GOVERNARE IL RISCHIO. La ricostruzione dei piccoli comuni abruzzesi. Governare il rischio = prevenire

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1 Governare il rischio = prevenire I piani di, Convegno come previsto internazionale dal decreto del Commissario Delegato per la Ricostruzione 3/2010, hanno il triplice scopo di garantire la, promuovere la e assicurare lo sviluppo economico dei comuni colpiti dal sisma del Aula magna della Facoltà di Architettura 14 maggio 2012 Questa impostazione legislativa ha orientato profondamente il lavoro del gruppo universitario cui è stato affidato il compito di GOVERNARE elaborare i piani dell area omogenea della neve (area 9). Il filo conduttore delle diverse elaborazioni svolte a supporto dei Comuni è proprio nella inscindibile correlazione tra dei centri storici, dei centri abitati e rivitalizzazione dei territori colpiti. Ma l integrazione più interessante è avvenuta grazie ad un punto di vista trasversale rispetto alle diverse attività di ricerca, capace di IL RISCHIO dare coesione a politiche differenti, rendere complementari momenti successivi nel tempo, ottimizzare gli investimenti e alimentare le speranze rivolte al futuro: il punto di vista della. Poiché la nostra convivenza con i pericoli connessi ad eventi calamitosi di origine naturale (terremoti, alluvioni, ecc.) è destinata a durare nel tempo, per abbassare il rischio, nel quale siamo tutti coinvolti a diverso livello, non ci sono altre possibilità che abbassare la vulnerabilità, cioè la nostra esposizione al pericolo (in virtù della nota definizione internazionale che vede il rischio come l esito del prodotto tra pericolo e vulnerabilità: R=PxV). La dei piccoli comuni abruzzesi intensità sismica e frequenza terremoti

2 Governare il rischio I piani di, previsti dal decreto del Commissario Delegato per la Ricostruzione 3/2010, hanno lo scopo di garantire la e, nello stesso tempo, promuovere la e assicurare lo sviluppo economico dei Comuni colpiti dal sisma del Questa impostazione legislativa ha orientato profondamente il lavoro del gruppo universitario cui è stato affidato il compito di elaborare i piani dell area omogenea della neve (area 9). I significati della sono stati considerati inscindibili dalla messa in sicurezza dei centri storici (intesa come capacità di riduzione del rischio sismico) e contemporaneamente la è stata assunta come motore della. I piani tendono a sviluppare questo legame in modo virtuoso, ottimizzando le risorse (economiche, culturali, scientifiche e sociali) destinate alla esplicitandone i significati di e di. E proprio il punto di vista della che può contribuire a dare coesione a interventi differenti, rendere complementari fasi di realizzazione successive, ottimizzare gli investimenti e alimentare le speranze rivolte al futuro. Poiché i pericoli connessi ad eventi calamitosi di origine naturale (terremoti, alluvioni, ecc) sono ineliminabili, per abbassare il rischio, nel quale siamo potenzialmente tutti coinvolti, non ci sono altre possibilità che abbassare la vulnerabilità, cioè la nostra esposizione al pericolo (in virtù della nota definizione internazionale che vede il Rischio come l esito del prodotto tra Pericolo e Vulnerabilità: R=PxV). intensità macrosisimica e frequenza terremoti Rocca di Cambio

3 superare le resistenze La è solo apparentemente un assunzione semplice. Si tratta innanzitutto di vincere diffuse resistenze culturali. La riduzione del rischio si scontra spesso con un diffuso atteggiamento caratterizzato da fatalismo e superficialità e alimentato dall inerzia di molte amministrazioni pubbliche (si pensi ai ritardi e alle difficoltà nell attuazione delle norme relative alle costruzioni in zone sismiche). In secondo luogo si tratta di superare i pregiudizi connessi al costo della, sullo sfondo di un paese che non ha mai trovato la forza per esplorare concretamente l economicità della rispetto ai costi terribili delle ricostruzioni che si sono succedute negli ultimi cento anni. In terzo luogo si tratta di modificare una visione tecnicistica della, immaginata solo attraverso gli intereventi sugli edifici (che rimangono ovviamente il cardine delle azioni), senza rapporti con la struttura urbana (infrastrutture e spazi pubblici), con la organizzazione preventiva degli spazi di emergenza, e senza un azione continuativa nei confronti delle popolazioni locali. Si tratta in altri termini di metabolizzare-normalizzare-governare il rischio, sostituendo agli scongiuri azioni capaci non solo di ridurre la nostra esposizione al pericolo inevitabile, ma anche di migliorare le prestazioni degli insediamenti e la qualità della vita di tutti i giorni. Lucoli Rocca di Cambio Rocca di Mezzo Ovindoli

4 rafforzare i sistemi urbani Il governo del rischio risulta razionalmente molto vantaggioso, soprattutto nella fase di dei centri colpiti, che potrebbero essere considerati, da questo punto di vista, veri e propri laboratori, da monitorare nel corso del tempo. Si tratta di aree in cui la ricorrenza sismica è un dato inoppugnabile: senza neanche fare cenno al costo delle perdite umane, alla sofferenza individuale e collettiva, che non possono far parte di alcuna valutazione, ma che devono sempre essere tenute ben presenti, pena la perdita di senso della stessa, la messa a punto di sistemi urbani resistenti non implica costi aggiuntivi significativi rispetto alla già prevista messa a norma degli edifici. Se a questo si aggiungono le ricadute positive all interno delle società locali, la possibilità di immaginare un futuro rimanendo in territori difficili, nuove possibili attività connesse al turismo, al comfort ambientale, alla stessa intesa come processo dinamico e non come azione mordi e fuggi, allora il governo del rischio da obbligo, limite, vincolo può trasformarsi in opportunità.

5 procedura ordinaria Il governo del rischio può delineare una salutare e auspicabile semplificazione normativa, e non un ulteriore appesantimento. L esperienza della abruzzese potrebbe costituire una significativa sperimentazione della possibilità di assorbimento normativo della all interno delle norme ordinarie. In primo luogo in relazione alla normativa antisismica nazionale già in vigore per gli edifici che, è bene ricordarlo, deve continuamente essere approfondita rispetto ai contesti locali e alle specificità costruttive dei differenti centri storici. In secondo luogo rispetto alle NTA dei piani regolatori e dei piani particolareggiati dei centri storici, aiutando le Amministrazioni comunali e i cittadini a capire prima, e con più chiarezza, cosa è opportuno fare. La semplificazione normativa dovrebbe essere garantita anche attraverso il raccordo tra piani comunali e piani sovraordinati e di settore con particolare riferimento ai temi della tutela e valutazione ambientale, della salvaguardia dei beni culturali, delle infrastrutture a rete. Il progressivo assorbimento normativo del rischio all interno degli strumenti ordinari di gestione del territorio, oltre a favorire un processo di auspicabile semplificazione, eviterebbe la creazione di un pericoloso vuoto nelle fasi successive ad un evento calamitoso, vuoto che può trasformarsi in spazio favorevole alle infiltrazioni illecite. Il governo del rischio significa in questo caso ridurre i rischi dell illegalità, con tutto quello che ne deriva.

6 metabolizzare gli spazi dell emergenza Infine il legame più ovvio, la connessione che non dovrebbe mai più mancare, e che i piani di hanno esplorato a fondo: il legame tra funzionamento ordinario di un insediamento e funzionamento straordinario dello stesso in fase di emergenza. Anche in questo caso governare il rischio significa fare qualcosa in più rispetto alla semplice comunicazione delle aree e delle strutture disponibili in caso di emergenza (anche queste spesso carenti, inadeguate). I piani dell area omogenea della Neve propongono la sperimentazione di una rete resistente fatta di punti, linee e superfici sicure, linee che possano garantire la fuga e l arrivo tempestivo dei soccorsi, punti raggiungibili a piedi in cui si possa sostare in una prima fase e superfici adeguate ad accogliere le strutture di soccorso. Ma nei periodi di pace che ci auguriamo lunghi e sereni, assimilando la percezione di un evento calamitoso a quello di una guerra, le linee i punti e le superfici dell emergenza possono trasformarsi in spazi e attrezzature pubbliche da tenere in uso attraverso attività vitali: parchi, giardini e passeggiate che pur mantenendo i caratteri fisici legati all emergenza migliorano le prestazioni dei centri abitati e la vita degli abitanti.

7 accesso alle informazioni I piani nascono anche nella prospettiva di favorire nuovi auspicabili creativi open data riferiti della. Il gruppo di ricerca ha posto alla base del suo lavoro un massiccio sforzo di informatizzazione di tutti i dati raccolti che sono ora a disposizione per elaborazioni e finalità specifiche. E stato messo a punto un sistema informativo territoriale che connette le informazioni relative ad edifici, proprietà, danni subiti, caratteri tipologici di edifici e spazi aperti, indicazioni normative, ecc. alla cartografia esistente, cosi da permettere sia alle amministrazioni, ai tecnici che svilupperanno i progetti e ai cittadini un accesso agevole a tutte le informazioni disponibili. Le informazioni raccolte e informatizzate messe a disposizione di amministrazioni, tecnici e imprese sono riferite a 4 comuni, 23 centri storici, 350 aggregati edilizi, 3000 unità edilizie a ciascuna delle quali sono associati dati relativi a: tipi edilizi; superficie; altezza e numero di piani; danni subiti; vincoli; destinazione d uso; categorie di intervento, mq di strade, piazze e slarghi cui sono associati i seguenti dati di rilievo di progetto: materiali; danni e stato di degrado; categorie di intervento, 30 chilometri di reti e sottoservizi cui sono associati dati relativi a: caratteristiche tecniche, materiali, danni e disfunzionamenti, categorie di intervento, mq di spazi verdi cui sono associati dati di rilievo e di progetto relativi a: copertura e sistemazioni del suolo; alberature e recinzioni, mq di spazi pubblici sono ulteriormente approfonditi in rapporto ai sistemi di percorsi sicuri e ai progetti di rivitalizzazione e dei centri storici. L informatizzazione di tutti i dati ha permesso la redazione dei Quadri Tecnici Economici (QTE) trasparenti consentendo per le 70 voci di costo utilizzate nei 23 centri storici la modifica, l aggiornamento e il monitoraggio continui.

8 I piani di dei comuni dell area omogenea n.9 nascono dalla collaborazione istituzionale tra Comuni e Sapienza Università di Roma, ed in particolare dal lavoro di un gruppo interdipartimentale di docenti della facoltà di Architettura. Il lavoro è stato svolto in stretta collaborazione con la Struttura Tecnica di Missione del Commissario Delegato per la Ricostruzione, Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Il gruppo universitario ha dato inizio ad una prima fase di lavoro a partire dal luglio 2009, a titolo volontaristico, avviando il dialogo con sindaci e popolazioni locali a partire dai temi del rilancio economico e infrastrutturale dei territori colpiti: in quella fase sono stati messi a punto, di concerto con le amministrazioni, progetti strategici mirati alla coesione territoriale tra i quattro comuni, rivolti al miglioramento dell offerta turistica e alla dei centri abitati (lavoro è contenuto nel libro finanziato dai Comuni dell area omogenea: Ricostruzione di Territori, Alinea, 2011). La fase di collaborazione interistituzionale tra Università e Comuni è stata avviata nel marzo 2011, finalizzata alla redazione dei piani di, secondo quanto delineato dal Capitolato Tecnico fornito dalla S.T.M. I piani di sono stati consegnati nel dicembre 2011, e si trovano attualmente in fase di sottoscrizione dell Intesa. Il gruppo di ricerca continuerà a svolgere un lavoro di supporto assistenza ai Comuni fino a settembre Struttura Tecnica di Missione: Gaetano Fontana (Coordinatore), Enrico Nigris Comune di Ovindoli: Pino Angelosante (Sindaco), Vittoriano Berardicurti (RUP), Federico Isola Comune di Rocca di Mezzo: Emilio Nusca (Sindaco), Maurizio Blair (RUP), Raffaele Jacovitti, Lucio Di Pietro Comune di Rocca di Cambio: Gennarino di Stefano (Sindaco), Santino Spaziani (RUP), Domenico Morgante Comune di Lucoli: Valter Chiappini (Sindaco), Emidio Ammanito(RUP), Carlo Cipriani, Daniele Antonelli Dipartimento responsabile: DIAP-Dipartimento di Architettura e Progetto: Direttore Piero Ostilio Rossi Responsabile Scientifico: Lucina Caravaggi, DiAP Sapienza Università di Roma Coordinatore Scientifico: Susanna Menichini, DiAP Sapienza Università di Roma URBANISTICA E ARCHITETTURA (DiAP Sapienza Università di Roma) Progetto urbanistico e valutazioni ambientali: Cristina Imbroglini Progetti di degli spazi pubblici: Orazio Carpenzano Quadro Tecnico Economico: Valentina Azzone Responsabile Centro Progetti: Maurizio Alecci Collaboratori e assegnisti di ricerca: Fabio Balducci, Ludovica Buzzelli, Elena Cupisti, Grazia Di Giovanni, Armando Iacovantuono, Valentina Marino, Massimiliano Paolini, Alessandro Pirisi, Leonardo Pompili, Valentina Sales, Vincenzo Sammito, Marco Vigliotti e con Emanuela Carratoni e Fabio Cipriano per i profili altimetrici NORMATIVA Alfredo Fioritto Facoltà di Giurisprudenza, Università di Pisa Collaboratori: Rossana Corrado STRUTTURE, STORIA, GEOLOGIA E GEOTECNICA SISMICA (DISG Sapienza Università di Roma) Coordinatore: Luigi Sorrentino Unità edilizie e tipi edilizi, elementi costruttivi, agibilità, danno e vulnerabilità, demolizioni e messa in sicurezza, catalogo sismico locale, norme tecniche di attuazione, categorie di intervento, edifici vincolati e potenzialmente di pregio, percorsi e spazi sicuri, aggregati edilizi di intervento, criteri per le priorità di intervento, cronoprogramma: Luis D. Decanini, Domenico Liberatore, Renato Masiani, Giorgio Monti, Fabrizio Mollaioli, Monica Pasca, Patrizia Trovalusci, Laura Liberatore, Marc Antonio Liotta. Evoluzione dei centri storici: Maria Vitiello, Beatrice Vivio Geologia e Geotecnica-dissesti, pericolosità, pendenze, microzone omogenee in prospettiva sismica: Augusto Desideri, Giuseppe Lanzo, Enzo Fontanella, con Mattia Marini Collaboratori e assegnisti di ricerca: Giuseppe Scalora, Chiara Andreotti, Annachiara Bertino, Pietro Paviglianiti, Elisabetta Raglione, Laura Ronchetti, Italia Vinciguerra, Fabio Fumagalli, Alessandra Marotta RIQUALIFICAZIONE URBANA E RIVITALIZZAZIONE TERRITORIALE: Rosalba Belibani, Laura Berardi, Andrea Bruschi, Alessandra Capuano, Alessandra Criconia, Stefano Catucci, Mara Memo, Raffaele Panella, Manuela Raitano, Luca Reale, Piero Ostilio Rossi, Guendalina Salimei, Roberto Secchi, Benedetto Todaro, Fabrizio Toppetti Organizzazione del Convegno Cristina Imbroglini e laboratorio ARCO Architettura e Contesti, Diap Sapienza Servizi tecnici LaMA - Laboratorio Multimediale di Architettura, DIAP Sapienza Redazione@areaomogeneaneve.it

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