Progetto speciale n. 5 - C.I.E INAIL Ravenna/Lugo/Faenza

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1 1. Titolo Progetto CURARSI DI CHI SI PRENDE CURA Progetto speciale n. 5 - C.I.E INAIL Ravenna/Lugo/Faenza 2. Descrizione del contesto di intervento L idea progettuale è maturata nel corso dell anno su proposta del medico competente della Sede di Ravenna Dr.ssa Loredana Lombardi, la quale ha posto l attenzione sulla questione del prendersi cura - per quanto riguarda la prevenzione - dei parenti che si occupano della cura dei loro assistiti. Spesso nella non autosufficienza, non c è solo la persona che ha subito un grave infortunio sul lavoro o che ha contratto una malattia professionale invalidante, ma anche le persone che vivono nel suo contesto di vita. La dedizione continua e quotidiana ad una persona non autonoma può fare ammalare anche chi si occupa della sua assistenza. Il destinatario di questo progetto è la persona che presta le cure, dall inglese caregiver. Talvolta il caregiver è estraneo al contesto familiare, più spesso si tratta invece di un parente o di una persona amica. Questo progetto tratterà i familiari conviventi. Il caregiver risponde al bisogno di sicurezza del soggetto non autonomo, si prende cura della persona malata occupandosi dell igiene, dell alimentazione, dei trasferimenti e della mobilizzazione, si occupa dell organizzazione dell ambiente e delle risorse necessarie a garantire la migliore qualità di vita del proprio assistito, infine consente alla persona malata di poter vivere nel proprio ambiente familiare. Per poter svolgere al meglio il proprio compito, il caregiver deve essere adeguatamente istruito e informato in modo da poter affrontare l assistenza quotidiana. Ne consegue un progetto di cura, in cui vengono disegnate in primis le diverse abilità (di gestione e di cura) presenti e poi evidenziate le aree di bisogno che, reputate come irrinunciabili, vanno prese in carico

2 attraverso il sistema delle erogazioni. Un lavoro che non si fa a tavolino, ma andando ad osservare le persone non autosufficienti direttamente nella loro ambiente familiare. Figli, mogli, mariti, genitori che assistono un familiare con disabilità grave o gravissima. Non esiste un dato ufficiale su quanti siano i caregiver familiari presenti in Emilia-Romagna, ma le indagini campione a disposizione forniscono un indicazione sulla loro consistenza. Dall indagine Passi d Argento sulla qualità della vita percepita dalle persone di 65 anni e oltre residenti al domicilio (v. allegato) è emerso che le persone parzialmente o totalmente disabili ricevono aiuto nelle attività di base della vita quotidiana (mangiare, lavarsi, vestirsi) nel 54% dei casi da familiari, nel 43% da una persona a pagamento e nel 3% da personale dei servizi pubblici. Per quanto riguarda le persone cosiddette fragili - autonome nelle attività di base, ma che hanno bisogno di aiuto in almeno un attività strumentale della vita quotidiana (prendersi cura della casa, spostarsi, fare la spesa, fare il bucato) - ricevono aiuto nel 78% dei casi da familiari, nel 21% da una persona a pagamento e nell 1% da personale dei servizi pubblici. In genere il caregiver è una donna, che ha più di 50 anni e non necessariamente ha smesso di lavorare: ricopre quindi un ruolo molto faticoso, che dev essere valorizzato. Quest anno a Carpi si è svolto il 24 e il 25 maggio il Caregiver Day regionale: un iniziativa a valenza regionale voluta per sensibilizzare la cittadinanza e valorizzare il ruolo del familiare che si prende cura. Contestualmente, altri ambiti distrettuali della regione hanno organizzato momenti ad hoc sul tema dei caregiver: Correggio, Modena, Sassuolo, Pianura ovest (in provincia di Bologna), San Lazzaro, Ferrara, Cesena e Riccione hanno aderito alla giornata regionale valorizzando i servizi/interventi attivi a sostegno dei caregiver a livello locale e promuovendo l apporto dell associazionismo e del volontariato. 3. Motivazioni dell intervento e finalità generali Le finalità generali di questo progetto, avrà una continuazione nel 2014 attraverso un ulteriore progetto, sono quelli di fornire un sopporto ai familiari dei lavoratori infortunati/tecnopatici (caregiver), che versano in condizioni di non autosufficienza, per migliorare la qualità dell assistenza e tenere elevata l attenzione sul rischio da movimentazione, e di fornire le conoscenze di base necessarie per svolgere il compito di assistenza a casa nella maniera più ergonomica possibile, evitando operazioni e posture obbligate scorrette, puntando a diffondere tutte le conoscenze nell uso corretto degli ausili nell ambito domestico. Per limitare l ambito di osservazione, il gruppo di lavoro ha ritenuto opportuno scegliere due momenti fondamentali della giornata: l ALZATA e l IGIENE. Quando si aiuta una persona disabile a spostarsi dalla carrozzina al letto

3 o dal letto alla carrozzina o nel bagno, spesso si possono compiere sforzi eccessivi sulla colonna vertebrale, provocati dall uso sbagliato del proprio corpo nel muovere gli assistiti. Questi movimenti scorretti sono pericolosi e possono creare patologie. I pericoli legati al lavoro di spostamento degli assistiti sono: Dolori lombari o mal di schiena Ernia del disco Tendiniti (per esempio il dolore al gomito e al polso) I dolori cervicali I dolori alle spalle Prolasso uterino Lo sforzo fisico effettuato nell aiutare chi non è autonomo può essere, se associato a manovre e posture scorrette, causa di infortuni con conseguenze a volte anche gravi in chi assiste. La prevenzione degli infortuni legati alla mobilizzazione si basa prevalentemente sull utilizzo di giuste tecniche, comprendenti anche il corretto utilizzo di eventuali ausili oppure aiuto da parte di una seconda persona. Ogni volta che si sta per effettuare la movimentazione manuale (spostamento o sollevamento) della persona assistita è necessario fare attenzione a: 1. Rimuovere gli ostacoli (tappeti, lampade a stelo, comodini, etc) 2. Avvicinare e frenare la carrozzina prima di effettuare le manovre di spostamento (es. al wc, al letto) 3. Avere spazio attorno al letto 4. Regolare l altezza del letto (circa 60 cm) 5. Controllare che l assistito abbia calzature chiuse e comode e che l ambiente sia ben illuminato. E opportuno inoltre: 1. Valorizzare le capacità residue stimolando la collaborazione 2. Valutare il percorso più breve per l effettuazione della manovra 3. Sapere come utilizzare gli ausili in modo corretto 4. Valutare se è necessario l aiuto di un ausilio e/o, se possibile, di un familiare in relazione al peso dell assistito. 4. Obiettivi Per l anno in corso il progetto CURARSI DI CHI SI PRENDE CURA si pone i seguenti obiettivi: 1. ANALISI DEL CONTESTO dell intervento 2. Individuazione del TARGET DI RIFERIMENTO (caregiver) 3. SOPRALLUOGHI DOMICILIARI presso l abitazione dell assistito/caregiver per raccogliere le informazioni e conoscere le singole realtà familiari, attraverso i seguenti strumenti di ricerca: l osservazione diretta, con l ausilio di una macchina fotografica, e la somministrazione di un questionario. 4. Consegna ai caregiver di un OPUSCOLO INFORMATIVO della

4 Regione Emilia Romagna Consigli per muoverti bene con la persona che assisti sulle posture corporee corrette da adottare nella movimentazione degli assistiti al fine di promuovere la cultura della sicurezza. 5. Creazione di uno STORYBOARD, ovvero la stesura di una idea di regia, propedeutico alla realizzazione nel 2014, con la collaborazione dell Area Comunicazione Istituzionale del CENTRO PROTESI INAIL, di sette video riprese, una per ogni caregiver, durante le operazioni di alzata e igiene del loro assistito (videocaso) e del montaggio di un filmato unico capace di racchiudere tutti i video-casi da sottoporre a valutazione dei professionisti del Centro Protesi di Vigorso di Budrio che verranno successivamente coinvolti (es. medico Fisiatra, tecnico ortopedico, Infermiere Professionale ecc) 6. RELAZIONE FINALE e PESATURA. Per il l anno 2014, si prevede la prosecuzione del progetto, attraverso il raggiungimento dei seguenti obiettivi: 1. STUDIO del materiale raccolto attraverso le videoriprese (filmato), l osservazione diretta e la somministrazione del questionario. 2. Realizzazione di INTERVENTI DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE finalizzati a modificare le manovre scorrette dei caregiver a fini prevenzionali 3. Realizzazione di AZIONI DI MONITORAGGIO dello stato di salute dei caregiver 4. Diffusione della CULTURA DELLA SICUREZZA nell ambito domestico. 5. Sinergie e partner CENTRO PROTESI INAIL di Vigorso di Budrio Lombardi Loredana Medico Competente di Sede Simonetta Puglioli - Servizio Integrazione socio sanitaria e Politiche per la non autosufficienza (Regione Emilia Romagna) 6. Target di riferimento Il familiare che si prende cura del lavoratore infortunato/tecnopatico che si trova in condizioni di non autosufficienza (caregiver). Casistica prevista: 1. Il genitore solo che assiste il/la figlio/a disabile 2. Il genitore solo anziano che assiste il/la figlio/a disabile 3. I genitori che assistono il/la figlio/a disabile 4. I genitori anziani che assistono il/la figlio/a disabile 5. Il figlio che assiste il genitore disabile 6. Il fratello/la sorella che assiste il fratello/la sorella disabile 7. Il coniuge che assiste il coniuge disabile

5 7. Numero soggetti destinatari Sette famiglie del territorio della provincia di Ravenna, nel dettaglio: tre in carico alla sede INAIL di Ravenna due in carico alla sede INAIL di Lugo due in carico alla sede INAIL di Faenza 8. Attività 1. Costituzione del gruppo di progetto 2. Individuazione del target di riferimento (caregiver) 3. Riunioni di coordinamento 4. Sopralluoghi domiciliari con utilizzo dei seguenti strumenti di ricerca: osservazione diretta con l ausilio di macchina fotografica e somministrazione di questionario. 5. Promozione della cultura della sicurezza attraverso la diffusione dell opuscolo informativo della Regione Emilia Romagna Consigli per muoverti bene con la persona che assisti 6. Creazione di uno storyboard propedeutico alla realizzazione, per l anno 2014, di un filmato in collaborazione con l Area Comunicazione Istituzionale del CENTRO PROTESI INAIL. 7. Relazione finale e pesatura. 9. Figure professionali INTERNE coinvolte GRUPPO DI PROGETTO (13 persone) Processo Reinserimento sociale e lavorativo Rossella Baldassarri Funzionario socio educativo Processo Prevenzione Paola Ravviso - Funzionario Amministrativo Laura Rubbi Funzionario Amministrativo Centro Medico Legale INAIL Ravenna Norma Zama - Dirigente Medico Enrico Maria Rossini - Dirigente Medico Giuseppe Focaccia Dirigente Medico Francesca Molducci - Infermiera Professionale Stefania Casadio - Infermiera Professionale

6 Denise Babini - Infermiera Professionale Centro Medico Legale INAIL Faenza Rita Ravaioli - Infermiera Professionale Emilio Pasini Dirigente Medico Centro Medico Legale INAIL Lugo Mirandola Claudia - Infermiera Professionale Gianfranco Grossetti Dirigente Medico 10. Tempi di realizzazione 12 mesi (gennaio dicembre 2013) 11. Tempistica per il monitoraggio Verifica e pesatura al 31 maggio 2013 Verifica e pesatura al 30 settembre 2013 Verifica e pesatura al 31 dicembre Referenti del progetto Rossella Baldassarri RESPONSABILE DEL PROGETTO REFERENTE per il Processo reinserimento sociale e lavorativo. Paola Ravviso REFERENTE per il Processo Prevenzione 13. Costi Costi di missione per raggiungere con mezzo privato le abitazioni degli assistiti.

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