MILANO 1 D IPARTIMENTO DI P RODUZIONE V EGETALE Via Celoria Milano -

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1 Di.Pro.Ve. - U NIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO 1 D IPARTIMENTO DI P RODUZIONE V EGETALE Via Celoria Milano - RELAZIONE TECNICA CONCLUSIVA DEL PROGETTO TRIENNALE: SVILUPPO DI PRODUZIONI DI PIANTE OFFICINALI IN TERRITORIO MONTANO (VALLE CAMONICA) DGR 7/9182 del 31/5/22 Piano per la Ricerca e lo Sviluppo 22-

2 SVILUPPO DI PRODUZIONI DI PIANTE OFFICINALI IN TERRITORIO MONTANO (VALLE CAMONICA) DGR 7/9182 del 31/5/22 Piano per la Ricerca e lo Sviluppo 22. RELAZIONE TECNICA CONCLUSIVA Indice: 1. INTRODUZIONE 2. MATERIALI E METODI 2.1 Tecnica colturale - Sperimentazione in campo - Sperimentazione in ambiente controllato 2.2 Analisi qualitativa e quantitativa dei principi attivi 2.3 Analisi statistica dei dati 3. RISULTATI e DISCUSSIONE Tecnica colturale - Sperimentazione in campo -Ripristino superfici esistenti per la stagione colturale 25 - Ampliamento campi sperimentali con nuove specie - Prove di semina e germinazione - Analisi suolo - Attivazione procedure marchio BIO - Achillea millefolium L - Artemisia absinthium L. - Melissa officinalis L. - Sperimentazione in ambiente controllato 4. PROMOZIONE E DIVULGAZIONE - Attività Associazione e nuovi prodotti Attività di divulgazione 5. BIBLIOGRAFIA 6. TRASFORMAZIONE allegato 1 7. ANALISI DI MERCATO allegato 2

3 1. INTRODUZIONE Le piante officinali sono impiegate in numerosi settori, come coloranti (indaco), aromi (vanillina, senape), profumi (olio essenziale di rosa, lavanda), stimolanti (caffeina, nicotina, efedrina) allucinogeni (morfina, cocaina, mescalina, tetraidrocannabinolo), insetticidi (nicotina, piperina, pietrina, thujone), veleni (coniina, stricnine, aconitine) e agenti terapeutici (atropine, chinine, cardenolidi, codeina). Per la maggior parte delle specie, tolte le più comuni (salvia, menta, lavanda, camomilla), mancano informazioni riguardanti le proprietà, le esigenze agronomiche, le tecniche colturali e soprattutto scarseggiano le conoscenze sul metabolismo secondario grazie al quale avviene la sintesi dei principi attivi. Il prodotto presente sul mercato spesso deriva da raccolta spontanea o da coltivazioni estere insufficienti di disciplinari e controlli (Della Loggia, 1993). E necessario sopperire a queste lacune per avere delle colture produttive, sia sotto l aspetto quantitativo che qualitativo. In questo contesto si inserisce il progetto di sperimentazione regionale Sviluppo di produzioni di piante officinali in territorio montano (Valle Camonica) DGR 7/9182 del 31/5/22 Piano per la Ricerca e lo Sviluppo 22. La ricerca condotta mira alla valutazione della sostenibilità della filiera delle piante officinali in ambiente montano e allo studio e caratterizzazione della produzione di principi attivi di alcune specie officinali allevate in differenti condizioni pedoclimatiche e in ambiente controllato al fine di individuare pratiche colturali e/o fattori ambientali in grado di influenzare la produzione quali e quantitativa di tali colture. I soggetti attuatori e cofinanziatori sono il Dipartimento di Produzione Vegetale dell Università degli Studi di Milano, responsabile scientifico Prof. Maurizio Cocucci, coordinatore Dr.ssa Anna Giorgi e la Comunità Montana di Valle Camonica, tecnico incaricato Dr.ssa Michela Domeneghini. Il progetto, il cui programma operativo dettagliato e approvato è allegato al decreto del 5/8/22, si è articolato in sette principali ambiti di indagine: 1. Tecnica colturale Per evitare l insorgere di problemi dovuti alle coltivazioni di piante ecologicamente noncoerenti sono state individuate le cultivar, oggetto di sperimentazione basandosi sui risultati evidenziati da un censimento delle specie autoctone. Le piante scelte presentano caratteristiche ben precise quali un alto grado d adattabilità all ambiente e un elevata qualità, caratteristiche indispensabili che distinguono questo tipo di coltivazioni montane dalle raccolte spontanee e dalle coltivazioni estere, rendendo la produzione molto interessante dal punto di vista economico. Scelta e allestimento dei campi di media produzione. Ottimizzazione delle tecniche colturali: modalità ed epoca d impianto della coltivazione, fertilizzazione e sperimentazione della crescita in ambiente controllato. 2. Lotta alle malerbe. 3. Controllo dello stato fitosanitario. 4. Analisi quali-quantitativa dei principi attivi. 5. Indagine di mercato: analisi del mercato delle officinali (nazionale ed estero), determinazione dei costi di produzione relativi alla filiera ipotizzata, individuazione delle strategie di valorizzazione del prodotto. 6. Trasformazione: studio del processo di essiccazione. 7. Trasferimento e divulgazione: pubblicazione di articoli su quotidiani e riviste di settore, sia nazionali che estere, pubblicazione di materiale informativo (depliant, opuscoli), organizzazione di seminari e corsi, partecipazione a manifestazioni atte a promuovere la produzione.

4 Di seguito lo schema generale delle attività, di seguito riportato, prevede di indagare differenti ambiti: Trasferimento e divulgazione Sviluppo di produzioni di piante officinali in territorio montano (Valle Camonica) Pubblicazione di articoli su quotidiani e riviste di settore locali e nazionali Pubblicazione di materiale informativo (depliant, tabelloni) e di un manuale di coltivazione e trasformazione Organizzazione di seminari e corsi Tecnica Colturale Scelta delle specie coltivabili Scelta e allestimento di campi di media produzione Ottimizzazione delle tecniche colturali Modalità ed epoca di impianto della coltivazione Fertilizzazione Sperimentazione in ambiente controllato Lotta alle malerbe Controllo dello stato fitosanitario Partecipazione ad eventi e manifestazioni di settore Analisi qualiquantitativa dei principi attivi Caratterizzazione qualiquantitativa Indagine di mercato Analisi del mercato dei prodotti delle piante officinali Determinazione dei costi di produzione relativamente alla filiera ipotizzata Individuazione delle migliori strategie di valorizzazione dei prodotti Trasformazione Studio del processo di essiccazione

5 2. MATERIALI E METODI 2.1 Tecnica colturale - Sperimentazione in campo Nel 23 sono stati individuati e allestiti sei campi sperimentali (1m2 ciascuno), seguendo un gradiente altimetrico, in modo da rappresentare le diverse condizioni ambientali della Valle Canonica (tab. 1). Località Altitudine m s.l.m. Darfo (Pellalepre) 24 Malegno 4 Sonico 65 Borno 1 Monno 11 Saviore dell Adamello 125 Tabella 1: località sperimentali e relative quote sul livello del mare. Le stazioni sono state collocate in tre aree differenti, dal punto di vista pedologico, Dalla Carta dei Suoli (Previtali, 1992): 1. Darfo e Sonico. Suoli sottili su alluvioni miste, carbonatiche e cristalline, limoso-sabbiose o ghiaioso-ciottolose; scheletro in quantità assai variabile; tessitura media; reazione subacida; saturazione in basi molto alta; drenaggio regolare o lento (EUTRIC FLUVISOLS) e suoli sottili su sabbie alluvionali acide; scheletro scarso; tessitura grossolana; reazione molto acida; saturazione in basi molto bassa; drenaggio regolare (DYSTRIC CAMBISOL). 2. Monno, Malegno e Borno. Suoli sottili o moderatamente profondi su detrito di versante, misto a morenico ad elementi cristallini, su marne, argilliti e siltiti o su detrito colluviale di calcare dolomitico e arenaria; scheletro da scarso ad abbondante in superficie, da frequente a molto abbondante in profondità; tessitura da media a grossolana in superficie, da moderatamente fine a moderatamente grossolana in profondità; reazione da molto acida a neutra in superficie, da molto acida a sub acida in profondità; saturazione in basi da bassa a molto alta in superficie, da molto bassa a media in profondità; drenaggio regolare o rapido (DISTRYC CAMBISOL). 3. Saviore. Suoli sottili o moderatamente profondi su detrito di versante misto a morenico, ad elementi cristallini, o su arenarie e conglomerati rossi, su tonaliti e granodioriti; scheletro scarso o comune in superficie, abbondante in profondità; tessitura media o moderatamente grossolana in superficie, da media a grossolana in profondità; reazione acida o molto acida in superficie e in profondità; saturazione in basi bassa o molto bassa in superficie, molto bassa in profondità; drenaggio regolare o mediocre; indice di podzolizzazione in B=,1:,2 (SPODI-DYSTRIC CAMBISOLS). Oltre alle differenti caratteristiche ambientali, derivanti dalle peculiarità intrinseche delle stazioni, i campi sono stati suddivisi in parcelle con schema randomizzato, al fine di indagare l effetto di alcune condizioni colturali come la fertilizzazione e l utilizzo della pacciamatura, con polietilene e telo di polietilene tessuto (maipex), come tecnica di controllo delle malerbe. Ciascun campo è stato, quindi, suddiviso in sei tipologie di parcelle come di seguito riportato (tab. 2). Suolo tal quale Pacciamatura con Maipex Pacciamatura con Polietilene Suolo concimato Maipex concimato Tabella 2: Tipologie di tesi sperimentali. Polietilene concimato

6 Nel Dicembre 22 è stata fatta un aratura superficiale (2 cm) e una fertilizzazione su metà campo con 5q/ha di Microplus NP microgranulare (Isagro Biochem), concime ammesso dal disciplinare biologico. Nel triennio di durata del progetto sono stati rilevati: 1. Altezza. Per ogni parcella sono state rilevate le altezze di cinque piante, in tre repliche, (per un totale di 15 misure a parcella). Sviluppo. Misura di tipo non parametrico. Dopo aver osservato le parcelle, è stato assegnato a ciascuna un valore, da 1 a 5, con il seguente significato: 1= pianta piccola, 2= pianta poco sviluppata, 3= pianta normalmente sviluppata, 4= pianta vigorosa. Tali valori sono stati successivamente trasformati in un indice che è stato calcolato considerando il valore 4 come il quadruplo del valore 1, il 3 come il triplo e il 2 come il doppio. Ciascun valore è stato successivamente moltiplicato per la percentuale assegnata durante la fase di rilievo dei dati, la loro somma ha costituito l indice di sviluppo totale, di tipo indicativo. Lo sviluppo è stato calcolato moltiplicando i valori percentuali assegnati ad ogni parcella di ciascun campo per il relativo punteggio assegnato. 2. Mortalità. Per ogni campo e per ogni parcella sono state rilevate il numero di piante morte per parcella. Nel 23 e nel 24 sono state effettuate più misure durante l intera stagione vegetativa, nel 25 una sola, al tempo balsamico. I campionamenti sono stati effettuati secondo le seguenti modalità: 1. Un campione per ogni parcella costituito da dieci piante, utilizzato per il calcolo della resa in biomassa, fresca ed essiccata. Tale calcolo è stato effettuato anche sulla produzione di ¼ di parcella per specie. 2. Un campione rappresentativo per parcella utilizzato per le analisi di laboratorio. 3. Tre campioni da 2g e tre da 5 g congelati rapidamente, prelevati dalla parcella su suolo tal quale (non concimato e non pacciamato) per determinare il contenuto di fenoli e l analisi dell attività antiossidante (solo nel 25) per achillea. Tutti i campioni, tranne quelli da 5g, sono stati essiccati e successivamente trasportati in laboratorio per le analisi. Ripristino delle stazioni sperimentali per la stagione colturale 25 e raccolta dati e campioni. Nei mesi di aprile e maggio, alla ripresa vegetativa nelle differenti località sperimentali sono stati effettuati sopralluoghi al fine di verificare lo stato delle colture, registrare le fallanze, pianificare gli interventi di scerbatura, potatura ed eventuale sostituzioni di teli da pacciamatura. La valutazione della crescita e dello sviluppo delle piante in campo è stata effettuata misurando i seguenti parametri: Artemisia absinthium L.: altezza fusti; % fioritura; sviluppo; n individui morti Achillea millefolium L.: altezza fusti; % di fioritura; sviluppo, n individui morti Melissa officinalis L.: altezza fusti, sviluppo, n individui morti Le misure sono state effettuate ad intervalli regolari di circa 15 giorni, su 15 individui per specie per parcella, scelti a caso. Con la stessa cadenza si è provveduto al controllo dello stato fitosanitario delle colture. A tempo balsamico sono stati effettuati i campionamenti per le analisi dei principi attivi, oltre alla valutazione del peso fresco e secco di un campione rappresentativo della parcella. Non sono stati eseguiti i rilievi biometrici di Malva sylvestris L. poiché la coltura è stata sostituita con altre specie sia per la scarsa produttività della stessa in colture poliennali che a causa della suscettibilità al patogeno fungino Puccinia malvacearum. Ampliamento delle stazioni sperimentali. Alcune delle stazioni sperimentali sono state ampliate mediante l introduzione di specie aromatiche quali Salvia officinalis L,. Rosmarinus officinalis L.,

7 Lavandula angustifolia Mill. e di Veronica officinalis L., Artemisia umbelliformis L, Solidago virgaurea L. La scelta delle nuove specie da coltivare è stata effettuata considerando le indicazioni di mercato e le esigenze emergenti dalle nuove produzioni di tisane e altri prodotti finiti. La modalità di impianto adottata è stata per lo più il trapianto e, come nei precedenti anni di sperimentazione, il materiale di propagazione è stato acquistato presso il vivaio Etablissement Horticole di Saillo Svizzera, centro di propagazione delle cultivar selezionate dal gruppo federale di ricerca svizzero RAC. Prove di semina Le prove di semina di Epilobium angustifolium, Geum urbanum, Carum carvi sono state effettuate nel mese di maggio 5 nelle parcelle su suolo non pacciamato del campo di Beata (Pian Camuno). Il suolo Il suolo è stato analizzato in laboratorio al fine di caratterizzare i campi sperimentali sotto l aspetto pedologico (AA.VV. 1944). Campionamento. I campioni sono stati prelevati, per ciascuna stazione sperimentale, in una zona omogenea per colore, caratteristiche fisiche, tipo di vegetazione, trattamenti con fertilizzanti, ad una profondità di 15-2 cm. Il metodo di scelta delle aree è stato a random per garantire un campionamento casuale e il più rappresentativo possibile. L epoca di prelevamento varia in base al fine dell indagine: per calcolare il fabbisogno di fertilizzanti, deve essere effettuato almeno tre mesi dopo l ultimo apporto di concime o sei mesi dopo l ultimo apporto di ammendanti o correttivi. Il campione è stato riposto in un sacchetto di carta e successivamente essiccato. Preparazione del campione: il suolo è stato essiccato in ambiente ventilato, a temperatura tra i 25 e 35 C, su una superficie piana, pulita e secca. E stato smosso, di tanto in tanto, per facilitare il processo. Successivamente, sono stati frantumati gli aggregati e setacciato il suolo, utilizzando un vaglio di 2 mm. Il campione è stato messo in stufa a 4-45 C per eliminare l umidità residua. Determinazione del ph I metodi, di seguito sono stati tratti da Metodi Ufficiali di Analisi Chimica del Suolo (1944). La determinazione è fatta in H2, KCl e CaCl2. MATERIALI: phmetro con compensazione di temperatura, comune vetreria di laboratorio. PROCEDIMENTO: il ph è stato determinato per via potenziometrica, dopo taratura dei sistemi, su sospensioni: 1) Suolo acqua (i valori ottenuti non rispecchiano fedelmente il valore del ph in campo, ma sono indicativi della reazione del sistema); 2) Suolo soluzione di sali neutri - KCl e CaCl2 (i valori ottenuti sono maggiormente correlati al grado di saturazione ed alla natura del complesso di scambio). ph (H2O): dopo aver addizionato acqua distillata ad un campione di suolo nella proporzione suolo:acqua di 1:2,5 (m/m) si è agitato con bacchetta di vetro e successivamente lasciato a riposo per una notte. Si è introdotto il sistema elettronico nella sospensione mantenuta in agitazione ed è stato rilevato il ph.

8 ph (KCl): dopo aver addizionato una soluzione di KCl 1 mol/l ad un campione di suolo nella proporzione suolo:soluzione di 1:2,5 (m/m) si è agitato con bacchetta di vetro e successivamente lasciato a riposo per una notte. Si è introdotto il sistema elettronico nella sospensione mantenuta in agitazione ed è stato rilevato il ph. ph (CaCl2): dopo aver addizionato una soluzione di CaCl2,1 mol/l ad un campione di suolo nella proporzione suolo:soluzione di 1:2,5 (m/m) si è agitato con bacchetta di vetro e successivamente lasciato a riposo per una notte. Si è introdotto il sistema elettronico nella sospensione mantenuta in agitazione ed è stato rilevato il ph. Determinazione dell azoto totale con metodo kjeldahl Metodi tratti da Metodi Ufficiali di Analisi Chimica del Suolo (1944). Dati climatici In ogni campo sperimentale è stata allestita una semplice capannina meteorologica seguendo le norme dell organizzazione mondiale della meteorologia, dotata di termometro e pluviometro. Il protocollo di coltivazione aveva previsto la registrazione giornaliera di temperatura e di mm di pioggia. I dati ottenuti non sono risultati conformi alle richieste (rilevati in orari variabili e non giornalmente). Per sopperire alle lacune si è fatto ricorso alle stazioni fisse presenti in Valle Camonica. Nei campi di Darfo, Sonico, Borno e Saviore non ci sono stati problemi vista la presenza di una stazione metereologica ubicata nelle vicinanze, mentre per quanto riguarda Malegno e Monno si è dovuto ricorrere ad una stima. Si sono confrontati i valori di temperatura registrati dagli agricoltori con i dati di temperatura media, di quei giorni, rilevati dalle stazioni fisse, più precisamente dalla stazione posta a quota minore e da quella posta a quota maggiore. Per esempio, le temperature di Malegno (4 m s.l.m) sono state confrontate con tre temperature differenti: la temperatura registrata a Darfo (24 m s.l.m.) la temperatura registrata a Sonico (65 m s.l.m.) La temperatura media risultante tra Darfo e Sonico. Il confronto è avvenuto tramite la costruzione di un regressione lineare fra i dati a disposizione. L equazione con il coefficiente di correlazione più vicino a uno, è stata utilizzata per il calcolo dei valori mancanti. La piovosità non è stata oggetto di stima. I campi venivano irrigati all occorrenza senza registrazione dei volumi d adacquamento, l annotazione dei mm di pioggia aveva il solo intento di dare un indicazione sull andamento pluviometrico. - Sperimentazione in ambiente controllato Esperimento preliminare Materiale di partenza Le piantine di Achillea millefolium ssp. Collina Becker sono state ottenute presso le serre di Tavazzano (Lodi) mediante semina diretta a spaglio su 98 cilindri di lana di roccia (Grodan) alloggiati in un contenitore alveolare in polistirolo. La semina è avvenuta il 1 maggio 24 e le piantine sono state sottoposte a due diradamenti successivi in modo tale da ottenerne una per ciascun alveolo. Condizioni sperimentali In data 31 maggio 24 il materiale, raggiunta un altezza media di 15 cm e un numero di foglie medio pari a 4, è stato trasferito presso la serra del DIPROVE dove ha subito un periodo di 1 giorni di adattamento alle nuove condizioni sperimentali: temperatura costante di 25 C, fotoperiodo di 18 ore di luce e 6 di buio, umidità relativa costante del 6. L illuminazione artificiale è stata ottenuta mediante diciannove lampade marca OSRAM modello Powerstar HQI BT 4 W.

9 Allestimento sperimentazione Durante la prima fase del progetto, protrattasi per l intero mese di giugno del 24, sono state allestite cinque vasche per coltivazione idroponica del volume di dieci litri, munite di sistema di aerazione radicale; ciascuna ospitava otto piante di Achillea millefolium L. ssp Collina Becker alloggiate su di un sistema galleggiante in polistirolo. Ad ogni vasca è stata somministrata la medesima nutritiva (tab. 3) nella quale è stata però variata la concentrazione azotata, in modo da ottenere cinque diverse condizioni nutrizionali; assenza totale di azoto (A), azoto in concentrazione pari a 1mM (A1), azoto in concentrazione pari a,1mm (A1/1), azoto in concentrazione pari a,1mm (A1/1) e azoto in concentrazione pari a,1mm (A1/1). composto Ca(NO3)2*H2O A A1 A1/1 A1/1 A1/1 CaSO4*2H2O K2HPO4 K2SO4 MgSO4*7H2O mol/l P.M. 236,15,5,5,5,5,1,25,5,5 mm/l Fe EDTA 14 H3BO3 13,8 MnSO4 *H2O 2,7 CuSO4 * 5H2O,24 ZnSO4 *7H2O,9 Na2MoO4* 2H2O,3 g/l elemento conc. mm N 118, ,875,1 1,1875,1,11875,1 172,2 174,2 174,3 246,5 17,22 43,55 87,15 123,25 Ca P K Mg 367,1 61,83 169,2 249,68 287,5 241,95 5,1394,853254,456354,59923,25875,7259 Fe B Mn Cu Zn Mo,6 *,15,9 **,3 conc. µm 14 13,8 2,7,24,9,3 * somma tra le concentrazioni ottenute con nitrato e solfato di calcio ** somma tra le concentrazioni ottenute con fosfato e solfato di potassio Tabella 3: composizione nutritiva Avendo utilizzato come fonte di azoto il nitrato di calcio si è reso necessario pareggiare nelle diverse tesi la concentrazione del calcio mediante dosi diverse di solfato monocalcico. Per l intera durata della fase sperimentale sono stati considerati come parametri biometrici l altezza del fusto, il numero di foglie e la lunghezza massima delle radici. Il primo luglio 24 si è proceduto al prelievo delle tesi (salvo la tesi A1, mantenuta per valutare i tempi di fioritura di Achillea millefolium nelle condizioni operative) al fine di eseguire rilevamenti riguardanti il peso secco e fresco delle foglie e delle radici, in modo da ottenere informazioni riguardanti la biomassa prodotta. Si è quindi proceduto all essiccazione dei campioni all aria per tredici giorni e alla valutazione della biomassa secca prodotta.

10 Esperimento conclusivo Nella seconda fase della sperimentazione (partita il primo luglio 24) è stata inizialmente mantenuta la condizione precedentemente indicata come tesi A1, avente concentrazione di azoto pari a 1mM, replicata cinque volte; per ogni replica figuravano sempre otto piante. Le tesi sono state nominate A (ex tesi A1 non eliminata nell esperimento preliminare), A1, A2, A3 e A4. È stata mantenuta la medesima modalità di coltivazione con vasche del volume di dieci litri. Anche la composizione della soluzione idroponica è stata mantenuta invariata, così come tutte le altre condizioni sperimentali illustrate nel paragrafo 1.2 A distanza di un mese e quattro giorni dall inizio della sperimentazione nelle tesi A2, A3 e A4 la dose di azoto è stata ridotta ad un decimo dell iniziale. In data 14 settembre in tutte le tesi tranne in A2 è stato aumentato l apporto di solfato e fosfato di potassio al fine di promuoverne la fioritura, ottenendo la situazione illustrata in tabella 4. Tesi Conc. N (mm) Conc. K Conc. P A A1 A2 A3 A Tabella 4: nuove concentrazioni di N, K e P La tesi A2 è stata mantenuta come test. Dopo circa tre mesi di mantenimento delle tesi in situazioni di differente nutrizione azotata, si è proceduto al rilevamento dei dati biometrici riguardanti il peso secco e fresco di foglie e radici, il conteggio del numero di germogli e il rapporto germogli/radici. I campioni sono stati successivamente essiccati in stufa a 35 C per 48 ore ed inviati al Laboratorio di Ricerche Analitiche sugli Alimenti del Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria dell Università degli Studi di Milano e sottoposti al protocollo di estrazione dell oleoresina per valutarne la resa e di estrazione della componente volatile in etanolo per la quantificazione dei principi attivi.

11 2.2 Valutazione qualitativa e quantitativa dei principi attivi - Analisi dei principi attivi nei campioni provenienti dalla sperimentazione di campo e in ambiente controllato. Analisi Achillea millefolium L. Distillazione Secondo Farmacopea Ufficiale IX. Porre 1 g di droga secca sminuzzata finemente in un pallone da 1 ml con 5 ml di una mistura di 9 volumi di etilene glicole e 1 volume di acqua distillata. Distillare per due ore in corrente di vapore. Sostituire il pallone con la droga con una pallone da 5 ml contenente 5 ml di acqua distillata e.4 ml di xilene e distillare (non in corrente di vapore) per 15 minuti. Riprendere con qualche ml di xilene i vapori blu eventualmente rimasti. Separare con un imbuto separatore e altro xilene la miscela di olio essenziale-xilene dall acqua trasportata con la distillazione. Determinazione percentuale olio essenziale: trasferire la mistura di olio essenziale-xilene in un pallone da 5 ml precedente pesato su una bilancia analitica (a temperatura ambiente e accuratamente pulito). Portare a secco con rotavapor e lasciare raffreddare il pallone aperto in un essiccatore. Pesare successivamente il pallone con l estratto secco e determinare il peso di quest ultimo. Determinazione camazulene (Farmacopea Europea) Portare a volume in un matraccio da 5 ml la miscela di olio essenziale-xilene ottenuto con il saggio dell olio essenziale. Misurare l assorbanza a 68 nm in cuvette di vetro ottico, usando xilene come valore in bianco. Calcolare il contenuto percentuale di proazulene, espresso come camazulene dall espressione: A x 2.1 m A = assorbenza a 68 nm m = quantità di droga da esaminare in grammi Determinazione dei fenoli totali (Waterhouse 1999). PRINCIPIO: valutare il contenuto in fenoli, sia su fresco, sia su secco. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE: la differenza, nei due metodi, consiste nella preparazione del campione. utilizzando la pianta essiccata: a 5g di droga, frantumata con un mortaio (sommità fiorite), si aggiungono 1ml di metanolo. Si lascia in agitazione, al buio, per 4 ore e successivamente a riposo per 24 ore. utilizzando la droga fresca: a 8g di droga fresca si aggiungono 1ml di metanolo. Si lascia a riposo per 24 ore. In entrambi i casi, trascorso il tempo, si è filtrato con un filtro a pieghe e portato a secco a freddo. Dopo aver calcolato la resa in estratto secco, il campione è stato diluito in 1ml di acqua distillata e messo nell evaporatore rotante per 2 min, a freddo. Si è lasciato in macerazione per 12 ore, filtrato sotto vuoto utilizzando un buchner dotato di filtro lento. I campioni sono stati diluiti con acqua: 1:2, 1:3, 1:5, 1:1, 1:15, 1:25. Sono stati prelevati 3 μl di campione, a cui sono stati aggiunti 15 μl di reattivo di Folin-Ciocalteu e 2,37 ml di acqua distillata. Dopo aver atteso 2-3 min sono statiaddizionati 15 μl di soluzione di sodio carbonato (dissolvere 2g di carbonato di sodio anidro in 8ml di acqua e portare ad

12 ebollizione. Lasciar raffreddare ed aggiungere pochi cristalli di sodio carbonato. Trascorse 24 ore filtrare e portare a volume con acqua distillta in un matraccio da un litro con acqua). E stato ripetuto per ogni diluizione del campione. PREPARAZIONE DELLO STANDARD: sono stati disciolti.25g di acido gallico in 5ml di etanolo e portati a volume con acqua in un matraccio da 5ml. Sono state preparate le diluizioni dello standard (1:1; 2:1; 3:1; 5:1; 1:1) con acqua. Sono stati prelevati 3μl di campione così preparato a cui si sono aggiunti 15μl di reattivo di Folin-Ciocalteu e 2.37ml di acqua. Dopo aver atteso 2-3 minuti, affinché reagissero, sono stati aggiunti 45μl di soluzione di sodio carbonato. E stato ripetuto per ogni diluizione del campione. DETERMINAZIONE DEI FENOLI: dopo aver atteso 6 minuti è stata fatta la lettura dell assorbanza a 765nm. La concentrazione dei fenoli è stata ricavata per interpolazione dalla curva dello standard. Determinazione dell attivita antiossidante (Parejo et al.,22). REAGENTI: metanolo, acqua distillata, DPPH. PREPARAZIONE DEL CAMPIONE: sono stati frantumati 8g di droga fresca (sommità fiorite) con un mortaio e aggiunti 1ml di metanolo, il tutto lasciato in macerazione per 24 ore e successivamente filtrato con l aiuto di un filtro a pieghe. La soluzione è stata portata a secco a freddo ed è stata calcolata la resa in estratto secco. L estratto è stato ridiluito in 1ml di acqua distillata, facendo ruotare in evaporatore rotante a freddo per 2minuti, dopo di che si è fatto macerare al buio, filtrato sotto vuoto utilizzando un buchner dotato di filtro lento. Sono state preparate le diluizioni del campione (1:1; 1:15; 1:25) con acqua. Dopo aver prelevato 1mg di DPPH e si è disciolta in 1ml di metanolo. Ad un 1ml di questa soluzione è stato aggiunto 1ml della soluzione campione. Si è ripetuto per ogni diluizione del campione. Preparazione del campione di confronto: ad 1,5 ml della soluzione campione e sono stati aggiunti 1,5 ml di metanolo in una cuvetta, per ciascuna diluizione per della soluzione campione. DETERMINAZIONE DELL ATTIVITÀ ANTIOSSIDANTE: dopo aver lasciato reagire per 3 minuti sono state fatte le letture dell assorbanza a 517nm. La percentuale di DPPH del campione è stata calcolata secondo la formula: Abs campione % decolorazione = 1- x 1 Abs confronto Analisi Artemisia absinthium L. Materiali I materiali utilizzati per le analisi sono stati i seguenti: Distillazione: xilene (Carlo Erba). TLC: thujoni α e β (Fluka), rosso metile (Carlo Erba), floroglucina (Carlo Erba), resorcina (Carlo Erba), metanolo (Riedel-de Haën), diclorometano anidro (Carlo Erba), aldeide anisica (Carlo Erba), acido solforico (Carlo Erba). HPLC: thujoni α e β (Fluka), acetonitrile (Merck), acido trifluoroacetico (TFA Fluka), acqua (Sigma-Aldrich).

13 Fenoli: metanolo (Riedel-de Haën), Folin-Ciocalteu (Sigma-Aldrich), carbonato di sodio anidro (Riedel-de Haën), acido gallico (Fluka), etanolo (Carlo Erba). Distillazione Secondo Farmacopea Ufficiale IX. L estrazione dell olio essenziale è stata effettuata mediante distillazione in corrente di vapore utilizzando un pallone 5g di droga secca, polverizzata (sommità fiorite) e 5ml di acqua distillata. Le distillazioni hanno avuto una durata di 3 ore, dopo le quali sono stati recuperati i vapori contenuti nel refrigerante con,5ml di xilene. La miscela di acqua olio essenziale xilene è stata separata con imbuto separatore, utilizzando come solvente lo xilene. Il campione è stato portato a secco con evaporatore rotante, ad una temperatura di 35 C. TLC Secondo la Farmacopea Europea 22. PRINCIPIO: verificare la presenza dei thujoni. SOLUZIONE DI RIFERIMENTO: 5 μl di thujoni α e β, 2mg di rosso metile, di floroglucina e di resorcina, sciolti, nell ordine, in 1 ml di metanolo. SOLUZIONE TEST: 1g di droga polverizzata è stata agitata per 2-3min con 1ml di diclorometano anidro e successivamente filtrata e ridotta a metà volume. Fase mobile: 1 v. di acetone e 9 v. di diclorometano. Reagente: aldeide anisica. A,5 ml di anisaldeide sono stati mescolati 1ml di acido acetico glaciale (BDH), successivamente sono stati aggiunti 85ml di metanolo e 5 ml di acido solforico, rispettando l ordine. (Quando il reagente vira dal rosso al viola significa che non è più stabile.) PROCEDIMENTO: si è deposto lo standard e la soluzione test su lastra in gel di silice con supporto in alluminio. La lastra è stata fatta correre nella camera satura di vapori, lasciare asciugare all aria e spruzzare con aldeide anisica soluzione (1ml circa). Dopo 2-3 min si osserva. Nella corsa della soluzione in esame, circa alla stessa altezza della zona del rosso di metile della corsa dello standard, si osserva una zona blu-violetta (artabsina), il cui colore diventa più intenso con il riscaldamento e sotto a questa, una zona blu-grigia (matricina). La lastra è fatta riscaldare per 5-1 min a 1 C, tenendola sotto osservazione. Nella corsa, della soluzione in esame, è apparsa la banda bruna dell absintina, in corrispondenza del punto di mezzo tra le due bande giallo-arancio della resorcina (sopra) e della floroglucina (sotto) della soluzione di confronto. Sopra la banda della resorcina, della corsa di confronto, si è osservata, nel campione, la banda rosso-viola dell idrossipelanolide. Nella parte superiore delle due soluzioni, la banda rosso-viola dei thujoni presenta a luce 365nm un intensa fluorescenza rosso mattone, sopra la quale sono stati visibili, nello standard, gli esteri degli alcoli sabinilico e tuilico (Wagner et al., 21). Dosaggio thujoni PRINCIPIO: quantificazione dei thujoni totali (α e β) mediante cromatografia liquida ad alta pressione (HPLC). STANDARD: thujoni α e β. Lo standard viene diluito 1:1 (vol/vol) in acetonitrile e, come tale, diluito 1:1 (vol/vol) nel solvente A. La prima diluizione è successivamente ridiluita 1:1.5, 1:2, e 1:4 con acido trifluoroacetico. CAMPIONE: l olio essenziale, estratto mediante distillazione in corrente di vapore, viene diluito 1:1 (vol/vol) in acetonitrile e, come tale, diluito 1:1 (vol/vol) nel solvente A. Colonna: Nova-Pac C18 6 Å 4μm

14 Fase mobile: Il solvente A è acido trifluoroacetico,1%; il solvente B è 8 acetonitrile, 2 TFA,85%. Profilo del gradiente: da a 5 min, 1 solvente A; da 5 a 15 min solvente B. Flusso: 1ml/min. Detector: 214 nm. Volume dell iniezione: 2 μl. Tempo totale della corsa: 15min. La metodica ha avuto come punto di partenza il lavoro di Meschler e Howlett (1999) ed è il risultato di successivi adattamenti alle condizioni in esame, tanto da diventare un altro metodo. Analisi effettuate su tutti i campioni Resa in oleoresina Valutazione della resa in composti estraibili in CH2Cl2. Valori riferiti al contenuto % nella sostanza secca (g oleoresina /1 g sostanza secca). Gascromatografia/spettrometria di massa Procedura di estrazione. Per ogni campione sono stati effettuati 3 prelievi di foglie e rametti di ca. 3-4 g per melissa di ca. 23 g per achillea e assenzio. Per melissa i rametti sono stati separati per ottenere 3 prelievi di foglie del peso di ca. 2 g. per ogni campione. I prelievi sono stati posti in ultrasuoni per 15 minuti, poi in infusione in contenitore opportuno con tappo a vite in ca. 1 ml di alcol etilico a 96 per 4 giorni al buio e alla temperatura di ca. 1 C, curando di agitare quotidianamente l infuso. L estratto è stato poi separato dalla matrice vegetale e posto a centrifugare per eliminare eventuali frammenti di matrice. L estratto è stato quindi iniettato in gascromatografia ed in spettrometria di massa (per procedere al riconoscimento dei composti caratteristici) alle condizioni operative riportate di seguito. Condizioni operative Analisi effettuate in gascromatografia Colonna: Carbowax (6 m x,32 mm,,25 µm i.d.) T Inj: 23 C T Det: 26 C Programma di temperature: 6 C, 3 C/min fino a 24 C Inj = 2µl Splitless = 1 min Flusso = 1 ml (H2) P= 5 Kpa (H2) Analisi effettuate in gascromatografia/spettrometria di massa Colonna: Supelcowax 1 (3 m x,25 mm,,25 µm i.d.) T Inj: 22 C T IS: 2 C TIF: 24 C Programma di temperature: 6 C, 3 C/min fino a 24 C Inj = 1µl

15 Splitless = 1 min. Flusso = 1 ml (He) P= 5 Kpa (H2) 2.3 Analisi statistica dei dati I dati rilevati nella fase di campagna e i dati risultanti dalle analisi di laboratorio sono stati elaborati con il programma statgraphics 3.. Le barre verticali nelle figure rappresentano l intervallo fiduciale della media per P <=,5.

16 3. RISULTATI E DISCUSSIONE 3.1- Tecnica colturale - Sperimentazione in campo Ripristino superfici esistenti per la stagione colturale 25 Fallanze Alla ripresa della stagione vegetativa si è provveduto alla verifica della sopravvivenza delle specie nelle differenti località sperimentali e nelle varie condizioni colturali indagate (sn=suolo non pacciamato e non concimato, M=suolo pacciamato con Maipex, P=suolo pacciamato con polietilene, conc=suolo concimato, M+conc=suolo concimato e pacciamato con Maipex, P+conc=suolo concimato e pacciamato con polietilene). Achillea millefolium L. è risultata la specie con mortalità inferiore in tutti i campi nei tre anni di sperimentazione. Nei campi di Saviore e Borno nella stagione colturale 25 si è rilevata un elevata moria di Melissa officinalis L. dovuta a una prolungata gelata tardiva. (Fig. 1). A Sonico nelle parcelle senza la copertura dei teli da pacciamatura si è rivelata una mortalità pari al 1 dovuta all abbandono delle parcelle. Figura 1: Melissa officinalis L. campo di Borno Nel campo di Sonico nella stagione colturale 25 si è rilevata un elevata moria di Artemisia absenthium L. dovuta al mancato raccolto della pianta al termine della stagione colturale 24 e al parziale abbandono delle parcelle. (Fig. 2). A Saviore nelle parcelle senza la copertura dei teli da pacciamatura si è rivelata una mortalità pari al 1 dovuta all abbandono delle parcelle.

17 Figura 2: Artemisia absenthium L. campo di Sonico Nella seguenti tabelle (tab. 5, 6 e 7) è riportata la mortalità (%) per specie per parcella per ogni campo sperimentale nelle tre stagioni colturali. Tabella 5. Mortalità Achillea millefolium L. Fine stagione di campo 23 feb-4 sn M P Darfo 7% 11% 3% Malegno 1%, Sonico, 5% 1% Borno,, Saviore 3,, Monno Fine stagione di campo 24 feb-5 sn M P Darfo 7, 11, 5,71% Malegno 1, Sonico 2,3 5% 4,3 Borno 2,71% 2,92% Saviore 3,15% Monno Fine stagione di campo 25 gen-6 sn M P Darfo 23% 14% 1 Malegno 1, Sonico 2,3 12,12% 15,62% Borno 2,71% 2,92% Saviore 3,15% Monno 1,25% conc 4% 2,5, M conc 5% 1%, P conc 6% 1% 3% conc 4,,51% 3% 3,6 M conc 6,81% 1% 3,28% P conc 6, 1, 4,2 2,7 1% conc M conc 6,81% 2% 1, 3,28% P conc 11% 1% 16,96% 2,7 1, 5%,51% 3% 3,6

18 Tabella 6. Mortalità Melissa officinalis L. Fine stagione di campo 23 feb-4 sn M P Darfo 25% 5% Malegno 1,5 Sonico 2,5 Borno 3,5 7,5 2% Saviore 9% 6,5 1,5 Monno Fine stagione di campo 24 feb-5 sn M P Darfo 25, 1,5% 5, Malegno,76% 17,85% 9,9% Sonico 2,5 Borno 3,5 7,5 4,3 Saviore 9% 6,5 1,9 Monno 11% 2,56% 2,8% Fine stagione di campo 25 gen-6 sn M P Darfo 41,66% 1,5% 12% Malegno,76% 17,85% 9,9% Sonico 1 1,23% Borno 28,43% 59,78% 16,81% Saviore 1, 58,88% 28,57% Monno 11, 2,56% 2,8% Tabella 7. Mortalità Artemisia absenthium L. Fine stagione di campo 23 feb-4 sn M P Darfo Malegno 1% Sonico 16% 1% 9% Borno Saviore Monno Fine stagione di campo 24 feb-5 sn M P Darfo 19% Malegno 3% Sonico 16% 4% 9% Borno 1% Saviore Monno Fine stagione di campo 25 gen-6 sn M P Darfo 8% 3% 64% Malegno 8% 18% Sonico 1 67% 58% Borno 19% 31% 39% Saviore 1 29% 6% Monno 72% 4% 5% conc 11% 2,5 1% 5,5 M conc 4% 2,5 P conc 1% 4% conc 11,76% 2,5 1% 6% 1 M conc 1,5% 21,73% 3,57% 2,43% P conc 1,6 1,64% 2,6 4, 1,36% conc 22,72% 1 54,28% 1, 1 M conc 4,21% 4,2 52,17% 29,76% 2,43% P conc 1,4 1,64%,52% 2,6 29,52% 1,36% 6% 4% 1% M conc 8% P conc 2% 4% M conc 18% P conc 21% 1% 1% conc 13% 2% 1 8% 1 M conc 13% 3% 47% 36% 3 P conc 51% 6% 61% 13% 29% conc conc

19 Stato fitosanitario della coltura Nella stagione di campo 25 solo per Melissa officinalis L. si sono riscontrate problematiche fitosanitarie. Come nella stagione colturale precedente, in tutti i campi sperimentali, soprattutto sulle foglie basali, sono comparse numerose macchie brune dovute allo stress idrico. Il problema si è manifestato solo al primo taglio. Ampliamento campi sperimentali con nuove specie La prima consegna delle piante è avvenuta a metà giugno, la seconda solo la prima settimana di agosto. Sono state allestite nuove parcelle presso i campi sperimentali di Darfo, Monno, Saviore. Anche nei campi realizzati nelle località di Beata (Piancamuno) e Anfurro (Angolo), si è operato un ampliamento delle colture. Nel campo sito in località Beata (Pian Camuno) sono stati piantumati 12 mq di Solidago virgaurea L. La prova colturale ha avuto esito negativo, perché il materiale di propagazione, costituito da piante nate da seme, fornito in condizioni fitosanitarie iniziali idonee, mostrava poco dopo il trapianto uno stato avanzato di marciume alla base dello stelo, con annerimenti delle foglie e disfacimento dei tessuti. In quindici giorni l impianto di Solidago virgaurea L. si è ridotto a soli 6 mq. Le piante di Artemisia umbelliformis L. trapiantate nei campi di Monno e Saviore nella stagione di campo 24 sono attecchite in maniera regolare ma solo poche piante hanno raggiunto lo stadio di fioritura nel 25. (Fig. 3). Figura 3. Artemisia umbelliformis L. 1 anno campo di Monno (angolo a destra nella foto) e nello stadio di fioritura al secondo anno.

20 Situazione campi sperimentali fine stagione colturale 25 Darfo 24 m s.l.m. superficie Specie mq Achillea millefolium 25 Melissa officinalis 28 Artemisia absenthium 25 Mentha piperita 1 Alchemilla vulgaris 45 Thymus vulgaris 58 Lippia citriodora 3 Veronica officinalis 25 Calendula officinalis 3 Rosmarinus officinalis 12 Matricaria chamomilla totale Malegno 4 m s.l.m. Specie Superficie mq Achillea millefolium 19 Melissa officinalis 21 Artemisia absenthium 23 totale 63 Sonico 65 m s.l.m. Specie Superficie mq Achillea millefolium Melissa officinalis Artemisia absenthium Malva sylvestris totale 245 Borno 1 m s.l.m. Specie Superficie mq Achillea millefolium Melissa officinalis Artemisia absenthium Mentha piperita Urtica dioica Thymus vulgaris Matricaria chamomilla totale Saviore 11 m s.l.m. 795

21 Specie Superficie mq Achillea millefolium 13 Melissa officinalis 21 Artemisia absenthium 147 Malva sylvestris 2 Thymus citrata 125 Artemisia umbelliformis 1 totale 732 Monno 125 m s.l.m. specie Superficie mq Achillea millefolium 2 Melissa officinalis 2 Artemisia absenthium 16 Malva sylvestris 1 Mentha piperita 5 Lippia citriodora 6 Alchemilla vulgaris 4 Thymus vulgaris 16 Matricaria chamomilla 8 Calendula officinalis Artemisia umbelliformis 1 13 Rosmarinus officinalis 2 Salvia officinalis 2 totale Gianico 22 m s.l.m. Specie Achillea millefolium Melissa officinalis Artemisia absenthium Malva sylvestris Mentha piperita Alchemilla vulgaris Urtica dioica Totale 942 Superficie mq Beata (Pian Camuno) 21 m s.l.m.

22 Specie Superficie mq Melissa officinalis 12 Malva sylvestris 35 Menhta piperita 117 Lippia citriodora 45 Alchemilla vulgaris 38 Thymus vulgaris 9 Matricaria chamomilla 116 Calendula officinalis 18 Urtica dioica 1 Veronica officinalis 2 Totale 42 Anfurro (Angolo) 25 m s.l.m. Specie Superficie mq Achillea millefolium Melissa officinalis Artemisia absenthium Mentha piperita Lippia citriodora Alchemilla vulgaris Thymus vulgaris Salvia officinalis Rosmarinus officinalis Lavandula angustifolia Totale 392

23 Complessivamente gli impianti colturali ad erbe officinali in Valle Camonica alla fine della stagione colturale 25 sono così strutturati: Specie Achillea -Achillea millefolium L. Melissa - Melissa officinalis L. Malva - Malva sylvestris L. Assenzio - Artemisia absinthium l. Menta - Mentha x piperita L. Timo - Thymus vulgaris L. Genepì - Artemisia umbelliformis L. Alchemilla - Alchemilla vulgaris L. Camomilla - Matricaria recutita (L.) Rausch. Lippia - Lippia triphylla=verbena odorosa Ortica - Urtica dioica L. Timo limoncino - Thymus vulgaris L. (ct.geranioliferum) Calendula -Calendula officinalis L. Veronica Veronica officinalis L. Salvia - Salvia officinalis L. Rosmarino - Rosmarinus officinalis L. Lavanda - Lavandula angustifolia Mill. Totale mq Le superfici coltivate dall Associazione HerbaneCamune nell anno 26 verranno ampliate e diversificate con nuove specie. Inoltre ci sarà un ulteriore aumento della produzione di erbe officinali grazie all ingresso nell Associazione di tre nuovi soci. Prove di semina e germinazione Nel mese di maggio nelle parcelle su suolo tal quale del campo sperimentale di Beata (Pian Camuno) sono state effettuate prove di semina di Epilobium angustifolium, Geum urbanum, Carum carvi. Non si sono avuti risultati positivi per mancata germinazione di Epilobium augustifolum e Geum urbanum mentre Carum carvi ha germinato regolarmente.

24 Analisi suolo Nel 22 sono state fatte le analisi del suolo delle località di allestimento dei campi sperimentali. Sono state valutate le principali caratteristiche chimico-fisiche e di fertilità su campioni di ciascuna località, secondo le metodologie standard (tab. 8): darfo malegno sonico borno monno saviore ph 5,88 7,11 6,11 7,26 5,8 5,63 C org (g/kg) P Olsen ppm / 24 / 61,2 / / P Bray Kurtz ppm / 16,4 / 13,1 8,7 CSC cmol+/kg 17,7 2,7 16,9 23,5 14,1 31,1 Ca ppm Mg ppm K ppm Sabbia % 61,3 61,3 62,8 45,4 64,8 58,7 Limo % 35,1 32,5 35,2 45,1 32,7 38,6 Argilla % 3,6 6,2 2 9,5 2,5 2,7 Tabella 8: caratteristiche chimico-fisiche e di fertilità delle differenti località sperimentali. 4, 3,5 3, y = 3,971x +,3984 R2 =,3352 himacalene % 2,5 2, 1,5 1,,5,,,1,2,3,4,5,6,7 linalolo % I suoli di Darfo, Saviore dell Adamello e Monno hanno ph moderatamente acido, debolmente acido quello di Sonico e neutro Malegno e Borno. Tutti i suoli sono a prevalente tessitura francosabbiosa (FS) ad eccezione di quello di Borno che presenta una classe tessiturale franca (F). Tutte le località presentano suoli ricchi in sostanza organica verosimilmente dovuta alla precedente destinazione a pascolo di tutti i terreni. Tale ricchezza consente il mantenimento della CSC a livelli medi in tutti i campi con valori elevati nel campo di Saviore, dove la dotazione organica raggiunge valori molto elevati. La dotazione di potassio, il più importante nutriente cationico, è sufficiente per soddisfare le esigenze delle piante con valori normali a Sonico, Monno, Borno e Saviore e molto elevati negli altri due campi; come anche la dotazione di calcio e magnesio che è sufficiente per mantenere buone caratteristiche chimico- fisico e biologiche del suolo. Nel Dicembre 22 è stata fatta un aratura superficiale (2 cm) ed una fertilizzazione su metà campo con 5q/ha di Microplus NP microgranulare (Isagra Biochem), concime ammesso dal disciplinare biologico, con l obiettivo di valutare eventuali maggiori dotazioni in nutrienti, azoto e fosforo, sui parametri oggetto di indagine Analisi 25 Per quanto riguarda l azoto, non ci sono differenze significative tra le parcelle concimate e non. I contenuti di azoto totale sono più elevati a Saviore, a livelli intermedi a Sonico, Monno e Malegno, più bassi a Darfo e Borno (fig. 4) e in ogni caso sono sufficienti a soddisfare le esigenze nutrizionali delle specie indagate pari a,8 1 kg/1m2 per l achillea; 1,5 kg/1m2, frazionata in due o tre volte, per l assenzio;,9 1,2 kg/1m2 per la malva;,7 kg/1m2, distribuita in due tempi, per la melissa

25 Assenzio concimato Assenzio non concimato 8 7 azoto mg/g re vio sa m on no o bo rn o ni c so no al eg m da rf o località Figura 4: contenuto in azoto (mg/g) nei suoli provenienti dalle diverse località Parametri climatici Di seguito i grafici relativi all andamento medio di temperatura (dal 1 Giugno al 31 Ottobre) e della pioggia totale, durante il triennio di sperimentazione Negli istogrammi della precipitazione di Malegno, manca l anno 25, il 7 della temperatura (del triennio) è stato stimato. A Monno sono stati stimati i primi 2 giorni di Luglio 23 e gli ultimi 2 di Ottobre 24, inoltre mancano i relativi mm di pioggia.

26 C C anno 2 anno 1 anno 3 anno 2 anno 3 anno anno anno Figura 5: istogrammi relativi all andamento della temperatura media di Darfo, registrata nel triennio di sperimentazione (dal 1 giugno al 31 ottobre di ciascun anno. I grafici successivi fanno riferimento allo stesso periodo) Figura 7: istogrammi relativi all andamento della temperatura media di Sonico, registrata nel triennio di sperimentazione C C anno 2 anno 3 anno anno Figura 6: istogrammi relativi all andamento della temperatura media di Malegno, registrata nel triennio di sperimentazione (il 7 dei valori presenti nel grafico sono stati stimati). 1 anno 2 anno 3 anno anno Figura 8: istogrammi relativi all andamento della temperatura media di Borno, registrata nel triennio di sperimentazione.

27 C C anno 2 anno 3 anno 1 anno anno Figura 1: istogrammi relativi all andamento della temperatura media a Saviore nei tre anni di sperimentazione anno 2 anno 3 anno anno Figura 11: istogrammi relativi all andamento delle precipitazioni a Darfo nei tre anni di sperimentazione (dal 1 giugno al 31 ottobre, i grafici successivi fanno riferimento al medesimo periodo). 3 anno anno mm mm Figura 9: istogrammi relativi all andamento della temperatura media registrata a Monno nel triennio di sperimentazione (I valori corrispondenti ai primi 2 giorni di Luglio 23 e agli unltimi 2 giorni di Ottobre 24 sono stati stimati). 2 anno 1 anno 2 anno 3 anno anno Figura 12: istogrammi relativi all andamento della precipitazione a Malegno nei tre anni di sperimentazione.il grafico non è affidabile manca il 7 di rilievi.

28 mm mm anno 2 anno 1 anno 2 anno 3 anno 3 anno anno anno Figura 14: istogrammi relativi all andamento delle precipitazioni a Monno nei i tre anni di sperimentazione (non sono stati registrati i mm di pioggia dei primi 2 giorni di Luglio 23 e gli ultimi 2 giorni di Ottobre 24) mm mm Figura 13: istogrammi relativi all andamento delle precipitazioni a Sonico nei tre anni di sperimentazione anno 2 anno 3 anno anno Figura 15: isogrammi relativi all andamento delle precipitazioni a Borno nei tre anni di sperimentazione. 1 anno 2 anno 3 anno anno Figura 16: istogrammi relativi all andamento delle precipitazioni a Saviore nei tre anni di sperimentazione

29 La temperatura media di Darfo è stata costante nei tre anni intorno ai 2 C (fig 5), come quella di Sonico intorno ai 18 C (fig. 7) e quelle di Borno e Monno si sono mantenute, nel triennio, intorno ad un valore di 15 C (fig. 8-9). Nelle restanti stazioni l andamento è stato variabile a Malegno è passata dai 15 C del secondo anno a poco meno di 2 C nel terzo (fig. 6), Saviore ha evidenziato un andamento crescente da poco più di 1 C a poco meno di 2 C (fig. 1). L andamento delle precipitazioni è risultato differente da stazione a stazione: a Darfo sono stati registrati 8 mm il primo anno e la metà il terzo, a Malegno un valore costante di circa 2 mm (dati non confrontabili per mancanza del 7 dei rilievi), Sonico ha subito un notevole incremento dal primo al terzo anno (da 3mm a 14mm), Borno si è mantenuto stabile su valori di 4 mm, a Monno si è passati dai 2 mm del 1 anno ai 5 del terzo, Saviore è stato costante sui 5 mm (figg.11-16). La collocazione dei campi è stata scelta seguendo un gradiente di quota al fine di studiare il comportamento delle officinali in località rappresentative delle diverse condizioni della valle. I valori di temperatura e pioggia, hanno sottolineato le peculiarità delle stazioni dal punto di vista climatico, confermando l idoneità ad essere caratteristiche di gran parte del territorio camuno. Certificazione di produzione biologica Nell anno 25 è stato cambiato l organismo scelto per il controllo e la certificazione: da IMC a Suolo e Salute. Questo passaggio ha permesso di avere una certificazione unica a nome dell Associazione HerbaneCamune e non di ogni singolo sperimentatore con un buon margine di risparmio e più visibilità da parte dell associazione stessa. E stato avviato l iter per la riduzione del periodo di conversione da 3 a 2 anni. La produzione della stagione di campo 26 sarà quindi biologica.

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