Nel nostro ordinamento, in cui il Codice Penale

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1 LEGGE Le armi e il diritto amministrativo I lettori sono più facilmente abituati a confrontarsi con le norme del Codice Penale e delle leggi speciali, e assai più raramente con i diversi e complessi riti del diritto amministrativo: vediamo allora quali sono i rapporti tra questa disciplina e le armi di Maria Beatrice Zammit Nel nostro ordinamento, in cui il Codice Penale prevede i reati di detenzione e di porto abusivo di armi (articoli 697 e 699 Codice Penale) e la legge vieta di portare armi fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa (articolo 4, primo comma, legge numero 110 del 18 aprile 1975), la detenzione e il porto d armi costituiscono eccezioni rispetto alle quali la posizione del privato non è di diritto soggettivo, la cui tutela è rimessa al giudice ordinario, ma di mero interesse legittimo, tutelabile avanti il giudice amministrativo nella sede del competente Tribunale Amministrativo Regionale e del superiore Consiglio di Stato. Ciò significa, all atto pratico, che in occasione del rilascio da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza delle autorizzazioni di detenzione e porto d armi l interesse del cittadino a detenere, trasportare o portare armi deve essere comparato con le esigenze, certamente prioritarie e prevalenti, di tutela dell ordine e della sicurezza pubblica, con la conseguenza che tale interesse potrà essere soddisfatto solo nell ipotesi in cui, fermo restando il possesso dei requisiti prescritti dalla legge, diritto amministrativo Il diritto amministrativo è il complesso di norme che disciplinano l attività della amministrazione e i suoi rapporti con i privati; si distingue dal diritto privato, che regola i rapporti fra soggetti privati, e dal diritto penale, che riguarda l ordinamento generale ed è rivolto a reprimere i reati. A differenza di questi due altri rami del diritto, inoltre, il diritto amministrativo non ha un codice, sicché i princìpi che ne costituiscono la base sono ricavabili dalla dottrina (testi e articoli di giuristi) e dalla giurisprudenza (sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali e del Consiglio di Stato). Solo recentemente è stato creato il Codice del Processo Amministrativo, contenente le norme che regolano il processo davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) e al Consiglio di Stato, i quali costituiscono i principali organi rispettivamente, di primo e di secondo grado della giustizia amministrativa. 034

2 non sussista alcun pericolo che il soggetto possa utilizzare in modo improprio le armi stesse. Si dice, in gergo giuridico, che nell effettuare tale comparazione la Pubblica Amministrazione sia titolare di un potere ampiamente discrezionale (è la cosiddetta discrezionalità amministrativa ), vale a dire ha la facoltà di porre in essere una scelta tra più soluzioni possibili e, tra queste, della più opportuna nell interesse della comunità. Nell ipotesi di esercizio di questo potere discrezionale, la libertà dell amministrazione incontra però alcuni limiti, e cioè: il rispetto delle norme procedimentali, la necessità della motivazione e l osservanza dei princìpi di logica e di imparzialità che, accanto al principio di legalità, devono sempre reggere l azione amministrativa. L eccesso di potere La violazione di tali limiti da parte della Pubblica Amministrazione dà luogo a quel particolare vizio dell atto amministrativo che va sotto il nome di eccesso di potere, le cui principali figure sintomatiche sono il travisamento dei fatti, la contraddittorietà, l illogicità, la disparità di trattamento, l ingiustizia manifesta. L accertamento da parte del giudice amministrativo di tale vizio o di altra categoria di vizi di legittimità (incompetenza, violazione di legge) può comportare l annul- lamento del provvedimento, con conseguenze diverse a seconda del suo contenuto: in caso di rigetto, per esempio, di richiesta di una licenza di porto d armi, l annullamento non implicherà automaticamente il rilascio della licenza medesima, bensì l obbligo per la Pubblica Amministrazione di sanare i vizi rilevati dal giudice e quindi di riesaminare la domanda alla luce dei rilievi da questi formulati. Qualora, invece, oggetto dell annullamento giurisdizionale fosse un provvedimento di revoca di una siffatta licenza, la pronuncia del giudice favorevole al ricorrente sarà di per sé satisfattiva dell interesse di quest ultimo, in quanto la caducazione della revoca farà rivivere la licenza che tornerà, quindi, a essere pienamente valida ed efficace. Un primo esempio pratico che può aiutare i nostri lettori a meglio comprendere quanto sin qui esposto è un caso di cui si sono occupati i giudici amministrativi di 035

3 LEGGE Napoli, che sono stati chiamati a pronunciarsi su un ricorso avente per oggetto un decreto con cui il Questore di Caserta aveva revocato una licenza di porto di fucile per uso caccia. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, con sentenza numero 3543/2008 della Sezione V, ha dunque affermato che il potere riconosciuto all autorità amministrativa dall articolo 43, comma secondo, del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza numero 773/1931 di ricusare la licenza di porto d armi a chi non può provare la sua buona condotta o non dà affidamento di non abusare delle armi va esercitato nel rispetto dei canoni tipici della discrezionalità amministrativa, sia sotto il profilo motivazionale che sotto quello della coerenza logica e della ragionevolezza, dandosi conto in motivazione dell adeguata istruttoria espletata al fine di evidenziare le circostanze di fatto in ragione delle quali il soggetto richiedente sia ritenuto pericoloso o comunque capace di abusi. Nella fattispecie esaminata dal Tribunale Amministrativo la revoca era motivata sulla base di una segnalazione del Comando Provinciale dei Carabinieri che aveva evidenziato la frequentazione da parte del ricorrente di personaggi contigui ad ambienti criminali, sì da far ritenere venuto meno il requisito dell affidabilità che è richiesto nei riguardi dei titolari di autorizzazioni di polizia in materia di armi. Il Tribunale ha rilevato che, in un caso del genere, in cui gli elementi per valutare la pericolosità del soggetto attengono a denunce penali, l autorità di polizia non può limitarsi a richiamarle acriticamente o a trarre dalle stesse un automatico giudizio negativo, ma deve operare una autonoma valutazione dei fatti che ne sono alla base, vagliare l esito dei relativi procedimenti penali specialmente se si tratta di denunce assai risalenti nel tempo, verificarne con maggiore rigore la rilevanza se intervenute in tempi remoti e, in ogni caso, esternare adeguatamente le ragioni per le quali se ne possono far scaturire indici significativi della inaffidabilità del soggetto, cioè della sua incapacità di offrire sufficienti garanzie circa il corretto uso delle armi. Applicando tali princìpi la sentenza in questione ha ri- 036

4 gettato il ricorso in quanto il Questore di Caserta, nel provvedimento impugnato, aveva fornito, con rilievi logici e puntuali e sulla base di circostanze di fatto assistite da sufficiente fumus, la prova dell esistenza di una relazione tra i fatti (frequentazione di personaggi contigui ad ambienti criminali) certamente non occasionali, e la inidoneità del soggetto a un uso corretto delle armi, assicurando il soddisfacimento dell interesse pubblico. Così anche per il Consiglio di Stato In un altro caso, sempre relativo alla revoca di una licenza di porto d armi a uso caccia, il Consiglio di Stato ha ritenuto che l autorità amministrativa (nella specie, il Questore di Bolzano) avesse esercitato correttamente il potere discrezionale di revoca in quanto i fatti richiamati dal Questore nel provvedimento, e cioè la presenza agli atti di una denuncia-querela nei confronti del ricorrente che aveva aggredito una donna arrecandole lesioni personali giudicate guaribili in dieci giorni, costituivano senza dubbio alcuno elementi indiziari idonei a fondare la determinazione assunta, essendo indicativi di comportamenti incompatibili con la completa sicurezza del buon uso dell arma e di una personalità incapace di controllare i propri impulsi ed emozioni. Nella sentenza in esame, la numero 3758/2011 della Sezione VI, il Consiglio di Stato ha affermato con riguardo al potere del Prefetto di vietare la detenzione di armi e munizioni e alla facoltà del Questore di revocare la licenza del porto di fucile a uso caccia (articoli 11, 39 e 43 del già menzionato Testo Unico contenuto 037

5 LEGGE glossario Autorizzazione Provvedimento con cui la Pubblica Amministrazione rimuove un limite all esercizio dell attività di un privato. Contraddittorietà Si ha sia quando una parte del provvedimento amministrativo risulti in contrasto con altra (per esempio, quando il dispositivo cioè la parte conclusiva dell atto o la motivazione siano in conflitto con il preambolo, cioè con la premessa) sia quando un provvedimento risulti incoerente e contraddittorio rispetto a uno cronologicamente precedente o successivo, e perciò incompatibile. Diritto soggettivo Posizione di vantaggio riconosciuta a un soggetto in ordine a un determinato bene (per esempio, il diritto di proprietà). Disparità di trattamento La disparità di trattamento si osserva quando, di fronte a situazioni identiche, l amministrazione adotti soluzioni diverse. Fumus Fumo, cioè apparenza, di buon diritto (cosiddetto fumus boni juris). Illogicità Si ha quando la motivazione dell atto, cioè del provvedimento amministrativo, sia illogica cioè contraria alla logica comune. Incompetenza Si ha quando il provvedimento amministrativo venga adottato da un organo diverso (per grado, materia o territorio) rispetto a quello che la legge prevede. Ingiustizia manifesta Si verifica quando l interesse del privato venga sacrificato senza sufficienti ragioni di pubblico interesse. Interesse legittimo È l aspettativa del privato a che l amministrazione eserciti il potere di cui è titolare in conformità delle norme che ne regolano l esercizio. Travisamento dei fatti È il ritenere esistente un fatto inesistente, o viceversa. Si verifica quando l amministrazione ponga a base del provvedimento fatti inesistenti ovvero fatti cui venga dato un significato erroneo. Si tratta, in sostanza, di una scorretta rappresentazione della realtà che comporta la scorretta applicazione della legge. Violazione di legge Si ha una violazione di legge quando il provvedimento dell autorità amministrativa non abbia applicato (in questo caso si parla di mancata applicazione), o abbia male applicato (falsa applicazione) una norma di legge. 038

6 nel regio decreto 28 giugno 1931, numero 773) alcuni princìpi basilari che riassumono i concetti con cui con questo primo articolo abbiamo cercato di introdurre i nostri lettori alla complessa materia del diritto amministrativo. Il primo: il porto d armi non costituisce un diritto assoluto ma rappresenta una eccezione al normale divieto di portare armi, consentita soltanto se vi è la completa sicurezza del loro buon uso, per evitare qualsiasi dubbio sotto il profilo dell ordine pubblico e della tranquilla convivenza della collettività. Il secondo: l autorità amministrativa compie al riguardo un giudizio sintetico-valutativo relativo al complesso della condotta di vita del soggetto interessato, concernente l osservanza sia delle comuni regole di convivenza sociale sia dei precetti giuridici a salvaguardia dei valori fondamentali dell ordinamento, così che non emergano circostanze da cui si possa dedurre la pericolosità di chi richiede l autorizzazione e la possibilità di abuso dell arma. Il terzo: considerato il carattere preventivo della valutazione, sussiste in materia una ampia discrezionalità dell Amministrazione riguardo all affidabilità del titolare della licenza ai fini dell uso dell arma, non ancorata alla sussistenza di un quadro probatorio che richieda certezza o rilevante e qualificata probabilità, essendo sufficiente l esistenza di elementi indiziari sulla mera probabilità di un abuso dell arma o su una insufficiente capacità di dominio dei propri impulsi ed emozioni. Il quarto e conclusivo: spetta perciò all autorità di Pubblica Sicurezza una valutazione prognostica circa l affidamento dato dall interessato sull uso delle armi che, come abbiamo scritto, può essere sindacata soltanto sotto i profili di eccesso di potere per evidente illogicità, travisamento dei fatti, e infine violazione dei canoni di ragionevolezza e di coerenza (si veda anche: Consiglio di Stato, Sezione III, 19 aprile 2011, numero 2392; Sezione VI, 20 luglio 2010, numero 4665; Sezione VI, 4 giugno 2010, numero 3558; Sezione VI, 17 aprile 2009, numero 2343; Sezione VI, 14 febbraio 2007, numero 616). In un prossimo futuro esamineremo e commenteremo altri casi esemplificativi di particolare interesse. 039

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