed il significato dei termini utilizzati sono descritti nel capitolo 5 (Appendice). 1 Introduzione 1.1 Inquadramento geografico, quadro socioeconomico e legislativo Le considerazioni relative ai tre bacini idrografici presi in considerazione sono state raggruppate in tre distinti capitoli, rispettivamente relativi al bacino del Lago Maggiore, a quello del Lago di Lugano ed al complesso dei bacini secondari, comprendenti frange territoriali gravitanti sui bacini dell Adda (e quindi sul Lario), dell Olona, dell Inn e dell Adige. Benché l'intero territorio relativo al Lago Maggiore ed a quello di Lugano appartenga ad un unico bacino idrografico, riprendendo la metodologia del R85 si è ritenuto che la suddivisione in due distinti bacini consentisse una maggiore chiarezza espositiva e risultasse altresì opportuna per la diversa situazione in cui si trovano i due laghi. Si osserva comunque che nel bacino del lago Maggiore o Verbano sono inclusi anche i sottobacini dei laghi minori (Varese, Orta, ecc ). 1.2 Quadro legislativo di riferimento: LA SITUAZIONE ITALIANA La tutela qualitativa delle acque a livello nazionale La tutela delle acque dall inquinamento è attualmente disciplinata dal decreto legislativo maggio 99 n. 2 Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole entrato in vigore nel giugno 99, che, pur non costituendo un vero testo unico, rappresenta uno sforzo di riconduzione ad unitarietà legislativa dei diversi profili che caratterizzano la materia. Questo decreto è stato modificato e integrato dal d.lgs. agosto 00 n. 8. Ottobre

5 Il d.lgs. 2/99 si prefigge di prevenire e ridurre l inquinamento ed attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati, conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari utilizzazioni, perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. A tal fine identifica e disciplina i seguenti strumenti: l individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; la tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi nell ambito di ciascun bacino idrografico; il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dallo Stato, nonché la definizione di valori limite in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore; l adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, nell ambito del servizio idrico integrato di cui alla legge 5 gennaio 94, n. ; l individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell inquinamento nelle zone vulnerabili e nelle aree sensibili; l individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche; un adeguato sistema di controlli e di sanzioni. Particolarmente ampio e rilevante è il ruolo delle Regioni nel processo di realizzazione degli obiettivi, nell ambito del quale risulta centrale l elaborazione, l adozione e l attuazione del Piano di tutela delle acque, documento di pianificazione generale contenente gli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Esso dovrà essere adottato dalle Regioni entro il 31 dicembre 03 e approvato in via definitiva non oltre il 31 dicembre 04. La prospettiva di evoluzione della legislazione concernente le risorse idriche è legata al recepimento della direttiva comunitaria n.00//ce che istituisce un quadro per l azione comunitaria in materia di acque finalizzata ancor più verso la tutela non solo della risorsa, ma anche degli ecosistemi. Peraltro il d.lgs 2/99 e s.m.i. in fase di stesura aveva già potuto tener conto di documenti tecnici preparatori alla redazione del testo finale della direttiva quadro, e pertanto in Italia sono già state introdotte molte delle prescrizioni che diventeranno obblighi comunitari. Prima dell adozione del d. lgs. 2/99 una disciplina organica della materia si introdusse per la prima volta con l approvazione della legge 10 maggio 76 n. 3, imperniata sia sulla regolamentazione generale degli scarichi, sia sulla programmazione di interventi volti al risanamento dei corpi idrici. Seguirono all entrata in vigore della L. 3/76 numerosi atti attuativi quali la deliberazione 30 dicembre 80 Direttive per la disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature, di particolare rilevanza per le Amministrazioni regionali chiamate a disciplinare detta tipologia di scarichi nell ambito dei rispettivi piani di risanamento. Come già detto, con riferimento al campo della tutela delle acque dall immissione di apporti inquinanti, il d.lgs. 2/99 ha abrogato, pur mantenendo parti significative delle medesime, tutte le sopra illustrate normative nazionali, definendo una nuova disciplina degli scarichi, nonché inserendo l approccio per obiettivi di qualità tra i propri principi fondamentali e disciplinando compiutamente i tempi e i modi per raggiungere tali obiettivi. Ottobre

6 Attualmente il d.lgs.2/99, (Art. 31, comma 3) stabilisce che entro il 31//05 tutte le acque reflue urbane provenienti da agglomerati con più di 00 abitanti equivalenti siano convogliate in reti fognarie e sottoposte, prima dello scarico, a trattamento secondario o equivalente. Trattamenti più spinti sono inoltre previsti per gli scarichi urbani nei corpi idrici ricadenti in aree sensibili. Peraltro, per quanto riguarda i reflui industriali, è consentito lo scarico diretto nelle acque superficiali, purchè vengano rispettati i valori-limite di emissione indicati all Allegato 5 del predetto d.lgs.2/99. Tuttavia, proprio l introduzione del concetto di area sensibile per definire quei sistemi idrici particolarmente suscettibili di alterazioni ambientali, quali sono i laghi oggetto del presente Rapporto, ha portato a ridefinire, anche in funzione di una più corretta valutazione dei carichi inquinanti diretti a lago, alcuni limiti di emissione allo scarico previsti nella precedente L. 3/76: ad esempio, la massima concentrazione di fosforo riversabile direttamente o indirettamente a lago è passata da 10mg/L, (0,5mg/L entro i 10Km dalla linea di costa, All. A e C L. 3/76), rispettivamente (Tabella 2, All.5 d.lgs.2/99) a 2 mg/l, per gli scarichi di impianti di depurazione con potenzialità inferiore a A.E., e ad 1mg/L, per gli scarichi di acque reflue industriali o di grandi depuratori con potenzialità superiore a A.E. siano essi direttamente o indirettamente afferenti attraverso un bacino idrografico La normativa della Regione Piemonte In Regione Piemonte la succitata deliberazione del 30//80 venne attuata tramite la legge regionale marzo 90 n., recante appunto la disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili. Questa legge, oltre ad imporre agli enti gestori del pubblico servizio di fognatura e depurazione il rispetto di standard di scarico finale differenziati in base alla classificazione delle reti, consente agli stessi di disciplinare in modo più organico tutti gli aspetti inerenti il sistema e in particolare di stabilire norme, prescrizioni regolamentari e limiti di accettabilità per gli scarichi produttivi allacciati alla fognatura rapportati alla capacità depurativa dell impianto centralizzato. Sotto il profilo istituzionale, in applicazione della legge di riforma delle autonomie locali, con la legge regionale 17 novembre 93 n. 48 la Regione Piemonte ha individuato le funzioni amministrative in materia di tutela delle acque dall inquinamento che, attenendo a esigenze di carattere unitario, restano imputate alla competenza regionale e ha ripartito tra gli enti locali le funzioni di rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi sulla base dell interesse territoriale. L iter di revisione della L. 3/76, conclusosi con la legge 17 maggio 95 n. 172, trovò attuazione in Regione Piemonte con la legge regionale 3 luglio 96 n. 37 che apportò solo parziali modifiche della citata l.r. / La normativa della Regione Lombardia La Regione Lombardia ha disciplinato le attività finalizzate alla redazione del piano in materia di tutela delle acque dall'inquinamento con la l.r. marzo 80, n. 32, modificata dalla l.r. novembre 84, n. 58. Nel suddividere il piano in tre parti, rispettivamente relativi agli acquedotti, alle fognature ed al collettamento/depurazione, la l.r. 58/84 ha demandato alle Province il compito di eseguire le indagini, gli studi, nonché di formulare proposte occorrenti a consentire la redazione del piano. Il settore collettamento/depurazione e le parti essenziali in esso interconnesse di quello relativo alle fognature, è stato affrontato prioritariamente. Il piano di settore collettamento/depurazione è stato approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 27 marzo 85, n. 88, dopo un'elaborazione avviata nel 82 con la messa a punto Ottobre

7 dei contenuti e dei criteri redazionali e conclusasi con un approfondito esame delle osservazioni presentate dagli Enti locali sulle proposte elaborate dalla Giunta. Contestualmente al piano è stata approvata la l.r. 27 maggio 85, n. 62 "Disciplina degli scarichi degli insediamenti civili e delle pubbliche fognature - Tutela delle acque sotterranee dall'inquinamento" (modificata con le ll.rr. /90 e /96) che, come emerge dal titolo, attua anche le competenze che la legge Merli ha affidato alla Regione in materia di difesa delle falde; tema, questo, che riveste importanza essenziale nella realtà dell'approvvigionamento idrico lombardo. Alla redazione dei piani di settore relativi agli acquedotti ed alle fognature si è potuto concretamente dare avvio nel dicembre 85 con l'approvazione da parte della Giunta regionale dei criteri relativi ai settori acquedotti e fognature; l'inerente piano di indagine e di ricerca è stato approvato nel dicembre 87. Con Deliberazione del Consiglio Regionale gennaio 02, n. 402, è stato approvato il Piano Regionale di Risanamento delle Acque per i tre settori funzionali: pubblici servizi di acquedotto, fognature, collettamento/depurazione (l.r. 32/80 e l.r. 58/84). 1.3 Il servizio idrico integrato La legge 5 gennaio 94 n., recante Disposizioni in materia di Risorse Idriche, più nota anche come Legge Galli, ha affermato la priorità del consumo umano su ogni altro utilizzo ed elevato a scopo pubblico il risparmio e il rinnovo delle stesse risorse al fine di non pregiudicare ulteriormente il patrimonio ambientale esistente. Tale legge, successivamente integrata e modificata in alcune sue parti dal d. lgs. 2/99, rappresenta tuttora una disciplina unitaria di tutela ed uso delle risorse idriche, dettando disposizioni in materia di riorganizzazione dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e depurazione delle acque reflue in un unico sistema idrico integrato. In Regione Piemonte si è data attuazione alla legge /94 con la legge regionale gennaio 97 n., che ne ha recepito le indicazioni generali ed i criteri ed ha quindi permesso la delimitazione e l individuazione dei sei ambiti territoriali ottimali attualmente esistenti, presupposto della riorganizzazione dei servizi idrici nella realtà piemontese. La Regione Lombardia ha provveduto, in attuazione della legge Galli, alla riorganizzazione della gestione dei servizi pubblici di acquedotto, di fognatura e depurazione attraverso la legge regionale ottobre 98 n., svolgendo ruolo di promotore della riforma dei servizi idrici e di stimolo alla relativa attuazione. Questa legge ha suddiviso il territorio in Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), dei quali corrispondenti ai confini amministrativi delle Province lombarde e 1 alla Città di Milano, prevedendo, all'art. 5, gli adempimenti da porsi in atto da parte della Regione per l'effettivo esercizio delle funzioni in indirizzo. 1.4 Quadro legislativo di riferimento: LA SITUAZIONE SVIZZERA Nel periodo che segue alla pubblicazione del primo rapporto CIPAIS (85) la Svizzera ha provveduto alla revisione delle leggi e delle ordinanze concernenti la protezione delle acque. Nel 91 è entrata in vigore la nuova Legge federale sulla protezione delle acque (LPac) che sostituisce la vecchia Legge federale contro l inquinamento delle acque del 71. Gli obiettivi della vecchia legge vengono confermati per cui non sono da prevedere modifiche sostanziali nella pianificazione degli interventi di risanamento, per la maggior parte già realizzati. Ottobre

8 Al rinnovo della LPac è seguito quello delle ordinanze di applicazione, in particolare l Ordinanza federale sulla protezione delle acque (OPac del 98) sostituisce la vecchia Ordinanza federale generale sulla protezione delle acque (72) e include l Ordinanza federale sull immissione delle acque di rifiuto (75). La LPac tratta i seguenti argomenti: La prevenzione e la rimozione degli effetti pregiudizievoli per la salvaguardia della qualità delle acque, in particolare: l immissione, l introduzione e l infiltrazione di sostanze nelle acque il trattamento delle acque di scarico e lo sfruttamento del concime di fattoria, le premesse relative all evacuazione delle acque di scarico per l ottenimento di permessi di costruzione, le misure pianificatorie di protezione delle acque sotterranee le esigenze concernenti i liquidi inquinanti, lo sfruttamento del suolo e i provvedimenti concernenti le acque. Il mantenimento di adeguati deflussi residuali nei corsi d acqua La prevenzione di altri effetti pregiudizievoli alle acque quali: l arginatura e la correzione di corsi d acqua, l introduzione di sostanze solide nei laghi, lo spurgo e lo svuotamento dei bacini di accumulazione, l estrazione di ghiaia, sabbia o altri materiali. Nell OPac sono raccolti tutti i dettagli che rendono possibile l applicazione della LPac, in particolare vengono regolati: Gli obiettivi ecologici per le acque superficiali e sotterranee definiti in modo descrittivo Le esigenze relative alla qualità delle acque definite in prevalenza tramite limiti numerici. L eliminazione delle acque di scarico tramite condizioni e limiti numerici separatamente per le acque di provenienza domestica, artigianale e industriale, e da altre attività (raffreddamento, cantieri edili, discariche, piscine, ecc.). Lo smaltimento dei fanghi di depurazione. Le esigenze per le aziende con allevamento di bestiame da reddito. Le misure pianificatorie di protezione delle acque sotterranee. 1.5 Stato di fatto delle opere di risanamento Nella Figura 1.1. sono riportati i bacini del Lago Maggiore e del Lago di Lugano, con relativa suddivisione in sottobacini idrografici. In figura 1.2 sono invece rappresentati in dettaglio i territori dei Comuni rivieraschi insistenti sui laghi Maggiore e Lugano. Lo stato attuale delle opere di risanamento è riepilogato nelle Tabelle 1.1, 1.2 ed 1.3. Le percentuali espresse in Tab 1.1 sono riferite, per ciascuna unità territoriale, alla popolazione ad oggi servita da fognature rispetto alla popolazione insediata. In Tab 1.2 sono indicate le medesime percentuali, riferite alla popolazione trattata almeno a livello minimale. In Tab 1.3 Ottobre

9 viene espresso il dettaglio relativo alle percentuali di servizio erogate dai Comuni che si affacciano direttamente a lago, o rivieraschi, rispetto a quelle relative ai Comuni interni. Da tutte le tabelle emerge come, rispetto alla situazione delineata nel precedente rapporto R85, si possa riscontrare un netto incremento del collettamento fognario soprattutto per quanto riguarda i bacini afferenti al Lago Maggiore, anche a seguito della realizzazione, negli ultimi quindici - vent anni, di numerosi impianti di depurazione nei principali centri abitati afferenti al bacino. Si è infatti passati, sul versante italiano, dalla depurazione del % dei reflui con un servizio di fognatura pari al % dell occorrente, ad un servizio in grado di coprire rispettivamente oltre il 75% delle necessità di depurazione e oltre l 80% delle esigenze di collettamento. Analizzando il dettaglio relativo a ciascuna entità amministrativa (Tab 1.2) appare evidente come la componente elvetica raggiunga maggiori percentuali nel servizio di depurazione rispetto a quella italiana, soprattutto per quanto riguarda il lago di Lugano ed i bacini secondari. Occorre tuttavia osservare come tale differenza fosse molto più marcata nel precedente rapporto, e tale evidenza aumenta prendendo in esame i dati del collettamento fognario. A fronte del complessivo e significativo incremento nel servizio di depurazione avvenuto nelle ultime decadi, i dati attuali relativi al Piemonte ed alla Lombardia (rispettivamente, l 83,1% e il 68,1% di abitanti trattati sul totale della popolazione insediata) evidenziano, in una prospettiva dinamica, la necessità di puntare su una razionalizzazione ed un potenziamento degli impianti, con un conseguente miglioramento quali-quantitativo del servizio, piuttosto che prevedere un ulteriore incremento numerico dei depuratori. Dalla Tab 1.3 emerge infatti come l impegno maggiore di adeguamento dei servizi di collettamento e trattamento dei reflui sia stato rivolto a quei territori che, affacciandosi direttamente a lago, contribuiscono in maniera determinante all apporto di nutrienti (fosforo in particolare) al corpo d acqua. Nei Comuni rivieraschi piemontesi, infatti, la percentuale di servizio è prossima al 100%, mentre le zone più interne sono caratterizzate da piccoli abitati, frazioni isolate e case sparse con una copertura di servizio ovviamente molto minore, peraltro compensata dal fatto che i relativi apporti non sono riversati direttamente a lago. Quanto sopra vale anche per il Cantone Ticino ma non per la Lombardia, ove parecchi agglomerati importanti (ad esempio Varese) non sono rivieraschi. Una calibrazione ottimizzata del servizio alle varie esigenze del territorio sarà possibile anche grazie ad una conoscenza più accurata delle componenti socio-economiche che maggiormente lo caratterizzano: ad esempio, risulta tuttora incompleto, sul versante italiano, il quadro di dettaglio relativo a quella parte di componente produttiva (Abitanti Equivalenti industriali) allacciata a fognatura e i cui reflui vengono trattati nei pubblici impianti di depurazione. Ne consegue che, per alcuni dei maggiori impianti, ciò porta a dover trascurare, nella valutazione della percentuale di servizio, il trattamento dei reflui industriali, spesso vicino al 100% dell occorrente. Pertanto le percentuali riportate sono da intendersi come rappresentative solo della quota di servizio prestata all utenza civile, per la quale i dati sono interamente disponibili. In un prossimo futuro le attività di indagine conoscitiva finalizzate all adozione dei Piani regionali di Tutela delle Acque, così come previste dal d.lgs.2/99 e dai relativi decreti di attuazione, consentiranno presumibilmente di stimare con un maggiore precisione le percentuali di carico inquinante da attribuire all apporto industriale per ogni singolo depuratore. La legislazione italiana, a partire dalla L. 3/76 e fino al recente d.lgs.2/99, non ha posto infatti particolari vincoli, purché entro determinati limiti di emissione (Art.31, comma 1, d.lgs 2/99 e s.m.i.), allo scarico diretto in corpo idrico superficiale delle acque reflue industriali: ciò ha comportato pertanto, parallelamente al conferimento alla rete fognaria, una diffusa pratica dello scarico diretto in corpo idrico, il cui controllo quali-quantitativo, peraltro, non è, né può essere attualmente, sistematico e continuativo. La situazione normativa elvetica, d altra parte, impone l allacciamento alle canalizzazioni pubbliche, all interno del perimetro delle canalizzazioni (zone edificabili provviste di canalizzazione) e, quando risulta opportuno o ragionevolmente esigibile, fuori da queste ultime (Art. Opac): la gestione di un sistema degli scarichi fortemente gravitante sulle stazioni centrali di depurazione ha consentito una più accurata ma soprattutto più capillare e dettagliata descrizione della composizione percentuale, in base alla tipologia, dei carichi inquinanti insistenti sui bacini oggetto di questo Rapporto dal versante svizzero. Nel complesso dei bacini secondari si riscontrano percentuali non dissimili da quelle evidenziate per i bacini principali, sia per quanto riguarda le connessioni fognarie che gli impianti di depurazione. Ottobre

10 Tab 1.1: Estensione percentuale complessiva del servizio di fognatura Fognature Municipali Lago Maggiore Lago di Lugano ( AE) (6 059 AE) Bacini Secondari (67 7 AE) Totale per Regione, Cantone LOMBARDIA(477 0 AE) 75.0% 80.4% 78.9% 76.5% PIEMONTE (2 090 AE) 86.3% % TICINO (0 694 AE) 81.6% 96.1% 93.8% 89.0% TOTALE PER LAGO (1'9 '8 AE) 81.0% 89.9% 84.9% % Popolazione Servita su Insediata Tab 1.2: Estensione percentuale complessiva del servizio di depurazione Impianti Di Depurazione Lago Maggiore Lago di Lugano ( AE) (6 059 AE) Bacini Secondari (67 7 AE) Totale per Regione, Cantone LOMBARDIA(477 0 AE) 68.1% 53.8%.6% 62.2% PIEMONTE (2 090 AE) 83.1% % TICINO (0 694 AE) 85.1% 96.1% 93.8% 91.7% TOTALE PER LAGO (1'9 '8 AE) 77.0% 79.4% 58.9% % Popolazione Trattata su Insediata Tab 1.3: Distribuzione territoriale su base comunale dei servizi di fognatura e depurazione Entita amministrativa Tipologia di Servizio Lago Maggiore ( AE) Lago Di Lugano (6 059 AE) Comuni Comuni Comuni Comuni Rivieraschi Interni Rivieraschi Interni LOMBARDIA (83'1 AE) (248'6AE) (29'177 AE) (75'797AE) PIEMONTE (0 062 AE) (2'0 AE) - - TICINO (70'2 AE) (102 1 AE) (98'0 AE) (62'7 AE) LOMBARDIA Fognatura 68.0% 77.4% 90.5% 76.5% (4 3 AE)* Depurazione 58.1% 71.4%.7% 64.2% PIEMONTE Fognatura 93.4% 79.3% - - (2 090 AE) Depurazione 91.1% 75.2% - - TICINO Fognatura 95.0% 81.6% 98.4% 92.3% (3 648 AE)* Depurazione 95.0% 79.9% 98.4% 92.3% * escluso i bacini secondari 1.6 Risanamento Politica di intervento nei diversi bacini Le differenze riscontrabili nella qualità delle acque e nello stato trofico dei laghi oggetto di questo rapporto, così come dei bacini che li formano, sono attribuibili, oltre che alle peculiari caratteristiche geo-morfologiche di ciascun bacino, a densità insediative fortemente disomogenee da zona a zona, all interno del medesimo bacino, con diversa distribuzione e consistenza delle pressioni antropiche che ne derivano. Ne conseguono politiche di intervento territorialmente mirate e che stabiliscono priorità temporali ed economiche per il potenziamento di impianti esistenti o la realizzazione di nuovi Ottobre

11 impianti di depurazione, così come per la definizione delle misure tecniche di depurazione da adottare o per la innovazione e manutenzione delle reti fognarie, in relazione all incidenza del carico inquinante di origine antropica che i singoli sottobacini di afferenza riversano nei laghi. Le limitazioni che derivano dalle caratteristiche morfologiche di un lago si possono rappresentare con il carico ammissibile di fosforo, che indica quanto fosforo può essere immesso in un lago senza che questo lago diventi eutrofico. La quantità di fosforo immessa in un lago dipende dalla densità dell insediamento antropico e dal numero e dalle caratteristiche delle attività produttive esistenti. Quanto più la densità della popolazione è elevata, tanto più si dovrà ridurre il carico di fosforo. Se il lago inoltre presenta un carico ammissibile basso, per la riduzione del fosforo dovranno essere adottate misure avanzate (flocculazione-filtrazione). Gli estremi nel comprensorio di interesse della Commissione sono rappresentati dal Lago Maggiore, che presenta bassa densità di popolazione e un carico ammissibile di fosforo elevato, e dal bacino sud del Lago di Lugano, che presenta una elevata densità insediativa e un basso carico ammissibile Tipologia di depurazione Gli impianti di depurazione realizzati e da realizzare nel bacino imbrifero dei laghi di Lugano e Maggiore si possono raggruppare in tre diverse tipologie. Nei più semplici, quelli a trattamento primario (tipologia 1), avviene solamente una separazione del materiale fangoso dall acqua reflua. Questi impianti sono applicabili a piccoli agglomerati in zone discoste, dove il costo per un trattamento più efficace risulta sproporzionato ai benefici ottenuti. La tipologia 2 raggruppa gli impianti con trattamento secondario (in aggiunta a quello primario), che consiste nel trattamento biologico delle acque reflue liberate della parte fangosa. Al trattamento secondario si accompagna di regola una parziale eliminazione del fosforo tramite aggiunta di precipitanti. Questo tipo di impianto permette di ottenere una qualità dell acqua di scarico conforme alle normative vigenti nei due Stati. La tipologia 3 raggruppa quegli impianti che sono dotati di stadi aggiuntivi di eliminazione del fosforo e/o dell azoto. Per l eliminazione del fosforo lo stadio aggiuntivo consiste di regola in un processo di flocculazione abbinato ad una fase di filtrazione (IV fase). Questa tecnologia permette di ridurre le concentrazioni in uscita agli impianti a livelli di 0.1 mg/l o inferiori. L eliminazione dell azoto è articolata in due stadi, il primo per la nitrificazione dell azoto ammoniacale (ossidazione in azoto nitrico), il secondo di denitrificazione (riduzione dell azoto nitrico ad azoto gassoso) Livelli di depurazione Nel 94 la Commissione ha stabilito nel documento controllo dei carichi di fosforo gravanti sui corpi idrici comuni italo-svizzeri i seguenti livelli di abbattimento del fosforo da raggiungere negli impianti di depurazione (IDA) in funzione delle immissioni dell insediamento umano e industriale e dei carichi ammissibili. Lago Maggiore: Lago di Lugano: b. nord b. sud IDA AE 0.8 mg/l IDA AE 0.8 mg/l 0.8 mg/l IDA > '000 AE 0.5 mg/l IDA > 10'000 AE 0.3 mg/l 0.3 mg/l Per quanto concerne l abbattimento dell azoto Italia e Svizzera si sono impegnati a eliminare negli IDA con più di 10'000 AE del Lago di Lugano la componente ammoniacale a causa del precario stato di ossigenazione delle acque. Il costo stimato delle opere da realizzare in base ai piani è stato riepilogato nella Tab 1.4 per il bacino del lago Maggiore, nella Tab 1.5 per il bacino del lago di Lugano ed in Tab 1.6 per i bacini secondari. Si sottolinea che, per una corretta comparazione dei costi, oltre che del fattore cambio, occorre tener conto dei diversi criteri ed oneri realizzativi delle opere nei due paesi. Ottobre

12 I fabbisogni di finanziamento per il completamento delle opere di risanamento relative al Lago Maggiore risultano dalla Tab 1.4 e ammontano a circa Milioni di Euro per quanto riguarda la parte svizzera del bacino e a circa 1 Milioni di Euro per la parte italiana. Dalle tabelle emerge l esigenza di un potenziamento della depurazione nei bacini italiani afferenti al lago Maggiore, soprattutto attraverso interventi di razionalizzazione, ammodernamento, ampliamento e potenziamento di impianti già esistenti. A tal fine, per quanto riguarda il versante piemontese del lago si prevede un fabbisogno di investimenti per circa Milioni di Euro, mentre sul versante lombardo la previsione di investimento è leggermente inferiore ed ammonta a circa Milioni di Euro. D altro canto i territori lombardi afferenti al lago necessitano investimenti consistenti nel completamento della rete di allacciamento fognario (circa 50 Milioni di Euro sul comparto fognario e circa milioni di Euro in canalizzazioni consortili). Sul versante Svizzero, gli investimenti si riferiscono quasi unicamente ad opere di canalizzazione municipale e consortile necessarie per portare il tasso di allacciamento e trattamento al 90% della popolazione totale insediata. Tab 1.4: Lago Maggiore Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione) Regione o Fognature Canalizzazioni Impianti di Cantone municipali consortili depurazione Totale KEuro kchf* keuro kchf keuro kchf keuro kchf Piemonte 9'900 '553 5'000 7'0 '6 37'685 40'5 59'588 Lombardia 51'800 76'7 '765 '465 '0 '665 92'705 6'277 Vallese Ticino 40'8 '000*** '5 '000** '1 80'000 Grigioni 2'177 3'0 1' '109 3'100 5'9 8'700 Totale Italia '700 90'700 27'765 40'8 43'776 64'0 1'241 5'865 Totale Svizzera 43'1 63'550 '8 '400 2'4 3'0 '6 89'0 Totale generale 104'931 4'0 43'003 63'2 45'9 67'5 3'893 5'0 (*) Assunto un cambio di CHF 1.47 per Euro (**) Allacciamento Blenio fino ad Acquarossa e Faido (***) Per raggiungere il 90% di depurazione nel bacino del Verbano Per quanto riguarda il Lago di Lugano, il fabbisogno totale per il completamento delle opere di risanamento ammonta a 77 Milioni di Euro. Di questa cifra circa 43 Milioni di Euro riguardano la parte ticinese, quasi Milioni di Euro sono invece necessari per la parte lombarda del bacino: oltre il 70% di questi investimenti riguardano il completamento della rete fognaria, in un territorio densamente abitato e ricco di attività produttive. Tab 1.5: Lago di Lugano Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione) Regione o Fognature Cantone municipali Canalizzazioni consortili Impianti di depurazione Totale keuro KCHF* keuro kchf keuro kchf keuro kchf Ticino 10'884 '000 17'006 '000 ** 6 '000 *** 7 62'000 Lombardia 24'934 '653 2'531 3'7 7'375 10'8 34'840 51'2 Totale '8 '653 '537 '7 6 31' '2 (*) Assunto un cambio di CHF 1.47 per Euro (**) Alto Malcantone, Gandria, Brusino, Bissone (***) Impianto del Medio Cassarate I fabbisogni finanziari necessari a completare le opere previste dai piani della Lombardia, del Ticino e dei Grigioni, per quanto riguarda i bacini secondari, sono evidenziati nella Tab 1.6. Ottobre

13 Tab 1.6: Bacini secondari gravitanti sull Adda, sull Olona, sull Adige e sull Inn Sintesi dei fabbisogni per il completamento del risanamento (fognature municipali, canalizzazioni consortili ed impianti di depurazione) Regione o Fognature Canalizzazioni Impianti di Cantone municipali consortili depurazione Totale keuro kchf* keuro kchf keuro kchf keuro kchf Lombardia 1'4 2' '840 8'585 7'8 '5 Ticino 4'081 6' '000** '5 '000*** '6 27'000 Grigioni 1'0 1' '701 2'500 Totale Italia 1'4 2' '840 8'585 7'8 '5 Totale Svizzera 5'101 7'500 1'0 1'500 '945 '500 '067 29'500 Totale generale 6'5 9'646 1'562 2'297 '785 29'085 27'909 41'0 (*) Assunto un cambio di CHF 1.47 per Euro (**) Allacciamento Meride a IDA Mendrisio (***) Ampliamento IDA Chiasso L intervento più consistente concerne l ampliamento ed il rinnovamento dell impianto di depurazione di Chiasso per migliorare la qualità delle acque depurate immesse nel torrente Breggia, che al confine con l Italia presenta un deflusso modesto. Ottobre

14 2 Situazione del Lago Maggiore Si rammenta che tutti i dati riportati nel presente capitolo non riguardano gli elementi relativi ai territori gravitanti sul lago di Lugano o Ceresio, che, pur essendo compresi nel più vasto bacino imbrifero di afferenza al lago Maggiore, vengono presentati e commentati nel successivo, apposito capitolo. 2.1 Dati amministrativi, territoriali e demografici Il bacino del Verbano si estende superficie del lago esclusa per circa 5'900 Km 2 suddivisi all incirca a metà tra Italia (51%) e Svizzera (49%). Amministrativamente il territorio è ripartito in 329 Comuni, di cui 176 italiani e 3 svizzeri. I Comuni rivieraschi (43) sono per 2/3 italiani; la superficie occupata da questi Comuni (circa il % di quella totale del bacino) è per il % riferibile all Italia. Tab 2.1: Inquadramento del bacino Comuni interessati Regione o Cantone Rivieraschi Totali No. Superficie[Km 2 ] No. Superficie[Km 2 ] Piemonte '467 Lombardia Vallese Ticino 4 8 2'3 Grigioni Totale Italia '049 Totale Svizzera 4 3 2'879 Totale generale '9 Nel bacino risiede una popolazione di circa 540'000 unità (Tab 2.2), con attività economiche molto sviluppate: complessivamente, la popolazione insediata nel bacino di afferenza considerando, oltre ai residenti, anche l afflusso turistico stagionale, è di circa 900'000 unità. Il contributo in termini di A.E. attribuibile al comparto industriale, non è stato incluso in questo rapporto poiché per alcune componenti (Piemonte, Lombardia, si stima paragonabile, in termini di A.E., a quello relativo al movimento turistico riportato in Tab 2.2). Il numero di A.E. gravitanti sul lago Maggiore dal versante italiano è circa cinque volte superiore a quello relativo al versante svizzero, (Tab 2.2), a fronte però di una superficie territoriale afferente pressoché paragonabile (Tab 2.1). Appare inoltre chiaro, confrontando le estensioni territoriali dei singoli bacini ed il dettaglio relativo alla distribuzione degli abitanti, che la densità di popolazione, sia quella stabilmente residente, sia, a maggior ragione, quella del flusso turistico stagionale, è fortemente sbilanciata verso le sponde del lago, mentre le porzioni di bacino alto-vallive e montane presentano, a fronte di territori molto estesi, una presenza antropica più limitata. Ciò vale soprattutto per i bacini piemontesi e svizzeri di afferenza al lago, mentre una situazione particolare si riscontra in Lombardia, dove questi ultimi presentano una superficie complessiva ridotta, ma sono caratterizzati da una notevole densità e complessità insediativa. Nel presente rapporto (Figura 1.1; Tab 2.2) i dati sono stati aggregati per singolo sottobacino. Laddove le afferenze siano direttamente a lago oppure, fra le zone ad esso prospicienti, non sia ravvisabile un sottobacino significativo ed univoco, si è utilizzata l aggregazione Zone Rivierasche. Il sottobacino del torrente Tresa è condiviso tra Svizzera (Ticino) e Italia (Lombardia). Altre situazioni particolari sono rappresentate dal bacino del Melezzo Orientale, in territorio piemontese ma afferente al Verbano tramite il fiume Maggia in Svizzera, e dalla porzione elvetica di Cantone Vallese, che afferisce invece al bacino del Toce attraverso il Torrente Diveria. Il dettaglio relativo alla aliquota di popolazione insediata nei Cantoni Grigioni e Vallese afferenti Ottobre

15 al Lago Maggiore, peraltro numericamente esigua, non è disponibile e pertanto il dato svizzero è pressoché totalmente rappresentato da quello del Cantone Ticino. Tab 2.2: Dati generali di popolazione Cantone / Regione Sottobacino Popolazione attuale insediata Residenti Turisti Totali Toce + Strona 0'900 66' '597 Melezzo Orientale 5'243 '550 '793 San Giovanni Intra 5'554 5'500 '054 Vevera 4'880 1'090 5'970 PIEMONTE Erno 1'577 3'400 4'977 San Bernardino 2'100 2'400 4'500 Cannobino 1' '982 Zone rivierasche 69'7 66'850 6'7 A.E. Totali Piemonte 0'653 1'437 2'090 Acquanera 7'0 2'598 10'8 Bardello 101'945 46'749 8'694 Boesio '0 17'9 '301 Colmegna 1'775 2'2 3'986 LOMBARDIA Giona 5 2'8 2'9 Monvallina 8'6 4'0 '7 Tresa '769 10'3 31'9 Zone rivierasche 46'892 '9 83'1 A.E. Totali Lombardia 9'097 2'0 1'347 TOTALE ITALIA A.E. bacini Lombardi + piemontesi 409'750 3' '437 Maggia '178 4'595 '773 Ticino 77'632 9'173 86'805 Tresa 1' '6 TICINO Giona 69 7 Verzasca 1' '0 Zone rivierasche '4 '007 '1 A.E. Totali Ticino 1'946 '7 172'563 GRIGIONI '800 VALLESE TOTALE SVIZZERA A.E. Ticino + Grigioni + Vallese 1'946 '7 5'893 TOTALE GENERALE Bacini afferenti al Verbano 543'696 3' '0 Ottobre

16 2.2 Stato di fatto delle opere di risanamento Viene qui riassunto lo stato di fatto delle opere già realizzate e funzionanti, riportando l'estensione del servizio di fognatura (Tab 2.3) e l elenco degli impianti di depurazione (Tab 2.4 e Figura 2.1.). Il servizio di fognatura, come si evince dalla Tab 2.3, risulta attualmente distribuito piuttosto uniformemente nei bacini afferenti al Lago Maggiore, con una estensione complessiva, espressa come percentuale di popolazione servita rispetto a quella insediata, pari a circa l 81% del totale. La situazione svizzera mostra un servizio capillare e quasi completamente realizzato nelle aree rivierasche e di fondovalle. Rimangono da servire aree discoste e poco insediate. Anche i dati relativi alle fognature nei bacini piemontesi del lago, pur riferiti alla sola componente residenziale (A.E. residenti + turisti), indicano come l allacciamento degli insediamenti civili alla pubblica fognatura sia ormai ad uno stato di realizzazione avanzato. Per quanto riguarda la Lombardia, dove la densità di popolazione è maggiore, il servizio fognario copre attualmente il 75% delle esigenze di collettamento e per il suo potenziamento sono in previsione ulteriori investimenti (si veda la Tab 1.1 a Pag. 10). Tab 2.3: Estensione del servizio di fognatura Regione o Cantone Popolazione totale insediata Popolazione totale servita % Popolazione servita su insediata Piemonte 2'090 3'659 86,3% Lombardia 1' '6 75,0% Vallese ,0% Ticino 172'563 0'827 81,6% Grigioni '800 '0 87,5% Totale Italia 693'437 5'7 80,9% Totale Svizzera 5'893 2'7 81,9% Totale generale 879'0 7'494 81,1% La situazione degli impianti di depurazione esistenti nel bacino del Verbano è descritta in dettaglio dalletab 2.4 (Bacini piemontesi), Tab 2.5 (Bacini lombardi), e Tab 2.6 (Bacini elvetici) e, come quadro complessivo, nella Tab 2.7 (tabella riassuntiva di riepilogo delle Tab 2.4, Tab 2.5, Tab 2.6, aggregate per tipologia di impianto) nonché rappresentata cartograficamente nelle Figure 2.1 e 2.2. Quando disponibile, per ogni impianto è riportato il carico annuo di fosforo scaricato desunto dai controlli analitici Impianti di depurazione - Bacini Piemontesi Nei bacini piemontesi afferenti al Lago Maggiore sono attualmente funzionanti 90 impianti, nei quali vengono trattati circa 300'000 A.E.; la potenzialità globale esistente è di circa 340'000 A.E. Otto sono gli impianti di potenzialità superiore a 10'000 A.E. Dei 90 impianti presenti, 69 presentano una potenzialità inferiore ai 00 A.E. o comunque trattano meno di 00 A.E.; i dati relativi a questi piccoli depuratori sono aggregati a quelli stimati per le oltre 100 fosse imhoff distribuite sul territorio: si tratta in genere di piccoli impianti asserviti ad abitati montani o vallivi, deputati al solo trattamento fisico dei reflui ed, in percentuale molto minore, alla depurazione biologica. Gli impianti principali, d altra parte, come evidenziato in Fig. 2.2, sono distribuiti in zone densamente abitate lungo i maggiori tributari del lago Maggiore e lungo l area rivierasca: quasi tutti dotati di trattamento avanzato dei reflui, essi producono circa il 78% dei reflui complessivamente trattati ed apportano al Verbano un carico annuo di fosforo stimato in Ottobre

17 tonnellate circa, contro un apporto totale al lago che, dal versante piemontese, nell ultimo decennio, è stato di circa -65 t/a. I piccoli depuratori e le imhoff complessivamente apportano un carico stimato in poco meno di t/a. I dati riportati in Tab 2.4 sono relativi all anno 01 e riportano i valori relativi ai dati di misura ottenuti da autocontrolli eseguiti da parte degli Enti di gestione degli impianti oppure attraverso i controlli istituzionali eseguiti da ARPA Piemonte. Nei casi in cui (alcuni impianti a potenzialità superiore ai 00 A.E. e gli impianti e le Vasche Imhoff al di sotto dei 00 A.E. trattati) non fossero stati disponibili dati analitici, si è proceduto ad una stima (vedasi Appendice). Tab 2.4: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante piemontese IMPIANTI Situazione impianto (*) Tipologia impianto (**) Popolazione totale trattata (#) Potenzialità AE P tot in uscita (#) CARICO [t/a] Bee A 1 2'7 1'500 0, Brovello Carpugnino A 1 3'3 4'100 1,56 Cannobio A 3 '105 '000 0, Ceppo Morelli A 1 6 2'100 0,17 Domodossola A 3 '003 '000 0, Dormelletto A 3 '673 45'000 0,76 Druogno A 1 5'2 2'300 0,24 Formazza A '500 0, Gravellona A 3 34'086 '0 0,53 Lesa A 3 27'081 9'800 0, Macugnaga A 1 5'4 3'0 0, Meina A 2 5'554 2'500 1, Mergozzo A 2 3'966 '000 1, Omegna A 3 '755 29'000 0,70 San Maurizio d'opaglio A 3 4'379 '500 0,82 Toceno A 2 2'810 1'000 0,66 Varzo A 2 2'4 2'500 0, VERBANIA A 3 48'674 48'400 0,74 Villadossola A 2 6'297 10'000 0, Vogogna A 2 3'773 5'000 0,58 Vogogna A 2 1'6 5'000 0, Totale Impianti con potenzialità > 00 A.E. 6(1); 7(2); 8(3) o trattanti >00 A.E. A 241'371 7'000,95 (n =) Sommatoria impianti con potenzialità <00 A.E. (1); 31(2); 69A (n =69) 59'462 51'300,67 Totale impianti afferenti al Verbano in territorio (1); (2); 8(3) piemontese (n =90) 90A 300'8 3'300 24,62 (*) A = Esistente e funzionante, B = esistente non funzionante, C = progettato e finanziato (**) 1 = impianto a trattamento primario, 2 = impianto a trattamento secondario, 3 = impianto a trattam. più avanzato (#) Valori riferiti all anno 01. N.B. Nei totali della colonna Tipologia impianto è evidenziato il numero di impianti per ciascuna tipologia (in parentesi) Impianti di depurazione - Bacini Lombardi In Lombardia vi sono 43 impianti, per una potenzialità complessiva di circa 3'000 A.E., dei quali di potenzialità inferiore ai 2'000 A.E. La popolazione totale trattata è di circa 2'000 A.E. Otto sono gli impianti esistenti a potenzialità superiore ai 10'000 A.E. (un nono è in fase di realizzazione a Besozzo). La realtà più significativa è costituita dal depuratore di Gavirate, che con una popolazione trattata di 100'000 A.E. contribuisce per oltre il 43% sul totale del servizio e produce un apporto di fosforo pari al 65% dell apporto complessivo da parte dei depuratori lombardi, il quale ammonta a 29 t/a. Ottobre

18 La diversità geo-morfologica delle sponde lombarda e piemontese del lago Maggiore e la differente distribuzione di popolazione nei rispettivi bacini di afferenza si rispecchiano nelle differenze di composizione ed organizzazione del servizio di depurazione: in Piemonte, la dispersione degli insediamenti in un vasto territorio a carattere prevalentemente montuoso, ha fatto sì che, numericamente, vi sia una predominanza di impianti di limitata dimensione e potenzialità; tuttavia gli impianti trattanti più di 00 AE, prevalentemente distribuiti nella zona rivierasca, pur rappresentando solo il % del totale, trattano, da soli, il 58% della popolazione insediata nel bacino piemontese. In Lombardia, dove un territorio limitato comprende una alta concentrazione antropica, a fronte di un minor numero di depuratori si può riscontrare una maggiore densità di impianti a potenzialità medio-alta, in grado di trattare almeno 00 AE: la quasi totalità dei reflui trattati in sponda lombarda (96% circa) proviene da questi impianti. Tab 2.5: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante lombardo. Pop. P tot in Situazione Tipologia Potenzialià Impianti impianto (*) totale uscita (#) impianto (**) trattata (#) AE CARICO [t/a] Depuratore di Gavirate A 3 100'000 0' Depuratore di Laveno Mombello A 2 '000 30' Depuratore di Besozzo C 3 0 1) '500 Depuratore di Angera A 3 '000 ' Depuratore di Ferrera di Varese A 3 8'800 ' Depuratore di Luino A 3 '000 ' Depuratore Casalzuigno A 3 5'650 ' Monvalle A 3 10'850 ' Lavena Ponte Tresa A 3 9'000 ' Porto Valtravaglia A 3 2'900 9' Depuratore di Brenta (privato) A 3 2'000 6' depuratore di Maccagno A 3 5'000 5' Travedona Monate A 2 4'500 4' Depuratore di Castelveccana A 3 4'000 4' Leggiuno A 2 3'400 3' Depuratore di Casale Litta A 3 2'500 3' Brebbia A 2 4'000 3' Brebbia A 2 2'500 3' Depuratore di Ispra 70 A 2 2'487 3' Depuratore di Cocquio Trevisago A 2 2'500 2' Rancio Valcuvia A ' Totale Impianti con potenzialità >00 AE o trattanti >00 AE (n=) A;1C 8(2);(3) 1' ' Totale impianti con potenzialità<00 AE () A;1B (1);8(2);1(3) 9'699 ' Totale impianti afferenti al Verbano in territorio lombardo 41A;1B;1C (1);(2);(3) 1'486 3' (n=43) (*) A = Esistente e funzionante, B = esistente non funzionante, C = progettato e finanziato (**) 1 = impianto a trattamento primario, 2 = impianto a trattamento secondario, 3 = impianto a trattam. più avanzato (#) Valori riferiti all anno 01. 1) L'impianto entrerà in funzione il 1 gennaio 04 e tratterà 9'000 A.E. N.B. Nei totali della colonna Tipologia impianto è evidenziato il numero di impianti per ciascuna tipologia (in parentesi) Ottobre

19 2.2.3 Impianti di depurazione - Bacini Elvetici La situazione degli impianti esistenti nel comprensorio svizzero del bacino è riportata in Tab 2.6; Il dato nazionale è praticamente determinato dal Canton Ticino, mentre marginali risultano essere, sia dal punto di vista della popolazione trattata, sia dal punto di vista dei carichi sversati, gli apporti dei Cantoni Grigioni e Vallese. Complessivamente si possono contare impianti già funzionanti con una potenzialità totale di quasi 5'000 A.E, mentre la popolazione trattata raggiunge quasi i 3'000 A.E. Quasi tutti gli impianti effettuano un trattamento secondario di tipo biologico dei reflui. Gli impianti più importanti sono quelli di Bellinzona (41'500 A.E. trattati), di Foce Maggia e Foce Ticino (con un totale, rispettivamente, di 55'000 e 29'000 A.E.). L apporto complessivo di fosforo al Verbano dal territorio svizzero è di circa tonnellate /anno. L apporto dei cantoni Vallese e Grigioni, i cui dati non sono tutti disponibili, rappresenta una minima percentuale del totale. Tab 2.6: Impianti di depurazione esistenti nei bacini afferenti al VERBANO dal versante svizzero. Cantone Impianti Vallese Totale Impianti con potenzialità o trattanti > 00 A.E. (n =0) impianti con potenzialità <00 A.E. (n =2) Situazione impianto (*) Tipo impianto (**) Popolazione totale trattata (#) Potenzialità AE P tot in uscita (#) CARICO [t/a] A(1) ; C(Simplon) 1(1); 3(Simplon) (Simplon) Ticino Airolo A 2 2'883 4' Bellinzona (Giubiasco) A 2 41'5 100' Biasca A 2 9'2 24'000 0,53 Brissago A 2 3'968 ' Foce Maggia A ' Foce Ticino A 2 29'081 48' Magliasina (Croglio) (***) A 2 1 9* ' Quinto A 3 1'0 2' Totale Impianti con potenzialità o trattanti > 00 A.E. (n =8) 8A 7 (2); 1(3) 5 0 3' impianti con potenzialità <00 A.E. (n = 8) 8A 1(1); 5(2); 2(3) Grigioni Lostallo A 2 2'000 3'500 n.d. San bernardino A 2 2'900 3'300 n.d. 0,51 impianti con potenzialità <00 A.E. (n =2) 2A 2(1) n.d. Totale Canton Vallese 1A; 1C 1(1); 1(3) ,51 Totale Canton Ticino A 1(1); (2); 3(3) ' Totale Canton Grigioni 4A 2(1); 2(2) 5'650 7'750 - Totale Svizzera A; 1C 4(1);(2);4(3) (*) A = Esistente e funzionante, B = esistente non funzionante, C = progettato e finanziato (**) 1 = impianto a trattamento primario, 2 = impianto a trattamento secondario, 3 = impianto a trattam. più avanzato (***) L impianto della Magliasina tratta in totale '2 AE, in gran parte provenienti dal bacino imbrifero del Ceresio (#) Valori riferiti all anno 01. N.B. Nei totali della colonna Tipologia impianto è evidenziato il numero di impianti per ciascuna tipologia (in parentesi) Gli impianti di depurazione complessivamente esistenti nel bacino del Verbano, tralasciando i piccoli IDA comunali, sono 5, con una potenzialità totale di circa 1'000'000 di A.E. Fra questi si contano impianti a trattamento primario, 68 a trattamento secondario e a trattamento più avanzato. La popolazione servita ammonta a poco meno di 650'000 A.E. In Svizzera sono serviti complessivamente circa 2'000 A.E, pari all'82% circa dei 5'893 A.E. insediati totali. Ottobre

20 In Piemonte sono sottoposti a trattamento, almeno al livello minimale, l 83% circa dei reflui prodotti dalla popolazione civile insediata mentre in Lombardia questa percentuale si attesta intorno al 68%. Queste percentuali, come già sottolineato, non comprendono gli A.E. industriali. Tab 2.7: Tabella riassuntiva degli impianti di depurazione afferenti al Lago Maggiore attualmente in esercizio Regioni Regioni o Cantoni N Impianti a trattamento primario Pop. Potenzialità totale globale trattata % pop. trattata su insediata N Impianti a trattamento secondario Pop. totale trattata Potenzialità globale % pop. trattata su insediata N Impianti a trattamento più avanzato Pop. totale trattata Potenzialità globale % pop. trattata su insediata N Dati globali relativi agli impianti esistenti Pop. totale trattata Potenzialità globale % pop. trattata su insediata Piemonte 4 '6 '0 10,9% 63'455 69' % 8 7'756 0' % '8 3' % 4 Ticino '070 3' % 3 1'985 4' % 6'801 3' % Vallese n.d n.d n.d. Grigioni n.d. 2 4'900 6'800 n.d '650 7'750 n.d. Lombardia 1 9'699 ' % 34'7 51' % 1' ' % 43 5'586 1' % 3 Tot. pop. insediata: 879'0 A.E. 2.3 Carichi di fosforo a lago In Tab 2.8 sono indicati i carichi di fosforo riversati nel lago Maggiore dai bacini italiani e svizzeri. Nella colonna P in uscita sono indicate le sommatorie dei carichi apportati dai singoli depuratori. Nella colonna P in sezione di chiusura sono indicati i valori di misura, riferiti all anno 01, delle stazioni di rilevamento automatico in chiusura di bacino, laddove presenti. Nella colonna Carico a lago sono indicati i carichi annui che si stimano complessivamente riversati a lago da ciascun bacino, considerando sia gli apporti provenienti dai corsi d acqua sia gli scarichi a lago. A fianco sono indicati gli impianti di depurazione principali insistenti sui singoli bacini. Alcuni bacini, tuttavia, non sono dotati di stazioni automatiche di misura alla loro sezione di chiusura e pertanto, attualmente, i dati relativi alle sommatorie degli apporti di fosforo emessi dai singoli depuratori, seppur indicativi, non sono direttamente correlabili con il carico di P che complessivamente si riversa a lago. Inoltre, in molti casi, non sono disponibili serie continue di dati analitici (controlli ARPA ed autocontrolli degli Enti di gestione) che consentano di determinare con precisione per ciascun bacino i quantitativi di fosforo in uscita dagli impianti di trattamento, anche in considerazione della eterogeneità, sia per tipologia di trattamenti effettuati sia per numero di abitanti serviti, di questi ultimi: pertanto laddove i dati non fossero disponibili, si sono dovute elaborare delle stime che tenessero conto dell apporto medio giornaliero pro-capite di fosforo e di una valutazione realistica dei valori medi annui di abbattimento da parte dei depuratori. In appendice è riportata la metodologia applicata per la stima dei carichi di cui non era disponibile il dato misurato. Si è scelto di prendere come anno di riferimento il 01, per dipingere un quadro rappresentativo dei valori relativi ai carichi annui di P recapitati a lago negli ultimi anni. Nel 00 infatti, per alcuni bacini, l evento alluvionale di ottobre ha fortemente condizionato i dati dell apporto di fosforo (così come di altri parametri) rendendoli anomali rispetto ai valori mediamente riscontrabili nell ultimo decennio. Il dato relativo al carico rilevato nel bacino del Fiume Maggia in territorio svizzero deve essere considerato come comprensivo anche degli apporti del sottobacino Melezzo orientale che si trova in territorio piemontese: pertanto i depuratori di tale bacino (Re, Craveggia, Malesco, Santa Maria Maggiore, Toceno, Villette) riversano il loro carico di fosforo (complessivamente stimato in circa 3 t/a di P) al Verbano attraverso il territorio svizzero. Analogamente, prendendo in esame il bacino del Tresa bisogna ricordare come il carico di P complessivo originato dagli impianti di depurazione sia frutto della sommatoria del carico di fonte svizzera (peraltro minimo) e di quello di fonte lombarda. Analogamente, il carico veicolato dal bacino del Toce comprende una seppur minima aliquota ascrivibile alla porzione di Canton Vallese ad esso afferente attraverso il torrente Diveria. Ottobre

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