Sede. Risorse Finanziarie. In corso di acquisizione

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1 Il Territorio a Caccia Programmata (Dott. Umberto Cavini) Comprensori Omogenei La Provincia di Livorno ha individuato, ai fini della gestione faunistico-venatoria, due comprensori omogenei che hanno dato luogo agli Ambiti Territoriali di Caccia 9 e 1 che comprendono rispettivamente i comuni del territorio continentale e l Isola di Capraia, i comuni dell Isola d Elba. Ciò nel rispetto delle disposizioni di legge che si riferivano a comprensori sub-provinciali ma anche nel rispetto di storia, cultura e tradizioni venatorie diverse e condizionate da distanze brevi ma al tempo stesso difficilmente colmabili per la fruizione venatoria. I due ATC livornesi si caratterizzano anche per le profonde differenze che emergono in termini di utenza venatoria, di territorio disponibile e, quindi, di disponibilità di risorse e dei conseguenti investimenti a fini faunistici e faunistico-venatori. Le schede tecniche che seguono rappresentano un quadro esemplificativo delle caratteristiche e delle attività dei due ATC livornesi. ATC LI9 - Elementi di Forza L Ambito Territoriale di Caccia LI9 ha, nell ambito dell ultimo mandato del Comitato di Gestione, attuato una serie di attività di gestione che hanno rappresentato elementi di positività. Nello specifico si rileva quanto ai punti seguenti. 1- Gestione delle Specie Ungulate 1.a) Cinghiale: La rivisitazione dei Distretti per la gestione della caccia al cinghiale in battuta e l introduzione del concetto di Area Omogenea, hanno contribuito ad elevare il livello di organizzazione dei Distretti ed a responsabilizzare le squadre iscritte. Ciò si è sostanzialmente tradotto nella massima proiezione alla realizzazione dei piani di prelievo assegnati, alla collaborazione nell attuazione di interventi straordinari di controllo anche nel periodo di caccia chiusa, alla collaborazione nell attuazione di piani di prevenzione suggeriti e/o supportati dall ATC. L entità dei prelievi e, soprattutto, la disponibilità mostrata dalle squadre per la caccia al cinghiale, nella collaborazioni proposte e richieste da ATC e Provincia, hanno fatto emergere una forte interazione fra ATC ed unità operative presenti sul territorio. Ambito Territoriale di Caccia Livorno 9 Sede Cecina - Piazza I. Iori, 3 Risorse Finanziarie Quote dei cacciatori Progetti finalizzati Altro ,1 In corso di acquisizione ,57 11

2 Ambito Territoriale di Caccia Livorno , , , , , , , 5.63, , , , , , , , , , , , , ,89 Cacciatori Iscritti Squadre Caccia al Cinghiale Superficie Vocata Cinghiale Superficie Vocata Assegnata Cacciatori Iscritti alle Squadre Superficie Vocata Muflone Non Presente Superficie Vocata assegnata Non Presente Cacciatori Selezione Muflone Superficie Vocata Capriolo Superficie Vocata assegnata Cacciatori Selezione Capriolo

3 Ambito Territoriale di Caccia Livorno 9 Superficie Vocata Daino Non Presente Superficie Vocata Assegnata Non Presente Cacciatori Selezione Daino Superficie Vocata Cervo Non Presente Superficie Vocata Assegnata Non Presente Cacciatori Selezione Cervo Immissione Selvaggina Fagiano Pernice rossa Lepre Danni Colture Agricole Cinghiale Altri Ungulati Galliformi Lepre Corvidi Altre Specie , , , , , ,2 18, , ,37 112

4 Ambito Territoriale di Caccia Livorno ,4-842, , , ,43 555, 1.28,7-3.9, , , ,6-5.53, , ,68-543, , , ,53 849,39 68,58 182, , , , ,28 412, , , , , , , ,3 Appostamenti Fissi Colombaccio Minuta Selvaggina Sopraelevati Altro b) Cervidi e Bovidi: La caccia di selezione alle specie ungulate ha fatto registrare nel periodo di riferimento un consolidamento dei risultati di gestione con un, seppur modesto, incremento dei cacciatori iscritti e dei prelievi programmati. La gestione adottata ha conseguito i risultati di conservazione del capriolo che ha fatto registrare incrementi di densità all interno delle aree vocate alla specie. Per quanto attiene le altre specie di cervidi e del muflone presenti nel territorio continentale, pur adottando strategie di gestione non conservative, i risultati ottenuti sono stati modesti anche per l allocazione della maggior parte degli effettivi all interno di aree protette e/o istituti faunistici pubblici e privati, all interno dei quali non si può estendere l azione dell ATC. Da registrare invece la positiva apertura del distretto del Muflone a Capraia dove le intese con il PNAT hanno consentito di organizzare il prelievo della specie in selezione con positive ricadute di immagine ed economiche provenienti dalla cessione di capi a cacciatori ospiti. 2- Piccola fauna stanziale: La gestione di galliformi e lepre ha fatto registrare alcuni elementi di forza per l ATC, sebbene i risultati complessivamente ottenuti siano ancora ben al di sotto delle aspettative e delle possibilità che il territorio offre. Fra i punti di eccellenza si possono annoverare i seguenti: 2a) L esperienza della ZRV Poggio ai Sorbi (Campiglia) ed in particolare della formula adottata nel caso specifico attraverso l assegnazione diretta della conduzione dell istituto 113

5 ad una azienda agricola. Ciò ha consentito la realizzazione di un recinto di ambientamento a cielo aperto, di un centro per la riproduzione allo stato semi-naturale della pernice rossa e, di recente, anche la creazione di un recinto per la produzione della lepre. La struttura così organizzata è stata in grado, non solo di pre-ambientare fagiani che si sono poi irradiati e radicati nel territorio circostante favorendo positivi risultati di prelievo da parte dei cacciatori iscritti all ATC, ma anche di conferire un considerevole numero di soggetti (dei quali buona parte prodotti con la cova naturale) da destinare ad altre Zone di Rispetto Venatorio dotate di struttura di ambientamento. Negli ultimi anni i fagiani così prodotti hanno superato le unità. 2b) Risultati positivi in termini di irradiamento hanno fatto registrare anche le ZRV Val di Gori (San Vincenzo), frutto della trasformazione di una preesistente ZRC omonima, e Santa Trice (Piombino), proveniente dalla trasformazione di un preesistente Fondo Chiuso e di una Zona di Protezione. 2c) L accesso al contributo regionale per il progetto per l Allevamento e la riproduzione della Pernice rossa nell area continentale della Provincia di Livorno che ha determinato l assegnazione di un contributo forfettario di 6., per azioni ed interventi volti alla reintroduzione di questa specie nel territorio a caccia programmata dell ATC a partire da istituti quali le ZRV, ha rappresentato un momento di eccellenza dell Ente, in particolare per la realizzazione di azioni che potranno avere una ricaduta positiva nel medio-lungo periodo. Frequenti avvistamenti di Pernice rossa nel territorio a caccia programmata, possono indurre un leggero ottimismo ed incitare nella prosecuzione della sperimentazione anche se i risultati in termini di prelievo venatorio possono risultare scarsi. Vale la pena ricordare che il comportamento della Pernice rossa, la sua naturale diffidenza, la predilezione per la fuga a terra, la rendono difficilmente contattabile durante azioni di caccia e pertanto richiede adeguata professionalità e specializzazione. 2d) La lepre ha fatto registrare incrementi di densità significativi all interno degli Istituti faunistici (ZRC e ZRV) con influenze positive anche nel territorio a caccia programmata. L accentuazione dei prelievi, seppure non supportata da dati certi ma dalle frequenti segnalazioni provenienti dal territorio, è una tendenza che è stata registrata almeno negli ultimi 2-3 anni. 3) Fauna Migratoria: L impatto della gestione dell ATC sulla fauna migratoria è legata quasi esclusivamente agli interventi di miglioramento ambientale condotti per la fauna stanziale e dei quali si avvantaggiano anche le specie in transito ed in sosta sul territorio in esame. Va ricordato l impegno di provincia ed ATC nella salvaguardia di alcuni siti destinati ad appostamenti temporanei che, in quanto collocati all interno di aree boscate, se non fossero stati sopraelevati avrebbero di fatto impedito l esercizio della caccia. 4) Danni e prevenzione danni: I danni alle colture agricole causati dalla fauna selvatica costituiscono il maggiore elemento di incertezza dell Ente soprattutto a causa delle 114

6 consistenti fluttuazioni negli anni che impediscono di fatto una serena programmazione della gestione faunistica e degli interventi sul territorio di natura ambientale. La specie causa della maggior parte dei sinistri e, di conseguenza, dei risarcimenti emessi è il cinghiale, seguito dai corvidi e da altre specie quali ad esempio lo storno. I danni provocati da altre specie ungulate (cervidi e bovidi) è contenuto e localizzato a siti specifici. Dal 24 al 211 la forbice dei risarcimenti annui accertati si muove all interno di un range considerevole visto che variano dai 2 ai quasi 1.,. Le azioni di prevenzione messe in campo dall ATC, costanti nel tempo, non riescono ad arginare fenomeni che purtroppo si verificano ciclicamente e che non hanno origine nel territorio a caccia programmata in gestione all ATC. Le caratteristiche della porzione continentale della provincia di Livorno, la diffusione e localizzazione delle innumerevoli aree sottratte alla gestione faunistica (Parchi e Riserve provinciali) ma anche Istituti faunistici e faunistico venatori sono all origine di questo fenomeno. Le recenti disposizioni normative regionali incentrate sulla ricollocazione delle specie ungulate nell alveo di densità sostenibili anche all interno delle cosiddette area protette potrebbero costituire un valido aiuto al contenimento dei danni alle produzioni agricole seppure, in particolare per i cervidi, le implicazioni burocratiche rappresentino spesso un vero proprio freno al raggiungimento degli obiettivi programmati. Graf Danni per Anno e per Specie 1., 75., 5., 25., Cinghiale Altri Ungulati Galliformi Lepre Corvidi Altro 115

7 ATC LI9 - Elementi di debolezza 1- Zone di Ripopolamento e Cattura e Zone di Rispetto Venatorio: Rispetto agli obiettivi programmati i risultati ottenuti con la gestione di questi Istituti non hanno fatto registrare ovunque risultati positivi. Infatti, alcuni di questi, hanno un andamento produttivo negativo se valutato in termini di presenza stimata nel corso dei monitoraggi annuali e definita in termini di numero di capi per Kmq. Anche alcune ZRV non hanno fatto registrare positive ricadute nel territorio circostante mostrando trend di sopravvivenza degli animali liberati e di irradiamento nel territorio circostante decisamente inferiori alle attese. Gli elementi negativi evidenziati hanno probabilmente origini molteplici e non sempre imputabili all ATC od ai Comitati di Gestione di tali Istituti ma anche a scarsa partecipazione nella gestione dei proprietari inclusi e degli operatori volontari ivi allocati. 2- Galliformi: Il ricorso ad azioni di ripopolamento, in assenza di misure di salvaguardia specifiche per la piccola fauna stanziale quali ad esempio la razionalizzazione del prelievo, il contenimento di specie predatrici e/o concorrenti, la disponibilità di risorse economiche adeguate e finalizzate ad una estesa riqualificazione dell ambiente e della geografia rurale, è indispensabile al fine di assicurare il prelievo venatorio alla specie. L approvvigionamento di soggetti di allevamento, per quanto possa essere curata la ricerca di soggetti di qualità, non può essere sufficiente a garantire il successo in termini di sopravvivenza, in mancanza di adeguata assistenza. Studi e ricerche sui risultati conseguiti mediante l impiego di recinti di ambientamento collocati all interno di aree a divieto di caccia, hanno appurato in maniera inequivocabile che l impiego di animali giovani (circa 6 giorni) pre-ambientati in recinti a cielo aperto, riescono a garantire percentuali di sopravvivenza di gran lunga superiori rispetto a quelli ottenuti con la liberazione diretta di soggetti più adulti (circa 12 gg). La strada intrapresa dall ATC si muove in questa direzione ma ancora oggi gli investimenti a ciò destinati non sono stati sufficienti a coprire l intero territorio a caccia programmata vuoi per l impegno economico che per le difficoltà incontrate nell affidarne la gestione diretta al volontariato venatorio e, non ultimo, anche per le difficoltà a reperire siti idonei a sviluppare tali progettualità. Inoltre, il concorso degli Istituti privati alla tutela ed incremento del fagiano e della piccola fauna stanziale in generale è pressoché nullo se non addirittura negativo allorché il saldo dell irradiamento dovesse essere favorevole a questi ultimi. Il ricorso al ripopolamento, oggi indispensabile per il mantenimento della presenza della specie sul territorio, potrà subire inversioni di tendenza solo se rimossi o fortemente attenuati gli elementi di criticità ambientale precedentemente indicati. 116

8 3- Specie predatrici e/o antagoniste: Le densità di corvidi e volpe stimati sia all interno di Istituti faunistici pubblici e privati che nel territorio a caccia programmata, sono tali da provocare un impatto sulla fauna selvatica sostenuto, in particolare nel periodo della deposizione e dell allevamento della prole, a carico di uova e nidiacei. Anche l impatto che queste specie hanno sulle colture agricole e sugli animali di bassa corte sono importanti seppure difficilmente quantificabili per la mancanza di procedimenti di accertamento esaustivi su tutto il territorio provinciale e regionale. L impossibilità di attuare strategie determinate a ricondurre le densità delle specie nell alveo di limiti di sostenibilità faunistica, ambientale ed agro-zootecnica che dovrebbero concretizzarsi con l attuazione di piani straordinari di contenimento e controllo da estendere a tutto il territorio, per ampia parte dell anno, fa sì, pur in presenza di azioni localizzate all interno di ZRC e ZRV, queste specie diffondano ed aumentino le loro consistenze in misura esponenziale. Questo stato di cose costituisce un elemento di fragilità per l ATC e per gli Istituti pubblici e privati, che spesso si traduce nella completa vanificazione delle azioni di reintroduzione e ripopolamento adottate ma anche della riproduzione naturale. Anche l applicazione di metodi di controllo che richiedono un forte impegno da parte di personale volontario rappresentano spesso una disincentivazione all attuazione di tali iniziative. 4- Danni alle colture agricole: L accertamento e la liquidazione dei danni alle produzioni agricole rappresenta un ulteriore elemento di criticità per l ATC. Infatti, oltre a rappresentare un evento causa di continua frizione fra mondo agricolo e mondo venatorio, costituisce un costante elemento di incertezza che può pesare in maniera imprevedibile sulle disponibilità economiche dell Ente. Ad una concreta responsabilità assegnata all Ente per legge al quale viene riconosciuto il compito dell accertamento e del risarcimento del danno non corrisponde una altrettanto piena autonomia nell adozione di adeguate misure e contromisure volte al contenimento di tali eventi, se non quelli di realizzazione di piani di prevenzione e dissuasione passivi. Il contenimento dei danni alle produzioni agricole non può prescindere da una estesa azione di contenimento delle densità delle specie problematiche da ricondurre all interno di valori compatibili con le realtà agricole del territorio, che dovrà coinvolgere tutti gli Istituti che, a vario titolo, agiscono direttamente ed indirettamente sul territorio rurale. 5- Risorse Finanziarie: Dati in fase di acquisizione 117

9 ATC LI1 - Elementi di Forza Ipotizzare l analisi di elementi di forza e di debolezza per un ambito territoriale di caccia quale quello elbano è decisamente complesso in quanto questo territorio è fortemente condizionato nella sua gestione dal ruolo e dall impatto che svolge la presenza del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano. Infatti, ciò che possono essere viste come eccellenze nella gestione del territorio a caccia programmata, assumono un contesto ben diverso se si ci si riferisce all intero territorio insulare. Per questo motivo, relativamente a questo ATC i vari aspetti della gestione vengono esaminati congiunti in quanto assumono spesso connotati plurimi e discrepanti. Ambito Territoriale di Caccia Livorno 1 Sede Portoferraio, Via Roma, 3 Risorse Finanziarie Quote dei cacciatori Progetti finalizzati Altro ,14 Dati in fase di acquisizione , , , , ,, , , , , , 25., , , , , , , , ,98 3.6, , , , Cacciatori Iscritti Squadre Caccia al Cinghiale

10 Ambito Territoriale di Caccia Livorno 1 Superficie Vocata Cinghiale Superficie Vocata Assegnata 5.19 Cacciatori Iscritti alle Squadre Superficie Vocata Muflone Non Presente Superficie Vocata assegnata 1.76 Cacciatori Selezione Muflone Immissione Selvaggina Fagiano Pernice rossa Lepre Danni Colture Agricole Cinghiale Altri Ungulati Galliformi Lepre Corvidi Altre Specie , , ,24 35, - 745,

11 Ambito Territoriale di Caccia Livorno , 51, - 25, , 3.831,5 2, 2, ,35 945, , , 922, - 1, 1.941, - 1., , - 1., Appostamenti Fissi Colombaccio Minuta Selvaggina Altro Gestione delle Specie Ungulate 1.a) Cinghiale: La gestione della specie ha fatto registrare negli ultimi 5-7 anni risultati il linea con i programmi elaborati da Provincia ed ATC. Il sostanziale rispetto dei piani prelievo, il coinvolgimento delle squadre nelle azioni di contenimento e controllo, gli interventi di prevenzione e dissuasione hanno determinato in questo arco temporale una decisa contrazione dei danni alle colture agricole accertati e liquidati. La recrudescenza dei sinistri registrata nel corso della campagna 211 ha nuovamente prodotto uno stato di emergenza, affrontato dalle istituzioni con un accordo quadro nell ambito del quale sono stati definiti ruoli, compiti, modalità di intervento e sinergie da mettere in campo per l intero arco dell anno. Di fatto l ATC ed i cacciatori iscritti hanno limitata capacità di azione nello svolgimento dell attività venatoria (il territorio vocato è per la maggior parte collocato all interno dell Area Protetta) mentre la maggior parte delle scorribande dei cinghiali avviene nel periodo di caccia chiusa proprio nel territorio a caccia programmata. Le peculiarità del territorio elbano, le condizioni idrologiche e vegetazionali, la distribuzione delle risorse trofiche, la geografia agro-ambientale fanno sì che la massima percezione della presenza della specie avvenga nelle aree esterne al Parco, quelle agricole e quelle residenziali, peraltro interessate dalle maggiori frequentazioni turistiche. Tali condizioni causano frequenti problematiche con la cittadinanza sia in termini di danni alle produzioni agricole, alle pertinenze residenziali (giardini e orti), ai manufatti ed alle sistemazioni rurali (muretti a secco) e tali da creare malumori e intolleranze diffusi. 12

12 Le strategie adottate da pubbliche amministrazioni, Ente Parco e ATC possono sortire risultati importanti e strutturali esclusivamente se ciascuno dei protagonisti in campo è in grado di operare in un quadro di proficua collaborazione con i mezzi a disposizione di ciascuno di essi, tenendo anche in debita considerazione non solo i ruoli ed i compiti di ognuno ma anche delle disponibilità economiche e di risorse umane, riconoscendo in questo contesto anche il valore di un volontariato pronto ad intervenire in condizioni di reciproci rispetto e dignità. Se poi, come è auspicabile per un prossimo futuro, sarà possibile porre in essere progetti di valorizzazione delle carni di selvaggina direttamente sul territorio, con tutta probabilità,ciò che oggi è vissuto come un grave problema, potrebbe opportunamente trasformarsi in una risorsa da annoverare fra le molteplici attività delle imprese agricole. 1b) Muflone: La gestione della specie allargata al territorio a caccia programmata è stata avviata nel corso della stagione venatoria 28/239, allorché il Piano di Assestamento e Prelievo redatto in collaborazione con il Parco ha programmato l abbattimento di 15 mufloni da assegnare ai cacciatori iscritti al Distretto. Negli anni successivi, oltre alla quota in disponibilità dei cacciatori di selezione iscritti al Distretto, il Comitato di Gestione dell ATC ha deliberato di adottare le disposizioni di cui all Art. 1, comma 4 del DPGR 33/R/211 con l assegnazione di capi a cacciatori ospiti a fronte della corresponsione di specifico contributo. L iniziativa ha riscosso un considerevole successo con numerose richieste di assegnazione di capi provenienti da numerose regioni d Italia ma anche da altri Paesi europei. Purtroppo, la scarsa disponibilità di territorio vocato alla specie non consente di incrementare questa attività che garantisce risorse aggiuntive all Ente da destinarsi ad attività di gestione del territorio. La disponibilità dei cacciatori iscritti al Distretto ad accompagnare i colleghi ospiti nelle azioni di caccia di selezione, rappresenta un momento di significativa collaborazione che esprime importanti segnali in una ottica di gestione partecipata e sociale della fauna selvatica e della caccia. 2- Piccola fauna stanziale 2a) Pernice rossa Le iniziative indirizzate in favore di questa specie hanno visto impegnata l ATC nell attuazione di strategie di miglioramento ambientale in siti dove la presenza di questa specie è accertata e consolidata. Nell ultimo quinquennio le attività di recupero di terreni incolti e la loro messa a coltura sono state progressivamente potenziate anche attraverso l erogazione di risorse aggiuntive finalizzate. Contemporaneamente, considerato anche il regime di tutela cui è sottoposta questa specie, è stato avviato un progetto per il Monitoraggio della Pernice rossa (Alectoris rufa) ed individuazione di strategie di valorizzazione ambientale finalizzate all incremento della sua popolazione il cui obiettivo è rivolto allo studio della consistenza e distribuzione della 121

13 popolazione sul territorio elbano e nella individuazione di strategie di gestione destinate alla sua tutela ed incremento. Infine l ATC ha richiesto, nell ambito del PRAF, il cofinanziamento di un progetto per la Realizzazione e gestione di un allevamento semi-naturale per il recupero della Pernice rossa all Isola d Elba per un importo riconosciuto complessivo di 84., ed un finanziamento assegnato di 4.,. 2b- Lepre La sua consistenza è pressoché costante pur nell ambito delle naturali fluttuazioni della specie e fortemente condizionato dagli interventi di miglioramento ambientale annualmente realizzati con il contributo dell ATC. Le peculiarità ambientali del territorio a caccia programmata ne rende particolarmente impegnativa la caccia ed il conseguente prelievo. Le immissioni effettuate annualmente dall ATC sono di modesta entità (una quarantina di capi) e suscettibili di essere sospese in favore di strategie volte alla razionalizzazione del prelievo venatorio. 3- Danni alle produzioni agricole: I danni alle produzioni agricole nel territorio a caccia programmata dell ATC LI1 sono quasi esclusivamente causati da Cinghiale e Muflone con nettissima prevalenza del primo sul secondo. Anche nel territorio insulare l origine di tali eventi prendono origine quasi interamente dalla presenza del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano che racchiude al suo interno la maggior parte delle aree vocate alle specie ungulate. Pur in presenza di forti azioni di contenimento e controllo attuate all interno dell area protetta con ogni mezzo (catture ed abbattimenti), le azioni che queste due specie svolgono a carico delle colture agricole presenti nei territori adiacenti sono difficilmente contenibili in particolare per la pressoché totale assenza di risorse alimentari ed idriche nelle aree interne al parco nei periodi di maggiori criticità (estate). L attività di prevenzione messa in campo dall ATC sia attraverso la distribuzione di materiali a ciò destinati (fili elettrificati, batterie, reti in metallo, ecc.) che con la erogazione di risorse finanziarie (contratti di prevenzione) possono contribuire a limitare i sinistri in situazioni circoscritte ma non a contenerlo nel suo impatto diffuso. Nell ultimo decennio i danni accertati hanno subito importanti fluttuazioni, con picchi che sono generalmente coincisi con condizioni climatiche eccezionali (siccità prolungata). Questo non vuol significare che nelle altre annate i problemi sono stati limitati ma piuttosto che sono stati meglio tollerati dalla popolazione e dalle imprese agricole presenti che si sono esentati dal richiedere l eventuale indennizzo. 122

14 Graf Danni per Anno e per Specie 4., 3., 2., 1., Cinghiale Altri Ungulati Galliformi Lepre ATC LI1 - Elementi di Debolezza 1- Caratteristiche Territoriali: 2- Risorse finanziarie: Dati in fase di acquisizione 123

15 Gestione delle Specie Ungulate (Dott.ssa Daniela Giustini, Dott. Umberto Cavini) Cinghiale Il Cinghiale ha assunto, negli ultimi anni in Italia, un importanza sempre maggiore per motivazioni di tipo economico, ricreativo e/o biologico. Dal punto di vista venatorio la specie è probabilmente la più importante nel panorama italiano: la caccia al cinghiale, attira infatti, un grande numero di cacciatori e, oltre a costituire un importante eredità di tipo culturale, rappresenta una notevole fonte di introiti a beneficio dell economia locale e nazionale. La precedente pianificazione faunistico-venatoria aveva assegnato alle aree vocate alla specie una superficie complessiva di Ha. Di questi Ha erano collocati nella porzione continentale della provincia ed i restanti in quella insulare dell Isola d Elba. La superficie vocata compresa nei Distretti di Gestione ed assegnata alle squadre per la caccia in braccata ha interessato Ha nell ATC LI9 e 5.51 nell ATC LI1. La completa rivisitazione della geografia dei Distretti per la caccia al cinghiale nella forma della braccata operata dall ATC LI9 nel corso dell ultimo quinquennio ha dato luogo ad una riorganizzazione delle precedenti unità di gestione (Distretti A e B) che sono stati ripartiti in 6 Distretti contribuendo a determinare una ripartizione più omogenea e maggiormente aderente alle esigenze territoriali nonché alle specifiche forme di gestione delle varie realtà locali. La superficie assegnata alle squadre è stata così rideterminata con metodologia GIS ed ha assunto una superficie complessiva di Ha , ripartita fra le varie Unità di Gestione come indicato nella successiva Tab. 1. Tab. 1- Gestione del Cinghiale in Area Vocata alla specie Unità di Gestione Numero squadre Iscritte Superficie Assegnata 1- Colline Livornesi Bibbona Castagneto Sassetta Campiglia Val di Cornia Isola d Elba Totali

16 Alcuni più recenti aggiustamenti dei confini delle aree vocate conseguenti la necessità di consentire una migliore gestione della braccata da parte di squadre iscritte ed assegnatarie di aree di battuta, hanno portato ad un ulteriore incremento della superficie assegnata ai Distretti per complessivi Ha 114 distribuiti su quattro siti tre dei quali ricadenti nel Distretto 5- Campiglia ed 1 nel Distretto 6- Val di Cornia. Ambito Territoriale di Caccia LI9 La gestione della specie nell ultimo quinquennio ha fatto segnare importanti evoluzioni rispetto ai risultati conseguiti. Tali evoluzioni sono ancor più percepibili se si analizza il dato dell ultimo decennio (Tab. 11). Infatti, a fronte di un prelievo di 3,73 capi/kmq della stagione venatoria 2/21, nell ultimo quinquennio tale valore unitario è pressoché triplicato attestandosi tra i 9 e gli 11 capi/kmq. Ciò in un quadro di pressione venatoria pressoché immutato sia per quanto attiene il numero dei cacciatori iscritti che il numero di squadre operanti sul territorio. Tab. 11- Gestione della caccia al Cinghiale in battuta nell ATC LI9 Stagione Distre@!(Ha) N!squadre!Prelievi!venatori!squadre!ATC!LI!9!(Novembre!:!Gennaio) Cacciatori! Iscri@ Capi!abbaEuF Capi!abbaEuF!squadra Capi/1!Ha 2/ ,4 3,73 21/ ,5 4,58 22/ , 5,89 23/ ,4 7,5 24/ ,9 7,48 25/ ,1 6,59 26/ ,1 9,89 27/ ,3 8,82 28/ ,9 11,14 29/ , 8,15 21/ ,6 9,12 211/ ,9 9,87 Al fine di rendere omogenei i dati ed i risultati della loro elaborazione, l analisi dei singoli distretti di gestione è riferita alle ultime quattro stagioni venatorie allorché è entrata in azione la nuova suddivisione territoriale attuata nell ATC LI9. 125

17 Come si evince dai grafici che seguono, negli ultimi cinque anni il numero degli abbattimenti si è sostanzialmente stabilizzato pur con le naturali fluttuazioni proprie delle popolazioni naturali. All interno del quadro generale descritto si inseriscono tuttavia situazioni particolari quali ad esempio quella del Distretto 2- Bibbona che ha fatto segnare, nel periodo considerato, una consistente riduzione dei prelievi probabilmente da ascriversi alle condizioni territoriali in cui questo si trova. Graf Distretto 1- Colline Livornesi y = 4,8x /29 29/21 21/ /212 Cinghiale,abbaMu. Linea,di,tendenza 126

18 Graf Distretto 2- Bibbona y = -26,5x /29 29/21 21/ /212 Cinghiale,abbaMu. Linea,di,Tendenza Graf Distretto 3- Castagneto y = -37,7x /29 29/21 21/ /212 Cinghiale,abbaMu. Linea,di,tendenza 127

19 Graf Distretto 4- Sassetta y = -4,5x + 385, /29 29/21 21/ /212 Cinghiale,abbaMu. Linea,di,tendenza Graf Distretto 5- Campiglia 2, ,5 185, 181 y = 5,8x + 168, , , 28/29 29/21 21/ /

20 Graf. 4 - Distretto 6- Val di Cornia y = -4,7x /29 29/21 21/ /212 Cinghiale,abbaMu. Linea,di,Tendenza Il quadro dell attività di gestione a carico della specie in esame si completa con i risultati degli interventi di controllo attuati nel territorio continentale della provincia livornese, attività che peraltro ha una diretta ricaduta anche nei confronti del territorio a caccia programmata. Nel periodo l attività di controllo ha fatto registrare un progressivo incremento dei prelievi, oltre che raddoppiati nel periodo (Graf. 42). Da segnalare come l impatto delle catture sia progressivamente diminuito rispetto al totale del prelievo. Ciò sta a significare una maggiore incisività dell attività di abbattimento (meno onerosa ed impegnativa sotto il profilo dell organizzazione) rispetto a quella della cattura che richiede uno spiegamento di risorse economiche e di personale specializzato decisamente superiore oltre ad una fase di pianificazione decisamente più complessa (Graf. 41). 129

21 9 Graf Cinghiali catturati sul totale del prelievo Totale Prelievi Catture Graf. 42- Prelievi di cinghiale in regime di controllo - Provincia di Livorno area continentale y = 71,229x + 257, Abba6men.,Cinghiale Linea,di,Tendenza 13

22 Ambito Territoriale di Caccia LI1 La gestione del Cinghiale nell ATC LI1 è necessariamente condizionata dalla presenza del Parco Nazionale dell Arcipelago Toscano. Infatti, dei quasi 16. Ha vocati alla specie, solo un terzo (5.51 Ha) sono inclusi nel Distretto di Gestione denominato Isola d Elba, all interno del quale operano, in conseguenza di una recente fusione di due squadre, 4 squadre per la caccia al cinghiale nella forma della battuta. Le are di battuta assegnate risentono ovviamente dello sviluppo del PNAT e talora assumono contorni ed estensioni difficilmente sfruttabili ai fini della caccia in battuta. Anche nel caso del territorio insulare i prelievi hanno fatto registrare importanti incrementi nel corso dell ultimo decennio (Tab. 12) facendo segnare valori anche superiori ai 1 capi/ Kmq. Tab. 12- Gestione della caccia al Cinghiale in battuta nell ATC LI1!Prelievi!venatori!squadre!ATC!LI!1!(Novembre!:!Gennaio) Capi!abbaEuF! Stagione Distre@!(Ha) N!squadre Cacciatori!Iscri@ Capi!abbaEuF squadra Capi/1!Ha 2/ , 5,93 21/ ,2 6,75 22/ ,7 5,8 23/ ,2 3,7 24/ ,8 6,96 25/ n.c ,4 9,25 26/ ,8 6,91 27/ n.c ,6 8,28 28/ ,5 7,48 29/ ,8 7,98 21/ ,5 11,68 211/ ,67 Nell ultimo quinquennio l abbattimento di cinghiale si è sostanzialmente stabilizzato attorno ai 4-45 capi annui (Graf. 43). 131

23 6 Graf Abbattimenti di Cinghiale nell ATC LI y = 25,2x + 369, /28 28/29 29/21 21/ /212 AbbaMu.,ATC,1 Linea,di,tendenza Il prelievo nel territorio a caccia programmata è evidentemente condizionato anche dall attività di controllo messa in atto sia nelle aree non vocate alla specie che nel territorio del Parco Nazionale mediante attività di cattura e prelievo nella forma dell aspetto. Dal 26 ad oggi i cinghiali prelevati in regime di controllo nel territorio insulare, sono passati da poco più di 5 a 1.4, con un trend in costante crescita nel periodo (Graf. 44) Graf. 44- Prelievi di cinghiale in regime di controllo all Isola d Elba y = 111,21x + 563, /7 28/9 21/11 212/13,(al,31/8/212) 132

24 In un quadro di generale tendenza alla contrazione dei cacciatori attivi, gli iscritti alle squadre per la caccia al cinghiale nella forma della braccata hanno mostrato negli ultimi anni una sostanziale tenuta (Graf. 45). Si tratta infatti di una forma di caccia che coinvolge un numero sempre crescente di cacciatori, attingendo in particolare fra le giovani leve vuoi per l aggregazione e la socializzazione che racchiude, per la modalità di caccia e le emozioni che suscita nonché per il contesto ambientale in cui si opera che per le peculiarità proprie di questa specie. Il trend dei cacciatori iscritti alle squadre è confermato per entrambi gli ATC livornesi. 2 Graf N dei cacciatori iscritti alle squadre per la caccia al cinghiale in battuta /29 29/21 21/ /212 Caccia in Forma singola in Area non Vocata al Cinghiale nell ATC LI9 Dal 28, nel territorio dell ATC LI9 non vocato alla specie cinghiale, è stata autorizzata dall Amministrazione Provinciale la gestione di questa specie con il metodo della caccia in forma singola. I Piani di Intervento Annuale per le Aree non Vocate al Cinghiale si pongono l obiettivo dell eradicazione della specie nelle aree non vocate ai fini del contenimento dei danni alle produzioni agricole, della tutela di siti di pregio naturalistico e della salvaguardia delle altre specie di fauna selvatica. I cacciatori in forma singola devono essere iscritti in apposito Registro tenuto dall ATC. L iscrizione al Registro comporta l accettazione da parte del cacciatore ad offrire la propria 133

25 disponibilità ad effettuare operazioni di prevenzione dei danni alle colture agricole mediante la realizzazione di opere passive secondo le modalità stabilite dall ATC stesso. Dal 28 al 211 si sono iscritti nel registro un totale di 499 cacciatori. Di questi solo una parte ha provveduto a svolgere attività di caccia. I risultati di prelievo dal 28 ad oggi hanno fatto registrare l abbattimento di 317 cinghiali ripartiti nel periodo come dalla seguente Tab. 45., Tab Risultati di prelievo della caccia in forma singola in Area non Vocata (ATC LI9) Stagione Venatoria maschi femmine totale Da segnalare che nell ATC LI1 non sono state inoltrate richieste di iscrizione al registro per la caccia al cinghiale in forma singola e pertanto questa forma di caccia non è stata praticata nel periodo esaminato. 134

26 Caccia di Selezione - Analisi della Gestione Capriolo La caccia di selezione al capriolo nella porzione continentale della provincia di Livorno ha preso avvio alla fine degli anni 9 e vanta pertanto oltre un decennio di esperienze che hanno contribuito a migliorare la conoscenza della distribuzione della popolazione e del suo status. La superficie vocata alla specie ha subito in questi anni frequenti adeguamenti che hanno portato ad incrementare la sua estensione fino agli attuali Ha. I monitoraggi condotti annualmente con il coinvolgimento dei cacciatori di selezione iscritti ai Distretti, hanno prodotti valori di densità che si sono mantenuti attorno ai capi/ Kmq (Graf. 46). 2, 19, 18, 17, 16, 15, 14, 13, 12, 11, 1, 11,2 Graf Densità del capriolo nei Distretti di Gestione 14,6 28/29 29/21 21/ /212 12,5 15,1 Le modalità di monitoraggio adottate per la determinazione della consistenza della popolazione e della sua struttura sociale, sono state quelle della battuta su aree campione e delle osservazioni da punti di vantaggio. L intensità del monitoraggio ha coinvolto percentuali di superficie boscata, relativamente ai censimenti in battuta su aree campione, ampiamente significative e comunque superiori alla soglia minima ritenuta idonea dall ISPRA per la validazione e l estensione dei dati ricavati (1% della superficie boscata del Distretto) all intera Unità Minima di Gestione (Graf. 47). Le osservazioni da punti di vantaggio, condotte esclusivamente ai fini della determinazione della struttura sociale della popolazione, sono state estese a tutte le aree aperte esistenti nei Distretti di Gestione. I criteri di gestione adottati fino ad oggi sono stati indirizzati verso la conservazione della specie non essendo state rilevate criticità particolari nei confronti della tutela dell ambiente e delle produzioni agricole. 135

27 Graf Intensità di monitoraggio in battuta al Capriolo 75, , 656,25 562,5 468,75 18,3 17,4 18,1 18,75 375, 12,5 281,25 187,5 6,25 93,75 29/21 21/ /212 %,bosco,censito Ha,bosco,,censito Le consistenze di capriolo stimate e le densità accertate, hanno consentito l adozione di piani di prelievo che sono stati ripartiti fra i cacciatori iscritti ai Distretti. Le assegnazioni dei capi in prelievo hanno fatto registrare un buon incremento negli ultimi tre anni (Graf. 48) probabilmente da ricondurre alla intensificazione dei monitoraggi condotti nella forma della battuta su aree campione oltre ad una migliore acquisizione dei dati dovuta all aumentata professionalità delle figure coinvolte in tali operazioni (capi-distretto, cacciatori, ecc.). Il successivo Graf. 49 illustra la ripartizione dei capi in prelievo fra i due distretti di gestione individuati nel territorio a caccia programmata dell ATC LI9. 136

28 Graf Piano di Prelievo /28 28/29 29/21 21/ /212 9, Graf Ripartizione dei capi in prelievo fra i due Distretti di gestione , , ,5 27/28 28/29 29/21 21/ /212 Capr,asseg,,DistreMoA Capr,asseg,DistreMo,B Le percentuali di realizzazione dei piani di prelievo assegnati ai Distretti hanno fatto registrare nell ultimo quinquennio valori decisamente elevati ed attestati al di sopra della soglia dell 8% con punte massimo che hanno toccato il 9%. Si tratta di risultati ampiamente soddisfacenti in particolare se rapportati alle peculiarità del territorio, caratterizzato da un alto indice di boscosità. I risultati conseguiti dalla gestione della 137

29 specie sono testimonianza di una ottima organizzazione dei Distretti ma anche di una elevata professionalità e specializzazione dei cacciatori iscritti ai Distretti. I cacciatori iscritti ai Distretti individuati nell A.T.C.LI9 per la caccia di selezione al capriolo hanno mantenuto, nell ultimo quinquennio, un contingente sostanzialmente poco numeroso ed inferiore alle 1 unità (Tab. 13). Il territorio vocato mediamente a disposizione per ciascun iscritto all interno del quale svolgere attività di caccia si è ridotto di circa il 2% (16 Ha) rimanendo tuttavia ben superiore rispetto al limite dei 1 Ha individuati dal PRAF regionale quale uno dei criteri di saturazione dei Distretti. Tab Cacciatori iscritti ai Distretti e superficie media disponibile Stagione!Venatoria N!cacciatori Ha!cacciatore 27/ / / / / Nella successiva Tab. 14 sono riassunte le principali informazioni relative alla stima quantitativa della popolazione di capriolo ed ai risultati di gestione raggiunti negli anni attraverso l attività di prelievo. Il risultato più significativo che emerge dall analisi dei dati riassunti è il progressivo aumento della consistenza della popolazione sottoposta a gestione a testimonianza del conseguimento degli obiettivi di tutela e conservazione programmati nel Piano Faunistico Venatorio Provinciale Tab Dati di Gestione della specie Capriolo Stagione Densità stimata Consistenza Piano di Prelievo Capi abbattuti % Realizzazione Venatoria AUS 28/ , ,4 29/ , ,33 21/ , ,81 211/ , ,21 A partire dalla stagione venatoria 28/29, l impegno dei cacciatori nello svolgimento della caccia di selezione alla specie si è concretizzata con un numero medio di 25,3 uscite nel Distretto A e 23,1 nel Distretto B. 138

30 Graf. 5 - Uscite dei cacciatori di selezione - Distretto A ,9 27,3 22,5 24,4 28<29 29<21 21< <212 Uscite, n,,medio,di,uscite,/cacciatore, Tab Distretto A - Attività dei cacciatori di selezione DistreEo!A Uscite! N!di!cacciatori n!!medio!di!uscite!/ cacciatore! 28: ,9 29: ,3 21: ,5 211: ,4 139

31 Graf Uscite dei cacciatori di selezione - Distretto B ,4 23,6 2,7 22,7 28<29 29<21 21< <212 USCITE n,,medio,di,uscite,/cacciatore, Tab Distretto B - Attività dei cacciatori di selezione DISTRETTO!B USCITE N!di!cacciatori n!!medio!di!uscite!/ cacciatore 28: ,4 29: ,6 21: ,7 211: ,7 Andando ad analizzare la distribuzione delle uscite di caccia nelle due diverse sessioni di prelievo, estiva ed invernale, si rileva che, in maniera lineare, sono più numerose ed in aumento nel corso delle diverse stagioni venatorie, quelle dei mesi di agosto e settembre. Ciò appare molto più evidente nel Distretto B rispetto al Distretto A. 14

32 Distretto A <29 29<21 21< <212 Estate Inverno, Distretto B <29 29<21 21< <212 Estate Inverno, Lo Sforzo di Caccia espresso come numero medio di uscite necessarie per effettuare il prelievo di un capo indistinto di capriolo si manifesta sostanzialmente stabile nel Distretto A, con valori che si attestano attorno alle uscite, mentre è in decisa diminuzione nel Distretto B dove è passato da 22 a 12 nell ultimo quadriennio. La tendenza che si manifesta in quest ultima unità di gestione sembra far emergere una più agevole contattabilità della specie che, in ultima analisi, potrebbe significare un incremento della densità della popolazione. 141

33 Distretto A AbbaMu. Sforzo,Venatorio <29 29<21 21< <212 DistreEo!A Uscite! AbbaEuF Sforzo!Venatorio 28: : : : Distretto B AbbaMu. Sforzo,Venatorio <29 29<21 21< <212 DistreEo!B Uscite! AbbaEuF Sforzo! Venatorio 28: : : :

34 Daino La distribuzione del daino nel territorio dell A.T.C. LI 9 riflette la localizzazione di interventi di immissione operati in passato all interno di istituti a divieto di caccia dai quali, successivamente, si sono irradiati nel territorio circostante. La tendenza naturale del daino ad occupare piuttosto stabilmente porzioni definite di territorio insieme alle caratteristiche di elevata gregarietà e grande plasticità alimentare, hanno favorito la formazione di nuclei localizzati composti anche da numerosi individui. Le aree che manifestano presenza stabile della specie sono essenzialmente: quella adiacente il Parco di Montioni (Comune di Piombino, Campiglia M. e Suvereto), quella limitrofa alla proprietà demaniale della Macchia della Magona (Comune di Bibbona) ed infine nella fascia a mare che comprende l Oasi Le Colonne e l A.F.V. Palone (Comune di Castagneto C.cci). Le caratteristiche ambientali delle zone frequentate da questa specie, aree con fortissima presenza di vigneti altamente specializzati che soprattutto nel periodo primaverile possono essere soggetti a gravi danneggiamenti, fanno sì che l intero territorio dell A.T.C. LI 9 sia stato definito non vocato alla specie e pertanto siano stati definiti programmi di gestione non conservativa avvalendosi quale strumento per il controllo della presenza della caccia di selezione. Le informazioni annualmente raccolte circa la presenza del daino nel territorio a caccia programmata dell ATC LI9 provengono dai monitoraggi a vista ed in battuta eseguiti dai cacciatori di selezione ed organizzati per la gestione del capriolo. Oltre a ciò, dati di presenza sono raccolti sia durante le operazioni peritali volti all accertamento dei danni alle produzioni agricole che da segnalazioni di cacciatori, agricoltori, polizia provinciale, ecc. La formulazione dei piani di prelievo per il daino, tenuto conto che l intero territorio provinciale è stato definito non vocato alla specie, sono stati redatti con l obiettivo del massimo contenimento della specie e pertanto è stato programmato l abbattimento dell intero contingente presente. Ciò nonostante, anche se i prelievi sono stati estesi in regime di controllo all interno di Istituti faunistici ed il prelievo è stato autorizzato anche all interno di Istituti privati, il daino mantiene una presenza sul territorio tale da incidere, seppure localmente, sulle produzioni agricole presenti. Il successivo Graf. 52 illustra il numero di capi assegnati nei Distretti dell ATC LI9, coincidenti con quelli del Capriolo, ed il relativo prelievo attuato nell ultimo quadriennio. 143

35 Graf Risultati della gestione del daino nei Distretti dell ATC LI9 3, 22,5 15, y =,3x + 11,5 7,5 28/29 29/21 21/ /212 assegna., Linea,di,tendenza abbamu. Le presenze e gli abbattimenti all interno dei due Distretti di Gestione all interno dei quali è autorizzata la caccia di selezione al daino sono sostanzialmente omogenee seppure con percentuali di raggiungimento degli obiettivi programmati che segnano un trend negativo per il Distretto A e positivo per il B. 144

36 Graf Distretto A - Risultati di gestione del daino 13, 9,75 6,5 y = -,8x + 8,5 3,25 28/29 29/21 21/ /212 assegna., abbamu. Linea,di,Tendenza Graf Distretto B - Risultati di gestione del daino y = 1,1x + 2,5 28/29 29/21 21/ /212 assegna., abbamu. Linea,di,tendenza 145

37 Muflone La presenza del Muflone in Provincia di Livorno è pressoché interamente riconducibile alle maggiori isole dell Arcipelago toscano: l Isola d Elba e l Isola di Capraia. Nelle due realtà questa specie ha fatto registrare progressivi incrementi fino al raggiungimento di densità tali da rendere necessaria la pianificazione di iniziative di gestione incisive volte a contenere i danni all ambiente naturale ed alle produzioni agricole. All Elba i primi monitoraggi organizzati in collaborazione fra Parco Nazionale ed ATC LI1 (28) avevano già fatto emergere un contingente di Mufloni stabilizzato attorno al massiccio del Monte Capanne formato da oltre unità. Tuttavia, solo negli anni successivi, con la costante ripetizione dei censimenti effettuati in contemporanea sia all interno dell area protetta che nell adiacente territorio a caccia programmata, veniva avviata la caccia di selezione al Muflone con l individuazione del Distretto per la caccia al Muflone denominato Isola d Elba, l iscrizione dei cacciatori abilitati alla specie e l assegnazione del primo piano di prelievo agli stessi. Era la stagione venatoria 28-29, fino ad allora il Muflone, pur rappresentato da una popolazione numerosa che già stava assumendo i primi contorni di specie problematica, non era stata sottoposta ad alcuna forma di gestione e prelievo nel territorio a caccia programmata. Da segnalare che i primi cacciatori autorizzati a svolgere la caccia di selezione a questa specie erano in possesso di una abilitazione che risaliva ai primi anni 2. Gli interventi di prelievo erano stati fino ad allora organizzati all interno dell Area Protetta nell ambito di azioni di contenimento e controllo attuati da organi di vigilanza. I piani di assestamento e prelievo redatti in collaborazione fra PNAT e ATC LI1, sono stati ripartiti fra i due enti. Negli ultimi anni gli obiettivi di gestione della specie hanno decisamente acquisito i contorni di una decisa riduzione della popolazione con l adozione di piani di prelievo incisivi e strutturati in maniera tale da deprimere la vitalità della popolazione presente. Contemporaneamente all apertura del Distretto dell Isola d Elba, venivano poste le basi anche per l apertura della caccia di selezione al Muflone a Capraia con l apertura del Distretto omonimo. Le strategie gestionali ricalcavano quelle intraprese per l Elba e, sempre dalla collaborazione fra PNAT e, questa volta, ATC LI9, si ponevano le basi per avviare la caccia di selezione al Muflone anche in questa isola dell Arcipelago toscano. Sono stati iscritti al Distretto i cacciatori abilitati alla specie residenti nel Comune di Capraia e gli opzionisti D della provincia di Livorno iscritti ad uno dei distretti per la caccia di selezione al capriolo dell ATC LI9. La caccia a questo ungulato, nella forma e nei contesti insulari descritti, ha fatto registrare numerosissimi apprezzamenti a livello provinciale, regionale e nazionale fino a raggiungere il panorama internazionale allorché sono pervenute ai due ATC numerose richieste di assegnazione di capi in prelievo da parte di cacciatori di altri paesi europei. La 146

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