L indagine di analisi ambientale finalizzata alla verifica della balneabilità del Fiume Trebbia

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1 Risultati dell indagine di analisi ambientale finalizzata alla verifica della balneabilità del Fiume Trebbia (Piacenza), nel tratto compreso fra Confiente (Cerignale) e Mezzano Scotti (Bobbio), nell ambito del Progetto Hidrosource Gestione sostenibile delle risorse idriche fluviali nell Europa meridionale Programma comunitario Interreg IIIC Zona Sud Anno 2005 Piacenza, gennaio 2006

2 L indagine di analisi ambientale finalizzata alla verifica della balneabilità del Fiume Trebbia (Piacenza), nel tratto compreso fra Confiente (Cerignale) e Mezzano Scotti (Bobbio), svoltasi nell ambito del Progetto Hidrosource Gestione sostenibile delle risorse idriche fluviali nell Europa meridionale Programma comunitario Interreg IIIC Zona Sud - Anno 2005, è stata realizzata da ARPA, Sezione di Piacenza*, per conto della Provincia di Piacenza (Servizio Pianificazione Territoriale). Responsabile di progetto: Dott.ssa Elisabetta Russo, Servizio Sistemi Ambientali, Ecosistema Bacini Idrografici; Campionamenti, sopralluoghi e analisi di campo: Servizio Sistemi Ambientali, Ecosistema Bacini Idrografici, Servizio Sistemi Ambientali, Ecosistemi Naturali; Analisi di laboratorio: Dipartimento Tecnico, Area Analitica Ambientale; Elaborazione dati e cartografia tematica: Dott.ssa Laura Piro; Coordinamento e gestione attività, elaborazione documenti finali: Dott.ssa Elisabetta Russo. L indagine è stata realizzata grazie al contributo ed alla collaborazione del Servizio Ambiente e dei Vigili della Provincia di Piacenza. * ARPA, Sezione di Piacenza, Via XXI Aprile n 48, Piacenza; tel. 0523/489611, fax 0523/482480, erusso@arpa.emr.it

3 Indice. 1. Premessa Pag Inquadramento territoriale Bacino e Alta del Fiume Trebbia Area di studio Pag. 4 Pag. 4 Pag Il monitoraggio Parametri chimici Parametri microbiologici Campagne di monitoraggio Esiti dei precedenti monitoraggi Risultati monitoraggio 2004 Pag. 10 Pag. 10 Pag. 12 Pag. 14 Pag. 14 Pag La qualità ambientale Stato dell inquinamento attuale secondo gli indici LIM, IBE, SECA Criticità Pag. 20 Pag. 20 Pag Il progetto Piano di monitoraggio Pag. 23 Pag Risultati Andamenti temporali Correlazioni tra parametri Rapporti tra parametri Pag. 32 Pag. 32 Pag. 41 Pag Conclusioni Pag Bibliografia Pag. 53 Allegati: Archivio Schede Stazioni Tabelle Dati

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5 Premessa. Il fiume Trebbia costituisce per la provincia di Piacenza una realtà territoriale di pregiato valore naturalistico; mostra alti livelli di qualità ambientale (espressi come S.E.C.A. ai sensi del D.L.vo 152/99 e succ. mod. 1 ), che rappresentano il raggiungimento dell obiettivo di mantenimento della vita acquatica, obiettivo minimo da mantenere per il corpo idrico; l utilizzo ricreativo si aggiunge in questo caso come specifica destinazione d uso della risorsa fra quelli pregiati, e viene attualmente regolato dal D.P.R. n 470 del 08/06/1982 2, attuazione della Direttiva CEE n 76/ Tale decreto nasce fondamentalmente per regolamentare la balneazione marina, ma viene esteso anche alle acque interne (dolci, correnti o di lago); in particolare, per le acque destinate alla balneazione, il controllo igienico-sanitario si unisce a quello della qualità ambientale: è infatti indispensabile controllare la potenziale presenza di microrganismi patogeni per poter segnalare il rischio per la salute umana. La normativa vigente prevede la determinazione di parametri indicatori di contaminazione fecale, ma già da tempo è emersa la necessità di sottoporla a revisione, procedura tuttora in corso da parte del Parlamento europeo. I parametri monitorati dal D.P.R. n 470/82 sono 12: tre sono indicatori di inquinamento fecale (Coliformi totali, Coliformi fecali, Streptococchi fecali); due, facoltativi, sono rivolti alla ricerca di specifici patogeni (Salmonella e Enterovirus); altri quattro sono essenzialmente indicatori di inquinamento di origine industriale (ph, fenoli, sostanze tensioattive, oli minerali); i restanti tre (ossigeno disciolto, colorazione, trasparenza) forniscono indicazioni correlabili ai processi eutrofici e ai problemi estetici delle acque, ma potrebbero anche interessare l'aspetto igienico-sanitario in caso di "fioritura" di alghe produttrici di biotossine. La proposta di nuova direttiva europea [COM(2002) 581 def. 4 e succ. mod. 5,6 ] prevede un approccio innovativo e conforme alle più recenti politiche di programmazione e gestione delle risorse ambientali e congruente alle disposizioni inserite nella Direttiva Quadro (2000/60/CE 7 ): sposta le risorse impiegate nel puro e semplice monitoraggio (che si limitava ad una fotografia dello stato di fatto) alla gestione integrata della risorsa acqua, focalizzandole sul risanamento. I costi economici, politici e sociali della gestione delle acque di balneazione possono essere particolarmente elevati, dovendo gestire molteplici aspetti del problema, da quello sanitario, a quello ambientale, sociale e, non ultimo, quello dell informazione al cittadino, obiettivo prioritario dell UE perché il cittadino è considerato una leva forte per mettere in atto azioni di tutela. In ambito europeo, nella discussione tuttora in atto sulla proposta di nuova direttiva, l Italia ha una posizione rigorosa nei confronti dei limiti da applicare, ed è contraria a differenziare acque dolci e acque marine, in contrapposizione con gli stati membri del Nord Europa: atteggiamento dettato sia dall assenza sostanziale del problema nella loro regioni geografiche, sia perché considerano la balneazione un problema secondario. Recependo i suggerimenti dell OMS, la proposta di direttiva introduce il controllo di 2 soli parametri microbiologici, Enterococchi Intestinali (EI) ed Escherichia Coli (EC), considerati più sensibili e significativi, ad esempio, di Coliformi Totali, Coliformi Fecali e Streptococchi Fecali per valutare il rischio per la salute pubblica: questi parametri rappresentano la migliore corrispondenza disponibile tra inquinamento di origine fecale e ripercussioni per la salute nelle acque destinate a scopi ricreativi (balneazione, surfing, windsurfing, kayaking) 8. 1

6 La normativa italiana inoltre, impone limiti più restrittivi di quella europea, particolarmente severi, pur non prevedendo correlazioni con le sorgenti di inquinamento e nemmeno azioni di risanamento (tabella 1). Parametro Limite D.P.R. 470/82 Limite Dir. 76/160/CEE Limite COM(2002)581 def. Coli Totali 2000 UFC/100 ml Coli Fecali 100 UFC/100 ml Streptococchi Fecali 100 UFC/100 ml - - Escherichia Coli UFC/100 ml Enterococchi Intestinali UFC/100 ml Salmonella 0/1 l assente/1 l - Tabella 1. Comparazione limiti parametri batteriologici fra le diverse normative vigenti o in attuazione. Nella proposta di direttiva vengono introdotti due concetti assolutamente innovativi: 1) valutazione complessiva dell ambiente, inteso come l insieme delle componenti fisiche, chimiche e biologiche degli ecosistemi, integrate dalle attività umane (fattori di pressione e azioni mitigatorie e di risanamento): il controllo si applica quindi ad aree omogenee, nei punti a maggior affluenza, dove maggiore è il rischio sanitario e maggiore è l inquinamento; l omogeneità è non solo geomorfologica, ma anche di impatti. L unità territoriale di base è il bacino idrografico, come nella direttiva quadro (2000/60/CE) e non più a punti individuati in base alla distanza chilometrica; 2) conformità e classificazione: per conformità si intende il rispetto dei limiti vincolanti, stabiliti dall OMS in 200 UFC/100 ml per Enterococchi Intestinali e 500 UFC/100 ml per Escherichia Coli; le acque si dividono quindi in conformi e non conformi. Con la classificazione si attribuisce un giudizio di qualità ambientale alle acque di balneazione, sia che esse siano non conformi (classe scarsa ) o conformi (classe sufficiente, buona o eccellente, quest ultima nel caso di rispetto dei limiti di riferimento, rispettivamente pari a 100 UFC/100 ml per EI e 250 UFC/100 ml per EC) (tabella 2). Classe COM(2002)581 def. Dir. 76/160/CE parametro limite Parametro limite elevata EC 250 CF 100 EI 100 SF 100 buona EC 500 CF 2000 EI 200 SF 200 scarsa* EC 500 CF 2000 EI 200 SF 200 *La classe sufficiente, introdotta a giugno 2004, disapprovata dalla rappresentanza italiana, non viene qui riportata. Tabella 2. Corrispondenza fra conformità e classificazione. La classificazione non è solo una diversa espressione formale della qualità delle acque, ma dovrebbe indirizzare la scelta della frequenza dei prelievi, la predisposizione di piani e misure per ridurre o meglio eliminare l inquinamento e le sue cause, gestire la realizzazione di interventi, governare l informazione al cittadino. L integrazione fra territorio (pressioni, sorgenti di inquinamento) e monitoraggio può essere garantita dalla pianificazione generale: in questo senso la balneazione può essere inserita nel Piano Provinciale Tutela Acque (PPTA) come specifica destinazione d uso, dove l obiettivo è il superamento della non balneabilità. 2

7 Nella nuova direttiva europea, COM(2002)581 def. gli Enterococchi Intestinali (limite di conformità=200 UFC/100 ml) vengono considerati equivalenti agli Streptococchi Fecali e l Escherichia Coli (limite di conformità=500 UFC/100ml, OMS) equivalenti ai Coliformi Fecali; tali parametri sono già monitorati nella rete regionale per la qualità ambientale insieme alle Salmonelle dall anno Nel più ampio ambito del progetto europeo Hidrosource (Gestione sostenibile delle risorse idriche fluviali nell Europa meridionale Programma comunitario Interreg III C Zona Sud) si inquadra questa indagine di analisi ambientale, commissionata ad Arpa dalla Provincia di Piacenza, finalizzata alla verifica della balneabilità del Fiume Trebbia, nel tratto compreso fra Confiente (Cerignale) e Mezzano Scotti (Bobbio), con l obiettivo di verificare: quali siano le condizioni ambientali e le cause di inquinamento nel tratto di fiume che va da Confiente a Mezzano Scotti; e se le attuali 6 stazioni della rete della balneazione sarebbero conformi ai nuovi limiti della proposta di direttiva, visti gli esiti sfavorevoli dei monitoraggi eseguiti negli ultimi 3 anni, rispetto ai limiti del D.P.R. n 470/82. 3

8 Inquadramento territoriale. Bacino e alta del fiume Trebbia 9,10 Amministrativamente il bacino del Trebbia, vasto circa 1085 km 2, è ripartito tra il territorio piacentino (716 km 2 ), la provincia di Genova e quella di Pavia (totale extraregionale 369 km 2 ). Il Fiume Trebbia nasce dalle pendici del Monte Prelà (m 1406) una delle cime che formano l'importante nodo orografico dell'antola in comune di Torriglia (Genova) (figura 1) e confluisce nel Po, poco a Ovest di Piacenza, dopo un percorso di circa 120 Km (119.98). Dopo circa 15 km di percorso tortuoso, con marcate caratteristiche torrentizie, riceve da sinistra il Brugneto, con il vasto impluvio del versante meridionale dell'antola. Nel 1959 il Brugneto fu sbarrato da una diga e si formò un vasto bacino artificiale, il lago del Brugneto, che ha notevolmente condizionato la : l'aumentata umidità dell'aria ha favorito lo sviluppo di piante arbustive; in conseguenza dell'abbandono il bosco ha invaso molti terreni un tempo destinati alla fienagione e al pascolo (figura 2). Figura 1. La zona delle sorgenti del Trebbia, sul Prelà. Figura 2. Alta Val Trebbia: territorio extraprovinciale (ligure). Sempre dal versante di sinistra, in località Due Ponti, si gettano nel Trebbia le acque del Cassingheno, che percorre la vallata omonima, all apice della quale, a 1118 metri, si trova l abitato di Fascia. Poco più a riceve in destra orografica il Sermigliasca, il Pescia, dalla zona fra Fontanigorda e Casanova. Numerosi torrenti, oltre Rovegno, scendono al Trebbia dalla sponda destra, ma la linea spartiacque della Val d'aveto è vicina e perciò il loro corso è breve e poco consistente. Fra gli abitati di 4

9 Gorreto e Brugneto il Trebbia riceve il Terenzone e il Dorbera, che segnano l ingresso del fiume in Provincia di Piacenza: il Dorbera scende dal Monte Ronconovo (m 1523), nel gruppo dell'alfeo (m 1650), mentre il Boreca percorre la vasta conca racchiusa tra i monti Alfeo, Cavalmurone (m 1670) e Lesima (m 1724). In questa si nascondono tra il verde i villaggi che formano il comune di Zerba: boschi di castagni, faggi, carpini rivestono interamente i versanti che presentano un carattere aspro e selvaggio. Ancora da sinistra confluisce nel Trebbia, a Ponte Organasco, il torrente Avegnone, chiuso tra il Monte Lesima e il nodo orografico del Penice; forma una interamente compresa nella provincia di Pavia, in capo alla quale si trova il comune di Brallo di Pregola; a differenza delle vicine valli di sinistra, quella dell'avegnone è aperta su fondi di terra coltivati a vigneti e punteggiati di villaggi. Da Ponte Organasco il corso del Trebbia muta improvvisamente direzione, puntando verso Nord-Est, per incontrare poco a di Marsaglia, in località Confiente, il torrente Aveto dopo una gola dirupata dove, dall'alto della Strada Statale n 45, si possono ammirare alcuni meandri tra i più pittoreschi della. L Aveto, lungo circa 30 Km, ne raddoppia la portata a causa dell alta piovosità del suo bacino, che ha superficie pari a circa 257 km 2. La piovosità in questo tratto è influenzata dalla zona di transizione tra il clima continentale della Pianura Padana e quello tirrenico sub-litoraneo della Liguria: le precipitazioni variano da 700 mm/anno in pianura a 2000 mm/anno in montagna, quantitativi che inseriscono la Val Trebbia tra le zone più piovose dell intero territorio nazionale. Subito dopo la confluenza con l Aveto il Trebbia, notevolmente arricchito d'acqua, torna a scorrere verso Nord e, dopo il breve tratto della piana di Marsaglia, si chiude ancora tra sponde precipiti, dominate dalla rocca di Brugnello, l'emergenza paesaggistica più spettacolare della (figure 3 6). Figure 3 e 4. Ansa del Trebbia vista dalla rocca di Brugnello. Figura 5 e 6. Alcune vedute dell ansa di Brugnello. 5

10 Seguono altri meandri e tratti incassati, quindi la collina protesa sul fiume su cui sorge l'abitato di San Salvatore annuncia la piana di Bobbio. A di Marsaglia i contributi significativi si limitano al Torrente Curiasca di S. Michele, in località S. Salvatore; al Torrente Bobbio proveniente dal Monte Penice, presso Bobbio; al Fosso degli Aregli (o Arelli) a Barberino ed al Torrente Perino. Il tratto montano, che si sviluppa per circa 95 Km dalla sorgente fino a Rivergaro, presenta un alveo profondamente incassato nel substrato roccioso, con morfologia caratterizzata da meandri incastrati in roccia, con curvatura generalmente elevata. Il tratto di pianura scorre in un ampia conoide con alveo tipicamente ramificato fino alla confluenza in Po, con ampie aree golenali e notevoli depositi alluvionali. Il bacino di alimentazione, sotteso dalla sezione di Pieve Dugliara (Rivergaro), misura circa 927 Km 2. 6

11 Area di studio Grazie all ombreggiatura orografica, elaborata dalla Provincia di Piacenza* e rappresentata nella figura 7 seguente, è possibile distinguere il tipo di territorio che caratterizza l area oggetto di studio: procedendo da Sud a Nord, il Trebbia attraversa i Comuni montani di Ottone, Zerba, Cerignale, Corte Brugnatella, Bobbio, oltre a quelli di Travo, Coli, Rivergaro, Gazzola, Gossolengo, Podenzano, Gragnano, Rottofreno, Calendasco e Piacenza, che non ricadono nel tratto di interesse per la balneabilità di questo progetto. *Elaborazione DEM (Digital Elevation Model) a cura del Servizio Pianificazione Territoriale e Ambientale della Provincia di Piacenza Figura 7. Inquadramento territoriale dell area oggetto di studio. Il tratto di fiume oggetto della presente indagine è compreso tra il confine regionale (a Sud) e l abitato di Mezzano Scotti (Bobbio): in figura sono evidenziate in rosso le stazioni di campionamento, 21 in totale, comprese le 6 della balneazione tradizionale. 7

12 Il tratto si presenta omogeneo sotto l aspetto geomorfologico: l'area dell'alta, dalle sorgenti fino a Bobbio, presenta un ambiente dalle caratteristiche prettamente montane; gli insediamenti umani sono ridotti e concentrati in nuclei compatti e le attività economiche (agricoltura, zootecnia, turismo) si sviluppano su terreni in ripido pendio e spesso terrazzati. L'alta si presenta tortuosa e stretta, spesso serrata tra pareti ripide e boscose, con strapiombi di notevole entità, a cui si alternano valli laterali vaste e verdeggianti. La quasi totale assenza di aree industriali fa del Trebbia uno dei pochi fiumi con basso livello di inquinamento. La morfologia accidentata contribuisce a determinare le caratteristiche climatiche dell'ambiente, condizionate anche da venti e da piogge molto abbondanti, principalmente in primavera e in autunno, dovute al contrasto tra le correnti calde provenienti dal mare e i venti freddi che scendono da settentrione; di conseguenza l'umidità relativa, assai diversa al variare della quota, si configura con la presenza della nebbia lungo il corso del fiume, specie nella notte e nelle prime ore dell'alba. Il fenomeno della nebbia un tempo era completamente sconosciuto e, da circa quarant'anni, è provocato sia dall'evaporazione dell'acqua raccolta nel bacino del Brugneto, sia dallo stato di abbandono in cui sono stati lasciati boschi e pascoli: il formarsi di uno strato di foglie e di rami spezzati in stato di macerazione e la crescita di un folto sottobosco di cespugli e di fieno non più raccolto, hanno accentuato notevolmente l'umidità dell'ambiente, favorendo il fenomeno della condensazione in prossimità del suolo. Come mostrato in figura 8, l'area boschiva, al di sotto degli 800 metri, è quasi totalmente occupata da castagneti e da bosco promiscuo, ma molti castagni sono stati gradualmente sostituiti da piantagioni di conifere che qui trovano buone condizioni ambientali ed economicamente sono più produttive. Figura 8. Carta dell uso reale del suolo nel bacino del Trebbia. 8

13 A quote superiori il faggio, l'acero, l'abete bianco ed il rovere occupano ancora vaste estensioni, mentre i pascoli sono in stato di completo abbandono. La progressiva cessazione dell'attività agricola da parte della popolazione residente, la mancata raccolta dei frutti, col conseguente abbandono del bosco e il degrado delle piante che, non più rinnovate e potate, si presentano con tronchi cavi e rami spezzati, hanno favorito il proliferare di gerbido, cespugli di felci, di ginepro, di corniola e di ginestra che spesso precludono l'accesso a boschi, una volta perfettamente agibili. La Val Trebbia, quasi disabitata d'inverno, si anima di numerose presenze nei mesi estivi offrendo straordinarie risorse per l'impiego del tempo libero: vi sono infatti gli spazi ideali per ogni genere di sport come l'escursionismo, la pesca, il kayaking, il canyoning, equitazione, mountain-biking. In prossimità dei centri di villeggiatura si trovano centri storici e piccoli borghi rurali, dove è ancora possibile imbattersi in architetture contadine di pregio, in tratti di mulattiera, in muri a secco, fontane, cascinali, "barchi"; i pregi naturalistici del territorio costituiscono un eccezionale opportunità per implementarne la vocazione turistica, creando un circolo virtuoso per cui la tutela dell ambiente favorisce l economia locale. Indispensabili artefici di questo processo sono le amministrazioni locali, cui spetta il compito di coordinare ed ottimizzare gli interessi dei diversi soggetti a vario titolo coinvolti (stakeholder): naturalistici, sociali, economici, ambientali, storici. L alta è tuttavia esposta al rischio dello spopolamento, specie nelle zone più interne; molti borghi e paesi nel periodo invernale sono pressoché disabitati. Lo spopolamento è accompagnato dalla perdita della propria identità culturale con conseguente degrado dell'ambiente, irripetibile in certi aspetti. Azioni come il presente progetto, volte ad analizzare le condizioni del territorio, ad affrontare consapevolmente le criticità ed a pianificare interventi di tutela e ripristino ambientale, vanno nella direzione di incentivare il ritorno nella, creando opportunità di lavoro finalizzate al recupero dell'ambiente, del turismo, dell'agricoltura e dell'allevamento. 9

14 Il monitoraggio. Il Fiume Trebbia è stato monitorato sotto il profilo della balneabilità con un approccio di tipo sanitario a partire dagli anni 80, insieme ad altri corsi d acqua di elevata qualità ambientale e storicamente frequentati da un utenza sia locale, sia extraprovinciale; già dal 1986 infatti, gli enti allora competenti in materia (USL, Servizi di Igiene Pubblica e Presidio Multizonale di Prevenzione) avevano condotto specifiche campagne di monitoraggio microbiologico per la valutazione dell utilizzo balneare di alcuni corsi d acqua superficiali della provincia (Torrente Nure, Fiume Trebbia e Torrente Aveto), i cui risultati sono pubblicati nel rapporto, edito nel 1990 da USL n 2 (SIP-PMP): Valutazione delle caratteristiche batteriologiche delle acque superficiali in relazione all utilizzo balneare Fiume Trebbia, Torrente Aveto e Torrente Nure 11, relativo alle campagne Negli anni 90 furono realizzate nel tratto Ottone-Bobbio importanti opere strutturali con finanziamenti F.I.O. 1989, consistenti nel collettamento degli scarichi ai depuratori, il potenziamento degli stessi e la realizzazione degli impianti di finissaggio a degli impianti di depurazione biologica: furono realizzati gli ecosistemi filtro o stagni di finissaggio di Ottone, Marsaglia, Bobbio, che dovevano migliorare le caratteristiche degli effluenti dei trattamenti depurativi biologici, riducendo ulteriormente BOD 5, Solidi Sedimentabili (SS) e soprattutto la Carica Batterica; nonostante ciò, le acque rimanevano non-conformi alla balneazione, nel tratto a di Bobbio. Vennero condotte approfondite campagne mirate (anni Piano Mirato Trebbia), pubblicato nel 1997 da ARPA ne Il progetto integrato per il risanamento del Fiume Trebbia: valutazione dell efficacia degli interventi realizzati 12, insieme con i risultati del monitoraggio ante operam condotto fra il Successivamente, soprattutto con l entrata in vigore del D.L.vo n 152/99 e dei numerosi decreti di modifica al D.P.R. n 470/82 (decreti salva-mare ), i controlli effettuati sono stati condotti sotto il profilo completo (microbiologico e chimico-fisico) a partire dal 2003, unicamente sul Fiume Trebbia e su tratti progressivamente più limitati, circoscritti alla zona montana: i tratti a della chiusura del bacino montano del Trebbia infatti, risultavano sistematicamente non conformi. Tecnicamente, il monitoraggio delle acque superficiali destinate alla balneazione secondo il D.P.R. n 470/82 verte su una serie di parametri di base, che misurano le pressioni antropiche (inquinamento fecale/industriale), la presenza di patogeni, il bilancio dell ossigeno, l acidità, qui di seguito brevemente trattati. Parametri chimici 13. OSSIGENO DISCIOLTO La concentrazione di Ossigeno disciolto dipende dalla diffusione (D) e dal bilancio fra i processi di consumo (C-respirazione) e di produzione (P-attività fotosintetica) che si verificano in un corpo idrico e si può sintetizzare con l equazione: O.D. (ossigeno disciolto)= P C ± D dove +D rappresenta l apporto di ossigeno dall aria e -D rappresenta la diffusione dall acqua all aria. Nei corsi d acqua turbolenti e con basso battente la diffusione esercita un ruolo significativo nel mantenere le acque prossime alla saturazione di ossigeno, anche in presenza di una forte attività di consumo. 10

15 Il tasso di saturazione dell ossigeno disciolto (% sat.) corrisponde al rapporto percentuale tra le concentrazioni dell ossigeno disciolto misurata e la corrispondente concentrazione di saturazione al 100%, relativa alla temperatura registrata al momento del prelievo. La concentrazione di ossigeno alla saturazione varia in funzione dell altitudine e della temperatura dell acqua. Per valori inferiori al 100%, si ha sottosaturazione, mentre per valori superiori al 100% si ha sovrasaturazione di ossigeno disciolto. Valori bassi di ossigeno potrebbero indicare presenza di inquinamento organico (le sostanze organiche tendono infatti ad ossidarsi consumando l'ossigeno presente nell'ambiente), valori elevati potrebbero invece essere indice di eutrofizzazione in atto (l'eutrofizzazione è un fenomeno imputabile ad un eccessivo sviluppo algale causato dalla presenza di grandi quantità di nutrienti nelle acque). In effetti, l'ossigeno disciolto è un parametro molto variabile, fortemente dipendente dalle condizioni fisico-chimiche dell'acqua e dalla presenza di biomassa algale. Se, per effetto della fotosintesi clorofilliana, si sviluppano nelle acque popolamenti fitoplanctonici molto concentrati, si producono enormi quantità di ossigeno nelle ore diurne, che si scioglie nell'acqua e passa poi nell'atmosfera seguendo gli equilibri chimico-fisici di diffusione. Elevate quantità di ossigeno disciolto in acqua, lungi dall'essere dannose, indicano, appunto, una forte presenza di organismi vegetali in attiva fotosintesi. Sul fondo, la decomposizione del particolato organico sedimentato e la respirazione degli organismi bentonici consumano l'ossigeno disciolto. In presenza di stratificazione delle acque, e quindi di scambi difficoltosi degli strati più vicini al fondo con quelli più ossigenati della superficie, si può arrivare all'ipossia od alla completa anossia. Questa situazione può avere pesanti ripercussioni sugli organismi bentonici che non possono risalire verso gli strati superficiali. Il limite superiore previsto dal D.P.R. n 470/82 per questo parametro può essere facilmente superato in caso di fioritura algale, ma il limite inferiore può essere superato in caso di trasporto verso riva di acque anossiche dal fondale legato a condizioni meteo particolari. Nelle acque superficiali a carattere torrentizio, come il Fiume Trebbia, questo fenomeno non è frequente. Le diverse quantità di ossigeno disciolto non hanno alcuna conseguenza diretta sulla salute del bagnante. La presenza di organismi agonizzanti o in putrefazione, però, oltre ad aumentare il rischio di infezioni da germi opportunisti, non rappresenta certamente uno spettacolo invitante per le attività balneari. La misura della temperatura è indispensabile per calcolare il tasso di saturazione dell ossigeno disciolto ed importante in quanto correlata al ciclo riproduttivo delle specie ittiche (vedi in particolare temperatura di riproduzione di Salmonidi e Ciprinidi). CONCENTRAZIONE DI IONI IDROGENO L unità di misura della concentrazione degli ioni idrogeno è il ph. Nelle acque naturali questo parametro è generalmente compreso tra valori di 6,6 e 7,8. Nei canali e nei fiumi lenti può raggiungere, in relazione alla rilevanza dell attività fotosintetica diurna, valori intorno a L intervallo che viene considerato entro i limiti dal D.P.R. n 470/82 è 6-9. Il ph fornisce utili informazioni sulla qualità delle acque, in particolare in caso di acque dolci. Variazioni di ph possono derivare da condizioni naturali (degradazione naturale del suolo) o in seguito ad attività umane (miniere, inquinanti emessi in atmosfera che possono dare origine a piogge acide, ecc.); le acque superficiali della provincia di Piacenza mostrano prevalentemente ph leggermente alcalini (>8) per la natura bicarbonato-calcica dei suoli. 11

16 CONDUCIBILITÀ E la misura del grado di salinizzazione dell acqua: può essere indice della presenza di uno scarico o di un inquinamento inorganico. Normalmente le acque superficiali allo stato naturale mostrano valori compresi fra 200 e 400μS/cm. FENOLI, TENSIOATTIVI, OLI MINERALI Si determinano per ispezione visiva e olfattiva, attraverso caratteristiche organolettiche: assenza di odori (fenoli), di schiume persistenti (tensioattivi) e di iridescenze (oli minerali). Sono indicativi di inquinamento industriale. Parametri microbiologici 14. La presenza di questi inquinanti ha particolare rilevanza per le possibili conseguenze sulla salute dell uomo e/o degli animali. Organismi (patogeni e opportunisti patogeni) capaci di provocare malattie trasmesse per via idrica possono essere eliminati attraverso le feci di individui infetti, raggiungere l ambiente acquatico e infettarne altri (circuito oro-fecale). Nelle acque tuttavia sono presenti anche microrganismi di per sé non patogeni, a prevalente habitat intestinale, che costituiscono un indice indiretto e teorico della eventuale contemporanea presenza di patogeni; vengono definiti come indicatori di contaminazione fecale e per semplicità si ricercano questi piuttosto che i patogeni. In questo senso, Coliformi Totali, Coliformi Fecali, Escherichia Coli, Streptococchi Fecali, Enterococchi Intestinali sono indicatori della presenza di un possibile patogeno, come la Salmonella. COLIFORMI TOTALI E FECALI I Coliformi Totali sono microrganismi appartenenti alle Enterobacteriaceae, batteri aerobi ed anaerobi facoltativi. Pur essendo presenti nelle feci umane, sono ubiquitari e proprio per la loro costante presenza nell ambiente, la loro validità come indicatori è in discussione. Si distinguono coliformi di origine fecale e coliformi di origine acquatica e tellurica, presenti naturalmente nelle acque a prescindere da qualsiasi contaminazione. Del primo tipo (Coliformi Fecali) fanno parte, ad esempio, Escherichia, Enterobacter; del secondo invece, fanno parte specie che sono largamente distribuite nell ambiente, dove possono moltiplicarsi, colonizzando suolo, acqua e vegetazione. Per distinguere i Coliformi Fecali dai Coliformi non fecali, si utilizza temperatura più elevata come fattore discriminante: i Coliformi Fecali vengono infatti detti anche termotolleranti. Storicamente la loro presenza sta ad indicare una contaminazione in atto da liquami biologici. ESCHERICHIA COLI Mentre le denominazioni coliformi totali e coliformi fecali fanno riferimento a gruppi batterici eterogenei, il termine Escherichia Coli corrisponde ad una specie tassonomicamente definita, compresa nel più ampio gruppo delle Enterobacteriaceae. L Escherichia Coli è un microorganismo, aerobio e anaerobio facoltativo, non sporigeno che fermenta il lattosio con produzione di gas alla temperatura di 44,5 C (come del resto tutti i microrganismi appartenenti al gruppo dei Coliformi Fecali di cui fa parte). L Escherichia Coli è per l OMS il migliore indicatore primario di inquinamento fecale, per la sua maggiore stabilità nell ambiente acquatico, poco sensibile alle variazioni stagionali ed alla disinfezione. 12

17 STREPTOCOCCHI FECALI ED ENTEROCOCCHI Ancora oggi i termini streptococchi fecali, enterococchi ed enterococchi intestinali sono considerati sinonimi, anche se gli Streptococchi Fecali sono microrganismi eterogenei sia dal punto di vista tassonomico, sia da quello ecologico. Attualmente si distinguono tre generi diversi, di cui due (Enterococcus e Streptococcus) comprenderebbero specie intestinali o di origine fecale. Il rapporto tra Streptococchi Fecali e Coliformi Fecali era spesso interpretato per caratterizzare l origine dell inquinamento (umano o animale): tuttavia oggi, a causa della diversa resistenza ai disinfettanti da parte dei microrganismi del gruppo Streptococchi Fecali, il valore di questo rapporto è stato messo in discussione. SALMONELLA Le Salmonelle appartengono alla famiglia delle Enterobacteriaceae, e sono anaerobi facoltativi. Sono microrganismi patogeni e si possono adattare ad un ospite particolare o essere ubiquitari e ritrovarsi in ospiti diversi. L infezione si trasmette per via oro-fecale o associata alla contaminazione di alimenti e acqua. Nell uomo si manifesta con febbri enteriche, gastroenteriti, setticemia, tifo. Per contrarre infezione occorre che la concentrazione sia sufficiente per produrre la patologia. Salmonella è ampiamente diffusa nell ambiente dove può anche sopravvivere: la sua presenza nell ambiente idrico rappresenta inequivocabilmente l esistenza di una contaminazione fecale primaria (immissione di scarichi fognari) o secondaria (dilavamento di suoli contaminati). ENTEROVIRUS Sono virus di cui fanno parte anche Poliovirus, e quello dell epatite A. Non vengono però ricercati routinariamente nel monitoraggio secondo il D.P.R. n 470/82, se non in situazioni particolari che facciano sospettare la loro eventuale presenza. 13

18 Campagne di monitoraggio L obiettivo del monitoraggio é sempre stato quello di verificare perché il Trebbia non rispettasse in particolare i limiti batteriologici della balneabilità, soprattutto nel tratto a di Bobbio, nonostante tutti gli interventi specifici effettuati (quelli realizzati coi finanziamenti F.I.O. del 1989) e di identificare le cause di inquinamento. Il monitoraggio è stato effettuato originariamente (anni 80) nel periodo balneare (un mese prima dell inizio della stagione vera e propria, ogni quindici giorni, fino alla fine della stessa) su 32 stazioni, distribuite fra Catribiasca (Ottone-punto di ingresso in provincia di Piacenza) e Foce in Po (Borgotrebbia- Piacenza); successivamente (anni 90) le stazioni sono passate a 19, da Catribiasca a Rivergaro-Lido; nel 2003 da 19 a 12, da Ponte di Ferro-Ottone a Rivergaro-Lido; nel 2004 da 12 a 6, da Ponte di Ferro a Curva Camillina: venivano progressivamente eliminate le stazioni che risultavano non conformi oppure non più frequentate. In sintesi, i risultati delle campagne condotte dagli anni 80 ad oggi mostrano come lungo tutta l asta fluviale vi siano stati superamenti dei limiti o delle percentuali di conformità, tali da rendere non conformi punti e/o interi tratti di fiume a dei centri abitati principali (Ottone, Marsaglia, Bobbio); nel tratto a di Bobbio (Cassolo, Perino, Coli, Travo, Rivergaro) più della metà delle stazioni hanno registrato percentuali di conformità tra lo zero ed il 40%, quando il limite di conformità deve essere almeno 80% per i parametri microbiologici e 90% per quelli chimici. Il monitoraggio del 2004 ha mostrato un andamento anomalo rispetto agli anni precedenti, nei quali il tratto da confine regionale a Ponte Lenzino risultava sempre idoneo alla balneazione, con percentuali di non conformità > 80% in tutte le stazioni, soprattutto per il parametro Coliformi totali: per il 2004 quindi non si è potuta dichiarare balenabile NESSUNA delle stazioni monitorate. Esiti dei precedenti monitoraggi Dalle campagne di monitoraggio condotte fino al 2003 si può desumere che: esistono nell alta Val Trebbia 2 tratti distinti, uno a, l altro a di Bobbio, che definisce il limite naturale della balneabilità: a) a di Bobbio: zona di buona qualità idrologica durante la maggior parte dell anno, salvo aree ristrette e circoscritte di compromissione a degli abitati di Ottone e Marsaglia; b) a di Bobbio: zona di insufficiente qualità idrologica in ogni periodo dell anno, con punte di inquinamento a dei centri abitati; non sono mai garantite caratteristiche igieniche tali da permetterne l uso balneare; è costante la presenza di indicatori di inquinamento fecale in quantità superiore ai limiti del D.P.R. n 470/82, a dei centri abitati maggiori (Ottone, Marsaglia, Bobbio) anche in periodo non balneare, ma più accentuata in corrispondenza dell aumento della popolazione fluttuante e della riduzione estiva della portata; rilievi effettuati a distanza di m dall immissione dello scarico depurato, mostrano comunque superamento dei limiti, evidenziando l incapacità delle acque di autodepurarsi, che si ripristina nuovamente a distanza di almeno 3 km, in assenza di altre sorgenti di contaminazione 11 ; 14

19 il superamento degli standards batteriologici previsti per la balneazione non ha tuttavia inciso negativamente sul mantenimento della vita acquatica, monitorato fin dagli anni 90 con l IBE, che mostra buona qualità biologica su tutta l asta del fiume. Dopo gli interventi FIO 89 realizzati, i risultati delle rese depurative sugli effluenti risultavano soddisfacenti, nonostante diminuissero al diminuire delle concentrazioni del liquame in ingresso per COD, SS e NH4; inoltre: rispetto alla carica batterica (Coliformi totali, Coliformi Fecali, Streptococchi Fecali) esistevano limiti rispettivamente di , e UFC/100 ml, per la L.R. 42/86, superati nel 70% dei campioni effettuati all uscita dei fanghi attivi, ma tutti inferiori all uscita degli stagni di finissaggio; la fitodepurazione quindi garantiva il rispetto dei limiti batteriologici nel corso d acqua (100 UFC/100 ml per Coliformi Fecali e Streptococchi Fecali) per Marsaglia, ma non per Ottone e Bobbio, dove tuttavia la portata operava una diluizione naturale sul carico microbico; nel corso dei sopralluoghi effettuati durante il Piano Mirato Trebbia, venivano verificate frequenti anomalie di funzionamento nei finissaggi di Ottone, Marsaglia, Bobbio (37 volte su 61, pari al 61%), come invasione delle vasche da parte della vegetazione riparia con rallentamento del deflusso, riduzione del livello dell acqua nelle vasche per infiltrazione laterale, nonostante nelle autorizzazioni allo scarico di questi depuratori fossero contenute prescrizioni sulla manutenzione degli argini (sfalcio mensile della vegetazione durante il periodo vegetativo, rimozione delle infestanti, sfalcio semestrale della vegetazione riparia), sfalcio autunnale delle macrofite, controllo del regolare deflusso. Veduta aerea dell impianto di Bobbio, dotato di finissaggio. 15

20 Risultati monitoraggio Come si diceva sopra, il 2004 ha mostrato un andamento anomalo rispetto al passato: nessun tratto è risultato balneabile a fronte di una crescente aspettativa socio-ambientale di miglioramento complessivo del bacino del Trebbia; la Regione Emilia Romagna ha scelto il Trebbia come corpo idrico significativo su cui attuare una serie di approfondimenti e sperimentazioni, in applicazione del D.Lvo n 152/99 per il raggiungimento degli obiettivi di sufficiente e buono al 2008 ed al 2016, nell ambito del Piano Regionale Tutela Acque. A livello provinciale poi, sia gli enti locali (Provincia, Comuni, Comunità Montana), sia la società civile (cittadini, associazionismo, mezzi di informazione, categorie produttive, ecc.) esercitano una forte pressione per valorizzare le risorse naturali del bacino del Trebbia, promuovendo investimenti di risorse e di idee sul miglioramento o quantomeno sul mantenimento delle sue caratteristiche di pregio ambientale. Il monitoraggio 2004 è stato condotto su 6 stazioni (Ottone-Ponte di Ferro, Ponte Organasco, Ponte Lenzino, Marsaglia- campeggio, Brugnello, Curva Camillina), da aprile a settembre con frequenza quindicinale, secondo D.P.R. n 470/82. Analizzando in dettaglio i parametri Coliformi Totali, Coliformi Fecali, Streptococchi Fecali, rappresentati in figura 9, 10 e 11 rispettivamente, si può notare come i Coliformi Totali siano un indicatore aspecifico, la cui crescita è legata solo alle condizioni meteoclimatiche, favorenti con il progredire della stagione da aprile a settembre: si noti infatti (figura 9) come dal campionamento del 05/07/04 (rappresentato dall istogramma azzurro cupo) in avanti tutte le stazioni siano sopra il limite di 2000 UFC/100 ml (D.P.R. n 470/82) e col progredire della stagione estiva, all aumentare della temperatura, corrisponde un indiscriminata proliferazione dei Coliformi Totali. Figura 9. Andamento dei Coliformi Totali in tutte le stazioni della balneazione, rappresentate da a, in tutte le campagne effettuate nel 2004 (totale 12, con frequenza quindicinale). A differenza dei Coliformi Totali, per i Coliformi Fecali (figura 10), il limite di 100 UFC/100 ml (D.P.R. n 470/82) è superato in tutte le stazioni solo nel campionamento del 07/06/04 (rappresentato dall istogramma color mattone), ad esclusione di Ponte Lenzino, dove la concentrazione espressa in 16

21 UFC/100 ml, è pari a 60; risulta inoltre che il 07/06/04 è l unica data in cui i Coliformi Fecali sono fuori limite e non lo sono i Coliformi Totali, situazione invece sempre ricorrente. Figura 10. Andamento dei Coliformi Fecali in tutte le stazioni della balneazione, rappresentate da a, nelle campagne effettuate nel 2004 (totale 12, con frequenza quindicinale). Non si nota un andamento temporale-stagionale, ma piuttosto una distribuzione della carica batterica coerente con abitudini e frequentazione delle stazioni: Curva Camillina e Marsaglia sono le località più facilmente accessibili e frequentate dall utenza piacentina, mentre Ponte Organasco lo è per quella pavese e nel campionamento del 16/08/04 (istogramma giallo) a ridosso del ferragosto (16/08/04) evidentemente sono state più contaminate proprio dalla presenza turistica occasionale. Figura 11. Andamento degli Streptococchi Fecali nelle stazioni della balneazione rappresentate da a, nelle campagne effettuate nel

22 Il limite di 100 UFC/100 ml (D.P.R. n 470/82) per gli Streptococchi Fecali non è mai stato superato, ad eccezione di un unico campionamento in una sola stazione, non significativo (Ponte Organasco del 16/08/04). Gli Streptococchi Fecali sono sempre abbondantemente sotto il limite; la data del 16/08/04 (istogramma giallo) si distingue dalle altre per gli stessi motivi detti sopra per i Coliformi Fecali, soprattutto per le stazioni più a, Ponte di Ferro, Ponte Organasco, Ponte Lenzino, Marsaglia. Il rapporto SF/CF, utilizzato un tempo per caratterizzare l origine animale o umana dell inquinamento, mostra un andamento non conclusivo, rappresentato in figura 12, incoerente sia con un origine, sia con l altra: in genere, se il rapporto SF/CF è >1, l inquinamento è di origine prevalentemente animale; viceversa, se SF/CF<1, è di origine prevalentemente umana. Tuttavia oggi, a causa della diversa resistenza ai disinfettanti da parte dei microrganismi del gruppo Streptococchi Fecali, il valore di questo rapporto è stato messo in discussione. Figura 12. Rapporto Streptococchi Fecali/Coliformi Fecali nelle stazioni della balneazione, rappresentate da a, nel monitoraggio Il monitoraggio 2004 ci dice che nessuna stazione è balneabile per il superamento del limite dei Coliformi Totali 6 volte su 12, pari al 50% di conformità (deve essere almeno l 80% per i parametri batteriologici ed il 90% per quelli chimici su tutta la serie dei campionamenti). Non sappiamo però se applicando la proposta di nuova normativa europea, COM(2002) 581 def., le stazioni sarebbero state conformi o meno, avendo da rispettare limiti diversi per parametri diversi. Per il 2005 quindi, Provincia, AUSL e Arpa decidono di sospendere il monitoraggio condotto dal 2003 secondo D.P.R. n 470/82 a scopo conoscitivo, e di effettuare controlli di carattere igienico-sanitario solo nei periodi di effettiva frequentazione delle stazioni (giugno-agosto), per garantire un minimo controllo ai Comuni. Nel 2005 il monitoraggio è stato effettuato da giugno ad agosto, con frequenza quindicinale, sulle 6 stazioni già monitorate nel 2004 (Ottone-Ponte di Ferro, Ponte Organasco, Ponte Lenzino, Marsaglia campeggio, Brugnello, Bobbio-Curva Camillina), per 5 campagne complessive, sui parametri ph, O 2 disciolto, O 2 % sat., T acqua, Coli tot., Coli fec., Strepto fec., Salmonella, Colori, Odori/Fenoli, Schiume/Tensioattivi, Iridescenze/Oli Minerali. 18

23 La Provincia comunque, intendendo inserire il raggiungimento dell'obiettivo di balneabilità del Trebbia nel PTCP/PPTA, ha commissionato ad Arpa un analisi ambientale volta ad approfondire le cause di inquinamento nel presente progetto, ricompreso nel più vasto progetto europeo Hidrosource (vedi Il progetto). 19

24 La Qualità Ambientale. Stato dell inquinamento attuale secondo gli indici LIM, IBE, SECA. Nel 1983 è stata istituita in Emilia Romagna la rete regionale di controllo delle acque superficiali, ai sensi della L.R. n 9/83; dal 1992 vengono raccolti e informatizzati i dati relativi alla qualità e dall entrata in vigore del D.L.vo n 152/99 e succ. mod. le acque sono classificate come Qualità Ambientale o per specifica destinazione. Per il bacino del Trebbia, nel tratto di interesse, nelle stazioni della rete della Qualità Ambientale Ottone, Valsigiara Bobbio, a scarico di Piancasale vengono mensilmente prelevati campioni per l analisi chimico-microbiologica, mentre 2 volte all anno viene monitorato l IBE; fra gli altri parametri vengono analizzati gli Enterococchi Intestinali ed Escherichia Coli (destinati a sostituire rispettivamente gli Streptococchi Fecali e i Coliformi Fecali nel controllo della balneabilità), parametri che nel corso del 2004 hanno mostrato il seguente andamento: Stazione data Escherichia Coli UFC/100 ml (500-BALN / 250-VG) * Enterococchi Intestinali UFC/100 ml (200-BALN / 100-VG)* Salmonella/1 l /01/ assente Valsigiara 17/02/ assente 16/03/ assente 20/04/ assente 18/05/ assente 22/06/ assente 10 20/07/ assente 24/08/ assente 21/09/ assente 19/10/ assente 10I9 16/11/ assente 21/12/ C /01/ assente Bobbio, 17/02/ assente 16/03/ assente Piancasale 20/04/ F 18/05/ assente 22/06/ assente 9I8 20/07/ assente 24/08/ assente 21/09/ F 19/10/ assente 16/11/ C2 21/12/ assente 9 * Limiti imperativi e valori guida previsti dalla proposta di nuova direttiva. Tabella 3. Andamento annuale di Escherichia Coli, Enterococchi Intestinali, IBE, presenza/assenza di Salmonella nelle stazioni di Valsigiara e Bobbio della rete regionale di monitoraggio della qualità ambientale. IBE Come si vede dai dati (tabella 3), i valori fuori limite secondo la proposta di nuova direttiva europea (evidenziati in rosso), riguardano principalmente la stazione di Bobbio a di Piancasale, praticamente da maggio a dicembre, mentre la stazione di Valsigiara mostra dati addirittura inferiori ai valori guida della proposta di nuova direttiva (250 UFC/100ml per Escherichia Coli, 100 UFC/100ml per Enterococchi Intestinali). Considerando gli indici sintetici LIM (Livello Inquinamento Macrodescrittori), IBE (Indice Biotico Esteso) e SECA (Stato Ecologico Corso Acqua, =LIM+IBE), che consentono di valutare in modo più completo la qualità dell acqua, rappresentati in tabella 4, si nota come la classe di qualità per le 2 stazioni 20

25 sia la stessa (SECA in Classe 2-Stato Buono), nonostante la differenza di concentrazione di Escherichia Coli sia maggiore anche di 2 ordini di grandezza nella stazione di Bobbio: questo è dovuto al fatto che il sistema di classificazione per la Qualità Ambientale prevede degli intervalli di concentrazione per l attribuzione alle classi che, nel caso dell Escherichia Coli passa da 100 a 1000 e a 5000 UFC/100ml rispettivamente per il Livello 1, 2 e 3. Grandi variazioni di concentrazione vengono cioè appiattite nell indice sintetico; si rammenta che Escherichia Coli è solo uno dei 7 macrodescrittori che determinano il LIM (O 2, BOD 5, COD, NH 4, NO 3, Fosforo totale, Escherichia Coli). BACINO CORPO IDRICO STAZIONE COD. REG. TIPO STAZ. LIM 2004 IBE 2004 SECA 2004 TREBBIA TREBBIA Valsigiara B Classe 2 TREBBIA AVETO Ruffinati B Classe 2 TREBBIA TREBBIA Bobbio, a di Piancasale B Classe 2 TREBBIA TREBBIA Pieve Dugliara AS Classe 2 TREBBIA TREBBIA Foce in Po (Borgotrebbia) AS Classe 3 Tabella 4. Valori di LIM, IBE, SECA per le stazioni della rete regionale per la Qualità Ambientale, ricadenti nel bacino del Fiume Trebbia, relative all anno Ricostruendo le condizioni al contorno per le 2 stazioni, sembra che l immissione dello scarico del depuratore di Bobbio in Trebbia possa influenzare significativamente la carica microbica presente nel corso d acqua (vedi impennata dei valori di Enterococchi Intestinali ed Escherichia Coli da maggio a ottobre); la stazione di Valsigiara sembra invece non risentire dello scarico di Ottone, forse perché é situata a distanza sufficiente per consentire al fiume di autodepurarsi. Criticità Ma il monitoraggio per la Qualità Ambientale (obiettivo minimo per la vita acquatica da garantire per le acque superficiali secondo il D.L.vo n 152/99) da solo non fornisce un quadro completo del tratto che si vorrebbe destinare all uso ricreativo; contemporaneamente, i monitoraggi per la balneazione secondo D.P.R. n 470/82 hanno dato esiti sfavorevoli, mal interpretabili rispetto alle eventuali sorgenti di inquinamento ed alle dinamiche autodepurative del fiume. Inoltre il tratto di fiume di interesse per la balneazione, si sviluppa per ben 46,72 km di corso, dal confine regionale all abitato di Mezzano Scotti, a di Bobbio: difficilmente si potrebbero applicare in un tratto così lungo i criteri di aree omogenee all interno delle quali la nuova direttiva europea sulla balneazione raccomanda di strutturare il monitoraggio. In base alle sue caratteristiche geomorfologiche sono distinguibili 2 tratti: da confine regionale a Curva Camillina e da Bobbio a Mezzano Scotti. Nel primo tratto la si presenta tortuosa e stretta, serrata tra pareti ripide e boscose, con strapiombi di notevole entità, dove l ambiente prettamente montano, con insediamenti umani ridotti e concentrati, consente lo sviluppo di un economia agro-zootecnica su terreni in ripido pendio e spesso terrazzati, alternati a valli laterali vaste e coltivate. La quasi totale assenza di aree industriali riduce le fonti di inquinamento a scarichi civili di depurazione, reflui provenienti dalla zootecnia, sottoprodotti dell agricoltura e delle aziende agro-alimentari. Un uso industriale diffuso è quello idroelettrico, che produce criticità di tipo quantitativo e non qualitativo: derivazioni consistenti dal Trebbia e da suoi affluenti sono presenti a Ottone (Losso), Cerignale (Zermogliana), Corte Brugnatella (Ponte Lenzino), 21

26 Bobbio (S. Salvatore e Piancasale), nonché a Boschi (Ferriere) sull Aveto presso la diga ENEL. Altre derivazioni dal bacino vengono utilizzate per uso irriguo. Il tratto di pianura, da Bobbio verso, scorre in un ampia conoide fluviale con alveo tipicamente ramificato fino alla confluenza in Po, con vaste aree golenali e notevoli depositi alluvionali. Gli insediamenti abitativi sono più consistenti (Bobbio, Cassolo, Piancasale, Mezzano Scotti), meno concentrati come nuclei abitativi ed anzi più diffusi nel territorio, dove sono presenti numerose case di villeggiatura ed esercizi turistici; anche l indotto artigianale ed industriale è maggiore. La rilevanza storico-culturale di Bobbio-capoluogo, infine, attira soprattutto in alcuni mesi dell anno, un utenza extracomunale ed extra-provinciale, che culmina proprio nella stagione estiva, già critica per le condizioni igieniche del fiume. Come già detto, la gestione degli impianti di depurazione e dei finissaggi è un elemento critico per lo stato di inquinamento del fiume: frequenti fermo-impianto e una manutenzione della fitodepurazione non puntuale produce un deterioramento della qualità dell acqua, insieme a problemi strutturali sugli impianti. Risulta infatti, ad esempio, che la fitodepurazione di Ottone non funzioni perché realizzata in una zona in ombra alla montagna, condizione che non permette lo sviluppo vegetativo delle macrofite. I Comuni inoltre lamentano gli alti costi derivati dalla corretta gestione dei finissaggi (sfalci periodici, ecc.), tanto da valutarla antieconomica, opinione comune anche all ente gestore dell agenzia d ambito. 22

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